Sud Innovation Summit 2025: economia, tecnologia e futuro si incontrano a Messina

Il Sud Innovation Summit 2025 è alle porte. L’Università degli Studi di Messina si prepara a diventare un vero e proprio laboratorio in cui tecnologia, impresa ed educazione si incontrano per costruire un nuovo modello di crescita economica e sociale.

Le giornate del 16 e del 17 ottobre saranno ricche di appuntamenti imperdibili: dalle sale verticali ai talk, dai workshop pratici agli incontri con esperti e professionisti. Oltre 100 speaker affronteranno la tematica sempre più centrale dell’intelligenza artificiale, declinata in molteplici ambiti.

Difatti, il filo conduttore di questa edizione, “AI for Future”, è proprio l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, articolata in 5 distretti tematici. In particolare, quello dedicato a Economia e Finanza si distingue per la capacità di coniugare innovazione tecnologica e capitale umano, risultando concreto, attuale e trasversale a tutti i settori.

Questa area tematica, dunque, si pone l’obiettivo di fornire strumenti utili per interpretare i cambiamenti del mercato, comprendere l’impatto dell’AI sulle professioni e promuovere un approccio consapevole alla finanza e al lavoro del futuro.

Di seguito le principali attività riferite all’ambito dell’economia e della finanza, organizzate durante le due giornate del Summit:

Focus su Start-up ed ecosistemi dell’innovazione:

Giovedì 16 ottobre:

  • Ore 11: Innovazione made in sud: opportunità degli ecosistemi regionali
  • Ore 12: Champions e luoghi dell’innovazione: verso una filiera siciliana
  • Ore 14:30: Fare impresa al Sud: storie a confronto

 

Focus su HR Tech, EdTech & Future of Work:

Giovedì 16 ottobre :

  • ore 11:30: L’IA come specchio e moltiplicatore
  • ore 12: Educazione, Impresa e Innovazione: la sfida delle nuove leadership giovanili
  • ore 15: L’IA come veicolo del passaggio scuola – lavoro

Venerdì 17 ottobre:

  • ore 9: L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e l’utilizzo di CLIA per gli studi professionali
  • ore 14: La ricerca del lavoro e il ruolo dei centri per l’impiego nell’era del digitale
  • ore 15: Le Linee guida per l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica Amministrazione

 

Focus su Media & Creator Economy:

venerdì 17 ottobre:

  • ore 11: Creator: la nuova generazione di imprenditori digitali che sta cambiando il mercato
  • ore 11:30: La sfida e l’opportunità per i brand del territorio: dalla pubblicità tradizionale ai nuovi linguaggi dei Creator
  • ore 12: Retail Meets Media: connecting people places and brands
  • ore 14:30: Creator Economy: come imprese e attività locali sfruttano il potere dei Creator per affermarsi
  • ore 15: La Sicilia e l’evoluzione del giornalismo digitale: i Creator come mezzo per arrivare dritti al pubblico

 

Focus su Educazione finanziaria:

venerdì 17 ottobre:

  • ore 11: Scoprire chi sei per capire cosa puoi diventare: orientamento al mondo del lavoro
  • ore 12: Riscrivere il linguaggio dell’educazione finanziaria. L’esperienza Starting Finance
  • ore 15: SF Trading Game: scopri la trattazione alle grida delle borse valori

 

il Sud Innovation Summit 2025 rappresenta un’importante opportunità di apprendimento, confronto e crescita per studenti, professionisti e imprese che vogliono comprendere da vicino l’impatto dell’intelligenza artificiale e contribuire a delineare il futuro dell’economia digitale.

L’evento sarà ospitato presso il Polo Universitario Papardo – Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e Scienze della Terra (MIFT).

L’ingresso è su prenotazione. È possibile registrarsi sul sito ufficiale: https://sudinnovationsummit.it/

 

Antonella Sauta

Il Sud Innovation Summit va oltre le discipline STEM, l’obiettivo è un programma aperto a tutti

Messina, Torna il Sud Innovation Summit – AI for Future 2025, forum d’eccellenza dove le menti più brillanti della scena tecnologica nazionale e internazionale si riuniscono per discutere di innovazione, digital e tendenze future. Molte corporate e Big tech tra i partner già confermati: al centro della scena, l’intelligenza artificiale e il suo impatto trasformativo.  

Vedrà la trasformazione del campus in un villaggio dell’innovazione con oltre 100 speaker, 5 distretti tematici, 16 sale verticali e decine di workshop esperienziali, keynote, tavole rotonde, workshop pratici, una Tech Expo, l’HR Village e uno spazio dedicato all’alta formazione.

Sebbene un summit incentrato sulle discipline STEM possa sembrare oscuro a chi non è tra gli addetti ai lavori, sono migliaia le applicazioni delle high tech nella vita quotidiana e lavorativa anche del più convinto umanista. E la kermesse messinese ce lo dimostra con un programma davvero per tutti, che mette in risalto anche le applicazioni sociali dell’innovazione tecnologica nei campi della sostenibilità ambientale e dello sviluppo dell’economia nel meridione, e che si rivolge  anche alle donne nel lavoro. 

Il programma è saturo di appuntamenti imperdibili: ecco un programma su misura per chi vuole scoprire le opportunità dell’innovazione tecnologica fuori dal mondo STEM.

Il programma

Focus su: Sustainability, innovazione per il pianeta

16 ottobre

  • The human side of innovation: building sustainable features : Speech Elga Corricelli; 
  • Roundtable tematica: imprese e persone per un futuro sostenibile lifegate way;
  • Pitch competition: startup e PMI on stage;
  • Innovation freestyle jam;
  • Workshop gestione efficiente e sostenibile delle infrastrutture – scenari di facility management.

 

Focus su: Unime Human & social innovation hub

16 ottobre

  • Workshop al dipartimento di giurisprudenza sulle professioni giuridiche;
  • Diritto europeo e transnazionalità – il futuro delle professioni giuridiche tra innovazione e sostenibilità;
  • Dipartimento DICAM: Workshop digital transition nell’area umanistica;
  • Giurisprudenza, Innovazione, diritto e accesso ai nuovi beni per la collettività.

 

17 ottobre

  • Dipartimento COSPECS, dentro l’opera: modelli immersivi di fruizione
  • Dipartimento ECONOMIA: Esplorare il ruolo dell’intelligenza artificiale nel promuovere lo sviluppo sostenibile: un’analisi semantica dei brevetti di IA
  • Digital transformation in family-owned winery SMEs: an exploratory analysis in the South-Italian context
  • Dipartimento SCIENZE POLITICHE E GIURIDICHE:

– Politiche fiscali per l’imprenditorialità innovativa: opportunità e limiti

– Decisione algoritmica incontrollabile e tutela dell’utente

– High Frequency Trading: tra responsabilità penale individuale e responsabilità delle organizzazioni complesse

Le donne e l’innovazione tecnologica nel lavoro

Focus su: Women and leadership in tech

Gli eventi di questa sezione sono stati organizzati in collaborazione con Women Lead, una community inclusiva che lavora per la creazione di eque opportunità al sud affinchè il genere non sia più una barriera. Punta sulle competenze digitali per offrire la possibilità a chiunque voglia restare al Sud di costruire il proprio percorso professionale, conciliandolo con le proprie scelte personali.

16 ottobre

  • Design your life: orientarsi e reinventarsi nel lavoro, percorso interattivo per scegliere o reinventare la propria direzione professionale con strumenti pratici e confronto di gruppo con @womenlead , 
  • Donne e futuro del lavoro: competenze che contano con esperte e HR manager sul mismatch di competenze e focus sull’AI, soft skill, leadership e nuove professionalità con @womenlead, 
  • AI per tutte: strumenti pratici per il lavoro e il business su applicazioni base di AI generativa per professioniste, imprenditrici, freelance e curiose ed esercizi pratici su tool no-code e produttività con @womenlead

17 ottobre

  • Innovare al Sud: scegliere le radici per sfidare il futuro. Quando il territorio diventa leva di crescita e identità con @womenlead
  • Business model you: ripensare se stesse come impresa con @womenlead
  • Dall’idea al prototipo con l’AI con @womenlead

Il Summit è accessibile solo su prenotazione, è possibile registrarsi sul sito ufficiale : 2025 – Sud Innovation Summit

Carla Fiorentino

Frah Quintale e Amor Proprio – Perché non è mai facile volersi bene

Non so se ci si arriva mai davvero, all’amor proprio. Si parla tanto di accettazione, di equilibrio, di imparare a bastarsi, ma nessuno ti dice quanto sia complicato restare da soli in una stanza, senza distrazioni, con il rumore dei pensieri che si accavallano. Forse è per questo che il nuovo disco di Frah Quintale, Amor Proprio, mi ha colpito così tanto, perché non finge che sia una meta raggiunta, ma lo racconta come un cammino, a volte faticoso, spesso imperfetto, ma sempre umano.

Ascoltandolo, ho avuto la sensazione che Frah non stesse parlando “di sé”, ma “con sé stesso” e che, in fondo, stesse parlando anche con me. Come in quelle conversazioni silenziose che si fanno la sera, quando cerchi di capire dove hai sbagliato, cosa hai perso, cosa puoi ancora salvare.

1. Né oggi né domani

Apre il disco senza fretta, come uno sbadiglio che diventa promessa. La prima cosa che penso quando parte è che  non c’è la corsa alla risposta. La produzione tiene le mani indietro, la voce è vicino al microfono, quasi a sussurrata. Il testo spinge contro la frenesia del “risolvi subito”, è la lezione della lentezza, quella che Montale chiamerebbe “la fattura del vivere”, ma senza posa retorica. È un invito e una constatazione: il cambiamento non ha scadenze precise. Mi sembra la porta di casa che si chiude piano, lasciando il corridoio da esplorare.

2. Lampo

Qui arriva la folgorazione, breve ma netta. La canzone ha la qualità di un ricordo che torna improvviso: un’immagine, una frase, un senso di comprensione che dura il tempo di un battito. Mi colpisce come Frah sappia descrivere quell’attimo con poche pennellate. Insomma,  è la scintilla che illumina per un secondo una stanza altrimenti buia; dopo, tutto è diverso, ma non risolto. Qui la parola e il suono si incontrano nel punto preciso in cui ti rendi conto di essere stato visto — da te stesso — per la prima volta, o almeno così mi pare.

3. A prescindere (feat. Colapesce)

Quando entra Colapesce la canzone respira in modo diverso. Il dialogo vocale crea una prospettiva doppia, quasi una conversazione tra due versioni dello stesso io. “A prescindere” suona come un’affermazione di fedeltà non agli altri, ma a ciò che senti che ti appartiene comunque. In questo brano vedo un parallelo con il dialogo socratico: due voci che si interrogano, che si spiegano e che, nel confronto, cercano una verità pratica più che una teoria. È uno scambio misurato, senza competitività; la collaborazione non travolge, accompagna.

4. La notte

La notte è casa delle paure, si dice spesso, e qui la musica non cerca di addolcire quell’oscurità. Al contrario, la abita. È il pezzo in cui il registro si fa più intimo, quasi confidenziale, e la voce pare sdoppiarsi tra chi parla e chi ascolta dentro di sé. Penso a certe pagine di Virginia Woolf, dove il flusso interiore non chiede giudizio ma registrazione. Questa traccia è una registrazione di battiti, di respiri, di pensieri che vogliono piantare bandierine per dire “ci sono”.

So che ormai è troppo tardi per cercarti ancora
Ma sai già dove trovarmi se ti senti sola

5. Lunedì blu

Il pezzo che mi ha colpito di più ed è, per me, una cartolina. C’è una malinconia visiva che non scade nel melodramma: l’appartamento dei sogni ricorrenti, le stanze che si ripetono, la memoria che torna come una cartolina stropicciata. La melodia prende fiato e lascia spazio alle parole, sembra quasi una poesia in musica, con un’architettura di immagini che ricorda l’attenzione al quotidiano di Neruda, ma in tono più domestico e meno epico. È un pezzo che si attacca alla memoria dell’ascoltatore come una vecchia fotografia nella tasca di un giubbotto.

6. Occhi diamanti (feat. Joan Thiele)

Con Joan Thiele la canzone assume una pelle più lucente. “Occhi diamanti” è sensualità e fragilità insieme. Il diamante inteso come metafora della bellezza che taglia. In questo brano vedo il tema del guardarsi attraverso gli occhi dell’altro e il rischio, bellissimo, di scoprirsi fratturati e splendenti nello stesso tempo. Sembra quasi la risposta alla domanda “Come accade che due sconosciuti si incontrano?” o quel profumo che diventa odore di casa, magari Burberry London for Women.

Il tuo profumo velеno buono
Con te la vita è dolce
Mare azzurro in agosto
Un insolito dеstino ci ha travolto

Joan non ruba la scena, la incornicia; il suo timbro rende il dialogo ancora più dichiaratamente intimo, come due persone che si specchiano e si riconoscono per la prima volta.

7. 1 ora d’aria 1 ora d’ansia (feat. Tony Boy)

La canzone che mette in scena l’oscillazione più netta tra sollievo e apprensione. Il titolo è già un programma che richiama alternanze, un ritmo che diventa metafora di una condizione psicologica. Tony Boy porta una dinamica urbana che contrasta e insieme completa la sensibilità di Frah. Qui la sincerità è chirurgica,  il coro non anestetizza, la strofa non giustifica. È una delle tracce dove l’esperienza generazionale si fa più chiara, la difficoltà di respirare davvero in mezzo al rumore costante. Mi viene in mente la crudezza di Sylvia Plath quando descrive il peso del sentire.

8. Chiodi

“Chiodi” è immagine che punge,  radici dolorose, attaccamenti che non si strappano senza ferire. Qui il racconto si fa più sociale, più ancorato al concetto di migrazione e scelta di partire. Non è un pezzo solo personale ma contiene il tratto di chi parte e lascia dietro una porta chiusa, ma con i chiodi che ancora sporgono. Musicalmente è essenziale — la semplicità diventa forza — e liricamente si muove tra il respiro del cantautore e una dimensione più ampia, quasi civile. Questa traccia mi ricorda la poesia di chi scrive dell’esilio reale o figurato.

Tutto diverso in così poco
E in questi giorni fumo troppo e
Non riesco più a mettere a fuoco

9. Gelato

Nel flusso dell’album, questo è il momento di ossigeno. “Gelato” è dolce senza essere sdolcinato, e mi fa pensare a quei piccoli atti che ritornano in mente: comprare un brioche con il gelato e regalare il tuppo, guardare il mare, ripetere rituali semplici che salvano le giornate. È il promemoria che l’amore non passa mai del tutto, ma in qualche modo si trasforma. Sembra una scena rubata a una commedia malinconica: si ride piano e si raddrizzano le spalle.

10. Anni che non dormo

Ritorna l’insonnia, stavolta come accumulo e “anni che non dormo” suona come bilancio. È la traccia che fotografa lo scorrere del tempo senza riposo, pensieri che si stratificano, notti che si sommano. C’è stanchezza, certo, ma anche una chiarezza perversa: quando non dormi, vedi i dettagli che gli altri ignorano. Musicalmente è umbratile, con momenti di sospensione che mi ricordano le notti in cui si scrive a matita su fogli consumati. Mi ricorda molto una frase di Dino Campana, “Sangue travagliato La notte non dormo“.

11. Non scendo più

Per me è il punto in cui tutti i frammenti raccolti lungo il disco trovano una tregua. Non è vittoria trionfale, è piuttosto la scelta di tenere la propria postazione, restare, non cedere per comodità o per abitudine. Mi richiama la risolutezza di Pavese, quella pace aspra che si conquista sul filo dei giorni. È una frase che suona come promessa — a sé stessi — più che come proclama verso il mondo.

Cosa resta alla fine di questo viaggio?

Se dovessi dirlo con parole semplici — e lo dico come le direi a voce bassa a qualcuno che conosco — Amor proprio è un disco che non pretende di curare. Ti accompagna. È come quel parente che non ti dà consigli inutili ma ti prepara il brodo quando stai male, presenza discreta, efficacia misurata. Non è l’urlo della generazione né il manifesto di uno stile nuovo; è, piuttosto, la registrazione sincera di un cammino personale che suona universale perché parla di cose che tutti conosciamo: il sonno che non arriva, i ricordi che ritornano, la bellezza che fa male e la scelta di restare.

Gaetano Aspa

Messina, Torna il Sud Innovation Summit

Messina, Torna il Sud Innovation Summit – AI for Future 2025, forum d’eccellenza dove le menti più brillanti della scena tecnologica nazionale e internazionale si riuniscono per discutere di innovazione, digital e tendenze future.

Sud Innovation Summit: al centro l’AI

La terza edizione si terrà il 16 (dalle ore 10 alle 18) e 17 ottobre (dalle ore 10 alle 17)  al Polo Papardo dell’Università di Messina, dipartimento MIFT: la città torna al centro del dibattito nazionale sull’innovazione. Molte corporate e Big tech tra i partner già confermati: al centro della scena, l’intelligenza artificiale e il suo impatto trasformativo.  

Vedrà la trasformazione del campus in un villaggio dell’innovazione con oltre 100 speaker, 5 distretti tematici, 16 sale verticali e decine di workshop esperienziali, keynote, tavole rotonde, workshop pratici, una Tech Expo, l’HR Village e uno spazio dedicato all’alta formazione.

Sul Main Stage si alterneranno Matteo Mille (Microsoft Italia), Daryoush Goljahani (Google Cloud), Giovanni Todaro (IBM), Antonio Laveneziana (Airbnb), Federico Aguggini (Intesa Sanpaolo): un programma che intreccia università, imprese e istituzioni. All’interno dei distretti saranno proposti anche workshop curati dai Dipartimenti e dai docenti UniMe.

Sud Innovation Summit
fonte: sudinnovationsummit.it

Come partecipare al Sud Innovation Summit?

L’accesso al Sud Innovation Summit 2025 è gratuito, ma i posti sono limitati. Per partecipare è necessario registrarsi online e scaricare il proprio e-ticket gratuito su www.sudinnovationsummit.it da presentare all’ingresso del Polo Papardo nei giorni dell’evento. Riconosce fino a 1 CFU per la partecipazione alle due giornate (0,25 per ogni mezza giornata).

In occasione dell’evento sarà disposta la sospensione di tutte le attività didattiche, ad esclusione di quelle relative al semestre filtro, dei Corsi di Studio afferenti al Polo Papardo (Dipartimento di Ingegneria, Dipartimento Mift, Dipartimento Chibiofaram). L’accreditamento sarà possibile solo tramite una secret key che sarà inviata per email previa registrazione al sito. La partecipazione degli studenti all’evento sarà seguita attraverso una registrazione in ENTRATA e in USCITA mediante l’utilizzo di QrCode che saranno distribuiti all’ingresso e nelle sale dedicate all’evento. 

Sud Innovation Summit
Il sindaco Federico Basile per il SIS. Fonte: LetteraEmme

Sis 2025: università, istituzioni e mondo produttivo per un Sud aperto all’innovazione

Fondato da Roberto Ruggeri, imprenditore e innovatore, promosso dal Comune di Messina e realizzato dalla Sud Innovation APS, il SIS nasce come risposta a una domanda semplice ma urgente: perché il Sud non può essere il cuore pulsante dell’innovazione italiana?

In un’epoca in cui la tecnologia modella i territori, il Mezzogiorno non può restare spettatore.

Giovedì 25 settembre scorso, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del programma con interventi del Sindaco Federico Basile, la Magnifica Rettrice  Giovanna Spatari, Salvo Puccio, Direttore Generale del Comune di Messina e Roberto Ruggeri, Fondatore del Sud Innovation Summit.

Il sindaco Basile sottolinea:

“Il SIS rappresenta una grande opportunità per il nostro territorio per attrarre talenti, imprese e investimenti. Il Sud Innovation Summit è la dimostrazione concreta di come università, istituzioni e mondo produttivo possano lavorare insieme per costruire un nuovo modello di sviluppo”.

Carla Fiorentino

Quanto l’arte diventa veleno: l’arsenico nascosto nei colori ottocenteschi

Un verde intenso, saturo, quasi innaturalmente brillante: è il colore che, nell’Ottocento, ridefinì l’estetica della pittura europea.

I pigmenti a base di arsenico — come il “verde di Scheele” prima e il “verde di Parigi” poi — offrirono agli artisti una gamma cromatica senza precedenti.

Ma dietro questa apparente rivoluzione pittorica si celava un agente silenzioso e letale: quelle stesse polveri, che rendevano le tele straordinariamente vibranti, si diffondevano negli atelier, depositandosi sulle superfici fino a penetrare nei polmoni e nella pelle di chi le utilizzava.

La costante esposizione all’arsenico non comprometteva soltanto la salute fisica: poteva, infatti, generare alterazioni dell’umore, disturbi cognitivi e allucinazioni. Non è da escludersi, pertanto, che dietro la leggenda romantica del genio tormentato possa celarsi — almeno in parte — una motivazione scientifica.

 

La nascita di un colore “nuovo”

La storia dell’arsenico artistico inizia nel 1775, quando il chimico svedese Carl Wilhelm Scheele sintetizza un pigmento verde di straordinaria brillantezza, composto da arseniti di rame. Il cosiddetto “verde di Scheele”, economico e di facile produzione, si diffonde rapidamente in tutta Europa, soprattutto nella decorazione d’interni.

Qualche decennio più tardi, nella prima metà dell’Ottocento, la chimica industriale ne perfeziona la formula con la produzione del “verde di Parigi” (o verde smeraldo), un acetoarsenito di rame ancora più luminoso e stabile.

La donna che ricama (1812), Georg Friedrich KerstingFonte: storicang.it

L’adozione di questi pigmenti rappresentò una svolta tecnica e visiva: i verdi naturali, opachi o soggetti a ossidazione, vennero sostituiti dalle nuove formulazioni arsenicali, in grado di mantenere un’intensità cromatica costante, difficilmente replicabile con altri composti. Il loro impiego travalicò gli atelier, investendo dipinti, oggetti di uso quotidiano, carte da parati, abiti, ornamenti teatrali e illustrazioni editoriali.

 

Gli atelier come centri di intossicazione

Le condizioni operative degli artisti ottocenteschi erano profondamente diverse da quelle contemporanee.

Prima della diffusione dei colori prodotti industrialmente, i pigmenti venivano macinati, setacciati e miscelati manualmente con leganti oleosi o gommosi, generando aerosol di polveri sottilissime.

La ventilazione insufficiente degli atelier e la pratica comune di vivere nello stesso ambiente di lavoro favorivano l’accumulo progressivo di residui tossici sulle superfici e nell’aria.

L’esposizione avveniva per via inalatoria, cutanea e, spesso, orale: molti pittori usavano modellare la punta dei pennelli con la bocca, ingerendo piccole quantità di pigmento. Inoltre, in ambienti umidi, le carte da parati contenenti arsenico potevano rilasciare arsina, un gas altamente velenoso, contribuendo a un’esposizione cronica diffusa e involontaria.

 

Un veleno neurotossico e la “follia dell’artista”

L’arsenico è oggi classificato come cancerogeno di gruppo 1 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ma la sua pericolosità si manifesta già a livelli sub-letali, attraverso meccanismi tossico-dinamici complessi.

L’esposizione cronica può generare lesioni cutanee ipercheratosiche, anemia microcitica, epatotossicità, nefropatie e alterazioni vascolari.

Ancora più significativi, nel contesto artistico, erano gli effetti neurologici: neuropatie periferiche, tremori, vertigini, disturbi cognitivi e comportamentali, alterazioni dell’umore, irritabilità, allucinazioni visive e uditive. Questi sintomi, tuttavia, erano difficilmente correlabili a un’esposizione ambientale. Venivano piuttosto interpretati come segni di instabilità caratteriale o di quella “follia creativa” mitizzata dalle correnti romantiche.

Oggi, una lettura retrospettiva alla luce della tossicologia moderna suggerisce che una quota non trascurabile di tali disturbi potesse avere una base chimica.

 

Van Gogh e altri casi emblematici

Il caso di Vincent Van Gogh è spesso evocato, sebbene complesso e multifattoriale.

Le sue opere testimoniano l’impiego di pigmenti contenenti arsenico e piombo, in ambienti chiusi e scarsamente ventilati, con uso intensivo di solventi volatili.

Sebbene non esistano prove di avvelenamento diretto, è plausibile che l’esposizione cronica abbia contribuito ad accentuare le sue crisi psicotiche e i sintomi neurologici.

Campo di grano verde con cipresso (1889), Vincent Van GoghFonte: wikipedia.org

In Inghilterra, divennero famose le cosiddette “ragazze del verde”, giovani lavoratrici di fabbriche di pigmenti affette da ulcerazioni, necrosi mandibolare e neuropatie gravi, causate dall’esposizione quotidiana alle polveri d’arsenico.

Le Giornate FAI d’Autunno 2025 a Messina: la Lanterna del Montorsoli protagonista delle celebrazioni per i 50 anni del FAI

Messina, 11 e 12 ottobre 2025.  Tornano le Giornate FAI d’Autunno, l’appuntamento nazionale dedicato alla scoperta dei tesori nascosti del territorio, che quest’anno assume un valore speciale: il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano festeggia i suoi cinquant’anni di attività. Cinque decenni di impegno civile, culturale e sociale nella tutela, nel restauro e nella valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale del Paese.

Dal 1975 al 2024 il FAI ha investito oltre 162 milioni di euro in restauri a beneficio della collettività, e solo nel 2025 ha già seguito più di 150 cantieri e progetti, destinando circa 11 milioni di euro alla conservazione e alla manutenzione dei beni. Per sostenere queste iniziative, la Fondazione promuove la campagna nazionale di raccolta fondi “Ottobre del FAI”, invitando i cittadini a partecipare attivamente alla salvaguardia del patrimonio culturale italiano.

La Lanterna del Montorsoli: un faro sulla storia di Messina

A Messina, sabato 11 e domenica 12 ottobre, la 14ª edizione delle Giornate FAI d’Autunno offrirà l’opportunità straordinaria di visitare la Lanterna del Montorsoli, una delle fortificazioni costiere più antiche d’Italia, progettata e costruita tra il 1555 e il 1557. Conosciuto anche come Faro di San Ranieri, il monumento sorge in un’area ricca di storia e leggenda, legata al monaco eremita Raineri, che nel XII secolo accendeva fuochi per guidare i naviganti verso la terraferma.

Durante le visite, i partecipanti saranno accompagnati dai 250 Apprendisti Ciceroni, giovani studenti messinesi che racconteranno la storia del faro, le sue trasformazioni e le vicende di figure simboliche come Francesca Arena, prima donna farista siciliana.

“Non è la prima volta che apriamo questa meraviglia – ha dichiarato Nico Pandolfino, capo delegazione FAI di Messina – ma ogni volta è un’emozione nuova. La Lanterna del Montorsoli è un luogo identitario per la città, un simbolo del suo legame con il mare e con la luce. Questa apertura è resa possibile grazie alla collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa, Mari Fari Sicilia e l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto”.

Un compleanno speciale per il FAI di Messina

La presentazione dell’evento è coincisa con il 24° anniversario della Delegazione FAI di Messina, fondata il 7 ottobre 2001 da Giulia Miloro e un gruppo di appassionati volontari. “Da allora – ha ricordato Pandolfino – abbiamo fatto scoprire la bellezza nascosta di tanti luoghi della città e della provincia, come la Badiazza, che speriamo presto di poter restituire alla fruizione pubblica”.

Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il sindaco di Messina Federico Basile, il Comandante di Mari Fari Sicilia Johnny Pizzimento, il Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto Francesco Rizzo, la presidente di ATM Messina Carla Grillo e i rappresentanti di AMAM, Messina Servizi Bene Comune e dell’Ufficio Scolastico Regionale.

Le voci delle istituzioni

“Le Giornate FAI d’Autunno – ha dichiarato il sindaco Federico Basile – sono un appuntamento fondamentale per la nostra città. Consentono ai cittadini e ai visitatori di accedere a luoghi spesso inaccessibili, offrendo un’occasione di conoscenza e riflessione sul nostro patrimonio. Il coinvolgimento delle nostre partecipate dimostra l’impegno condiviso nel promuovere una Messina più consapevole e partecipativa”.

Soddisfazione anche da parte del comandante Johnny Pizzimento: “Riaprire le porte del Faro di San Ranieri è per noi motivo di orgoglio. Questo non è solo un faro, ma un simbolo della città e della sua storia marinara. Nonostante i progressi tecnologici, i fari restano fondamentali per la sicurezza dei naviganti: la Marina Militare continua a garantire questo servizio pubblico dal 1911, con una rete di 888 segnalamenti marittimi lungo tutte le coste italiane”.

Il commissario Francesco Rizzo ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e associazioni: “Eventi come le Giornate FAI rappresentano un’occasione preziosa per riscoprire luoghi simbolici come la Zona Falcata, su cui abbiamo investito energie e progetti di riqualificazione. Vederla oggi aperta alla cittadinanza è motivo di orgoglio e segno concreto di una Messina che guarda al futuro”.

Una rete di collaborazioni e volontariato

Le Giornate FAI d’Autunno sono rese possibili grazie al contributo del Comune di Messina, delle sue partecipate (AMAM, ATM, Messina Servizi Bene Comune, Messina Social City), dell’Università degli Studi di Messina, del Servizio per il Territorio, di FIAB Messina Ciclabile APS, dell’Ufficio Scolastico Regionale e di numerose scuole cittadine.

Fondamentale anche il supporto del Comitato di Messina della Croce Rossa Italiana, del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e delle associazioni scout e di volontariato.

ATM Messina, mobility partner dell’iniziativa, metterà a disposizione un servizio di navetta gratuita dalla Stazione Centrale a Piazzale Todaro durante gli orari di apertura: sabato e domenica dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 18.30.

Informazioni pratiche e agevolazioni

L’ingresso al sito è a contributo libero, con accesso prioritario per gli iscritti FAI. Inoltre, fino al 12 ottobre, per chi si iscrive per la prima volta alla Fondazione è prevista una riduzione di 10 euro sulla quota associativa.

Le Giornate FAI d’Autunno rappresentano, ancora una volta, un invito a riscoprire il valore del nostro patrimonio comune, unendo conoscenza, partecipazione e passione civile. E a Messina, la luce della Lanterna del Montorsoli tornerà a brillare, come segno di memoria, rinascita e bellezza condivisa.

Gli “Amori disperati” di Pavese

Quel po’ d’anima

“Le parole sono il nostro mestiere. Le parole sono tenere cose, intrattabili e vive, ma fatte per l’uomo e non l’uomo per loro.”

Così parla Cesare Pavese in una delle sue opere più celebri, quando racconta di quel “Mestiere di vivere” che fa apparire l’uomo quasi come un artigiano.

Prometeo, dalla sua argilla, creò l’uomo che, a sua volta, darà un contorno, sulla bianca tela, ad un inquieto mondo interiore. Proprio qui, il giovane Pavese scorge le sagome, tanto luminose quante distanti, delle moderne Pleiadi che lui, Orione dei nostri tempi, osserva in silenzio.

La prima di queste figure viene chiamata affettuosamente Milly. Lei, attrice, recita inconsapevolmente una parte nel primo atto della vita del poeta piemontese. Lui, dalla platea, la osserva di sfuggita e ogni suo sguardo è stenografo di una storia ancora al suo prologo.

“Quel poco d’anima” che conosceva della giovane bastò a scatenare una tempesta d’emozioni, che troveranno via d’uscita solo grazie alle lettere che il poeta le scriverà. Ma il giovane Cesare, “perduto sotto la pioggia”, per riprendere le parole di De Gregori, lo sa: l’acqua sbiadisce l’inchiostro.

E lui rimane lì, ai margini di una storia di cui a malapena riesce ad annotare non mere parole ma sguardi.

Sospinto oltre il suo porto sicuro, ormai, il tormentato cuore del poeta ha iniziato la sua Odissea, in un mare tutt’altro che quieto, rischiando di naufragare sugli scogli dell’incertezza.

Inquietudine, questa, che fa da preludio ai tormenti sentimentali del poeta, leitmotiv delle vicende che, su carta, prendono vita.

Carla Mignone, la “Milly” di cui ci parla il giovane Pavese

 

Sentimenti al confino

“Gli amori di un timido sono sempre più seri di quelli di uno sfrontato.”

Frase, quest’ultima, che meglio descrive la vita sentimentale dello scrittore.

Dall’inchiostro della sua penna, sembrano tracciati i confini di una parete invisibile”. Essa separa Pavese da colei che chiamerà, affettuosamente, la “Donna con la voce roca”.

Ma l’amore dello scrittore non riuscirà mai a varcare le sbarre della sua indifferenza, come il rapporto tra Stefano e Concia non supererà quelle dell’incomunicabilità e della solitudine.

Sullo sfondo, due storie (e altrettante delusioni), con lo stesso epilogo. Entrambi condannati per difendere la donna di cui si erano invaghiti. E allo stesso modo, nessuno dei due, riceverà la tanto attesa lettera dell’amata.

Ma, mentre l’esilio di Stefano è limitato alle righe di un romanzo, quello del poeta sbatte sulle catene della realtà. Anche quando potrà lasciare la Calabria, dove si trovava, le mura dell’inquietudine continueranno, però, a tracciare i contorni di un vero e proprio confino interiore.

E in questo enorme Panopticon, dal quale scorgiamo incertezze e sentimenti, palpita inascoltato il martoriato cuore di un Pavese ormai disilluso.

D’altronde, citando Werther, l’uomo felice è una creatura che dimora nella nostra fantasia. Qui è relegato in una prigione cui fa da sfondo, come quella “quarta parete” citata dal poeta, il placido mare dell’inquietudine. All’orizzonte nessun porto sicuro, l’ Odissea sentimentale dell’autore piemontese lo conduce per altri mari, mostrandogli altrettante rive.

Nella bufera, a tuonare è quello che Pavese stesso ricorda come un attimo di “lucida follia”, quando la Pizzardo rifiuta la sua proposta di matrimonio. Ma lo scrittore, dalla “Donna con la voce roca” non si separerà tanto presto. Anzi, negli anni a seguire, ella rimarrà musa di versi e parole.

Incanalati in una stilografica, fidata compagna, Pavese comincia così a delineare i contorni di quel che definirà “Il mestiere di vivere”.

Tina Pizzardo, la “donna dalla voce roca”

 

“Tu, Vento di Marzo”

“Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è starci seduto vicino e sapere che non lo potrai avere mai.”

Chissà a cosa pensava García Márquez, quando scrisse queste poche parole. Sembra quasi facciano eco all’ultimo atto della tormentata Odissea del poeta piemontese, definendo i tratti di una trama già vista.

A dipingerne il tema, ancora una volta, la solitudine. Ormai, ella è quasi una compagna inseparabile, ancor di più dopo quelle che, tra i versi, ricorderà come le “serate di Cervinia”.

È il periodo in cui ogni battito e tremore hanno un nome: quello di Constance Dowling, giovane attrice americana di cui il poeta s’invaghisce. La definisce “vento di marzo”: è lei che ridesta il “torrente del cuore”, ispiratrice di versi che scandiscono le sue ultime, monotone, giornate.

Moderna Beatrice, “Connie” rappresenta l’aurora di una vita ormai al crepuscolo, avvinta da quel “vizio assurdo” che, infine, vincerà Pavese.

Ma la giovane ritorna in America, lasciando incompiuta la sceneggiatura di una vita con lo scrittore. Copione che ci parla, a tratti, di un Leandro dei nostri tempi, separato, non solo fisicamente, dalla sua Ero, a causa della lontananza. Leandro morirà in balia delle acque, come Pavese naufragherà nel mare del suo stesso dolore.

Chissà se, nel leggere le ultime battute di questa tragedia, Connie si fosse resa conto che, nei pensieri di Pavese, la morte aveva i suoi occhi color nocciola.

Il poeta e l’attrice, Constance Dowling

 

 

Manuel Mattia Manti

 

 

Fonti

https://www.sololibri.net/amori-donne-Cesare-Pavese-libri.html

https://www.unionesarda.it/3-minuti-con/cesare-pavese-e-lamore-per-tina-la-donna-che-voleva-essere-solo-unamica-irft6zil

https://www.ingenere.it/articoli/pioniere-tina-pizzardo-anticipo-sui-tempi

https://rivistasavej.it/lung/2016-2020/lamore-secondo-cesare-pavese-7b5ca736c081

https://glicineassociazione.com/cesare-pavese-e-lesperienza-del-confino-in-calabria/

https://www.harpersbazaar.com/it/cultura/libri/a37490166/constance-dowling-chi-e-amante-pavese/

https://www.ultimavoce.it/constance-dowling-lultimo-amore-di-cesare-pavese/

http://www.torinocittadelcinema.it/pdf/prono2.pdf

 

MessinaCon 2025: la Fiera Del Fumetto anima Villa Dante

Nello scorso week-end, da venerdì 5 a domenica 7 Settembre 2025, si è tenuta la 10ª edizione del MessinaCon sulla Riva Dello Stretto. La Fiera Del Fumetto, evento tanto atteso dagli appassionati di fumetti, giochi, cultura pop e cosplayer presenti a Messina, ha avuto quest’anno uno spostamento di sede: dal PalaCultura a Villa Dante. In quei tre giorni, Villa Dante si è animata di eventi, ospiti speciali e di persone che hanno riscoperto il proprio lato artistico che fanciullesco, lasciando fuori dalla Villa “la vita di tutti i giorni” per immergersi in un mondo fantastico.

Quest’anno, inoltre, ricorreva il 10° anniversario della Fiera Del Fumetto messinese. Dietro l’organizzazione c’è l’associazione StrettoCrea, guidata dal presidente Giuseppe Mulfari.

MessinaCon 2025: venerdì 5 Settembre

L’evento è iniziato con il taglio del nastro. Tra gli ospiti presenti figuravano il sindaco Federico Basile, gli assessori Liana Cannata e Massimo Finocchiaro, e la presidente di Messina Social City, Valeria Asquini.

La novità di quest’anno è stata l’introduzione di un padiglione dedicato al Vinyl Fest, accanto alle tante attività già presenti: negozi, fumettisti, giochi da tavolo, ecc.

Il momento più atteso della giornata è stato però nel pomeriggio, quando il pubblico presenta ha potuto incontrare un idolo dell’infanzia di molti, Danilo Bertazzi (il celebre Tonio Cartonio de La Melevisione). Un incontro magico con una persona speciale che non ha mai dimenticato il proprio fanciullo interiore e che invita gli altri a  fare lo stesso nei momenti opportuni, per poter “vivere meglio” e non perdere mai la voglia di inseguire i propri sogni. È stato, per molti, un vero e proprio ritorno al Fantabosco, che in realtà non ha mai smesso di vivere nel cuore di chi ha conosciuto quel fantastico mondo.

Danilo Bertazzi. ©UniVersoMe

MessinaCon 2025: sabato 6 Settembre

La giornata di sabato è stata la  più ricca di eventi e presenze.

Si è tenuto un workshop a cura dei Solar Eclipse, una K-Pop crew nata a Messina che hanno animato la fiera con alcune esibizioni coinvolgenti. All’interno dello stand del Vinyl Fest si è invece svolto il workshop “La storia e l’uso corretto del disco in vinile”.

Nel pomeriggio ha avuto luogo la Conferenza della Scuola del Fumetto di Palermo, durante la quale gli insegnanti presenti hanno illustrato i corsi, spiegandone l’organizzazione e l’importanza.  L’obiettivo è di fornire gli strumenti adeguati per entrare in mondo artistico che deve adattarsi al linguaggio visivo e narrativo contemporaneo, in continua evoluzione, e a una società sempre più globalizzata dalla tecnologia. Un’opportunità per chi desidera intraprendere questa strada.

A seguire, l’altro incontro molto atteso, ossia quello con il noto attore e doppiatore (e direttore di doppiaggio) Claudio Moneta, celebre voce di personaggi come la spugna di mare SpongeBob, Kakashi in Naruto, Goku in Dragon Ball Super, Barney in How I Met Your Mother, Muzan in Demon Slayer e tanti altri. Moneta ha parlato della sua “energia infinita” e della grande passione per il suo lavoro, regalando al pubblico la sensazione di dialogare dal vivo con i suoi personaggi più iconici.

Claudio Moneta. ©UniVersoMe

Mentre Moneta incontrava i fan per foto e autografi, in contemporanea si svolgeva la conferenza a cura dell’Ordine degli Architetti di Messina, è avvenuta anche la Conferenza a cura dell’Ordine degli Architetti di Messina, dove hanno spiegato l’importanza e la coesione tra il disegno di un fumetto e il progetto architettonico.

MessinaCon 2025: domenica 7 settembre

L’ultima giornata di MessinaCon si è aperta sotto un caldo e piacevole sole settembrino. La mattinata è trascorsa lentamente, mentre a Villa Dante iniziavano ad arrivare i primi cosplayer e i fan, pronti a vivere una domenica speciale che avrebbe chiuso in bellezza la decima edizione della fiera.

Il pomeriggio è stato animato dall’attesissima gara cosplay, condotta da Paynto insieme all’inossidabile Silvia Alfano, con una giuria composta da Taryn, Manu MFK e Celaena. Subito dopo, spazio al talk di Mario Sturniolo — streamer, attore e content creator — che ha raccontato il suo percorso e ha condiviso riflessioni sul futuro di Twitch e del mondo dello streaming.

Mario Sturniolo. ©UniVersoMe

Non sono mancati momenti di puro intrattenimento, grazie alla nuova esibizione della Solar Eclipse K-Pop Crew. Subito dopo il coinvolgente DJ set con le sigle più amate dei cartoni animati.

La gara cosplay ha visto trionfare:

  • 1° posto: Malenia di novareey

  • 2° posto: Il Cacciatore di giovada

A questi si sono aggiunti i premi speciali:

  • Menzione speciale “Man at Arms”: il Mandaloriano di fabio_saitta

  • Menzione speciale accuratezza: lo Spaventapasseri di mr.x_54

  • Menzione speciale fedeltà: Vaiana di cristalcosplay

  • Premio @dcphotocosplay: Malenia (novareey)

  • Miglior gruppo: Marty e Doc, interpretati da @kara_undici & Doc

  • Premio speciale sartoriale e crafting: Merida di @laura_bon_chan

 

Foto finale. ©UniVersoMe

Con la consegna dei premi e l’entusiasmo del pubblico, la giornata si è conclusa in un clima di festa e gratitudine. UniVersoMe coglie l’occasione per ringraziare il MessinaCon e l’associazione StrettoCrea per la fiducia, la collaborazione e l’accoglienza sempre calorosa, con un pensiero speciale a Peppe Mulfari, Silvia, Giando, Michelangelo, Roberto e a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno reso possibile questa edizione.

Con un arrivederci carico di emozione, MessinaCon 2025 ha salutato il suo pubblico, dando appuntamento al prossimo anno per continuare a sognare insieme.

Giorgio Maria Aloi

Gaetano Aspa

MESSINACON 2025: RITORNO AL FUTURO

Il 18 agosto, presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, sede municipale del Comune di Messina, è stato presentato ufficialmente il MessinaCon 2025, il festival annuale dedicato agli appassionati di fumetti, cosplay, videogiochi e cultura pop.

Una locandina omaggio a “Ritorno al Futuro”

La locandina di quest’anno, realizzata da Umberto Giampà e Lorenzo Berdondini, celebra i 40 anni di “Ritorno al Futuro”: un tributo alla cultura pop che ci ha cresciuti e, allo stesso tempo, uno sguardo proiettato verso il futuro della città, di cui i cittadini sono i veri protagonisti.

La conferenza stampa

Durante la conferenza stampa, presenziata da figure istituzionali di rilievo e dallo staff organizzativo (il “triumvirato” di StrettoCrea: Giuseppe Mulfari, Silvia Alfano e Roberto Laganà Vinci), il presidente Mulfari ha definito l’edizione 2025 come “l’edizione dei grandi cambiamenti”.

Infatti, per il decimo anniversario, grazie alla collaborazione tra StrettoCrea, MessinaCon, Messina Social City e il Comune di Messina, la fiera si sposterà a Villa Dante, occupando oltre 50.000 metri quadrati del polmone verde della città.

Ma le novità non finiscono qui!

 

MessinaCon 2025
Gli organizzatori del MessinaCon insieme alle autorità. © UniVersoMe

Le mostre espositive

L’edizione sarà inaugurata da due mostre gratuite dedicate all’arte, al cinema, all’architettura e alla cultura contemporanea, con l’obiettivo di valorizzare le reti sociali e culturali del territorio.

Mostra di architettura (25 agosto – 7 settembre 2025)

A cura dell’architetto Giovanni Fiamingo, con il supporto della Fondazione Architetti del Mediterraneo, dell’Ordine degli Architetti di Messina e dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, la mostra internazionale si terrà a Palazzo Zanca.
L’esposizione offrirà una “riflessione visionaria” sul presente e sul futuro dell’architettura, proseguendo poi il suo percorso con tappe alla Biennale di Venezia e in Cina.

Mostra “Ritorno al Futuro” (26 agosto – 7 settembre 2025)

In occasione del 40° anniversario del film, il Museo Accascina (Museo Regionale) ospiterà, nell’unica tappa siciliana, un’esposizione di oggetti di scena e cimeli originali, provenienti direttamente dal set di Back to the Future.

MessinaCon 2025
Inaugurazione della mostra sull’architettura contemporanea presso Palazzo Zanca. © UniVersoMe

MessinaCon 2025: ospiti e programma

Il “MessinaCon” dal 5 al 7 settembre, tra workshop, area a tema, concerti e artisti di calibro internazionale, vanterà la presenza di ospiti speciali, tra cui Danilo Bertazzi, conosciuto come il folletto Tonio Cartonio della Melevisione. Claudio Moneta, attore e voce italiana di personaggi memorabili come SpongeBob, Kakashi Hatake e Barney Stinson. Infine Mario Sturniolo, poliedrico streamer messinese di fama nazionale.

Cosplay Contest

Immancabile l’attesa gara cosplay, che avrà luogo domenica 7 settembre, presso l’arena di Villa Dante (Modulo iscrizione Cosplay Contest https://b17db598bb.clvaw-cdnwnd.com/9532995edc37b57c24367bdfdd3c120a/200000154-1f2611f263/Cosplay%20Contest%20Modulo%20Iscrizione%202025.pdf?ph=b17db598bb ).

Biglietti e info utili

I biglietti per la fiera potranno essere acquistati in prevendita online, nei MessinaCon Point (https://www.latorrenera.net/  ) o direttamente in loco, durante i giorni della manifestazione. Per i bambini sotto i 14 anni e le persone con disabilità è previsto l’accesso gratuito.

Appuntamento a settembre!

Vi aspettiamo venerdì 5 settembre alle ore 11:00 per il taglio del nastro, impazienti di vivere un fine settimana all’insegna del divertimento e della cultura geek.

 

Valeria Giorgianni

 

Programma completo in continuo aggiornamento: https://www.messinacon.it/programma/

Indiegeno Fest 2025: l’edizione della riflessione

Torna con la sua undicesima edizione l’Indiegeno Fest, il festival siciliano organizzato da Leave Music e dall’Associazione Clap con il patrocinio del Comune di Messina. Per l’occasione abbiamo raggiunto telefonicamente Alberto Quartana, direttore artistico del festival, per farci svelare qualche novità di quest’anno.

Due date, 1 e 2 agosto 2025, in due location simboliche del territorio messinese: le Grotte di Mongiove e i suggestivi paesaggi nei pressi dell’Argimusco, per un evento che si annuncia come un’edizione di passaggio, un momento di pausa creativa, riflessione e cambiamento. “Volevamo tornare a una dimensione meno itinerante – ha detto Alberto Quartana – e abbiamo deciso di tornare nel posto dove siamo partiti. L’anno scorso si era creata un po’ di dispersione, e nei festival avere un’identità di luogo è importante.”

Un festival gratuito, aperto, in ascolto

La scelta è chiara e potente: ingresso gratuito, line-up giovane e sperimentale, artisti emergenti e un’atmosfera immersiva. Indiegeno Fest 2025 non punta su nomi altisonanti, ma su talento puro, energia creativa e autenticità, offrendo al pubblico la possibilità di (ri)scoprire la musica come esperienza condivisa e trasformativa.

1 agosto – Grotte di Mongiove (Patti, ME)

La prima serata si svolgerà nel suggestivo scenario naturale delle Grotte di Mongiove, tra mare e roccia. Sul palco:
Giulia Mei, Marco Russo, Zebra TSO, Basim, Tommaso Malatesta, Richie Ritz
A seguire, l’aftershow farà ballare il pubblico con i set di DJ Cafeo e Rumble in the Jungle.

2 agosto – Parco Archeologico Guglielmo, Montalbano Elicona (ME)

La seconda data, la più iconica e rappresentativa dell’intero festival, si terrà nei pressi dell’Argimusco, luogo magico e sospeso nel tempo. Qui, al tramonto, salirà sul palco il Secret Artist, un momento di pura emozione e sorpresa. Alberto Quartana ha svelato che “è un big della musica italiana, che ha creato innovazione nella panorama italiano e che ha portato tanta contaminazione”; non ci resta che scoprirlo il 2 agosto!
Completano la line-up: Nico Arezzo, Idda, Newma, Vick, Maiogabri, Befolko, Stretto Cypher, con un aftershow firmato DJ Cafeo e Dose.

Un anno di transizione per un futuro nuovo: parla il direttore artistico Alberto Quartana

Indiegeno Fest – come si legge nella nota stampa – quest’anno si è preso una pausa dai grandi nomi per tornare a dare spazio alle emozioni. “Quest’anno stiamo facendo una versione di Indiegeno più light, diciamola così. – ci racconta Alberto – Il concept, però, è identico: creare opportunità per gli artisti emergenti di esibirsi in dei palchi insieme. I curiosi della musica, chi non bada soltanto ai nomi altisonanti, hanno sempre trovato degli artisti che poi spesso hanno continuato a seguire.”

“Il sogno è creare una comunità appassionata di musica e con la voglia di scoprire cose nuove. Vorremmo creare un villaggio esteso in cui si entra, si sta una settimana e si vive tutto il panorama musicale italiano e tutto ciò che ci sta attorno. Fare un festival non è per niente facile, anche perché l’aspetto economico non è da sottovalutare e non ci si riesce a sostenere solo con la biglietteria. Serve un aiuto concreto da parte delle istituzioni e degli sponsor: se manca questo, tutto il resto viene meno. Forse dobbiamo abituare di più la gente al concetto di festival, ma questa è una questione italiana più che soltanto siciliana. Tuttavia questo sta cambiando, anche grazie a quello che abbiamo fatto noi, YpsigRock, Mish Mash, e tanti altri.”

In un’epoca in cui tutto corre e si consuma in fretta, Indiegeno Fest 2025 sceglie di rallentare, ascoltare e seminare. Non è solo un festival, ma un atto culturale e umano, un invito alla scoperta e all’autenticità.

Gaetano Aspa e Giulia Cavallaro