Indiegeno Fest 2025: l’edizione della riflessione

Torna con la sua undicesima edizione l’Indiegeno Fest, il festival siciliano organizzato da Leave Music e dall’Associazione Clap con il patrocinio del Comune di Messina. Per l’occasione abbiamo raggiunto telefonicamente Alberto Quartana, direttore artistico del festival, per farci svelare qualche novità di quest’anno.

Due date, 1 e 2 agosto 2025, in due location simboliche del territorio messinese: le Grotte di Mongiove e i suggestivi paesaggi nei pressi dell’Argimusco, per un evento che si annuncia come un’edizione di passaggio, un momento di pausa creativa, riflessione e cambiamento. “Volevamo tornare a una dimensione meno itinerante – ha detto Alberto Quartana – e abbiamo deciso di tornare nel posto dove siamo partiti. L’anno scorso si era creata un po’ di dispersione, e nei festival avere un’identità di luogo è importante.”

Un festival gratuito, aperto, in ascolto

La scelta è chiara e potente: ingresso gratuito, line-up giovane e sperimentale, artisti emergenti e un’atmosfera immersiva. Indiegeno Fest 2025 non punta su nomi altisonanti, ma su talento puro, energia creativa e autenticità, offrendo al pubblico la possibilità di (ri)scoprire la musica come esperienza condivisa e trasformativa.

1 agosto – Grotte di Mongiove (Patti, ME)

La prima serata si svolgerà nel suggestivo scenario naturale delle Grotte di Mongiove, tra mare e roccia. Sul palco:
Giulia Mei, Marco Russo, Zebra TSO, Basim, Tommaso Malatesta, Richie Ritz
A seguire, l’aftershow farà ballare il pubblico con i set di DJ Cafeo e Rumble in the Jungle.

2 agosto – Parco Archeologico Guglielmo, Montalbano Elicona (ME)

La seconda data, la più iconica e rappresentativa dell’intero festival, si terrà nei pressi dell’Argimusco, luogo magico e sospeso nel tempo. Qui, al tramonto, salirà sul palco il Secret Artist, un momento di pura emozione e sorpresa. Alberto Quartana ha svelato che “è un big della musica italiana, che ha creato innovazione nella panorama italiano e che ha portato tanta contaminazione”; non ci resta che scoprirlo il 2 agosto!
Completano la line-up: Nico Arezzo, Idda, Newma, Vick, Maiogabri, Befolko, Stretto Cypher, con un aftershow firmato DJ Cafeo e Dose.

Un anno di transizione per un futuro nuovo: parla il direttore artistico Alberto Quartana

Indiegeno Fest – come si legge nella nota stampa – quest’anno si è preso una pausa dai grandi nomi per tornare a dare spazio alle emozioni. “Quest’anno stiamo facendo una versione di Indiegeno più light, diciamola così. – ci racconta Alberto – Il concept, però, è identico: creare opportunità per gli artisti emergenti di esibirsi in dei palchi insieme. I curiosi della musica, chi non bada soltanto ai nomi altisonanti, hanno sempre trovato degli artisti che poi spesso hanno continuato a seguire.”

“Il sogno è creare una comunità appassionata di musica e con la voglia di scoprire cose nuove. Vorremmo creare un villaggio esteso in cui si entra, si sta una settimana e si vive tutto il panorama musicale italiano e tutto ciò che ci sta attorno. Fare un festival non è per niente facile, anche perché l’aspetto economico non è da sottovalutare e non ci si riesce a sostenere solo con la biglietteria. Serve un aiuto concreto da parte delle istituzioni e degli sponsor: se manca questo, tutto il resto viene meno. Forse dobbiamo abituare di più la gente al concetto di festival, ma questa è una questione italiana più che soltanto siciliana. Tuttavia questo sta cambiando, anche grazie a quello che abbiamo fatto noi, YpsigRock, Mish Mash, e tanti altri.”

In un’epoca in cui tutto corre e si consuma in fretta, Indiegeno Fest 2025 sceglie di rallentare, ascoltare e seminare. Non è solo un festival, ma un atto culturale e umano, un invito alla scoperta e all’autenticità.

Gaetano Aspa e Giulia Cavallaro

 

Pelorias Sea Sound: la leggenda che suona ancora a Capo Peloro

Nel punto più orientale della Sicilia, dove il mare si restringe come una ferita sottile tra due terre, c’è un luogo che ha la forza di un archetipo: Capo Peloro. È una soglia, un confine, ma anche un inizio. Da secoli è stato teatro di partenze, di naufragi, di ritorni, di visioni. Ma ancora prima di essere uno spazio geografico, Capo Peloro è un luogo del mito. E come ogni mito, ha il volto di una dea.

Il suo nome era Pelorias.

La leggenda

Pelorias è una figura avvolta nel mistero. Il suo nome deriva dal greco “pelorios”, che significa “immensa”, “mostruosa” nel senso arcaico del termine: non qualcosa di orrendo, ma qualcosa che supera ogni misura, ogni comprensione. Secondo alcune versioni del mito, Pelorias era una creatura marina, una divinità antica che abitava le acque dello Stretto di Messina. Proteggeva le rotte, confondeva i venti, osservava i viaggiatori.

Ma c’è una leggenda ancora più antica che la vuole dea del suono. Si dice che Pelorias raccogliesse i suoni del mondo: i lamenti del mare, i sussurri del vento, i canti dei naviganti, e li custodisse tra le rocce del capo. Di notte, quando tutto taceva, li restituiva al mondo sotto forma di echi, vibrazioni, sussurri ancestrali. Era una sorta di archivio vivente dell’emozione umana, della memoria acustica della Sicilia.

Per altri, era la personificazione stessa del promontorio, Capo Peloro porterebbe infatti il suo nome. Una dea fusa con la terra, con la pietra, con il sale. Una presenza femminile, materna e primordiale, capace di custodire ma anche di pretendere rispetto.

In un Sud in cui le divinità si sono spesso confuse con i paesaggi, Pelorias è diventata simbolo di quel Sud che osserva e accoglie, che respira silenzioso ma eterno. Un Sud che non ha bisogno di gridare per esistere.

Capo Peloro tra mito e geografia

Capo Peloro è il punto più a nord-est della Sicilia. Le sue acque sono tra le più agitate e spettacolari del Mediterraneo. I due mari che lo lambiscono, lo Ionio e il Tirreno, si scontrano con violenza in una danza continua di correnti e riflessi.

Qui le leggende si fanno materia: si racconta che Ulisse, nel suo viaggio, passò dallo Stretto sfuggendo a Scilla e Cariddi. Virgilio lo cita, i Greci lo temevano, i Romani lo adoravano. Ogni popolo che abbia solcato questo tratto di mare ha lasciato qualcosa.

Il faro, i piloni, i villaggi di pescatori, le torri di avvistamento, tutto parla di un Sud che è stato punto strategico, nodo di traffici, soglia di culture. Ma anche rifugio per chi cerca la bellezza e la quiete.

E proprio qui, su questa terra intrisa di storia e leggenda, nasce una nuova forma di rito: il Pelorias Sea Sound.

Pelorias Sea Sound

Il Pelorias Sea Sound non è solo un festival. È un rito contemporaneo, un richiamo ancestrale mascherato da musica elettronica.

Quest’estate, artisti, dj e performer si danno appuntamento a Capo Peloro per dar vita a un evento che mescola suono, paesaggio e memoria. La spiaggia si trasforma in un altare. Le casse diventano tamburi tribali.

La scelta del nome non è casuale: Pelorias è la forza evocativa che unisce passato e presente. E il “Sea Sound” è proprio questo: il suono del mare, il suono della memoria, il battito di una Sicilia che vuole raccontarsi senza folklore, ma con verità e visione.

In questo spazio, la musica non intrattiene: trasforma. Accende ricordi, risveglia appartenenze. Diventa atto poetico, politico, identitario.

(Per acquistare i biglietti clicca qui)

 

Una Sicilia che ritorna

C’è qualcosa di sacro nei ritorni. In un tempo in cui molti giovani lasciano la Sicilia per cercare altrove un futuro, eventi come il Pelorias Sea Sound non sono semplici momenti ricreativi. Sono atti di resistenza culturale.

Ritornare a Capo Peloro, ascoltare musica sotto le stelle, dentro un luogo che ha visto passare miti e migrazioni, significa riappropriarsi del tempo e dello spazio. Significa guardare la propria terra non solo come origine, ma come destinazione.

Pelorias, dea silenziosa e infinita, continua a vegliare. Non più solo sulle rotte dei marinai, ma su quelle interiori di chi cerca un senso, una casa, una vibrazione che lo riporti a se stesso.

E forse è proprio questo il cuore del festival, ricordarci che il mare non divide. Il mare unisce. E che ogni mito è ancora vivo, se lo sappiamo ascoltare. Magari a occhi chiusi, mentre un beat vibra sotto la pelle e una voce antica ci sussurra che siamo tornati dove tutto è cominciato.

 

Gaetano Aspa

 

Qui per rimanere aggiornato su tutte le info: https://www.instagram.com/peloriasseasoundfestival?utm_source=ig_web_button_share_sheet&igsh=ZDNlZDc0MzIxNw==

Marracash sbarca a Messina con “Marra Stadi 2025”: Tutte le info su viabilità, parcheggi e divieti

Cresce l’attesa per l’unica tappa siciliana del tour MARRA STADI 2025. Marracash si esibirà domani, sabato 5 luglio, allo Stadio Franco Scoglio di Messina. L’evento, attesissimo dai fan dell’Isola, è organizzato da Friends and Partners e realizzato da Puntoeacapo in collaborazione con il Comune di Messina.

Per garantire la sicurezza e una gestione ordinata dei flussi veicolari e pedonali, il Comune ha predisposto un piano straordinario di viabilità, parcheggi e servizi navetta. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Modifiche alla viabilità

Dalle ore 8:00 di sabato 5 luglio fino alle ore 03:00 di domenica 6, saranno in vigore diversi divieti di transito e sosta nelle aree limitrofe allo stadio. Particolarmente interessate:

  • Via degli Agrumi (accesso Palasport San Filippo): divieto di sosta già dalle 17:00 di venerdì 4 e divieto di transito da sabato mattina.

  • Bretella dello svincolo San Filippo (via Nicolò Carosio): accesso interdetto dalle 11:00 di sabato, tranne che per veicoli autorizzati, mezzi di emergenza, taxi e disabili muniti di contrassegno.

  • Strada comunale San Filippo superiore – C.da Baglio: chiusa al traffico e con sosta vietata per garantire il deflusso ordinato.

  • Divieto assoluto di circolazione per i veicoli oltre le 3,5 tonnellate tra le 14:00 del 5 luglio e le 03:00 del 6, lungo le vie La Farina, Bonino, Taormina, Adolfo Celi, G. La Pira.

 

Navette e trasporto pubblico

ATM Messina ha predisposto un servizio di bus navetta gratuito dai principali parcheggi cittadini (ZIR, Villa Dante, Zaera, Cavalcavia FS, Cavallotti, Annunziata Ovest/Est) fino allo stadio.

Le fermate per lo sbarco dei passeggeri saranno in via Sacra Famiglia, mentre il reimbarco post-concerto avverrà da via Adolfo Celi (lato valle).

Parcheggi e accessi

Tre le aree di parcheggio principali per il pubblico: area rossa, verde e gialla, accessibili solo con tagliando acquistato in anticipo o entro le ore 17:00 di sabato. Presidi di Polizia municipale e dello staff organizzeranno il flusso dei veicoli.

Per i motocicli e ciclomotori è prevista un’apposita area blu accanto al Palasport, con accesso regolato.

Taxi

Un’area dedicata ai taxi sarà attiva nello slargo della bretella via Nicolò Carosio, in corrispondenza del sottopasso verso l’area rossa. I taxi potranno accedere sia da via Adolfo Celi che dalla tangenziale.

Divieti speciali

Un’apposita ordinanza del sindaco Federico Basile vieta:

  • La vendita di alcolici oltre il 5%, e di bevande in vetro o lattine, anche portate da casa. Consentiti solo contenitori in plastica o carta.

  • L’uso di spray al peperoncino nel raggio di 500 metri dallo stadio.

  • Il bagarinaggio entro un raggio di 3 km.

  • Il commercio ambulante non autorizzato attorno allo stadio e lungo la bretella dello svincolo.

Raccomandazioni finali

Si invitano i partecipanti a raggiungere lo stadio con largo anticipo e a preferire i mezzi pubblici o le navette per evitare ingorghi. L’accesso sarà controllato, e tutte le misure sono pensate per garantire un’esperienza sicura e indimenticabile.

Gaetano Aspa

A Messina torna la passione nerd: arriva “NerDays Zero” al Centro Commerciale Maregrosso

Dopo il successo dell’edizione invernale, Messina si prepara ad accogliere una nuova ondata di cultura pop con “NerDays Zero”, in programma sabato 12 e domenica 13 luglio presso il Centro Commerciale Maregrosso. L’evento, a ingresso gratuito, è organizzato da The King and Queen Cosplay in collaborazione con EccoTech, e rappresenta un vero e proprio punto d’incontro per appassionati di fumetti, giochi di carte, action figure, artigianato fantasy e, naturalmente, cosplay.

Questa “versione zero” del NerDays nasce come una ripartenza: un’edizione estiva che rilancia la manifestazione dopo il banco di prova della tre giorni di gennaio e si propone come un’anticipazione della futura seconda edizione.

«Il successo dell’evento di gennaio ci ha portato a voler rinnovare l’evento ed organizzarlo in una cornice estiva» – spiega Giuseppe Ferrara, tra gli organizzatori. «Questa versione ‘zero’ rappresenta un nuovo inizio per la manifestazione. Ringraziamo in particolar modo StrettoCrea e il Messinacon per l’appoggio e l’entusiasmo: sono diventati i nostri sponsor ufficiali. È importante che le varie realtà di Messina lavorino in armonia».

Il programma è fitto di appuntamenti per nerd di tutte le età. Previsti tornei di giochi di carte come One Piece, Yu-Gi-Oh! e Magic: The Gathering, accanto a stand di collezionismo e artigianato a tema fantasy e pop culture. Ma l’appuntamento clou sarà la lotteria finale di domenica 13, che metterà in palio una Nintendo Switch 2 e un abbonamento per il Messinacon 2025, in programma dal 5 al 7 settembre a Villa Dante.

Tra competizioni, incontri e passione condivisa, NerDays Zero si candida a essere un appuntamento imperdibile per la community nerd della città, in attesa di un’edizione ancora più grande in arrivo nei prossimi mesi.

Gaetano Aspa

Marracash e l’incomunicabilità: l’Uomo, la Società e il Vuoto Contemporaneo

L’arte, quando è profonda, si manifesta come una riflessione sul tempo in cui nasce e sulle tensioni che lo attraversano. Negli ultimi tre album di Marracash (Persona, Noi, loro, gli altri ed È finita la pace), il rapper milanese ha costruito un percorso concettuale che non è solo autobiografico, ma si allarga a una visione esistenziale e politica della società contemporanea. Questo trittico musicale, nelle sue tematiche e nella sua costruzione narrativa, trova una corrispondenza sorprendente con la Trilogia dell’Incomunicabilità di Michelangelo Antonioni (L’avventura, La notte, L’eclisse), ma anche con film come Persona di Ingmar Bergman.

Persona: la frattura dell’io

L’album Persona (2019) è un’opera-manifesto, in cui Marracash scompone il proprio io come fosse un personaggio pirandelliano o un uomo immerso in un dramma esistenziale alla Bergman. Il titolo stesso rimanda al concetto di persona come maschera, un tema centrale nel cinema di Bergman, e in particolare nel suo film Persona (1966), dove il confine tra sé e l’altro si sfalda fino a diventare indistinguibile.

Non sono come te. Non mi sento come te. Sono Suor Alma, sono qui solo per aiutarti. Non sono Elisabet Vogler. Tu sei Elisabet Vogler.

In Persona, Marracash affronta questa crisi attraverso i titoli delle canzoni, che rimandano a parti del corpo, quasi a suggerire un tentativo di ricomporre un’identità fratturata. Il racconto si fa profondamente intimo: si parla di successo, depressione, amore tossico e della percezione pubblica di sé.

Non so se è amore o manipolazione
Desiderio od ossessione
Se pigrizia o depressione
Che finisca per favore, che esaurisca la ragione

Il parallelismo calza a pennello con il film di Bergman, dove la protagonista, un’attrice che smette improvvisamente di parlare, si sdoppia nella sua infermiera, fino a fondersi con lei. Allo stesso modo, Marracash esplora la sua identità artistica e umana, smascherando le contraddizioni tra ciò che è davvero e l’immagine che gli altri hanno di lui. Il risultato è un’opera che riflette sul tema dell’identità personale nel mondo dello spettacolo e oltre.

Noi, loro, gli altri: il senso di estraneità

Il secondo capitolo, Noi, loro, gli altri (2021), sposta il focus dall’individuo alla società, dalla dimensione personale a quella collettiva. Marracash ragiona su come la realtà esterna influenzi l’identità, analizzando il divario tra noi (chi sente di appartenere a una comunità), loro (l’élite o il potere) e gli altri (gli emarginati, gli esclusi).

Questo discorso trova un parallelo perfetto con la Trilogia dell’Incomunicabilità di Antonioni, in particolare con L’eclisse (1962), film che mostra il progressivo svuotamento emotivo dei personaggi, incapaci di trovare un senso nel mondo moderno.

Così come nel film, anche nell’album di Marracash domina un senso di disillusione: il successo e il potere non colmano il vuoto, mentre la società è sempre più frammentata.

Volevo davvero questo? Tutta la vita che ci penso (Dubbi)

Nel brano Dubbi, ad esempio, si avverte l’angoscia di una realtà in cui le divisioni sociali ed economiche rendono impossibile la comunicazione tra le classi, esattamente come i personaggi di Antonioni che, pur parlando, non riescono davvero a comprendersi.

Chissà perché si fanno tante domande? Io credo che non bisogna conoscersi per volersi bene. E poi, forse, non bisogna volersi bene.

Il finale di L’eclisse, con la dissolvenza su strade deserte e lampioni che si accendono, suggerisce un mondo privo di significato, e lo stesso si può dire per l’album di Marracash, che lascia più domande che risposte.

È finita la pace: il collasso dell’illusione

Con È finita la pace (2024), Marracash completa il percorso spostando il focus sul presente: la pace interiore e sociale è ormai perduta. L’album non parla più solo della crisi dell’individuo (Persona) o delle strutture che lo circondano (Noi, loro, gli altri), ma dell’impossibilità di ristabilire un equilibrio. Il titolo stesso suggerisce un punto di non ritorno, un’irreversibilità della crisi.

In questa fase, il parallelo cinematografico potrebbe essere con La notte (1961) di Antonioni, dove il rapporto tra i protagonisti (una coppia in crisi) riflette un malessere esistenziale più ampio.

Se stasera ho voglia di morire, è perché non ti amo più. Sono disperata per questo. Vorrei essere già vecchia per averti dedicato tutta la mia vita. Vorrei non esistere più, perché non posso più amarti.

Anche Marracash affronta il tema della fine delle illusioni: le relazioni affettive sono logorate, il sistema è irrecuperabile, il tempo non porta redenzione.

Escono di casa uno straccio, senza neanche un abbraccio, con il cuore d’intralcio quelli come me.

Un altro parallelo interessante è con Salò o le 120 giornate di Sodoma di Pasolini (1975), in cui il potere e la violenza diventano l’unica legge. È finita la pace sembra suggerire che la realtà attuale, tra guerre, disuguaglianze e alienazione, è diventata un luogo in cui non si può più trovare una via d’uscita.

Marracash

Marra Stadi 25: Messina attende il King del Rap

È l’artista delle sfide, dei record e delle ambizioni sempre più alte. Marracash non smette mai di superarsi, conquistando pubblico e critica con ogni nuovo traguardo. Dopo aver vinto la Targa Tenco e creato un festival unico per il rap italiano, è pronto a scrivere un’altra pagina di storia: con MARRA STADI 2025, sarà il primo rapper a portare un intero tour nei grandi stadi italiani.

Anche la Sicilia sarà protagonista di questo evento straordinario. Il 5 luglio 2025, Messina accoglierà la tappa imperdibile del tour allo Stadio San Filippo – Franco Scoglio, pronta a trasformarsi in un’arena di pura energia.

L’evento è organizzato da Puntoeacapo, in collaborazione con il Comune di Messina, sotto la guida del Sindaco Federico Basile, e l’Assessorato agli Spettacoli e Grandi Eventi Cittadini, rappresentato da Massimo Finocchiaro.

Gaetano Aspa

Confini

Cosa sono i confini?

Questa domanda mi è balenata più volte nella mente, nell’ultima settimana.

Conosco la risposta, o, almeno, ho sempre creduto di saperla.

Prima di questo Taobuk, infatti, li immaginavo come limiti, solidi e invalicabili. Per una persona come me, poi, decisa e irremovibile per quanto riguarda gli spazi personali, avevano anche un ché di sacrosanto.

Non è un concetto del tutto sbagliato. È un bene trovare la propria dimensione e stabilire dei paletti – morali – oltre cui non far spingere chi ci circonda. Ma finisce di esserlo nel momento in cui i confini si fanno muri, più che porte.

Le porte si possono aprire, chiudere e accostare. E presuppongono una volontà: quella di oltrepassarle.

I muri, invece, ci ingabbiano e isolano, impedendoci di vedere aldilà della loro altezza.

Territoriali, ideologici, sociali, psicologici… I confini sono un prodotto umano, intangibili e temporanei.

Qualunque sia la loro natura, questa quindicesima edizione del Taobuk ci ha insegnato quanto sia necessario varcarli.

In modo da conoscere. Gli altri, il mondo e, soprattutto, noi stessi.

Solitudine

Peter CameronFonte: UVM © Taobuk 2025
Peter Cameron
Fonte: UVM © Taobuk 2025

«Molto spesso, il concetto di solitudine viene confuso con il sentirsi soli. Devo dirvi, io amo molto la solitudine e trascorrere del tempo da solo. Ma mi ci sento davvero quando sono in mezzo alle persone»

così ha esordito Peter Cameron, autore di “Un giorno tutto questo dolore ti sarà utile”, durante il suo intervento del 21 giugno, “La letteratura luogo di empatia”.

Tale constatazione ha acceso un interruttore dentro il mio petto. Ho annuito alle sue parole, più che concorde. Vi sfido ad affermare di non aver provato lo stesso almeno una volta nella vostra vita.

Nel mio caso, temo che quella sensazione, più che solitudine, fosse riconducibile alla paura di vedermi ignorata, e quindi di essere incompresa e rifiutata.

Ricordo bene il silenzio che pareva circondarmi in quelle situazioni, e il rombo assordante del mio cuore che andava a riempirlo. Sembrava che mi fosse stato consegnato uno spartito diverso rispetto a quello degli altri, e che, suonandolo, avessi fatto una grande gaffe.

La solitudine, però, non è il mostro incombente dell’insicurezza, né, tantomeno, la mancanza di reciprocità. E come Peter, anche io l’ho amata e continuo a farlo.

C’è del positivo nel suo vuoto, nell’assenza di corrispondenze, quasi fosse uno spazio bianco che può essere colmato, in cui far proliferare a ruota libera i propri pensieri.

In questo senso, la solitudine dovrebbe essere accolta, perché è in essa che accogliamo proprio noi stessi, permettendoci di riflettere e ascoltare il nostro flusso.

Il confine fra solitudine e sentirsi soli, per me, risiede qui: nella natura di quel silenzio.

Luce

Susanna TamaroFonte: UVM © Taobuk 2025
Susanna Tamaro
Fonte: UVM © Taobuk 2025

«L’umanità aspira a riconciliare il mondo: attraverso la scrittura»

Questo quanto è stato detto da Susanna Tamaro, una delle autrici più emblematiche del panorama letterario contemporaneo.

Secondo la sua visione, la scrittura abbatterebbe i confini in quanto porta l’uomo nella profondità del suo cuore. Un cuore metà luce, metà ombra.

È il valore salvifico della parola a impedire che l’oscurità umana – che esiste e non può essere negata – prevalga.

Conosciamo benissimo il ruolo che i libri, come veicoli di principi, hanno rivestito nella nostra storia. Non è un caso, infatti, che più volte, in passato, siano stati condannati, banditi e distrutti. Sono uno strumento potente, un ponte fra le civiltà. Garantiscono una conoscenza plurale che consente di rimuovere i filtri precostituiti che abbiamo assimilato e che ci sono stati imposti, per poter così vedere il mondo in maniera più chiara, critica. Nella sua vera – o quantomeno, verosimile – essenza.

La letteratura, quindi, non solo illumina, ma è generatrice di libertà.

Ne è conferma l’esperienza di un ragazzo iracheno, che la scrittrice ha portato alla nostra attenzione.

Letti nel mercato di Bagdad, sono stati proprio i libri di Susanna a ispirare la sua fuga, e a donargli la forza di abbandonare una terra buia per approdare in prospettive di vita migliori.

Odio

Massimo RecalcatiFonte: UVM © Taobuk 2025
Massimo Recalcati
Fonte: UVM © Taobuk 2025

«L’odio è sempre una negazione del dialogo, o può essere, talvolta, un appello estremo a essere visti, ascoltati e riconosciuti? Esiste una funzione utile e trasformativa dell’odio?»

È stata la domanda che ho posto a Massimo Recalcati, durante la nostra intervista.

Sebbene la sua risposta («L’odio è una spinta ad annientare l’altro. Non c’è mai un punto di appagamento in esso») abbia le sue più che assodate e lecite motivazioni, mi sento, almeno in parte, di non condividerla.

D’altronde, come scriveva Jung:

«Tutto ciò che ci irrita negli altri, può portarci a capire noi stessi».

E se il conflitto che proiettiamo all’esterno non è altro che interiore, mi chiedo se, allora, veramente non ci sia in esso del positivo.

L’odio non è mai la giusta strada percorribile, ma fermarsi a ricercarne le origini potrebbe essere un punto di partenza da cui cominciare a guardarci dentro e, magari, risolverci.

Vuoto

Amélie NothombFonte: UVM © Taobuk 2025
Amélie Nothomb
Fonte: UVM © Taobuk 2025

«La bellezza si nutre di mancanza»

ha sostenuto Amélie Nothomb, quando, il 22 giugno, ha incontrato il suo pubblico nell’evento “Dove i confini si dissolvono e il significato emerge”.

La nota scrittrice belga faceva riferimento all’ambito artistico e, nello specifico, a quello europeo. Un’arte che, in contrapposizione all’estetica orientale, risulta essere satura, ricca di elementi.

Una complessità che celerebbe una intrinseca paura: quella del vuoto.

Così come nell’arte, anche nella vita di tutti i giorni ci riempiremmo di impegni frenetici e irrinunciabili, perché timorosi di uno sprazzo libero che, se improficuo, non avrebbe alcun valore.

In un mondo in corsa, dove tutto è calcolabile, razionale, temporalizzabile e orientato al guadagno, dovremmo arrestarci e riconciliarci con la lentezza, una vacuità che, seppur tale, potrebbe solo giovare.

Benessere

Vittoria LombardoFonte: UVM © Taobuk 2025, Confini
Vittoria Lombardo
Fonte: UVM © Taobuk 2025

Anche nel male c’è una punta di bene. E, talvolta, è vitale riuscire a rintracciarlo.

Quando soffri di una patologia aggressiva e potenzialmente invalidante o mortale, è difficile rimanere ottimisti. Come si potrebbe, concretamente, esserlo?

In soccorso, in tali situazioni, giunge Victoria’s cells, un progetto che coniuga arte e scienza per fornire a chi è in difficoltà una nuova prospettiva da cui guardare la malattia.

«Un metodo per veicolare il benessere, inteso come, soprattutto, studio del bello»

ha spiegato la sua creatrice, Vittoria Lombardo, nel dialogo “Oltre i confini del visibile”.

«Attraverso analogie evocative tra il mondo cellulare e la realtà», si legge sul suo sito, i pazienti verrebbero condotti in un percorso che, non solo punta alla conoscenza circa gli aspetti clinici della propria condizione, ma anche alla sua accettazione.

 

Conferenza Taormina-Messina: 70 anni di Europa Comunitaria

Si sono aperte con una partecipazione internazionale di alto profilo le Celebrazioni per il settantesimo anniversario della Conferenza di Messina e Taormina, snodo storico da cui prese avvio nel 1955 il processo d’integrazione europea. Promossa dalla Regione Siciliana in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la Fondazione Taormina Arte Sicilia, i Comuni di Messina e Taormina, e con il supporto della Commissione Europea e l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo, l’iniziativa si inserisce nel contesto della XV edizione di Taobuk.

Una memoria volta al futuro

La giornata inaugurale, il 18 giugno, si è svolta a Palazzo Zanca a Messina, sede originaria della Conferenza del 1955. A Messina, la presenza dei Ministri degli Esteri dei Paesi firmatari del Rapporto conclusivo del ‘55 (Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo), dei rappresentanti del Trio di presidenza UE e delle autorità locali ha restituito l’immagine viva di un’Europa che, pur confrontandosi con nuove sfide globali, continua a cercare coesione e dialogo. L’apertura ufficiale delle Celebrazioni è stata scandita dagli interventi istituzionali, tra cui quello del Vicepremier e Ministro degli Esteri Antonio Tajani, del Ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski, Presidente di turno del Consiglio UE, e della Presidente di Taobuk Antonella Ferrara.

Conferenza
© Marco Castiglia

Tajani: “Sovranismo nazionale non è la risposta”

Nel suo intervento, il ministro Tajani ha ribadito il valore dell’unità europea nel contesto delle sfide contemporanee:

“Sono un sovranista dell’Europa. Se pensiamo di stare da soli, siamo destinati a essere marginalizzati. Nessun Paese europeo, da solo, ha la forza di affrontare India, USA, Cina. L’unica possibilità per tutelare i nostri interessi è unirli a quelli degli altri Stati europei. Chi pensa di rilanciare il sovranismo nazionale in un’epoca globalizzata sbaglia strada”.

Sikorski: “Riforma interna ed allargamento devono procedere insieme”

Il 19 giugno, nella seconda giornata dei lavori, si è tenuta a Taormina la sessione ministeriale a porte chiuse che ha condotto alla firma di una Dichiarazione congiunta sul futuro dell’Europa. Nel documento si afferma:

“un’Europa unificata, democratica, sovrana e prospera rimane il nostro futuro comune”.

I rappresentanti degli Stati membri, candidati e potenziali candidati hanno convenuto che le riforme interne dell’UE debbano procedere in parallelo, ribadendo così l’allargamento come una priorità geopolitica e un investimento strategico per la sicurezza e la prosperità continentale.

Dibattiti e riflessioni: un laboratorio di idee per l’Europa di domani

Nel pomeriggio, Palazzo Corvaja ha ospitato un’intensa serie di panel tematici, trasformandosi in una vera e propria agorà del pensiero politico e culturale europeo. Tra i momenti più significativi: il panel “L’Europa nel Mediterraneo allargato: tra Mare Nostrum e Mare Omnium”, con Salvatore De Meo, Marco Minniti, Maurizio Molinari e Stefano Sannino, e la tavola rotonda “Una difesa per l’Europa o l’Europa indifesa?”, con protagonisti del mondo politico, militare e accademico, tra cui Luigi Gianniti, Stefano Pontecorvo, Sylvie Goulard e Vincenzo Camporini.

Ha suscitato grande interesse il dialogo tra il Ministro Sikorski e il Direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, moderato da Paolo Valentino, incentrato sul ruolo geopolitico dell’Unione nel contesto dei nuovi conflitti e delle tensioni globali.

© Marco Castiglia

Cultura, identità e responsabilità condivisa

“La cultura è fondamento dell’identità europea”, ha affermato Antonella Ferrara.

“In un tempo segnato da crisi e disgregazioni, il pensiero critico e il dialogo sono la vera risorsa strategica per l’Europa che verrà”.

Della stessa linea anche Sergio Bonomo, Commissario straordinario della Fondazione Taormina Arte Sicilia. Il commissario ha ricordato come la visione del messinese Gaetano Martino – promotore della Conferenza del ‘55 – abbia acceso il sogno europeo:

“Oggi più che mai tocca a noi cittadini europei rinnovarlo ogni giorno, con coraggio e responsabilità”.

Quindi, settant’anni dopo quella svolta storica, Messina e Taormina tornano al centro del dibattito sul destino dell’Europa. Le Celebrazioni sono state terreno fertile per una riflessione condivisa sul futuro dell’Unione. Tra la memoria di un progetto nato dalla volontà di cooperazione e la consapevolezza delle sfide contemporanee, emerge una convinzione,  l’Europa non è un’entità da difendere, ma un’idea da realizzare. Insieme.

Gaetano Aspa

Aspettando Taobuk 2025: Confini

Come ogni anno, Taormina si prepara ad ospitare il TaoBuk (Taormina International Book Festival), arrivato alla sua XV edizione. Dal 18 al 23 giugno, i suggestivi spazi della città faranno da cornice a un ricco programma di eventi, che vedrà alternarsi numerosissimi ospiti tra scrittori, artisti, attori e protagonisti dell’attuale panorama culturale nazionale e internazionale.

Il tema

Nel corso degli anni, il Taobuk ha sempre svolto il ruolo di portavoce di argomenti cruciali che incidono profondamente sulla nostra società, declinandoli in varie aree tematiche ed incentivando il confronto.

La XV edizione del festival si incentra su un tema attuale e trasversale: “Confini”.

Una riflessione sull’etimologia della parola Confine (Cum-Finis), suggerisce un’implicazione che costituisce la base del vasto tema: il confine non è solo ciò che divide, ma anche ciò che unisce.

Articolato in sette aree tematiche, dunque, il festival intende svolgere un’ analisi approfondita ed interdisciplinare sulla complessità del concetto di confine, inteso non solamente come barriera fisica o geografica, quanto più come confine interiore, culturale, identitario.

La prima direttrice tematica del festival prende avvio proprio da “Cum-Finis”.

Limes è Limite”: contrariamente, indica il confine come chiusura.

Il festival celebra Calvino e il suo Metodo con l’area tematica “La relazione tra Umanesimo e Tecnologia, nel segno di Calvino”, in collaborazione con l’Università degli Studi di Messina.

In assenza di gravità: oltre i confini, l’infinito” offre una riflessione attraverso la filosofia, la psicanalisi e la spiritualità.

Sulla soglia: l’Universale oltre il tempo attraverso le arti” affronta il ruolo dell’arte nel superamento dei confini.

Transiti” esplora il presente tra umanità e natura.

Infine, “Sconfinamenti” si occupa dei nuovi “confini” per la giustizia nazionale ed internazionale, delle nuove sfide del contesto digitale e di riflessioni sul Femminile.

Il programma

Numerosissime sono le attività organizzate durante le giornate del festival e dislocate nelle splendide location della città di Taormina.

Il calendario varia tra dibattiti, presentazioni, mostre e prevede oltre duecento ospiti nazionali ed internazionali. Tra gli eventi e gli ospiti più attesi:

19 giugno

  • Generazione Ribelle”, dove si rompono i confini di bellezza. Con l’intervento di artisti, esperti ed attivisti, il dibattito sarà incentrato sulla figura femminile e sui confini della società sulla bellezza.
  • Le lezioni americane e i confini tra umanità e tecnologia. Leggerezza”, in omaggio di Italo Calvino, esplora il ruolo della scrittura nel contesto di sviluppo tecnologico.
  • I molteplici strati della narrazione”, conversazione con Emanuele Trevi.

20 giugno

  • L’arte è libertà. Oltre confini e divisioni”, dialogo con il celebre artista ed attivista Ai Weiwei sul ruolo dell’arte per abbattere i confini.
  • Scrivere per frantumare i confini”, con la scrittrice Zadie Smith.
  • Conferimento del Premio Strega per la Saggistica, prima edizione, con ospite Anne Applebaum, vincitrice del Premio Strega Saggistica Internazionale.

21 giugno

  • La letteratura luogo di empatia”, con Peter Cameron, vincitore del Taobuk Award for Literary Excellence.
  • Riconciliare il mondo”, con la scrittrice italiana di rilievo internazionale Susanna Tamaro.
  • Attesissima la Serata di Gala e la cerimonia di consegna dei Taobuk Award.

22 giugno

  • Dove i confini si dissolvono e il significato emerge”, dialogo con la scrittrice Amélie Nothomb.
  • Cinema, attivismo e visione sociale”, incontro con Whoopi Goldberd, premio Oscar e icona del cinema e della televisione, nota per il suo impegno nella difesa dei diritti civili.
  • Il cinema tra visione e narrazione”, conversazione con il regista premio Oscar Gabriele Salvadores, sulla capacità del cinema di attraversare i confini.

23 giugno

  • Conferimento del Premio Wilhelm Von Gloeden.
  • Visioni in scena: il metodo Livermore”, in cui il noto regista teatrale e operistico italiano Davide Livermore presenta il suo metodo di direzione scenica.
  • Illuminiamo il futuro”, che assegnerà il Premio Save The Children e proietterà il documentario “Fuori dai margini”.

Conferenza di Messina e Taormina

In occasione del Settantesimo anniversario della Conferenza di Messina e Taormina, le prime tre giornate del festival ospiteranno le celebrazioni. L’evento non intende solo commemorare un momento storico, ma rilanciare i valori europeisti della Conferenza. Per tale motivo, sono stati invitati i rappresentanti delle Istituzioni europee e i Ministri degli Esteri degli Stati membri dell’Unione Europea, dei Paesi candidati e potenziali candidati.

  • Per il 18 giugno sono previsti: incontro inaugurale, cerimonia ufficiale e inaugurazione di una mostra con materiali d’archivio, fotografie e documenti. Seguono, in serata, l’evento di gala e il Concerto dell’Orchestra Sinfonica Siciliana;
  • Per il 19 giugno, in programma la sessione ministeriale, seguita da incontri, panel tematici e interventi sulle sfide europee: difesa comune, Mediterraneo, relazioni transatlantiche, la visione dei Padri dell’Europa;
  • Il 20 giugno sarà la giornata conclusiva, con ulteriori panel su integrazione politica, in riferimento ai rapporti con gli Stati Uniti.

Conclusioni

La XV edizione del Taobuk, con un programma ricco di incontri, premi internazionali e riflessioni sul tema dei “Confini”, si preannuncia un evento culturale imperdibile.

Noi di UniVersoMe siamo lieti di rinnovare la partecipazione al festival e di portarvi con noi nel cuore dell’ evento!

La flotta russa che soccorse Messina nel 1908

Messina, 28 Dicembre 1908.

La città dorme, silenziosa, immersa nel clima natalizio. I preparativi per la festa di Capodanno sono da poco iniziati. Tutti si preparano ad abbandonare l’anno moribondo, speranzosi, in attesa di quello nuovo.

Ore 05:20. Un violento rimbombo. La terra inizia a tremare, i palazzi si sgretolano. È la furia violenta della natura, rade al suolo una fiorente città, ne stermina i figli.

Poco dopo l’acqua completa l’opera della terra. Il mare si riversa sulla città, travolgendo con furia tutto ciò che incontra. Onde alte fino a 12 metri. Poi, si ritira.

Messina post terremoto del 1908 – Fonte: focus.it

 

Una città un tempo viva, pulsante, adesso è muta. Le macerie fanno da sacrario ai corpi putrefatti. Ce ne sono migliaia. E altre migliaia moriranno ancora, perché i soccorsi arriveranno solo il secondo giorno, perlomeno, quelli del Regno d’Italia.

Al tempo, le comunicazioni erano tardive, si minimizzava la portata della catastrofe, forse nemmeno interessava così tanto. Strade, cavi elettrici, ferrovie: tutto distrutto. La notizia del terremoto di Messina arriva lentamente a Roma, si trascina.

Al largo della costa ionica, una flotta russa intenta in esercitazioni militari, presta immediatamente soccorso. L’ammiraglio Livitinov non aspetta ordini, non chiede ai superiori il permesso.

Le corazzate Slava e Tsesarevich, insieme agli incrociatori BogatyrAmmiraglio Makarov, sbarcano a Messina, portando soccorso, viveri, speranza. Riportano l’ordine, combattono gli infidi sciacalli che piombano sui cadaveri.

 

flotta russa
Monumento dedicato ai soldati russi che aiutarono Messina. Fonte: it.topwar.ru

 

I superstiti sono caricati sulle navi russe e portati a Napoli, lontano da quell’inferno.

Oggi, a quegli uomini che prestarono aiuto ai Messinesi, è dedicato un monumento in un alberato di via Garibaldi.

SostenibilMEnte: Messina diventa protagonista della sostenibilità

Dal 10 al 16 maggio 2025, Messina si prepara a diventare il centro del dibattito sulla sostenibilità con SostenibilMEnte, una settimana ricca di iniziative promosse in sinergia tra Comune di Messina e Università degli Studi di Messina, nell’ambito del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso a livello nazionale da ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.

Un evento di portata nazionale che coinvolge enti pubblici, scuole, università, associazioni e cittadini in un percorso comune di conoscenza, consapevolezza e azione concreta sui temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Una settimana di confronto e partecipazione

Il programma della manifestazione si articolerà in una pluralità di appuntamenti, tra cui seminari, laboratori, challenge, visite guidate, tornei e incontri divulgativi, pensati per coinvolgere attivamente cittadini, studenti e professionisti in un dialogo intergenerazionale e interistituzionale.

Cuore simbolico dell’iniziativa saranno i due eventi conclusivi previsti per il 16 maggio: da un lato “Messina 2030 – Festival della Sostenibilità 2025”, promosso dal Comune presso Villa Dante, e dall’altro la VII edizione dell’“UniMe Sustainability Day”, ospitata al Plesso Centrale dell’Ateneo.

In particolare, l’UniMe Sustainability Day vedrà il coinvolgimento diretto di scuole, studenti universitari, docenti e rappresentanti istituzionali in attività suddivise in cinque aree tematiche chiave: Risorse e Ambiente, Mobilità, Energia, Inclusione e Salute.

Le parole delle istituzioni

A sottolineare il significato profondo dell’iniziativa sono le parole della Rettrice dell’Università di Messina, prof.ssa Giovanna Spatari, che ha dichiarato:

Sono orgogliosa di poter affermare che l’Università di Messina si conferma ancora una volta protagonista attiva e responsabile nella promozione della sostenibilità, al fianco del Comune. L’università ha il dovere non solo di produrre conoscenza, ma anche di guidare il cambiamento. SostenibilMEnte è una preziosa occasione di impegno e confronto, per costruire una cultura fondata sul rispetto dell’ambiente, sull’inclusione sociale e sulla responsabilità civica.

Dello stesso avviso è il Sindaco di Messina, Federico Basile, che ha evidenziato l’importanza della collaborazione istituzionale come leva per un cambiamento concreto e duraturo:

Con SostenibilMEnte diamo continuità al percorso avviato con Messina 2030 – Green Events. È una sfida culturale che mira a radicare nei cittadini, soprattutto nei più giovani, una nuova visione del presente e del futuro. La collaborazione con l’Università è il segno tangibile che le istituzioni possono e devono fare rete per accompagnare la transizione ecologica, sociale ed economica del nostro territorio.

Una città in cammino verso il futuro

Il programma dettagliato degli eventi verrà diffuso nei prossimi giorni e prevede il coinvolgimento attivo di scuole, associazioni, imprese, enti pubblici e cittadini in momenti di confronto, gioco, approfondimento e partecipazione attiva.

Messina si conferma così laboratorio vivo di sostenibilità, con uno sguardo al futuro e l’impegno concreto delle sue istituzioni a favore di una transizione che mette al centro la comunità, il territorio e le nuove generazioni.

SostenibilMEnte

Il calendario degli appuntamenti che coinvolge cittadini, istituzioni, studenti e associazioni attraverso tornei, challenge, seminari, visite guidate e momenti di approfondimento sarà così articolato:

10 maggio:  visita guidata “Le sorgive della Valle dei Mulini e la sua cascata”- Comune Messina, AMAM, FAI https://www.facebook.com/share/p/1FPfkwptH9/(link is external);
“Spontanea: La natura intorno a noi” – Università di Messina /Orto Botanico https://newsletter.ortobotanico.messina.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/05/Locandina_Spontanea.pdf(link is external);

11 maggio: “Spontanea: La natura intorno a noi” – Università di Messina /Orto Botanico https://newsletter.ortobotanico.messina.it/wp-content/uploads/sites/2/2025/05/Locandina_Spontanea.pdf(link is external);

12 maggio: Torneo universitario pallavolo -Università di Messina e SSD Cittadella Sportiva UniMe https://www.unime.it/sites/default/files/2025-04/Locandina%20sustainability%20day%2025%20pallavolo.pdf(link is external) ; Pulizia spiagge -Comune Messina, Messinaservizi Bene Comune;

13 maggio: Challenge didattica tra studenti universitari: “Cinque Continenti, Cinque Elementi per la Sostenibilità” (Università di Messina, COSPECS)

15 maggio: Firma Accordo quadro CONAI (Comune Messina, Università di Messina e Messinaservizi Bene Comune); La Forza di un Gesto: la Rettrice e il Sindaco piantano insieme un albero;

16 maggio: Messina 2030 – Festival della Sostenibilità 2025 – Villa Dante https://youngme.comune.messina.it/messina-2030/(link is external);

UniMe Sustainability Day 2025 – Università di Messina, Campus centrale https://www.unime.it/notizie/vii-edizione-unime-sustainability-day#:~:text=L’edizione%202025%20dell’Unime,%2C30%20alle%2013%2C30

 

Gaetano Aspa