Motostudent: il Team di SIC al primo posto

Fonte: unime.it

Aragon 2021, caldo torrenziale, il Team di Stretto in Carena (SIC) si aggiudica il primo posto fra i team debuttanti e il quinto posto in assoluto (su 46 team partecipanti) durante il MotoStudent, la competizione motociclistica internazionale più importante fra gli studenti di tutto il globo.

Il tutto ha avuto inizio nel febbraio del 2018 con l’approvazione da parte dell’Università di Messina del progetto Stretto in Carena (SIC). Esso prevedeva lo sviluppo integrale del prototipo di Moto 3 del Gresini Racing, motoveicolo da gara 250 cc, 4 tempi e monocilindrico.

Per far fronte a tutto il carico di lavoro, il team di SIC è stato suddiviso in vari reparti (aerodinamica dinamica, elettronica, struttura, motore, it, settore commerciale, veicolo, amministrazione, gestione finanziaria e comunicazione) con studenti e docenti provenienti da tutti i dipartimenti di UniMe.

Studenti e docenti che vogliamo menzionare perchè siamo orgogliosi di loro, sono: Claudio Agati, Gianluca Aquilia, Alessandro Caristi, Marco Mantineo, Francesco Mondello, Massimiliano Chillemi, Davide Crisafulli, Gianmarco Interdonato, Marco Manfrè, Dario Milone, Umberto Previti, Giulia Puliafito, Marco Romano, Marcello Saccà e Nino Scipilliti, insieme al pilota Papale e al prof. Risitano.

Intervista al team SIC

Ne avevamo già parlato qualche mese fa, prima della gara finale (clicca qui per leggere l’intervista completa) sul progetto SIC in collaborazione con il Team Gresini Racing. Questa volta per capire meglio cosa sia realmente questo progetto e cosa comporti, abbiamo intervistato il referente comunicazione di SIC Francesco Mondello.

Quali erano gli obiettivi preposti?

Gli obiettivi, naturalmente, erano quelli di arrivare integri e ben strutturati alla gara finale. Da esordienti è stato davvero molto difficile creare un prototipo in grado di piazzarsi sul podio, ci siamo impegnati tantissimo ma stare con i piedi per terra, in queste situazioni, è a dir poco fondamentale. Abbiamo dato tutto, ci siamo impegnati con duro lavoro e fatica per fare un lavoro quanto più pulito possibile (a livello ingegneristico e costruttivo). Ogni soluzione adottata è stata testata più e più volte, è stata studiata per evitare malfunzionamenti e possibili problemi tecnici sul circuito. Il duro lavoro si è visto, il prototipo ha registrato risultati eccezionali.

Avete riscontrato difficoltà ad Aragon?

Si, abbiamo avuto delle difficoltà, ma lo spirito di squadra ci ha consentito di superarle. Il punto più debole del nostro progetto è stato la relazione tra il motore (fornito dalla competizione) e le componenti costruite da noi. Alcuni problemi costruttivi del motore hanno rischiato di mandarci “fuori strada” per usare una metafora. I ragazzi dell’area tecnica durante la gara hanno lavorato fino a notte fonda per sistemare questi problemi. In quattro giorni avranno dormito tre ore a notte.

Siete contenti del risultato ottenuto?

Contenti è un eufemismo, siamo emozionati. Siamo emozionati di aver ottenuto un risultato che solo pochi team al mondo sono stati in grado di ottenere. Il risultato ottenuto ad Aragon è la dimostrazione che in Sicilia si può fare motorsport, si possono incubare progetti come questo, si possono trovare fondi e si può credere nei sogni, SEMPRE!

Pensi ci sarà un proseguo del progetto SIC?

Bella domanda. Dobbiamo essere sinceri, questo progetto potrebbe essere il punto di inizio di una carriera per tantissimi membri del team. Non possiamo trattenere i nostri ragazzi, molti stanno ricevendo offerte importanti e finalmente l’Università di Messina sta ricevendo le attenzioni che merita. Abbiamo una facoltà valida, bella e che da agli studenti una formazione di prim’ordine. Tuttavia, correre nuovamente con questo stemma sul petto sarebbe accattivante. Nuovi studenti potrebbero voler portare avanti una seconda edizione del progetto Motostudent. Lancio una provocazione, UniMe potrebbe ingaggiare gli studenti più meritevoli per una bellissima squadra corse firmata Messina! Noi siamo qui!

Noi studenti, noi di UniVersoMe, vogliamo lanciare un hashtag “#RIPARTODAUniMe” perché la voglia dello studente di rimanere in una città stupenda come Messina è presente, ma non senza progetti simili che devono essere incentivati, implementati e pubblicizzati.

L’accoglienza del Rettore

Il team di Stretto in Carena, il Magnifico Rettore e la Prof.ssa Ida Milone – Fonte: unime.it

Il Team di SIC in ritorno da Aragon, è stato accolto con grande entusiasmo nell’Aula Magna dell’Ateneo dal Magnifico Rettore Prof. Salvatore Cuzzocrea e dalla comunità accademica, che si sono complimentati per il traguardo raggiunto.

Livio Milazzo

Le 5 località più belle della città metropolitana di Messina pt.2: la zona ionica

Torna con il secondo appuntamento il nostro carosello turistico messinese: dopo le località tirreniche, stavolta ci occuperemo della zona ionica. Tra noto e celato, passando da mari, distese verdi e piccole cittadine, eccola qui la sublime trinacria, sempre pronta ad accogliere, costantemente pronta a stupire, culla di semplicità e contemporaneamente di cultura.
Di seguito le 5 località ioniche più belle della città metropolitana di Messina, spalancate gli occhi e… buon viaggio!

Taormina: il comune più famoso della regione

Tutto il mondo conosce Taormina, ma siamo davvero sicuri, almeno noi isolàni, di conoscerla abbastanza? Ci siamo stati almeno una volta: Corso Umberto tappeto rosso del centro storico, il maestoso Duomo, piazza IX Aprile per godersi la vista panoramica. Ce ne sarebbero tanti di frammenti da elencare, se consideriamo i luoghi limitrofi anche l’isola Bella e Castelmola.
Eppure siete mai stati ai giardini pubblici a godervi, per esempio, un arieggiato pranzo al sacco? La villa comunale, in origine, era di proprietà di una facoltosa donna inglese appassionata di uccelli, la quale decise di costruire diverse strutture al suo interno, tra cui mangiatoie e cassette per i nidi. Un armonioso cinguettio vi accompagnerà lontano dalla folla del centro storico, all’ombra di fruscianti alberi verdi.
Fra le vostre memorie però non dimenticate il teatro greco di Taormina, seppur conosciuto da molti perfettamente, non finisce mai di spezzare il fiato, che sia per un concerto, una tragedia o una visita archeologica.

Villa Comunale di Taormina – Fonte: rivierazzurraolivieri.it

Giardini Naxos, le incantevoli spiagge e la Nike

A poca distanza da Taormina, un altro comune molto amato dai turisti e dai siculi stessi è senza dubbio Giardini Naxos. Fino al 1970 circa questo era un tranquillo comune di pescatori, mentre ora è un centro di movida e ritrovo giovanile, pur conservando importanti pezzi di storia.

Amatissima la spiaggia di Recanati, ma meritano senza dubbio una visita anche la meravigliosa spiaggia di Porticciolo di Saia e la spiaggia di Schisò.

A Capo Schisò è conservata la Nike. La scultura, opera di Carmelo Mendola nel 1965, è ispirata alla Nike di Samotracia ospitata dal Museo del Louvre e raffigura la dea messaggera della vittoria. Una seconda copia della statua è stata collocata nel 1980 a Calcide Eubea, a simboleggiarne il gemellaggio. Un assaggio di Grecia in questo paese che poco ha da invidiare ad altri.

Nike di Capo Schisò – Fonte: commons.wikimedia.org

Forza d’Agrò, il suo borgo e le testimonianze architettoniche

Secondo i dati sono meno di 900 gli abitanti di questo paese medievale, un incantevole borgo a 420 metri di quota, incastonato tra colli e mar Ionio. Fu fondato nel X secolo ed è casa di interessanti testimonianze architettoniche, quali la Chiesa Madre dedicata alla Santissima Annunziata, il Convento Agostiniano, lo spagnoleggiante Palazzo Miano e i ruderi del Castello Normanno.
Il castello divenne nella seconda metà del XIX secolo e per circa un secolo il cimitero del paese, che, essendo attualmente in via di smantellamento, rende la visita ancor più suggestiva, seppur potenzialmente pericolosa a causa della sua decadenza e della mancanza di manutenzione. Ci si accede tramite una lunga e ripida scalinata in pietra e all’interno della cinta muraria sono ancora visibili i resti della chiesa del S.S. Crocifisso e gli alloggi dei soldati.

Castello Normanno di Forza d’Agrò – Fonte: ttravelguy.wordpress.com

Sant’Alessio Siculo e il suo Castello

Sant’Alessio Siculo si erge ai piedi del monte Tauro ed è delimitato a nord del torrente Agrò e ad est dallo Ionio. La bellezza del paese è contornata principalmente dal castello di Capo Sant’Alessio, edificato dai saraceni appena conquistata la Sicilia, poi andato in rovina nella tarda epoca normanna, successivamente riqualificato in epoca aragonese. Del periodo saraceno rimangono alcune tracce nel quartiere vecchio, immediatamente sottostante al promontorio su cui sorge Forza d’Agrò.
Nel quartiere della Madonna del Carmelo, invece, si trova una chiesa risalente al periodo normanno. In più il paese ospita la Villa Genovesi. Un luogo insomma attraversato da molte culture, ognuna, a suo modo, da ricordare.

Castello di Capo Sant’Alessio Siculo – Fonte: bandw.it

La riserva naturale orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi

La Riserva naturale orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi è un’area naturale protetta istituita nel 1998 che si estende nei territori di Alì, Fiumedinisi, Italia, Monforte San Giorgio, Nizza di Sicilia, San Pier Niceto e Santa Lucia del Mela, comuni della provincia messinese sullo Ionio. È gestita dal Dipartimento Regionale Azienda Foreste Demaniali.

Bellissima riserva, pulita, dove la natura regna sovrana, purtroppo dai molti poco nota. Regala non poche sorprese all’appassionato naturalista: esemplari di erica arborea ai piedi di Monte Scuderi, boschi di tutte le specie di roverella conosciute in Sicilia, le fiumare e l’infinità di ciottoli di diversa origine minerale, sono solo alcuni dei punti di forza di quest’attrazione turistica Peloritana.
Percorrerla è senz’altro un ottimo modo di respirare aria verde di cui lo smog e il caos delle città spesso ci privano.

Riserva naturale orientata Fiumedinisi e Monte Scuderi – Fonte: rivierazzurraolivieri.it

 

 

Corinne Marika Rianò

L’impronta di un’epoca dentro i ghiacciai: Groenlandia e Global Warming

Desidereremmo che alcune circostanze restassero confinate. Invece si muovono facendosi strada. Quando sentiamo parlare di riscaldamento globale forse ancora fatichiamo a comprendere cosa significhi e forse ci sembra fin troppo incredibile come stia così tanto condizionando la vita sulla Terra.

La Terra: un corpo in continuo mutamento

Studi scientifici hanno rilevato diverse variazioni della temperatura nella storia della Terra. Il pianeta ha attraversato ere glaciali, ossia periodi molto freddi, alternate a ere interglaciali, periodi più caldi. E in questo alternarsi si sono rilevate varie cause, dal cambiamento di ellitticità dell’orbita terrestre all’inclinazione dell’asse di rotazione e ai suoi moti di precessione. Cause naturali a cui si sono aggiunte le perturbazioni legate alle eruzioni vulcaniche, e dunque alla dispersione di anidride carbonica e di polveri varie.

Attorno al 950 d. C il cosiddetto Optimum Climatique Médiéval (Periodo Caldo Medievale) investì la regione del Nord Atlantico, durando circa cinquecento anni. Tra il 1020 e il 1190 soltanto una volta l’Islanda si ritrovò circondata dai ghiacciai. È in quest’arco temporale che venne fondata la prima colonia groenlandese.

Dalla metà del XIV secolo alla metà del XIX secolo l’intero pianeta ha invece conosciuto la Piccola Era Glaciale (PEG), caratterizzata da un abbassamento critico della temperatura globale. I ghiacci polari raggiunsero il Nord della Scozia e a Londra il Tamigi rimase congelato per 14 settimane consecutive. Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta del XVII secolo numerose furono le nevicate in Italia e Torino si ricoprì di neve per 144 volte.

Oggi, dall’inizio del XX secolo, parliamo di riscaldamento globale.

Riscaldamento globale: cause e conseguenze del global warming
Fonte: ilnavigatorecurioso.it

Gli esperimenti e le scoperte di Miller

Lo scienziato Gifford Miller e il suo gruppo hanno ricondotto la PEG a una forte attività vulcanica tropicale tra il 1275 e il 1300 e replicatasi nel 1500. A questa seguì un intenso freddo nell’area settentrionale del globo, accompagnato dall’espansione del ghiaccio e dall’indebolimento delle correnti atlantiche.

Quest’ultimo problema è molto attuale. Uno studio pubblicato su Nature Geoscience a Marzo 2021 dimostra come una di queste correnti, la corrente del Golfo,  si stia affievolendo. Questa fa parte dell’enorme ingranaggio che prende il nome di AMOC (Atlantic meridional overturning circulation) e che sposta l’acqua calda dai Tropici verso Nord. Durante il processo essa evapora, si raffredda e guadagna una maggiore quantità di sale. Tuttavia, l’acqua dolce dei ghiacciai che si sciolgono ha indebolito del 15% la corrente.

In definitiva, ciò viene ricollegato al crescere della temperatura terrestre: i ghiacci si sciolgono, l’AMOC viene disturbato, il gelo si abbatte su alcune zone.

A lungo andare, questo porterà a un congelamento dell’Europa, perché la corrente non mitigherebbe più il clima, e a un aumento del livello dell’acqua lungo la East Coast americana.

Una fondamentale corrente oceanica dell'Atlantico si sta indebolendo - Focus.it
Fonte: focus.it

È sempre Miller con i colleghi a visitare l’Artico ogni estate da circa quarant’anni. Presso le isole Baffin in Groenlandia, gli scienziati hanno raccolto dai bordi di calotte in scioglimento alcuni campioni vegetali. La datazione al radiocarbonio ha permesso di determinare che le piante emerse sono state sepolte per un minimo di 40.000 anni fino a un massimo di 120.000 anni. L’entità del riscaldamento è tale da aver cambiato completamente la loro condizione. Nelle parole del ricercatore dell’INSTAAR (Institute of Arctic and Alpine Research) Simon Pendleton:

“everything is melting everywhere”.

La Groenlandia, simbolo dei cambiamenti climatici: dall'antica terra verde all'attuale scioglimento dei ghiacciai
Fonte: meteoweb.eu

Ma cosa succede in Groenlandia?

È la situazione groenlandese ad aver attirato molta attenzione. L’isola è sempre più vicina a uno scioglimento definitivo dei ghiacciai. È su questo punto che l’Istituto Potsdam per il clima e l’Università Artica della Norvegia si concentrano. Gli studiosi ritengono che, anche qualora il riscaldamento globale dovesse conoscere una fase stagnante, i ghiacciai della Groenlandia continuerebbero a disgregarsi. In mezzo ai timori, gli studiosi non smettono di fare ricerca. Concentrarsi sulla Groenlandia significa focalizzarsi sull’indicatore principale del riscaldamento a livello globale.

Maps of maximum annual surface melt on the Greenland Ice Sheet derived from the MOD29 MODIS monthly ice surface temperature (IST) product of Greenland (2000-2016). 
Rappresentazione grafica dello scioglimento dei ghiacciai nel territorio groenlandese dal 2000 al 2016. Fonte: A Multilayer Surface Temperature, Surface Albedo, and Water Vapor Product of Greenland from MODIS

I blocchi di ghiaccio della Groenlandia si sciolgono ogni dodici mesi rilasciando tonnellate di acqua negli oceani. Ogni blocco corrisponde circa a un chilometro quadrato. Da ciò l’innalzamento del livello del mare, da ciò l’emergere di coste mai viste, da ciò la modifica dei modelli climatici globali.

Greenland Ice Sheet Today | Surface Melt Data presented by NSIDC
Percentuale di scioglimento dei ghiacciai nell’anno corrente. Si può ben notare un aumento del fenomeno rispetto al periodo 1981-2010. Fonte: http://nsidc.org/greenland-today/

Dall’inizio del 2018 gli esperti effettuano analisi in zone lontane dall’area groenlandese. In particolare hanno realizzato opere di carotaggio della crosta terrestre nel mare di Ross, in Antartide. Si tratta di operazioni simili a quelle di Miller nell’Artico. Mediante queste si è in grado di studiare le fluttuazioni di temperatura, e quindi quei problemi prima citati.

Tutto ciò ci rende ancor più consapevoli delle reali condizioni della Terra. In questi giorni a Banak, nel nord della Norvegia, si sono raggiunti i 34,4 °C, e temperature abbastanza elevate si sono registrate anche a Kevo, in Finlandia, e in Lapponia. L’Islanda sta attraversando una fase di eccessivo caldo anomalo. Il Canada è colpito da vasti incendi e molti sono stati i decessi ricondotti all’ondata di calore. È un’allerta fin troppo importante, e verso cui convergono deforestazioni, allevamenti intensivi, incremento di gas serra nell’atmosfera.

Ondata di caldo in Canada: I fulmini provocano incendi da record nella Columbia Britannica - Avanti live
Fonte: avantilive.it

Non solo scioglimento dei ghiacciai

Al momento in Groenlandia vi è anche un altro rischio per l’ambiente e per l’uomo. Jon Hawkings della Florida State University e i suoi colleghi hanno analizzato campioni di acqua dei fiumi della zona sud-occidentale, scoprendo come essa contenga una concentrazione di mercurio dieci volte superiore a quella di un normale fiume. I ghiacciai scorrono dalla terraferma verso il mare, intrappolando le particelle di mercurio contenute nelle rocce sottostanti, che vengono infine rilasciate in acqua. La quantità di mercurio raggiunge le 42 mila tonnellate all’anno.

Scioglimento Ghiacciai Groenlandia: alto inquinamento di Mercurio
Fonte: 3box.it

Allo scioglimento dei ghiacciai si accompagna quindi un fattore inquinante non meno rilevante. Ancora una volta è a rischio la natura con i suoi abitanti.

L’immagine che si presenta fa paura. È però proprio questa immagine a far riflettere su una situazione che non è distante da noi. Ciò che accade in Groenlandia, ciò che accade al polo, ciò che sembra a noi estraneo, bussa anche alle nostre porte. La natura non è invincibile, così come noi che l’abitiamo. Proprio per questo ricordiamo di batterci per lei. Ricordiamo di essere noi a non poter fare a meno di lei.

Giada Gangemi 

A Classic Horror Story: tra horror e realismo

Un classico horror non banale che va a scovare gli orrori della società – Voto UVM: 5/5

Come ormai sapete, noi di UVM, abbiamo partecipato al 67esimo Taormina Film Fest, un onore per tutti noi, un’esperienza che ha dato maggiore prestigio alla nostra redazione.

Tra i tanti film presentati durante la rassegna, vi è stato A Classic Horror Story, primo film horror prodotto da Netflix proiettato al quarto festival più antico al mondo. Insomma, un privilegio: è sempre bello essere tra i primi, ma soprattutto essere ricordati per aver assisitito alla premiere di un film non banale – anzi- pieno di colpi di scena e di suspence, che l’hanno reso ancora più memorabile.

I tre redattori di UVM assieme alla protagonista Matilda Lutz.

Ma di cosa parla il film? Chi fa parte del cast? Chi sono i registi? Non preoccupatevi, tra un po’ le vostre domande avranno una risposta.

A Classic Horror Story (2021)

Il 14 Luglio, uscirà sulla piattaforma streaming Netflix “A Classic Horror Story”, pellicola di genere horror – come si deduce dal titolo. 

Cari lettori, parto dicendo che l’horror è il mio genere preferito e da un paio di anni non è stato prodotto un horror (fatta qualche eccezione) che mi abbia soddisfatto appieno, ma questa perla firmata Netflix, ha sodisfatto appieno le mie aspettative. Dietro la cinepresa troviamo ben due cineasti, i loro nomi sono Roberto De Feo e Paolo Strippoli, due giovani registi che con la loro arte e simpatia sono arrivati a raggiungere un traguardo che in pochi possono vantare-difatti l’ultima notte del festival di Taormina, i due sono stati premiati per la miglior regiaportandosi a casa l’ambito Toro d’Oro.

Roberto De Feo e Paolo Strippoli, alla prima di ” A Classic Horror Story” . © Alessia Orsa

Il cast, è già noto al pubblico: Matilda Anna Ingrid Lutz, Francesco Russo, Peppino Mazzotta, Will Merrick (II), Yuliia Sobol.

La bellissima Matilda, protagonista della fortunata pellicola, interpreta la giovane e sfortunata Elisa che è in viaggio con un gruppo formato da un medico, una giovane coppia e l’organizzatore della spedizione.

Il film è ambientato in Calabria (terra dell’antica Magna Grecia), ma girato interamente in Puglia. Tornando alla trama, lo sfortunato gruppo, durante la guida, per non colpire la carcassa di un animale morto, perde il controllo del mezzo e si schianta contro un albero; da lì in poi il film si farà più cupo e il telespettatore percepisce ansia e paura per il gruppo.

Cari lettori mi fermo qui, non voglio dilungarmi troppo: dovrete attendere il 14 e toccherà a voi giudicare il film o semplicemente gustarvi la pellicola.

Musica

Un punto fondamentale di questo horror, è la musica: in fondo quest’ultima dà un tocco in più alle opere cinematografiche.

Il film si apre e si chiude con la voce di Gino Paoli  nella canzone Il cielo in una stanza, una delle canzoni più belle del panorama musicale italiano. Durante tutta la durata della pellicola, la musica si fa inquietante creando tensione e ansia nel telespettatore: i due registi hanno giocato bene le loro carte anche musicalmente.

Tematiche

Il film oltre ad incarnare il classico horror, è riuscito a ritrarre bene anche la nostra società attuale. I due temi principali sono quello della mafia e della pornografia del dolore. Il primo è un morbo che soffoca la nostra terra, in cui l’omertà è legge; il film è riuscito in modo ironico a “schiaffeggiare” questo morbo, mostrandoci come essa sia il vero horror.

I due registi durante la conferenza stampa hanno dichiarato che loro stessi hanno voluto trattare il tema della mafia e non Netflix. Il film si pone quasi come una presa in giro verso la ndrangheta e gli stessi De Feo e Strippoli hanno ammesso di essere stati costretti  nominare la Calabria per ragioni «folkloristiche», ma in fondo l’Italia in generale viene associata all’estero con la mafia. Insomma, i soliti cliché, che, anzichè sconfiggere la mafia, ne fanno una «glorificazione» che la rende ancora più grande.

“A Classic Horror Story”: locandina. Fonte: Netflix

Altro tema centrale è la pornografia del dolore, che è andata a fortificarsi con l’avvento dei social. I due registi sono riusciti in modo sublime e con sarcasmo a descrivere questa tematica che oramai attanaglia tutti noi. Per chi non lo sapesse, la pornografia del dolore è quella tendenza di trarre godimento dal dolore altrui e rimanere inermi, ma pronti a documentare il tutto con il proprio cellulare, pronti a condividerlo nelle proprie storie e bacheche.

Forse i due registi hanno voluto dire che ormai è la nostra società ad essere diventata “un classico horror” e non solo le opere cinematografiche e letterarie di questo genere. Un horror che va a rompere la patina di un mondo che vive di immagine, rappresentazione e in cui l’empatia pian piano viene dimenticata.

 

                                                                                                                  Alessia Orsa

UniMe: i traguardi degli ultimi mesi

Torna il nostro attento resoconto sui traguardi che l’Università degli Studi di Messina insieme al suo corpo docente e agli studenti ha raggiunto negli ultimi mesi. Tante le soddisfazioni: scopriamoli assieme partendo proprio da UniMe!

I traguardi targati UniMe

UniMe entra nel prestigioso ranking QS, classificandosi tra le prime 500 università per la qualità della ricerca

L’Ateneo peloritano si classifica nella fascia 801-1000 per il QS World University Rankings 2022, tra le oltre 1300 università rientrate nella graduatoria. Nello specifico UniMe si è aggiudicato la 32° posizione a livello nazionale. Gli ottimi traguardi sono dovuti soprattutto alla valutazione della qualità della ricerca (per cui l’Università è stata valutata 433° al mondo) tra le migliaia valutate quest’anno. Il ranking di QS prende anche in considerazione il prestigio dell’Università, rilevato attraverso un sondaggio accademico ed uno aziendale. Vengono inoltre considerati diversi valori statistici a valutazione della didattica (ratio tra il numero di studenti ed il numero di docenti) e dell’internazionalizzazione (ratio dei docenti e degli studenti internazionali).

Interventi chirurgici per tumore cerebrale: il Policlinico punto di riferimento del Centro-Sud

Sono stati eseguiti 150 interventi chirurgici durante il 2019 per tumore cerebrale dall’UOC di Neurochirurgia del Policlinico, diretta dal Prof. Antonino Germanò. I dati, tratti dall’edizione 2020 del Piano Nazionale Esiti, testimoniano il grande numero degli interventi che fa del policlinico un punto di riferimento per i pazienti colpiti da questo tipo di tumore e mettono in evidenza come l’UOC di Neurochirurgia sia la prima struttura pubblica per numero di tumori cerebrali operati nell’area del Centro- Sud; la mortalità a 30 giorni dall’intervento, inoltre, è inferiore al 3%, ovvero la più bassa in Sicilia. Il PNE, inoltre, fornisce a livello nazionale valutazioni comparative di efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure prodotte nell’ambito del servizio sanitario.

I traguardi raggiunti dai docenti UniMe

Numerosi i docenti che in questi ultimi mesi hanno dato prova della loro professionalità e si sono aggiudicati diverse posizioni di rilievo anche a livello internazionale.

La Prof.ssa D’Aguì diventa membro del Consiglio scientifico dell’Unione Matematica Italiana

La Prof.ssa Giuseppina D’Aguì, professore associato di Analisi Matematica presso il Dipartimento di Ingegneria, è stata eletta nel consiglio scientifico dell’Unione matematica italiana.

Si tratta di un’associazione che coinvolge docenti e ricercatori italiani con lo scopo di promuovere e diffondere lo sviluppo delle Scienze Matematiche e delle loro applicazioni.

La Prof.ssa Giuseppina D’Aguì – Fonte: unime.it

Docente e dott.ssa UniMe insignite delle Onorificenze di Cavalieri della Repubblica Italiana 

La Prof.ssa Rosa Musolino (docente associato dell’Università di Messina) e la dott.ssa Maria Caruso (coordinatore Uos professioni sanitarie Infermieristiche e ostetriche) hanno ricevuto le Onorificenze di Cavalieri della Repubblica Italiana, durante una cerimonia che si è svolta presso il Salone di Rappresentanza della Prefettura di Messina. A consegnare il riconoscimento dell’Ordine al Merito della nostra Repubblica è stato, insieme alle autorità civili e militari, il Prefetto cittadino, dott.ssa Cosima di Stasi.

fonte: unime.it

La Prof.ssa Spanò nominata referente per l’Italia nel Consiglio scientifico dell’ “Unesco International Environmental Experts Network”

La Prof.ssa Nunziacarla Spanò (associata di Ecologia e delegata del Rettore alle Iniziative scientifiche a tutela dell’ambiente e del patrimonio marino) è stata designata quale referente per l’Italia nel Consiglio scientifico del nuovo programma “Unesco International Environmental Experts Network” a sostegno di aree protette e territori riconosciuti sul piano mondiale per gli elevati valori naturalistici dal Ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani. Gli “Environmental Experts” sono selezionati dall’Unesco per raccogliere i migliori professionisti mondiali su tutela, gestione e valorizzazione delle aree protette per assicurare supporto tecnico in materia di conservazione e salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità, mitigazione e adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici, formazione, educazione e divulgazione ambientale a favore di giovani e comunità.

La prof.ssa Nunziacarla Spanò – fonte: unime.it

Docente UniMe nominato membro del gruppo “Enti di area vasta, comuni e associazionismo comunale”

Il Prof. Alessandro Morelli (Ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso il Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche dell’Università di Messina) è stato designato dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini quale componente del gruppo di lavoro “Enti di area vasta, comuni e associazionismo comunale”, coordinato dal prof. Stelio Mangiameli, con il compito di formulare proposte di revisione della legislazione di settore.

Il Prof. Alessandro Morelli – Fonte: unime.it

La prof.ssa Passantino nominata componente del Comitato nazionale per la protezione degli animali usati a fini scientifici

La Prof.ssa Annamaria Passantino, (docente del Dipartimento di Scienze Veterinarie) con Decreto del Ministero della Salute, è stata nominata componente del Comitato Nazionale per la Protezione degli Animali usati a fini scientifici. Il principale scopo del Comitato è di fornire consulenza alle autorità competenti e agli Organismi preposti al benessere degli animali (OPBA) su tutte le questioni relative al recepimento in Italia, in particolare sulla tutela del benessere degli animali usati a fini scientifici ed educativi nelle sperimentazioni, nonché su quanto deriva dall’acquisizione, dall’allevamento, dalla sistemazione, dalla cura e dall’uso degli animali assicurando le migliori pratiche.

La Prof.ssa Annamaria Passantino – Fonte: unime.it

Il Prof. Aronica nel Consiglio Scientifico del Gruppo Italiano di Idraulica

Il Prof. Giuseppe Aronica (ordinario del Dipartimento di Ingegneria) è stato eletto Consigliere nel Consiglio Scientifico del Gruppo Italiano di Idraulica.
Il Gruppo Italiano di Idraulica è un Associazione che riunisce tutti i docenti e i ricercatori delle discipline idrauliche presenti in tutte le Università italiane e i centri di Ricerca.
I membri sono oltre 900 e oltre agli accademici ne fanno parte anche i dottorandi, gli assegnisti e il personale dei più importanti centri  ricerca.

Il Prof. Giuseppe Aronica – fonte: unime.it

La Dott.ssa Maimone Ansaldo Patti eletta nella sezione DDRS dell’IFLA

La Dott.ssa Loriana Maimone Ansaldo Patti (responsabile dell’U. Org. SBA – Servizi Bibliotecari di Polo dell’Ateneo)  è stata eletta membro della sezione “Document Delivery and Resource Sharing” dell’IFLA (International Federation of Library Association), carica che sarà effettiva a partire dal prossimo agosto e fino ad agosto 2025. L’IFLA, è una organizzazione bibliotecaria internazionale che conta oltre 1500 membri provenienti da 150 paesi in tutto il mondo ed ha tra i suoi scopi principali la promozione dell’accesso all’informazione, la diffusione di standard di qualità per mantenere un livello elevato dei servizi bibliotecari, il consolidamento del ruolo fondamentale delle biblioteche. La sezione DDRS, in particolare, ha l’obiettivo di rafforzare la condivisione delle risorse, a livello nazionale ed internazionale, puntando sulla cooperazione tra le biblioteche e sullo sviluppo di nuove tecnologie per agevolare sempre più l’accesso all’informazione.

La Dott.ssa Loriana Maimone Ansaldo Patti – fonte: unime.it

 Conferito alla prof.ssa Laura Giuliano il Dottorato di Ricerca Honoris Causa in Biologia Applicata e Medicina Sperimentale

Si è svolta la Cerimonia di conferimento del Dottorato di Ricerca Honoris Causa in Biologia Applicata e Medicina Sperimentale alla prof.ssa Laura Giuliano  (Direttore scientifico Mediterranean Science Commission (CIESM) che  ha tenuto una lectio doctoralis su “InfoChimica: il linguaggio occulto dei microorganismi in mare”. La Laudatio è stata affidata alla prof.ssa Nunziacarla Spanò (Associato di Ecologia)

La prof.ssa Giuliano è stata Direttore di Ricerca (DRI) presso l’Istituto Ambiente Marino Costiero (IAMC) Sezione di Messina e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), e attualmente è Direttore Scientifico presso la Commissione Scientifica del Mediterraneo (CIESM).
La sua esperienza scientifica si concentra sui modelli naturali microbici marini in relazione alle forze trainanti oceanografiche e geologiche e le potenziali applicazioni industriali associate ai meccanismi di adattamento microbico (es. biotecnologia marina). A tal fine ha sviluppato nuove tecniche basate sulla combinazione di metodologie colturali e molecolari.
Durante la sua carriera ha pubblicato più di 40 articoli scientifici peer-reviewed (inclusi Science, Nature, PNAS) ed è stata Guest Editor di varie riviste scientifiche internazionali peer-reviewed (FEMS Microbiology and Ecology, Deep-Sea Research Part I, Marine Biotechnology; Marine genomica). Più recentemente, ha contribuito a vari panel strategici (OCDE, IUCN) ed eventi collaterali (Parlamento UE) all’interfaccia tra scienza e politica, in particolare su questioni legali e socio-economiche legate allo sviluppo del settore delle biotecnologie marine.

La Prof.ssa Laura Giuliano – Fonte: unime.it

Gli studenti che si sono distinti

CyberChallenge.IT 2021: 5 gli studenti UniMe selezionati per la gara nazionale

Sono stati premiati, attraverso un’apposita cerimonia, i ragazzi che hanno partecipato all’addestramento e alla gara locale per la CyberChallenge.IT 2021 alla quale l’Università degli Studi di Messina ha partecipato per il primo anno. Erano stati inizialmente selezionati per l’addestramento 20 ragazzi. Di questi, 5 hanno vinto la gara locale qualificandosi per rappresentare UniMe alla gara nazionale prevista online per il 7 Luglio. I ragazzi vincitori della gara sono: Alessio Yang, Cristian Calabrese, Antonio Pipitone, Alberto De Luca e John Ed Dinglasan. La gara si è svolta anche grazie al Direttore del Dipartimento di Ingegneria,  Prof.ssa Candida Milone, che ha fortemente voluto la partecipazione di UniMe all’iniziativa, al Prorettore alla Ricerca, Prof.ssa Giovanna Valenti che la ha sostenuta ed ai Prof. Francesco Longo, Giovanni Merlino e Marco Scarpa che si sono dedicati  all’organizzazione e all’addestramento dei ragazzi.

Alessio Yang, Cristian Calabrese, Antonio Pipitone, Alberto De Luca e John Ed Dinglasan – Fonte: unime.it

Giovanni Ficarra, studente-atleta di UniMe, conquista il podio al Meeting Nazionale di Canottaggio di Piediluco

Giovanni Ficarra, studente-atleta di UniMe, Dottorando del 36 ciclo in Translational Molecular Medicine and Surgery  nonché campione del mondo messinese si è distinto ancora una volta in una recente gara di Canottaggio conquistando un argento nel due senza “pesi leggeri” al Meeting Nazionale di Piediluco. Un argento che gli ha assicurato, insieme al suo compagno di barca Alessandro Durante, la convocazione in maglia azzurra per la terza tappa di Coppa del Mondo, in programma a Sabaudia dal 4 al 6 giugno. Dopo Sabaudia, l’obiettivo sarà prepararsi per la gara di selezione del 22 agosto per riuscire a partecipare al Campionato del Mondo che si terrà in ottobre a Shanghai.

Giovanni Ficarra e Alessandro Durante – Fonte: unime.it

Ornella Venuti

Carcere ai giornalisti: la Corte Costituzionale dichiara l’illegittimità della pena detentiva

Durante la seduta del 22 giugno, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 13 della legge n.47 del 1948, la cosiddetta “Legge sulla stampa”. Il disposto prevedeva l’obbligo di pena detentiva da uno a sei anni ed il pagamento di una multa per i giornalisti condannati per diffamazione commessa a mezzo stampa. Ad affermarlo, il comunicato stampa rilasciato da Palazzo della Consulta subito dopo la fine della seduta del 22 giugno.

Le questioni sottoposte al vaglio Costituzionale

La Corte Costituzionale ha discusso sulle questioni di legittimità sollevate dai Tribunali di Salerno e di Bari circa l’art.13 della suddetta legge e circa l’art.595, comma tre, del Codice Penale, che prevede, per le ordinarie ipotesi di diffamazione compiute a mezzo della stampa o di un’altra forma di pubblicità, la reclusione da sei mesi a tre anni oppure, in alternativa, il pagamento di una multa.

(fonte: giornalismocostruttivo.com)

I Tribunali avevano sollevato le questioni di legittimità sulla base degli artt. 3212527 Cost. e art. 117, c. 1 Cost. in relazione all’art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Sono poi stati addotti ulteriori profili:

  • per violazione degli artt. 3 e 21 Cost., in quanto «manifestamente irragionevole e totalmente sproporzionata rispetto alla libertà di manifestazione di pensiero, anche nella forma del diritto di cronaca giornalistica, fondamentale diritto costituzionalmente garantito dall’art. 21 Cost., la cui tutela, in assenza di contrari interessi giuridici interni prevalenti, non può che essere favorevolmente estesa nelle forme stabilite dalla giurisprudenza della Corte EDU, eliminando così, salvi i “casi eccezionali”, anche la mera comminazione di qualunque pena detentiva»;
  • per violazione del principio di offensività, desumibile dall’art. 25 Cost., «in quanto totalmente sproporzionata, irragionevole e non necessaria rispetto al bene giuridico tutelato dalle norme incriminatrici in questione, ovvero il rispetto della reputazione personale»;
  • per contrasto con la funzione rieducativa della pena di cui all’art. 27, terzo comma, Cost., perché la sanzione detentiva sarebbe inidonea a garantire il pieno rispetto della funzione generalpreventiva e specialpreventiva della pena stessa»; essendo sproporzionata ai principi enunciati dalla giurisprudenza della Corte EDU, risulterebbe in concreto inapplicabile e, perciò, inidonea a orientare la condotta sia della generalità dei consociati, sia del singolo giornalista.

La sentenza della Corte ed il suo iter

Quanto alla decisione, i giudici hanno dichiarato l’incostituzionalità dell’art.13 della L. 47/1948 facendo salvo, invece, l’art. 595, comma tre, del Codice Penale, affermando che «quest’ultima norma consente infatti al giudice di sanzionare con la pena detentiva i soli casi di eccezionale gravità».

Ma le questioni erano state discusse dalla Corte ancor prima della giornata di ieri e, più precisamente nella seduta del 9 giugno 2020. Dal comunicato stampa di allora risaltava un esempio di «incostituzionalità prospettata», espediente utilizzato in precedenza nel processo Cappato. In particolare, con questo espediente la Corte lascia intendere l’incostituzionalità della norma in questione concedendo però al Parlamento un certo margine di tempo per ovviarvi.

(fonte: stamparomana.it)

Anche in questo caso, l’ordinanza successiva alla seduta del giugno 2020 aveva sancito la necessità di un intervento legislativo che introducesse una «complessa operazione di bilanciamento tra la libertà di manifestazione del pensiero e la tutela della reputazione della persona, diritti entrambi di importanza centrale nell’ordinamento costituzionale». Ribadendo, poi, l’orientamento della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha condannato l’Italia ben quattro volte negli ultimi quindici anni per l’incompatibilità delle pene detentive per i reati di diffamazione a mezzo stampa con la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo.

L’art.10 della Convenzione fa salvo il disposto dell’art.13 della legge del ’48 soltanto in casi eccezionali, vale a dire quelli di grave lesione di altri diritti fondamentali, come ad esempio nel caso di diffusione di discorsi d’odio o di istigazione alla violenza. E secondo questo orientamento si è pronunciata anche la nostra Corte Costituzionale.

Legge di riforma sulla stampa, ma quando?

Dall’ordinanza della Corte Costituzionale di giugno 2020, il Parlamento non ha ancora emanato una legge di riforma. Il ddl Caliendo in materia di diffamazione a mezzo stampa – tra l’altro aspramente criticato dall’Ordine dei Giornalisti così come da FNSI e FIEG (federazioni legate all’Ordine dei Giornalisti) – ha iniziato il suo iter nel 2018 e giace presso la Commissione permanente di Giustizia da luglio 2020. In sostanza, l’iter rimane lento e travagliato nonostante le numerose sollecitazioni della Corte Costituzionale sia nell’ordinanza 2020 che in quella del 2021.

 

Valeria Bonaccorso

Messina cum Laude: una mappatura psicogeografica della città di Messina

Torna la rubrica “Messina cum laude” con un’analisi psicogeografica della città di Messina, redatta da Antonino Vitarelli.

L’autore

Nato a Messina nel 1992, Antonino ha sempre avuto particolare attenzione per le potenzialità nascoste della città, osservandola YÎU arretrate WW bbn  l’occhio attento  della psicogeografia. Nel 2011 pubblica la silloge di poesie “I colori dell’ombra “, insignita di vari premi internazionali tra cui il premio speciale per la pace universale “Frate Ilaro del Corvo”. Da sempre appassionato a tutto ciò che riguarda l’arte, da circa 8 anni svolge attività teatrali di vario genere, sia come attore che come regista.

Nel 2020 ha conseguito la laurea in “Scienze del Servizio Sociale”, discutendo una tesi psicogeografica sperimentale dall’interessante taglio narrativo, dal titolo ” Sotto l’asfalto la sabbia. Verso una mappatura psicogeografica della città di Messina “, con relatore il prof. Pier Paolo Zampieri. La tesi traccia una mappa psicogeografica della città di Messina, con le sue storture e le sue qualità.

Antonino Vitarelli

L’analisi sociologica e l’esplorazioni urbane

La tesi nasce da un approccio empirico all’analisi sociologica di un centro urbano, in questo caso, Messina. L’obiettivo della tesi è quello di scoprire e studiare a fondo la vera essenza culturale e sociale della città tramite delle vere esplorazioni urbane, esplorazioni viscerali in una città che Antonino definisce contraddittoria. Messina non esprime subito se stessa, anzi tende a nascondere il suo vero essere culturale. Infatti, a causa della ricostruzione successiva al terremoto del 1908, la città  si è vista negare il riconoscimento e la consapevolezza della sua vera identità.

Il primo obiettivo delle esplorazioni urbane è stato quello di individuare quei luoghi, che come “uno strappo nel cielo di carta” rivelano l’identità di Messina, definite ambiances. Le ambiances vengono paragonate ai passages individuati a Parigi dal sociologo Walter Benjamin, e descritti come punti  nevralgici, dei passaggi  spazio-temporali che conducono all’ identità di Messina prima del terremoto.

Insegna del centro commerciale “Maregrosso”

Le Ambiances

L’approccio utilizzato per individuare le ambiances è quello della “deriva urbana” ovvero un camminare senza meta e orario, un “camminare per perdersi”. Questo approccio spiazza la razionalità e i percorsi predefiniti dalle istituzioni e dalla burocrazia, le esplorazioni urbane, infatti, si basano anche su delle percezioni irrazionali. Tra i centri nevralgici di interesse socio-culturale individuati e poi mappati troviamoL’occhio di Chiarenza, un suggestivo affresco situato nei pressi dell’ex manicomio Mandalari, e  “La casa dei pupi” di Giovanni Cammarata a Maregrosso, considerata universalmente una delle più belle espressioni dell’ outsider art contemporanea.

Proprio la casa di Cammarata, con “l’ atelier di Linda Schipani”, ex officina trasformata in centro di arte contemporanea di riciclo, e “il pensatoio di Vittorio Trimarchi”, ex magazzino divenuto museo di arte contemporanea, formano il “triangolo delle Bermuda” di Messina, situato nella zona di Maregrosso. Questa zona di Messina si presenta come un centro gravitazionale dell’espressione identitaria della città: l’ accesso al mare totalmente negato e la costruzione di centri commerciali che soffocano il respiro artistico e spontaneo delle ambiances presenti nella zona , sono un chiaro esempio del conflitto tra sistema e esperienza. Per citare l’autore, “Maregrosso oggi è solo un’insegna” riferendosi all’ insegna di uno degli ultimi supermercati nati nella zona.

Mappa psicogeografica della città di Messina, disegnata dall’architetto Bruno di Sarcina

Il conflitto tra il sistema e l’esperienza

La tesi fa emergere uno  scontro che sta alla base della esperienza urbana di Messina: da un lato abbiamo il sistema che indica la ricostruzione post terremoto, la burocrazia, le costruzioni in un certo senso calate dall’alto, l’esperienza invece è il vivere istintivo dei cittadini che creano la vera identità della città. Questo conflitto che viene descritto come una battaglia costante dagli esiti ancora incerti, permette di identificare dei punti di tangenza, degli squarci da dove  è possibile percepire e conoscere il passato, il presente e un eventuale futuro della citta.

Esempio di questo conflitto è la Fiera di Messina: la costruzione viene imposta ai cittadini, negando l’accesso al mare ma soprattutto negando ai cittadini stessi la possibilità di scelta. Spesso alcune di queste imposizioni vengono rigettate della cittadinanza che non le sente proprie e non ne fa l’uso per cui erano state progettate e costruite. Altro esempio di imposizione burocratica è l’utilizzo della famosa zona falcata, zona potenzialmente tra le più suggestive della città, completamente negata ai cittadini che ne hanno fatto il simbolo dell’annosa discussione su ciò che Messina potrebbe essere e ciò che invece è. All’interno della zona falcata troviamo un’ambiance creata dai cittadini, il campo da basket dedicato a George Floyd, manifestazione della volontà della  cittadinanza di riappropriarsi delle zone negate dal ” sistema”.

“The naked Messina”, disegnata dall’architetto Bruno di Sarcina

La tesi si presenta come un’ analisi di quella che è stata e di quella che è l’ identità socio culturale di Messina, ma tale approccio, può essere spunto per un progetto di città futura, che dia più spazio alle sensazioni ed agli impulsi artistici e culturali dei cittadini per provare a trovare un compromesso sociale tra sistema ed esperienza. Per quanto la psicogeografia sia in larga parte soggettiva, come evidenzia la tesi, molte ambiances si prestano ad esperienze condivise; da queste percezioni collettive -da parte della maggioranza dei cittadini- potrebbe nascere il progetto per una città futura.

Tra le citazioni presenti nella tesi una tra le più importanti è quella della poesia Amo i gesti imprecisi di Magrelli. La tesi rappresenta la lotta continua tra apollineo e dionisiaco che  risulta essere qualcosa di più impreciso, istintivo. La poesia citata, si inserisce perfettamente nel ragionamento aiutando a spiegare come da qualcosa di impreciso e nevrotico, tramite la creatività, possa nascere qualcosa di costruttivo su cui basare le scelte future e la rinascita della città di Messina.

Un circolo psicogeografico

L’autore inoltre, tra i tanti progetti e attività che porta avanti, ha in mente di costituire un circolo psicogeografico, di cui i fondatori, oltre lui, sarebbero  due amici e collaboratori che lo hanno accompagnato nelle esplorazioni e di cui riportiamo le rispettive riflessioni sulla psicogeografia:

<<La psicogeografia è perdersi per ritrovarsi, dimenticare per ricordare, morire per vivere, è non essere per poter essere qualcun altro, qualcos’altro. La deriva è un piccolo ciclo della vita che ti dona nuovi occhi e nuovi sensi, uno squarcio nel cielo di carta>> Massimiliano Ori Saitta.

<<La psicogeografia è riscoprire con un occhio diverso, zolle che si muovono improvvisamente e tutto cambia, in un continuo dinamismo emozionale e vorticosi collegamenti sensoriali. Perdersi per ritrovarsi>> Veronica Pino.

 

Emanuele Paleologo

 

Antonino sui social:

http://facebook.com/antonio.vitarelli.92

Immagine in evidenza:

La Fenice capovolta come metafora della città di Messina, definita dall’autore “la città Fenice”

Tutte le immagini sono state fornite dall’autore

Casa UniMe 2020/2021: disponibile il bando

Torna anche quest’anno il contributo previsto per gli studenti fuorisede, con il programma “Casa UniMe”, erogato dall’Università degli Studi di Messina per ammortizzare le spese di affitto. Sono stati previsti fondi pari a 300.000 euro complessivi, che verranno distribuiti in base al reddito e al merito.

Chi può partecipare

Possono presentare richiesta studenti UniMe domiciliati a Messina e residenti in un altro Comune,  iscritti per l’a.a. 2020/21,  ai corsi di laurea, laurea magistrale e laurea magistrale a ciclo unico. Sono considerati studenti fuorisede gli studenti che:

  • abbiano stipulato e registrato un regolare contratto di locazione relativamente a un immobile sito nel Comune di Messina, per almeno dieci mesi, nell’anno accademico 2020-2021,
  • non siano residenti e non siano appartenenti ad un nucleo familiare proprietario di immobili ad uso abitativo nel Comune di Messina.

Requisiti di partecipazione

  1. Studenti iscritti al 1° anno di un Corso di Laurea triennale o di un Corso di Laurea magistrale a ciclo unico offerto dall’Università di Messina 2020/2021, che hanno conseguito un voto di diploma di scuola media superiore o titolo di studio straniero equivalente con votazione non espressa in centesimi (/100);
  2. Studenti iscritti al 2º anno o 3° anno di un Corso di Laurea triennale o al 2°, 3°, 4° o 5º anno di un Corso di Laurea magistrale a ciclo unico, con esclusione del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria;
  3. Studenti iscritti al 2°, 3°, 4°, 5° o 6° anno di un Corso di Laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria offerto dall’Università di Messina;
  4. Studenti iscritti al 1° anno di un Corso di Laurea magistrale biennale;
  5. Studenti iscritti al 2° anno di un Corso di Laurea magistrale biennale.

Il contributo sarà erogato sulla base dei crediti universitari ottenuti e della media dei voti, clicca qui per vedere le tabelle.

Si ricorda che UniMe, per garantire ad un numero più ampio di studenti fuorisede di poter partecipare al bando, ha abbassato il limite dei CFU richiesti ad un numero pari al 70% dei CFU già previsti. Questo per potere permettere a quanti hanno incontrato diverse difficoltà a causa del perdurare dello stato emergenziale pandemico.

Come Partecipare

  • Per candidarsi è necessario seguire un apposito iter sulla piattaforma Ess3 entro 15 giorni dalla data di pubblicazione del bando.
  • La graduatoria sarà pubblicata sul sito dell’Ateneo.
  • Gli studenti vincitori entro 15 giorni dalla pubblicazione della graduatoria dovranno inviare per email il contratto di locazione registrato all’Agenzia delle Entrate e le quietanze di pagamento in possesso a: agevolazionipremistudenti@unime.itUnità Operativa Agevolazioni e Premialità Studenti.

Contributo erogato

Il contributo sarà erogato in due tempi:

  1. il primo tempo indicativamente il 30/06/2021, a condizione della presentazione da parte dei beneficiari del contratto di locazione e delle quietanze di pagamento relative alle prime cinque mensilità (da ottobre a febbraio).
  2. il secondo tempo del contributo indicativamente entro il 31/10/2021.
  • Ricordiamo agli studenti di aggiornare sulla propria pagina esse3 il codice IBAN.
  • I vincitori potranno ottenere il rimborso del canone d’affitto, fino a un massimo di 2 mila euro.
  • L’apertura della piattaforma Esse3 per candidarsi al bando è il 27 maggio, ore 12 e la scadenza giorno 21 giugno 2021.
  • Ricordiamo agli studenti di aggiornare sulla propria pagina esse3 il codice IBAN.

Cause di incompatibilità

Sono esclusi dal contributo:

  • gli studenti che si iscrivono al primo anno dei corsi di laurea triennale e magistrale e ciclo unico, avendo conseguito il diploma di maturità con votazione inferiore a 80/100.
  • gli studenti iscritti fuori corso;
  • i beneficiari di borsa di studio e/o il posto alloggio a titolo gratuito attribuiti dall’ERSU di Messina per l’anno accademico 2020/2021.

Ornella Venuti

Laureati online: come ottenere il rimborso per la pergamena

La pandemia da Covid-19 ha messo in crisi l’intera Italia e portato disservizi e limitazioni per i suoi cittadini, inclusi gli studenti universitari. L’ateneo di Messina ha deliberato che tutti i laureati che hanno conseguito il titolo durante il periodo di restrizioni discutendo la tesi in modalità telematica, hanno diritto ad un esonero dal pagamento del contributo per il rilascio della pergamena del Titolo Accademico.

Fonte: ida-forum.it
Fonte: ida-forum.it

Il costo di 85,00 € (diviso in 53,00 € + 16,00 € imposta di bollo su istanza + 16,00 € imposta di bollo sulla pergamena) viene così totalmente eliminato.

Chi può usufruirne?

  • Tutti i laureati in modalità telematica, indipendentemente dal pagamento per il rilascio della pergamena.

Modalità applicazione beneficio

  • Se non hai provveduto a pagare, puoi richiedere la pergamena tramite il seguente Modulo e scegliere se:
    • ritirarla presso l’Infopoint;
    • richiedere la spedizione a domicilio (spese di spedizione a carico dello studente) con il suddetto modulo da inviare a protocollo@unime.it
  • Se hai già pagato puoi richiedere il rimborso tramite il seguente link

Per maggiori informazioni puoi rivolgerti alla segreteria studenti!

Livio Milazzo

Fonte img di copertina: cinema.campusnet.unito.it

Battiato, il signore della musica e delle parole

Il mondo della musica – e non solo – dà il suo addio a Franco Battiato. Al Maestro – anche se non amava essere definito tale – che della poliedricità ha fatto il suo marchio di fabbrica. Il musicista, cantautore, compositore che, con un’insaziabile e spiccata curiosità, ha abbracciato vari generi: dal pop alla musica leggera, dalla lirica al rock progressivo, passando per la musica etnica. Al poeta e paroliere che, con un’innata raffinatezza e una spiccata intelligenza, ha indagato l’intimità dell’essere umano cogliendone tutte le sfaccettature. A quell’amico che, come hanno sottolineato tutti coloro che lo hanno conosciuto, rimarrà per sempre non solo il “signore della musica e delle parole” ma anche il signore dell’animo (e dall’animo) umano.

Ciao Franco!

La carriera del Maestro ha inizio a Milano nel 1964. Precisamente in un cabaret, il “Club 64”, allora frequentato da alcuni dei futuri rappresentanti della canzone d’autore italiana: Enzo Jannacci, Renato Pozzetto e Bruno Lauzi.

Sarà l’incontro con Giorgio Gaber che segnerà una svolta decisiva nella sua carriera, facendogli firmare un contratto con la casa discografica Jolly che inserirà l’artista in quel filone di “protesta”. All’epoca assai in voga e presente in molte produzioni cantautorali.

Il primo singolo inciso ufficialmente, La torre, accompagnerà la sua prima apparizione televisiva nel programma Diamoci del tu, condotto dallo stesso Gaber e da Caterina Caselli. Sarà proprio in quell’occasione che l’artista milanese proporrà a Battiato di cambiare il nome da Francesco a Franco, per non confondersi con quello di un altro giovane cantautore che quella sera si sarebbe dovuto esibire: Francesco Guccini.

Da quel giorno in poi tutti mi chiamarono Franco, persino mia madre.

Qualche anno più tardi Battiato decise di abbandonare il genere di protesta per convertirsi inizialmente alla “canzone romantica” per poi arrivare ad identificarsi con una forma d’avanguardia ancora più intellettuale e intimista rispetto al suo esordio. Nel 1973 pubblica Sulle Corde di Aries: un album in cui musica minimale e una musica acustica di tradizione araba, convergono perfettamente, lasciando ampio spazio all’elettronica. Già da allora il cantautore si è spinto a concepire le note come atti di purificazione, qualcosa che ci innalza verso la bellezza.

Un viaggio attraverso le note

L’approccio di Franco alla musica deve essere dunque visto un po’ come un viaggio in cui ogni tappa corrisponde ad un genere diverso. La sua virtù di cantautore è sempre stata quella di saper far combaciare molteplici stili musicali, combinandoli tra loro in un approccio eclettico, originale e sperimentale.

La poesia e la letteratura, come ci ha insegnato il buon Sartre, vivono grazie a chi le legge e chi attribuisce loro un significato. E ognuno interpreta a suo modo un testo, in base a quello che sente, a quello che sa, alla sua esperienza di vita.

Il cantautore siciliano, infatti, oltre ad aver contrassegnato molte delle sue canzoni con un ampio uso di citazioni letterarie che richiamano poeti e scrittori quali Marcel Proust, Giacomo Leopardi, Giovanni Pascoli e Giosuè Carducci, realizza una vera e propria trilogia (Fleurs – Fleurs 3 – Fleurs 2) che raccoglie cover di autori prevalentemente italiani e francesi.

In Fleurs oltre a cover di artisti del calibro di De André, Gino Paoli, Mick Jagger e Keith Richards, Battiato inserisce alcune sue composizioni, tra cui Invito al viaggio. In questa canzone l’autore cita Baudelaire fin dal titolo, parlando dell’omonima poesia che fa parte dei Fiori del male . Il brano, con i testi del filosofo catanese Manlio Sgalambaro e le musiche di Battiato, inneggia al viaggio “in quel paese che ti somiglia tanto”, un viaggio nel quale c’è libertà e rispecchiamento, perché partendo scopriremo il mondo e impareremo a conoscere meglio noi stessi. Un po’ come ha fatto il maestro con le sue canzoni, alleviando le nostre difficoltà con veri e propri balsami per l’anima. Non semplici canzoni ma oasi nelle quali ritrovarsi, momenti nei quali la sua voce come una carezza ci solleva dalle pesantezze e ci rende più leggeri.

 Credo, al contrario di quelli che non hanno capito niente dei miei testi e li giudicano una accozzaglia di parole in libertà, che in essi ci sia sempre qualcosa dietro, qualcosa di più profondo. Quando si intende adattare un testo alla musica si scopre che non è sempre possibile. Finché non si fa ricorso a quel genere di frasi che hanno solo una funzione sonora. Se si prova allora ad ascoltare e non a leggere, perché il testo di una canzone non va mai letto ma ascoltato, diventa chiaro il senso di quella parola, il perché di quella e non di un’altra. Per capire bisogna ascoltare, serve animo sgombro: abbandonarsi, immergersi. E chi pretende di sapere già rimane sordo.

Torneremo ancora…

Nel 2019 esce Torneremo ancora. L’inedito, che dà il titolo all’album, è frutto dell’assemblaggio della voce di Battiato incisa nel 2017 e della musica scritta e suonata dallo stesso. I versi risuonano oggi come un profetico arrivederci:

La vita non finisce, è come il sogno, la nascita è come il risveglio finché non saremo liberi. Torneremo ancora e ancora e ancora

A noi piace pensare che questo è stato il dono d’addio che un uomo d’altri tempi, com’era il nostro Franco, ha voluto donarci prima di vivere un’ultima avventurosa trasformazione.

Franco Battiato è stato un esempio unico e irraggiungibile di metamorfosi verso quella ricerca bramosa di “qualcos’altro”, di cambiamento ed esplorazione che appartiene solo ai veri artisti. E se noi pensiamo a un artista, Battiato è uno di loro. C’è tutta la ricerca di una vita dentro le parole e le opere di Battiato. Parole e opere che, per oltre cinquant’anni, hanno accompagnato l’inizio e la fine delle nostre storie e che, per almeno altri cinquant’anni, rimarranno scolpite dentro ognuno di noi.

E come lo stesso cantava: “perché sei un essere speciale ed io, avrò cura di te”, noi tutti promettiamo di curare il ricordo di quest’uomo, artista dell’arte della vita e non solo dell’arte dello spettacolo.

Ciao, Franco. Ci vedremo al prossimo passaggio.

Domenico Leonello, Angelica Terranova