Unime-Mons: la firma della convenzione

Questa mattina, in Aula Senato, si è svolta la conferenza stampa in cui è stato ufficializzato l’accordo tra l’Università di Mons e l’Università degli Studi di Messina.
Il lavoro, iniziato a luglio proprio in Belgio, è terminato con la firma sul contratto da parte del Rettore Prof. Pietro Navarra e del Rettore dell’Università di Mons, Calogero Conti.

Presente all’incontro anche una delegazione belga e l’ex Primo Ministro Elio Di Rupo, Presidente del partito socialista.

A fare gli onori di casa, in apertura, il Magnifico Rettore Navarra: “Ho il piacere di avere presenti l’On. Di Rupo ed il Rettore Calogero Conti. Abbiamo intrapreso un percorso importante, che ha portato alla stipula di importanti accordi”. Mobilità internazionale di studenti e docenti, condivisione della ricerca scientifica e realizzazione di attività congiunte: questi i punti salienti dell’accordo.

Successivamente è intervenuto l’On. Di Rupo, ricordando le proprie origini italiane, ed elogiando la collaborazione dell’Ateneo messinese: “Ho il piacere di vedere i contatti tra le Università che collaborano, è bello condividere il potenziale intellettuale. Volevo inoltre ringraziare il Rettore e i Professori per il riconoscimento del lavoro e delle mie origini: il mio sangue è italiano, mi fa molto piacere essere qui”.

In conclusione, è intervenuto Calogero Conti, Rettore dell’Università di Mons: “Voglio ringraziare il Rettore e l’Università per l’accoglienza. Sono felice delle firma alla convenzione tra le nostre università, l’allargamento della dimensione internazionale è indispensabile, così come lo è nella ricerca”.

In conclusione, è arrivata la firma alla convenzione.
Nello specifico, le aree interessate sono: area medica, biotecnologie, chimica, farmacia, psicologia e scienze della formazione.

Alessio Micalizzi

Dimmi chi voti e ti dirò se ti rimuovo dalle amicizie Facebook!

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Delegare la possibilità di scegliere su questioni di vitale importanza è un topic la cui origine si perde nel tempo. Viste le imminenti elezioni di novembre (non Unime, ndr) che vedranno lo scontro tra la visione “rivoluzionaria” che ha del mondo Trump e la ricerca di una conferma della discontinuità (iniziata col periodo Obama) della Clinton, e vista l’importanza che rivestiranno nei confronti delle future politiche ed economie in tutto il globo, è impensabile credere che non possa accadere qualcosa che possa minare la credibilità di uno piuttosto che dell’altro candidato, vivendo nell’era dei Social Media. Non sono mancate infatti minacce di possibili attacchi informatici (si è bisbigliato negli ultimi giorni di furto di credenziali nei confronti della Clinton), con riversamento di informazioni e che potrebbero compromettere la campagna elettorale e veicolare quantità innumerevoli di voti da una parte o dall’altra.
h2>Sperimentiamo un po’
Al di là di quello che può essere un atto “piratesco” di attacco nei confronti di una persona, a prescindere da quella che sia la volontà di una persona di rivelare alcune informazioni, credo ci sia qualcosa di cui preoccuparsi ulteriormente, e sono i cosidetti “esperimenti social”. Da qualche giorno a questa parte è disponibile per gli utenti Facebook americani la possibilità di poter effettuare un “endorsement” nei confronti di uno dei due candidati attraverso un’applicazione che permette di scegliere chi è il personaggio politico di riferimento con un solo click, e che applica un badge alla propria immagine profilo.
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h2>Possibilità di accanimento
Se da un lato questo può far scaturire la voglia di perdere i legami con ogni singola persona che faccia uso di questa applicazione, dall’altro credo serva una profonda riflessione sul fenomeno, che inizia senza dubbio da un punto: rilasciare informazioni di questo tipo in pasto ad entità quali i Social Media può essere nocivo? Chi conosce il mio “endorsement” può veicolare alcune informazioni piuttosto che altre nei miei confronti, o spingermi ad espormi in un modo piuttosto che in un altro avendo come cassa di risonanza il mondo intero, e di conseguenza esponendomi a pericoli terzi, quali ad esempio atti di persecuzione politica? La risposta non è scontata ne immediata, e richiede sicuramente studi più approfonditi sulla privacy dei dati che forniamo “volontariamente” al Social Media di turno, che spesso non forniscono una panoramica così ampia in tal senso.
h2>Big Brother is coming
Nonostante questo non vuole essere un tentativo di terrorismo psicologico, non è impensabile che i dati immagazzinati nei vari server sparsi per il mondo possano essere successivamente venduti a terze parti, in modo singolo o aggregato, che possono utilizzarli per i più disparati fini.
Il tutto sta nel nostro buon senso e nella nostra sensibilità in merito all’argomento sicurezza, ma immaginare uno o più Big Brothers che interagiscono per controllare ogni tappa della nostra vita, elezioni comprese visto che da queste spesso dipendono i nostri destini, sembra sempre meno lontano.
Salvo Bertoncini

Pallavolo Femminile – Il CUS Unime chiude il girone di Coppa Sicilia superando il Messina Volley

Nella terza gara del girone H di Coppa Sicilia il CUS Unime si aggiudica a domicilio, con il risultato finale di 3-1, il derby con il Messina Volley e chiude il girone con un’incoraggiante vittoria, la seconda consecutiva dopo la vittoria dell’altro derby contro il Mondo Giovane. Risultato certamente di buon auspicio per le cussine in vista dell’esordio in campionato, previsto sabato 29 ottobre al PalaNebiolo.

Per quanto concerne la partita, partono male le ragazze cussine allenate da Valentina Leandri, che scendono in campo con poca grinta e determinazione, permettendo, cosi, alle giovanissime avversarie di chiudere il set con un largo vantaggio (25-15), complice anche la buona prestazione in battuta del posto quattro Giulia Mondello. Ma la musica cambia già nel secondo set, quando le universitarie ritornano in campo decise a portare a casa i tre punti. Molta lucidità in difesa e tanta determinazione in attacco fanno in modo che i successivi tre sets saranno esclusivamente di marca universitaria (14-25, 14-25, 12-5).

“È stata una partita – commenta Mister Leandri – che mi ha dato modo di provare diverse soluzioni di gioco e testare nuovi schemi d’attacco messi a punto in queste prime settimane di allenamento. Sicuramente, oltre al risultato, ho avuto dei segnali positivi in vista dell’imminente esordio in Serie C”.

Prossimo appuntamento per il CUS Unime previsto sabato 29 ottobre, ore 19:00, presso il PalaNebiolo: le universitarie affronteranno la Saracena Volley nel primo turno del campionato di serie c.

Le Formazioni:

Messina Volley: Allenatore: Mondello, Sorbara, Pilato, D’amico, Marra, Salimbene, Biancuzzo, De

Luca, De Francesco, Mento (K), Giardina (L1), Bonfiglio (L2). Allenatore: Cacopardo D.

CUS Unime: Maisano, D’arrigo, Migale, Pace, Giannetto, Venuto (K), Chiofalo, Arena, Alibrandi,

Sgambati, Gambadoro, Currò (L1), Giglio (L2). Allenatore: Leandri V.

Piero Genovese

Recensione ”Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti

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Piantala con questi mostri, Michele. I mostri non esistono. I fantasmi, i lupi mannari, le streghe sono fesserie inventate per mettere paura ai creduloni, come te. Devi avere paura degli uomini, non dei mostri.”

 

Michele, 9 anni, è uno dei tanti bambini del libro che sente la naturale necessità di avventurarsi, di sperimentare, di conoscere, di esplorare i territori nelle campagne del paesino in sud Italia dove vive. A causa di una penitenza durante un gioco, finirà per scoprire un ragazzino nascosto in un buco.

Tutto sarà un mistero per lui, un mistero che a poco a poco verrà svelato, facendo scoprire a Michele il mondo dei grandi che sognano di diventare ricchi e andarsene via di lì.

Quando diventi grande te ne devi andare da qui e non ci devi tornare mai più.”

 

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Io non ho paura” di Niccolò Ammaniti è un romanzo duro e crudo ma tutto filtrato dalla mente di un bambino che conosce appena il male, è un libro commovente, anche se a tratti straziante, ma pieno di quella purezza e innocenza tipicamente infantile.

Serena Votano

L’Ateneo ricorda la figura dell’inventore della Squadra Mobile

Boris Giuliano, che nasceva a Piazza Armerina il 22 ottobre 1931, è stato l’inventore della squadra mobile di Polizia. Ivestigatore prima di tutto, nel corso della sua carriera ha diretto le indagini con metodi nuovi, facendo parte di una cerchia di funzionari dello Stato che, a partire dalla fine degli anni settanta, iniziarono una dura lotta contro Cosa Nostra.

Nelle ultime indagini da lui condotte si trovò ad indagare sul ritrovamento di due valigette contenenti 500.000 dollari all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi, che si scoprì essere il pagamento di una partita di eroina sequestrata all’aeroporto J.F. Kennedy di New York. Nell’appartamento i poliziotti scovarono armi, quattro chili di eroina e una patente contraffatta sulla quale era incollata la fotografia di Leoluca Bagarella, cognato del boss corleonese Salvatore Riina; inoltre in un armadio venne trovata anche un’altra fotografia che ritraeva insieme numerosi mafiosi vicini al clan dei Corleonesi, tra cui figurava Lorenzo Nuvoletta, camorrista affiliato a Cosa Nostra.

Nello stesso periodo, Giuliano stava anche indagando su alcuni assegni trovati nelle tasche del cadavere di Giuseppe Di Cristina, capomafia di Riesi ucciso nel 1978; gli assegni avevano portato ad un libretto al portatore della Cassa di risparmio con 300 milioni di lire intestati ad un nome di fantasia, che era stato usato dal banchiere Michele Sindona.
L’assassinio del poliziotto avvenne Il 21 luglio 1979, mentre pagava il caffè appena bevuto nella caffetteria Lux di via Di Blasi, a Palermo.

Secondo molti osservatori, con Giuliano si spense un grande talento investigativo, un onesto funzionario di polizia che nel suo ruolo fu una grande personalità delle istituzioni, il cui ricordo, come accade anche per altri suoi colleghi di analogo destino, non è adeguatamente onorato, ed anzi particolarmente lasciato all’oblio.

La figura dell’inventore della squadra mobile, a cui lo scorso anno l’Ateneo per onorarlo gli dedicò nel mese di dicembre l’aula dell’Aulario, sita all’ex Dipartimento di Anatomia.
Ieri è stato ricordato nel corso dell’iniziativa dal titolo “Boris Giuliano, simbolo della cultura della legalità. Dagli anni messinesi all’esperienza di Palermo”.

Nel corso dell’incontro, cui erano presenti anche la moglie e le figlie dell’ex capo della Squadra Mobile di Palermo, con una serie di interventi si è voluta ricostruire la figura di Boris Giuliano, il quale trascorse proprio a Messina gli anni della sua formazione scolastica e universitaria.

Il Coordinatore del Collegio dei Prorettori, Prof. Giovanni Cupaiuolo, dopo aver ringraziato il Questore, Dott. Giuseppe Cucchiara, per la sua entusiastica adesione a questa giornata commemorativa, ha sottolineato che in questi anni l’Ateneo si è fortemente impegnato nel diffondere il concetto di rispetto della legalità con una serie di azioni mirate: la manifestazione odierna ha lo scopo di ricordare una figura che ne è emblema.

Importante- ha concluso il Prof. Cupaiuolo – non solo ricordare i docenti illustri ma anche gli studenti come il Commisario Giuliano che si laureò in Giurisprudenza a Messina nel 1956 e che fanno parte della storia di questa Università”.

Il Questore di Messina, Dott. Giuseppe Cucchiara, è intervenuto sull’attività investigativa che il Commissario portò avanti nella Palermo degli anni ’70.

Non potevo che accettare con entusiasmo un progetto come questo- ha detto il Questore – perché quando si parla del Dott. Giuliano si fa riferimento ad un eroe ed a un nome che brilla alto nel firmamento della Polizia di Stato. Non è stato semplice fare una sintesi organica del suo operato perché è talmente vasto che diventa difficile riuscire a ripercorrere tutta la sua attività, anche alla luce delle numerose testimonianze dei colleghi della sua Squadra Mobile, che ho avuto l’onore di dirigere dal 2002 al 2005.

Vita e morte di un uomo giusto è stato, invece, il tema trattato dalla Prof.ssa Lucia Risicato, ordinario di Diritto penale dell’Ateneo. Subito dopo è intervenuta la giornalista Dott.ssa Alessia Franco che a Giuliano ha dedicato un libro “Raccontami l’ultima favola. Giorgio Boris Giuliano commissario e cantastorie”. (Mohicani edizioni).

Il Prof. Giovanni Moschella, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, ha sottolineato l’importanza di giornate come questa, che hanno lo scopo di ricordare agli studenti figure simbolo di così alto valore, intervenendo sul tema “La legalità e i giovani: il messaggio di Boris Giuliano”.

Con un intervento dedicato al tema La presenza nell’assenza, la figlia di Boris Giuliano, Selima, ha ricordato la figura del padre; infine,il dott. Giuseppe Loteta e il prof. Giulio Santoro, che di Giuliano sono stati amici con le loro testimonianze hanno contribuito a tratteggiare il profilo dell’ex commissario.

A conclusione della giornata, nell’atrio dell’Università si è tenuta una lettura di Linuccia Ghersi e Barbara Fazzari in occasione dell’esposizione, per la prima volta in Città, del trittico di Luigi Ghersi “Il processo”, omaggio a Boris Giuliano, e che sarà accessibile al pubblico, negli orari di apertura dell’Ateneo, fino alla fine di questo mese.

Piero Genovese

Renzi all’Università di Messina: “Un onore essere dove hanno insegnato anche i premi Nobel”

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Firmato il patto per lo Sviluppo per Messina: il luogo, emblematico, è quello che affolliamo ogni giorno, l’Università degli Studi di Messina.
Presenti in Aula Magna, oltre ai sindaci della città metropolitana di Messina, il Magnifico Rettore Prof. Pietro Navarra, il Sindaco Renato Accorinti ed il protagonista di giornata, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Fuori dal Rettorato, dove erano state prese grandi misure di sicurezza, si sono svolte contenute manifestazioni di dissenso nei confronti dell’ex sindaco di Firenze: diversi, sebbene in numero esiguo, i gruppi cittadini che si sono ritrovati a contestare l’arrivo del Premier.
Il tema del dissenso verteva intorno al “No” al referendum costituzionale che si voterà il 4 dicembre, ma non solo.
Matteo Renzi, tuttavia, ha fatto il suo ingresso nei locali dell’Università da una entrata secondaria, episodio che ha scatenato il malcontento della folla.

Il discorso del Presidente del Consiglio, che ha preceduto la firma al patto per lo Sviluppo di Messina è venuto dopo gli interventi del Rettore e del Sindaco Accorinti.

Proprio il Magnifico Rettore ha fatto gli onori di casa: “Sono molto grato al Presidente del Consiglio Renzi per avere scelto l’Università di Messina come tappa fondamentale per il concreto avvio, con risorse e progetti, di una nuova fase di crescita per il nostro territorio che, inevitabilmente, ne determinerà il suo futuro. D’altronde, l’Università è per sua natura il luogo dove viene progettato il domani, dove si formano le nuove generazioni, quelle nuove generazioni che avranno il compito di governare le trasformazioni del nostro territorio e, più in generale, del nostro Paese. Consentitemi – ha proseguito il Rettore – un’ultima breve riflessione a cui non voglio e non posso sottrarmi, dato il luogo in cui mi trovo e la veste che ricopro. Ho sempre creduto, ma oggi ne sono ancora più convinto, che qualunque intervento, sia esso per il potenziamento delle infrastrutture o per il sostegno all’innovazione tecnologica, non possa prescindere dall’investimento nelle persone, vero motore di ogni sviluppo economico e sociale di una comunità. Investire nelle persone significa formarle assecondando la loro voglia di fare, il loro talento e la loro capacità di mettersi in gioco, la loro onestà e il loro senso delle istituzioni. Ecco perché, Signor Presidente, la sua presenza qui in Aula Magna è oggi ancora più gradita perché, mi piace pensare, che essa sia testimonianza del ruolo centrale che l’esecutivo da Lei guidato vuole riconoscere alle università nella crescita del Paese. Spero, dunque, che le iniziative intraprese dal Suo Governo per il rilancio del Mezzogiorno si possano tradurre presto in occasioni per i nostri giovani ai quali abbiamo il dovere di offrire una ragionevole chance per il futuro”.

Le parole del Sindaco Accorinti, invece, sono state molto meno pacate. Il primo cittadino infatti ha esordito lodando la collaborazione delle quattro macro aree di Messina che sono riuscite ad accordarsi, per poi soffermarsi sulle condizioni di degrado e di abbandono in cui versa la Sicilia da 150 anni, rimproverando non solo questo Governo, ma tutti quelli che si sono susseguiti negli anni.
Un altro rimprovero verte intorno alla mancanza di infrastrutture per fare economia, ai ben noti problemi di ferrovie e di sottosviluppo che attraversano la Sicilia, al bisogno di risanare i debiti precedenti per garantire a tutti i diritti fondamentali.
Emblematico, quando tuona: “Il Sud può salvare l’Italia”.

Arriva nel finale il momento del Premier, che ringrazia il Magnifico Rettore per l’accoglienza in quello che definisce: “un magnifico posto, dove hanno insegnato anche i premi Nobel”.
Sul patto, commenta: “Sono qui oggi per la firma di un importante accordo che porta ingenti risorse, ma in questo caso si tratta di un patto attraverso il quale le due parti si controllano a vicenda e non ci sono rischi, come in passato, di spendere male i finanziamenti. E’ finita la stagione nella quale non si conoscevano le procedure, siamo davanti ad un accordo che ci rende tutti responsabili”.
Sul finale, annuncia l’imminente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei maggiori finanziamenti ai Sindaci dei Comuni che hanno favorito l’integrazione e l’accoglienza dei migranti, e il rinnovo dell’annuncio del G7 a Taormina.

Nota negativa di giornata: il Premier ha preferito non rilasciare interviste e non incontrare i giornalisti, che hanno soltanto potuto seguire l’evento in streaming.

Alessio Micalizzi

Le 7 tipologie di parenti degli Universitari

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Se sei una matricola, questo articolo potrà esserti utile a difenderti dalle trasformazioni che la tua intera famiglia subirà non appena varcherai la porta di casa da Universitario.  Se invece sei una vecchia gloria dell’Ateneo, ti divertirai a riconoscere i tuoi parenti in queste 7  esasperate categorie. Scopriamole insieme.

1. “Mio figlio studia all’Università”

Qui vanno piazzate di sicuro tutte quelle mamme che, dall’immatricolazione in poi, se ne andranno in giro esibendoti come un trofeo. La sorprenderai al telefono con la sua migliore amica, mentre elenca tutte le materie del tuo corso di laurea. Vi capiterà di sentirla persino alla cassa del supermercato che esordisce con un “Niente sconto? Mio figlio va all’Università”. Stai tranquillo, non è una cosa duratura. Prima o poi si renderà conto del fatto che non sei un super eroe.

2. “Hai preso 28?”

Ecco, proprio quando tua madre smetterà di crederti un extra terrestre, succederà più o meno questo: Tu che torni a casa, sei stanco ma contento di aver finalmente passato l’esame per il quale hai penato per circa 2 mesi, rinunciando alla tua vita sociale e pure a quella igienica (perchè diciamocelo, sotto esami pure il tempo che impiegheresti a fare una doccia diventa prezioso). Lei ti scruta curiosa, non sta più nella pelle. Tu non vedi l’ora di mostrarle soddisfatto il tuo libretto, glielo dai. Lei lo apre, lo guarda, ti guarda, lo riguarda, ti riguarda e finalmente esclama: “Solo 28? hai preso solo 28?”. Ecco, forse non smetteranno mai di crederci degli extra terrestri.

3. “Stai mangiando, vero?”

Tua nonna. Da sempre la miglior infornatrice di parmigiana di melanzane, e la migliore decoratrice di torte del quartiere. Ti ha ingozzato fin dai tempi dell’asilo, nascondendoti nel piccolo zaino il panino salame, formaggio e pomodori secchi che, se lo riportavi indietro rischiavi di farla finire al pronto soccorso e allora ti inventavi le peggiori trattative coi tuoi compagni che i cartelli messicani ciao proprio. Ecco, nella sua testa l’ostacolo adesso è ai massimi livelli. Ti vede andare a lezione, poi studiare e passare le notti insonni a ripetere. Sente l’ansia gironzolare per casa e vorrebbe abbatterla al posto tuo, a colpi di mattarello e lievito di birra. Ma lei ha di sicuro la ricetta perfetta: Sta già infornando l’ennesima teglia di pasta al forno perchè oh, “ti vedo sciupato”. E niente, forse tua nonna non è troppo cambiata da quando facevi l’asilo.

4. “Quando ti laurei?”

Se sei single ti chiederà: “Ma quando ti trovi un/a  fidanzato/a?”.  Se il/la  fidanzato/a  ce l’hai già, ti chiederà: “Ma quando ti sposi?”. Se sei felicemente sposato/a ti chiederà: “Ma quando te li fai due bei bambini?”. Se nessuna di queste categorie ti appartiene perchè sei fermo al primo punto e ti sei pure arreso al fatto che no, non ti fidanzerai mai perchè una relazione richiede troppo tempo, allora preparati perchè lei sarà lì. Tua zia, quella che sei costretto a vedere una volta ogni quattro mesi alle riunioni di famiglia. Colei che non aspetta altro che infierire sulla tua già infelice vita da studente senza bambini, ne matrimonio, ne fidanzata/o. Puntualmente ve lo chiederà con quel ghigno malefico “Ma quanto ti manca alla laurea, ancora molto?” e tu magari ti sei appena immatricolato e vorresti solo metterle del lassativo nel bicchiere.

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5. “Tua sorella ha finito in tempo”

Tutti abbiamo una sorella più intelligente. Anche tu, figlio unico che di sorelle e fratelli non ne hai mai visto nessuno. Una volta entrato a far parte del mondo universitario, ti ritroverai a dover lottare non solo con dispense, professori ed esami improponibili. La tua sarà una gara contro il modello perfetto al quale ti paragoneranno costantemente. Non hai una una sorella ne un fratello? Sono sicura che se ti fermi 30 secondi a pensare al tuo albero genealogico, ecco che ti salta in mente il 110 e lode in giurisprudenza di tua cugina, il master in ingegneria nucleare del fratello di tua cugina, la laurea in medicina e chirurgia della tua vicina di casa, tutte rigorosamente conquistate lontano dal fuoricorso che mamma mia, ho l’ansia solo a pensarci mi sa che vado a studiare.

6. “C’è sempre il prossimo appello”

Ecco, forse è il momento di descrivere gli alleati. Si, perché in mezzo a tutta questa ansia avrai di sicuro degli alleati. Se sei cresciuto in una famiglia numerosa, i compagni di gioco non ti saranno mancati; I tuoi cugini coetanei o semi coetanei, quelli con i quali dividevi il ruolo dei power rangers (io sono quello rosso che è il più forte, se vuoi giocare resta solo quello rosa) o delle super chicche. Adesso siete chiaramente tutti in lizza per il titolo più prestigioso della famiglia, ma stavolta siete tutti seduti dalla stessa parte del tavolo. “Io lo do al prossimo appello, tu?”  e finalmente ti sembra di aver trovato un oasi in mezzo al deserto.

7. “Il super eroe di te stesso”

E alla fine,  ci sei tu. Tu che volente o nolente, una volta oltreppassata la linea da studente universitario, ti sentirai un po cambiato. Tu che riesci a rinunciare ad una birra il venerdì sera, per rimanere a casa e non sentirti in colpa. Tu che non hai paura di rinunciare al sonno, per finire di sfogliare tutte le pagine che avevi previsto sulla tua tabella di marcia. Tu che ti siedi, senza timore, davanti al peggior professore d’Ateneo, anche se sai solo l’argomento a piacere. Tu che punti 7 sveglie ad intervalli di 3 minuti, per non fare tardi a lezione. Tu che hai scelto, con coraggio, di continuare gli studi, rinunciando a zappare la vigna di tuo nonno. Tu che in fondo, ogni giorno, sei il super eroe di te stesso. 

Vanessa Munaò

Notte bianca dello Sport: la terza edizione tra tornei e musica

Si è conclusa anche la III edizione della Notte Bianca dello Sport Universitario, manifestazione sportiva organizzata dal CUS Unime e dall’Università di Messina . All’evento, che si è svolto alla Cittadella Sportiva sin dalle prime ore del pomeriggio di venerdi 14 ottobre, hanno partecipato oltre 150 studenti, che si sono “sfidati” nei tornei sportivi di basket 3vs3 e calcio a 5. Superate le 400 presenze. Molte le persone che hanno preso parte alle prove libere ed alle dimostrazioni proposte dal Centro Universitario Sportivo nelle varie discipline in programma per questa stagione.

Nel corso della serata ampia attenzione è stata posta sul tema della lotta alla sclerosi
multipla e dell’ecosostenibilità, grazie alla presenza dei volontari dell’Aism e dell’associazione Futuro Ecosostenibile.

Terminati i tornei e le attività sportive, dunque, i numeri si sono alzati ulteriormente per la parte conclusiva della manifestazione, iniziata con un’esibizione di bollywood ed una di break dance, per poi proseguire con l’intervento del Presidente del CUS Unime, Nino Micali, il quale ha sottolineato l’enorme soddisfazione per la bella riuscita della manifestazione.

La serata, poi, è proseguita con la presentazione di alcune delle prime squadre cussine (calcio, basket, pallavolo, softball, hockey e pallanuoto) e con la premiazione dei vincitori dei tornei.

Per il basket 3vs3 hanno vinto il torneo i NBM, secondi i Narcos e terzi classificati i Papardo Raptors. Per il calcio a 5 primi classificati sono stati i ragazzi del team A.C. Picchia, mentre secondi si sono classificati i ragazzi proprio del CUS Unime.

Ospite d’onore per la premiazione Alessandro Parisi, nuovo innesto, tra l’altro, del settore calcio cussino.

Il momento dedicato alla musica ha visto come protagonista Luca Dirisio che ha condiviso il palco con il giovane cantante messinese Marco Germanotta.

Una manifestazione, dunque, che anche nella sua terza edizione registra numeri importanti, riusce anche a migliorarsi rispetto alla precedente edizione e si spera che l’anno prossimo i numeri delle presenze sia ancora più alto.

Piero Genovese

UniMe e la Notte Bianca: eravamo veramente connessi?

Giorno 14 ottobre c.m., si è svolto l’evento ‘’Notte Bianca dello Sport Universitario’’ presso la Cittadella Universitaria di Messina. L’evento è stato organizzato dal Cus Unime, con l’aiuto di molti studenti volontari che hanno aderito all’iniziativa. Quest’ultimo è stato creato dagli studenti per gli studenti, con il supporto da parte della nostra Università.

La manifestazione ha ricevuto molte adesioni, in quanto era caratterizzata da varie attività alle quali poteva partecipare chiunque. Infatti, oltre ai tornei sportivi ai quali aderivano i vari studenti, sono state tenute diverse discipline che tutti potevano provare. A sera inoltrata si è concluso il mega-evento con la partecipazione straordinaria di Luca Dirisio in concerto.
Ovviamente, essendo noi la Voce dell’Università, abbiamo partecipato con grande entusiasmo. Radio UniVersoMe si è presentata presso la Cittadella alle 16:30, pronta per trasmettere in diretta la radiocronaca dell’evento. Però (c’è sempre un però), non tutto fila sempre liscio come l’olio. Quali disavventure hanno dovuto affrontare questa volta i nostri piccoli grandi eroi?

Il cuore del problema sta nel fatto che spesso diamo le cose per scontate. Come l’acqua, il fuoco, l’elettricità e, nel nostro secolo, il Wi-Fi o, comunque, la rete internet. Cosa è questa grande invenzione dell’uomo? La possibilità di essere sempre connessi tra noi, ma, a quanto si è visto, a volte ci si ritrova isolati.

Cosa c’entrano gli speakers di Radio UniVersoMe in tutto questo? Che, loro malgrado, per quanto dovevano iniziare il loro lavoro alle ore 17:30 e finirlo alle 22:30, questo, purtroppo, non è potuto avvenire. Infatti, come molti di voi avranno potuto notare, il programma è potuto partire solamente alle 19:30 ed è, inoltre, finito all’incirca alle 21:30. Questo a causa del fatto che la grande risorsa del World Wide Web è venuta a mancare (e ci uniamo in cordoglio, porgendo le nostre condoglianze) senza che noi ne fossimo al corrente.
L’antico vaso andava portato in salvo, cita una famosa pubblicità. Nel nostro caso, la contemporanea trasmissione andava portata in salvo. C’è stato un momento in cui tutti ci guardavamo con l’espressione da pesci rossi, abbastanza perplessi, senza sapere cosa dire o fare. E, di certo, l’uragano di contorno non aiutava gli animi.

14708100_1193265657415322_5006445178957147403_nAd un certo punto la scena era questa: noi che guardavamo i ragazzi dell’organizzazione e loro che guardavano noi. Dopo i primi momenti di disperazione, i prodi guerrieri, hanno cercato le più svariate soluzioni: sono stati chiamati vari gestori telefonici, l’Università stessa, vari negozi di informatica, il Papa, Barack Obama e, infine, anche il cavallo che trottava nei dintorni (per la dimostrazione dell’attività equestre), ma niente. Nessuno che ci avesse forniti di una gioia. Un classico.

I nostri soldati non si sono arresi, o meglio, hanno ricevuto la grazia divina. Dio, Homer Simpson, Spongebob o chi per lui, ha inviato un angelo dal cielo che ci ha forniti di un telefono privato provvisto di Gb in grado di sostenere la diretta radio. Ore 19:30: siamo, finalmente, in onda!

Tale angelo, non sappiamo chi fosse, purtroppo, nella confusione e nello sconforto, il suo nome non è stato pervenuto. Comunque, ci teniamo a ringraziarla pubblicamente.
Ancora oggi, non riusciamo a dare una spiegazione a quanto avvenuto. L’Università ci ha creati, sostenuti e voluti come voce di sé stessa e noi abbiamo fin da subito accolto con entusiasmo l’incarico assegnatoci. Il problema è proprio questo: come possiamo assolvere questo compito senza i mezzi base necessari? Di certo gli studenti che hanno partecipato all’organizzazione dell’evento, o tanto meno noi, hanno i poteri magici.

Se l’Università è gli studenti, gli stessi studenti devono avere i mezzi validi per rendere valido l’Ateneo.
Certi che è stato un caso isolato e facilmente, alla fine, marginato e risolto, non possiamo non riportarlo. Essendo la ‘’famosa’’ Voce dell’Università, è corretto riportare non solo quanto di bello c’è ma anche i disagi che a volte si presentano.

Ci teniamo a sottolineare che il nostro rammarico non deve essere interpretato come una diffamazione nei confronti dell’Ateneo ma perché, al contrario, tanto è l’amore nei suoi confronti quanto è ampio, appunto, il nostro dispiacere. Dispiacere dato dal fatto che l’Unime, purtroppo si perde in un bicchier d’acqua. Fermo restando che, se deve esserci questo bicchiere, almeno che sia di Vodka.

Il nostro auspicio è che, dal momento che ‘’l’unione fa la forza’’, tutti insieme cercheremo di puntare più sulla qualità che sulla quantità.

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Elena Anna Andronico
Giulia Greco

Scusate il Disordine!

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La musica non la si prendeva. Mai!”

 

 

 

In “Scusate il disordine” Luciano Ligabue lascia di nuovo, dopo “Il rumore dei baci a vuoto”, senza parole. Una raccolta di racconti che lascia sempre incompleti e liberi di interpretare a modo proprio quello che succederà dopo. Una chiave di lettura: la musica. Presente in tutte le sue inclinazioni, con diversi amore verso di essa ma racchiusa tutta in uno spartito che ha proprio il sapore di Ligabue.

Ogni racconto si concentra sulla musica e sul rapporto che il personaggio ha con essa, fama o non fama, portandoci realtà che conosciamo ma spesso ignoriamo. Come Anchise che, nonostante la sua età, pur di continuare a suonare paga i componenti della sua band di tasca propria e si lega le bacchette alla mano a causa dell’artrosi; o un rapper che raggiunto il successo crede di potersi permettere una qualsiasi azione, probabilmente l’aspetto più raccapricciante dell’essere famosi.

Durante il primo pezzo ti hanno mitragliato di foto. Poi hai chiesto se adesso potevano mettere via macchinette e telefonini. Non c’è stato verso, hanno continuato a scattare ininterrottamente. Sei lì. È inevitabile. Per un attimo ti chiedi se non sanno, ma poi ti dici che sanno, sanno

Ligabue usa un linguaggio semplice e diretto, cambiando spesso registro a seconda del messaggio che vuole trasmettere. Consigliato a chi non ha paura di mostrare il disordine dei pensieri dentro di sé, le proprie emozioni e i propri dolori. A chi non nega il disordine della propria vita perché, per quanto si cerchi di regolarla, di dirigerla, non ci riusciamo e dobbiamo ammetterne l’impotenza. Non si può controllare.

Recentemente, il 24 e il 25 settembre, il ritorno live di Ligabue al Parco di Monza.

 

Serena Votano