PAGELLE IGNORANTI: STUDENTI VS CFU

Ma quale Juventus- Monaco. Ma quale Italia- Germania. Ma quale Federer- Nadal. La sfida più insidiosa di tutte è quello dello Studente contro i CFU.

Riuscirà a raccoglierli tutti? PIKACHU SCELGO TE.

E se in amore e guerra tutto è lecito, immaginate in questo caso.

Si scende a qualsiasi tipo di compromesso. E noi, a questi studenti, abbiamo dato un voto.

Ecco le nostre personalissime… PAGELLE IGNORANTI.

 

-Il patito di convegni e conferenze, 7:

È di solito il trentista del corso. Preciso, puntuale, appassionato e con tanta voglia di crescere (no, non come quelli del fruttolo).

IL PATITO DEI CONVEGNI è un piccolo Einstein, a lui non basta aver raggiunto a suon di 30 e lode il numero minimo di crediti. Lui deve oltrepassare la linea ed andare oltre. Non importa che studi a medicina o ad ingegneria nucleare, qualunque sia l’ambito disciplinare in questione lui sarà lì.

Lo ritroverai alla presentazione del libro sulle ricette di nonna Pina (quella delle tagliatelle), alla conferenza sull’invecchiamento precoce della pelle, e al convegno di scienze delle relazioni internazionali. Lui sarà lì sempre, a fare avanti e indietro per tutti i dipartimenti come il suo fosse un gioco a chi conquista più decimi di CFU in una sola giornata. Che poi fermati cazzo, a questo gioco stai giocando solo tu e il tabellino segna 0,50. STAKANOVISTA

 

-L’Approfittatore, 5:

L’APPROFITTATORE è meschino. Sa bene quanto sia importante racimolare il maggior numero di Cfu durante tutta la durata del corso di studi, ma c’è una cosa che conosce meglio di questa: LO SCROCCO.

L’arte dell’approfittare è cosa ardua, richiede tempo, passione e dedizione. Chi la pratica, di solito, riesce a coniugare alla perfezione l’utile e, diciamo così, il DILETTEVOLE.

Il suddetto studente, dunque, sarà presente ad ogni congresso. Si, perchè IL CONGRESSO è un momento aulico e di élite, roba che solo se sei di un certo rango la puoi capire. Si presenterà rigorosamente in abito elegante, la cravatta e la ventiquattr’ore. Avrà un’aria distinta, saccente, quasi istituzionale. Lo studente in questione sarà impeccabile in tutto, imparerà a memoria il nome di tutti i professori pluripremiati che presenzieranno e saprà anche riconoscerli.

In realtà nulla è come sembra, non è decisamente come potrebbe sembrare.

L’APPROFITTATORE non è un patito di medicina sperimentale su cadaveri vivi (?), non è un appassionato di teorie aereospaziali sulla luna, né di dibattiti approfonditi sulle nuove formule magiche per salvare il pianeta dal disgelamento nell’ozono (sti congressi sono proprio robe strane eh?!); è solo maledettamente affezionato alle poltrone del Palacongressi.

Talmente tanto che arriva con qualche minuto di anticipo per scegliere la sua poltrona preferita e poi sta lì, comodo comodo, per infinite ore a russare con la bocca aperta che una sdraio alle Maldive può accompagnare solo. Ma non è finita: tutte quelle ore di “fatica” non possono che essere sostenute da tattici sfondamenti ai buffet. Si, perchè è quella la parte migliore. Appostamenti tattici, schemi di gioco ben studiati, movimenti camaleontici. Un arancino di qua, una pizzetta di là e i CFU sono belli e serviti. E il giorno dopo? Si replica.

Quando non può proprio presenziare? Il suo nome comparirà comunque sull’elenco degli studenti presenti. Avrà, con la sua maestria, gentilmente approfittato della “penna” di un collega. AVVOLTOIO

 

-Lo Sportivo Occasionale, 8:

Vi stiamo per spifferare una delle chicche dell’Unime. TU, caro lettore, lo sai che praticando un’attività sportiva al CUS puoi portarti a casa un bel gruzzoletto di CFU?! EEEEEEH, MA CHE NE DEVONO SAPERE I COMUNI MORTALI.

LO SPORTIVO OCCASIONALE, lo sa. Sa che due giri di campo valgono 0,25 cfu. Guardatevi intorno: secondo voi l’amico tanto fidato si sbatte fino all’annunziata perché vuole tanto bene ai suoi compagni della squadra di volley? NO. Lui sa. Sa che non c’è bisogno di seguire conferenze. Non c’è bisogno di travestirsi da persona per bene ad un congresso. Non c’è bisogno di alzarsi la mattina presto il sabato.

Basta andare a fare sport. Cuffiette nelle orecchie e CIAONE. A 20 giorni dalla laurea ricordi che ti mancano 86 CFU liberi, ti giri verso il tuo fidato compagno di studi e mille sventure tutto madido di sudore e invece lui… È tranquillo.

I CFU guadagnabili attraverso la pratica di attività sportive sono CFU da veri sommelier. Da buongustai, da persone che non hanno bisogno di chiedere… MAI.

E, soprattutto, sono solo per una classe ristretta di dipartimenti. Ah, che ti pare, che a tutti i dipartimenti possono essere assegnati? No no. C’è chi può e chi non può. TU non può.

LO SPORTIVO OCCASIONALE, è quello studente che ha capito il senso della vita: ha i crediti che gli servono già alla fine del primo anno, è pronto per la prova costume da dicembre (campando di rendita durante le rigide sessioni invernali) ed ha conosciuto un sacco di figa. JOE BASTIANICH

 

-UniVersoMe, 3:

Qui la faccenda è piuttosto seria. No ragazzi, non lo dico perchè UniVersoMe è casa nostra e come una mamma che vede il proprio figlio sedicenne mano nella mano con la fidanzata, sta dando di matto. Ma io vi vorrei chiedere: PERCHÈ PROPRIO MIO FIGLIO??? PERCHÈ??

Da quando UniVersoMe ha aperto le porte al magico mondo dei CFU, la vita di redazione è cambiata. I quattro moschettieri si sono trasformati ne “la carica dei 101”, e l’ufficio stampa non è più la tavola rotonda ma un fottutissimo porto di mare. Gente a destra, gente a sinistra.

Tutti con la passione per la scrittura, la radiofonia, le interviste e le vignette. Lo studente che bussa alla porta di UniVersoMe è furbo. Arriva in punta di piedi ma deciso. Millanta di conoscere il progetto, di leggere gli articoli pubblicati giornalmente (compreso questo), di essere un fan accanito dei programmi radiofonici.

Sa che deve essere abbastanza convincente per inserirsi nel team senza dare nell’occhio; per i primi tempi condivide e presenzia, si mostra appassionato e pieno di idee innotive. Poi, abbandona il gruppo whatsapp e sparisce nel nulla.

Ma a noi tutto questo può anche star bene, tutto sommato è appena stata approvata la legge sulla leggittima difesa. “Si può sparare a chi ruba in casa tua dopo le 20.00” (approssimativamente dice così)

Dunque, cari studenti appena approdati ad UniVersoMe, dite grazie a chi ha stabilito questo orario, che alle 20.00 l’ufficio stampa è già chiuso da un pezzo. ARSENIO LUPIN

 

-Il Movimento 5 Litri, 10:

A questo studente voto massimo. Negli anni ha affinato la delicata e sacra arte dell’AFTER. Chiamatelo spirito di sopravvivenza: di sicuro è uno di quegli studenti di cui il dipartimento di appartenenza organizza lezioni di aggiornamento, retribuite a suon di CFU, nell’unico giorno della settimana libero… IL SABATO.

Non solo: l’ORARIO. Il comunicato indicherà: ‘’si invitano gli studenti interessati a recarsi in tale aula di tale padiglione alle ore NOVE’’. LE NOVE DI SABATO MATTINA.

Che fai, a quel punto? Essere o non essere? Vivere o morire? Andare all’Officina il venerdì sera o coricarsi? Rimanere sobri o alcolizzarsi a morte?

NO PROBLEM. La prima volta si iscriverà e dimenticherà di averlo fatto. La seconda volta non sentirà la sveglia. La terza volta avrà imparato la lezione: dopo l’officina, panino da Lillo Litro e poi via, parcheggiato di fronte l’edificio d’ingresso, sonnellino in macchina e andiamo a comandare alle nove del mattino di sabato, col sudore che sa di Jack e menta. PROBLEM SOLVING

 

-Colui che “scende a compromessi”, 9:

Lo abbiamo detto, quella dei Cfu è una questione seria, talmente seria che quando capita di ritrovarsi con un credito e dico UN credito mancante in carriera, a sole poche settimane dalla laurea, ecco che oltre alla disperazione (o meglio, oltre all’imprecazione) lo studente medio non potrà che scendere a compromessi.

Che poi, come ha fatto quel maledettissimo credito a sfuggire alla meticolosa conquista messa in atto dal giorno dell’immatricolazione? Anni e anni di spunte blu accanto ad ogni esame conquistato, anni di calcoli e di countdown per arrivare a quei benedetti 180 (360 per i più audaci… Molto audaci), anni di diagrammi a colori e grafici con curve concave e convesse e lui è rimasto lì, solo e triste.

A questo punto non rimane che improvvisare. Nessun convengo, nessuna materia, nessun progetto che possa rimediare alla falla subita. Nessuna fiaccolata commiserativa sotto casa del rettore insieme allo striscione “Magnifico fammi la grazia”, nessuna opera di stalkeraggio nei confronti del direttore di dipartimento: “Ho fame di laurea, dona 1 Cfu all’ 8×1000”.

Poi l’illuminazione: “Di sicuro servirà un uomo delle pulizie”. E allora via con scopa e paletta, straccio e secchiello, pezza e vetril. Per 1 CFU questo e… Molto altro. FANTASISTA

 

-Gli Affaristi, 4:

In qualsiasi università che si rispetti, come la nostra, vengono stanziati progetti su progetti da far girare la testa. Il problema dello studente Unime medio è che deve essere convinto a partecipare… ‘’Ciu dissi, a buon rendere’’.

Da qui, il pessimo voto. Perché alcuni progetti affondano come il Titanic per la scarsa partecipazione. Perché, se c’è una cosa che lo studente Unime medio vuole, è il CFU.

AFFARISTA, per noi e Mara Maionchi è NO. Voto 4.

‘’DISONORE SU DI TE, DISONORE SUL TUO DIPARTIMENTO, DISONORE SULLA TUA MUCCA’’ semicit.

 

L’AFFARISTA, arriva con il suo charme e il suo eloquio affascinante, diventa parte dell’equipaggio e poi… Contratta. O CFU o niente. Abbandona la nave. Ti lascia in 13 a metà percorso.

‘’MA COME NON DA CFU?! ALLORA NIENTE, NON HO TEMPO, SONO TROPPO IMPEGNATO’’.

MA TROPPO IMPEGNATO COSA, VORREMMO SAPERLO. Sei troppo impegnato a tagliarti le unghie dei piedi? Sei troppo impegnato a contare i peli del tuo cane? Sei troppo impegnato ad allenarti al lancio del coriandolo bagnato controvento? Sei troppo impegnato ad essere un cretino messo all’impiedi, ecco in cosa sei impegnato. SCHETTINO.

Elena Anna Andronico (285/360 CFU TOTALI, 6/8 CFU LIBERI)

Vanessa Munaò, (144.5/180 CFU TOTALI, 6.5/12 CFU LIBERI)

Terza Edizione “Calcio al razzismo – Uniti con lo Sport”

 

Prime edizioni

Nel 2015 nasce l’idea del “Calcio al razzismo – Uniti con lo Sport”, evento organizzato dal Cus Unime e dal Cug (Comitato Unico di Garanzia). Un momento di aggregazione, ovvero un torneo di calcio a 5 tra associazioni (non solo) studentesche e giovani migranti. Le prime due edizioni sono state accolte in modo cospicuo e questa terza edizione non è stata da meno. Anzi si dimostra essere una manifestazione sempre più in crescita.

Organizzazione

Dieci squadre hanno partecipato a quest’evento di natura benefica e solidale: cinque di queste composte dai centri di accoglienza per giovani migranti e altre cinque da rappresentanze locali. Due pomeriggi all’insegna del divertimento (mercoledì 26 e giovedì 27 aprile), presso la Cittadella Universitaria di Messina . Il primo giorno si sono tenute tutte le partite dei due gironi, ognuno da cinque squadre, e solo le prime due classificate sono giunte alla fase finale. Il secondo giorno, invece, sono state disputate le semifinali e le finali per il primo e per il terzo posto. Il tutto gestito in tempo reale dalla piattaforma Livinplay che ha curato i dettagli di calendario, classifiche e statistiche.

Squadre

I centri di accoglienza Amal, Ahmed e Sed hanno presentato 5 squadre: Betis Gang, Rainbow Lion, Real Ahmed, Real Amal e Sed. Mentre le altre cinque formazioni erano presentate da: Andromeda, Atletico Zancle, Esn Messina, Icaro-Orum e Messina Nel Pallone. A qualificarsi per le semifinali sono state Real Amal e Messina Nel Pallone per il girone A e Rainbow Lion e Icaro-Orun per il girone B. La finalissima è stata tra Rainbow Lion e Real Amal, con i primi vincitori della terza edizione del torneo. Grande soddisfazione per i centri di accoglienza con due delle loro squadre giunte alla finale per il primo posto. Infine, Icaro-Orum ha ottenuto il gradino più basso del podio vincendo ai rigori la finale per il terzo posto.

Premiazioni e saluti

In conclusione della manifestazione, è stato il Presidente del Cus Unime, Antonino Micali, a gestire le procedure di premiazione. Inoltre Carlo Giannetto, membro del Cug, e Alessandro Parisi, ex calciatore del Messina e coordinatore del settore giovanile del Cus, hanno contribuito alla cerimonia di chiusura. Tra i sorrisi e le gioie dei ragazzi migranti si conclude la terza edizione del “Calcio al razzismo”. Anche quest’anno grande vittoria di fratellanza e solidarietà con l’obiettivo di promuovere nuovamente il tutto il prossimo anno.

 

 

 

Mirko Burrascano

 

Hai 24 anni

Mi rendo conto del tempo che scorre sempre nello stesso periodo dell’anno, in questo periodo dell’anno, quando, con le mie tre amiche, a distanza di pochi giorni, mesi, compiamo gli anni. Per pochi mesi, abbiamo tutte e quattro la stessa età.

I compleanni, crescendo, non hanno più lo stesso sapore. Per me acquisiscono, pian piano, una sorta di malinconia. Eppure, ancora, siamo così giovani.

Abbiamo 24 anni. Siamo giovani. Siamo forti, caparbi, siamo dei sognatori. Lo leggo nella faccia dei ragazzi e delle ragazze che mi circondano, negli occhi dei colleghi, delle persone che incrocio per caso il sabato sera o il lunedì mattina.

Siamo in quella fascia di età che va dai 20 ai 30 anni, in cui ancora, chissà per quanto tempo, possiamo permetterci di sognare, di fare errori, di ripararli. In quella fascia d’età in cui ancora possiamo rischiare, metterci in gioco e, anche solo per un attimo, per un paio di ore, concederci il lusso di scordare.

Scordare gli impegni, le responsabilità, i doveri, le preoccupazioni.

In quella fascia d’età in cui, che tu sia ancora a casa o meno, la sera trovi mamma e papà, a casa o per telefono, pronti a salvarti il culo o a dirti, ancora, di nuovo: “andrà tutto bene”.

E quella frase ti può fare incazzare, oppure no, ma non devi dimenticartene il sapore. Perché, chissà, forse un giorno sarai tu a doverla dire. Anche se non ci credi, anche se non ne hai la forza.

Andrà tutto bene.

Abbiamo 24 anni e capita di bloccarsi, anche solo per un secondo, e chiedersi:” ma io, chi sono?”. E quando arriva questa domanda, improvvisa, come una doccia fredda, si sta là, in mezzo al traffico, alla folla, davanti allo specchio del bagno. Tutto passa veloce mentre tu sei immobile nel tempo. Sai rispondere alla domanda?

È la paura, che blocca. Quella domanda fa paura. Chi sono io?

Come potrebbe non fare paura. Tutto intorno a noi si muove. Mentre noi, a volte, siamo fermi. Non ci accorgiamo che, quando ci muoviamo noi, è il resto che si ferma. E questo fa paura. Ma quando tu ti muovi, non puoi accorgerti se il resto è fermo: semplicemente perché ti stai muovendo.

Ma quando sei fermo, è in quel momento che non devi avere paura. Rilassarti, con la consapevolezza che ti muoverai di nuovo.

A 24 anni, alcuni sono già laureati, altri no. Alcuni lavorano, altri no. Ma tutti ci chiediamo perché noi non riusciamo come gli altri. Dopotutto, la vita degli altri sembra sempre più facile.

E ci sentiamo in colpa: potremmo fare meglio, forse, ma il meglio non sembra mai abbastanza.

E si ricomincia. Io, chi sono? Io, dove sto andando?

Non stiamo certo tutto il tempo a chiederci chi siamo e dove stiamo andando. Ma di sicuro, di tanto in tanto, queste domande arrivano prepotenti, pesanti, insormontabili. Le anestetizziamo con la vodka e i buoni propositi per il giorno dopo. Ci fanno stare più tranquilli, ma poi, non servono a niente.

Abbiamo 24 anni, e forse siamo troppo grandi per ballare in preda all’alcol e all’euforia. Che i nostri genitori avevano già noi, mentre noi abbiamo soldi da spendere in ricordi che, beh… Non sempre ricorderemo.

Quella vodka che, diciamolo tra noi, comincia a diventare una scimmia sulle spalle un po’ pesante.

Abbiamo 24 anni, e ci guardiamo intorno aspettando. Un messaggio, uno sguardo, un invito. Magari aspettando solo l’ora di tornare a casa, o il panino delle 4 a.m. (chissà come, ha sempre un sapore meraviglioso).

E ti chiedi come siamo finiti così, con un piccolo amore nel cuore e noi piccoli senza nessuno accanto. Perché il bello dei 24 anni è anche questo: condividere. Con gli amici, , siamo la generazione che può dire a gran voce “grazie a Dio ci sono i miei amici”; ma servirebbe, a volte, pure qualcun altro con cui condividere la vita. I momenti, le notti.

Che poi, dicono, basta l’esperienza d’amare per renderci pieni, migliori. Sarà.

Sarà che, a 24 anni, vedi gli obiettivi fermi davanti a te e corri loro incontro per prenderli, e più corri, più ti sembrano lontani.

Eppure te li immagini, te li sai immaginati così tante volte, nella tua testa, che quasi provi a non immaginarteli più per paura di farli sbiadire. Il giorno dell’esame, il professore che verbalizza, finalmente, il voto per cui stai sudando 100 camice. Il giorno della laurea, la corona di alloro sul tuo capo. Il primo giorno di lavoro.

Sarà che, ai 24 anni, ci arriviamo e non sappiamo nemmeno noi come siano diventati 24. E pensi a quando ne avevi 18, di anni, a come ti immaginavi, a come sei, o a come non sei. Ricordo che quando, a 18 anni, il mio amore dell’epoca mi lasciò ed io mi ritrovai sola, mi consolai più di una volta pensando:” dai, quando avrò 24 anni e sarò quasi laureata, sarà tutto diverso. Chissà chi sarò, come sarò, chi avrò accanto, come sarà la mia vita”. È strano. A volte cambia tutto, a volte non cambia niente. Forse, sta tutto nel fatto che, nel nostro cuore, abbiamo ancora 18 anni, siamo ancora quei ragazzini con i vestiti da grandi.

Eppure, quei 24 anni, sembravano realmente così lontani.

Sarà che, a 24 anni, basterebbe qualcuno che ti concedesse un momento per sorridere. Con la tuta, immersi in una nuvoletta di fumo e sogni. Perché dai, non prendiamoci in giro, è questo che vorremmo tutti. Anche i più strafottenti di noi, lo sono solo fino a quel momento lì.

Sarà che ormai, forse, ci viene da dire “è troppo tardi”; però, forse, ancora è troppo presto.

Perché, a 24 anni, condividiamo tutti le stesse preoccupazioni: laurea, lavoro, futuro. Condividiamo quelle domande, chi sono io dove sto andando; ma condividiamo anche il cuore spezzato, il cuore in attesa, il cuore illuso, chiuso o aperto, traboccante, sfiorito o fiorito, arido, pulsante o fermo.

Sarà che, a 24 anni, ci fermiamo tutti, sotto casa, nella nostra macchina, con la musica che scorre e aspettiamo. Cosa? Non lo sappiamo. Però quei 10 minuti in macchina, da soli, di notte, servono a fermare il tempo, le preoccupazioni. Entriamo in stand-by dai nostri pensieri, alziamo il volume, aspettiamo che finisce la canzone e saliamo a casa. Quei 10 minuti fanno bene, all’anima.

Che poi, forse, a 24 anni, conviene solo continuare a camminare, che se aspetti non arriva niente. E senza preoccuparsi troppo: perché chiunque tu sia, a 24 anni, sei una bella persona. Sei quella persona che ride, scherza, va a ballare e aiuta l’amico sbronzo (o è l’amico sbronzo). Sei quella persona che ancora crede, sogna, studia. Quella persona che supera le sconfitte a testa alta e festeggia le vittorie a testa bassa, con umiltà.

 Chiunque tu sia, hai 24 anni, e c’è ancora un sacco di tempo per amare, per festeggiare e, soprattutto, per correre. E, di tanto in tanto, per fermarsi.

Che tanto, andrà tutto bene. Ora è così, ma a 31 anni, chissà dove sarò, chi sarò, come sarò diventata, chi avrò accanto, cosa starò facendo.

Elena Anna Andronico

NMUN 2017 al nastro di partenza

NMUN (National Model United Nations) è un progetto indirizzato a studenti universitari di tutto il mondo il cui scopo è quello di consentire loro di confrontarsi su tematiche attuali di diritto internazionale, rispettando le regole di procedura che disciplinano le riunioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

La partecipazione al progetto è garantita agli studenti tramite l’intermediazione delle Università: ogni anno è possibile iscrivere una delegazione che andrà a rappresentare uno degli Stati Membri delle Nazioni Unite.
I delegati, immersi in un clima che promuove il rispetto reciproco e il lavoro di squadra, possono toccare con mano la complessità di far coincidere i divergenti e spesso contrastanti interessi degli Stati ma anche l’importanza di risolvere ogni controversia internazionale attraverso lo strumento del dibattito e della mediazione.
La referente del progetto per la nostra Università è la professoressa Marcella Distefano.
Anche quest’anno una delegazione studentesca parteciperà alla simulazione, dopo aver seguito nei mesi passati un corso di preparazione il cui obiettivo è fornire ai partecipanti gli strumenti necessari per poter agire come delegati nelle commissioni ONU, attraverso lo studio di nozioni essenziali sul funzionamento delle Nazioni Unite e i principi di diritto internazionale nondimeno la realtà socio-politico-economica dei paesi che si rappresenteranno.
Dal 9 al 13 aprile otto studenti (Aldo Ponticorvo, Alessandro Sciarrone, Fausto Consolo in qualità di Head Delegate, Giuseppe Parisi, Maria Antonietta Passari, Maria Giovanna Urso, Simone Greco e Umberto De Luca) rappresenteranno la delegazione della Repubblica di Nauru, e prenderanno parte ai lavori delle commissioni GA1, GA2, GA3, HLPF e UNEA che rispettivamente si occupano si disarmo nucleare, materie economiche, temi sociali, sviluppo sostenibile e tutela dell’ambiente.
(ndr. la delegazione messinese, già in viaggio, atterrerà nella Grande Mela intorno alla mezzanotte, ora italiana.)
Arianna De Arcangelis
Umberto De Luca

CUS fermo al palo

Non va oltre lo 0-0 un buon Cus Unime in una delle trasferte più impegnative del campionato di Terza Categoria di Messina. Dinnanzi a una calorosa cornice di pubblico, a Gaggi (ME), alle 16,00 di sabato 1 aprile, il Sig. Garzo dà il via alla diciottesima giornata che vede affrontarsi Kaggi e Cus Unime.

Primo tempo: primi 45 minuti caratterizzati da tanta intensità a centrocampo ed equilibrio. Entrambe le compagini appaiono concentrate e determinate nell’attenzione sin dall’inizio. Il Kaggi prova a fare qualcosa in più del Cus Unime nella prima mezz’ora, ma senza mai riuscire a impensierire alcuna volta l’estremo difensore ospite. Nell’ultimo quarto d’ora della prima frazione di gara il Cus va vicino al vantaggio prima con Vinci che viene fermato sul più bello negli ultimi dieci metri dopo una prodigiosa serpentina e poi con Papale su punizione dal limite, ma la palla termina fuori, per pochi centimetri sopra la traversa.

Secondo tempo: il copione non cambia, anzi è praticamente lo stesso. Il Cus detta i tempi di gioco e il Kaggi prova qualche ripartenza, ma nessuna delle due squadre riesce a concretizzare le azioni create, merito soprattutto di un’elevata attenzione dei reparti difensivi.

Tuttavia il Cus ha da rammaricare con la sfortuna le più nitide occasioni; ci prova prima Creazzo dalla sinistra, ma il suo mancino viene salvato sulla linea da un difensore del Kaggi con un colpo di testa quasi d’istinto. La più grande palla-gol della partita capita sul destro di Di Bella, il bomber universitario, infatti, si procura un interessante calcio di punizione ai limiti dell’area di rigore avversaria e s’incarica lui stesso della battuta, ma il suo missile terra-aria centra in pieno il palo per poi spegnersi sul fondo.

Dopo le rituali sostituzioni e 4 minuti di recupero, arriva il triplice fischio arbitrale. Un pari che non serve a nessuna delle due squadre, ma che forse è il risultato più giusto.

Importante prova di carattere della squadra di Mister Smedile, che in qualche modo ha ben figurato dopo lo scivolone interno dello scorso match. Questa volta a mancare è stata la fortuna e non la prestazione dei giocatori in campo.

Così il Cus muove leggermente la classifica nelle zone alte della classifica, visto che tutte le altre squadre che stanno in testa non hanno disputato le rispettive gare a causa dell’impraticabilità dei terreni di gioco vittime del maltempo.

Domenica prossima, al Bonanno, alle ore 12,00, il Cus Unime ospiterà lo Stromboli, ultima partita prima della lunga sosta di tre settimane.

FORMAZIONE CUS (4-5-1): 1 Zito; 2 Rodà, 4 Iacopino, 5 Monterosso, 3 Insana; 11 Papale, 7 Vinci, 6 Fiorello, 8 Lombardo, 10 Creazzo; 9 Di Bella.

Panchina: 12 Faranda, 13 Costa, 14 Smedile, 15 Cardella, 16 Tiano, 17 Oliva, 18 Russo.

Allenatore: Smedile.

CLASSIFICA:

Ludica Lipari* 34

Cus Unime 33

Sc Sicilia* 33

Real Zancle 33

Arci Grazia 31

Fasport 29

Kaggi 25

Casalvecchio* 24

Stromboli* 23

Città di Antillo 13

Cariddi* 11

Malfa* 10

*una partita in meno

PAGELLE:

Zito 6: Dalle sue parti circolano pochi pericoli, quei palloni che arrivano nel suo territorio li disinnesca senza grossi problemi. Giornata tutto sommato tranquilla nella quale si fa notare per degli occhiali da vista bizzarri. RAY CHARLES

Roda 6: Il solito GMR che gioca senza fronzoli. Dalle sue parti si soffre poco ma difficilmente riparte l’azione in maniera pulita. Leggermente appannato nella ripresa dove soffre leggermente di più ma nel compenso una prestazione sufficiente. SOLDATINO

Iacopino 6.5: Non la sua migliore prestazione e ad essere sinceri qualche buco lo fa anche, ma giocare con una caviglia delle dimensioni di una noce di cocco è un alibi più che sacrosanta. SURVIVOR

Monterosso 7: Migliore in campo in assoluto, gioca con ordine al centro della difesa sbagliando praticamente nulla. Forse siamo arrivati ad una certezza, il suo nuovo ruolo è quello di libero vecchio stampo. BEPPE BERGOMI

Insana 6.5: Un moto perpetuo a sinistra. A inizio partita il mister gli raccomanda di contenere gli avversari dal suo lato e Pipo non se lo fa dire due volte. Tutti gli attacchi avversari si sbattono contro un muro, talvolta potrebbe osare anche di più in sovrapposizione ma per il resto una partita da incorniciare. PICCOLO GRANDE PIPO

Creazzo 6+:Grande, grandissima corsa ma talvolta un po confusionario. Nel primo tempo è sicuramente il più pericoloso del Cus con le sue sgroppate che mettono in apprensione la retroguardia avversaria. In riserva nella ripresa dove commette qualche errore prima del cambio. STREMATO

Papale 5.5: Per caratteristiche potrebbe essere un’arma devastante, anche grazie alle praterie che i suoi avversari lasciano sulla sua corsia. Papo però si limita al compitino quando forse avrebbe potuto osare un po’ di più. Alterna momenti in cui sembra in partita ad altri in cui scompare. SVOGLIATO

Fiorello 6.5: Dopo uno stop di tanti mesi, rieccolo al centro del campo. Paga ogni tanto la condizione fisica approssimativa, commettendo qualche errore (anche gravi) di lucidità ma è quello che dà ordine in mezzo al campo in un primo tempo in cui il Cus sembra padrone. Crollo giustificato nella ripresa prima del cambio. BENTORNATO APU

Lombardo 6-: Gioca un buonissimo primo tempo, con spunti interessanti quando si fa vedere tra le linee. Pecca di cattiveria negli ultimi 20 metri con qualche tiro degno dello 0-0 finale. Anche per lui crollo fisico nella ripresa. PIEDI DI BAMBOLA

Vinci 6.5: Anche per lui rientro dopo uno stop forzato. Primo tempo di ottimo livello con inserimenti costanti e grande grinta. Poco cattivo sotto porta in una circostanza che poteva dare il vantaggio ai cussini. Nonostante il calo fisico comprensibile è tra i pochi che conferma la buona prestazione nel secondo tempo. BENTORNATO MANU

Di Bella 6.5: Atteso a Gaggi come il tacchino nel giorno del ringraziamento, Fafo disputa una partita coraggiosa. Picchiato dal primo minuto, non si risparmia mai ed è sempre pronto a dettare il passaggio ai compagni nonostante i continui falli dei centrali difensivi. Grida vendetta quel palo preso su punizione che avrebbe ammutolito tutta Gaggi. NO FEAR

Tiano 6-: Sostituisce Fiorello ma fatica a trovare la posizione in campo con conseguente sofferenza in fase di non possesso. Periodo un po’ di appannamento, ha bisogno di ritrovare un pizzico di tranquillità. CICLO MESTRUALE

Oliva 6: Entrato forse troppo tardi per dare una mano a Fausto lì davanti, non incide come dovrebbe e non riesce a dare la scossa sperata.

Mister Smedile 6: Le idee ci sono ma un po’ la sfortuna (vedi forfait di Iamonte) e un po’ la settimana storta, finiscono per portare un pareggio a casa che sa più di beffa. TARANTOLATO

Mirko Burrascano 

Eppur si smuove…

Dopo quasi dieci anni, alla Casa dello Studente partiranno i lavori di adeguamento alle normative post terremoto dell’Aquila, che ne avevano decretato la chiusura nel 2008. Non appena terminate le festività pasquali, il presidente dell’ERSU Messina Fabio D’amore incontrerà gli operai a cui sono stati assegnati i lavori. Si stima che questi porteranno a termine la messa in sicurezza e l’adeguamento in 8 mesi.

Nella centralissima via Cesare Battisti, ad appena 350 metri dalla facoltà di Giurisprudenza, si erge la Casa dello Studente, una struttura di quattro piani che conta 240 posti letto ripartiti in 120 stanze doppie. Nel 1927 il Comune di Messina delibera e concede all’Università il terreno della Maddalena per la costruzione di un dormitorio universitario. L’ingegnere Salvadore, per conto del Rettore Rizzo, in pochi anni progetta e costruisce una struttura di tre piani sul terreno dove prima sorgeva l’Orto della Maddalena, luogo di interesse storico nei moti antiborbonici.

S.A.R. il Duca di Genova alla casa dello studente con i “Goliardi”

Visitata anche da Sua Altezza reale il Duca di Genova nel 1939, la Casa dello Studente diviene punto di aggregazione del corpo studentesco, e negli anni oltre i comuni lavori di ristrutturazione, si contano anche importanti ammodernamenti. Nel 1973 viene ristruttura tutta la casa, costruito il 3° piano aggiunti altri posti letto, biblioteca, sala per riunioni e due nuove mense efficienti e moderne. Il Rettore era Pugliatti e pensando sempre agli studenti, specialmente ai fuori sede, si utilizzano alcune delle stanze per creare un Centro Medico completo di laboratori di analisi cliniche, di oculistica, di radiografia e di medicina generale, con medici della facoltà di medicina. Questi servizi, gratuiti per tutti gli studenti, furono affidati al Prof. Diego Cuzzocrea, che ne fu il Direttore per anni.

 

Purtroppo negli anni questi fasti vanno scemando fino alla chiusura nel 2008 per inagibilità, passando per i traffici illeciti segnalati nelle dichiarazioni riportate dal procuratore Croce nella sua relazione sull’andamento del fenomeno mafioso a cavallo tra gli anni ’80 e ‘90, secondo cui la Casa dello Studente di Messina veniva utilizzata come deposito dalle associazioni mafiose e «la pistola era cosa normale come la penna stilografica».

 

Dunque chiusa dal 2008, potrebbe tornare ad aprire nei primi mesi del 2018. Con il denaro recuperato saranno anche acquistati gli arredi interni andati distrutti in questi anni. Insomma, nel dormitorio dove molti volevano collocare il secondo Palagiustizia, c’è stata anche una lunga occupazione da parte del Collettivo Unime e del Teatro Pinelli occupato, i cui effetti sugli interni della struttura sollevarono non poche polemiche.

“Che questa possa essere la volta buona”, forse l’unico auspicio che come studenti siamo portati a dire, in un momento in cui più che mai si riscontra quel bisogno di sentirsi presi in considerazione nella realtà locale. Una realtà questa che troppo spesso emargina coloro i quali, destreggiandosi tra un esame e l’altro, sperano un giorno di affermarsi come professionisti e classe dirigente di questa ed altre città.

Foto crimea-sicilia.it

Alessio Gugliotta

Ai tempi dell’università (a)Social: Instagram.

Sicura è solo la morte, diceva mia nonna. Cara nonnina, se tu ci fossi ora penseresti che siamo degli imbecilli (già lo pensavi all’epoca di MSN, quindi figurati).

Sicura è solo la morte… E gli studenti che procrastinano le loro giornate sui social. Quelli sono sicuri forse più dell’amica friz, là.

E qua subentriamo noi. In un momento di intesa riflessione shakespeariana, essere o non essere, dormire o non dormire, mangiare o mangiare fino a scoppiare, ci siamo chieste…

Facebook o Instagram? Questo è il problema.

Un problema davvero esistenziale (si vede che non ne abbiamo tanti di problemi, no?). Beh, guardiamo in faccia la realtà: è così.

Le nostre giornate di studio oscillano tra momenti di noia e dolore, con piccoli picchi di ‘’questa la pubblico su Instagram o su Facebook?’’

E, quindi, la vera domanda è: e TU, si tu, lettore di UniVersoMe… Che studente sei?

 

Lo Studente su Instagram:

  • L’instagrammer ‘’Solo Nature Morte’’

Questa è una delle categorie più atroci che descriveremo.

L’instagrammer “solo nature morte” vive in diretta streaming manco fosse al Grande Fratello speciale Università. Il suo profilo instagram è costantemente aggiornato; Foto, foto, foto e ancora foto ovunque e comunque. Se vi dicessi che il soggetto in questione vive costantemente con lo smartphone in mano, sarei banale (chi di noi non lo fa, dai.. su)

La sua particolarità, però, è quella di tenere sempre attiva la fotocamera. La mattina si sveglia? Foto del libro accanto alla tazza di premuta d’arancia. SCATTATO E POSTATO. Deve dare un esame? Foto del prima e del dopo al libretto (Anche qui… Scattato e Postato) Arriva in facoltà? Foto di sedie, banchi, penne, matite, cattedra e professore.. #LessonTime.

Si, perché gli hashtag sono forse la parte peggiore. Rigorosamente in inglese giusto per sentirsi un po’ più vicini ai colleghi di Oxford, che poi vorrei proprio vederlo uno che ad Oxford utilizza un hashtag del genere (Amici di Oxford vi lanciamo una sfida. Tutti con l’hashtag #ItaliansDoItBetter)

Il posto preferito degli Instagrammer “solo nature morte”? Senza dubbio le biblioteche, il miglior punto di ritrovo per gli scatti da 30 e lode.

  • L’influencer instastories compulsivo

Dai, ammettiamolo: a chi di noi non è piaciuta l’idea delle InstaStories? Quando MARK ZUCKENBERG, sempre il solito simpaticone, ha aggiornato l’app ha fatto un passo in avanti verso la nostra completa rovina (sono quasi sicura che faccia parte di un complotto internazionale per lavarci il cervello a tutti).

 

Da quel momento le persone si sono divise: chi ha continuato a postare in tranquillità e chi ha iniziato ad avere l’InstaStory compulsiva.

E qua entriamo in gioco noi studenti: similmente all’amichetto del punto 1, lo studente ossessionato dalle InstaStories mostra ogni singolo minuto della sua giornata di studio.

Autoproclamandosi regina delle celebrità (no bella, no magnifica MA senza pietà per noialtri), lo studente influencer ci rende perennemente aggiornati dei suoi spostamenti.

 

Non solo: fa l’update come le app. Si aggiorna. Prima erano solo video o foto di lui a lezione/mentre studia/ in biblioteca/ #pausacacca! Poi sono subentrati gli effetti. E i Boomerang. E i video da lontano che tanto c’è l’opzione senza mani (manco fossimo alle giostre). E gli adesivi. E gli adesivi con la posizione. E gli adesivi con l’orario. MA BASTA MARK TI PREGO ABBI PIETA’.

 

Speriamo solo che le sue conoscenze non si eliminino dopo 24h come le sue amate storie, sennò mi sa che finisce a #18&sto.

  • Il Chiara Ferragni dei Poveri

Ah meraviglia. Loro non sono studenti, sono degli sculati. VE LO GIURO. Sono i nostri Chiara Ferragni: viaggiano, ogni notte fanno serata, si rilassano con lo shopping e #Sushino?, che non guasta mai.

 

Che tu guardi i loro post e ti chiedi: MA COME CAZZO FAI, AMICO?

Sui loro profili l’università non è esistente, zero. Solo nuovi outfit, nuovi piatti, nuovi luoghi con #landascape da sogno. Ma PERCHE’?

 

Eppure studiano, vengono a lezione. Come lo sai? Perché LI VEDI. Cavolo, sempre abbronzati e rilassati, pronti per il prossimo hashtag, mentre tu fai schifo e ti sei ridotto come un verme insonne che dalla vita non ha niente.

 

ChiarE Ferragni: vogliamo sapere il vostro segreto. VI PREGHIAMO. Rendereste la nostra vita migliore.

 

  • L’incoerente

Avete presente quello che “no, le Nike le odio”, e poi le compra. “No, io a quella festa? Mai” e poi ci va. “No, io con quella non ci uscirei mai” e poi ci si fidanza (vabbè, diciamo che questo nei film succede tipo sempre)

 

L’incoerente è incoerente sempre, ma anche e soprattutto sui social. Odia e percula tutti quelli che ne fanno un utilizzo spropositato “Compà, cazzo ti posti?”. Finge di essere completamente disinteressato all’universo di like e commenti, si perché FINGE.

 

Prova particolare ribrezzo per coloro i quali sputtanano l’#UniversityLife su Instagram. Ma, ve l’ho già detto… FINGONO, FINGONO SEMPRE.

Con un po’ di attenzione riuscirete a scovare la loro reale ma segreta passione.

 

L’incoerente ha iniziato a seguire Università degli Studi di Messina, UniVersoMe, Vita Universitaria e Lo Studente Modello (con tutte foto di studenti a petto nudo in passerella) L’incoerente ha messo “mi piace” a una foto di Pietro Navarra. Ha lasciato un commento su una foto di “Studenti Disperati”… “Chi non si dispera non piglia CFU” ha scritto…

 

Poi si laurea e… Corone d’alloro, tesi di laurea, torte, champagne e regali. #AdMaiora. No… #AdFanculo.

 

“Ma io uso di più Facebook”… Non ti preoccupare, caro lettore. Arriverà anche il tuo momento, basta che aspetti la prossima settimana.

@elegram18  ( Elena Anna Andronico)

@vanemuna ( Vanessa Munaò)

Le onde gravitazionali: questi miti!

Eistein aveva predetto l’esistenza di queste onde sin dal secolo scorso, purtroppo non aveva l’adeguata strumentazione per poterle captare. Sono state rilevate per la prima volta solo il 14 settembre 2015 e annunciate l’11 febbraio del 2016 da LIGO, negli USA, che ha misurato le onde gravitazionali causate dalla collisione di due buchi neri.

 

 

Altri fenomeni fisici per introdurre le onde gravitazionali

 

 

Possiamo definire genericamente e banalmente un’onda come la propagazione di energia nello spazio. Un sasso che cade in un lago, cede la sua energia cinetica alle molecole di acqua, queste, a loro volta, la trasferiscono alle molecole vicine, generando quel fenomeno che in termini macroscopici prende il nome di onda.

 

 

Un’ onda elettromagnetica è un fenomeno simile. La luce emanata da una lampadina o dal sole non sono altro che un fascio di queste specifiche onde.

 

Come possiamo vedere, a seconda della lunghezza dell’onda elettromagnetica, possiamo identificare: onde radio, microonde, raggi X…ecc

Attraverso le onde elettromagnetiche gli esperti  riescono a determinare le sostanze di cui sono fatti i pianeti e le stelle senza mai doverci mettere piede. Infatti uno specifico elemento, colpito da un fascio elettromagnetico, emette un’onda con una lunghezza specifica per quella determinata sostanza. Questo significa che se è oro, il materiale compito, questo emetterà un’onda elettromagnetica specifica per l’oro. Stesso discorso per ossigeno, piombo, azoto, carbonio, e tutti gli elementi della tavola periodica.

 

 

Onde gravitazionali

 

Le onde gravitazionali sono una scoperta incredibile ed importantissima per il futuro della Scienza. Dobbiamo immaginare l’intero Universo formato da 4 dimensioni: 3 per lo spazio (lunghezza, larghezza e profondità) e il tempo. Questo sistema a 4 dimensioni viene chiamato spaziotempo. Come possiamo vedere dall’immagine, qualsiasi corpo con massa m, devia il piano spaziotempo. Se avviene lo spostamento di grandi quantità di massa, si generano le onde gravitazionali.

 

E’ un fenomeno fisico molto simile alle onde generate dal sasso che cade nel lago. In entrambi abbiamo la propagazione di energia sotto forma di onda. Qualsiasi corpo, anche noi stessi, distorce lo spaziotempo circostante, quindi, attraverso un suo brusco spostamento, otteniamo la formazione di un’onda gravitazionale. Tuttavia è impossibile misurare l’onda gravitazionale generata da una mano in movimento o da un qualsiasi corpo sulla terra. Questo perché le onde gravitazionali di questi corpi hanno una lunghezza d’onda troppo bassa per poterle misurare. Ecco perché misuriamo le onde gravitazionali generate dalle collisioni di corpi celesti provvisti di masse infinite, se confrontate alla Terra.

 

La scoperta delle onde gravitazionali è un evento memorabile che scriverà e cambierà nettamente la storia dell’astronomia e della Scienza. Quello che abbiamo scoperto non è un semplice elemento da aggiungere alla sfera del conoscibile, come se fossero 10 semplici pagine da aggiungere al libro di Scienza delle superiori. Le onde gravitazionali sono un nuovo modo per osservare e studiare l’universo e i suoi fenomeni.

L’immagine sopra riprende il Professor Farnsworth, celeberrimo personaggio della nota serie Futurama, mentre osserva l’Universo con un particolare telescopio. Tale strumento permette, a chi lo utilizza, di annusare l’odore proveniente da una specifica zona dell’universo. Questo è ovviamente impossibile nel mondo reale, tuttavia, con le onde gravitazionali, è come se gli scienziati avessero acquisito un senso in più, una modalità in più per relazionarsi con l’Universo. Adesso uno scienziato avrà la possibilità di studiare una specifica zona dell’universo non sono con le onde elettromagnetiche, ma anche con le onde gravitazionali e magari confrontare i dati ricavati da entrambi i tipi di onde. Quindi pensate alle milioni di scoperte che si potranno fare nel prossimo futuro, le bellezze che potremo scoprire grazie a questo nuovo modo di studiare lo spazio. Insomma ancora non potremo annusare l’odore di Marte o di Giove, ma poco ci manca.

Francesco Calò

Apri gli occhi

Curioso.

Curioso è essere cullato da un’alta marea di voci che sembrano chiamare il mio nome.

“ Nico, Nico….” – era un loop di suoni familiari che continuavano ad invocarmi e, in quel frastuono, c’era sicuramente qualche sconosciuto.

Mi sentivo sballottare da una parte e poi dall’altra: erano secondi, o forse minuti, o addirittura ore – non saprei dirlo con esattezza – ma so con convinzione che nella mia testa c’era una distinta confusione che avrei voluto si placasse.

Così, dissi fra me e me “ urla, Nico” e lo feci o almeno, così mi parse di fare.

In effetti, il rumore attorno a me era perpetuo, non smetteva, ed io piano piano realizzavo di essere disteso sulle bianche sfumature di un letto a rotelle.

Più sovrastante di tutte le voci, era lo strofinio continuo che percepivo sulla mia mano destra – credo – di un’energia inaudita.

Mi concentravo su quella sensazione e le voci erano ormai diventate una colonna sonora che imperturbabile cullava il disordine fra sogno e realtà.

Era questo il punto: cos’era? Un illusione? O stava accadendo davvero?

La domanda trovò subito una risposta nel mio spirito che osservava il mio corpo disteso su quello che, ora, mi appariva nitido come un lettino d’ospedale.

Un groviglio di pensieri martellava la mia testa.  

Finalmente riuscivo chiaramente a vedere cosa avevo intorno: le lacrime di mia madre, la mano della mia ragazza sopra la mia, le urla di mio padre ed i dottori che correvano con quella barella d’appresso, su cui io giacevo indisturbato.

Il caos, lo sgomento e la paura sembravano essersi impossessati di tutta quella gente, tranne che di me: avvertivo un’inspiegabile sensazione di pace.

Ricordo che d’un tratto arrivò Daniele e fu allora che ritornò il ricordo della sera precedente.

Il venerdì, io e Dani andavamo sempre in quel pub, vicino la piazza centrale, e quella sera passammo anche a prendere Peppe. Peppe…fu allora che pensai “Dov’è? Perché non è lì? Dov’è il mio amico?”

Quella quiete apparente in cui galleggiavo, aveva lasciato il posto al fracasso dei ricordi: un bicchiere di tequila, poi un altro e un altro ancora.. mi metto alla guida…le luci, l’autostrada…sbando. Il buio.

E Peppe dov’è?

Quasi come se la mia anima si staccasse leggiadra dal mio corpo, cominciai a gironzolare per l’ospedale guidato da un sesto senso non indifferente che mi portò in un’altra stanza: il mio amico era inerme, attorniato dai suoi familiari che piangevano cascate.

“Non poteva essere vero. Non succede mai che una volta esageri e muore qualcuno. Era un incubo.” – era la solfa che mi ripetevo per convincermi che non avevo distrutto la vita del mio amico, quella della sua famiglia e anche la mia.

Proprio in quel momento, in preda alla disperazione più totale, vidi in lontananza una luce soffusa e subito dopo un bagliore cosi forte da farmi chiudere gli occhi.

È li che pensai “ è finita.”

 

Curioso.

Curioso è svegliarsi da un incubo che altro non è che la conseguenza di una stupida azione sbagliata.

Curioso è dover continuare a vivere, quando il senso di irresponsabilità ha ucciso il tuo amico.

Curioso è aprire gli occhi ogni mattina e chiedersi “Perché l’ho fatto?”

Curioso è sentirsi vittima dei propri sbagli.

Curioso è credere di essere onnipotenti alla guida di una macchina.

 

Jessica Cardullo

Roboante CUS

 

Nella quindicesima giornata del campionato di Terza Categoria di Messina, il Cus Unime viene ospitato dal Malfa, fanalino di coda della classifica, nell’isola di Salina. Match importante per gli universitari che non possono permettersi di perdere il passo delle compagini dell’alta classifica. La partita viene diretta dal Sig. Muscherà di Messina con inizio alle ore 10,30.

Il viaggio all’alba in aliscafo è sempre traumatico per chi deve andare a disputare 90 minuti di grande intensità, tuttavia i ragazzi del Cus mantengono alta la concentrazione consapevoli dell’importanza fondamentale della posta in palio in questa partita.

Primo tempo: partenza forte del Cus che passa subito in vantaggio grazie a una conclusione di Insana da fuori area con la complicità di un’incertezza dell’estremo difensore eoliano. Al ventesimo, però, il Malfa trova il pari con un tocco sotto misura sugli sviluppi di un calcio d’angolo ad opera di Di Losa. Prima del termine della prima frazione di gara, nuovo vantaggio Cus firmato Oliva. Il nuovo acquisto della formazione dell’Università di Messina, riesce a controllare e domesticare una sporca palla all’interno dell’area di rigore e avversaria e conclude a rete con un preciso destro sotto la traversa. 2 a 1 e duplice fischio del direttore di gara.

Secondo tempo: dagli spogliatoi, per i primi 15 minuti esce una sola squadra ed è il Malfa. I padroni di casa riescono a trovare prima il pari con De Losa A. e subito dopo il vantaggio con Pirera che sfrutta una sciagurata uscita di un incerto Faranda. La tensione inevitabilmente aumenta. Tra il secondo e il terzo gol il Cus fallisce la sua probabile terza rete con Tiano, il quale si fa respingere il rigore da Di Cosa D..

Nella parte finale della partita il Cus Unime tira fuori l’orgoglio e rifila ben tre reti in trenta minuti ai padroni di casa. Reti di Stassi (sinistro a giro sul secondo palo dal limite dell’area), Papale (su meraviglioso assist di tacco di Stassi, che gli spiana un’autostrada verso il gol) e Iacopino, che trasforma il rigore della vittoria. Nel finale da segnalare il rigore fallito da parte di Martino per il Malfa, che centra il palo invece di rendere meno amaro l’ennesimo scivolone casalingo e l’espulsione (dubbia) di Stassi, che sarà costretto a saltare la prossima sfida contro la Sc Sicilia, in un derby messinese che promette emozioni.

Nonostante una partita non perfetta dal punto di vista del gioco a causa delle oggettive difficoltà del campo “Tre Pietre” di Malfa e del difficile viaggio in aliscafo, il Cus Unime si aggiudica 3 punti e torna a suonare la carica per il vertice della classifica, che oggi, a 7 giornate dal termine, dista appena un punto.

Prossima partita, dunque, al Marullo di Bisconte, Camaro, sabato 11 marzo alle 16,30 contro la Sc Sicilia: sfida che varrà tanto se non tantissimo per le sorti di questo fantastico campionato.

Formazione Cus (4-3-3): Faranda1; Rodà 2, Iacopino 4, Occhipinti 5, Cardella 3; Lombardo 8, Tiano 10, Monterosso 6; Insana 11, Oliva 9, Papale 7.

Panchina: Zito, D’Agostino, Costa, Al Hunaiti, Stassi.

Allenatore: Smedile.

PAGELLE:

Faranda voto 4: Assente dal campo da 2 anni, ne aspetterà altri 2 per ripresentarsi nuovamente. Legge malissimo ogni traiettoria possibile e ogni qualvolta la palla raggiunge la sua area di rigore, mister e compagni vengono assaliti da brividi lungo la schiena. La sua mossa migliore è quella di chiedere il cambio per il bene comune. “ANCHE QUESTO DIMOSTRA CHE SONO IL MIGLIORE

Roda’ voto 6: Dopo essersi esibito sull’aliscafo in versione “lap dance” , da bravo pastore si accorge subito che le reti del campo sono basse e che senza palloni avremmo vinto a tavolino. Nonostante i propositi non fossero dei migliori, svolge una partita pulita e senza “maschiate” da ricordare. ONESTO

Iacopino voto 7: Appena arrivato a Malfa gli avversari lo salutano col bacio, scambiandolo per un pastore di Alicudi. In campo la situazione è ben diversa, il capitano picchia e detta legge come suo solito, impreziosendo la sua prestazione con il sigillo finale. YATI

Occhipinti voto 5: Direttamente dal paese del commissario Montalbano, dove millanta di essersi allenato in questo periodo di ritiro spirituale, il buon Occhi si presenta a Malfa in condizioni psicofisiche da dimenticare. Parecchie volte in apnea nel primo tempo, la combina grossa regalando il calcio d’angolo dal quale nasce l’1a1. Finge palesemente un infortunio, per poter meditare sul profondo senso della vita osservando il mare. SAGGIO

Cardella voto 5: Ha l’alibi sacrosanto di giocare fuori ruolo, ha l’alibi meno sacrosanto di pesare più dello chef Cannavacciuolo, pur essendo a dieta dal 2008. In campo si trova spesso spaesato, talvolta poco aiutato da Papale in fase difensiva. E se il male minore fosse stato Costa? MISTERO

Lombardo voto 5.5: Arriva all’appuntamento carico a mille con almeno 8 hashtag per abbellire le sue storie. In campo perde un po di smalto anche a causa delle condizioni della partita che non favoriscono le sue geometrie. Poco importa, Picciolo si scatena con la macchina fotografica e lo immortala in tutto il suo splendore, garantendogli anche per oggi i suoi molteplici likes. #Calciopassione

Tiano voto 6: Partita non alla sua altezza, penalizzato anche lui dal contesto e dai pochi spazi a sua disposizione. Come ogni partita timbra il cartellino alla voce risse sfiorate. Poco freddo dagli undici metri e da la’ si spegne la luce. Mezzo voto in più perché in questo momento si starà inginocchiando sui ceci per punirsi. EMO

Monterosso voto 5.5: Arrivato a Malfa con gli occhi di chi è di nuovo, alla veneranda età di 40 anni, in gita scolastica. La sua partita non è però di quelle da ricordare negli annali, alcuni errori in fase di impostazione e molta macchinosita’. ER MOVIOLA

Insana voto 6.5: Si presenta a Malfa con un colorito che ricorda la Mozzarella di Battipaglia e un timbro dello 090 sul collo che non preannunciano nulla di buono. Tuttavia è tra quelli che si distinguono per sacrificio e qualità. CASPER

Papale voto 6.5 – Nel primo tempo si nota solo per le sue scarpe color evidenziatore che acciecano i gabbiani vicini. Sale in cattedra nel secondo tempo, prima bruciando i guantoni del portieri avversario, poi facendo assist e goal decisivi per il risultato finale. Dai suoi piedi sembra poter nascere sempre qualcosa. TIRO DEL DRAGONE

Oliva voto 6,5: Dopo aver stabilito il record di Travel Gum masticate, Peppe scende in campo con molta generosità e risulta determinate sia per il goal siglato , sia per aver tenuto su da solo un reparto contro i Pastori Malfesi. AGNELLO SACRIFICALE

Stassi voto 7: E’ l’arma spaccapartita e risulta devastante per qualità e mezzi tecnici. Fondamentale nella rimonta, entra in tutte le occasioni da goal. Peccato per la solita ingenua espulsione che gli farà saltare il Big Match contro l’Sc Sicilia. MIMMO BERARDI

D’Agostino voto 3: Inaccettabile puzzare di Negroni alle 6 di mattina sull’aliscafo. Sbiascica come se non ci fosse un domani, viene coinvolto spesso da sbalzi di umore che destabilizzano i compagni. Tenetelo d’occhio, questo è un potenziale Serial Killer. CRIMINAL MINDS

Zito voto 6

Osama voto 6

Mister Smedile voto 6: Tante defezioni lo condizionano nello schierare l’11 migliore ma lui ci mette del suo schierando un centrocampista ciccione a terzino sinistro. Poi ti giri in panchina e vedi D’Agostino che parla da solo e quel Costa che grida vendetta. Forse non aveva altre scelte. GIUSTIFICATO A META’

Mirko Burrascano