Recensione del libro “Noi siamo Infinito” (Ragazzo da Parete)

Vi è mai capitato di incontrare uno sconosciuto, magari sul treno o alla fermata dell’autobus, e di raccontargli cose che magari non raccontereste nemmeno al vostro migliore amico? Non è più facile parlare con qualcuno che sapete non rincontrerete più?
Charlie, protagonista di Noi Siamo Infinito, affida pensieri e racconti di vita quotidiana, attraverso un serie di lettere, a qualcuno di cui aveva sentito “parlare bene”.
 
Ragazzo da Parete (The perks of being a wallflower, titolo originale), divenuto Noi Siamo Infinito dopo il successo del film, è un romanzo epistolare scritto da Stephen Chbosky e pubblicato nel 1999, che narra, in prima persona, le vicende di Charlie (pseudonimo usato nelle lettere dal protagonista  per non farsi riconoscere) che si affaccia allo spaventoso mondo liceale, ambientato tra il 1991 e 1992.
 
Il titolo “Ragazzo da Parete” (wallflower) si rifà allo stesso Charlie, quel ragazzo che ad una festa non si scatena in pista, ma sta appoggiato ad una parete, scrutando il mondo. Vedremo attraverso i suoi occhi, ascolteremo attraverso le sue orecchie, proveremo i sentimenti  che lui prova nel susseguirsi delle lettere, perchè Charlie non è un tipo che parla, ma che guarda, ascolta e pensa, tanto.
Il linguaggio è semplice, la lettura è scorrevole. Inizieremo a leggere la lettera del 25 Agosto 1991 (la prima), e senza rendercene conto, tra colpi di scena, pianti e risate, ci ritroveremo a quella del 25 Agosto 1992 (l’ultima).
 
Verranno affrontati temi delicati (sesso, droga, omosessualità, suicidio), ma quasi non ce ne accorgeremo, perchè Ragazzo da Parete è scritto con l’ingenuità e l’intelligenza di quel ragazzo sedicenne che sa pensare e capire.
 
Marta Picciotto

Mettiamo in play Orange Is The New Black

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Se dovessi definire in una sola parola Orange Is The New Black? Eccezionale. Caro lettore, sicuramente dopo questa dichiarazione potrai subito pensare "Elisia sei sicura di non aver appena fatto un affermazione azzardata?". Probabilmente si! Ma adesso ti spiegherò subito perché la penso così. (Orange Is The New Black  è una serie televisiva statunitense tratta dal libro autobiografico scritto da Piper Kerman, trasmessa in streaming su Netflix, ideata da Jenji Kohan e prodotta da Lionsgate Television). Tale serie il cui titolo viene abbreviato come " OITNB" è ambientato in un carcere federale femminile, fino ad ora consta di tre stagioni, la data d'uscita della quarta stagione è stata resa nota solo di recente ( 17 giugno 2016).
 
Il tempo e le storie all'interno di ogni episodio sono ben distribuite, non assistiamo a "buchi" nella trama, sbavature o inutili forzature, tutto viene ben spiegato e scorre facendo si che, quei minuti che prima ti sarebbero sembrati infiniti, volino. Tra le modalità con cui vengono narrate le storie è frequente l'uso dei flashback (spesso anche ad inizio puntata), che diventano quasi il punto forte della serie: tramite questi noi conosciamo la storia dei personaggi coinvolti, non solo delle detenute ma anche di chi nel penitenziario ci lavora.

Nel momento in cui "mettiamo in play" noi non vediamo delle storie, viviamo le storie. Riusciamo a giustificare il reato commesso da un personaggio perché è umano. Perché è come noi. Questo tipo di emozione scaturisce dalla forte elaborazione del carattere, complesso, dei personaggi e delle loro storie. Carattere in continua evoluzione. Nulla è statico. Noi cambiamo con loro. E se fin da subito eravamo impazienti di sapere come e perché certi personaggi fossero in prigione, una volta divenuti parte di noi questo non ha più importanza. Conta chi erano e come sono adesso e chi potrebbero essere.

Come nella vita fuori dal carcere, dentro questo, assistiamo alla presenza di gruppi culturali diversi che si comportano come "grandi-piccole famiglie" con i loro disguidi, principi e regole. Definirei quasi affascinanti le dinamiche di interazione tra questi gruppi che hanno  bagni separati,  posti precisi a mensa e zone-notte ghettizzate. Un tema d'impatto è quello dell'omosessualità che riesce  ad eclissare,  per la maggioranza, quello che in realtà è il fulcro della trama. Gli autori decidono di trattare questo argomento, perché  attuale nel contesto delle carceri, insieme a quello della sessualità in genere in modo molto forte ed esplicito.
 
Entriamo a Litchfield con Piper Chupman, per poi conoscere tutte le altre detenute con il giusto ruolo e spazio all'interno della serie che, evolvendosi in modo sempre nuovo e sorprendente, rende tutte protagoniste.
 
E se tutti questi motivi non dovessero bastare,  se per caso qualcuno dovesse chiedervi perché abbiate cominciato a vederlo, potreste sempre rispondere "perché me lo ha consigliato Elisia".
 
Elisia Lo Schiavo

Vi (ri)presento Radio UniVersoMe. Ci siamo ancora, e stiamo tornando più forti

radiouniversomeLo sappiamo, ci siamo decisamente fatti attendere ma credeteci, ne è valsa la pena. UniVersoMe non è, per fortuna, un progetto unilaterale: il giornale, ormai avviato e con seguito di lettori, infatti, non è l’unico canale d’informazione che l’iniziativa può vantare. Negli ultimi giorni del dicembre scorso, come un fulmine a ciel sereno, sul sito spreaker.com è apparso proprio l’account Radio UniVersoMe, canale radiofonico ufficiale dell’idea prodotta dai ragazzi e dall’ufficio stampa dell’Ateneo Peloritano.

Due puntate con un discreto numero di fan che, però, anche se stabile su poche centinaia di ascoltatori, ci ha dato la conferma che ci serviva: della novità si era sparsa la voce e, a conti fatti, non ci restava che lavorare sodo per migliorare il motore. Sono stati mesi di rodaggio e, indubbiamente, di sistemazione, sia per i membri della consolle che per i ruoli dietro i microfoni. Alcuni elementi ci hanno salutato, trovando i loro spazi altrove, altri sono stati confermati ed altri ancora, “nuove leve”, si sono aggiunte alla squadra.

Ma come verrà strutturata la nuova organizzazione di Radio UniVersoMe? Due i giorni di trasmissione, infatti: lunedì, alle 15, spazio alla cronaca (universitaria e non) e alle voci di Simone Intelisano e Diva Famà; più tardi, alle 17, Claudio Panebianco ed Elena Andronico si occuperanno delle iniziative sportive e di seguire i progetti delle varie discipline. Mercoledì, alle 15, la sezione dell’opinione (forse la più interessante dell’organico), verrà curata da Elisia Lo Schiavo e Vanessa Munaò. Ovviamente non mancheranno gli intermezzi musicali e molta più attenzione verrà rivolta anche e soprattutto alla partecipazione degli ascoltatori alla puntata. Ogni trasmissione verrà inserita nel nostro database su spreaker.com, potrà essere ascoltata anche in on demand e sul sito del giornale, dove ad ogni nuovo play verrà aggiornato il banner contenente proprio le puntate.

Ma quando, finalmente, verrà accesa nuovamente la nostra strumentazione? Mercoledì 30 Marzo alle 15, reduci dalla pasquetta, “a panza china e menti vacanti”, come si dice a Messina, saremo tutti in studio per avviare nuovamente la radio, speranzosi e convinti che queste innovazioni possano davvero avviare il nostro percorso nel migliore dei modi: parleremo degli ultimi argomenti “scottanti” riguardanti il nostro Ateneo, l’isee che tanto ci ha fatto perdere la testa, il mav valido per l’atm e la validità dell’unime card; in sala, con noi, anche il vincitore del contest “#chidormenonpigliacfu”, Francesco Burrascano.

A dirigere i lavori, per così dire, ci sarò io, Claudio Panebianco, che con la supervisione, e la pazienza, del Dottor Luciano Fiorino spero, con la collaborazione dei miei colleghi, di svolgere un buon lavoro al fine non di mostrare non tanto “tutta un’altra musica” ma quanto una musica che va decisamente controcorrente, capace di far scommettere “i grandi” sui “piccoli” e di creare un canale d’informazione che nasca dai dipartimenti ma che possa poi camminare, sulle sue gambe, anche fuori dalle mura accademiche.

Claudio Panebianco

Golden Globe 2016

goldenI Golden Globe sono i premi americani più importanti dopo l’Oscar e nella scorsa notte si è consumata la 73esima edizione. Non sono mancate le sorprese e i momenti incredibili tra premi, gaffe e discorsi memorabili.

Innanzitutto parliamo dell’host della serata. La Hollywood Foreign Press Association (l’organizzazione formata da giornalisti che organizza l’evento) ha scelto il comico britannico Ricky Gervais che durante il corso della cerimonia non ha risparmiato battute satiriche e qualche frecciatina ai vari attori presenti. Da evidenziare anche la presenza di Corinne Foxx, la figlia dell’attore Jamie Foxx, come Miss Golden Globe. Durante la serata c’è stato anche un momento dedicato a Denzel Washington a cui è stato consegnato un premio speciale alla carriera ed è stato omaggiato da tutta la sala.

Ma partiamo con ordine. La serata parte con il monologo inziale di un Ricky Gervais accompagnato da un boccale di birra e presenta il 73esimi Golden Globe. Il primo premio è per un incredula Kate Winselt che per il suo ruolo in Steve Jobs conquista il Golden Globe come migliore attrice non protagonista. La Winselt ha battuto attrici del calibro di Jane Fonda, Jennifer Jason Leigh, Helen Mirren e la lanciatissima Alicia Vikander. Poi è il momento delle serie Tv e dei film per la televisione. Mozart in the jungle trionfa come miglior serie commedia o musicale mentre Wolf Hall trionfa come miglior miniserie o film per la TV.

Arriva poi uno dei momenti più emozionanti della serata. Il compositore italiano Ennio Morricone vince il suo terzo Golden Globe per la colonna sonora di The Hateful Eight. A ritirare il premio è stato il regista del film Quentin Tarantino che ha convinto La scorsa primavera Morricone a comporre per lui le soundtracks del film. Il discorso di Tarantino va a celebrare il grande lavoro del Maestro Morricone che per Tarantino è il suo compositore preferito di sempre. “Per quel che mi riguarda – ha continuato il regista – è il mio compositore preferito. E quando parlo di compositori non parlo di quelli che compongono per i film, ma parlo di Mozart, Beethoven, Schubert”, insomma un grande riconoscimento per chi ha fatto la storia della cinematografia mondiale.

Tra gli altri vincitori possiamo notare il trionfo di Matt Damon come miglior attore in una commedia o musical per l’interpretazione in The Martian. L’attore ha superato colleghi come Christian Bale, Steve Carrel, Al Pacino e Mark Ruffalo. Trionfa anche Sylvester Stallone per il ruolo in Creed come Miglior attore non protagonista. Stallone riceve il premio di fronte ad un ovazione generale di tutta la sala che riconosce il merito per il premio ricevuto dall’attore e per tutta la sua carriera. Tra i film d’animazione vince il quotatissimo Inside Out che, secondo i pronostici, aveva già spazzato la concorrenza degli altri film con largo anticipo. Aaron Sorkin vince la migliore sceneggiatura per Steve Jobs, film che a parte questo premio rimane senza altri premi. Per il migliore film straniero vince Il figlio di Saul che diventa così il primo film ungherese a vincere il premio.

Si arriva poi ad un momento WTF della serata. Lady Gaga vince il premio come miglior attrice in sicuramente al nome della pop star a discapito di alcune attrici che avrebbero potuto meritare di più il riconoscimento. Su tutte Kristen Dunst per l’interpretazione in Fargo o Felicity Huffman in American Crime. Il momento diventa ancora più WTF quando la Gaga passa tra i tavoli e viene involontariamente ostacolata da Leonardo di Caprio che crea così un meme che è già diventato popolarissimo sul web. Trionfano anche Sam Smith per la migliore canzone in 007 Spectre e Mr Robot come migliore serie drammatica.

La serata arriva alla fine con i premi più importanti. The Martian si aggiudica il premio come miglior film commedia o musicale con un lungo discorso di ringraziamento di Ridley Scott. Jennifer Lawrence si aggiudica il premio come miglior attrice in un film commedia o musicale confermando così che il sodalizio con David O. Russel faccia soltanto bene all’attrice che arriva così al suo terzo Golden Globe. Sorpresa, invece, nella categoria per la miglior attrice in un film drammatico. La rosa delle contendenti era di livello piuttosto alto. Cate Blanchett e Rooney Mara erano candidate per Carol in cui interpretavano una coppia omosessuale di diversa estrazione sociale negli anni ‘50. La giovane e brava Saoirse Ronan per Brooklyn e Alicia Vikander per la sua seconda nomination della serata per il ruolo in The Danish Girl. A spuntarla invece è Brie Larson per la performance in Room in cui interpreta una giovane madre.

Ma il trionfatore della serata è stato il film The Revenant che trionfa come miglior regia con Alejandro Gonzalez Inarritu che torna alla vittoria del Globo dorato dopo la vittoria dello scorso anno agli Oscar e agli stessi Golden Globe con l’acclamato Birdman. Trionfa anche Leonardo di Caprio come miglior attore in un film drammatico battendo altri grandi attori come Michael Fassbender per il ruolo di Steve Jobs, Eddie Redmayne per il ruolo del transessuale in The Danish Girl, Bryan Cranston per il ruolo di Trumbo e Will Smith in Zona d’ombra. Di Caprio, che viene acclamato dalla sala, ha voluto sottolineare durante il suo discorso di ringraziamento: “Dedico questo film ai nativi americani presenti nel film e a tutte le popolazioni indigene del mondo”. L’ultimo premio della serata, il più ambito, è quello per miglior film che vede trionfare ancora una volta The Revenant che a detta del regista Inarritu: “Il dolore è temporaneo, ma un film è per sempre”, riferendosi alle difficoltà riscontrate sul set del film a causa delle condizioni climatiche e delle dure condizioni a cui erano sottoposti gli attori.

I Golden Globe sono quindi archiviati con questi responsi. L’attesa adesso è tutta per gli Oscar. Le nomination saranno il 13 gennaio mentre la cerimonia si terrà il 28 febbraio. I risultati dei Golden Globe saranno indicativi per gli Oscar? Aspettiamo la fine di febbraio per saperlo con certezza.

Di seguito tutti i vincitori per le categorie che riguardano il cinema e la televisione.

Miglior film di genere drammatico: The Revenant – Il Redivivo di Alejandro Gonzales Inarritu.

Migliore film genere Commedia o Musical: The Martian.

Migliore attrice in un film genere drammatico: Brie Larson (per Room).

Migliore attore in un film genere drammatico: Leonardo DiCaprio (perThe Revenant – Il Redivivo).

Migliore attrice di film genere Commedia o Musical: Jennifer Lawrence (per Joy).

Migliore attore genere Commedia o Musical: Matt Damon (per The Martian).

Migliore attrice non protagonista (tutti i generi): Kate Winslet (per Steve Jobs).

Migliore attore non protagonista (tutti i generi): Sylvester Stallone (per Creed).

Migliore regista: Alejandro G. Iñárritu (per The Revenant).

Migliore Sceneggiatura: Aaron Sorkin (per Steve Jobs).

Migliore film di Animazione (Cartone animato): Inside Out.

Miglior film in lingua straniera: Son of Saul (Ungheria).

Miglior colonna sonora: Ennio Morricone (per Hateful Eight).

Migliore canzone: “Writing’s On The Wall” – Sam Smith, Jimmy Napes (per Spectre).

Migliore Serie Tv – Drammatica: Mr. Robot.

Migliore serie Tv – Musical o commedia: Mozart in the Jungle.

Migliore Film per la Tv: Wolf Hall.

Migliore attrice di Film per la Tv: Lady Gaga (per American Horror Story Hotel).

Migliore attore di film Per la Tv: Oscar Isaac (per Show Me A Hero).

Migliore attrice di serie Tv – Genere drammatico: Taraji P. Henson (per Empire).

Migliore attore di serie Tv – Genere drammatico: Jon Hamm (per Mad Men).

Migliore attrice di serie Tv – Musical o commedia: Rachel Bloom (per Crazy Ex-Girlfriend).

Miglior attore di serie Tv – Musical o commedia: Gael García Bernal (per Mozart In the Jungle).

Miglior attrice non protagonista in Film per la Tv: Maura Tierney (The Affair).

Miglior attore non protagonista in Film per la Tv: Christian Slater (per Mr. Robot).

 

Nicola Ripepi