Sussidio per emergenza Covid-19: pubblicato l’elenco dei partecipanti

Pubblicato l’elenco con i nominativi di tutti gli studenti che hanno presentato domanda (qui il bando) per i sussidi straordinari stanziati a seguito dell’emergenza Covid-19. I richiedenti sono stati suddivisi in:

  • Idonei
  • Esclusi

Questa distinzione è resa necessaria in virtù del fatto che il beneficio potrà essere assegnato solo previa disponibilità di fondi di cui alla delibera di Giunta Regionale n. 132 del 07/04/2020, che finanzia prioritariamente interventi riguardanti gli studenti idonei non beneficiari del contributo alloggio.

La valutazione delle suddette economie sarà presa in carico nei 30 giorni seguenti al 05/07/2020 e sarà cura dell’ERSU pubblicare tempestivamente la graduatoria degli assegnatari del beneficio sul sito istituzionale www.ersu.me.it.

Ornella Venuti

Esame di stato: anche gli studenti di psicologia protestano. Ecco perché

Uno degli slogan degli studenti di psicologia

Ha avuto inizio ieri, di fronte a Palazzo Chigi a Roma, la protesta dei neolaureati delle facoltà di psicologia, biologia e farmacia i quali chiedono parità di trattamento rispetto ai colleghi di medicina e scienze infermieristiche. L’oggetto della discussione è l’esame di stato: tramutato in tirocinio professionalizzante per i secondi, mentre stravolto in quanto a modalità e tempistiche per i primi. Di fatti, la prova per l’abilitazione alla professione dovrebbe svolgersi, per l’anno corrente, in via telematica ed esclusivamente in forma orale. “Una procedura – spiegano i diretti interessanti – che rischia di metterci in seria difficoltà e svilire la nostra formazione visto che rischiamo di essere bocciati qualora la connessione dovesse saltare“. Solitamente un esame che si svolge in più di 3 mesi con prove intervallate da finestre temporali di più settimane, ora viene ridotto a mero colloquio telematico. Infatti la strada tradizionale per l’abilitazione è fatta di due step: il primo durante la sessione di giugno e il secondo nel mese di novembre, dove per accedere al test successivo è necessario superare quello precedente. A mettere benzina sul fuoco è anche l’aspetto non trascurabile del costo dell’iscrizione alla prova stessa, che cambia da un’università all’altra andando a sfiorare i 400 euro. Inevitabilmente, come logica conseguenza, si prospetta l’ipotesi di un sovraffollamento nelle facoltà più economiche.

Psicologi, farmacisti e biologi in protesta: “Tirocinio abilitante ...

Si è fatta di necessità virtù, abilitando medici e infermieri quando il Paese ne aveva più bisogno a causa dell’emergenza sanitaria; ciò non toglie che in prima linea vi siano stati anche le categorie non contemplate dal DL Cura Italia, le quali hanno ottemperato al proprio dovere professionale non lesinando a sacrificare la propria salute e anche la vita. Biologi impegnati dentro i laboratori, farmacisti intenti a fornire le cure necessarie, e ancora psicologi chiamati ad assumere un ruolo fondamentale nel recupero psicologico post-traumatico, di chi magari ha contratto il virus o per colpa di questo ha visto andare via le persone più care. Considerando l’evolversi della situazione, appaiono ancora più stridenti le scelte avanzate dalla politica, le quali anziché unire e fortificare il comparto sanitario hanno creato disuguaglianze e lasciato intendere che esistono laureati di serie A e di serie B. La nostra testata giornalista, sempre attenta al mondo universitario che la circonda, vuole essere vicina e raccontare un’iniziativa portata avanti anche dalle realtà interne all’Ateneo messinese.
Infatti oggi dalle 16 alle 18 a Messina si terrà una manifestazione presso Piazza Unione Europea, che coinvolgerà circa 20/30 persone. Il tutto sarà svolto in forma statica con l’osservanza delle distanze sociali prescritte e le altre misure di contenimento previste dal DPCM del 17 maggio 2020. L’iniziativa si inserisce in un ciclo di manifestazioni di carattere nazionale, cominciate appunto ieri a Roma, e che avrà seguito fino a settimana prossima in tutte le piazze della penisola.

Santoro Mangeruca

Bambini, Kawasaki e Sars-CoV-2: quanto c’è di vero?

Nella nostra rubrica abbiamo già visto come nei bambini la Covid-19 abbia un decorso indolente (letalità molto bassa: circa 0,06% nella fascia di età 0-15 anni) ed abbiamo visto come il vero problema è che i bambini, per lo più paucisintomatici o asintomatici, diventino più che il bersaglio, un vero e proprio mezzo di diffusione.

Dal 4 maggio in Italia via alla fase 2, che fine faranno i bambini?
Fonte: bariviva.it

Ma è giusto limitarsi a questo?

In realtà no, le insidie ci sono anche per i più piccoli.

Oramai da mesi si parla di una possibile correlazione tra la malattia di Kawasaki e l’infezione da SARS-CoV-2. In particolare molti dei bambini ricoverati in ospedale per sintomi assimilabili alla prima, risultavano poi positivi al tampone.

La malattia di Kawasaki è una vasculite sistemica (malattia infiammatoria dei vasi) solitamente autolimitante e la cui prognosi dipende essenzialmente dal coinvolgimento delle arterie coronarie (vasi che irrorano il cuore). L’Italia presenta un’incidenza annua di circa 14 casi su 100.000 in bambini di età inferiore a 5 anni.

Malattia di Kawasaki e COVID-19: esiste una correlazione ...
Fonte: missionescienza.it

Nonostante diverse evidenze suggeriscano un’origine infettiva o una risposta immunologica anomala a un’infezione in bimbi geneticamente predisposti, nulla è ancora certo sulla causa specifica. La patogenesi però è sicuramente immunomediata e questo potrebbe giustificare la correlazione “temporale” con l’infezione da Coronavirus, che ne avrebbe favorito un aumento di incidenza. Non sarebbe infatti il virus a causare il danno in maniera diretta, quanto la forte infiammazione che suscita nel momento in cui innesca la risposta immunitaria dell’ospite. A sostegno di questa testi, il fatto che la patologia si sia manifestata solo in un secondo momento rispetto alla diffusione del SARS-CoV-2, configurandosi come un “quadro post-infettivo”.

Ma siamo sicuri si tratti proprio di Kawasaki?

Uno studio tutto italiano pubblicato sulla prestigiosa rivista The Lancet, spiega come sia meglio parlare di una patologia simil-Kawasaki. Se da un lato infatti, la terapia con immunoglobuline endovena, applicata secondo le linee guida del trattamento della malattia di Kawasaki, è efficace, è pure vero che in alcuni bambini si presenta in una forma più grave con coinvolgimento miocardico e/o gastroenterologico, assenti nella forma classica. Sicuramente i sintomi sono davvero simili e non vanno sottovalutatati in quanto un pronto riconoscimento e intervento ne limitano i danni.

Alcune delle caratteristiche peculiari della malattia di Kawasaki.

Bergamo, sede dello studio, è infatti una delle città che ha visto un aumento di circa 30 volte dell’incidenza della Kawasaki, ma nonostante le molte analogie, erano pochi i quadri completamente sovrapponibili.

Incidenza della malattia di Kawasaki nel periodo di studio e negli ultimi 5 anni – Fonte: https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31103-X/fulltext

A conferma di questi dati nostrani, arriva il numero sicuramente più elevato di bambini affetti negli USA, uno dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia, che annovera anche 3 decessi. Qui il quadro pediatrico è descritto drammaticamente in un articolo pubblicato sul New York Times: la Grande Mela da sola conta 161 piccoli pazienti affetti.

In un calderone di “multifattorialità” non si sa bene se possa essere incluso anche un fattore etnico, ma oltreoceano (alcuni casi anche nel Regno Unito) ci sarebbe una maggiore presentazione di sintomi che non hanno a che vedere con le caratteristiche della suddetta tabella, tipiche della Kawasaki. Alcuni bambini manifesterebbero dolori addominali, vomito, oltre ai già citati disturbi a carico del miocardio, accompagnati da un calo di piastrine e di linfociti. Tutto ciò ha reso necessario l’istituzione di una serie di teleconferenze (ancora in corso) organizzate dal Boston Children’s Hospital che vedono coinvolta tutta la pediatria mondiale.

Tutto questo ha un nome: Sindrome infiammatoria acuta multisistemica

Il 15 Maggio l’ECDC ha pubblicato un Rapid Risk Assessement sulla Sindrome infiammatoria acuta multisistemica, che si è resa protagonista nell’ultimo periodo. Si tratterebbe di un’evoluzione più grave (spesso complicanza della Kawasaki stessa) che richiederebbe spesso gli ausili della terapia intensiva a seguito di un interessamento di più organi contemporaneamente. Numerose sono infatti le evidenze europee di casi dubbi nei quali la sintomatologia è comparsa a circa 2-4 settimane dal picco massimo di infezione da SARS-CoV-2, suggerendo anche qui un danno mediato dalla risposta immunitaria aberrante, più che dal virus in sè.

Fonte: logo ECDC

Tuttavia, l’ECDC rileva inoltre che le evidenze per una relazione causale fra COVID-19 e la Sindrome infiammatoria acuta multisistemica sono ancora limitate. Aggiunge anche che il rischio di manifestazione della stessa nei bambini sia molto basso e che il trattamento è possibile ed efficace. Ne sono un illustre esempio i 10 bambini dello studio di Bergamo tutti guariti, nonostante le complicanze multiorgano.

L’invito che l’Istituto Superiore di Sanità fa è diretto ai professionisti e non: fare attenzione nel cogliere i segni precoci, nonostante sia una condizione rara. La immunoglobuline endovena, i corticosteroidi ed un’eventuale terapia di supporto sono ottime armi nel contrastare la patologia, basta riconoscerla in tempo!

Capiremo prima o poi cosa si nasconde dietro questa associazione, ma in questo caso la rapidità d’azione viene prima dei mille perché.

Claudia Di Mento

Riapre il CUS UniMe: ecco tutte le regole

Il CUS UniMe sta riprogrammando le sue attività in funzione delle ultime disposizioni e ripartire in tutta sicurezza. Oggi il via alla riapertura.

NOVITÀ SULL’ACCESSO AGLI IMPIANTI:

  • Sarà possibile rimanere in Cittadella esclusivamente per la frequenza delle attività sportive.
  • Saranno predisposti percorsi divisi per quanto riguarda l’ingresso e l’uscita dagli impianti sportivi, che dovranno essere rigorosamente rispettati.
  • Le attività sportive verranno svolte in conformità alle normative vigenti (controlli della temperatura corporea, obbligatorio l’utilizzo di mascherine protettive all’interno e all’esterno, rispetto delle norme igieniche tradizionali, mantenimento delle distanze di sicurezza etc.)
  • Sarà obbligatorio all’ingresso degli impianti presentare idonea autocertificazione.
  • Divieto assoluto di assembramenti: l’allenamento dovrà svolgersi in maniera individuale.
  • Sarà vietato l’accesso alle tribune.
  • Sarà previsto un numero massimo di Utenti che potrà accedere ad ogni turno.
  • Prenotazioni tramite il sito cusunime.it , seguendo le varie indicazioni per quanto concerne orari e abbonamenti.
  • Possibilità di prenotazione telefonica, in via del tutto eccezionale, per coloro che non sono in possesso di pc, tablet e smartphone.

ACCESSO ALLE PALESTRE 

  • All’ingresso dell’impianto è obbligatorio mostrare ai collaboratori del Desk di essere in possesso di un asciugamano di spugna personale da utilizzare per gli attrezzi e di guanti da palestra (per la sala pesi).
  • È possibile prenotarsi una sola volta al giorno e per una sola attività, dalle ore 18.00 del giorno precedente per quello successivo. Numero massimo di partecipanti: 40 per turno.
  • Si ricorda che la mascherina deve essere utilizzata sempre, ad unica eccezione del momento dell’attività fisica.
  • È obbligatorio essere in possesso di un secondo paio di scarpe ad uso esclusivo delle attività sportive.
  • Si consiglia, inoltre, di portare il proprio tappetino in caso di attività a corpo libero.
Orari Palestra – Fonte: cusunime.it

ACCESSO ALLE PISCINE

  • È obbligatorio cambiare le calzature e indossare calzature da piscina e cuffia nella zona spogliatoio, riporre i borsoni negli armadietti e portare a bordo vasca solo il necessario.
  • È possibile prenotarsi una sola volta al giorno e per una sola attività, dalle ore 8.00 del giorno precedente per quello successivo. Numero massimo di partecipanti: 40 per la piscina scoperta e 30 per la piscina coperta.
  • Bisognerà accedere alle vasche senza sostare negli spazi comuni, passando obbligatoriamente dalle zone doccia adiacenti alla piscina e indossando la mascherina fino all’inizio dell’attività.

    Orari Piscina – Fonte: cusunime.it

SEI GIA’ ABBONATO, DEVI RINNOVARLO O VUOI ABBONARTI? Clicca qui.

 

Ornella Venuti

Da tradito a “Traditore”: ritratto dell’uomo che svelò Cosa nostra a Falcone

Esattamente un anno fa veniva proiettata nelle sale italiane la pellicola “Il traditore” del regista Marco Bellocchio, incentrata sulla figura del boss pentito Tommaso Buscetta. Emblematica la data scelta per l’esordio, il 23 maggio, ricorrenza della strage di Capaci in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta. Una provocazione dunque? Decisamente no. È noto a tutti infatti il ruolo che Buscetta giocò nel far conoscere a Falcone personaggi, vita, segreti e comportamenti di Cosa nostra.

 Fonte: Periodico Daily                      

Il traditore non vuole essere il classico biopic che racconta staticamente la vita di un determinato personaggio dalla nascita fino alla morte. Bellocchio tira fuori un ritratto psicologico anziché biografico di Don Masino, non lo assolve del tutto, come molta letteratura ha fatto, e non lo condanna, ma mostra semplicemente l’uomo o – per meglio dire – l’uomo d’onore.

La trama

La trama si concentra sulle vicende più significative che porteranno poi Buscetta a diventare collaboratore di giustizia, passando dai colloqui con Falcone fino a giungere al maxiprocesso. Il film comincia in medias res nel pieno folklore della festa palermitana di Santa Rosalia. Il mafioso Buscetta capisce che i Corleonesi con a capo Totò Riina stanno prendendo il sopravvento su Cosa Nostra e sulle famiglie dei mandamenti palermitani (di cui lui fa parte) e decide di scappare in Brasile: sarà noto alle cronache infatti come “il boss dei due mondi”.

Siamo al tempo della seconda guerra di mafia, Totò Riina fa uccidere molti familiari di Don Masino tra cui i figli. In Brasile Buscetta viene arrestato ed estradato In Italia. Totò Riina e Don Masino entrambi mafiosi ma anche così diversi: Bellocchio quasi gioca nel contrapporli. Riina vuole emergere in Cosa nostra mentre Don Masino preferisce godersi la vita,come una sorta di edonista.

Fonte: Sentieri selvaggi – Buscetta in Brasile

Cosa nostra si è trasformata, gli ideali di Don Masino e della vecchia mafia che non faceva del male a donne e bambini (cliché che tutti conosciamo e più volte rimarcato nella pellicola) non esistono più. Adesso gli affiliati fanno affari con il mercato della droga che uccide i giovani. Don Masino si sente tradito da Cosa nostra e da tradito decide di divenire il Traditore, linfame. Dunque uno degli interrogativi che il film ci lascia potrebbe essere questo: Tommaso Buscetta si sta pentendo della vita da criminale oppure si pente di aver fatto parte di un’organizzazione che non è più quella di quando egli stesso si era affiliato?

Fonte: Linkabile – Incontro tra i due schieramenti

L’incontro con Giovanni Falcone

Giungiamo così alle scene più emotivamente cariche di tutto il film. L’uomo dello Stato e delle istituzioni ha davanti a sé l’uomo dell’Antistato che confessa e svela nomi e segreti di una delle organizzazioni criminali più potenti di sempre. Due figure così diverse, così distanti, due figure che vengono accomunate dai gesti quotidiani, come offrire una sigaretta durante l’interrogatorio. L’uno rispettoso della dignità che l’altro a suo modo ha e viceversa. Insomma Falcone seduto alla scrivania di fronte a Don Masino che “racconta i fatti di Cosa nostra”. E qui si procede con qualche flashback.

Fonte: Dules.it – Falcone interroga Buscetta

                                   

È Fausto Russo Alesi a calarsi nel difficile compito dell’interpretazione del magistrato, il quale ha affermato di non aver scelto la strada dell’imitazione così da cercare di dare una carica quanto più realistica ad un personaggio di tale calibro.

L’interpretazione di Pier Francesco Favino

L’attore romano supera sé stesso. Diviene Don Masino e ora deve esprimersi in siciliano, ora in portoghese sino a giungere ad uno stentato italiano durante l’interrogatorio con Falcone e nel corso del maxiprocesso; il tutto avviene con una tale naturalezza da non sembrare neanche che Favino stia recitando.

Si passa poi ad una accurata mimica facciale e gestualità che imprimono quasi un certo elegante carisma ad un personaggio per sua natura rozzo. Grazie a questa sublime prova attoriale Favino ha conquistato un sacco di riconoscimenti tra cui il David di Donatello al miglior attore protagonista.

Fonte: Anonima Cinefili – Favino interpreta Buscetta nella scena del maxiprocesso

                    

Innumerevoli sono state le nomination e i premi cinematografici nazionali e internazionali per Il Traditore: ai David di Donatello riesce a portare a casa ben sei statuette tra cui miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior attore non protagonista a Luigi Lo Cascio, miglior montaggio e miglior sceneggiatura originale.

 

Perché proprio in questa ricorrenza parliamo de “Il traditore” e di una figura come quella di Buscetta? Sicuramente per l’apporto che diede alle indagini di Falcone, ma non solo: conoscere il fenomeno mafioso è il primo passo per scardinarne le basi, nel ricordo di chi – nel farlo – ha dato tutta la sua vita.

                                                                                                                                                                                      Ilenia Rocca

 

Biblioteche UniMe e Fase2

 

www.unime.it

La Fase 2 raggiunge anche le Biblioteche dell’Ateneo di Messina e l’allentamento delle misure restrittive permette l’erogazione di un numero maggiore di servizi.

Come spiega il “Documento ad interim dell’Università di Messina sull’avvio della fase 2” la biblioteca può essere utilizzata dagli studenti unicamente in merito alle attività di prelievo e restituzione di libri attraverso una precedente richiesta.

È possibile per  le Biblioteche del Polo centrale e la Biblioteca del Polo Annunziata riprendere l’erogazione dei servizi di prestito e di richiesta di articoli cartacei.

Il servizio di prestito in sede è disponibile solo per motivi urgenti di studio e destinato solo a docenti, ricercatori, dottorandi, specializzandi e tesisti, questi ultimi soltanto attraverso un’autorizzazione rilasciata dal proprio relatore. Per usufruire del servizio è necessario compilare un modulo online o inviare un massimo di tre richieste all’indirizzo email della Biblioteca del Polo centrale o del Polo Annunziata (link in basso). La richiesta sarà valutata dal personale della biblioteca in modo da poter stabilire con l’utente un appuntamento per ritirare l’articolo.

In questo modo sarà possibile accedere alla postazione di front office allestita nell’atrio del palazzo del Rettorato. La restituzione dei libri verrà svolta secondo un procedimento preciso: dopo l’identificazione dell’utente e del libro, l’utente stesso inserirà l’articolo preso in prestito in un contenitore adatto che verrà fornito al momento. Il libro verrà poi messo in quarantena per una settimana e quindi non sarà temporaneamente disponibile per un nuovo prestito.

Possono essere richiesti anche articoli da riviste cartacee o capitoli di libri, unicamente da personale accademico (docenti, ricercatori, dottorandi, specializzandi) o tesisti, per motivi validi da specificare nel modulo di richiesta specifico.

I servizi sono disponibili il martedì e il giovedì dalle ore 10:00 alle ore 13:00. Purtroppo non è ancora possibile consultare i testi in sede, ma rimangono disponibili i servizi digitali che possono essere richiesti attraverso il Team SBA – Servizio di Orientamento e Consulenza bibliografica.

– Link utili

per approfondire: www.unime.it

per seguire gli aggiornamenti: “Portale del sistema bibliotecario”

per contattare la biblioteca centrale: bibpolocentrale@unime.it

per contattare la biblioteca del polo Annunziata: bibpoloannunziata@unime.it

Team SBA Microsoft per richiedere servizi digitali

“Documento ad interim dell’Università di Messina sull’avvio della fase 2”

Federica Cannavò

 

Le novità 2020/2021 di UniMe

Si arricchisce l’offerta formativa dell’Università degli Studi di Messina.

Novità

I nuovissimi corsi di laurea (sia triennali che magistrali) sono stati presentati ieri:

  • Ingegneria gestionale(laurea triennale)
  • Ingegneria elettronica per l’industria (laurea magistrale);
  • Scienze e Logistica del trasporto marittimo ed areo (laurea magistrale);
  • Sostenibilità ed Innovazione ambientale (laurea triennale);
  • Scienze dell’alimentazione e nutrizione umana (laurea magistrale).

Salgono dunque a 12 dipartimenti e 93 corsi di laurea, molti dei quali sono stati arricchiti con diversi potenziamenti.

Qui il bando.

Tasse

Tra le principali novità sul fronte tasse, è stata estesa la No Tax area fino a 23.000 euro. Restano confermate invece le classi di reddito ISEE-U adottate nell’anno accademico 2019/2020.

Contributo omnicomprensivo attuale in base a requisiti ISEE-U attualmente vigente (2019/2020)

A questo si aggiunge l’esenzione dal pagamento delle tasse per gli studenti liceali con votazione finale di 100/100, estesa anche agli anni successivi al primo a patto che si conseguano i crediti previsti dal corso di laurea scelto con una media complessiva minima di 28/30.

Servizi

Ci sono novità anche per quanto riguarda i servizi: UniMe mette a disposizione gratuitamente per ogni studente cinque licenze di Office e cinque istallazioni di Windows 10.

Trasporti

Rinnovato anche l’accordo con l’Azienda Trasporti Messina: con un contributo di 30€ gli studenti potranno utilizzare tutti i mezzi e le linee dell’ATM.

Gratuitamente invece, potranno accedere ad un servizio navette di collegamento con i Poli di Papardo ed Annunziata.

Come iscriversi?

Immatricolarsi ad un coso di laurea a numero programmato non è mai stato cosi facile, la procedura infatti è stata semplificata. Si può fare adesso in 3 semplici mosse:

  • Scegliere il corso d’interesse attraverso una prenotazione sulla piattaforma Esse3 entro il 31/07/2020;
  • Effettuare il versamento della quota fissa pari a € 156,00 di cui € 140 per la tassa regionale per il diritto allo studio e € 16,00 per l’imposta di bollo (salvo esoneri previsti dalla legge) entro 3 giorni dall’arrivo dell’email che Esse3 invia allo studente;
  • Attendere l’email di conferma dell’avvenuta immatricolazione.

 

   Georgiana Florea

Ezio Bosso, come la musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare

“Oggi tutti parlano e nessuno sta a sentire. Bisogna fare silenzio per potere ascoltare. Un silenzio attivo, perché aiuta a percepire non solo il suono, ma anche te stesso, la tua anima.”

Queste le parole di Ezio Bosso, direttore d’orchestra, pianista e compositore italiano che oggi, 15 maggio 2020, si spegne a soli 48 anni. Era affetto da tempo da una malattia neurodegenerativa, che ha progressivamente minato il suo corpo, ma non per questo è riuscita a scalfire il suo animo.

Fonte: GLOBUS magazine

La sua malattia, infatti, definita da egli stesso un “terremoto”, altro non era che la sua storia, sicuramente fonte di disagio, ma al contempo occasione per evitare la noia; questo perché:

“noi siamo composti da storie, e non ci sono storie belle o brutte. Però hanno dei colori: possono essere tristi, disperate, allegre. Quello che bisogna evitare sono le storie noiose”.

Uno dei suoi lavori più riusciti, l’album“The 12th Room”, è frutto proprio del suo viaggio all’interno della patologia e della sua capacità di non lasciarsi sopraffare. Capacità che non vuole essere manifestazione di forza sovrumana bensì di riconoscimento della nostra caducità e fragilità:

“perché siamo fragili uguali, benché in alcuni all’apparenza non si noti”.

Fonte: go-italy.net

Egli infatti non voleva essere additato come un esempio perché non era nelle sue corde, solo la musica era per lui in grado di aiutare, sempre.

Il suddetto album nasce dall’antica teoria secondo la quale la vita sia composta da dodici stanze in cui lasceremo qualcosa di noi e delle quali avremo memoria quando passeremo l’ultima:

“Nessuno può ricordare la prima stanza perché quando nasciamo non vediamo, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo”.

La malattia lo costrinse a trascorrere giorni della sua vita all’interno di una stanza, che fosse di ospedale o della propria dimora; stanza che diventa buia, antipatica, in grado di condizionare i suoi movimenti ed il suo corpo, ma che diventa anche occasione per incuriosirsi e ricordare la propria fortuna. Egli infatti afferma:

“ l’antipatica stanza mi ha fatto scoprire nuove possibilità del mio strumento che non avevo mai pensato. […] E mi ha tolto un’altra rete di protezione che nemmeno pensavo di avere, facendomi fare la mia prima serie di concerti da solo. E sì: Mi ha liberato. C’è una frase bellissima che ho visto su una targa di un muro a Firenze. Recita così: <<Qui il 25 aprile la libertà ha ripreso stanza>>. Perché se stanza significa tra le altre cose affermarsi, vuole dire anche liberarsi. La Dodicesima stanza non è l’ultima, è quella da cui si ricomincia, si rinasce, si cresce”.

Il concetto di stanza è, però, ridisegnato perché in fondo:

“ La vita quindi non è un tempo ma uno spazio. E lo spazio è Infinito”.

Fonte: pesaronotizie.com

In questo periodo di pandemia, in cui ogni piccola normalità sembra perduta, il suo messaggio di speranza è più che attuale. Solo un paio di mesi fa, il 14 marzo, il maestro scriveva sul suo profilo Facebook:

“Io li conosco i giorni che passano uguali
Fatti di sonno e dolore e sonno per dimenticare il dolore
Conosco la paura di quei domani lontani
Che sembra il binocolo non basti
Ma questi giorni sono quelli per ricordare
Le cose belle fatte
Le fortune vissute
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci
Questi sono i giorni per ricordare […]
Perché il domani quello col sole vero arriva
E dovremo immaginarlo migliore
Per costruirlo”

Seguiamo il suo consiglio e sfruttiamo questo periodo per crescere, ritrovare noi stessi e quell’umanità che ultimamente sembra essere solo un ricordo lontano. Infatti, egli sosteneva che si impara a seguire veramente solo quando ci si perde perché:

“[…] per seguire bisogna perdersi. Perdere i pregiudizi, i problemi, le paure e imparare da ciò che vediamo, che sentiamo. Un po’ come in amore, perdi tutto il passato per seguire completamente. Seguire l’inaspettato”.

Consiglio l’ascolto del brano “Following, a Bird (Unconditioned) (Out of The Room)”, uno dei suoi brani più famosi ed emozionanti.

Come diceva:

“La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno una bacchetta come i maghi”

Ed è proprio grazie alla tua musica che, anche da lassù, continuerai a compiere la tua magia toccando le corde del cuore di chi saprà ascoltarti. E per ascoltare, che sia la musica o che sia la realtà che ci circonda, come riporta la citazione ad inizio articolo, è necessario fare silenzio.

Fonte: Facebook

 

Federica Mazzone

Coronavirus: le regioni più severe hanno registrato meno contagi. La Lombardia all’ultimo posto per numero di provvedimenti

Coronavirus in Italia: ultime notizie in diretta - Open

Sono passati oramai più di due mesi dal primo Dpcm di Conte (8 marzo 2020), con il quale si inaugurava la Fase 1 e il periodo di quarantena su tutto il territorio nazionale. Da allora, tirando le somme, è risultato lampante che il covid-19  ha colpito le regioni del Belpaese in maniera disomogenea: infatti se da un lato abbiamo un Nord Italia dilaniato dall’emergenza coronavirus, dall’altro il meridione è rimasto perlopiù stazionario. Ciò è dovuto sicuramente in parte alla posizione geografica e ai collegamenti infrastrutturali di ogni regione, che ne determinano una maggiore difficoltà nel raggiungerla e quindi un maggiore isolamento. Nondimeno secondo una ricerca del Centro Studi di FB&Associati, la prima società di lobbying e advocacy fondata in Italia nel 1996, potrebbe non essere solo questa la motivazione. A pesare, infatti, sul contenimento dei contagi sarebbero state anche le ordinanze varate dalle singole Regioni. Si tratta di una mole di provvedimenti impressionanti: in totale 468 nel periodo compreso tra il 24 febbraio ed il 25 aprile.

 

(Corriere della Sera)

 

Il Centro Studi ha voluto misurare l’impatto avuto da queste ordinanze e, come anticipa il Corriere della Sera, il risultato è sorprendente. Le Regioni che sono state meno colpite dalla pandemia sono anche quelle che hanno varato più provvedimenti. In particolare, si tratta di Abruzzo (49 ordinanze), Toscana (40), Campania (39), Calabria e Lazio.
Se da un lato alcuni governatori hanno sostenuto che il contenimento dei casi sarebbe dovuto proprio alle maggiori restrizioni imposte, dall’altro sembrerebbe che Regioni omologatesi alle restrizioni del governo centrale siano riuscite a limitare, comunque, il numero dei contagi”, si legge nello studio. Al contrario, le Regioni che hanno contato più vittime per il coronavirus sono in fondo alla classifica della produzione di ordinanze. La Lombardia ha adottato solo 9 provvedimenti, il Veneto appena 14, il Piemonte 13 e l’Emilia-Romagna 18.
(TPI.it)

 

FB&Associati on Twitter: "FB & Associati cerca un Campaign and ...

 

Inoltre lo studio si sofferma sulle difficoltà circa la cooperazione tra Stato e Regioni sulla Fase 2. Alcune perplessità sono relative all’articolato sistema di competenze previste dalla Carta Costituzionale nel rapporto fra governo centrale ed enti regionali, in merito alle forze centripete di alcuni governatori che rischiano di rendere ancor più critica la gestione di questa seconda fase della pandemia. Ciò si è manifestato qualche settimana fa (ad esempio) con la Governatrice della Calabria Santelli, la quale attraverso un’ordinanza regionale aveva optato per la riapertura anticipata di bar e ristoranti con servizio al tavolo, salvo poi essere annullata in parte dal TAR. Dunque questo è stato solo il primo di molti altri casi che si potrebbero ripresentare nelle prossime settimane, qualora vi fossero delle divergenze e delle differenti vedute tra Regioni e Stato. Con quest’ultimo che invece di preoccuparsi di consolidare il proprio consenso, dovrebbe guardare all’esigenze e alle richieste dei suoi cittadini, che non possono essere evidentemente le stesse dalla punta al tacco dello stivale.

 

Santoro Mangeruca

Jova “trip” party: una pedalata alla volta

 Fonte:  Instagram @lorenzojova

Ancora una volta Jovanotti crea qualcosa di unico: questo docutrip è l’ennesima conferma della sua arte e del suo amore per la vita e per la libertà.

È davvero un ragazzo fortunato, ma il suo sogno lo condivide con noi.

Sulla piattaforma Rai Play è disponibile in esclusiva : “Non voglio cambiare pianeta, Dagli Appennini alle Ande, 4000 km fa”,  16 puntate girate on the road, tra orizzonti sconfinati e alberghi improvvisati che in quindici minuti ci portano dall’altra parte del mondo a chiacchierare con Jovanotti… di cosa? Beh, un po’ di tutto.

Ma come si potrebbe descrivere la novità di un grande artista, se non attraverso i titoli delle sue stesse canzoni?

SI PARTE, SI PARTE, IL DITO SULLE CARTE

L’idea di un viaggio in solitaria che nasce dalla confusione: il nostro caro Lorenzo, comincia a progettarlo dietro le quinte del Jova Beach Party, con l’aiuto dell’amico Augusto (con cui farà una tappa del viaggio).

Sembrerebbe strano ma lui dice: “Dopo ogni cosa importante ho voglia di fare un viaggio per stare da solo e farmela risuonare dentro”, l’emozione di un grande evento che l’ha impegnato per tutta l’estate pare poter essere elaborata solo in 4000 km tra Cile e Argentina, lungo la panamericana e le Ande.

Fonte: @lorenzojova

SEI COME LA MIA MOTO, SEI PROPRIO COME LEI

La sua moto stavolta sarà una bici, amica fedele e silenziosa.

Da montare e smontare, da caricare con una tenda , la “telecamerina”, cibo e bandierine: italiana, cilena e argentina. Compagna di viaggio e di camera, rispettosa dell’ambiente ma super attrezzata. Certo che di km ne hanno fatti, ore ed ore; la co-protagnonista di questo viaggio.

“Ma lo sai che c’hai una bella moto?” 

Fonte: @lorenzojova

La stanchezza e la fatica si sono fatte sentire e certamente la pioggia o il sole battente non lo hanno fermato: lui, la bici e inaspettatamente noi.

IL PIU’ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL BIG BANG

Luoghi di un altro mondo, albe gratuite e tramonti mozzafiato. Jova, che: “saluti dallo spazio, le fragole maturano anche qua”, sembra aver capito di non voler cambiare pianeta. Ringrazia il sole di sorgere e saluta gli animali come se fossero suoi fratelli: lui stesso si descrive come un tale, riscoprendosi come una parte del tutto.

Fonte: @lorenzojova

Lama, lumache giganti, terra dei cactus, verde psichedelico e tropico del capricorno: perché qualcuno vorrebbe cambiare o maltrattare la nostra terra, soprattutto senza conoscere tutto quello che ci propone?

“Voglio stare qui, perché questo pianeta è un dono, è un miracolo in questo sistema solare”.

E IO SONO PROPRIO NEL MEZZO, NELLA TERRA DEGLI UOMINI

Nel suo percorso non sarà proprio solo; oltre la natura che lo abbraccia e lo rende parte di sé, incontrerà qualcuno, come Ilse: donna olandese di 70 anni che pedala da mesi e che in solitaria ci ha passato gran parte della sua vita; nelle persone del nuovo mondo rivede il viso “del mio babbo” e si presenta come Lorenzo, non come Jovanotti, svestendosi della fama e ritrovando la semplicità di andare al supermercato  o di comprare un piccolo lama da appendere alla bici, fa il turista e fa anche da guida.

Fonte: @lorenzojova

PAROLA MAGICA, METTILA IN PRATICA

Quello di Jova è un inno alla continua ricerca dell’arte e alla sua scoperta in tutte le forme.

Dal titolo della mini serie stesso: Dagli Appennini alle Ande, che è ripreso dal libro cuore ( che ci confessa essere uno dei suoi preferiti); al titolo di ogni puntata: nome di una grande opera inerente a quella tappa e al suo viaggio.

Da poeti italiani come Primo Levi: di cui sceglie Lunedì, per il KM 0;  a poeti sud americani come Pablo Neruda: da cui prenderà in prestito un verso de il Pigro, per intitolare il suo “filmino”, fino a concludere con un: “vola solo chi osa farlo” del cileno Luis Sepulveda, in piena attualità e in pieno stile Jova, come a voler onorare e ringraziare la terra su cui sta pedalando.

fonte: ivoltidipas.it

IN QUESTI GIORNI IMPAZZITI DI POLVERE E DI GLORIA

Tra gennaio e febbraio, sono tanti giorni e tante “salitone e discesine”, Jovanotti pedala per tutti noi e ci rende partecipi di cosa vuol dire: la fatica, stare lontano dalle sue ragazze e di come è bella la vita se si “fa una pedalata alla volta”.

Ma oltre la filosofia, c’è la realtà di un uomo che non ha mai smesso di credere nella fantasia e nell’arte e ancora una volta ci stupisce, stupendosi egli stesso della bellezza del nostro mondo.

Barbara Granata