“Volontari per l’educazione” – presentazione del progetto di Save the Children

L’Università degli Studi di Messina ospiterà, giorno 12 aprile 2022, un seminario per presentare il Progetto “Volontari per l’educazione”, durante il quale interverrà la dott.ssa Giulia Consolini, referente nazionale per Save the Children.

L’evento si è reso possibile grazie all’adesione da parte dell’Ateneo al Progetto “Volontari per l’Educazione promosso da Save the Children con il supporto della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) e della RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile.

Questo progetto si prefigge di contrastare la dispersione scolastica e facilitare il processo di recupero dell’apprendimento e della motivazione verso lo studio in quelle aree che sono state più colpite dalla diffusione del  Covid19, con conseguente crescita del divario culturale in bambini e ragazzi tra i 9 e i 17 anni.

Durante il primo anno 950 volontari e volontarie hanno già dato supporto a più di 1500 bambini e ragazzi su tutto il territorio nazionale.

Dove

Il seminario si svolgerà in modalità blended alle ore 16.00. Sarà possibile partecipare:

  • in presenza: Presso l’Aula dell’Accademia Peloritana dei Pericolanti, Piazza S. Pugliatti n. 1.;
  •  in modalità telematica: sulla piattaforma Microsoft Teams a questo link: http://tiny.cc/vepstc2022.

Cosa prevede il progetto

Volontari per l’Educazione” intende affiancare ad un singolo bambino o adolescente, o ad un piccolo gruppo, un volontario con adeguate competenze in modo da seguirli in un percorso volto a facilitare lo studio online.

Chi può diventare volontario per l’educazione?

Il progetto vuole coinvolgere gli studenti universitari, compresi dottorandi e specializzandi, fornendo loro una formazione iniziale, grazie anche ad incontri di approfondimento e al supporto di educatori pronti ad aiutarli per ogni necessità.

Dopo aver portato a termine l’esperienza, a ciascun volontario sarà rilasciato un openbadge digitale per riconoscere le competenze acquisite durante il percorso.

Gli studenti che diventeranno volontari, inoltre, potranno richiedere il riconoscimento di CFU  come attività libere extracurriculari rispetto al proprio piano di studi (secondo quanto stabilito dai propri Consigli dei Cds nell’ambito delle attività “altre” del Corso di laurea di cui all’art. 10 comma 55, lettera d) del D.M. 270/2004), come approvato da delibera del  Senato Accademico del 21/02/22.

Ornella Venuti

Il viaggio continua: alla ricerca dei luoghi più pericolosi del mondo

Il viaggio alla ricerca dei luoghi più pericolosi al mondo non è affatto breve. Tra il terrore e la meraviglia, il nostro pianeta non smette di offrirci scenari sublimi, che non possono non suscitare curiosità e voglia di scoperta.

Sublime è il senso di sgomento che l’uomo prova di fronte alla grandezza della natura sia nell’aspetto pacifico, sia ancor più, nel momento della sua terribile rappresentazione, quando ognuno di noi sente la sua piccolezza, la sua estrema fragilità, la sua finitezza ma, al tempo stesso, proprio perché cosciente di questo, intuisce l’infinito e si rende conto che l’anima possiede una facoltà superiore alla misura dei sensi”
-Immanuel Kant

Il Guatemala Sinkhole

Il 30 maggio 2010, nella città di Guatemala, un’area profonda circa 90 metri è collassata. Si è pensato che il motivo della formazione della dolina fosse stata la combinazione tra la tempesta tropicale Agatha, l’eruzione del vulcano Pacaya (l’ultima è recente e risale al 2021) e il malfunzionamento delle tubature fognarie. Al di sotto della città del Guatemala vennero trovati depositi di pomice vulcanica, quindi il luogo è esposto a facile erosione del terreno.

C’è chi però ha sostenuto maggiormente la tesi dell’errore umano. Il geologo del Dartmouth College Sam Bonis, ha ritenuto che la causa della catastrofe fosse da ricondurre esclusivamente all’erronea fissazione dei tubi fognari. Aggiunse inoltre, che proprio per tale motivo il termine “dolina” sarebbe improprio, indicando un fenomeno solo naturale. Secondo lo studioso invece, la causa dell’evento fu artificiale.

Ad ogni modo, è certo che nella città del Guatemala la formazione di doline fosse molto probabile: anche nel 2007 si era assistiti a un simile accaduto. Oggi la voragine è considerata uno dei luoghi più pericolosi al mondo. A incutere timore è la contezza di quanto fragile sia il terreno sotto cui potremmo trovarci.

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Fonte: www.themarysue.com

L’isola dei coccodrilli

L’isola di Ramree, detta anche Yangbye Island, si trova in Birmania ed è considerata uno dei luoghi meno adatti alla sopravvivenza. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu terreno di vari scontri militari tra forze inglesi e forze giapponesi. L’Inghilterra aveva cercato di stabilirvi una base aerea ma i giapponesi rivendicarono subito l’occupazione dell’isola. Gli inglesi sovrastarono i giapponesi, i quali si misero in fuga cercando rifugio nella giungla di mangrovie. Ma la giungla sembra essere stata un nemico peggiore delle truppe inglesi. Tra le mangrovie giunsero circa 500 soldati giapponesi ma si racconta che solo 20 di loro sopravvissero all’attacco dei coccodrilli che abitano la giungla.

Questo avvenimento non sembra essere attestato da molte fonti, dunque non si sa se ritenerlo solo una leggenda. L’isola resta comunque un luogo molto pericoloso, dato che è realmente occupata da un gran numero di coccodrilli. Rientra infatti nel Guinness dei Primati per i pericoli riservati a uomini e animali.

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Fonte: www.pinterest.it

La Death Valley

La Death Valley (Valle della Morte) è una depressione che fa parte del Grande Bacino e si estende fra Sierra Nevada a ovest e Stato del Nevada a est. È attualmente considerata uno dei luoghi più pericolosi al mondo per le stringenti condizioni di sopravvivenza per animali e vegetali a causa delle condizioni climatiche-ambientali. Quest’area fa parte della zona climatica del deserto del Mojave, quindi vi è molto caldo. Da maggio a settembre la temperatura può raggiungere picchi di 54°, il che significa che in estate non vi è la possibilità di muoversi durante il giorno. In generale, è comune tra i turisti visitare la Valle in primavera, quando il deserto fiorisce a seguito delle brevi ma intense piogge.

Vi sono numerosi punti panoramici da cui poter ammirare la Valle, tra cui il  Zabriskie Point e il Dante’s View (così chiamato proprio perché da qui si osserva l’ “inferno”, ovvero la Death Valley). Ai punti panoramici si aggiungono aree in cui osservare fenomeni particolari. Un esempio è la Racetrack Valley Road in cui per via dei venti invernali le pietre si muovono lungo un lago asciutto, lasciando delle scie.

Sebbene le temperature pericolose in alcuni periodi dell’anno, la Death Valley è un luogo che stupisce, in cui è necessario addentrarsi con i giusti accorgimenti.

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Fonte: wall.alphacoders.com

Il villaggio di Ojmjakon

Per parlare ancora di pericoli e di temperature particolari il luogo perfetto è Ojmjakon, un villaggio di 800 abitanti situato nella Siberia orientale. Il nome è molto eloquente: esso deriverebbe da “ejumu”  che nella lingua sacha significa “lago ghiacciato”.

In questa località, così come in altre zone della Siberia, vi sono temperature bassissime: il 6 febbraio 1913 si registrarono -67,7 gradi. Per questo motivo Ojmjakon è stato candidato per l’appellativo di “polo Nord del freddo”, ossia il posto in cui è stata registrata la temperatura più bassa. Ad oggi si contende il titolo con altre due località siberiane: Verchojansk e Tomtor.

Dunque, in questo caso le temperature troppo basse sembrano rendere Ojmjokon non molto ospitale e ai turisti viene sconsigliato di visitarla. Sembra che le uniche persone ad essersi abituate alle sue temperature siano i pochi abitanti del posto.

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Fonte: trebinjelive.info

Gli otto inferni giapponesi

Quando si arriva a Beppu, in Giappone, si osservano subito fumi e vapori sulfurei. La città poggia su sorgenti termali dalle quali fuoriescono 70.000 metri cubi di acqua caldissima ogni giorno (tra i 37 e quasi i cento gradi). La città giapponese è pertanto considerata la seconda fonte più grande di acque termali dopo lo Yellowstone National Park. Tra le circa 2800 sorgenti termali vi sono otto laghetti che si distinguono, concentrati nelle zone di Kannawa e Shibaseki. Vengono chiamati jigoku”, cioè “inferni” di Beppu, per la tradizione giapponese che vuole che l’Inferno si suddivida in otto strati. Tra questi quello più famoso è il Chinoike Jigoku, o Blood Pond Hell. Le sue acque raggiungono temperature elevatissime e inoltre la grande quantità di ossido di ferro conferisce al lago un colore rosso, tanto da sembrare sangue. Alla pericolosità delle temperatura, si aggiunge un aspetto macabro che fa del luogo, per quanto spaventoso, un posto unico.

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Fonte: siviaggia.it

Conclusioni

Ancora una volta si è potuto osservare come la Terra sia sempre pronta a sorprenderci, suscitando timore ma anche moltissimo stupore. Capire anche i pericoli che vi si celano è necessario per comprendere l’estremo rispetto che merita il pianeta e ciò non può mai smettere di essere ribadito. L’amore per la Terra deve nascere dalla consapevolezza del male e del bene che contiene, imparando ad accettare entrambi e cercando la via più giusta per convivere con essi.

 

Giada Gangemi

Per approfondire:

I 15 posti più pericolosi del mondo (nextme.it)

Gli inferni di Beppu – Orizzonti blog 

Il giro del mondo: alla ricerca dei luoghi più pericolosi

 

Scrubs: la serie che ci fa ridere ed emozionare allo stesso tempo

“Con il cuore di JD e la testa di Kelso” (AntartidePTN)

Fin da piccola ho avuto una passione: quella del cinema, della musica e dello spettacolo. Non come interprete, ma come osservatrice: guardo, analizzo e mi commuovo. Essendo un amore il mio, ho visto tante opere, alternando il mio interesse verso più direzioni. Scrubs è quella serie tv che mi ha colpito particolarmente. Ideata dal regista Bill Lawrence, la serie ha ottenuto una fama internazionale, andando in onda dal 2001 al 2010: 9 anni, 9 stagioni e 182 episodi che hanno coinvolto il pubblico.

Scrubs ha lanciato la carriera dell’attore Zach Braff, che interpreta il Dottor John Michael “J.D.” Dorian. (Curioso sapere che proprio oggi la star della fortunata serie spenga 47 candeline).

Da sinistra a destra: Turk (Donald Fraison) Elliot (Sarah Chalke) Carla (Judy Reyes) e JD (Zach Braff). Fonte: Disneyplus

Di cosa parla Scrubs?

“Un saggio disse che lo spirito umano può superare ogni ostacolo… Quel saggio non aveva mai fatto triathlon”

Le vicende avvengono all’Ospedale Sacro Cuore con “sale bianche”, mascherine, medici e pazienti che corrono da una stanza all’altra. Nei corridoi possiamo notare il tirocinante John Dorian, un ragazzo dal cuore d’oro, fresco di laurea, alle prese con questo mondo nuovo – fatto non solo di lavoro, ma d’amore e amicizia – composto di attimi di paura e felicità. John comincerà questa nuova avventura assieme al suo migliore amico Christopher Turk (Donald Fraison).

Nel primo episodio farà la conoscenza di tutte le persone che entreranno a far parte dalla sua vita. Come il Dottor Cox (John C. McGinley) nonché il suo mentore, poi l’amore della sua vita Elliot Ridd (Sarah Chalke), l’inserviente (Neil Flynn) di cui non si saprà mai il suo vero nome e che renderà la vita di JD un vero inferno. Abbiamo il Primario di medicina, il Dottor Kelso (Ken Jenkins), più interessato ai soldi che alla cura dei suoi pazienti, e infine troviamo la Capa infermiera Carla Espinosa (Judy Reyes), una specie di “madre” per tutti i nuovi arrivati.

Le prime otto stagioni sono interamente narrate dal punto di vista di JD, ad eccezione di alcuni episodi.

I personaggi principali di Scrubs. Fonte: Disneyplus

Sigla e titolo

Il titolo è un gioco di parole: “scrubs” indica le divise indossate da medici e infermieri. E come ci ha insegnato la pandemia, sappiamo che è importante lavarsi le mani accuratamente, strofinando per bene. Medici e chirurghi devono eliminare ogni tipo di germe prima di compiere qualsiasi operazione. “To scrub”, in italiano, vuol dire proprio “strofinare”.

La sigla della serie è Superman, un brano della band musicale Lazlo Bane. Durante la canzone vediamo i protagonisti, in sequenze alternate, passarsi un radiogramma che infine viene poggiato su un diafanoscopio. La canzone rappresenta non solo la serie ma tutto il mondo della medicina perché molte volte pensiamo ai dottori come a degli “eroi”, un po’ come quelli dei fumetti. Ma si sa, anche Superman ha la sua Kryptonite.

“Ma non posso fare tutto ciò da solo
No, lo so non sono Superman”

Perché è diversa?

“È per questo motivo che l’emicrania non le passa: qui vede, questo si legge “analgesico”, non “anale-gesico”. Signore, le prenda per bocca…”

Per anni è andato di moda il genere medical drama. Si pensi a Doctor House o a Grey’s Anatomy. Tutte opere che suscitano un grande interesse nel pubblico, ma che purtroppo sembrano essere sempre uguali tra di loro: serie in cui il contenuto viene meno e si pensa solo all’immagine commerciale. Ed è proprio in questo caso che troviamo quegli episodi che vanno avanti solo per l’audience generata da un “senso di attaccamento” del pubblico.

Anche a me, quando finisco una serie, un libro o un film, succede spesso che mi salga un senso di angoscia, avendo in qualche modo creato un legame con la storia o con i personaggi. L’unica serie che si distacca dai gusti del mercato globalizzato è proprio Scrubs. Anch’essa è legata agli stessi elementi del genere medical, ma la trama, che più si avvicina alla realtà, è allo stesso tempo più leggera. Un paradosso se ci pensiamo! La vita in sé non ha attimi prolungati di felicità e di quiete: il nostro tempo è costituito soprattutto da istanti di infelicità e solitudine. Quindi perché Scrubs è cosi leggera?

Fonte: DisneyPlus

Scrubs è una delle poche serie che riesce a legare comicità e “dramma”, rendendole una cosa sola. Nel giro di 20 minuti, ridi e subito dopo scoppi in lacrime. Ogni particolare, anche il più piccolo, rende lo spettatore partecipe alla storia, mettendo in mostra “il reale” che viviamo giorno per giorno. Ricordandoci che alla fine, per quanto si possano incolpare gli altri, la persona con cui bisogna prendersela davvero è soltanto una: noi stessi. I pensieri di JD, i monologhi del Dottor Cox, e le azioni degli altri personaggi ci insegnano che tutti siamo fragili ed è normale sbagliare.

Per questo, di fronte a situazioni tragiche non dobbiamo abbatterci. A volte è giusto chiedere aiuto, ma non bisogna mai arrendersi. Scrubs è quella serie che lega il riso e il pianto in unico filo: due reazioni che scaturiscono da due stati d’animo opposti, ma che appartengono ad ogni essere umano. Bisogna mostrare le proprie fragilità e ammettere di avere paura: nessuno di noi è Superman, come dice la sigla.

  Alessia Orsa

Grammys Awards 2022: come sono andati?

La notte del 4 aprile, tra le 21.30 e le 5.00 italiane, si è tenuta la 64esima edizione dei Grammys Awards, la premiazione canora più importante del panorama musicale. Ritenuti da molti come gli “Oscar della musica“, sono un appuntamento fisso ogni anno.

La cerimonia si è tenuta all’ MGM Grand Garden Arena di Las Vegas, un’arena già ampiamente utilizzata per altre premiazioni negli scorsi anni. Il presentatore Trevor Noah, comico e attore statunitense, ha aperto la serata ironizzando su quanto accaduto durante gli Oscar con la famiglia Smith (che fortunatamente non era tra il pubblico, per cui nessun presentatore è stato maltrattato e\o schiaffeggiato in diretta nazionale).

Grafica digitale della statuetta dei Grammys Awards di quest’anno. Fonte: GRAMMY.com

Grammys Awards: and the winner is…

Grandi premiazioni inaspettate quest’anno. Jon Batiste è stato il musicista più candidato, con ben undici nomination; seguono Justin Bieber, Doja Cat ed H.E.R. con otto candidature a testa. Altri artisti nominati sono stati Taylor Swift, Billie Eilish con il fratello Finneas e Olivia Rodrigo. Spunta anche il nome di The Weeknd in un featuring con Kanye West. Anche se in realtà, la pop star canadese ha deciso di non partecipare più alla competizione a causa dell’esclusione da qualsiasi categoria avvenuta nel 2021.

Jon Batiste è stato anche il musicista più premiato della serata. Ben cinque grammofoni per il jazzista autore della colonna sonora del film Disney: Soul. Porta a casa i premi “Best American Roots Performance“, “Best American Roots Song“, “Best Score Soundtrack for Visual Media“, “Best Music Video” con Freedom e l’ambito “Album of the Year” con We Are.

Fortunato anche il duo Silk Sonic, composto dall’incredibile Bruno Mars e da Anderson Paak, che ha portato a casa ben quattro grammofoni. Il duo ha vinto nelle categorie “Record of the Year“, “Song of the Year“, “Best R&B Performance” e “Best R&B Song” per lo più grazie al brano Leave the Door Open, che tutt’ora è presente in molte delle classifiche musicali più importanti. Proprio il duo ha aperto la premiazione esibendosi sulle note di 777.

Olivia Rodrigo è – senza sorpresa per nessuno – la migliore artista emergente dell’anno. La 19enne, autrice di brani di successo come Good 4 U e Deja Vu e dell’album Sour, porta a casa tre statuette (ma uno le cade di mano durante gli scatti nel dopo show).

Olivia Rodrigo, Silk Sonic e Jon Batiste durante la premiazione dei Grammys Awards. Fonte: CBC

Gli artisti non premiati

Ora passiamo al lato scioccante della competizione. Twitter, il social network più usato durante questi eventi, è letteralmente esploso dall’inizio alla fine dello show a causa dei BTS. La boy band sudcoreana più famosa al mondo era palesemente la favorita di chiunque nella categoria come “Best Pop Duo/Group Performance” ma, anche quest’anno, l’Accademy ha deciso di snobbare i ragazzi. La categoria infatti è stata vinta da Doja Cat e SZA con la loro Kiss Me More. Gli stessi Bangtan Boys (BTS), probabilmente consapevoli di non vincere, hanno più volte ribadito il concetto già espresso lo scorso anno:

Sia che vinciamo o meno il Grammy, noi abbiamo già ottenuto ciò che volevamo. Abbiamo voi (ARMY) quindi abbiamo tutto. – RM

I BTS sono stati in ogni caso gli artisti più attesi della serata. La loro esibizione di Butter ha fatto ballare tutti i presenti in sala e tremare i muri e le pareti dell’arena.

La boy band BTS sul red carpet dei Grammys. Fonte: Ginger Generation.it

Altro fandom che è rimasto “a bocca asciutta” è stato quello di Justin Bieber. Nonostante le nomination, anche lui non ha portato nulla a casa e la sua esibizione è stata la peggiore della serata. La CBS (il canale che trasmette la premiazione) ha infatti deciso di censurare il linguaggio “scurrile” di Peaches, la canzone in collaborazione con Daniel Caesar e Giveon. Il risultato è stato qualcosa di esilarante: la regia non era a tempo con la canzone e toglieva l’audio troppo tardi o troppo presto, censurando tutto tranne le parolacce.

L’Italia ai Grammys Awards

Subito dopo l’esibizione della giovanissima e talentuosissima Billie Eilish con Happier Than Ever, la cantante Dua Lipa e la collega Megan Thee Stallion hanno presentato il premio Best New Artist. Nell’esatto momento in cui le due donne si sono messe davanti al microfono, una voce fuori campo ha urlato:

Dai, basta, basta. Ragazze, basta!

Gli italiani che hanno visto live la scena in un primo momento hanno pensato: “Ho acceso per sbaglio la televisione?”. Invece no. La famosa stilista italiana Donatella Versace era lì presente! È stata lei ad occuparsi dei vestiti delle due artiste e, una volta salita sul palco con loro, ha modificato ulteriormente i loro abiti, si è presa un applauso e poi è tornata tra il pubblico. Un momento che i social hanno amato e che ha acceso una luce ancora più luminosa sulle creazioni della stilista italiana addosso ai presenti (Dua Lipa ha avuto diversi cambi d’abito ed erano tutti della casa di moda Versace).

Menzione speciale per l’Ucraina

Nonostante il clima euforico e festivo della serata, nel secondo blocco dello spettacolo si è deciso di dedicare uno spazio alla situazione di guerra in Ucraina. Il conflitto con la Russia è sempre presente nelle news di questi giorni, non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, ma è opportuno non dimenticarlo mai. Il presidente ucraino Zelens’kyj è riuscito a mandare un bellissimo messaggio di resistenza e di pace a tutto il mondo grazie agli schermi dei Grammys Awards:

Qual è il contrario della musica? La guerra. La guerra non ci fa scegliere chi sopravvive e chi giacerà in un silenzio eterno. Difendiamo la nostra libertà per vivere. Per amare. Per suonare. Nella nostra terra combattiamo la Russia che porta un silenzio orribile con le sue bombe. Un silenzio di morte. Riempite questo silenzio con la vostra musica. Riempitelo oggi per raccontare la nostra storia. Per raccontare la verità sulla guerra nei social media e in TV. Supportateci in qualsiasi modo, qualsiasi ma non il silenzio. E la pace arriverà.

John Legend ha ulteriormente siglato le parole del presidente con l’esibizione del suo brano Free. Accompagnato dalla cantante ucraina Mika Newton, dalla musicista Siuzanna Igidan e dalla poetessa Lyuba Yakimchuk oltre che dall’orchestra vestita con i colori della bandiera ucraina.

La musica unisce sempre e comunque. Non importa quale siano le tue sfumature: se trovi la tua canzone, trovi la pace.

Sarah Tandurella

Coda – I segni del cuore meritava di vincere gli Oscar?

Un film che parla della disabilità, proiettando allo spettatore ciò che provano i sordomuti. Voto UVM: 4/5

La notte degli Oscar si è conclusa qualche giorno fa: una serata magica tra abiti da sogno e “scene epiche”. Tutti erano incollati davanti alla televisione per assistere alle premiazioni, tra chi si è addormentato prima del finale, e chi è rimasto sveglio per vedere uno degli eventi mondani più attesi dell’anno.

L’Oscar per il miglior film e quello per “miglior sceneggiatura non originale” sono stati vinti da CODA – I segni del cuore, diretto dalla regista Sian Heder, arrivato nei nostri cinema ieri, 31 marzo, e disponibile su NOW e Sky Tv.

Un momento storico: è il primo film che trionfa con un cast composto da ben tre sordomuti, tra cui Troy Kotsur, che si è portato a casa la statuetta di “miglior attore non protagonista”, divenendo il primo attore sordomuto a vincere l’ambito premio.

Il cast di “CODA” sul palco degli Oscar. Fonte:StyleCorriere

Di cosa parla?

“Non posso restare con voi per il resto della mia vita!”

Nella cittadina di Gloucester, nel Massachusetts, troviamo la famiglia Rossi, un nucleo familiare abbastanza particolare,  composto da tre persone sordomute: il padre Frank (Troy Kotusur), la madre Jackie (Marlee Matlin) e il fratello maggiore Leo (Daniel Durant), mentre l’unica udente è la figlia Ruby (Emilia Jones) .

Ruby fin da piccola ha sempre aiutato la sua famiglia con la pesca e facendo loro da “uditrice”. Terminato il liceo, Ruby ha già deciso che svolgerà l’attività dei suoi familiari in modo permanente, perché non vuole lasciarli soli, perché sa che dipendono da lei in quanto l’unica udente.

La protagonista però ha una passione: quella del canto. Già a inizio film possiamo ascoltare la sua voce, mentre aiuta suo padre e suo fratello a lavoro. Nessuno dei due può sentirla, sono lì soli e attorno a loro c’è solo silenzio: i rumori delle onde del mare, i versi dei gabbiani non sanno cosa sono, così come la voce di Ruby. La ragazza sogna una carriera canora e perciò entra a far parte del coro della scuola dove incontra il maestro Bernardo (Eugenio Derbez). Quest’ultimo vedrà in Ruby qualcosa di magico, la aiuterà a migliorare nel canto e la spingerà verso questo mondo. Ma davanti alla protagonista si porranno due domande: abbandonare la famiglia? O proseguire verso un futuro diverso, lontano da loro?

Meritava l’Oscar?

A mio parere no. Coda – I segni del cuore ha vinto l’Oscar per un semplice motivo: perché emoziona. Guardando il film però non notiamo una trama completamente originale, ma ci vengono spesso riproposti i tipici stereotipi americani. Come quello della classica ragazza bullizzata da tutti che poi avrà la sua rivincita. La fotografia dai toni sdolcinati fa perdere punti all’opera, divenendo sinonimo di “banalità”: a primo impatto le scene sembrano uscite da qualche telenovela strappalacrime.

Il film ha funzionato per via del cast eccezionale: il lavoro svolto da Troy Kotsur è a dir poco sublime, mi sono commossa e divertita a guardare il suo personaggio, entrando in empatia con lui.

Ha funzionato perché la regista ha portato una storia di una disabilità, che ancora non comprendiamo del tutto perché spesso ci dimentichiamo che le persone che la vivono si sentono diverse dagli altri. Il paradosso in questo film è che sono proprio Frank, Jackie e Leo ad ascoltare e osservare tutti, mentre loro sono isolati.

C’è una scena in cui le musiche, i suoni e le voci scompaiono, e lo spettatore quasi si chiede se ci sia qualche problema con le casse o se il volume si sia abbassato da solo, ma non è così! La regista infatti abbassa i suoni di proposito, per far sentire la paura che può provocare il silenzio, mentre intorno a te tutti sorridono e parlano.

Da sinistra: Leo, Jackie e Frank mentre guardano Ruby cantare al concerto del coro della scuola. Fonte: Eagle Pictures

Nonostante alcuni cliché, il film mi ha fatto ridere e versare qualche lacrima. «Ogni famiglia ha il suo linguaggio» e il mio applauso va con la scrittura e nel linguaggio dei segni a questa famiglia.

Alessia Orsa

Biblioteche UniMe: riapertura della sala studio di Scienze Giuridiche e capienza al 100%

Il ritorno alla normalità continua spedito in casa UniMe. Dopo l’annuncio della ripresa delle lezioni in presenza dal prossimo 4 aprile, l’Ateneo Peloritano riapre con capienza al 100% le sale lettura annesse alle biblioteche di Ateneo, eccezion fatta per la Biblioteca del Polo Annunziata sez. umanistica ancora interessata dai lavori di ristrutturazione, conclusi invece per l’aula studio di Scienze Giuridiche, ubicata nel plesso centrale dell’Ateneo, che torna disponibile dal lunedì alla domenica temporaneamente e con orario provvisorio.

Come accedere alle sale studio

Gli studenti per accedere alle sale lettura dovranno essere muniti di:

  • Mascherina FFp2
  • Certificazione verde

E dovranno esibire:

  • Carta di identità
  • Mail di prenotazione posto rilasciata dall’App

Come prenotare il posto nelle sale lettura

Lo studente per accedere alle sale studio dovrà:

  • Accedere al seguente link (clicca qui);
  • Indicare dal menù a tendina la sala lettura di interesse;
  • Compilare il form.

N.B. 

  1. S.O.S. La mail di conferma dell’avvenuta prenotazione potrebbe arrivare nelle cartelle dello spam/altra/indesiderata;
  2. Lo studente che intende cancellare la prenotazione dovrà cliccare sull’apposito link presente nella mail di conferma ricevuta al momento della prenotazione.

Elenco aule studio disponibili

  • Aula Studio Scienze Giuridiche (Rettorato) lunedì- domenica 8.30-18.00 (orario provvisorio);
  • Biblioteca del Polo Centrale – Economia lunedì-giovedì 8.30-16.30 e venerdì 8.30-13.30;
  • Biblioteca del Polo Centrale – Scienze Cognitive martedì, giovedì e venerdì 8.30-13.30, lunedì e mercoledì 8.30-16.30;
  • Biblioteca del Polo Centrale – Scienze Politiche
    • Sala lettura dal lunedì al venerdì 8.30-13.30;
    • Postazione informatica dal lunedì al venerdì 8.30-13.30;
  • Biblioteca del Polo Annunziata – Sez. Biomedica  (ancora inagibile per qualche giorno) dal lunedì al giovedì 8.30-16.30 e venerdì 8.30-13.30;
  • Biblioteca del Polo Policlinico lunedì, mercoledì e venerdì 8.30-13.30, martedì e giovedì 8.30 –  16.30;
  • Biblioteca del Polo Papardo – Ingegneria  lunedì, mercoledì e venerdì 8.30-13.30.

Servizi di prestito e richiesta di articoli cartacei

I servizi di prestito e la richiesta di articoli cartacei continueranno ad essere erogati dalle biblioteche del:

  • Polo Centrale;
  • Polo Annunziata sez. biomedica;
  • Polo Papardo;
  • Polo Policlinico. 

Chi può fare richiesta

I servizi di prestito e la richiesta di articoli cartacei erogati dalle biblioteche di Ateneo sono riservati a:

  • Docenti;
  • Ricercatori;
  • PhD;
  • Dottorandi;
  • Specializzandi;
  • Studenti.

N.B. Gli studenti potranno effettuare un massimo di 3 richieste per volta.

Come effettuare richiesta

Gli studenti o il personale accademico strutturato per presentare richiesta per il servizio di prestito dovranno:

Gli studenti o il personale accademico strutturato per richiedere articoli da riviste cartacee o capitoli di libri dovranno:

o in alternativa

Durata del servizio, consegna e restituzione

La durata del prestito è di:

  • 1 settimana per le opere di consultazione;
  •  3 giorni per i testi d’esame (senza possibilità di rinnovo);
  •  4 settimane (con possibilità di rinnovo) per le altre pubblicazioni (eccetto i materiali esclusi dal prestito secondo Regolamento);

Per la consegna e restituzione gli studenti o il personale accademico strutturato devono recarsi presso i front office delle seguenti sedi:

  • Biblioteca di Giurisprudenza: al momento piano terra Biblioteca di Economia;
  • Biblioteca di Economia: piano terra Biblioteca;
  • Biblioteca di Scienze Cognitive: COSPECS – Sala lettura piano terra;
  • Biblioteca di Scienze Politiche: SCIPOG – atrio piano terra P.zza XX settembre, 4;
  • Biblioteca del Polo Annunziata – sezione umanistica: piano terra Biblioteca;
  • Biblioteca del Polo Annunziata – sezione biomedica: front office Biblioteca di Veterinaria;
  • Biblioteca di Ingegneria: front office Biblioteca, 4° piano – Blocco C;
  • Biblioteca di Medicina: front office Biblioteca.

Elidia Trifirò

“Il mostruoso femminile”: la paura delle donne tra mito e cinematografia di massa

“La donna è sempre stata un mostro.
La mostruosità femminile si insinua in ogni mito, dal più noto al meno conosciuto.”

Si apre così Il mostruoso femminile, saggio di Jude Ellison Sady Doyle, pubblicato in Italia nel marzo del 2021 ed edito da Tlon. Al suo interno, l’autrice si avvale di molteplici fonti – in primis casi di cronaca nera, letteratura gotica e cinematografia horror – per ricercare i timori alla base delle storie terrificanti che da sempre il patriarcato perpetra sul femminile. La narrazione è suddivisa in tre parti: figlie, mogli, madri – gli unici ruoli che la nostra società legittima per una donna – e pone come fondamento della sua analisi miti e leggende popolari che hanno costituito la materia prima di tutte le opere moderne successive.

La copertina del saggio. Foto di Rita Gaia Asti

Fin dai primi capitoli l’autrice dimostra che le figure femminili demoniache, o in generale sovrannaturali, sono ritratte con connotati mostruosi perché paradossalmente forniscono un ritratto realistico di come sarebbero le donne se lasciate libere di comportarsi da esseri umani indipendenti.
Il primo passo con cui il patriarcato se ne assicura la sottomissione, e dunque la de-umanizzazione, è la repressione della loro rabbia fin dall’adolescenza. Non a caso il nostro contesto socio-culturale alimenta narrazioni nelle quali la rabbia provata durante la pubertà femminile è così disumana da evocare potenze infernali.
E’ il caso de L’esorcista, l’iconico film del 1973 diretto da William Friedkin. Nella pellicola, la dodicenne Regan MacNeil viene posseduta dal demonio e manifesta comportamenti che, a ben vedere, più che una “possessione” sembrano una spettacolarizzazione orrorifica della pubertà femminile:

“Esplode di rabbia, insulta le figure autoritarie e vi si oppone, si fa beffe di Dio e dell’uomo, lanciando inutili provocazioni. Parla ossessivamente di sesso, soprattutto per scandalizzare gli altri. Impreca, urla, odia tutti, e il minuto dopo è l’adorabile bambina che vuole la mamma.”

Regan MacNeil in una scena de L’esorcista. Fonte: Warner Bros Entertainment, Inc

Quando l’autodeterminazione rende la donna disumana

Per il patriarcato è cruciale assicurarsi che fin dalla prima adolescenza la donna percepisca la propria rabbia come anomala e dunque se stessa come un mostro da addomesticare, da controllare dall’esterno, piuttosto che come un essere umano con sentimenti umani, anche negativi. Così può condurla più facilmente verso gli unici due ruoli che ha in serbo per lei: sposa mansueta e madre amorevole.

Tuttavia, anche in epoche remote, poteva capitare che donne sposate, soprattutto se troppo padrone di sé e provviste di una rendita personale più consistente di quella del marito, potessero apparire così anomale da non essere considerate affatto umane, ma creature di un altro mondo. Emblematiche, da questo punto di vista, sono le fate del folklore irlandese. Queste, scrive Doyle, non solo pretendevano rispetto nell’ambito di una relazione coniugale, ma avevano diritto a lasciare il marito umano se le percuoteva:

“In una delle storie raccolte da Evans-Wentz, l’uomo impara che non deve percuotere più di due volte la moglie senza ragione, e per percossa si intende anche un leggero colpetto sulla spalla.”

Fate dal folklore irlandese. Fonte: amazon.it

Purtroppo un marito violento è solo il prodotto più evidente di una gerarchia patriarcale. Le sue manifestazioni più distruttive gravano invece nel profondo del nostro inconscio ed assumono la forma di modelli inarrivabili.

E’ il caso di Carolyn Perron, la cui vicenda reale dei primi anni settanta ispirò il film L’evocazione – The Conjuring, uscito nel 2013. Carolyn, liberale giovane poetessa atea, costretta di peso a diventare una casalinga conservatrice e cristiana, si convinse di essere perseguitata da una strega di nome Bathsheba.

In realtà, le azioni violente che immaginava compiute dalla strega erano compiute da lei stessa, ridotta in uno stato di disperata prostrazione. Bathsheba altri non era che la rappresentazione di sentimenti a lungo repressi: il rancore per l’abbandono delle sue aspirazioni, sacrificate ai bisogni delle figlie, ed il senso di colpa per non riuscire a rispecchiare quell’ideale di amore incondizionato, da sempre richiesto alle madri, avevano creato il mostro.

La locandina del film L’evocazione – The Conjuring. Fonte: sentieridelcinema.it

Perché leggerlo?

La penna dell’autrice, cruda ed a tratti tagliente, sviscera con cura ogni risorsa a cui attinge. Traccia un quadro meticoloso di ogni forma di violenza che l’uomo ha adoperato nei secoli per assoggettare il femminile. Ne derivano pagine indimenticabili, che risucchiano il lettore nella loro infinita ed illimitata oscurità con lo scopo di guidarlo verso una progressiva quanto necessaria presa di coscienza. Inoltre la bibliografia è arricchita con preziose considerazioni personali dell’autrice su ciascuna fonte menzionata, con l’aggiunta di validi consigli per chi volesse approfondirne il contenuto.

Rita Gaia Asti

 

L’importanza della salute mentale nel seminario organizzato da UDU Messina

Riceviamo e pubblichiamo quanto pervenuto alla Redazione di UniVersoMe da UDU Messina relativamente al seminario che si è svolto ieri, presso l’Aula Magna dell’Aulario di Via Pietro Castelli, dal titolo “A casa tutto bene? Indagine sulla salute mentale studentesca nel post pandemia”.

Grande successo ha ottenuto il seminario promosso da UDU Messina – Unione degli Universitari – in collaborazione con l’Ateneo Peloritano, che grazie alla modalità blended ha permesso la partecipazione di molti studenti. L’incontro, infatti, è stato seguito sia su teams che in diretta Facebook sulla pagina di UDU Messina.
Il titolo dell’evento era: “A casa tutto bene? Indagine sulla salute mentale studentesca nel post pandemia”.
Abbiamo approfondito, con i relatori presenti, i temi del benessere psicologico, della salute mentale, con un particolare focus sugli studenti  e sull’impatto che il distanziamento fisico ha avuto sulle nostre relazioni e quindi sulle nostre vite.

Gli autorevoli interventi

Tra gli ospiti è intervenuta anche Camilla Piredda, membro dell’esecutivo nazionale dell’Unione degli Universitari, che ha presentato la campagna Chiedimi come sto, promossa dall’UDU, dalla Rete degli Studenti Medi e dallo SPI, che ha l’obiettivo di sensibilizzare riguardo questi temi e di contrastare lo stigma culturale che ancora oggi esiste sulla salute mentale.
La prof.ssa Cammarota, docente e sociologa, ha cercato di mettere a fuoco quello che già succedeva prima della pandemia in termini di fragilità già esistenti nella nostra società.
Con la prof.ssa Nanetti, ricercatrice in sociologia dei processi culturali e comunicativi dell’UNiversità di Bologna, invece abbiamo avuto modo di constatare i numeri e i risultati della ricerca su scala nazionale dal nome “l’esperienza di vita degli studenti universitari”. La docente ha messo a disposizione degli studenti la sua presentazione che è consultabile sul Team del seminario.
Il prof. Mostaccio, ricercatore in sociologia e salute globale del Dipartimento Cospecs,  ha fornito un prezioso punto di vista sul lavoro fatto sul territorio che ha reso più chiara la situazione in cui ci troviamo e quali scenari ci aspettano, dandoci numerosi spunti di riflessione anche sul tipo di università che immaginiamo di vivere.
Il prof. Formica, docente e psicoterapeuta, con un taglio più psicologico, ha offerto uno sguardo approfondito sulle relazioni sociali, sull’impatto che hanno sulle nostre vite e sull’importanza fondamentale che le caratterizza.
Era presente il segretario dell’FLC CGIL Messina Pietro Patti che ha portato i suoi rinnovando l’impegno per la costruzione di scuole e università sempre più inclusive.
E’ stato possibile porre diverse domande e considerazioni sia in aula che da casa. Il seminario ha riscosso un ottimo successo; ci auguriamo che questa giornata abbia portato ad una maggiore consapevolezza rispetto all’importanza del benessere psicologico nostro e di chi ci sta attorno.
UDU Messina

Torna il Taobuk Festival: tutte le attività formative per gli studenti

Il Festival Internazionale del libro Taobuk si rinnova per la XII edizione e come ogni anno, le opportunità per gli studenti UniMe sono numerose e diversificate.

Il Festival avrà come tema la ‘Verità’ e si svolgerà dal 16 al 20 giugno coinvolgendo il centro storico di Taormina e più di 100 autori e ospiti provenienti da diversi Paesi.

Gli eventi delle giornate renderanno possibile l’incontro tra la letteratura, il cinema, il giornalismo, l’arte, la musica e la cultura enogastronomica. Una serata da non perdere sarà di certo quella del 18 giugno in cui verranno presentati i vincitori dei Taobuk Awards 2022: Paul Auster, Michel Houellebecq e Giorgio Parisi, lo scienziato italiano che ha esplorato i ‘sistemi complessi’ ottenendo il Premio Nobel per la Fisica nel 2021.

Per presentare le stimolanti iniziative è stata trasmessa sulle pagine Facebook del Festival e dell’Ateneo una diretta a cui hanno partecipato il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, il Presidente e Direttore Artistico Taobuk, dott.ssa Antonella Ferrara ed il Direttore esecutivo Taobuk, dott. Alfio Bonaccorso.

Durante l’incontro sono state descritte le attività del campus e degli stage attraverso una presentazione video (clicca qui per vedere). Gli studenti avranno a disposizione una vasta gamma di esperienze formative in cui cimentarsi, oltre al contatto diretto con gli illustri ospiti.

Attività per gli studenti

Partecipare, come volontario al Festival, prevede due diverse aree:

  • Collaborare con la Direzione artistica in un’attività di “Stage”;
  • Dare il proprio contributo alle attività del “Campus”;

Le attività dello Stage inizieranno nei mesi che precedono l’evento per poi continuare nelle giornate dell’evento stesso. Per questo è richiesta disponibilità già da Aprile 2022.

I ruoli da ricoprire, in base alle personali inclinazioni e preferenze, saranno:

  • Segreteria organizzativa ( collaborare con l’ Ufficio del Cerimoniale, affiancamento alla Direzione artistica);
  • Responsabili di progetto (ad. es., Taormina Design Promenade, Taormina Cult, Mostre antologiche e personali);
  • Supporto alle attività dell’Ufficio stampa;
  • Social Media Management;

Le attività del Campus comprendono le seguenti mansioni:

  • Info-point (es. dare informazioni sul calendario e sugli eventi connessi a Taobuk);
  • Assistenza Eventi (essere di supporto agli autori e al pubblico);
  • Squadre Mobili (allestimento e gestione degli appuntamenti, distribuzione di programmi e locandine prima e durante il Festival);
  • Supporto logistica e allestimenti (supporto alle squadre di lavoro);
  • Taobuk Family – attività per i più piccoli: ( intrattenere i più piccoli nelle varie attività);
  • Accompagnamento Autori ( assistenza in caso di problemi di comunicazione, accoglienza dell’autore);
  • I fotografi del Festival;
  • Taobuk Operatori Video;
  • Free-lance (es. affiancare le attività dell’ufficio stampa);

Vitto e alloggio per gli studenti universitari saranno a carico dell’organizzazione.

Come partecipare

Per partecipare basterà registrarsi attraverso un form disponibile sul sito del Festival, a questo seguiranno dei colloqui one-to- one, svolti dall’organizzazione.

Agli studenti che parteciperanno verranno riconosciuti Crediti Formativi (CFU).

Per un’ulteriore presentazione del Taobuk Festival e per coinvolgere maggiormente gli studenti interessati, si terrà un webinar mercoledì 30 marzo alle ore 12:30.  È possibile seguirlo su teams cliccando il seguente link

oppure tramite diretta Facebook.

Per ulteriori domande o dubbi scrivere a: info@taobuk.it.

 

 

Ornella Venuti

 

UniMe: in arrivo proroga A.A. 2020/2021. Su esse3 la procedura di adesione

L’Ateneo Peloritano, in attuazione del D.L. 24 dicembre 2021 convertito con legge 18 febbraio 2022 n.11 (decreto milleproroghe), ha prorogato al 15 giugno 2022 l’ultima sessione di laurea per l’Anno Accademico 2020/2021.

Sarà competenza di ciascun Dipartimento fissare gli appelli di laurea ulteriori visibili alla voce “Bacheca, appelli di laurea”.

Chi potrà usufruirne

Potranno usufruire gli studenti e le studentesse che sono:

  • regolarmente iscritti all’Anno Accademico 2021/2022;
  • che intendono laurearsi a marzo/giugno 2022 qualora abbiano sostenuto tutti gli esami e concluso tutte le attività formative previste dal proprio piano di studi tra gennaio e i 7 giorni prima della sessione di laurea prevista per giugno 2022.

N.B. I laureandi che hanno concluso tutte le attività formative previste dal proprio piano di studi entro il 31 dicembre 2021, sono ammessi di diritto a conseguire il titolo nell’Anno Accademico 2021/2022. Pertanto non dovranno espletare alcuna procedura per aderire alla suddetta proroga. 

Come aderire alla proroga

Gli studenti interessati dovranno comunicare la propria adesione tramite Area Riservata Esse3 cliccando la voce “Prolungamento Anno Accademico 2020/2021 cd Decreto Milleproroghe”

N.B. Non saranno prese in considerazione ulteriori modalità di adesione, neanche sotto forma di istanze inoltrate all’indirizzo mail del protocollo generale d’Ateneo.

Come rinunciare alla proroga

Gli studenti che, avendo richiesto adesione alla proroga, per qualsiasi motivo risultassero impossibilitati al conseguimento del titolo nella sessione di giugno 2022, sono tenuti a comunicare alla Segreteria Didattica del proprio Dipartimento la rinuncia alla seduta di laurea calendarizzata.

Qualora non lo avessero già fatto, saranno tenuti al rinnovo iscrizione A.A. 21/22 e al pagamento delle tasse previste.

CdS non ammessi alla proroga

Gli studenti iscritti ai CdS delle Professioni Sanitarie non rientrano nella suddetta proroga, salvo diverse disposizioni del MUR di concerto con il Ministero della Salute.

Appello esami di maggio

È prevista una sessione straordinaria dell’appello per gli esami di profitto maggio 2022, così da consentire a chiunque possa usufruire della proroga di completare gli esami di profitto nei termini.

Tasse

Gli studenti che, essendosi già immatricolati per l’A.A. 21/22, dopo aver usufruito della proroga dell’A.A. 20/21, vogliano iscriversi per l’A.A. 21/22 ad un corso di laurea UniMe potranno ottenere la compensazione delle somme già versate per l’A.A. 21/22 senza aggravio di mora per questa ulteriore immatricolazione oltre i termini.

N.B. La nuova immatricolazione dovrà perfezionarsi entro 30 giorni dal conseguimento del titolo di laurea, altrimenti non vi potrà essere compensazione.

Le somme del contributo onnicomprensivo annuale già versate non saranno soggette a rimborso.

                                                   Ilenia Rocca