MessinaCon 2025: la Fiera Del Fumetto anima Villa Dante

Nello scorso week-end, da venerdì 5 a domenica 7 Settembre 2025, si è tenuta la 10ª edizione del MessinaCon sulla Riva Dello Stretto. La Fiera Del Fumetto, evento tanto atteso dagli appassionati di fumetti, giochi, cultura pop e cosplayer presenti a Messina, ha avuto quest’anno uno spostamento di sede: dal PalaCultura a Villa Dante. In quei tre giorni, Villa Dante si è animata di eventi, ospiti speciali e di persone che hanno riscoperto il proprio lato artistico che fanciullesco, lasciando fuori dalla Villa “la vita di tutti i giorni” per immergersi in un mondo fantastico.

Quest’anno, inoltre, ricorreva il 10° anniversario della Fiera Del Fumetto messinese. Dietro l’organizzazione c’è l’associazione StrettoCrea, guidata dal presidente Giuseppe Mulfari.

MessinaCon 2025: venerdì 5 Settembre

L’evento è iniziato con il taglio del nastro. Tra gli ospiti presenti figuravano il sindaco Federico Basile, gli assessori Liana Cannata e Massimo Finocchiaro, e la presidente di Messina Social City, Valeria Asquini.

La novità di quest’anno è stata l’introduzione di un padiglione dedicato al Vinyl Fest, accanto alle tante attività già presenti: negozi, fumettisti, giochi da tavolo, ecc.

Il momento più atteso della giornata è stato però nel pomeriggio, quando il pubblico presenta ha potuto incontrare un idolo dell’infanzia di molti, Danilo Bertazzi (il celebre Tonio Cartonio de La Melevisione). Un incontro magico con una persona speciale che non ha mai dimenticato il proprio fanciullo interiore e che invita gli altri a  fare lo stesso nei momenti opportuni, per poter “vivere meglio” e non perdere mai la voglia di inseguire i propri sogni. È stato, per molti, un vero e proprio ritorno al Fantabosco, che in realtà non ha mai smesso di vivere nel cuore di chi ha conosciuto quel fantastico mondo.

Danilo Bertazzi. ©UniVersoMe

MessinaCon 2025: sabato 6 Settembre

La giornata di sabato è stata la  più ricca di eventi e presenze.

Si è tenuto un workshop a cura dei Solar Eclipse, una K-Pop crew nata a Messina che hanno animato la fiera con alcune esibizioni coinvolgenti. All’interno dello stand del Vinyl Fest si è invece svolto il workshop “La storia e l’uso corretto del disco in vinile”.

Nel pomeriggio ha avuto luogo la Conferenza della Scuola del Fumetto di Palermo, durante la quale gli insegnanti presenti hanno illustrato i corsi, spiegandone l’organizzazione e l’importanza.  L’obiettivo è di fornire gli strumenti adeguati per entrare in mondo artistico che deve adattarsi al linguaggio visivo e narrativo contemporaneo, in continua evoluzione, e a una società sempre più globalizzata dalla tecnologia. Un’opportunità per chi desidera intraprendere questa strada.

A seguire, l’altro incontro molto atteso, ossia quello con il noto attore e doppiatore (e direttore di doppiaggio) Claudio Moneta, celebre voce di personaggi come la spugna di mare SpongeBob, Kakashi in Naruto, Goku in Dragon Ball Super, Barney in How I Met Your Mother, Muzan in Demon Slayer e tanti altri. Moneta ha parlato della sua “energia infinita” e della grande passione per il suo lavoro, regalando al pubblico la sensazione di dialogare dal vivo con i suoi personaggi più iconici.

Claudio Moneta. ©UniVersoMe

Mentre Moneta incontrava i fan per foto e autografi, in contemporanea si svolgeva la conferenza a cura dell’Ordine degli Architetti di Messina, è avvenuta anche la Conferenza a cura dell’Ordine degli Architetti di Messina, dove hanno spiegato l’importanza e la coesione tra il disegno di un fumetto e il progetto architettonico.

MessinaCon 2025: domenica 7 settembre

L’ultima giornata di MessinaCon si è aperta sotto un caldo e piacevole sole settembrino. La mattinata è trascorsa lentamente, mentre a Villa Dante iniziavano ad arrivare i primi cosplayer e i fan, pronti a vivere una domenica speciale che avrebbe chiuso in bellezza la decima edizione della fiera.

Il pomeriggio è stato animato dall’attesissima gara cosplay, condotta da Paynto insieme all’inossidabile Silvia Alfano, con una giuria composta da Taryn, Manu MFK e Celaena. Subito dopo, spazio al talk di Mario Sturniolo — streamer, attore e content creator — che ha raccontato il suo percorso e ha condiviso riflessioni sul futuro di Twitch e del mondo dello streaming.

Mario Sturniolo. ©UniVersoMe

Non sono mancati momenti di puro intrattenimento, grazie alla nuova esibizione della Solar Eclipse K-Pop Crew. Subito dopo il coinvolgente DJ set con le sigle più amate dei cartoni animati.

La gara cosplay ha visto trionfare:

  • 1° posto: Malenia di novareey

  • 2° posto: Il Cacciatore di giovada

A questi si sono aggiunti i premi speciali:

  • Menzione speciale “Man at Arms”: il Mandaloriano di fabio_saitta

  • Menzione speciale accuratezza: lo Spaventapasseri di mr.x_54

  • Menzione speciale fedeltà: Vaiana di cristalcosplay

  • Premio @dcphotocosplay: Malenia (novareey)

  • Miglior gruppo: Marty e Doc, interpretati da @kara_undici & Doc

  • Premio speciale sartoriale e crafting: Merida di @laura_bon_chan

 

Foto finale. ©UniVersoMe

Con la consegna dei premi e l’entusiasmo del pubblico, la giornata si è conclusa in un clima di festa e gratitudine. UniVersoMe coglie l’occasione per ringraziare il MessinaCon e l’associazione StrettoCrea per la fiducia, la collaborazione e l’accoglienza sempre calorosa, con un pensiero speciale a Peppe Mulfari, Silvia, Giando, Michelangelo, Roberto e a tutti i ragazzi e le ragazze che hanno reso possibile questa edizione.

Con un arrivederci carico di emozione, MessinaCon 2025 ha salutato il suo pubblico, dando appuntamento al prossimo anno per continuare a sognare insieme.

Giorgio Maria Aloi

Gaetano Aspa

Mostra del cinema di Venezia 2025: tutti i film dell’82esima edizione



Il 27 Settembre 2025 ha avuto inizio la tanto attesa 82esima edizione del Festival del cinema di Venezia. La Biennale giungerà al termine il 6 settembre, ma prima che ciò accada andiamo a vedere insieme quali sono i film (più chiacchierati e non) nelle varie sezioni di questa edizione.

Al festival del cinema di Venezia non manca nessuno!

E’ proprio il caso di dirlo: Quest’anno al festival del cinema di Venezia ci sono tutt*. L’82esima edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, infatti, prevede la presenza dei grandi nomi, da vecchie garanzie a nuove stelle degli ultimi anni, rendendo il festival un evento unico nel suo genere.

Ad aprire questa straordinaria edizione è stata La Grazia diretto da Paolo Sorrentino con protagonisti Toni Servillo e Anna Ferzetti (di cui l’uscita è prevista per il 15 Gennaio 2025), presentato nella sezione In concorso, mentre a chiudere il cerchio sarà Chien 51 di Cédric Jimenez (che sarà presentato in Fuori concorso nella sottosezione Non Fiction).

Grandi nomi, tanta attesa

Tra gli internzionali i più chiaccherati troviamo sicuramente Orphan di László Nemes, Bugonia di Yorgos Lanthimos (con Emma Stone), Jay Kelly di Noah Baumbach (con George Clooney, Adam Sandler, Greta Gerwig e Alba Rohrwacher), À pied d’oeuvre di Valérie Donzelli, No other choice di Park Chan-Wook, Frankenstein di Guillermo del Toro (con Jacob Elordi, Mia Goth e Christoph Waltz), Father, Mother, Sister, Brother di Jim Jarmusch, The Wizard of the Kremlin di Olivier Assayas (con Jude Law e Cate Blanchett) nella sezione In concorso.

La sezione Fuori Concorso, invece, ha previsto (e prevede): Nella sottosezione Fiction saltano all’occhio After the Hunt – Dopo la caccia di Luca Guadagnino (con Andrew Garfield, Julia Roberts e Ayo Edebiri) e In the hand of Dante di Julian Schnabel (con Gal Gadot, Martin Scorsese, Gerard Butler, Al Pacino, Jason Momoa, John Malkovich, Fortunato Cerlino, Claudio Santamaria, Franco Nero, Lorenzo Zurzolo, Guido Caprino e Sabrina Impacciatore); Nella sottosezione Non Fiction spiccano Ghost Elephants di Werner Herzog e Marc by Sofia di Sofia Coppola.

Inoltre, come ogni anno oltre alle varie sezioni, Venezia ha deciso di dedicare uno spazio al grande cinema restaurato (Venezia Classici). Tra i film scelti per questa 82esima edizione troviamo: Il magnifico cornuto di Antonio Pietrangeli (1964), Matador di Pedro Almodovar (1986), Roma Ore 11 di Giuseppe De Santis (1952), Lolita di Stanley Kubrick (1962) e Ti ho sposato per allegria di Luciano Salce (1967).

Festival del Cinema di Venezia
Fonte: My Movies

L’italia al Festival del cinema di Venezia

Oltre a delle vere e proprie eccellenze del cinema internazionale trova posto anche il cinema italiano. Quest’anno il nostro paese è rappresentato da film che portano sullo schermo storie, linguaggi e autori di un certo interesse: Duse di Pietro Marcello con Valeria Bruni Tedeschi nei panni della “divina” Eleonora Duse ; Elisa di Leonardo Di Costanzo (con Barbara Ronchi e Valeria Golino); Un film fatto per Bene di Franco Maresco; Amata di Elisa Amoruso (con Tecla Insolia, Miriam Leone, Stefano Accorsi e Donatella Finocchiaro);  La valle dei sorrisi di Paolo Strippoli (di cui si aspetta per il 2026 L’Estranea) con Michele Riondino e Romana Maggiora Vergano; Il Maestro di Andrea di Stefano con Pierfrancesco Favino e Valentina Bellé; Orfeo di Virgilio Villoresi; L’Isola di Andrea di Antonio Capuano con Teresa Saponangelo e Vinicio Marchioni.

Fuori concorso, inoltre, non sono mancate le presentazioni delle serie Portobello, diretta da Marco Bellocchio con Fabrizio Gifuni nei panni di Enzo Tortora, (presentati i primi due episodi) e Il Mostro diretta da Stefano Sollima su uno dei casi di cronaca nera italiana più agghiaccianti di sempre, Il mostro di Firenze (presentati i primi quattro episodi).

Altre pellicole assolutamente da non perdere sono Per Giornate degli autori La Gioia di Nicolangelo Gelormini con Valeria Golino, Saul Nanni e Jasmine Trinca e Per Orizzonti Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli con Benedetta Porcaroli.

Non mancano sul suolo italiano i documentari. Nella sezione Non Fiction troviamo Ferdinando Scianna — Il fotografo dell’ombra di Roberto Andò, mentre in Cinema e musica: Francesco De Gregori – Nevergreen di Stefano Pistolini, Nino. 18 Giorni di Toni D’Angelo (figlio di Nino) e Piero Pelù – Rumore dentro di Francesco Fei.

Festival del Cinema di Venezia
Fonte: Style Magazine – Corriere della sera

Venezia non delude mai

Quest’82esima edizione della Biennale cinema di Venezia conferma il festival come punto di riferimento imprescindibile. Tra proiezioni, incontri e anteprime, la rassegna offre un viaggio attraverso una produzione cinematografica di un certo livello (sia nazionale che internazionale), con una qualità che la rende un punto di riferimento irrinunciabile per cineasti, appassionati e anche per chi cinema è puro piacere.

Rosanna Bonfiglio

MESSINACON 2025: RITORNO AL FUTURO

Il 18 agosto, presso il Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, sede municipale del Comune di Messina, è stato presentato ufficialmente il MessinaCon 2025, il festival annuale dedicato agli appassionati di fumetti, cosplay, videogiochi e cultura pop.

Una locandina omaggio a “Ritorno al Futuro”

La locandina di quest’anno, realizzata da Umberto Giampà e Lorenzo Berdondini, celebra i 40 anni di “Ritorno al Futuro”: un tributo alla cultura pop che ci ha cresciuti e, allo stesso tempo, uno sguardo proiettato verso il futuro della città, di cui i cittadini sono i veri protagonisti.

La conferenza stampa

Durante la conferenza stampa, presenziata da figure istituzionali di rilievo e dallo staff organizzativo (il “triumvirato” di StrettoCrea: Giuseppe Mulfari, Silvia Alfano e Roberto Laganà Vinci), il presidente Mulfari ha definito l’edizione 2025 come “l’edizione dei grandi cambiamenti”.

Infatti, per il decimo anniversario, grazie alla collaborazione tra StrettoCrea, MessinaCon, Messina Social City e il Comune di Messina, la fiera si sposterà a Villa Dante, occupando oltre 50.000 metri quadrati del polmone verde della città.

Ma le novità non finiscono qui!

 

MessinaCon 2025
Gli organizzatori del MessinaCon insieme alle autorità. © UniVersoMe

Le mostre espositive

L’edizione sarà inaugurata da due mostre gratuite dedicate all’arte, al cinema, all’architettura e alla cultura contemporanea, con l’obiettivo di valorizzare le reti sociali e culturali del territorio.

Mostra di architettura (25 agosto – 7 settembre 2025)

A cura dell’architetto Giovanni Fiamingo, con il supporto della Fondazione Architetti del Mediterraneo, dell’Ordine degli Architetti di Messina e dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura, la mostra internazionale si terrà a Palazzo Zanca.
L’esposizione offrirà una “riflessione visionaria” sul presente e sul futuro dell’architettura, proseguendo poi il suo percorso con tappe alla Biennale di Venezia e in Cina.

Mostra “Ritorno al Futuro” (26 agosto – 7 settembre 2025)

In occasione del 40° anniversario del film, il Museo Accascina (Museo Regionale) ospiterà, nell’unica tappa siciliana, un’esposizione di oggetti di scena e cimeli originali, provenienti direttamente dal set di Back to the Future.

MessinaCon 2025
Inaugurazione della mostra sull’architettura contemporanea presso Palazzo Zanca. © UniVersoMe

MessinaCon 2025: ospiti e programma

Il “MessinaCon” dal 5 al 7 settembre, tra workshop, area a tema, concerti e artisti di calibro internazionale, vanterà la presenza di ospiti speciali, tra cui Danilo Bertazzi, conosciuto come il folletto Tonio Cartonio della Melevisione. Claudio Moneta, attore e voce italiana di personaggi memorabili come SpongeBob, Kakashi Hatake e Barney Stinson. Infine Mario Sturniolo, poliedrico streamer messinese di fama nazionale.

Cosplay Contest

Immancabile l’attesa gara cosplay, che avrà luogo domenica 7 settembre, presso l’arena di Villa Dante (Modulo iscrizione Cosplay Contest https://b17db598bb.clvaw-cdnwnd.com/9532995edc37b57c24367bdfdd3c120a/200000154-1f2611f263/Cosplay%20Contest%20Modulo%20Iscrizione%202025.pdf?ph=b17db598bb ).

Biglietti e info utili

I biglietti per la fiera potranno essere acquistati in prevendita online, nei MessinaCon Point (https://www.latorrenera.net/  ) o direttamente in loco, durante i giorni della manifestazione. Per i bambini sotto i 14 anni e le persone con disabilità è previsto l’accesso gratuito.

Appuntamento a settembre!

Vi aspettiamo venerdì 5 settembre alle ore 11:00 per il taglio del nastro, impazienti di vivere un fine settimana all’insegna del divertimento e della cultura geek.

 

Valeria Giorgianni

 

Programma completo in continuo aggiornamento: https://www.messinacon.it/programma/

Indiegeno Fest 2025: l’edizione della riflessione

Torna con la sua undicesima edizione l’Indiegeno Fest, il festival siciliano organizzato da Leave Music e dall’Associazione Clap con il patrocinio del Comune di Messina. Per l’occasione abbiamo raggiunto telefonicamente Alberto Quartana, direttore artistico del festival, per farci svelare qualche novità di quest’anno.

Due date, 1 e 2 agosto 2025, in due location simboliche del territorio messinese: le Grotte di Mongiove e i suggestivi paesaggi nei pressi dell’Argimusco, per un evento che si annuncia come un’edizione di passaggio, un momento di pausa creativa, riflessione e cambiamento. “Volevamo tornare a una dimensione meno itinerante – ha detto Alberto Quartana – e abbiamo deciso di tornare nel posto dove siamo partiti. L’anno scorso si era creata un po’ di dispersione, e nei festival avere un’identità di luogo è importante.”

Un festival gratuito, aperto, in ascolto

La scelta è chiara e potente: ingresso gratuito, line-up giovane e sperimentale, artisti emergenti e un’atmosfera immersiva. Indiegeno Fest 2025 non punta su nomi altisonanti, ma su talento puro, energia creativa e autenticità, offrendo al pubblico la possibilità di (ri)scoprire la musica come esperienza condivisa e trasformativa.

1 agosto – Grotte di Mongiove (Patti, ME)

La prima serata si svolgerà nel suggestivo scenario naturale delle Grotte di Mongiove, tra mare e roccia. Sul palco:
Giulia Mei, Marco Russo, Zebra TSO, Basim, Tommaso Malatesta, Richie Ritz
A seguire, l’aftershow farà ballare il pubblico con i set di DJ Cafeo e Rumble in the Jungle.

2 agosto – Parco Archeologico Guglielmo, Montalbano Elicona (ME)

La seconda data, la più iconica e rappresentativa dell’intero festival, si terrà nei pressi dell’Argimusco, luogo magico e sospeso nel tempo. Qui, al tramonto, salirà sul palco il Secret Artist, un momento di pura emozione e sorpresa. Alberto Quartana ha svelato che “è un big della musica italiana, che ha creato innovazione nella panorama italiano e che ha portato tanta contaminazione”; non ci resta che scoprirlo il 2 agosto!
Completano la line-up: Nico Arezzo, Idda, Newma, Vick, Maiogabri, Befolko, Stretto Cypher, con un aftershow firmato DJ Cafeo e Dose.

Un anno di transizione per un futuro nuovo: parla il direttore artistico Alberto Quartana

Indiegeno Fest – come si legge nella nota stampa – quest’anno si è preso una pausa dai grandi nomi per tornare a dare spazio alle emozioni. “Quest’anno stiamo facendo una versione di Indiegeno più light, diciamola così. – ci racconta Alberto – Il concept, però, è identico: creare opportunità per gli artisti emergenti di esibirsi in dei palchi insieme. I curiosi della musica, chi non bada soltanto ai nomi altisonanti, hanno sempre trovato degli artisti che poi spesso hanno continuato a seguire.”

“Il sogno è creare una comunità appassionata di musica e con la voglia di scoprire cose nuove. Vorremmo creare un villaggio esteso in cui si entra, si sta una settimana e si vive tutto il panorama musicale italiano e tutto ciò che ci sta attorno. Fare un festival non è per niente facile, anche perché l’aspetto economico non è da sottovalutare e non ci si riesce a sostenere solo con la biglietteria. Serve un aiuto concreto da parte delle istituzioni e degli sponsor: se manca questo, tutto il resto viene meno. Forse dobbiamo abituare di più la gente al concetto di festival, ma questa è una questione italiana più che soltanto siciliana. Tuttavia questo sta cambiando, anche grazie a quello che abbiamo fatto noi, YpsigRock, Mish Mash, e tanti altri.”

In un’epoca in cui tutto corre e si consuma in fretta, Indiegeno Fest 2025 sceglie di rallentare, ascoltare e seminare. Non è solo un festival, ma un atto culturale e umano, un invito alla scoperta e all’autenticità.

Gaetano Aspa e Giulia Cavallaro

 

Pelorias Sea Sound: line-up

C’è un luogo dove il mare incontra il ritmo, dove le correnti culturali si mescolano come strumenti in una jam session infinita. Quel luogo è il Pelorias Sea Sound, il festival che fa della musica un ponte tra continenti, generazioni, radici e visioni.

Nato come un atto d’amore per il territorio e le sue possibilità, il Pelorias Sea Sound è molto più di una rassegna musicale: è un’esperienza. Un caleidoscopio di suoni che va dall’afrobeat al pop elettronico, dalla world music alla sperimentazione sonora, in un dialogo continuo tra identità e trasformazione.

Ogni artista in programma porta con sé un pezzo di mondo: storie, suoni, battiti, lingue.

 Conosciamo allora gli artisti protagonisti di questa edizione, con le loro storie, i loro sogni, i loro suoni.

Afrodream

Afrodream è un ensemble afrobeat-pop nato a Torino nel 2018 dalla collaborazione tra Abou Samb (voce e percussioni), artista senegalese, e Luca Vergano (chitarra). Il progetto si è presto arricchito con musicisti provenienti da tutto il mondo: Ariel Verosto (pianoforte e flauto traverso, Argentina), Beauvoir Kongmeneck (voce), Francesco Cornaglia (batteria), Gabriele Cappello (sassofono), Reiul Roxo (tromba) e Gianluca Gallucci (basso).

La loro musica è un incontro armonioso tra ritmi africani, melodie occidentali e testi pieni di speranza, malinconia, luce. Le esibizioni dal vivo di Afrodream sono veri rituali catartici: energici, danzanti, capaci di unire il pubblico in un unico respiro.

Con due EP all’attivo (Afrodream e Jam Sa Sounè) e un album crowdfundato (La Teranga, 2020), la band ha suonato in tutta Europa e in Senegal, condividendo palchi con nomi internazionali come Newen Afrobeat. Il nuovo EP, anticipato dal singolo Ethnique in collaborazione con Rumba de Bodas, uscirà a giugno, mentre il prossimo album è previsto per l’autunno 2025.

Killabeatmaker

Direttamente da Medellín, Killabeatmaker — alias Hilder Brando Osorno — è un produttore, beatboxer, rapper e performer colombiano con oltre 18 anni di carriera. La sua musica è un’esplosione di suoni afro-latinoamericani, dove le radici indigene, la cumbia, l’afrobeat e l’elettronica globale si intrecciano in set ipnotici e vitali.

Killabeatmaker non è solo un DJ, ma un vero maestro della performance dal vivo, affiancato dalla sua band Radiocaliente:

  • Guadalupe Giraldo (batteria, gaita e voce)

  • Julian Ramirez (percussioni e cori)

  • Killabeatmaker stesso, che domina la scena con AKAI beats, rap e beatbox.

Ha calcato i palchi di oltre 43 città europee, partecipato a festival iconici come Sziget, WOMEX, Musicbox Lisboa, Helsinki Festival, e ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti, tra cui una nomination ai Latin Grammy come ingegnere del suono.

Il suo EP Matiela Suto (2021) è stato inserito in una serie Apple TV+, selezionato da OkayAfrica tra le canzoni della settimana, e supportato da DJ internazionali come Jamz Supernova (BBC), Branko (Enchufada) e Kampire (Nyege Nyege).

Nel 2024 è partito l’INGA Tour, che lo vedrà protagonista nei maggiori festival mondiali. Con la sua visione artistica, Killabeatmaker non porta solo musica: porta narrazione, identità e coscienza ecologica, restituendo alla musica il potere di unire e risvegliare.

magikAAAAArp

Nati nel 2023, magikAAAAArp è un duo composto da Amedeo Mignano (tastiere) e Melo Miceli (batteria). Il nome richiama ironicamente il Pokémon più sottovalutato, ma il loro sound è tutto tranne che inutile: potente, fuori schema, glitchato e geniale.

Il primo album SUPERJAZZ è stato mixato e masterizzato da Jeremy Loucas, vincitore di 5 Grammy Awards, e li ha portati in tour tra Sicilia e Italia. Con il nuovo EP in arrivo, NEW GAME PLUS, il duo espande la propria visione tra jazz destrutturato e linguaggi videoludici, creando un’esperienza live che fonde virtuosismo e ironia.
Non chiamatelo jazz: è S U P E R J A Z Z.

NEWMA

NEWMA è un progetto alt-folk elettronico che unisce poesia e sperimentazione, nato dall’incontro tra Marco Corrao e Paolo Russo, con la collaborazione del percussionista Davide Campisi. La loro musica è un fluido paesaggio sonoro in cui chitarre acustiche, loop, synth, percussioni e testi evocativi si fondono in un linguaggio musicale che abita le frontiere. Con esperienze che spaziano dai deserti arabi alle metropoli americane, i membri di NEWMA portano sul palco un bagaglio internazionale, convertendo e contaminando i suoni del mondo in una forma nuova di folk elettronico.

Tra atmosfere rarefatte e vibrazioni viscerali, il loro sound si muove tra cantautorato, ambient pop ed esperienze cinematiche, dando vita a un set poetico e immersivo.
Una sinestesia di suoni e immagini che è più che un concerto: un viaggio sonoro.

V I C K

V I C K è la voce messinese che fonde elettronica, introspezione e vibrazioni urbane in un sound personale e sperimentale. L’esperienza londinese si unisce al legame con il territorio dello Stretto, creando un ponte sonoro tra inquietudine e luce.

Ha condiviso il palco con i Melancholia e altri artisti della scena italiana emergente, distinguendosi per le sue performance magnetiche e cariche di emotività. Dai brani malinconici a quelli più pulsanti, VICK costruisce un universo in evoluzione, dove ogni canzone è un paesaggio mentale.
La sua è una voce nuova che guarda oltre i confini.

Pelorias Sea Sound è il luogo dove tutto può succedere. È l’inizio di qualcosa che resta.
Un invito a lasciarsi attraversare. A esserci.
Davvero.

Cerimonia di Consegna dei Diplomi: al Teatro Antico con Castrogiovanni e Greison

Lunedì 21 luglio, a partire dalle ore 20.15, l’Università degli Studi di Messina celebrerà i suoi laureati in uno dei luoghi più suggestivi al mondo, il Teatro Antico di Taormina. In uno scenario sospeso tra cielo e mare, carico di storia e bellezza, prenderà vita la Cerimonia di Consegna dei Diplomi di Laurea, un appuntamento ormai simbolico per l’ateneo peloritano.

Ad assistere all’evento, oltre quattromila persone: studenti, famiglie, docenti e personale tecnico-amministrativo che condivideranno l’emozione del traguardo raggiunto. Ospiti d’onore di questa edizione saranno due personalità d’eccezione: l’attore messinese Claudio Castrogiovanni e la fisica e divulgatrice scientifica Gabriella Greison.

Dall’Unime al Cinema

Castrogiovanni, laureato proprio in Giurisprudenza a Messina, è volto noto del cinema e della televisione italiana. Dopo un debutto teatrale nel 1994 con Jesus Christ Superstar, ha calcato le scene per oltre quindici anni, conquistando il pubblico con interpretazioni intense, come quella di Capitan Uncino in Peter Pan – Il Musical, premiata con il “Biglietto d’oro” per due anni consecutivi. Il grande pubblico lo conosce soprattutto per il ruolo di Luciano Liggio nella serie Il Capo dei Capi, e per le numerose partecipazioni a fiction di successo: da Squadra Antimafia a La mafia uccide solo d’estate, da Il Cacciatore a Leonardo.

Sul grande schermo, dopo La trattativa di Sabina Guzzanti (Festival di Venezia 2013), è tornato recentemente alla ribalta con Spiaggia di vetro, film ambientato tra Calabria e Messina, presentato all’Ischia Film Festival e attualmente in sala. A breve lo rivedremo in tv nella seconda stagione di Vanina – Un vicequestore a Catania, dove interpreta l’ispettore capo Carmelo Spanò.

Rockstar della Fisica

Accanto a lui, una delle voci più autorevoli della divulgazione scientifica italiana: Gabriella Greison. Fisica di formazione, scrittrice, attrice e conduttrice, è conosciuta anche all’estero come la rockstar della fisica, soprannome guadagnato dopo il sold out di un suo spettacolo a Roma e rilanciato dal Corriere della Sera. Autrice di tredici libri – tra romanzi storici e saggi ispirazionali – ha raccontato la fisica quantistica attraverso le storie dei grandi protagonisti del XX secolo e delle scienziate dimenticate, rendendo accessibili temi complessi con uno stile narrativo coinvolgente.

Tra le sue opere più note: Ogni cosa è collegata (Mondadori), L’incredibile cena dei fisici quantistici (Salani), Einstein e io, La donna della bomba atomica, Ucciderò il gatto di Schrödinger. I suoi monologhi teatrali, tratti da questi testi, sono stati rappresentati in Italia e all’estero: da San Francisco a Zurigo, da Vienna a Milano. Ha ideato e condotto format televisivi e podcast di successo, ed è stata inserita da Forbes tra le 100 donne italiane di maggior successo nel 2024.

La serata del 21 luglio sarà quindi molto più di una cerimonia accademica, sarà un omaggio all’impegno, alla cultura e al talento. Un abbraccio simbolico tra il sapere e il futuro, sotto il cielo di Taormina.

Gaetano Aspa

Pelorias Sea Sound: la leggenda che suona ancora a Capo Peloro

Nel punto più orientale della Sicilia, dove il mare si restringe come una ferita sottile tra due terre, c’è un luogo che ha la forza di un archetipo: Capo Peloro. È una soglia, un confine, ma anche un inizio. Da secoli è stato teatro di partenze, di naufragi, di ritorni, di visioni. Ma ancora prima di essere uno spazio geografico, Capo Peloro è un luogo del mito. E come ogni mito, ha il volto di una dea.

Il suo nome era Pelorias.

La leggenda

Pelorias è una figura avvolta nel mistero. Il suo nome deriva dal greco “pelorios”, che significa “immensa”, “mostruosa” nel senso arcaico del termine: non qualcosa di orrendo, ma qualcosa che supera ogni misura, ogni comprensione. Secondo alcune versioni del mito, Pelorias era una creatura marina, una divinità antica che abitava le acque dello Stretto di Messina. Proteggeva le rotte, confondeva i venti, osservava i viaggiatori.

Ma c’è una leggenda ancora più antica che la vuole dea del suono. Si dice che Pelorias raccogliesse i suoni del mondo: i lamenti del mare, i sussurri del vento, i canti dei naviganti, e li custodisse tra le rocce del capo. Di notte, quando tutto taceva, li restituiva al mondo sotto forma di echi, vibrazioni, sussurri ancestrali. Era una sorta di archivio vivente dell’emozione umana, della memoria acustica della Sicilia.

Per altri, era la personificazione stessa del promontorio, Capo Peloro porterebbe infatti il suo nome. Una dea fusa con la terra, con la pietra, con il sale. Una presenza femminile, materna e primordiale, capace di custodire ma anche di pretendere rispetto.

In un Sud in cui le divinità si sono spesso confuse con i paesaggi, Pelorias è diventata simbolo di quel Sud che osserva e accoglie, che respira silenzioso ma eterno. Un Sud che non ha bisogno di gridare per esistere.

Capo Peloro tra mito e geografia

Capo Peloro è il punto più a nord-est della Sicilia. Le sue acque sono tra le più agitate e spettacolari del Mediterraneo. I due mari che lo lambiscono, lo Ionio e il Tirreno, si scontrano con violenza in una danza continua di correnti e riflessi.

Qui le leggende si fanno materia: si racconta che Ulisse, nel suo viaggio, passò dallo Stretto sfuggendo a Scilla e Cariddi. Virgilio lo cita, i Greci lo temevano, i Romani lo adoravano. Ogni popolo che abbia solcato questo tratto di mare ha lasciato qualcosa.

Il faro, i piloni, i villaggi di pescatori, le torri di avvistamento, tutto parla di un Sud che è stato punto strategico, nodo di traffici, soglia di culture. Ma anche rifugio per chi cerca la bellezza e la quiete.

E proprio qui, su questa terra intrisa di storia e leggenda, nasce una nuova forma di rito: il Pelorias Sea Sound.

Pelorias Sea Sound

Il Pelorias Sea Sound non è solo un festival. È un rito contemporaneo, un richiamo ancestrale mascherato da musica elettronica.

Quest’estate, artisti, dj e performer si danno appuntamento a Capo Peloro per dar vita a un evento che mescola suono, paesaggio e memoria. La spiaggia si trasforma in un altare. Le casse diventano tamburi tribali.

La scelta del nome non è casuale: Pelorias è la forza evocativa che unisce passato e presente. E il “Sea Sound” è proprio questo: il suono del mare, il suono della memoria, il battito di una Sicilia che vuole raccontarsi senza folklore, ma con verità e visione.

In questo spazio, la musica non intrattiene: trasforma. Accende ricordi, risveglia appartenenze. Diventa atto poetico, politico, identitario.

(Per acquistare i biglietti clicca qui)

 

Una Sicilia che ritorna

C’è qualcosa di sacro nei ritorni. In un tempo in cui molti giovani lasciano la Sicilia per cercare altrove un futuro, eventi come il Pelorias Sea Sound non sono semplici momenti ricreativi. Sono atti di resistenza culturale.

Ritornare a Capo Peloro, ascoltare musica sotto le stelle, dentro un luogo che ha visto passare miti e migrazioni, significa riappropriarsi del tempo e dello spazio. Significa guardare la propria terra non solo come origine, ma come destinazione.

Pelorias, dea silenziosa e infinita, continua a vegliare. Non più solo sulle rotte dei marinai, ma su quelle interiori di chi cerca un senso, una casa, una vibrazione che lo riporti a se stesso.

E forse è proprio questo il cuore del festival, ricordarci che il mare non divide. Il mare unisce. E che ogni mito è ancora vivo, se lo sappiamo ascoltare. Magari a occhi chiusi, mentre un beat vibra sotto la pelle e una voce antica ci sussurra che siamo tornati dove tutto è cominciato.

 

Gaetano Aspa

 

Qui per rimanere aggiornato su tutte le info: https://www.instagram.com/peloriasseasoundfestival?utm_source=ig_web_button_share_sheet&igsh=ZDNlZDc0MzIxNw==

Due gocce d’acqua

«Violet!» chiamò qualcuno alle sue spalle. Ma Violet non si voltò.

Non perché non avesse sentito o fosse maleducata. Violet aveva semplicemente dimenticato il suo nome.

Lo aveva perso da qualche parte, forse in mezzo alle decine di formule che aveva dovuto imparare per affrontare il suo esame di chimica.

Le suonava lontanamente familiare, però, come l’eco di una voce portata dal vento.

«Violet!» udì di nuovo, e si strinse fra le braccia, vagamente a disagio. Sbirciò appena indietro, disinvolta e fu costretta a piantare fermamente i piedi per terra.

Due grandi iridi castane la fissavano dall’altro lato della strada, cupe e brillanti al contempo. Sembravano il cielo in una giornata di marzo: sereno e annuvolato l’attimo dopo.

Rappresentavano perfettamente l’animo della loro padrona.

«Addie» mormorò allora, in risposta, e quella le sorrise.

Violet e Addie erano state migliori amiche per anni. Erano cresciute insieme, a pochi metri di distanza, e avevano frequentato la stessa classe in tutte le scuole fino alle superiori.

Era stato naturale, per loro, legare. Avevano poco in comune, ma lì dove Addie mancava, Violet compensava. E così viceversa.

Quando i genitori di Violet litigavano, poi, era sempre Addie a risollevarle il morale. E quando Addie si rifiutava di uscire dalla sua stanza, era Violet a tirarla giù dal letto.

Non avevano bisogno di condividere le loro passioni. Ad entrambe bastava esserci l’una per l’altra.

Crescendo, i loro amici avevano iniziato a scorgere in loro una certa somiglianza: “Due gocce d’acqua” le definivano. Violet stentava a crederci ogni volta.

D’altronde, lei e l’amica non avevano un solo capello che fosse uguale a quelli dell’altra. Neanche facendo un grande sforzo d’immaginazione. Per cui, quell’osservazione rimaneva per lei una mera battuta, che la ragazza accettava a cuor leggero. Niente di offensivo o, tantomeno, qualcosa di cui preoccuparsi.

Violet non si allarmava, né si poneva domande quando, per i corridoi, uno sconosciuto la fermava per chiederle gli appunti di una lezione a cui non era nemmeno mai stata. Eppure, episodi di quel genere accadevano in continuazione: a scuola così come nel quartiere in cui vivevano e, talvolta, anche sui mezzi.

«Addie!» si sentiva urlare dietro, e Violet, puntualmente, girava sui tacchi e mostrava bene il viso.

Sentiva ripetere così spesso quel nome che, quando usavano il suo, non prestava più attenzione. Quante sberle aveva ricevuto da sua madre, proprio per quel motivo!

Fu solo guardando le trecce dell’amica, in un afoso pomeriggio di agosto, che Violet finalmente comprese quel che gli altri intendevano dire.

In effetti, quell’acconciatura differiva dalla sua solamente per il colore dei capelli. Addie, inoltre, aveva bucato le orecchie e indossava pesanti boccoli d’oro, pressappoco uguali ai suoi.

A ben guardare, anche il suo abbigliamento le pareva fin troppo simile al proprio: stessi pantaloncini sfrangiati, stesso top di uno sgargiante rosso e stesse Converse ai piedi, con la suola decorata da scarabocchi in pennarello.

Addie, notò qualche tempo dopo, non beveva più caffè e, al bar, ordinava sempre una Cola. Proprio come faceva lei. E, quando nervosa, si tormentava il lobo. Come faceva lei.

Come lei, si era unita al giornalino scolastico. Come lei, aveva preso a correre tutte le mattine e cominciato a suonare la chitarra. Come lei, rideva rumorosamente e starnutiva silenziosamente. Come lei, scappava quando le si avvicinava un cane.

Come lei. Come lei. Come lei.

Violet credette di impazzire.

Quando Addie era diventata il suo riflesso? Era sempre stato così?

Rise al solo pensiero e si diede della paranoica. In fondo, era di Addie che si stava parlando: era normale, dopo aver trascorso così tanto tempo in simbiosi, che avessero sviluppato le stesse abitudini. No?

Nessuno, poi, pareva starne facendo un grande dramma. Violet, quindi, ingoiò il rospo e continuò di buon grado sulla sua strada.

«Addie!» chiamava sempre qualcuno alle sue spalle. E Violet si voltava.

«Addie!» facevano, e lei rivolgeva loro l’accenno di un sorriso.

«Addie!» sussurravano, strillavano, borbottavano. Violet non mancava mai di rispondere.

Una notte, un pensiero sovrastò gli altri.

«Sarò io a somigliarle?» si chiese. Mai aveva dubitato della cosa.

Nessuna replica le sovvenne dal silenzio, così la ragazza si convinse che fosse vero. Non poteva essere altrimenti: quand’era stata l’ultima volta che la Violet reale – ve ne era mai stata una? – era stata interpellata?

Seppur una parte di sé, a metà fra la gola e lo stomaco, le urlasse di rinsavire, Violet accettò comunque, inerte, di veder tutto il suo mondo ridotto ad una copia.

«Due gocce d’acqua?» rise amaramente. «Non sono altro che una pallida imitazione.»

«È passata un’eternità dall’ultima volta che ci siamo viste.»

Immobile proprio di fronte a lei, avvolta in un pesante giaccone, Addie le sembrò un miraggio.

Aveva tagliato i capelli, si accorse, e le arrivavano al mento, taglienti. Indossava anche gli occhiali, un’elegante montatura metallica che spinse sul ponte del naso, con la punta del mignolo.

Distratta, Violet passò le dita fra le ciocche morbide che le sfioravano la mandibola e, subito dopo, strinse l’asticella delle sue lenti, raddrizzandole. Contrasse la fronte, turbata, e, con ancora i polpastrelli attorno alla fredda stanghetta di acciaio, annuì appena.

«Saranno almeno due anni» concordò.

Due anni in cui Violet era stata lontana da casa e dalla città in cui era cresciuta. Due anni in cui era scomparsa dalla circolazione, mortalmente terrorizzata dalla piega che la sua vita – e la sua mente – stava prendendo.

«Ho saputo che hai trovato lavoro.» Addie dondolò sui talloni e, nel movimento, il manico della borsa che teneva in spalla le scivolò lungo il braccio.

Violet si sporse ad afferrarlo d’istinto.

«Grazie» civettò l’altra, sistemandosi. «Speravo di incontrarti, sai? Anche io pensavo di fare domanda-»

Violet smise di ascoltare.

Penzolante dall’impugnatura, un portachiavi a forma di rana ricambiava il suo sguardo con un solo occhietto nero.

«Quello…» la interruppe allora, indicando il peluche. «È Greeny

Lo aveva vinto in una macchina a gettoni, quando, per il suo decimo compleanno, aveva deciso di festeggiare al luna park. Aveva speso una quantità imbarazzante di spiccioli per riuscire a prenderlo.

Da quel momento, lo aveva sempre portato con sé, legato alle chiavi di casa. O, almeno, era stato così fino a quando, durante il suo trasloco, esattamente due anni prima, non aveva finito per perderlo.

Addie tacque. Spostò il peso da una gamba all’altra, con un’espressione spaesata in viso, e suonò vaga quando «Greeny?» domandò, rigirandoselo fra le dita.

Poi, si illuminò. «Oh. Ora capisco perché mi sembrasse familiare.»

Doveva pensare di esser stata convincente.

Violet rimase di marmo. Non ricambiò la sua ilarità neanche per un secondo. Era come se tutto attorno a lei fosse stato messo in pausa. E, a ben pensarci, era proprio così.

Immaginò di uscire dal suo corpo e di osservare la scena da fuori, e quel che vide la fece rabbrividire.

Parevano due gocce d’acqua. Anche dopo tutto quel tempo.

Valeria Vella

Lettera aperta agli uomini: decostruire, ricostruire ed educare

Viviamo in un tempo che ama definirsi civile, ma le statistiche raccontano altro. Le donne muoiono. Uccise da uomini. Non dovrebbe mai succedere, ma succede ogni giorno.

Succede che una donna venga uccisa, perché ha detto no. O perché non ha detto nulla. Succede troppo spesso, e quasi sempre, il carnefice ha la nostra faccia: quella di un uomo. Sono le mani di mariti, compagni, fidanzati, padri, ex. Uccise non da estranei nel buio, ma da chi diceva di amarle. Non per caso, non per sfortuna, ma per sistema.

Questo non è un processo. È un invito.
Un invito a guardarci allo specchio, come genere maschile, senza scuse né alibi.

La paura che non dice il nome

C’è una verità che noi uomini dobbiamo accettare: le donne hanno paura di noi.

Le donne hanno paura di noi. Non sempre. Non tutte. Non di ognuno. Ma hanno paura abbastanza da pensarci ogni giorno.

Abbastanza da abbassare gli occhi quando un uomo la fissa troppo a lungo. Che una ragazza cambi marciapiede di sera, perché dietro di lei sente passi maschili. Che una moglie viva in silenzio, con il cuore in ostaggio e la voce spenta. Abbastanza da indossare scarpe comode per correre, nel dubbio. Abbastanza da dire “ho il fidanzato” per respingere un corteggiamento non richiesto.

Non è paranoia. È sopravvivenza!

E no, non è normale. Non è normale che una metà dell’umanità cresca difendendosi dall’altra.

E allora dobbiamo chiederci: che uomini siamo stati, se le donne si proteggono da noi?

E riflettiamo: chi di noi uomini si è mai chiesto se può uscire a fare una passeggiata senza venire seguito?
Chi di noi ha mai dovuto inventare una scusa, fingere una chiamata o cambiare strada per sentirsi al sicuro?
Chi di noi ha mai avuto paura di essere ucciso da chi dice di amarlo?

Il problema non è l’amore, è il possesso

Dietro ogni femminicidio non c’è solo un assassino. C’è un contesto. Un’educazione. Un linguaggio. C’è una mascolinità malata cresciuta nel mito della forza, del possesso, della virilità come dominio. C’è una cultura che dà all’uomo il diritto di possedere e alla donna il dovere di compiacere.

Perché siamo cresciuti, molti di noi, con un’idea distorta di cosa significhi essere uomini.
Ci hanno detto che non si piange, che bisogna essere forti, dominanti, sempre nel controllo.
Ci hanno insegnato che “conquistare” è una sfida, non un consenso. Che la rabbia è virile. Che la gelosia è segno di coinvolgimento. Ma questa non è forza. È fragilità travestita da potere. E quella fragilità, quando esplode, colpisce chi ci sta accanto.

E ogni volta che sentiamo dire “delitto passionale”, stiamo offendendo l’amore. L’amore non uccide. L’amore non stringe, non minaccia, non possiede, non punisce. Chi uccide una donna non lo fa per troppo amore, ma per mancanza d’amore, per paura, per dominio, per violenza interiorizzata.

È ora di smettere di romanticizzare il possesso. Non esiste “sei mia o di nessuno”. Esiste solo: “sei libera o non lo sei”.

Essere Uomini, davvero

“Non tutti gli uomini.” Ma ci serve davvero dirlo? Non basta non fare del male. Bisogna essere parte attiva del bene. Non servono cavalieri. Non servono eroi. Servono uomini normali. Uomini che ascoltano, che educano i figli, che disimparano il dominio. Uomini che si scusano. Che riflettono. Che mettono in discussione i propri privilegi.

Servono uomini che riconoscono che qualcosa non va. Che si fanno scomodi, che parlano tra uomini.

E in fondo è vero, non tutti gli uomini. Ma è altrettanto vero che tutti viviamo in una cultura che tollera, minimizza, copre la violenza maschile.

Se in una conversazione tra amici lasciamo passare una battuta sessista, stiamo contribuendo.
Se non correggiamo un commento volgare, stiamo tacendo.
Se pensiamo che lei “se l’è cercata”, stiamo giustificando.
Se restiamo in silenzio, stiamo permettendo.

Finché le donne avranno paura di camminare sole, di vestirsi come vogliono, di scegliere chi amare o chi lasciare, la nostra libertà maschile sarà falsa, perché costruita sul dominio.

Denunciare, proteggere, educare, parlare, esporsi.
Far sì che la prossima donna non debba avere paura.
E che la prossima generazione non debba più imparare a difendersi da noi.

Dobbiamo reimparare ad essere uomini.
Uomini che ascoltano. Che si mettono in discussione. Che disimparano la cultura del possesso.

 

Ricordiamoci che ogni femminicidio non è solo una tragedia privata: è un fallimento collettivo.
E finché ci sarà una sola donna che avrà paura di vivere accanto a un uomo, noi saremo ancora in debito.

Non basta dirlo.
Serve viverlo.
Serve cambiare.

Non per galanteria.
Per giustizia, dignità, umanità.

La libertà delle donne non è una minaccia. È la più alta occasione per diventare migliori.

 

Gaetano Aspa

 

https://www.pariopportunita.gov.it/it/numeri-utili/1522-numero-antiviolenza-e-antistalking/

 

Marracash sbarca a Messina con “Marra Stadi 2025”: Tutte le info su viabilità, parcheggi e divieti

Cresce l’attesa per l’unica tappa siciliana del tour MARRA STADI 2025. Marracash si esibirà domani, sabato 5 luglio, allo Stadio Franco Scoglio di Messina. L’evento, attesissimo dai fan dell’Isola, è organizzato da Friends and Partners e realizzato da Puntoeacapo in collaborazione con il Comune di Messina.

Per garantire la sicurezza e una gestione ordinata dei flussi veicolari e pedonali, il Comune ha predisposto un piano straordinario di viabilità, parcheggi e servizi navetta. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Modifiche alla viabilità

Dalle ore 8:00 di sabato 5 luglio fino alle ore 03:00 di domenica 6, saranno in vigore diversi divieti di transito e sosta nelle aree limitrofe allo stadio. Particolarmente interessate:

  • Via degli Agrumi (accesso Palasport San Filippo): divieto di sosta già dalle 17:00 di venerdì 4 e divieto di transito da sabato mattina.

  • Bretella dello svincolo San Filippo (via Nicolò Carosio): accesso interdetto dalle 11:00 di sabato, tranne che per veicoli autorizzati, mezzi di emergenza, taxi e disabili muniti di contrassegno.

  • Strada comunale San Filippo superiore – C.da Baglio: chiusa al traffico e con sosta vietata per garantire il deflusso ordinato.

  • Divieto assoluto di circolazione per i veicoli oltre le 3,5 tonnellate tra le 14:00 del 5 luglio e le 03:00 del 6, lungo le vie La Farina, Bonino, Taormina, Adolfo Celi, G. La Pira.

 

Navette e trasporto pubblico

ATM Messina ha predisposto un servizio di bus navetta gratuito dai principali parcheggi cittadini (ZIR, Villa Dante, Zaera, Cavalcavia FS, Cavallotti, Annunziata Ovest/Est) fino allo stadio.

Le fermate per lo sbarco dei passeggeri saranno in via Sacra Famiglia, mentre il reimbarco post-concerto avverrà da via Adolfo Celi (lato valle).

Parcheggi e accessi

Tre le aree di parcheggio principali per il pubblico: area rossa, verde e gialla, accessibili solo con tagliando acquistato in anticipo o entro le ore 17:00 di sabato. Presidi di Polizia municipale e dello staff organizzeranno il flusso dei veicoli.

Per i motocicli e ciclomotori è prevista un’apposita area blu accanto al Palasport, con accesso regolato.

Taxi

Un’area dedicata ai taxi sarà attiva nello slargo della bretella via Nicolò Carosio, in corrispondenza del sottopasso verso l’area rossa. I taxi potranno accedere sia da via Adolfo Celi che dalla tangenziale.

Divieti speciali

Un’apposita ordinanza del sindaco Federico Basile vieta:

  • La vendita di alcolici oltre il 5%, e di bevande in vetro o lattine, anche portate da casa. Consentiti solo contenitori in plastica o carta.

  • L’uso di spray al peperoncino nel raggio di 500 metri dallo stadio.

  • Il bagarinaggio entro un raggio di 3 km.

  • Il commercio ambulante non autorizzato attorno allo stadio e lungo la bretella dello svincolo.

Raccomandazioni finali

Si invitano i partecipanti a raggiungere lo stadio con largo anticipo e a preferire i mezzi pubblici o le navette per evitare ingorghi. L’accesso sarà controllato, e tutte le misure sono pensate per garantire un’esperienza sicura e indimenticabile.

Gaetano Aspa