The Fabelmans: il film testamento della vita di Steven Spielberg

Un film che pone in risalto la maturità artistica e umana del grande cineasta. – Voto UVM: 5/5

 

Parlare di Steven Spielberg non sembra quasi mai un’operazione semplice, specialmente se pensiamo al vissuto e alla carriera del regista. Eppure, dopo aver realizzato una serie di successi strepitosi, — per citarne alcuni Lo Squalo, E.T. l’extra terrestre, Jurassic Park, Schindler’s List (premi Oscar alla miglior regia e miglior film 1994) e molti altri, tra cui la saga su Indiana Jones, — il grande cineasta ritorna con The Fabelmans, un film capolavoro che parrebbe essere una sorta di testamento artistico oltre che introspettivo. Per la prima volta Spielberg decide di mettersi a nudo, raccontando la storia della sua vita dal punto di vista familiare.

Trama

Spielberg
Sammy Fabelman in una scena del film. Regia: Steven Spielberg. Casa di produzione: Amblin EntertainmentReliance Entertainment. Distribuzione in Italia: 01 Distribution.

 

La pellicola inizia con la visione al cinema del film di John Ford, Il più grande spettacolo del mondo (1952, il primo che il regista abbia mai visto in vita sua) assieme ai suoi genitori (Paul Dano nei panni del padre Burt e Michelle Williams nei panni di Mitzi). Lo sguardo del bambino, inoltre, sembra ricordare quello del protagonista di Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.

I film sono sogni che non dimenticherai mai.

Dopo la visione, Sammy resta folgorato dalla potenza evocatrice delle immagini e la madre, rimasta estasiata da ciò, decide di fargli usare la macchina da presa del padre. Naturalmente Sammy inizia ad usarla sempre insieme alle sue sorelle, finché divenuto grande non ne ottiene una tutta per sé (Bolex H8, doppia 8mm) con cui gira dei cortometraggi prettamente western insieme ai suoi amici. Un aspetto molto importante è la rappresentazione di come Sammy pulisce e taglia le pellicole per ottenere degli effetti speciali, quasi a voler ricordare che la tecnica è un dettaglio da non sottovalutare mai per la riuscita di un film.

Il film prosegue mettendo in evidenza anche il rapporto complicato con il padre, il quale inizialmente non vuole che Sammy faccia di questa passione un lavoro. Probabilmente, questo pensiero è dovuto al clima altalenante dell’epoca (fine anni ’50, inizio anni ’60), in cui la domanda di lavoro non soddisfaceva a pieno le esigenze di determinati nuclei familiari. Sammy comunque non si abbatte e prosegue per la sua strada, nonostante la morte della madre che provocherà un forte scossone all’interno della famiglia (una scena importante è nella seconda parte del film, rappresentata servendosi di un climax discendente). Per non parlare delle discriminazioni razziali (il protagonista così come lo stesso regista, è di origini ebraiche) che Sammy subirà a scuola, una volta approdato in Arizona.

Tra autorialità e filosofia del cinema

Spielberg
Una scena del film. Regia: Steven Spielberg. Casa di produzione: Amblin EntertainmentReliance Entertainment. Distribuzione in Italia: 01 Distribution.

 

L’arte ti darà corone nella testa e aria nel cielo, ma ti strapperà il cuore.

Il percorso di crescita del protagonista ci porta a vedere due lati della stessa medaglia, ovvero la concezione del cinema come mezzo in grado di canalizzare i propri sogni, ma anche la potenza di un medium in grado di manipolare la realtà a proprio piacimento. L’attenzione incredibile di Spielberg verso gli strumenti del suo futuro mestiere, come citato in precedenza, è una toccante dichiarazione d’amore verso il grande schermo, quasi commovente per la sua limpidezza e sincerità. In ogni scena traspare la forza dirompente della passione del Maestro; quella che gli ha permesso in oltre cinquant’anni di carriera di creare pellicole di grande spessore, assurte a veri e propri culti. La natura della storia, inoltre, permette a chiunque di relazionarvisi senza scadere nella banalità poiché, grazie allo sviluppo perfetto dei caratteri dei personaggi, possiamo ritrovare il significato della vita intesa come una sfida continua, con l’invito a non arrendersi mai.

Questo aspetto, infatti, è messo a fuoco negli ultimi minuti della pellicola, rappresentanti una forte lezione per i giovani autori: quello che conta, alla fine, non è tanto ciò che si rappresenta ma come lo si rappresenta. Il Cinema è una questione di sguardo, di prospettiva, di orizzonte, come suggerisce John Ford (interpretato da David Lynch, davvero!):

Quando l’orizzonte si trova in basso è interessante, quando si trova in cima è interessante, quando si trova in mezzo è una merda noiosa.

Questo sta a significare che solo l’occhio dell’artista, di chi sa guardare davvero oltre, è in grado di donare quell’aura di unicità al film. Qui risiede il segreto dell’arte cinematografica e Spielberg, non poteva spiegarcelo meglio di così.

 

Federico Ferrara

Fusione nucleare in laboratorio: la svolta per il futuro!

Gli scienziati che studiano l’energia da fusione nucleare presso il Lawrence Livermore National Laboratory in California, hanno annunciato martedì 13 Dicembre 2022 di aver superato una pietra miliare tanto attesa nella riproduzione della potenza del sole in un laboratorio.
Gli studiosi parlano da decenni di come la fusione, la reazione nucleare che fa brillare le stelle, potrebbe fornire una fonte futura di energia pulita e illimitata.

 Indice dei contenuti:

L’annuncio

Martedì è stata annunciata la prima reazione di fusione in laboratorio che ha prodotto più energia di quella necessaria per avviare la reazione.
Questo è un esempio così meraviglioso di una possibilità realizzata, di una pietra miliare scientifica raggiunta e di una strada da percorrere verso le possibilità di energia pulita“, ha detto Arati Prabhakar, consigliere scientifico della Casa Bianca, durante la conferenza stampa di martedì.
Se la fusione potesse essere utilizzata su larga scala, offrirebbe una fonte energetica priva d’inquinamento causato dalla combustione di combustibili fossili e di pericolose scorie radioattive a lunga vita.
La fusione nucleare si verifica quando due o più atomi vengono fusi, un processo che genera un’enorme quantità di energia sotto forma di calore. A differenza della fissione nucleare, utilizzata finora nelle centrali nucleari, che alimentano l’elettricità in tutto il mondo, non genera scorie radioattive a lunga vita.

Immagine esplicativa della fusione nucleare ©Jacopo Burgio

Il progetto National Ignition Facility crea energia dalla fusione nucleare mediante quella che è nota come “fusione inerziale termonucleare”. All’interno del Sole e delle stelle, la fusione combina continuamente gli atomi di idrogeno in elio, producendo luce solare e calore che irradia i pianeti.

L’esperimento

In tutti gli sforzi degli scienziati per controllare il potere della fusione, i loro esperimenti hanno consumato più energia rispetto alle reazioni di fusione generate. Ciò è cambiato il 5 dicembre, quando 192 laser giganti presso il National Ignition Facility hanno fatto esplodere un cilindro che conteneva una protuberanza di idrogeno dentro un diamante.
I raggi laser sono entrati nella parte superiore e inferiore del cilindro, vaporizzandolo. Ciò ha generato un assalto di raggi X che hanno compresso un pellet combustibile di dimensioni BB (4,6 mm di diametro) di deuterio e trizio, isotopi di idrogeno.

Immagina esplicativa del cilindro usato nell’esperimento ©Gabriele Galletta

In 100 trilionesimi di secondo, 2,05 megajoule di energia, l’equivalente di mezzo chilo di TNT, hanno bombardato la pallina di idrogeno. È uscita un’ondata di particelle di neutroni (il prodotto della fusione) che trasportava circa 3 megajoule di energia, un guadagno del 50% in energia. Questo ha superato la soglia dell’accensione, la linea di demarcazione in cui l’energia generata dalla fusione è uguale all’energia dei laser che avviano la reazione.

Una storia travagliata

L’esperimento di successo raggiunge finalmente l’obiettivo di accensione che era stato promesso quando è iniziata la costruzione della National Ignition Facility nel 1997. Dall’inizio delle operazioni nel 2009, tuttavia, la struttura non ha generato quasi alcuna fusione, una delusione dopo un investimento di 3,5 miliardi. Nel 2014, gli scienziati di Livermore hanno finalmente avuto successo, ma l’energia prodotta era minuscola. I progressi negli anni successivi furono piccoli. Nell’Agosto dello scorso anno, la struttura ha prodotto un migliore risultato: il 70% in più di energia rispetto all’energia della luce laser.
In un’intervista, Mark Herrmann, direttore del programma per la fisica e il design delle armi al Livermore, ha affermato che i ricercatori hanno eseguito una serie di esperimenti per comprendere meglio il sorprendente successo di Agosto. Hanno lavorato per aumentare l’energia dei laser di quasi il 10% e migliorare la progettazione dell’apparato.
Il primo colpo laser a 2,05 megajoule è stato eseguito a settembre e quel primo tentativo ha prodotto 1,2 megajoule di energia di fusione. Inoltre, l’analisi ha mostrato che il pellet sferico di idrogeno non è stato schiacciato in modo uniforme. Parte dell’idrogeno è essenzialmente schizzato fuori dal lato e non ha raggiunto le temperature di fusione.

Prospettive per il futuro

Lo scopo principale della National Ignition Facility è condurre esperimenti per aiutare gli Stati Uniti a mantenere le proprie armi nucleari. Ciò rende provvisorie le implicazioni immediate per la produzione di energia. La fusione sarebbe essenzialmente una fonte di energia priva di emissioni e aiuterebbe a ridurre la necessità di centrali elettriche a carbone e gas naturale, che immettono nell’atmosfera miliardi di tonnellate di anidride carbonica che riscaldano il pianeta ogni anno.
Gli sforzi di fusione fino ad oggi hanno utilizzato principalmente reattori a forma di ciambella noti come tokamak. All’interno dei reattori, l’idrogeno gassoso viene riscaldato a temperature sufficientemente elevate da strappare gli elettroni dai nuclei di idrogeno.
Si crea così il plasma: nuvole di nuclei caricati positivamente ed elettroni caricati negativamente. I campi magnetici intrappolano il plasma all’interno della forma a ciambella e i nuclei si fondono insieme, rilasciando energia sotto forma di neutroni che volano verso l’esterno. (Qui un nostro articolo dedicato)
Il lavoro al NIF adotta un approccio diverso, ma finora è stato fatto poco per trasformare in realtà l’idea di una centrale elettrica a fusione laser. NIF è il laser più potente del mondo, ma è lento e inefficiente, basandosi su una tecnologia vecchia di decenni. L’apparato, delle dimensioni di uno stadio sportivo, è progettato per eseguire esperimenti scientifici di base, non per fungere da prototipo per la generazione di elettricità.

I laser della National Ignition Facility, dove è stato condotto l’esperimento di fusione nucleare. ©Damien Jemison/LLNL

Ha una media di circa 10 scatti a settimana. Una struttura commerciale che utilizza l’approccio della fusione laser avrebbe bisogno di laser molto più veloci, in grado di sparare alla velocità di una mitragliatrice, forse 10 volte al secondo. Inoltre, il NIF consuma ancora molta più energia di quella prodotta dalle reazioni di fusione.
L’ultimo esperimento ha prodotto un guadagno netto di energia rispetto all’energia dei 2,05 megajoule nei raggi laser in arrivo. NIF aveva bisogno di estrarre 300 megajoule di energia dalla rete elettrica per generare il breve impulso laser.

Altri esperimenti

Altri tipi di laser sono più efficienti, ma gli esperti affermano che una centrale elettrica a fusione laser praticabile richiederebbe probabilmente guadagni di energia molto più elevati rispetto all’1,5 osservato in questo ultimo colpo di fusione.
Avrai bisogno di guadagni da 30 a 100 per ottenere più energia per una centrale elettrica“, ha detto il dottor Herrmann.
I ricercatori altrove stanno esaminando le variazioni dell’esperimento NIF. Altri tipi di laser a diverse lunghezze d’onda potrebbero riscaldare l’idrogeno in modo più efficiente. Alcuni ricercatori preferiscono un approccio “direct drive” alla fusione laser, utilizzando la luce laser per riscaldare direttamente l’idrogeno. Ciò porterebbe più energia all’idrogeno, ma potrebbe anche creare instabilità che ostacolano le reazioni di fusione.

Conclusioni

I risultati annunciati martedì andranno a beneficio degli scienziati che lavorano alle scorte nucleari eliminando di fatto la presenza delle scorie, lo scopo principale del NIF. Eseguendo queste reazioni nucleari in un laboratorio su scala meno distruttiva, gli scienziati mirano a sostituire i le detonazioni di bombe nucleari sotterranee, che gli Stati Uniti hanno fermato nel 1992.
La maggiore produzione di fusione dalla struttura produrrà più dati “che ci consentono di mantenere la fiducia nel nostro deterrente nucleare senza la necessità di ulteriori test sotterranei“, ha affermato il dott. Herrmann.
Riccardo Betti, capo scienziato del Laboratorio di Energetica Laser dell’Università di Rochester, che non è stato coinvolto in questo particolare esperimento di Livermore, ha dichiarato: “Questo è l’obiettivo, dimostrare che si può accendere un combustibile termonucleare in laboratorio per la prima volta.

Purtroppo ancora l’energia nucleare è un tipo di energia che ricorda, a molti, i disastri di Chernobyl e Fukushima, ma questo non ci deve fermare nel guardare al futuro. Scientificamente è, secondo il nostro modesto parere, la migliore fonte di energia che potremmo sfruttare.
Il risultato raggiunto il 13 Dicembre è la dimostrazione di come lo sfruttamento di una fonte di energia pulita e illimitata non sia poi così tanto lontana.

Gabriele Galletta

 

Bibliografia

Fonte: https://www.energy.gov/articles/doe-national-laboratory-makes-history-achieving-fusion-ignition

Il messinese sotto le feste

Ogni anno, nel mese di Dicembre, ci si ritrova a festeggiare due tra le feste più importanti e attese: Il Natale e il Capodanno. La prima è legata a una sfera religiosa e familiare, la seconda è un’importante tradizione per accogliere con entusiasmo il nuovo anno. In tutto il mondo, i diversi paesi ricorrono annualmente alle loro tradizioni. Così è anche per la città di Messina, sebbene rispetto alla Lapponia sia più carente di nevicate, essendo una città di mare. Dunque, come affronta le feste un messinese? Ci siamo posti dei quesiti, e abbiamo fatto delle interviste, immergendoci nel clima natalizio messinese.

© Valeria Vella – decorazioni di Piazza Cairoli, 2022

 

Tra le luci e gli addobbi di piazza Cairoli, la prima domanda che abbiamo posto è stata sulle delle decorazioni di Natale di quest’anno. 

A risponderci tre giovanissimi universitari, fra i 18 e i 19 anni, che ci hanno presentato un siparietto da far ridere a crepapelle:

Domenico: Io non mi posso esprimere. Sono nel plesso di Ex Farmacia, perché sono del DiCAM. Lo vedete com’è quel plesso, quindi… C’è un alberello; l’ho visto oggi… Della città? Belline, belline. L’albero è stato sistemato, fortunatamente, perché prima era un po’ bruttino.

Giulia – L’hanno sistemato?

Giulia – Veramente?

Domenico – Sì! Prima sembrava un po’… una supposta. Penso che sia un pensiero comune.

© Valeria Vella – mercatini di Natale, 2022

 

Addentrandoci ancor di più nella folla di passanti, riflettevamo sul problema parcheggi e viabilità della nostra amata Messina, problema storico tanto quanto la città. Si narra che già gli antichi abitanti della nobile Zancle lasciassero i cavalli in doppia fila, per la mancanza di parcheggi. Tale dubbio ci è stato confermato dal signor Giuseppe, di 70 anni:

Dove ha parcheggiato la macchina?

Dove c’è la finanza… a pagamento, perché posti non se ne trovano e per parcheggiare la macchina devi pagare sempre.  Qua lo hanno bloccato, ché non si può parcheggiare. Non si può parcheggiare in nessun posto!

E dell’innovativa isola pedonale attualmente in atto?

Ecco la risposta di due gentili e giovani mamme, che hanno replicato con un occhio sempre attento alla movimentata prole:

Isa – L’isola pedonale a tratti? Frazionata? Ti rispondo come ti risponderebbe mia figlia: bah.

Daniela – No comment!

© Corinne Marika Rianò – dettaglio dei mercatini di Natale, 2022

 

Successivamente ci siamo posti il quesito: cosa mangia il messinese a Natale?

Abbiamo trovato due scuole di pensiero contrastanti.

La prima, rappresentata dalla signora Domenica:

Vado fuori, dopo che lavoro tutto l’anno. Il giorno di Natale mi rilasso e non faccio cucinare i miei familiari. Ce ne andiamo fuori, ché è la cosa migliore. Tanto la spesa sempre quella è…

 La seconda, invece, della signora Rosa che, nonostante sia a dieta (proviamo dolore per lei), passa le sue giornate a cucinare per tutta la famiglia:

Io faccio i biscotti e tutte cose natalizie. Mangiamo perché ci è rimasto solo questo. Però io sono in dieta, quindi non posso mangiare.

 È sempre dalla saggezza della signora Rosa che arriva la risposta sul regalo natalizio peggiore mai ricevuto: Non mi piacciono i fiori e c’era una persona, una mia cognata, che mi regalava sempre quelli. Allora io li mettevo nel portafiori e li lasciavo fuori dalla finestra. Erano i lilium, che hanno quell’odore e quelle cosine che macchiano “tutte cose”.

Rimanendo sempre in tema di cibo, must del periodo natalizio, abbiamo chiesto ad Andrea, giovane buddace fuorisede nelle regioni nordiche, quale prodotto consiglierebbe ai turisti che vengono a Messina:  Ce ne sono troppi! Tutti i dolci sicuramente. Partiamo dai cannoli e andiamo a provare la granita, anche se è inverno. Diciamo che non se ne può fare a meno. E il bianco e nero.

© Valeria Vella – dettaglio dei mercatini di Natale, 2022

 

Ma oltre a questo, quali sono le tradizioni che si portano avanti sotto Natale?

A risponderci è Camilla, 21 anni, con la sua insolita tradizione famigliare:

Litigare ai cenoni vale? Conta? Ciao zia…

 E se tutto questo non vi è bastato, abbiamo raccolto per voi la risposta perfetta da dare ai parenti molesti alla domanda “Ma quando ti laurei?”.

 Emilia, napoletana verace, ci dice: quando il signore ce la manda buona! Siamo nelle mani di Dio.

E la sua amica Sofia: a data da destinarsi, per quanto mi riguarda.

Chiedendo loro quale sia il regalo che più desiderano per questo Natale, Emilia ci delizia di un’altra risposta, quanto mai sentita da tutti noi studenti: gli esami superati…

Ci hanno salutato rivolgendo un caloroso saluto a tutti gli studenti.

© Valeria Vella – Viale S. Martino a Natale, 2022

 

Purtroppo, non abbiamo trovato la risposta alla seconda battaglia culinaria che da secoli affligge la nostra società, subito dopo quella tra arancino o arancina (ovviamente noi siamo team arancino sempre): è meglio il panettone o il pandoro?

 Kelly, un’altra giovane ragazza, di 23 anni, ha provato a risolverci il dubbio amletico, ma con scarsi risultati:  Team pandoro, ma panettone al pistacchio pro! Quindi nì, 50 e 50.

Però, ci ha dato un ottimo spunto su cosa fare e cosa proporre a chi ci chiede cosa faremo a Capodanno: Bella domanda… Penso che mi ubriacherò al Duomo!

Gli autori di questo articolo fra i mercatini di Natale

 

Vi vogliamo bene cari lettori di UVM, per questo ci lasciamo il piacere di rispondere, noi redattori di Cultura Locale personalmente, all’ultima domanda della giornata:

A Capodanno, indosseremo l’intimo rosso?

Ovviamente sì! Noi ci teniamo alle tradizioni!

 

Corinne Marika Rianò

Valeria Vella

Roberto Fortugno

Gaetano Aspa

Premio miglior tesi di laurea “Elisabetta Paoletti” 2023

Hai una laurea magistrale in Giurisprudenza, conseguita in Italia nel 2021?
Allora quest’articolo fa proprio per te!

Anche per l’anno 2023 il Comune di Bientina (Pisa) ha indetto la nona edizione del Concorso nazionale dedicato “alla memoria della Dott.ssa Elisabetta Paoletti”, Vice Segretario Comunale, Responsabile del Servizio Affari Generali e Legali di questo Ente. Questo premio vuole tenerne vivo il suo “ricordo”. Una donna dalle grandi qualità umane, professionali e morali, purtroppo scomparsa prematuramente il 24 aprile del 2009.

Premio miglior tesi/Condizioni di accesso e finalità  

Il premio consiste nell’erogazione di una borsa di studio di euro 4.000,00. Possono accedere al bando di concorso, tutti coloro che sono residenti in Italia e hanno conseguito nell’anno solare 2021 una laurea magistrale in giurisprudenza, in un qualsiasi Ateneo italiano. La tesi discussa deve avere come oggetto temi riguardanti le funzioni degli Enti Locali nel quadro della riforma della Pubblica Amministrazione, sotto il profilo: giuridico, organizzativo, economico e finanziario.                                                                      Le finalità sono molto chiare! L’obiettivo è quello di offrire un contributo ai giovani laureati, per incoraggiarli al proseguo della propria formazione accademica e/o professionale.

Cosa bisogna fare per poter partecipare?

Bisognerà inoltrare la domanda di partecipazione (scaricabile dal sito del Comune di Bientina),entro e non oltre le ore 12:00 del 16 marzo 2023. 

Ogni candidato dovrà mandare, attraverso raccomandata A/R, corriere o consegna a mano presso l’Ufficio Protocollo del Comune di Bientina (Area Affari Generali e Legali), una busta sulla quale dovrà espressamente indicare:

  • Mittente, a favore della protocollazione
  • Come riferimento: Premio “Elisabetta Paoletti” tesi di laurea

Al suo interno il candidato dovrà riporre tre buste distinte (A,B,C) e sigillate, ognuna contente a sua volta la seguente documentazione:

  1. Busta A: qui inserisce la domanda di partecipazione in carta semplice, con i dati anagrafici (titolo della tesi, copia del documento d’identità in corso di validità, copia del certificato di laurea).
  2. Busta B: qui inserisce il testo integrale della tesi (preferibile su supporto informatico).
  3. Busta C: qui inserisce un abstract, cioè una sintesi dei contenuti della tesi e delle conclusioni (massimo dieci cartelle o facciate).

In nessuna delle tre buste interne si deve riportare il nome del candidato. Si verrà esclusi se la documentazione delle buste “B” e “C” presenterà un nominativo o altri riferimenti, che potrebbero identificare il candidato.

Tutti gli elaborati e la documentazione inviata non saranno restituiti. La titolarità intellettuale degli elaborati rimane in esclusiva proprietà dell’autore della tesi stessa. In virtù della vigente normativa italiana sulla “protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo servizio”.

Come e chi giudicherà l’elaborato di ogni candidato? 

Il Sindaco nominerà una commissione giudicatrice, composta da membri interni ed esterni del settore. Quest’ultima avrà la possibilità di attribuire un massimo di 25 punti sulla base di diversi criteri, tra cui: pertinenza del contributo alla conoscenza in materia di Enti Locali, gli approfondimenti bibliografici, la metodologia adottata per la trattazione. Inoltre, si terrà conto della qualità stilistica, della correttezza, della leggibilità e chiarezza dell’esposizione.

Verrà stilata una graduatoria di merito delle tesi presentate.

Premio miglior tesi/Esito finale e premiazione 

L’esito raggiunto, dopo le consultazioni della commissione giudicatrice, verrà pubblicato all’albo online e sul sito web del Comune di Bientina, per 15 giorni consecutivi.

La premiazione avverrà pubblicamente con un’apposita cerimonia. Il vincitore sarà tenuto ad esporre il contenuto della propria tesi. Infatti, proprio per questo dovrà garantire la presenza. In mancanza di questa il premio verrebbe revocato.

Cosa aspetti, candidati! Se vuoi ulteriori informazioni e chiarimenti clicca qui.

Marta Ferrato

Nino Frassica ci racconta “Paola”, il suo primo romanzo

Giovedì 15 Dicembre si è tenuta, nel tardo pomeriggio, la presentazione del primo romanzo di Nino Frassica, Paola, preso il Feltrinelli Point di Messina. Si tratta di un romanzo parodistico in cui si rivede molto della comicità dell’autore. Durante la presentazione “sui generis”, Frassica ha descritto scherzosamente una “storia vera” poco credibile. Anche la quarta di copertina fa emergere questo dettaglio. L’evento è stato intimo con un pubblico ridotto, e noi di UniVersoMe abbiamo avuto la possibilità di porgli qualche domanda. Ci ha dato l’impressione di una persona energica e con tanta voglia di interagire col pubblico, sia con noi che con i suoi fan. Abbiamo ritrovato quel Frassica scherzoso che è diventato famoso in tutta Italia. Proponendoci qualche aneddoto sul suo romanzo.

La passione per i libri è nata per influenza di amici/parenti o, semplicemente, da sé?

 In realtà io ho iniziato quando ho fatto la prima trasmissione, il primo successo televisivo, (corriere della notte), quando venne un editore della longonese che mi disse “ma perché non facciamo un libro sulle tue cose?”. Io non ci pensavo, perché dicevo “ah perché la gente compera il libro su ste cose qua?” e lui “si, facciamolo”. Faccio il libro, “Il libro di Sani Gesualdi”, che è rimasto 1° in classifica non so per quanto tempo, centinaia di migliaia di libri, non me lo aspettavo, e ho pensato che potesse essere interessante, e poi ho scritto il “terzesimo” libro di Sani Gesualdi, e poi con il successo di “Indietro tutta” ho fatto “il manovale del bravo presentatore” e poi spettacoli con mister Forest e abbiamo fatto un libro insieme. Di volta in volta facevo dei libri legati al successo televisivo. Stavolta, la 1° volta che lo faccio, non è legato ad alcun successo; avevo voglia di scrivere ed ho scritto questo romanzo, che si chiama “Paola, una storia vera” (e non è vero niente).

Frassica presenta “Paola”.  ©Gabriele Galletta

 

Quando lei partecipa ad eventi del genere, presentazioni di libri ecc…come vive il rapporto/contatto col pubblico rispetto a quando è al teatro o al cinema?

Al cinema no, ma al teatro somiglia, perché il pubblico al teatro è seduto e quindi c’è la confidenza, cerco di avere un po’ di luci in sala per vedere e creare il contatto; al cinema è totalmente diverso perché ci sono solo i tecnici e quindi posso immaginare che un giorno possa esserci qualche contatto. Qui invece è come se fossi al bar. 

“Paola, una storia vera”, il nuovo libro di Frassica. ©Matteo Mangano

 

Può raccontarci un aneddoto legato alla stesura del suo nuovo romanzo?

“È una cosa un po’ spiacevole, non so se posso dirla…” (e dopo una breve improvvisazione scenica da teatro, riprende) “non è vero niente, voi che ci credete”. Quello che mi ricordo del libro è che quando l’ho scritto, ci ho messo più o meno 4 mesi, poi ho fatto un periodo di “uscite” e quando sono tornato ho visto il libro e non mi ricordavo più di niente, poiché era passato un po’ di tempo (10 giorni). Perché sai, quando sei a caldo non sei neanche tanto obiettivo, non sai, non lo giudichi perché l’hai scritto tu. Quando invece sono passati giorni  l’ho letto e ho riso molto, e ho detto questo libro è bello.

La nostra foto con Frassica dopo l’intervista.

 

Non si è ritrovato a pensare che non andasse bene insomma?

Beh, quello è un fatto commerciale, può vendere di meno, di più ma non è importante. Cioè è importante a livello economico si, più vende più guadagno, però è anche importante il gradimento e che, chi  lo legga lo apprezzi, e a me bastano due persone. Hanno letto il libro si sono divertiti e io ho risolto il mio problema. 

 

Gaia Ilacqua
Matteo Mangano

Santanché sulle concessioni balneari: «Le spiagge vanno privatizzate»

Secondo la ministra del Turismo Daniela Santanché le spiagge italiane andrebbero privatizzate, in quanto luogo scelto spesso da tossicodipendenti e riempite da rifiuti abbandonati. Di questo ne soffrirebbe il turismo, intaccando l’aspetto economico. Pertanto – sostiene la ministra -, si dovrebbe intervenire.

Le parole di Santanché: «Non svendiamo il nostro patrimonio»

La ministra ha rilasciato le suddette dichiarazioni durante l’Assemblea annuale di Confesercenti, rispondendo ad un quesito sulle concessioni balneari:

Lancio una provocazione, credo che prima bisogna assegnare le spiagge che non sono assolutamente servite, spiagge libere lasciate ai tossicodipendenti e invase dai rifiuti, che nessuno mette in ordine.

Ha proseguito: «Non dobbiamo aprire la strada alle multinazionali, non dobbiamo svendere il nostro patrimonio».

Dunque, Santanché ha precisato anche di non ritenere l’affidarsi ad investitori esteri la soluzione migliore; la sua preoccupazione sarebbe quella di «consegnare pezzi del nostro litorale alle multinazionali, che toglierebbero quelle che sono le nostre peculiarità»:

Nei nostri stabilimenti balneari, a seconda della regione, c’è un tipo di ospitalità, di cibo, di accoglienza. Mi fa sentire male l’idea: pensate se non potessimo più mangiare i nostri spaghetti alle vongole o la nostra parmigiana di melanzane, cose che fanno parte della nostra identità.

(fonte: odanisalves @ pixnio.com)

Il tema è molto controverso, i vari governi rimandano da ormai diversi anni le gare per le concessioni balneari. Santanché, rispondendo ad altre domande, ha chiarito un po’ la questione, specificando che per fare le gare ci vorrà del tempo, non meno di un anno, approssimativamente.

L’aspetto più importante, secondo la ministra, sarebbe cambiare i patti in corso, dando più stabilità alle imprese. Inoltre, ha ribadito più volte che l’esigenza delle spiagge italiane è quella di essere adeguatamente attrezzate, soggette ad una intensa pulizia dai rifiuti che risultano essere uno dei tanti aspetti caratterizzanti di questa complessa questione, ma soprattutto devono essere sottoposte ad un rigido controllo.

Le critiche dell’opposizione

(Daniela Santanché. Fonte: Immortanjoe96 @ commoms.wikimedia.org)

A causa delle sue dichiarazioni, la ministra del Turismo è stata oggetto di discussione circa la sua attività imprenditoriale. Difatti, subito dopo essere stata designata come figura guida per il Ministero del Turismo, è stata accusata dall’opposizione di non poter ricoprire una carica così importante in maniera del tutto trasparente.

Il motivo per cui la Santanchè si trova al centro di numerose polemiche si ricollega al famoso caso del Twiga Beach Club, locale esclusivo sul mare di Flavio Briatore a Forte dei Marmi, di cui la ministra risulta essere socia e di cui detiene una quota di proprietà.
A seguito delle numerose accuse di conflitto di interessi, ha stabilito di cedere per 2,8 milioni di euro il 22 % della sua quota, di cui una metà è stata destinata ad una società del Lussemburgo, controllata da Briatore, e l’altra parte a due società controllate dal compagno. Tra i soggetti che hanno duramente criticato Daniela Santanché riscontriamo il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, il quale ha affermato:

Associare chi ha problemi di tossicodipendenza con i rifiuti per giustificare la privatizzazione e cementificazione delle ultime spiagge libere è indecente. La ministra Santanchè, proprietaria del Lido Twiga, ha ceduto le sue quote al suo compagno, propone di consegnare le spiagge libere, che per legge dovrebbero essere pulite dai comuni, ai privati sapendo che le nostre coste sono cementificate e occupate per oltre il 60% , un dato record in Europa. È l’espressione vivente del conflitto d’interessi che vuole regalare le spiagge, perché con esse si fanno profitti elevati grazie ai bassi canoni: per un metro quadro di spiaggia si paga allo stato 1,20 euro l’anno. Mentre lo Stato incassa complessivamente dalle concessioni 107 milioni di euro anno, con un’evasione erariale del 50%, gli stabilimenti balneari fatturano oltre 7 miliardi di euro anno. Un regalo fatto ai privati con il demanio marittimo, un patrimonio dello Stato, quindi noi cittadini.

Il sostegno di Confimprese

D’altra parte, la neo-ministra del Turismo afferma di non essere in conflitto di interessi, in quanto non ricopre cariche direttive in seno al Twiga.
Inoltre, sostiene che la questione non spetterebbe al Ministero del Turismo in quanto il governo sembrerebbe essere intenzionato a delegare a Nello Musumeci, ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, la questione dei balneari.
Nonostante le varie posizioni contrarie, il presidente di Confimprese demaniali Mauro Della Valle appoggia quanto affermato fino ad oggi dalla ministra, dichiarando:

Apprezziamo l’intervento del ministro Daniela Santanchè circa le numerose spiagge libere che, anziché essere lasciate abbandonate dai Comuni costieri, potrebbero essere oggetto di assegnazione e tutela a giovani e capaci imprenditori balneari. Siamo certi che la Corte di giustizia europea entro febbraio 2023 contestualizzerà quanto richiesto dal Tar di Lecce, e cioè che in Italia la risorsa demaniale non è scarsa e che per un’evidenza pubblica è necessario ci sia un interesse transfrontaliero certo. Siamo in piena sintonia con l’attenta analisi del presidente di Fiba Maurizio Rustignoli, che auspica un incontro con le associazioni di categoria e ricorda l’importanza della mappatura della costa italiana ad oggi obiettivamente mai rilevata da nessun governo.

Federica Lizzio

situs slot gacor

slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor slot gacor

Natale alle porte: 5 letture da non perdere sotto l’albero

Dicembre è il mese del Natale: si iniziano ad addobbare le case e le strade, la città si illumina con le caratteristiche lucine natalizie e le ghirlande decorate. L’inverno è anche la stagione preferita dagli amanti dei libri: cosa c’è di meglio di leggere un bel libro davanti al camino con una tazza di cioccolata calda fumante?

Qui 5 letture natalizie che ti faranno immergere nell’atmosfera di festa.

1) Questo inverno di Alice Oseman (2022)

Fonte: Mondadori

Dall’autrice di Heartstopper (2019, Mondadori) da cui è tratta la famosa serie omonima, in Questo Inverno – Una Heartstopper Story (Mondadori) ritroviamo i personaggi che tanto abbiamo amato di Heartstopper, ma con atmosfere e la magia del Natale. Ma per i protagonisti, i tre fratelli Springs, quello di quest’anno non sarà un Natale come tutti gli altri.

La sorella maggiore Victoria, per tutti Tori, nonostante il suo aspetto freddo e distaccato, tiene ai suoi due fratelli minori, Charlie e Oliver, più di qualunque persona al mondo. D’altro canto, per Charlie non sarà facile dopo essere stato dimesso dalla clinica psichiatrica in cui era in cura, anche se il sostegno di Nick gli darà la forza necessaria per andare avanti.

Le ultime pagine sono incentrate sul piccolo di famiglia, in un ritratto tenero e dolcissimo di un bambino che si sposa benissimo con un quadretto familiare dove ogni piccola sfaccettatura d’amore è ben accetta. Una lettura leggera e scorrevole, non troppo impegnativa, ma che ti avvolge di quel calore natalizio sereno.

2) Let it snow. Innamorarsi sotto la neve di John Green, Maureen Johnson, Lauren Myracle (2015)

Fonte: Rizzoli

Let it snow. Innamorarsi sotto la neve, romanzo natalizio edito da Rizzoli nel 2015, che ha ispirato l’omonimo film su Netflix del 2019.

Per chi cerca non un racconto ma ben tre, che parlano di un amore sotto i fiocchi di neve, è il libro perfetto.

In Jubilee Express la protagonista è Jubilee, una ragazza di sedici anni, con due genitori con la passione dei pezzi in ceramica per ricreare villaggi di Natale in miniatura. Come da tradizione, i genitori di Julie sono partiti per accaparrarsi uno dei pezzi più rari, ma qualcosa va storto perché si ritrovano a passare la nottata in galera. Il motivo è tutto da scoprire. Julie a questo punto dovrà raggiungere i nonni e così sale sul treno che la porterà da loro. Peccato che sia in arrivo una tormenta di neve e che il treno sia costretto a fermarsi nei pressi di Gracetown!

Un racconto sincero e adorabile, che ci catapulterà accanto alla protagonista nella sua avventura tra personaggi molto diversi tra loro.

In Un cheertastico miracolo di Natale le protagoniste saranno un gruppo di cheerleaders, presenti anche nel racconto precedente. Dopo aver occupato il vagone del treno rimasto fermo a Gracetown, tre amici cercano riparo alla Waffle House. Racconto meno natalizio, più avventuroso, ma sempre con quel tocco candido di John Green che non guasta mai.

Nell’ultimo racconto, Il santo patrono dei maiali, la protagonista è Addie. La narrazione si apre con Addie che ha fatto un’enorme stupidaggine e questo ha messo in crisi lei e la sua relazione con Jeb, personaggio apparso negli altri due racconti. Certo, il fatto che sia stata lei a rovinare tutto conta poco, perché Addie riesce a concentrarsi solo su se stessa. Saranno proprio un insieme di vicissitudini e di eventi straordinari – come un maialino che sta in una tazza, l’avvento di una donna che potrebbe essere un angelo e una sorpresa davvero speciale – a farle capire che l’egoismo non è la strada per la felicità.

La penna di tre straordinari scrittori rende questo libro l’incontro perfetto per tutti i gusti dei giovani amanti del Natale romantico.

 

3) All’improvviso a New York di Melissa Hill (2015)

Fonte: BUR

Non è solo uno dei tanti romanzi rosa natalizi di cui siamo indigesti, ma il romanzo rosa che non sfocia mai nel troppo melenso, una coccola davanti al camino mentre gli scoppiettii risuonano al di sopra delle pagine del libro.

Darcy Archer è una libraia di 33 anni che si rifugia tra i suoi adorati libri, immaginando il proprio futuro e sognando quell’amore che ritrova solo nei protagonisti dei suoi romanzi preferiti. Non è però una donna che basa la propria vita esclusivamente su una relazione, né intende forzare il corso delle cose per avere a tutti i costi un uomo. Anzi vive con il sorriso, credendo sempre che con un romanzo si possa curare ogni tipo di problema.

Sarà un’incidente in bicicletta a farle svoltare la vita in positivo. Infatti nello scontro con un uomo e un cane, il primo perderà la memoria. Per i sensi di colpa, Darcy deciderà di prendersi cura del cane di Aiden, un bellissimo Husky di nome Bailey, e di aiutare l’uomo alla ricerca del suo passato.

Nonostante la storia d’amore, il vero fulcro della narrazione sono i libri: tra le pagine troviamo vere e proprie citazioni a opere esistenti, basate sul contesto e sulle vicissitudini che la protagonista vive in prima persona.

All’improvviso a New York, edito da Rizzoli, è un romanzo da leggere tutto d’un fiato, che strizza l’occhio al “giallo”  incuriosendo e lasciando in sospeso per tutto il racconto.

4) Per mano mia. Il Natale del Commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni

Fonte: Einaudi

Per gli amanti dei gialli, e in particolare del commissario più famoso di Napoli, consigliamo questo libro ambientato nel Natale degli anni trenta.

Il Commissario Luigi Alfredo Ricciardi, protagonista di una famosa serie televisiva con Lino Guanciale, e il Brigadiere Raffaele Maione, nel giorno del 25 dicembre dovranno fare i conti con un omicidio di una coppia di coniugi: il funzionario della Milizia Fascista che controlla i pescatori, Emanuele Garofalo, e di sua moglie Costanza. La donna è stata sgozzata con un solo colpo di lama, mentre l’uomo è stato trafitto nel letto con oltre 60 coltellate.

Sulla scena del delitto, Ricciardi, che ha l’amaro dono di vedere e sentire i morti ammazzati, ascolta le oscure ultime frasi della coppia, che non gli dicono granché. Iniziano quindi le prime indagini, andate a vuoto, ma un colpo d’occhio al mercato del pesce rivelerà la tremenda verità agli occhi del Commissario.

Per mano mia. Il Natale del Commissario Ricciardi, edito da Einaudi, fa parte della fortunatissima serie di romanzi di Maurizio De Giovanni, non avendo niente da invidiare agli altri romanzi dello stesso ciclo.

Anche qui De Giovanni si è superato nella narrazione dedita ai minimi dettagli, con un focus importante sul periodo storico dove l’opera è ambientata, velato da un’atmosfera cupa e segreta.

5) Il tram di Natale di Giosuè Calaciura

Fonte: Sellerio Editore

Alla vigilia di Natale, un tram viaggia all’estrema periferia di una città non identificata, con i suoi addobbi natalizi luminosi e un allegro aspetto di festa. Al suo interno, ad ogni corsa, accoglie uomini e donne in qualche modo infelici e poveri. Tra loro non si conoscono, ma nasce come una sorta di rete solidale che li unisce inconsapevolmente. Nell’ultimo sedile, lontano da tutti, vi giace un neonato, avvolto in calde coperte, e più in là il conducente del tram, blindato così da non poter vedere l’infelicità dei viaggiatori.

La narrazione di Calaciura si sofferma su ognuno dei passeggeri, uno più diverso dall’altro, con storie differenti e spesso anche tragiche. Il messaggio che la dura realtà e la tristezza della vita parte dal momento della nascita, rappresentato dal neonato abbandonato, ma di cui ogni passeggero a modo suo cerca di prendersene cura, è letale, forte nel suo significato, come un pugno allo stomaco.

Il tram di Natale di Giosuè Calaciura, edito da Sellerio editore, è come una fiaba moderna, nuda e cruda nelle sue intenzioni. Inscena quasi un presepe vivente formato dalla diversità dei suoi personaggi e dai loro trascorsi umani.

Victoria Calvo

 

 

 

 

Deforestation free: l’Unione Europea ha messo al bando i prodotti derivanti dalla deforestazione

E’ stato trovato l’accordo provvisorio raggiunto dal Consiglio e il Parlamento europeo che prevede che alcuni prodotti considerati fondamentali immessi sul mercato non contribuiscano più alla deforestazione e al degrado forestale nell’Unione e nel resto del mondo.

L’obiettivo è quello di preservare l’ambiente durante i processi di produzione, attuando delle procedure al fine di rispettare l’ambiente in cui viviamo. Motivo per cui l’applicazione del nuovo regolamento tenderà ad assicurare che una categoria di beni essenziali non siano più causa del disboscamento. In data 6 dicembre il Consiglio dell’ Ue e il Parlamento, hanno discusso la proposta – che il Parlamento aveva presentato a settembre – partendo da un primo progetto della Commissione Europea.

Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, ha dichiarato: “per vincere la lotta che stiamo sferrando alle crisi del clima e della biodiversità nel mondo dobbiamo assumerci la responsabilità di agire sia all’interno che all’esterno. Il regolamento sul disboscamento risponde all’appello dei cittadini che chiedono di ridurre al minimo il contributo europeo a questo problema e promuovere consumi sostenibili. Le nuove norme che disciplinano le spedizioni di rifiuti promuoveranno l’economia circolare e garantiranno che le esportazioni di rifiuti non danneggino l’ambiente o la salute umana in altre parti del pianeta. E con la strategia per il suolo riporteremo i terreni in buona salute, faremo sì che siano usati in modo sostenibile e ricevano la necessaria protezione giuridica.” 

fonte: la Repubblica

 

Quali effetti avrà questa misura?

Dal punto di vista economico e ambientale la riduzione delle cause principali del degrado forestale in Europa porterà in futuro a preservare la varietà di organismi viventi di un determinato ambiente, ridurre l’effetto serra, evitare il surriscaldamento globale, il cambiamento climatico e il rischio idrogeologico

Il disboscamento determina soprattutto cambiamenti nel clima e aumenta il dissesto idrogeologico, questo comporta un elevato aumento del rischio di alluvioni e frane. Inoltre un’ulteriore conseguenza a seguito dell’abbattimento delle foreste è l’estinzione definitiva di numerose specie di animali e vegetali.

«Per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità, la nuova legge obbliga le aziende a garantire che una serie di prodotti venduti nell’UE non provengano da terreni deforestati in qualsiasi parte del mondo» si legge in una note del Parlamento.

Il ministro ceco dell’ambiente e presidente di turno del Consiglio europeo ambiente, Marian Jurečka, ha ricordato che «L’Ue è un grande consumatore e commerciante di prodotti che svolgono un ruolo sostanziale nella deforestazione, come carne bovina, cacao, soia e legname. Le nuove regole mirano a garantire che quando i consumatori acquistano questi prodotti, non contribuiscano a un ulteriore degrado degli ecosistemi forestali. Proteggere l’ambiente in tutto il mondo, comprese le foreste e le foreste pluviali, è un obiettivo comune per tutti i paesi e l’UE è pronta ad assumersi le proprie responsabilità».

L’attuazione di questa legge inoltre, apporterebbe un cambiamento drastico in ambito di tutela ambientale, in quanto l’Unione Europea risulta essere tra i maggiori consumatori delle materie che provocano il fenomeno della deforestazione, ciononostante sarà davvero difficoltoso far rispettare il regolamento e mettere in pratica ogni tipo di controllo.

 

l’Ue è il secondo importatore globale di deforestazione tropicale, fonte: 3csc


Quali sono i prodotti da verificare?

Dopo un’accurata verifica è stato deciso che l’importazione di alcuni beni sarà vietata se la loro provenienza risulterà derivare da terreni disboscati. Le norme verranno applicate a: cacao, caffè, soia, olio di palma, carne bovina, gomma, carbone e prodotti di carta stampata.
La legge ha come obiettivo quello di rassicurare i consumatori sulla provenienza dei prodotti , e sul fatto che la produzione di questi ultimi non danneggi le foreste.
Per questo motivo le autorità dell’Unione Europea avranno accesso alle coordinate di geolocalizzazione e potranno effettuare una serie di controlli volti a monitorare e analizzare la provenienza dei prodotti sul mercato attraverso gli appositi strumenti.


Come si dovranno comportare le aziende?

Secondo il testo concordato, «mentre nessun Paese o prodotto in quanto tale sarà vietato, le aziende non saranno autorizzate a vendere i loro prodotti nell’Ue senza questo tipo di dichiarazione». Come richiesto dagli eurodeputati «le imprese dovranno anche verificare il rispetto della legislazione pertinente del Paese di produzione, compresi i diritti umani, e che i diritti delle popolazioni indigene interessate siano stati rispettati». Per effettuare i controlli le aziende dovranno avere accesso alle informazioni geografiche riguardo i terreni di coltivazione e le materie prime. Gli stessi co-legislatori hanno accordato severi obblighi di diligenza per gli operatori, che dovranno assicurare la tracciabilità dei prodotti venduti.


Quali saranno le sanzioni?

Sono previste sanzioni molto pesanti proporzionate al danno ambientale e al valore delle materie prime, pari al 4 % del fatturato annuale degli operatori nell’Europa, nonché il divieto di partecipare ad appalti e/o finanziamenti pubblici. Attualmente Consiglio e Parlamento devono adottare formalmente il regolamento affinché possa entrare in vigore; a seguito di ciò le aziende avranno 18 mesi di tempo per documentarsi e conformarsi alle nuove norme, nel caso di imprese più piccole il tempo è prolungato a 24 mesi.

Inoltre la Fao, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha constatato che tra il 1990 e il 2020 a causa della deforestazione siano stati persi circa 420 milioni di ettari di foresta, un numero davvero significativo che induce a riflettere sulle problematiche del nostro pianeta.

Federica Lizzio

 

Sfera Ebbasta compie 30 anni: 5 canzoni di maggior successo del Trap King italiano

Oggi compie gli anni Sfera Ebbasta, alias di Gionata Boschetti. Nato a Sesto San Giovanni il 07/12/1992 ma cresciuto a Cinisello Balsamo, ha iniziato la sua carriera musicale tra il 2011 e il 2012 caricando video musicali su YouTube. Successivamente, nel 2013 conobbe il produttore nonché amico fidato Charlie Charles e lentamente, ha scalato le vette delle classifiche, riscuotendo successi clamorosi di cui ancora oggi si parla. Lo celebriamo elencando quelle che sono, secondo noi di UniVersoMe, le sue migliori 5 canzoni!

1) XDVR

Estratto dal primo album, XDVR, pubblicato nel 2015 e interamente prodotto da Charlie Charles, il singolo rappresenta un punto di rottura nella scena hip hop mainstream italiana, affermandosi come un prodotto musicale mai sentito prima. Connotato da forti sonorità Trap, il brano apre il disco d’esordio dell’artista milanese, provocando un interesse non indifferente. Di questo pezzo, succeduto al primo singolo estratto dall’album Panette, è stato poi realizzato un remix, inserito nell’album, con due strofe di Marracash e Luché.

 

2) Ciny

La C con la mano è da dove veniamo
La C con la mano è da dove veniamo
Ciny, Ciny
Ciny, Ciny

Tra i singoli più ascoltati dell’album sopracitato, Ciny è fondamentalmente una descrizione del piccolo paese in cui ha vissuto. Il video musicale vede la presenza di molte persone di Cinisello Balsamo, probabilmente tutti amici di Sfera, ed è funzionale per trasmettere il legame e l’appartenenza alle sue radici. Ancora oggi, nell’immaginario collettivo, l’incipit del brano produce un certo effetto nostalgico. Inoltre Sfera, durante una breve intervista per Vevo, ha dichiarato che Ciny è la sua canzone preferita da suonare dal vivo.

 

3) BRNBQ (Bravi ragazzi nei brutti quartieri)

Uno tra i pezzi più iconici della carriera di Sfera, spesso suonato dal vivo (soprattutto in versione acustica), rappresenta la sua vita e quella di tutti quei ragazzi cresciuti in ambienti di periferia, a contatto con situazioni difficili e di piccola criminalità, ai quali nonostante il successo è, per certi aspetti, ancora legato. Il brano è contenuto nel secondo album omonimo Sfera Ebbasta, uscito nel 2016 e affermatosi subito in vetta alle classifiche, nel pieno della primavera della trap italiana. Tra le barre più iconiche citiamo:

E sono padri un po’ prima del tempo i miei fra’
Invecchiano dentro una cella o ad un bar
Certi diventano star
Certi non si son mai mossi di qua
E sognano vite diverse da queste
Mentre uno sbirro gli chiede dove sta la merce
Tutti fan finta di niente
Come non fosse mai successo niente

E ancora:

Bravi ragazzi nei brutti quartieri
Fumano e parlano lingue diverse
Però non ci parlano ai carabinieri
Fanno le cose che è meglio non dire
Fanno le cose che è meglio non fare
Bravi ragazzi nei brutti quartieri
No, mamma non preoccuparti
Esco solo a farmi un giro con i bravi ragazzi
Sfrecciano alle tre di notte sull’Audi
Dio non li vede quaggiù
Dietro quei tendoni blu
Quindi non pregano più

 

4) Cupido (feat. Quavo)

Tra le hit più forti della carriera dell’artista milanese, Cupido, contenuta nel secondo album Rockstar, vanta il featuring con uno dei tre rapper dei Migos, gruppo hip-hop statunitense, ossia Quavo. Il singolo, un paio di settimane dopo l’uscita del disco, ha superato i quaranta milioni di stream su Spotify. Si evince da subito l’evoluzione artistica di Sfera e della produzione di Charlie Charles poiché in questa canzone, così come nelle altre del disco, predomina una ricerca accurata dei suoni da utilizzare, oltre alla presenza di poche e brevi tracce che danno all’album un carattere leggero, rendendolo quindi facile da ascoltare. Rispetto ad un canonico disco rap, in cui su quindici brani, solo tre o quattro sono destinati a diventare di tendenza, Rockstar propone undici canzoni perfettamente bilanciate, in modo che ciascun ascoltatore possa scegliere la sua preferita.

 

5) Bottiglie Privè

Tutto cambia, nulla resta uguale
Tranne l’amore di tua madre
La gente cambia, il cash ti cambia
Più ne fai e più non ti basta

Bottiglie Privè è la traccia d’apertura, nonché il primo singolo estratto del terzo album di Sfera Ebbasta, Famoso.

La prima versione del brano, come mostrato nel docu-film FAMOSO – The Movie, rilasciato un giorno prima del singolo, è nata nell’estate del 2019, durante il soggiorno di Sfera e del suo team ad Arezzo. Nel testo, l’artista racconta le sensazioni provate una volta arrivato al successo, rendendosi conto della caducità dei beni materiali che è riuscito a conquistare dopo tanti sacrifici. Proprio per questo motivo Bottiglie Privè è considerato uno dei pezzi più personali del trapper. Inoltre, è l’unica traccia di Famoso prodotta da Charlie Charles, lo storico produttore di fiducia di Sfera, a cui è stata comunque affidata la produzione esecutiva dell’intero progetto. Il pianoforte è stato invece suonato dal compositore e musicista Max D’Ambra.

Confermatosi come l’artista più ascoltato in Italia nel 2022 secondo una stima prodotta da Spotify, Sfera, musicalmente parlando, ha lasciato la sua traccia ovunque. Buon compleanno, Trap King!

 

Federico Ferrara

Banca d’Italia: 5 tirocini a Palermo

La sede di Palermo della Banca d’Italia ha avviato un’iniziativa volta ad includere 5 tirocinanti nello svolgimento di numerose mansioni.

L’iniziativa ha lo scopo di permettere ai tirocinanti di maturare esperienza presso la Segreteria tecnica dell’Arbitro Bancario Finanziario, in modo da mettere in atto le competenze acquisite durante il percorso universitario.

I compiti comprendono: analisi della normativa, della giurisprudenza (nazionale e comunitaria) e della dottrina sulle materie oggetto di contenzioso, verifica preliminare della regolarità dei ricorsi, istruttoria delle controversie a supporto dell’attività decisoria dei Collegi anche su fattispecie complesse; classificazione e catalogazione informatica dei ricorsi e delle decisioni; supporto alle attività preparatorie delle riunioni del Collegio, alla gestione della fase post decisoria dei ricorsi e allo studio delle tematiche giuridiche più ricorrenti.

Dove

I tirocini verranno svolti presso la Segreteria tecnica dell’Arbitro Bancario Finanziario della Sede di Palermo della Banca d’Italia, via Cavour n. 131/A. 

Quando

Il tirocinio durerà 6 mesi e verrà avviato indicativamente nel mese di marzo 2023.

La modalità di svolgimento delle attività verrà concordata con il tutor aziendale. Queste saranno svolte nei giorni feriali per non meno di sei ore giornaliere.

Requisiti

  • Essere in possesso di laurea magistrale a ciclo unico/magistrale (o specialistica) in Giurisprudenza, conseguita presso l’Università degli Studi di Messina con un punteggio pari ad almeno 105/110 (o votazione equivalente); altro diploma equiparato al suddetto titolo ai sensi del Decreto Interministeriale 9 luglio 2009;
  • Avere un’età inferiore ai 28 anni alla scadenza del termine per la presentazione delle candidature.

Come partecipare

La propria candidatura dovrà essere presentata presso l’Università degli Studi di Messina entro il 09 dicembre 2022.

Queste dovranno comprendere:

  • domanda di ammissione alla selezione e dichiarazione sottoscritta ai sensi degli artt. 46 e 47 del D.P.R. n. 445/2000 (cfr. allegato);
  • curriculum vitae;
  • un abstract della propria tesi di laurea di non più di 350 parole;
  • copia di un documento di riconoscimento in corso di validità.

Le candidature verranno selezionate dall’Università. I candidati che risulteranno in possesso dei requisiti richiesti potranno essere invitati a sostenere un colloquio con una Commissione nominata dalla Banca.

Agevolazioni

È prevista un’indennità di partecipazione, per i tirocinanti, pari a 1.000 (mille) euro lordi mensili (previa verifica del rispetto degli obblighi di assiduità e riservatezza); inoltre, i tirocinanti potranno usufruire gratuitamente del servizio di ristorazione nei modi e nelle forme previsti per il personale dell’Istituto.

L’indennità è però incompatibile con qualsiasi altro compenso (da attività lavorativa o assimilata) eventualmente percepito dai tirocinanti, anche sotto forma di borse di studio/di ricerca o assegni di dottorato. I tirocinanti saranno invitati a rinunciare a tali compensi per il periodo coperto dall’indennità corrisposta dalla Banca.

Per consultare l’avviso visita questo link.

Ornella Venuti