Amnesty International e l’anno nero per la pena di morte

Sono in totale 883 le persone giustiziate in tutto il mondo nel 2022, un aumento pari al 53% rispetto al 2021 e il più alto numero dal 2017. Anche quest’anno, l’Amnesty International, un’organizzazione non governativa internazionale impegnata nella difesa dei diritti umani, rende pubblico il suo report annuale sulla pena di morte nel mondo.

Tra i metodi di esecuzione più utilizzati la fucilazione e l’iniezione letale, senza dimenticare l’impiccagione e la decapitazione. Ma vediamolo insieme più nel dettaglio.

Amnesty: uno sguardo al rapporto

In una premessa fondamentale, Amnesty International tiene a sottolineare che:

Si oppone incondizionatamente alla pena di morte, senza eccezioni riguardo alla natura o alle circostanze del reato; alla colpevolezza, all’innocenza o ad altre caratteristiche dell’imputato; al metodo usato per eseguire la condanna a morte. Attraverso una campagna permanente, Amnesty International lavora per l’abolizione della pena capitale in tutto il mondo.

Tra gennaio e dicembre 2022, le informazioni sono state raccolte catalogando diverse fonti. Inclusi: dati ufficiali, pronunce giurisdizionali, notizie provenienti dagli stessi condannati a morte, resoconti dei mezzi di comunicazione e dei rapporti di altre organizzazioni della società civile. Nella ricostruzione dei grafici e nei dati finali, sono state riportate esclusivamente esecuzioni, condanne a morte e altri aspetti legati all’uso della pena di morte, come commutazioni o proscioglimenti, di cui ci sia ragionevole certezza. Nonostante la natura pragmatica, è anche vero che in molti paesi i governi non rendono pubbliche le informazioni riguardanti l’uso della pena capitale.

Cosa ci dicono i dati?

I dati parlano chiaro, esclusa la Cina, il 90% delle esecuzioni registrate hanno avuto luogo in soli tre paesi: Iran, Arabia Saudita e Egitto. In Cina, Corea del Nord e Vietnam i dati sull’uso della pena di morte sono classificati come segreto di stato. Proprio per questo i dati raccolti nel report di Amnesty sono da considerarsi incompleti e parziali, quelli reali sono probabilmente molto più alti. Si evidenzia poi che nel 2022 sono state riprese le esecuzioni in cinque stati: Afghanistan, Kuwait, Myanmar, Palestina e Singapore.

Ne parla Volker Türk, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani. Le prove raccontano come la pena di morte ha un impatto nullo sulla riduzione del crimine. Moltissimi studi hanno dimostrato che nei paesi in cui è stata abolita, i tassi di omicidi sono rimasti invariati o addirittura sono diminuiti. La pena capitale nei paesi viene spesso utilizzata per scopi impropri: per infondere paura, reprimere l’opposizione e annullare il legittimo esercizio delle libertà.

sede amnesty international
Sede centrale di Amnesty International, sito a Londra. Fonte: alamy

 

D’altronde, la pena di morte esiste ancora in tutto il mondo ed è praticata in 58 Stati, tra cui: Nigeria, Somalia, Sudan, Usa, Iraq, Giappone, Pakistan, Thailandia ed Emirati Arabi. Un dato allarmante, che mette in allerta i vertici di Amnesty International. Come dichiara Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International:

Aumentando il numero delle esecuzioni, gli Stati dell’area Medio Oriente-Africa del Nord (la cosiddetta Mena) hanno violato il diritto internazionale e mostrato un profondo disprezzo per la vita umana. Il numero delle persone private della loro vita è enormemente cresciuto. L’Arabia Saudita ha incredibilmente messo a morte 81 prigionieri in un solo giorno. Nella seconda parte dell’anno, nel disperato tentativo di stroncare le proteste popolari, l’Iran ha messo a morte persone che avevano solo esercitato il loro diritto di protesta

Una tendenza positiva verso l’abolizione

Le prospettive non sembrano delle migliori, ma un po’ di speranza sembra arrivare da sei Stati che, nel 2022, hanno abolito in tutto o in parte la pena di morte. Kazakistan, Papua Nuova Guinea, Repubblica Centrafricana e Sierra Leone l’hanno abolita per tutti i reati, Guinea Equatoriale e Zimbabwe per i reati comuni. Senza contare che 112 Stati avevano abolito la pena di morte per tutti i reati e altri nove Stati l’avevano abolita per i reati comuni.

Questa tendenza positiva prosegue nel 2023. In Liberia e Ghana sono state avviate iniziative di legge abolizioniste; i governi delle isole Maldive e dello Sri Lanka hanno annunciato che verranno interrotte le condanne a morte. Anche in Malesia il parlamento nazionale sta discutendo delle proposte di legge per annullare la pena capitale.

Sembra quindi che un vento a favore stia soffiando nella direzione dell’abolizione. La stessa Callamard sembra sia ottimista:

Molti Stati continuano a consegnare la pena di morte alla discarica della storia ed è tempo che altri seguano l’esempio. Gli atti di brutalità in Iran, Arabia Saudita, Cina, Corea del Nord e Vietnam appartengono ormai a una minoranza di Stati. Ma sono proprio questi che devono mettersi al passo coi tempi, proteggere i diritti umani e assicurare giustizia invece di mettere a morte persone. Di fronte a 125 stati membri delle Nazioni Unite, un numero mai così elevato, in favore di una moratoria sulle esecuzioni. Non ci siamo mai sentiti così fiduciosi che quell’orrenda punizione possa essere e sarà consegnata agli annali della storia. Ma i tragici dati nel 2022 ci ricordano che non bisogna  rimanere indifferenti e inoperosi. La nostra campagna continuerà fino a quando la pena di morte non sarà abolita a livello globale!

 Victoria Calvo

Caro affitti. Il Ministero reagisce alle proteste: 660 milioni per gli alloggi universitari

Il problema del caro affitti in Italia ha quasi i caratteri di un’emergenza. Sarebbe sbagliato definirlo così per la sua prevedibilità e la sua stasi nel tempo, ma di un’emergenza presenta certamente l’inclinazione cronica. La corsa dell’inflazione e la crisi economica generale hanno stravolto i prezzi del mercato edilizio; a soffrirne sono più degli altri gli studenti fuori sede, che per abitare Roma, Milano o Bologna devono accettare spesso il peso del debito. 

Ma, voce più voce, gli universitari hanno fatto avanzare le proprie pretese, giungendo, qualche giorno fa, a uno scacco verso le istituzioni. La corale “protesta delle tende” ha funzionato! Il governo sbloccherà 660 milioni per gli alloggi accademici!

Caro affitti, la “protesta delle tende”

Riporta le informazioni Rainews24. La succitata “protesta delle tende” si è diffusa a partire dall’azione della studentessa Ilaria Lamera, del Politecnico di Milano, che pochi giorni fa aveva piantato una tenda davanti al suo ateneo per “accendere una luce sul problema del caro affitti”. Dopo di lei, infatti, altri “colleghi” da tutta Italia hanno portato ai fatti la loro ribellione. 

Vari gruppi studenteschi hanno innestato le proprie tende di fronte alle università di Torino, Firenze, Cagliari, Pavia e Roma, ripresentando fortemente le loro presunzioni. Leone Piva, coordinatore dell’associazione Sinistra Universitaria della Sapienza e organizzatore della mobilitazione romana, ha sostenuto:

I prezzi degli affitti sono diventati altissimi, a Roma non si scende sotto i 500 euro per una camera. Quella che stiamo vivendo è un’emergenza abitativa. Gli studenti chiedono un tavolo con gli atenei e la Regione per trovare una soluzione

Mentre Damiano, uno studente al primo anno di Lettere e Filosofia dello stesso ateneo, ha lamentato:

È un problema che vivo in prima persona. Faccio il pendolare, tutti i giorni ci metto 3 ore per andare a lezione e tornare a casa a Civitavecchia, dove vivo. Una casa non me la posso permettere.

Caro affitti
Sapienza Università di Roma. Fonte: Wikimedia Commons

Le risposte istituzionali al caro affitti: problema in via di risoluzione?

Riporta le informazioni SkyTg24. Il Consiglio dei ministri ha autorizzato la presentazione di un emendamento per “confermare l’immediata operatività” delle misure “che destinano 660 milioni di euro all’acquisizione della disponibilità di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore”.

Una misura che il governo potrà adottare grazie ai fondi messi a disposizione dal PNRR. L’emendamento, difatti, prima di giungere a Palazzo Chigi è passato per un’interlocuzione nella Commissione europea, la quale ha consentito di escludere “la natura di aiuti di Stato” di tali intervenienti.

L’esempio UniMe: in anticipo sul problema

Anche l’Università degli Studi di Messina ha preso a cuore il problema caro-affitti: grazie al progetto “Casa UniMe”, 230 studenti ricevono un contributo per le loro spese di locazione. E dal 2 maggio, per mezzo di un accordo con l’Università, l’Hotel Liberty ha messo a disposizione degli universitari 102 posti letto aggiuntivi.

Tutto ciò è il frutto di un lavoro comunitario che ha visto convolti: l’ERSU (Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario), la società UNI. LAV., l’amministrazione accademica nella figura del Magnifico Rettore Salvatore Cuzzocrea e il dott. Pietro Franza, concessore delle risorse dell’Hotel Liberty.

Gabriele Nostro

Guardiani Della Galassia Vol. 3: miglior film del MCU?

L’ultimo film sui Guardiani Della Galassia? Uno dei più riusciti del MCU, con un finale di una trilogia riuscito ed emozionante, ma un po’ scontato. – Voto UVM: 4/5

 

Guardiani Della Galassia: Vol. 3 è un film del 2023 scritto e diretto da James Gunn (noto per aver diretto anche i primi due film dei Guardiani Della Galassia e “The Suicide Squad”, il film uscito nel 2021). E’ il trentaduesimo film realizzato dai Marvel Studios e secondo film della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe (MCU).

E’ il terzo ed ultimo capitolo della trilogia incentrata sui Guardiani Della Galassia. Nel cast sono presenti: Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Karen Gillan, Pom Klementieff, Vin Diesel, Bradley Cooper, Sean Gunn, Chukwudi Iwuji, Will Poulter e Sylvester Stallone.

Trama

E’ passato del tempo dalla sconfitta di Thanos avvenuta in Avengers Endgame e i Guardiani Della Galassia (Peter Quill, Nebula, Rocket, Drax, Mantis, Groot, Kraglin e Cosmo) cercano di rendere più accogliente la loro base: Ovunque. Star-Lord è ancora giù per la perdita di Gamora, nonostante lei sia viva. Quest’ultima è proveniente da una linea temporale differente e non ha alcun ricordo di Peter Quill e dei Guardiani. Ad un tratto, vengono attaccati da un essere misterioso di nome Adam Warlock e dalla battaglia ne esce ferito Rocket.

Purtroppo non riescono a curarlo, perché è stato installato sul procione un sistema di sicurezza che ne impedisce ogni alterazione. C’è solo un modo per salvarlo: andare a cercare il creatore di Rocket, l’Alto Rivoluzionario. Inizierà così una nuova missione dei Guardiani, che porterà loro alla scoperta delle origini di Rocket ed a cercare di salvare la Galassia da un diabolico piano architettato dallo stesso Alto Rivoluzionario.

La degna conclusione della trilogia dei Guardiani Della Galassia?

Si. L’incredibile viaggio dei Guardiani Della Galassia iniziato nel 2014, si è concluso come meritava e perfettamente in linea con i protagonisti e con la loro storia.

Il Marvel Cinematic Universe iniziato nel 2008 con il primo Iron Man, si è costruito poco a poco ed ancora oggi è in corso, tra alti e bassi. Ci sono personaggi che si sono fatti conoscere o altri hanno avuto una redenzione, per via della scarsa popolarità fumettistica che avevano in passato. I Guardiani Della Galassia rientrano in entrambe le categorie e per di più non sono quegli eroi senza macchia e senza paura che cercano di fare la cosa giusta, ma tutt’altro.

Sono dei simpatici personaggi da cui ci si aspetta di tutto e che alla fine, cercano un modo per riscattarsi e soprattutto un luogo dove sentirsi a “casa”. Questo incredibile viaggio li ha portati in vari punti della Galassia, ma alla fine quello che cercavano era l’uno accanto all’altro. Ed alla fine, hanno concluso il tutto con una maturità emotiva sviluppata poco a poco e quello che si è assistito non è una fine definitiva, ma l’inizio di un nuovo ciclo.

Guardiani Della Galassia Vol. 3: miglior film del MCU?

Definirlo il miglior film del Marvel Cinematic Universe sembra un po’ esagerato, perché non è perfetto. Però, si può definire tranquillamente una delle colonne più importanti ed una delle pellicole più riuscite di questo puzzle che si sta componendo sempre di più.

Si sa, quelli dei Marvel Studios hanno sfornato dei bei film, ma anche qualche pellicola poco riuscita. Anzi, ultimamente, hanno fatto alcuni errori come puntare più sulla quantità che sulla qualità e questo è accompagnato da sceneggiature pigre e poca attenzione ad alcuni elementi narrativi e tecnici.

I Guardiani Della Galassia, tuttavia, hanno sempre funzionato e sono riusciti ad entrare nei cuori dei fans della Marvel, sia con momenti divertenti che con scene strappalacrime. Anzi, il bello di questi personaggi che, nonostante facciano parte dello stesso Universo degli altri personaggi Marvel che si sono visti negli ultimi venticinque anni, sono stati un po’ estemporanei (tranne per Avengers Infinity War e Avengers Endgame) e quindi, senza troppi collegamenti “forzati”, la loro trilogia ha funzionato anche per questo.

Guardiani Della Galassia
Guardiani Della Galassia Vol. 3. Casa di produzione: Marvel Studios. Distribuzione: Wal Disney Studios Moction Pictures.

James Gunn è un buon regista?

Il successo dei Guardiani è dovuto anche alla presenza degli attori adatti per i ruoli, guidati dal regista James Gunn. Lui ha uno stile che rende i suoi film pieno di gag esilaranti, battute un po’ spinte e scene splatter (per esempio, “The Suicide Squad ” rispecchia totalmente ciò).

Anche i film dei Guardiani Della Galassia sono così, ma la mano della Disney limita tutto questo per via del loro obiettivo di rendere i loro film per tutti. Ma nonostante questo limite, la trilogia firmata da Gunn è riuscita.

O lo si ama o lo si odia, bisogna riconoscere che Gunn sa fare sia lo sceneggiatore che il regista. E’ un buon conoscitore di fumetti ed ha quella capacità di far affezionare al pubblico persino personaggi poco conosciuti. Prima di lui pochi conoscevano questi personaggi, ed ora hanno la loro popolarità ottenuta dalla presenza di incredibili scene action, battute ironiche e scene emozionanti. Tutto questo, accompagnato da una buona CGI, da diversi riferimenti alla Cultura Pop e da un’incredibile colonna sonora, fatta di musica anni ‘80.

Se si devono trovare dei difetti, si trovano nel villain poco interessante e nel finale un po’ scontato, nonostante la capacità di far scendere qualche lacrima e di lasciare un po’ di amaro in bocca, sapendo che questo spassoso mondo dei Guardiani non sarà più come prima!

 

Giorgio Maria Aloi

Mina, “la tigre di Cremona”, è tornata!

Mina
Il nuovo disco di Mina è una raccolta di canzoni d’amore morbide e drammatiche. – Voto UVM: 4/5

 

Nata nel 1940 a Busto Arsizio, Mina è una cantante, produttrice discografica, conduttrice televisiva ed attrice italiana che da anni risiede in Svizzera. E’ nota per le sue qualità vocali e per essere stata protagonista negli anni sessanta e settanta in molti spettacoli televisivi trasmessi dalla Rai.

Soprannominata la “Tigre di Cremona” (la famiglia era infatti, originaria di Cremona, città nella quale poi vi fece ritorno nel 1943), fu anche apprezzata dal grande Loius Armstrong che la definì:

“La più grande cantante bianca al mondo!”

Mina ha venduto oltre 150 milioni di album, ed è infatti l’artista italiana con maggior successo discografico.
Ha anticipato mode e costumi : dallo scandaloso cat eye allungato di nero, al vestito glitter nel videoclip di Ancora Ancora Ancora. Nell’immaginario collettivo, infatti, è un patrimonio del quale andare orgogliosi. Indimenticabili i suoi successi come Grande Grande Grande, Amor mio, Parole parole, Le mille bolle blu, Mi sei scoppiato dentro il cuore, Ma che bontà.

Una particolare attenzione è da dare al brano Se telefonando, scritto da Maurizio Costanzo (scomparso nel 2023); brano che Nek nel 2015 ha riportato in auge grazie a Sanremo nella serata dedicata alle cover.

Perché Mina si è ritirata dalle scene?

Un addio simbolico è quello che accompagna la regina della canzone italiana anni sessanta e settanta. Il suo ultimo concerto risale al 23 agosto del 1978 a Bussoladomani a Marina di Pietrasanta, nonostante ciò è sempre presente, ma nascosta, nella sua intimità familiare a Lugano, continuando a comporre musica.

Uno dei primi motivi del suo ritiro fu una broncopolmonite virale che le fece interrompere il suo ultimo tour. Scomparsa dalle scene da ormai 40 anni, il suo ultimo fotogramma televisivo risale al 1974 nello show Milleluci della grande Raffaella Carrà. Lo stress mediatico poi, ha sicuramente giocato un ruolo importante nel suo ritiro. Tutto ciò ha consegnato il mito a una narrazione solamente musicale e l’ha resa una legenda più di quanto già non lo fosse prima!

Le collaborazioni importanti di Mina…

La tigre di Cremona ha sempre dimostrato di essere versatile e di avere una grande cultura musicale, oltre al timbro inconfondibile e potentissimo: non sorprende, quindi, che conoscesse ed ammirasse il Re del pop.

Proprio come Michael Jackson, anche Mina ha sempre vissuto male la propria fama e lo ha omaggiato nel 1990 quando uscì il suo disco Ti conosco mascherina nel quale inserì una sua personale versione di Billie jean, cover molto lodata ed apprezzata.

Famosissimo poi il duetto di Acqua e sale (brano poi riscritto in spagnolo da Miguel Bos) e Brivido felino (del 1998 e tratto dall’album Mina Celentano), A un passo da te (brano del 2017 dell’album Le migliori) con il suo amico di lunga data Adriano Celentano. Nel 2009 la cantante fa il duetto con Manuel Agnelli degli Afterhours in Adesso è facile mentre nel 2019 collabora col rapper Mondo Marcio nel brano Angeli e Demoni.

Il nuovo album: “Ti amo come un pazzo”

Il suo nuovo album contiene 12 brani ed è uscito il 21 aprile 2023 col titolo Ti amo come un pazzo, anticipato il 14 aprile dal duetto con il ribelle Blanco in Un briciolo di allegria (nonostante i due non si siano mai visti di persona). Nel video, la ballerina e attrice messinese Alice Stancanelli interpreta Mina, ed a proposito ha spiegato:

“Mina non si fa vedere in pubblico da anni, e anche nel video io non mi vedo mai direttamente, è quasi come se fossi la sua ombra. Sono sempre in silhouette, in controluce.”

Il disco è una raccolta di canzoni d’amore morbide e drammatiche. Composto da 10 inediti e due cover: Tutto quello che un uomo di Sergio Cammiare e Don Salvatò di Enzo Avitabile. Il brano Povero amore è stato scelto dal regista Ferzan Ozpetek per il suo film Nuovo Olimpo in uscita a Natale 2023; tra l’altro si tratta di una seconda collaborazione con il regista, dopo che Luna diamante venne scelta per il film La dea fortuna.

Nel nuovo album Mina sceglie autori, mondi e atmosfere diverse; fanno da “fil rouge” la sua voce, e quella vena ironica a cui l’artista non ha mai rinunciato. Il figlio Massimiliano Pani, ormai da tempo portavoce della cantante, riguardo al nuovo album della madre ha affermato:

“Questi sono tutti pezzi d’amore, è un fotoromanzo che accarezza tanti mondi musicali, dal triste al bello, fino a quello che finisce bene e quello che invece va male. La cover cita il fotoromanzo, una delle poche volte che è coerente col progetto. Ha una linea ironica, e i pezzi che sembrano minori poi non lo sono.”

Mina, sottraendosi al nostro sguardo, è finita per alimentare sempre più la nostra immaginazione; speriamo che ci stupisca ancora!

 

                                                                                                      Carmen Nicolino

Jim Lee è il nuovo presidente di DC Comics

Il rinomato fumettista Jim Lee, autore tra migliori bestseller dell’industria del fumetto e già publisher e direttore creativo dell’azienda, è stato nominato presidente.

A dare la notizia è stata Pam Lifford presidente presso Warner Bros. Discovery. Stando all’annuncio il suo contributo servirà adesso a portare avanti gli sforzi creativi non soltanto nell’ambito del fumetto, a cui ha fatto finora riferimento, ma avrà un ruolo molto più transmediale.

Jim Lee
Jim Lee, il nuovo presidente della DC lato comics. Fonte: Fumettologica

Chi è Jim Lee per DC ed il fumetto?

Lee è stata una delle personalità di spicco durante gli anni 90 per tutto il fumetto americano. La prima pubblicazione della testata da lui curata, Marvel, X-Men n.1, mantiene ancora oggi il primato per numero di vendite di un singolo volume dedicato ai supereroi UncannyX-Men #1. Ha anche fondato vari editori tuttora presenti in America, tra cui Image Comics che si contende il terzo posto sotto Marvel e DC tra i maggiori editori di fumetti negli USA.

La sua influenza sull’intero panorama fumettistico e supereroistico non può essere negata. Da anni è responsabile di alcuni dei rilanci più importanti di sempre delle testate DC, tra cui, “I nuovi 52” e “Rinascita”.
Le sue decisioni hanno anche portato ad un rinnovamento moderno delle vendite DC, con un attenzione maggiore alle pubblicazioni digitali e ai mercati esteri.

Il suo lavoro si unirà anche a quello del nuovo direttore creativo e co-presidente della controparte cinema DC Studios, James Gunn, con il quale collaborerà per garantire la sopracitata multimedialità dei nuovi progetti DC.
Il suo essere già stato lungimirante nel passato sembra possa andare in sintonia con una visione marketing dei piani alti aziendali molto più larga ed organica rispetto al passato.

 

Matteo Mangano

“Elvis”: una nuova collana di ritratti musicali targati Baustelle

I Baustelle tornano tra di noi rinvigoriti di nuove idee, anche se senza la verve energica che li caratterizzava. – Voto UVM: 4/5

 

L’ultima volta in cui nei negozi di cd appariva un album del trio di Montepulciano, risale a cinque anni fa: L’amore e la violenza vol.1(2017), vol.2(2018). Un’attesa davvero lunga per una band tanto importante per l’indie italiano. Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini tornano nel 2023 con l’album Elvis. L’attesa risulta però essere stata di grande ispirazione creativa per i Baustelle, grazie anche alle parentesi solistiche rispettivamente con le due uscite Forever e Accade di Bianconi del 2020 e 2022, e con Psychodonna del 2021 della Bastreghi.

L’idea di partenza del progetto

E’ un album alquanto inaspettato per i fans, almeno per la parte più nostalgica e per quella che li ha conosciuti con le ultime uscite. I Baustelle guardano dentro loro stessi, dentro la formazione del loro sound. Scovano il glam rock, un po’di blues e di indie-rock americano, presupposto del loro indie primordiale italiano. Partendo dal “re” indiscusso degli anni ’60 e ’70 Elvis, passando da grandissimi esponenti dei vari generi come Lou Reed, David Bowie, Mick Jagger, trasportano nelle canzoni luci ed ombre delle figure più emblematiche dell’industria musicale attraverso un lavoro narrativo molto ricco.

Inconsueta è anche la scelta del sound usato per il progetto. Nonostante le influenze siano molto facili da carpire, il gruppo non vuole mimarne al 100% lo stile vintage e oltreatlantico. Pertanto si saldano bene nel tappeto sonoro tricolore, il quale ammortizza un po’ la durezza della musica d’influenza, creando qualcosa di molto più vicino al pop ma assolutamente indie e cantautorale.

Baustelle - "Elvis"
Cover di “Elvis”. Casa discografica: BMG

Le ombre

Ed è da questa scelta che prendono forma i ritratti dei vari protagonisti, sempre infusi degli eccessi rocker/stoner americani, come li hanno vissuti le più grandi stars. Abbiamo la drag queen Jackie; l’uomo che frequenta il Gran Brianza Lapdance Asso di Cuori Stripping Club e si innamora di una “Lolita“; la donna che in Cuore, cantata da Rachele solista, ripercorre la sua tumultuosa infanzia prima di gettarsi dal quinto piano di un palazzo col fine di una qualche espiazione.

La luce

Ho voluto usare la parola espiazione perchè il gruppo non si limita a dipingere la rovina ma anche il tentativo di porne moralmente rimedio. Aspetto molto interessante che ritroviamo in Il Regno dei Cieli, brano sorprendentemente dall’anima soul e adornato da un coro finale gospel. Un pezzo che ha il sapore dell’ultima disperata preghiera di una rockstar al culmine del suo squallore, non poteva che essere posto proprio prima di Cuore, il brano più psicanalitico, in fondo all’album.

Baustelle
Baustelle durante un live. Ph: Francesco Prandoni (@francescoprandoni)

I microtemi tricolori

Nel corso della loro narrativa, capita inoltre che i due cantautori cerchino di aggiungere delle digressioni completamente d’attualità. Ce ne si può accorgere nella prima metà dell’album, la meno profonda per così dire. La politica dell’anti-FOMO (Fear of Missing Out) che sta prendendo piede, in Andiamo ai Rave, la velata ostentazione antifascista in Milano è la Metafora dell’Amore sono l’easter-egg dell’album.

L’anima di Elvis

Elvis Presley stesso in carne e ossa, il panorama ribelle di quel tipo di vita che ha marchiato lui, chi come lui, e l’omonimo ultimo progetto dei Baustelle, nel suo interiore e nel suo esteriore, è riassunto dal primo singolo uscito, Contro il Mondo. Un pezzo che si erge a inno di vita e di morte di più di una generazione di ribelli, dagli anni sessanta ad oggi, un vero e proprio banger. Non ho dubbi nel dire che potrebbe diventare addirittura uno dei più iconici del gruppo per la bellezza del suo messaggio di libertà e gioventù.

 

Giovanni Calabrò

Sceneggiatori in sciopero, Hollywood trema dopo 15 anni

Il due maggio scorso la Writers Guild of America (associazione che tutela a livello sindacale i lavoratori del mondo dello spettacolo) ha indetto uno sciopero contro la mancata disponibilità dell’associazione dei produttori, la Alliance of Motion Picture and Television Producers. 

Ebbene sì, sembra proprio che gli sceneggiatori di Hollywood siano fermi. Ad annunciarlo, una nota pubblicata tre ore prima dalla scadenza del contratto triennale, dove si richiedevano accordi riguardo la paga minima settimanale e maggiore attenzione sulle tutele lavorative. Tra queste, ad esempio, un numero minimo di settimane lavorate a episodio o un numero minimo di autori per ogni writers room. Con lo sciopero di oltre 10.000 sceneggiatori, secondo i media locali, si avrà una ricaduta su più di 800.000 lavoratori dello spettacolo, bloccando set, produzioni e programmi.

L’ultima protesta risale alla fine del 2007 – inizio del 2008

Uno sciopero che costò agli Studios circa 2 miliardi di dollari. Proprio quindici anni fa gli sceneggiatori “posarono le penne” (oggi i computer) per manifestare il proprio malcontento, bloccando l’industria cinematografica più produttiva e ricca del mondo per una centinaia di giorni. Questo comportò ritardi per la produzione di film e serie che furono chiuse in anticipo oppure subirono forti ritardi.

Show come il Tonight Show, l’Ellen Show e The Daily Show furono bloccati per quindici settimane, la prima stagione di Breaking Bad fu ridotta a sette episodi invece di quattordici e molte altre (come Scrubs Lost) incontrano alcune difficoltà.

Anche gli sceneggiatori italiani sostengono i colleghi americani

Writers Guild d’Italia si dice profondamente solidale con quella americana, in quanto i ritmi serrati delle nuove piattaforme in streaming sembrano essere un problema comune. Infatti, i lavoratori producono una maggiore quantità di prodotti ma guadagnano il minimo sindacale. Il presidente di Wgi, Giorgio Glaviano, sottolinea:

Abbiamo seguito con estrema trepidazione la trattativa dei colleghi americani. Abbiamo sperato fino alla fine che la frattura con i produttori Usa si sarebbe composta, ma così non è stato. Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi della Wga, perché le loro lotte sono anche le nostre. In tutto il mondo la figura dello sceneggiatore è minacciata da compensi sempre più risicati e da condizioni lavorative sempre più vessatorie .Non solo, se a questo aggiungiamo le presunte scorciatoie offerte dalla IA vista come panacea, il nostro lavoro rischia di diventare sempre più una lotta per la sopravvivenza. Noi non tradiremo i nostri colleghi al di là dell’oceano, come qualcuno ha scritto, prestandoci al dumping, noi sosterremo in tutti i modi i colleghi americani.

Timore per l’ IA : potrebbe diventare una degna sostituta?

Un’altra problematica sembra essere quella dell’ intelligenza artificiale. Gli sceneggiatori temono che in futuro potrebbe sostituirli, perché è ormai noto come l’IA sia in grado di ideare nuovi scenari – in taluni casi, anche soddisfacenti. WGA, quindi, ha chiesto un aumento della regolamentazione sull’utilizzo dei software che possano sostituire l’uomo in prima persona. Dall’altra parte l’AMPTP, società che rappresenta gli studios e le piattaforme,  ha sospeso il giudizio e si limita a mettere al vaglio i motivi della protesta avanzata dagli sceneggiatori.

Anche alcune celebrità hanno espresso il loro parere sulla questione. George Clooney teme che l’uso dell’ IA comporti un aumento delle disuguaglianze e le discriminazioni a causa di algoritmi che riproducono stereotipi.  Tom Hanks, nonostante sarà ringiovanito dall’intelligenza artificiale, considera impossibile sostituire il genio umano di coloro che “come per magia”, riuniti ad un tavolo, costruiscono una storia che potrebbe diventare un nuovo capolavoro cinematografico.

Serena Previti

Italia, AIFA rende gratuite le pillole anticoncezionale e anti HIV


Solo pochi giorni fa, il Comitato prezzi e rimborsi (cpr) dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha approvato la decisione di rendere gratuita la pillola anticoncezionale orale per tutte le donne, senza distinzione di età e di provenienza. Infatti, fino ad oggi, solo alcune Regioni si erano fatte carico autonomamente del rimborso della pillola: tra queste, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia, Lazio e Piemonte.

Non solo: anche la pillola PreP, la Profilassi Pre-Esposizione, utile per contrastare l’HIV, sarà rimborsata al 100% da tutte le regioni italiane.

Sede dell’Agenzia italiana del farmaco. Fonte: Ansa

L’anticoncezionale: perché è importante renderlo gratuito

Juice: la missione spaziale che esplorerà le lune di Giove

Juice – Jupiter Icy Moons Explorer – è una missione spaziale dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea). Il progetto è costato 1,6 miliardi di euro, ha coinvolto 23 paesi, 18 istituzioni e oltre 2000 persone. Il lancio era previsto il 13 aprile ma, causa problemi meteorologici è stato rimandato al giorno seguente.

Il razzo vettore Ariane 5 è decollato con successo alle 14.14 (ora italiana) del 14 aprile dallo spazioporto europeo di Kourou in Guyana francese. È stato scelto questo luogo in quanto è lì, a Kourou, che il porto dell’ESA è stato costruito.

ASI | Agenzia Spaziale Italiana
Il lancio dell’Ariane 5 con la sonda Juice. Fonte: ASI

Qual è l’intento della missione?

L’obiettivo della missione sono le tre lune ghiacciate di Giove: Ganimede, Europa, Callisto, detti “galileiani” perché scoperti da Galileo Galilei nel 1610. 

Sono state scelte queste lune perché é stata trovata dell’acqua sotto la crosta ghiacciata e questo le rende – in particolare Ganimede – il luogo dove è più probabile trovare della vita extraterrestre all’interno del sistema solare. La quarta luna, Io, sarà evitata a causa della sua vicinanza con Giove, da cui provengono potenti radiazioni.

Giulio Pinzan, uno dei controllori di volo di Juice, ha affermato:

Per quanto Io sia estremamente interessante, non sarà ‘visitato’ da Juice: non è una luna ghiacciata, e poiché è molto vicino a Giove ha un campo magnetico troppo forte, che metterebbe in difficoltà gli strumenti a bordo

Quando finirà la missione?

Nel luglio 2031, Juice dovrebbe raggiungere Giove, a partire da cui effettuerà diversi flyby – voli molto ravvicinati – nel 2034 intorno a Ganimede.

Non è la prima volta che un veicolo extraspaziale si avvicina a Giove, però Juice sarà il primo veicolo spaziale a orbitare intorno ad una luna diversa da quella terrestre. Tra le altre cose, studierà la composizione e la magnetosfera di Ganimede.

La missione terminerà a settembre del 2035, quando si schianterà sulla superficie di Ganimede. Per questo motivo il satellite non ha astronauti a bordo.

Contributo italiano

L’Italia contribuisce alla missione con 4 strumenti scientifici su 10:

RIMERadar for Icy Moon Exploratione – è un radar che rileva la struttura interna degli strati ghiacciati. Responsabile degli aspetti scientifici è l’Università di Trento, tramite il Principal Investigator prof. Lorenzo Bruzzone

JANUS Jovis, Amorum ac Natorum Undique Scrutator – è una camera ad alta definizione utile per monitorare l’atmosfera gioviana e studiare le lune ghiacciate Ganimede, Europa e Callisto. Realizzata in collaborazione con l’INAF – Istituto nazionale di astrofisica –

3GM Gravity and Geophysics of Jupiter and the Galilean Moons – analizza le variazioni nel campo gravitazionale.

MAJIS Moons and Jupiter Imaging Spectrometer – è un laboratorio spaziale per le analisi chimico-fisiche. Per la realizzazione hanno collaborato l’Agenzia spaziale francese, CNES e l’Agenzia spaziale italiana, ASI.

Di produzione italiana sono anche i pannelli fotovoltaici, i più grandi mai realizzati per una missione interplanetaria.

Gabriella Pino

Sudan, capitale sotto assedio dal generale Hemedti

Lo scorso sabato 15 aprile, la capitale del Sudan, Khartoum, è stata protagonista di uno scontro armato, in cui hanno perso la vita almeno 180 persone e feritone 1800. Sotto attacco il Palazzo Presidenziale, la residenza del Capo dell’Esercito e l’aeroporto internazionale di Khartoum. Gli scontri si sono estesi in tutta la capitale comprese le vicinanze delle Ambasciate italiana e statunitense.

A fronteggiarsi le due forze armate del paese, da un lato le “Forze di supporto rapido, con al capo Hemedti, e dall’altro l’esercito sudanese con Abdel al Bhuran.

Hemedti Dagalo, il paramilitare del Sudan

Protagonista della vicenda è Mohamed Hamdan Dagalo, meglio noto come Hemedti. Generale delle forze di supporto rapido (RSF), si è fatto strada nell’ombra diventando uno degli uomini più potenti di tutto il Sudan. L’esercito paramilitare è composto principalmente da ex appartenenti alla milizia Janjaweed, protagonisti dei feroci scontri contro i ribelli del Darfur, che ha causato circa 300 mila morti, secondo le stime delle Nazioni Unite.

Non solo, l’ex dittatore islamista Omar al-Bashir lo sceglie come suo uomo di fiducia. Nel 2019 ha partecipato al rovesciamento dell’autorità suprema, Omar al Bashir, durante la cosiddetta rivoluzione sudanese, una mobilitazione popolare che finirà per reprimere brutalmente. Inoltre. la comunità internazionale accusa Hemedti del massacro di più cento manifestanti in un solo giorno durante una manifestazione nel giugno di quell’anno.

La rivoluzione ha avviato un processo di transizione in Sudan e ha istituito un governo civile al quale Hemedti ha giurato fedeltà. Tuttavia, due anni dopo, nel 2021, i paramilitari al suo comando hanno ordito un colpo di stato insieme al capo dell’esercito, Abdelfatah al Burhan, diventando così vicepresidente del Consiglio sovrano, l’organo esecutivo del Paese. Sotto la pressione internazionale il Sudan ha avviato un processo politico per il ripristino delle istituzioni democratiche con la firma di un accordo quadro il 5 dicembre 2022, teso anche a rimuovere i militari dal potere.

Generale Mohamed Hamdan Dagalo. Fonte: timesofisrael.com

Cos’è successo

Le truppe di Hemedti Dagalo, prima di diventare RSF, sono state addestrati dai Wagner russi, anch’essi un gruppo di mercenari, una forza paramilitare privata appartenente alla Federazione Russa. 

Infatti, come ha dichiarato l’Adf Magazine (rivista del Comando Usa per l’Africa), il RSF, assieme al gruppo russo Wagner, sarebbe diventato co-proprietario di una miniera d’oro in Sudan.

Senza contare che, in poche ore, le due truppe alleate avrebbero preso il controllo del Palazzo presidenziale di Khartum, dell’aeroporto di Merowe, a nord della Capitale e anche della sede della televisione nazionale. Un attacco definito “brutale” dalle forze nazionali. 

Victoria Calvo