Fondi Lega: arriva la pronuncia della Cassazione

La notizia più calda del momento, quella maggiormente trattata dalle testate e dai Tg di tutt’Italia, è sicuramente quella relativa al caso dei fondi illeciti che la Lega dovrebbe restituire perchè frutto di una truffa incorsa ai danni dello Stato. Il fatto risale a circa dieci anni fa e ad occuparsene fu il Tribunale di Genova che nel 2017 aveva già condannato l’allora segretario del partito Umberto Bossi, l’ex tesoriere Francesco Belsito ed altri esponenti ed imprenditori legati al Carroccio.

La sentenza prevedeva la confisca al partito di circa 49 milioni di euro come risarcimento per i rimborsi ingiustamente utilizzati, “somma corrispondente al profitto, da tale ente percepito, dai reati per i quali vi era stata condanna”. Ma, il 4 settembre 2017, giorno in cui la procura di Genova aveva ottenuto il decreto per il sequestro dei fondi, sui conti correnti della Lega erano stati ritrovati solo 2 milioni, somma che ovviamente non poteva essere ritenuta sufficiente. Alla luce di tutto ciò, le autorità avevano richiesto di estendere il provvedimento anche alle somme che sarebbero state depositate in futuro nelle casse del partito, in modo da poter rispettare quanto definito dalla sentenza, ma il tribunale del Riesame aveva respinto questa richiesta, bloccando tutto il processo in corso.

Risultati immagini per cassazioneIl 12 Aprile scorso la procura di Genova ha quindi presentato ricorso alla Cassazione, ricorso che è stato effettivamente accolto solo tre giorni fa, rinviando al tribunale del Riesame il compito di riconsiderare la decisione presa nel 2017 sulla base del fatto che “la fungibilità del denaro e la sua stessa funzione di mezzo di pagamento non impongono che il sequestro debba necessariamente colpire le medesime specie monetarie illegalmente percepite […] la somma corrispondente al loro valore nominale, ovunque venga rinvenuta, una volta accertato, come nel caso in esame, il rapporto pertinenziale quale relazione diretta, attuale e strumentale, fra il danaro oggetto del provvedimento di sequestro ed il reato del quale costituisce il profitto illecito” . In parole povere, ciò che vorrebbe la Cassazione è la restituzione dei fondi acquisiti dalla Lega truffando lo Stato, sia che questi fossero già presenti nelle casse del Carroccio, sia che questi provenissero da finanziamenti futuri.

Risultati immagini per fondi legaIn generale possiamo definire tutto ciò come un durissimo colpo inferto al partito che negli ultimi mesi sta macinando terreno confermandosi sempre più come seconda forza politica in Italia. Subito dopo la pronuncia della Cassazione, anche il ministro della Giustizia Bonafede ha rincarato la dose affermando ai microfoni dell’Ansa che:

“Tutti devono potersi difendere fino all’ultimo grado di giudizio. Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica”

Parole che non sono state affatto apprezzate dal leader della Lega, nonché ministro dell’Interno, Matteo Salvini, la cui dichiarazione non si è fatta aspettare:

“Onestamente con tutte le cose importanti a cui sto lavorando, questa è quella che mi interessa di meno.”

Bisognerà dunque aspettare qualche altro giorno per capire come si profilerà tutta la questione, considerando la volontà espressa da fonti leghiste di incontrare il presidente Mattarella dopo il suo ritorno dal viaggio in Lituania (incontro che dovrebbe tenersi lunedi 9 al Quirinale), e quale sarà la pronuncia del Riesame in merito alla nuova sentenza della Cassazione.

Giorgio Muzzupappa

Wikipedia Italia contro direttiva Ue

Immaginiamola così. Sei sotto esami, c’è un concetto poco chiaro nei libri e hai bisogno di una definizione breve, chiara e semplice all’istante … apri internet e cerchi su Wikipedia.
Devi finire subito la tua tesina e non hai più tempo … apri internet e cerchi su Wikipedia.
Non ricordi più il significato di una parola … apri internet e cerchi su Wikipedia.
Senti un dolore alla testa, o a qualsiasi parte del corpo … apri internet e cerchi su Wikipedia.
Ma cosa succederebbe se, all’apertura di Wikipedia, l’oggetto della tua ricerca non comparisse?


Wikipedia in italiano si blocca per protestare contro la direttiva Ue sul copyright e lo farà almeno fino al 5 luglio, quando si terrà la seduta plenaria del Parlamento europeo. A seguire l’esempio è anche Wikiquote.

“Ci dispiace per il disagio, soprattutto per gli studenti che in questi giorni affrontano la maturità ma non potevamo aspettare. Quello che oggi è un oscuramento voluto, presto potrebbe essere obbligato” – commenta Maurizio Codogno, portavoce di WikiMedia Italia.

Sostanzialmente, se la direttiva dovesse passare nei termini in cui è stata già approvata dalla commissione affari legali, la libertà di internet, per come la conosciamo, sarebbe fortemente limitata. Minaccia la libertà online e crea ostacoli all’accesso alla rete creando nuove barriere e nuove restrizioni.
Oltremodo, sarebbe impossibile condividere l’articolo di giornale sui social network o trovarlo sui motori di ricerca. Probabilmente la stessa Wikipedia rischierebbe di chiudere e, se anche riuscisse a trovare un punto di forza, i siti più piccoli ne uscirebbero distrutti.
Wikipedia non si è mobilitata solo per salvare sé stessa, ma per difendere la Rete libera – così Codogno risponde all’Europarlamento -. La comunità attiva vuole diffondere e difendere la conoscenza libera e preservare il web come spazio aperto anche per le realtà con meno visibilità“.


Wikipedia si è oscurata, non oscuriamo quella libertà alla base di Internet.#SaveYourInternet 

Serena Votano

Thailandia, trovati vivi i 12 ragazzi dispersi

Una drammatica storia che ha tenuto con il fiato sospeso la Thailandia e il mondo intero, quella dei 12 ragazzini – tutti tra gli 11 e i 16 anni – che due settimane fa, tornando dall’allenamento di calcio, si erano infilati con il vice allenatore nella grotta, meta turistica poco lontano da Chiang Rai, nel nord del Paese, dove però l’accesso è vietato da giugno a novembre per la stagione delle piogge.

L’ottimismo dei primi commenti di esperti militari e politici sembrava diminuire col passare delle ore,ma impegnando sia elicotteri per sorvolare la zona, cercando eventuali aperture di altre grotte inesplorate, sia due droni con i rilevatori del calore dei corpi, la difficilissima missione di salvataggio durata settimane, soprattutto grazie all’impegno dei soccorritori , dedicandosi al salvataggio 24 ore su 24 , si è conclusa nel migliore dei modi riuscendo a trovare tutti i ragazzi vivi.

“Li abbiamo trovati ed erano tutti e 13 vivi. Ci prenderemo cura di loro sino a quando potranno spostarsi“, con queste parole, Narongsak Osatanakorn, governatore della provincia di Chiang Rai, a capo delle operazioni di soccorso, ha dato l’incredibile notizia. Ci vorranno alcune ore per imbastire le operazioni di recupero e riportare i 13 dispersi all’esterno della grotta, ha poi aggiunto il governatore della provincia di Chiang Rai.

I ragazzi, che avevano già visitato Tham Luang, si erano addentrati, per una gita organizzata, nella grotta prima che un diluvio – durato giorni e che ha complicato le operazioni di recupero – impedisse loro di uscire e li tenesse chiusi lì dentro. Ciò ha fatto parlare molto la Thailandia in chiave critica, spostando l’attenzione dalla gravità della situazione alla decisione in sè, presa dal vice allenatore, della gita. All’ingresso delle cave sono state trovate le loro biciclette e le loro scarpe. Ad una distanza di 400 metri dalla cavità di “Pattaya Beach”, rimasta asciutta durante le inondazioni, è stato ritrovato tutto il gruppo che apparentemente sembra non essersi mosso da lì per per tutta la durata della loro scomparsa.

Oltre ai genitori e ai soccorritori  fuori dalla grotta si era formata una folla di persone, compresi diversi monaci buddisti per trasmettere la propria speranza alle famiglie.

Francesca Grasso

Milano: accoltellato Niccolò Bettarini

Risultati immagini per bettarini ventura figlioUna serata di divertimento finita nel sangue. Niccolò Bettarini, figlio diciannovenne dell’ex calciatore Stefano Bettarini e della conduttrice televisiva Simona Ventura, è stato accoltellato ieri prima dell’alba a pochi passi dall’Old Fashion, nota discoteca milanese, ed è ricoverato all’ospedale Niguarda: undici fendenti sferrati con una lama (o un punteruolo) al tronco, all’addome e a un braccio. Nella notte gli Agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, assieme alla Squadra Mobile della Questura di Milano hanno sottoposto a fermo due  cittadini italiani di 24 e 29 anni e due cittadini albanesi di 23 e 29 anni, gravemente sospettati del tentato omicidio del ragazzo. Uno dei fermati sarebbe legato alla curva dell’Inter. Si tratta di un ragazzo di poco più di vent’anni, raggiunto da un provvedimento di Daspo negli anni scorsi. Il giovane durante l’interrogatorio di ieri, avrebbe negato di aver colpito Bettarini. Sono in corso accertamenti di natura amministrativa per un provvedimento del questore Marcello Cardona riguardante il locale. Il diciannovenne sarà sottoposto, con tutta probabilità oggi, a un intervento chirurgico all’avambraccio per un nervo lesionato. Le condizioni del giovane sono in miglioramento.

Le luci delle Volanti hanno illuminato viale Alemagna, in pieno centro a Milano, ieri alle 5.20: sangue fuori dalla discoteca, circondata dal verde del Parco Sempione. All’origine ci sarebbe stato un diverbio avvenuto tre settimane fa tra un amico di Niccolò Bettarini e un gruppo di ragazzi. Gli animi si sarebbero scaldati di nuovo sabato sera, forse anche per colpa dei fumi dell’alcol, quando i rivali si sono incontrati nuovamente, per caso: schiaffi ai danni dell’amico di Bettarini, finché i ragazzi non sono stati allontanati dalla security del locale. La calma è durata poco: la lite si è riaccesa all’esterno dove Niccolò, uscito in un secondo momento, passando vicino alla rissa ha avuto la peggio, a quanto pare per aver preso ancora una volta le difese di quel giovane.

Viale Alemagna, lite fuori dalla discoteca: 19enne accoltellato. E' Niccolò Bettarini

Il diciannovenne aveva trascorso tutta la sera nel locale con gli amici. Gli agenti della Squadra mobile e delle Volanti hanno ascoltato tutti i testimoni, a partire dagli amici di Niccolò. “Non so perché sia scoppiata la lite ma si sono accaniti contro il Betta, ne ho spinto via uno. Lui perdeva molto sangue”, ha raccontato uno di loro. “Li ho riconosciuti, tre di loro sembravano drogati, avevano 30-40 anni. Uno aveva gli occhi azzurri. Spero che in galera stiano anni”. Testimonianze drammatiche: “Erano come animali”. La polizia è al lavoro per mettere insieme i fili con l’aiuto dei filmati, a partire dalle registrazioni di 33 telecamere collocate dentro e fuori dal locale. Fondamentale sarà il racconto del diretto interessato, appena le condizioni glielo permetteranno.

Santoro Mangeruca

Street Food, che passione!

È letteralmente sulla bocca di tutti.
La street food mania ormai dilaga. Ha preso piede ovunque, dalle più grandi alle più piccole, ogni città presenta il suo prodotto tipico e il suo numero di cucine on the road.
Negli ultimi cinque anni, il fenomeno si è notevolmente incrementato; nel 2013 si constatavano 1.717 attività di ristorazione su ruote, mentre nell’anno corrente la Unioncamere-InfoCamere ha registrato ben 2.729 attività. Più di mille nuove piccole imprese. Sono tanti e sempre in aumento i giovani e gli imprenditori stranieri che puntano su questo tipo di attività per entrare nel mondo del lavoro.
Ovviamente ad essere maggiormente coinvolte in questo business sono principalmente le grandi città, al primo posto Milano, seguita da Roma e Torino, ma anche più a sud il fenomeno si sta diffondendo: presenti in classifica anche le città di Lecce, Napoli, Bari e Catania.

Ma perché il cibo da strada ci piace così tanto?

I tempi cambiamo, il mondo corre e la gente altrettanto, tutto si evolve e così il rapporto col cibo e la sua cultura. Lo street food è questo: reinvenzione, evoluzione, praticità e gusto.
È alla portata di tutti, è veloce, ma principalmente deve essere ottimamente preparato e di qualità, sono queste le peculiarità del buon cibo da strada, grazie alla quali questo fenomeno si sta ormai globalizzando.

Ma la grande eco di questo nuovo modo di “far cibo” è anche dovuta alla sua semplicità. Se il numero di coloro che si lanciano in questo nuovo business è così elevato, il merito va sicuramente anche al modesto investimento iniziale che permette un po’ a tutti di reinventarsi, mettersi in gioco e “giocare” nel contempo con cibo e lavoro.

Benedetta Sisinni

Migranti ed Ue: Ecco l’accordo dei 28 leader

Dopo 13 ore di negoziazioni estenuanti, alle 4.41 del mattino, il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk annuncia l’intesa dei 28 leader politici europei sulla questione migranti. Il risultato è un accordo redatto in dodici punti, che dovrebbe servire ai paesi membri per gestire le nuove ondate migratorie fino alla definitiva, e ormai ampiamente preannunciata, modifica del Trattato di Dublino.

Tra i primi a esultare per il risultato del summit è stato lo stesso premier italiano Giuseppe Conte in prima linea insieme al presidente francese Macron ed al gruppo di Viségrad (alleanza che comprende Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia), per il sostegno alla distribuzione obbligatoria di tutti i migranti e per una gestione condivisa da parte di tutti i paesi membri degli stessi. Ma si tratta di una euforia che dura poco e che, altrettanto velocemente, mostra quanto questo accordo sia stato, in realtà, deludente proprio per il paese che l’ha maggiormente richiesto, l’Italia appunto. E a mostrare immediatamente il suo velato disappunto è stato proprio il Ministro dell’Interno Matteo Salvini che durante un’intervista a Radio Capital ha affermato “Non mi fido delle parole, vediamo i fatti”. 

Il vertice di Bruxelles si sblocca a notte fonda: accordo di tutti i 28 leader anche sui migranti

Le richieste fatte dal governo italiano erano sintetizzabili nella riapertura dei porti da parte degli altri paesi europei, la ridistribuzione obbligatoria di tutti i migranti richiedenti asilo – politici ed economici – illegali, e il versamento di capitali a favore del Trust Fund Africa, fondo da utilizzare per una serie di progetti Ue sul suolo africano; ma, in realtà, il risultato è stato completamente diverso: la ridistribuzione avverrà su base volontaria da parte dei paesi che intendono farlo e nei numeri da loro scelti; si useranno i centri chiusi, istituiti volontariamente dai paesi ospitanti, come luogo in cui accogliere i migranti per il periodo necessario allo svolgimento delle procedure di riconoscimento degli stessi. In sintesi, una sconfitta netta, anche se sapientemente velata, da parte della delegazione italiana. A questo va aggiunto inoltre il fatto che l’Italia sia obbligata alla costruzione di questi centri (i famosi hotspot molto criticati dallo stesso Salvini in campagna elettorale), in quanto solo i paesi che presenteranno queste strutture sul proprio territorio avranno accesso alla redistribuzione dei richiedenti asilo.

Risultati immagini per merkel migrantiAd uscirne sollevata è, invece, la cancelliera tedesca Angela Merkel che riesce a strappare agli altri leader la negoziazione sugli accordi dei movimenti secondari, ovvero l’obbligo, da parte del paese che ha compiuto la prima registrazione del migrante, di riprendere sul proprio territorio tutti quegli individui fuggiti sul territorio di un altro stato membro. Con questa decisione, infatti, placa la crisi interna al governo tedesco mossa dal Ministro Horst Seehofer del Csu, dando però, anche in questo caso, un duro colpo all’Italia che è uno degli stati interessati maggiormente da questo fenomeno. Le motivazioni di questa scelta sono state ricondotte al rischio di mandare in crisi Schengen.

Comune a tutti i leader che hanno partecipato al summit è invece la volontà di rinforzare la struttura della Guardia Costiera libica, riducendo in questo modo il numero di interventi necessari al salvataggio dei migranti in mare da parte delle autorità portuali dei paesi europei che si affacciano direttamente sul Mediterraneo.Risultati immagini per migranti

“Da oggi l’Italia non è più sola. Da questo Consiglio europeo esce un’Europa più responsabile e più solidale” ha affermato subito dopo l’uscita dal consiglio il premier Conte, ma ciò che si può comprendere da una prima analisi dell’accordo redatto è proprio quanto la situazione non sia cambiata . Si aspetta quindi di capire quando e come verrà modificato il Trattato di Dublino, sperando che la situazione riesca ad essere gestita nel migliore dei modi per evitare ulteriori e ormai, ahi noi, quotidiane morti inutili nel nostro mare.

Giorgio Muzzupappa

 

 

Milan: arriva la sentenza UEFA

L’incubo che la tifoseria e la dirigenza rossonera temevano si è purtroppo concretizzato: il Milan è ufficialmente fuori dalle coppe europee per un anno. La sentenza della camera giudicante di Nyon, di fatto, era nell’aria già da tempo, per via della non rosea situazione economico-finanziaria di via Aldo Rossi e della difficoltà del presidente Yonghong Li nel ripagare il debito con il fondo americano Elliott di circa 380 milioni (interessi compresi). Nonostante una situazione attuale poco felice e ricca di interrogativi, il verdetto dell’UEFA fa riferimento a una violazione dei parametri del tanto discusso fair-play finanziario (strani i mancati provvedimenti contro le spese folli del PSG nella passata stagione) nel triennio 2014-17, quando ancora il Milan si trovava sotto la vecchia gestione Berlusconi.

La sentenza è pesante e l’unica àncora di salvezza resta il ricorso al TAS di Losanna, cosa che il club rossonero ha già dichiarato di voler effettuare. Difficilmente si potranno cambiare le carte in tavola e, dopo una stagione fatta di tanti alti e bassi, iniziata coi botti estivi e terminata con un misero sesto posto, il Milan rischia seriamente di perdere i suoi pezzi più pregiati; a partire dal suo capitano Bonucci, difficilmente trattenibile senza coppe, così come Donnarumma, che con i suoi 6 milioni di euro netti l’anno rischia di essere un peso troppo ingombrante per le casse rossonere prive dei guadagni delle competizioni internazionali. Una situazione analoga anche per Rodriguez, Calhanoglu e Suso, giocatori a cui non mancano di certo gli estimatori in tutta Europa.

Risultati immagini per commissoI punti interrogativi crescono anche dal punto di vista societario: Li, dopo aver rifiutato la proposta del magnate italo-americano Rocco Commisso (500 milioni più una parte del debito), sarebbe intenzionato a versare i 32 milioni necessari per l’aumento di capitale del club. Intanto intorno al Milan non mancano i potenziali acquirenti, tutti provenienti dagli States: dal già citato Commisso, patron dei New York Cosmos e del colosso televisivo Mediacom, al tycoon Thomas Rickets, presidente dei Chicago Cubs e all’imprenditore immobiliare Stephen Ross. L’obiettivo di Li è quello di creare una sorta di asta intorno al club del biscione, cosa che gli permetterebbe di trovare un socio in grado di garantire un’immediata liquidità per il bilancio delle casse rossonere.

Nel valzer delle incertezze quel che è certo è che per il Milan questa rischia di essere l’estate più rovente, se non problematica, degli ultimi trent’anni.

Giovanni Lupis

Ago dimenticato nell’addome di una paziente

La Ocse, l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, fa la lista degli strumenti dimenticati nei pazienti: Italia nella media europea. La maglia nera spetta alla Svizzera.

Garza, pinze, forbici, asciugamani, tubi di plastica, la lista è lunga degli oggetti che i medici dimenticano troppo spesso nel corpo dei loro pazienti durante le operazioni.

Ogni tanto capita di sentire storie di pazienti, sottoposti a interventi chirurgici, che a distanza di tempo scoprono di avere nel proprio corpo oggetti dimenticati dai medici che li hanno operati. Questo è quello che è successo, più recentemente, ad una donna milanese. Per quasi mezzo secolo ha sofferto di fitte addominali e problemi di salute senza mai riuscire a capirne il motivo. Solo dopo anni, nel 2000, una lastra addominale ha rivelato la causa di tutti quei disturbi: un frammento di ago “dimenticato” nel suo corpo“, dando così il via alla battaglia legale conclusosi solo ora, dopo diversi cambiamenti burocratici e amministrativi.

Dopo il processo di primo grado del 2009, nella sentenza della Corte d’appello la tesi è stata ribaltata. Ora la Terza sezione civile della Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’Appello e il risarcimento di 36.810 euro inizialmente riconosciuto è arrivato a 200mila euro dopo la rivalutazione a ritroso.

Nella cartella clinica, ritirata dalla signora nel 2004, l’errore era stato annotato rilevando come l’equipe sanitaria abbia disperso un frammento metallico senza riuscire più a recuperarlo “se non a prezzo di un’ulteriore grave lesione dei tessuti necessari alla ricostruzione” rinunciando dunque alla sua estrazione.

Durante le operazioni, generalmente, medici e infermieri usano la massima attenzione, ma non è il primo caso in cui i medici italiani hanno delle dimenticanze. Non possono essere dimenticati due casi in cui i dottori, sotto processo, sono stati assolti dalle loro colpe. Ricordando che l’art. 3 della Legge 189/2012 stabilisce , al suo primo comma, che “L’esercente la professione sanitaria che nello svolgimento della propria attività si attiene a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non risponde penalmente per colpa lieve“.

In un primo caso un medico è stato assolto per non aver commesso il reato di lesioni personali causate ad una paziente che consistevano nella incapacità di quest’ultima di attendere alle ordinarie occupazioni , dopo aver dimenticato, durante un intervento chirurgico, una garza di grosse dimensioni in prossimità della colonna vertebrale.

Nel secondo caso, i componenti di un equipe chirurgica sono stati assolti dall’accusa di lesioni personali colpose dopo aver lasciato una lama di bisturi nell’addome del paziente durante l’intervento chirurgico cui quest’ultimo era stato sottoposto.

Al di là del contenuto della norma ciò che appare evidente, è che la giustizia tende a fornire un’interpretazione della stessa tenendo conto dei precedenti relativi al tema delle linee guida e quindi a conferire al dettato normativo un significato non innovativo ma coerente con l’evoluzione già in corso e con riguardo anche alla distinzione tra colpa lieve e colpa grave.

Francesca Grasso

Slovenia: ritrovato il cadavere di Davide Maran

Davide Maran, polizia di Lubiana: “Ritrovato nel fiume corpo dello studente scomparso il 25 marzo”

La notizia che nessuno voleva sentire purtroppo è arrivata; dura, fredda, lancinante come la lama di un fendente che penetra nelle carni. Saranno state queste le sensazioni provate dai cari del giovane Davide Maran, quando gli inquirenti sloveni hanno reso nota l’identità del cadavere recuperato lungo il fiume Ljubljanica. Il ritrovamento è avvenuto durante le ricerche interminabili iniziate sin dal giorno della scomparsa e condotte dalla polizia insieme ai vigili del fuoco, ai sommozzatori e a una squadra di pescatori.

A far trapelare la notizia è un comunicato della polizia locale, in cui si aggiunge che dall’autopsia disposta dal giudice non sono risultate tracce di violenza. Il giovane originario di Cento, nel ferrarese, si trovava nella città slovena di Lubiana per frequentare un master in fitochimica e viveva temporaneamente in un ostello. Secondo le ricostruzioni, l’ultima volta è stato visto all’alba di domenica 25 marzo in via Kersnikova, all’uscita di una nota discoteca. Indossava una giacca verde scuro, scarpe marroni e un berretto di lana nero.

E' Davide Maran il cadavere rinvenuto a Lubiana martedì scorso - Facebook

Ad aprile la polizia aveva lanciato un appello per la ricerca di due persone che portavano a spasso un cane nella stessa zona dove Davide era stato visto nei filmati delle telecamere di sicurezza. Le ricerche dei mezzi di soccorso sloveni si sono da sempre concentrati sul fiume, con l’ipotesi che il giovane possa esservi caduto. A confermare poi l’identificazione del corpo è stata anche l’Ambasciata italiana che ha anticipato la comunicazione formale che giungerà in settimana da parte della polizia slovena.

Grande è stato lo stupore di conoscenti e familiari, che fino alla fine avevano smentito l’idea dell’allontanamento volontario del giovane ferrarese. “Non lo avrebbe mai fatto, era legato alla famiglia e coscienzioso: un ragazzo bravo e responsabile“,  raccontavano gli amici interpellati tra marzo ed aprile scorso. Erano addirittura giunte delle segnalazioni prima da Treviso e poi dalla zona del bellunese, ma nessuna di esse aveva avuto un riscontro positivo, fino alla triste verità di queste ore. A lasciare un suo commento è anche il sindaco di Cento, Fabrizio Toselli, che dice: “Abbiamo tutti sperato fino all’ultimo istante di poter riavere Davide“. Speranza che purtroppo si è spenta definitivamente dopo l’analisi del Dna, anche se non è ancora possibile stabilire le cause del decesso. A tal proposito ogni dubbio potrà essere fugato solo nelle prossime settimane a seguito di maggiori approfondimenti sulle indagini.

 

Santoro Mangeruca