Elezioni Europee 2019: vince la Lega

Con 61.524 sezioni scrutinate su 61.576 è arrivata al 34,33% dei voti ricevuti la Lega è diventata di gran lunga il primo partito in Italia, con una crescita notevolissima rispetto alle elezioni politiche del 2018.

Il risultato è molto deludente per il Movimento 5 Stelle, che anche a causa dell’astensione nel Sud Italia è passato dal 32,68% del 2018 al 17,07%, diventando il terzo partito più votato dopo il Partito Democratico, che domenica ha ricevuto il 22,7% dei voti.

Anche Forza Italia è calata molto rispetto alle politiche del 2018, passando dal 14,1% all’ 8,79%: un risultato solo di poco migliore di quello di Fratelli d’Italia, che invece è cresciuto passando dal 4,35% del 2018 al 6,46%. In tutto ha votato il 56,09 degli aventi diritto, in leggero calo rispetto alle europee del 2014.

Nessun altro partito, oltre questi cinque, è riuscito a superare lo sbarramento del 4% richiesto per eleggere deputati al Parlamento Europeo: +Europa si è fermato al 3,09%; la lista Europa Verde è arrivata al 2,29%; la Sinistra è all’1,74% e tutte le altre liste minori hanno preso meno dell’1% a testa.

Il grosso calo del Movimento 5 Stelle e il notevole risultato della Lega, che è stato anche uno dei partiti che ha fatto meglio a livello europeo, saranno le cose di cui si parlerà di più nelle prossime settimane, perché di fatto cambiano i rapporti di forza tra i due partiti della maggioranza di governo. Matteo Salvini, domenica sera, ha ribadito di non avere intenzione di far cadere il governo o chiedere un rimpasto, spiegando che «il mio avversario resta la sinistra, gli alleati di governo sono amici con i quali domani si torna a lavorare serenamente». Luigi Di Maio, leader del Movimento 5 Stelle, non ha invece diffuso commenti sul risultato del voto e sembra che ne parlerà solo oggi  pomeriggio.

 

Europee 2019: Lega primo partito, crolla il M5s scavalcato dal Pd | Il Ppe in testa in Europa

 

In Francia ha vinto il Rassemblement National (RN), di destra radicale, che è diventato il primo partito davanti a quello del presidente Emmanuel Macron, En Marche. In Germania il primo posto è saldamente della CDU di Angela Merkel col 28%; dietro ci sono i Verdi con il 20%, mentre i Socialisti sono solo terzi con uno dei peggiori risultati della loro storia, il 15%. In Spagna i Socialisti del primo ministro Pedro Sánchez hanno ottenuto il 33% dei voti, al secondo posto è arrivato il Partito Popolare, Vox (di destra radicale) ha preso il 6%, in netto calo rispetto alle politiche del mese scorso. Nel Regno Unito il Brexit Party di Nigel Farage ha ottenuto il 31% delle preferenze, i Liberal Democratici il 20%, i Laburisti il 14, i Conservatori l’8,8%, uno dei peggiori risultati della loro storia.

A livello europeo il voto di ieri ha quindi determinato la fine dell’egemonia al Parlamento Europeo dei due partiti più “istituzionali”: il Partito Popolare Europeo, cioè il principale di centrodestra, e il Partito Socialista Europeo, di centrosinistra, hanno perso una quarantina di seggi a testa e non avranno più una maggioranza da soli. Ad essere cresciuti molto sono stati i Liberali, l’ALDE, che ha ottenuto il miglior risultato della sua storia superando i 100 seggi, e i Verdi, che dovrebbero passare da 50 a circa 70 seggi. Sono cresciuti anche i gruppi legati alla destra radicale ed euroscettici, che dovrebbero guadagnare complessivamente qualche seggio, anche se sono lontani dall’avere una maggioranza, come ampiamente previsto dai sondaggi. Cambieranno comunque i rapporti di forza al loro interno: ENF di Matteo Salvini e Marine Le Pen – entrambi vincitori nei loro paesi – si avvicinerà molto al gruppo degli euroscettici moderati ECR, che comprende la destra polacca e i Conservatori britannici, e risulterà sempre più attraente per i partiti più piccoli. I partiti alleati del M5S sono andati invece molto male quasi ovunque.

 

Santoro Mangeruca

Il Trono di Spade, The Last Season

La più attesa delle stagioni, ma non la migliore. Voto UvM: 4/5

 

 

 

 

 

 

 

Indubbiamente la stagione più attesa di tutta la saga e di conseguenza la più carica di aspettative da parte dei fan di tutto il mondo.

Il trono di spade infatti è una serie che esiste dal 2011 e vanta milioni di spettatori in tutto il mondo, i quali dal 15 aprile di quest anno erano tutti davanti la tv ad aspettare i classici colpi di scena targati hbo.

Io dal canto mio sapevo che essendo una stagione conclusiva e mancando la penna di George Martin a intrecciare i filoni narrativi non sarebbe stata un granché.

 

 

Tra l’altro fra serie tv e ultime stagioni a mio avviso non scorre buon sangue, basti pensare a Scrubs, How I Met Your Mother, Westworld, Mr Robot e chi più ne ha più ne metta.

Detto ciò, qui abbiamo solo sei episodi della durata di un’ora , un’ora e mezza che teoricamente dovrebbero risolvere domande, dubbi e perplessità circa le più svariate questioni di Westeros che ci portiamo dietro da anni.

I primi due episodi li definirei ‘carini’, nel senso che sono il prologo alla battaglia della terza puntata in cui tutti pensano di andare a morire e quindi via coi sentimentalismi.

Ci sono scene molto belle, come Brienne di Tarth proclamata cavaliere da Jaime davanti al camino di Grande Inverno, o lo scambio di battute tra Arya e il Mastino sui bastioni delle mura.
Altre scene invece molto banali, come quelle di Jon e Daenerys nata dalla tempesta, regina di questo e di quell’altro, ma che nonostante questo non riesce a ricavarsi un attimo di tempo per dare un bacetto a Jon Snow col dovuto pathos.

Cosi arriviamo al terzo episodio, la battaglia con gli Estranei: un’ora e mezza di ansia.

E qui la prima considerazione riguarda una pessima gestione dei draghi, che avrebbero potuto avere un ruolo cruciale e invece svolazzano tranquilli tra le nuvole manco fosse un film di dumbo.

L’inverno è decisamente arrivato e i primi ad avvertire qualche brivido scuotente sono i poveri Dothraki che muoiono tutti nel giro di un nanosecondo, nonostante Melisandra abbia dato il fuoco (e non a fuoco) a tutte le loro spade in stile Berik della Fratellanza.

 

 

Pensavo che questa mossa poco originale ma efficace, avrebbe consentito ai cari Dothraki di durare qualche minuto in più, arrostire qualche Estraneo tanto per dire ‘Ehi ci siamo anche noi’ … e invece no.

A parte queste piccole défaillance, a cui si associa l’inutilità di Jon Snow che non riesce a tirare neanche uno schiaffo per sbaglio al King della Notte, il resto dell’episodio è un capolavoro di fotografia e sceneggiatura, le colonne sonore scelte a pennello partono con un tempismo impeccabile.

Ma quello che mi ha conquistato è stato il gioco di sguardi tra Bran e il Re della Notte nel finale, davvero emozionante.

Un minuto dopo arriva la banalità di Arya a interrompere la magia del momento: il povero Re della Notte al posto di fare qualcosa di epico, (tipo inchinarsi davanti a Bran o qualunque altra cosa), si smaterializza sotto il colpo mortale della ragazzina, che mostra un talento fuori dal comune nella disciplina del salto in alto.

Ora che il pericolo degli Estranei non esiste più, tutta l’attenzione è rivolta verso il Trono di Spade.

C’è questo piccolo problema che ora Jon è un Targaryen e quindi avrebbe più diritto della Regina dei Draghi a prendere il Trono. Ma ovviamente questo è motivo di forte disappunto per Daenerys, che con molta nonchalance e un solo drago improvvisamente arzillo risolve tutti i suoi problemi (coniugali e non) dando fuoco ad Approdo del Re e a tutti i suoi abitanti.

Il giorno dopo il barbecue è tutto coperto di cenere simil neve, ma l’elemento più eclatante è rappresentato dai dieci minuti di carattere di Verme Grigio, che appena ricevuta la carica di Maestro della Guerra assume un tono minaccioso.
Evidentemente si emoziona e decide che è arrivato il momento per allontanarsi finalmente dall’inerzia che muove le sue decisioni.

Ma questo hype dura il tempo di cinque minuti, fino a quando non ripensa a Missandei e dunque decide di stabilirsi a Naath con tutti i suoi Immacolati.

Migliaia di uomini addestrati a uccidere senza esitazione, che ora suppongo si ritroveranno a coltivare lattughe.

Ad ogni modo, non è la migliore tra le stagioni del Trono di Spade e non è ricca dei colpi di scena e delle situazioni ‘scomode’ a cui siamo abituati.

Il mio consiglio è di guardare questi episodi in maniera un pò più disinteressata, mettendo da parte aspettative e pronostici.

Giulia Garofalo

Francia: pacco bomba esploso a Lione. Si indaga per Terrorismo

L’esplosione è avvenuta in una zona pedonale della città, dove sembra che l’ordigno sia stato lasciato da un uomo, poi fuggito in bicicletta.

Almeno 13 persone sono rimaste lievemente ferite in un’esplosione nel centro di Lione, in Francia; tra i feriti risulta anche una bambina di 8 anni e undici di loro sono stati portati in ospedale, ma fortunatamente nessuno desta preoccupazione.

Secondo la procura si tratterebbe di un pacco bomba e l’inchiesta è stata affidata all’antiterrorismo.

I media locali parlano di un congegno, potenziato e riempito con chiodi, viti e bulloni, abbandonato in strada con il semplice scopo di creare più danni possibili.

La polizia ha sottolineato che si tratta di “un individuo pericoloso”, rilasciando informazioni, anche grazie ad un’immagine catturata da una telecamera di sicurezza nella zona dell’attentato, riguardo gli indumenti dell’uomo, non rilasciando però, informazioni riguardo l’origine o la carnagione.

Importanti, a tal proposito, le dichiarazioni rilasciate dal presidente francese Emmanuel Macron e dal ministro della giustizia francese Nicole Belleoubet.

Troppo presto per parlare di atto di terrorismoIn effetti è stato incaricato dell’indagine il procuratore dell’Antiterrorismo ed è stata aperta un’indagine per associazione a delinquere terroristica ma bisogna attendere gli esiti di questa indagine“, queste le dichiarazioni  della ministra.

Scusate il ritardo, ma c’è stato un attacco a Lione“. Così si è scusato, arrivando tardi a un intervista con uno youtuber di 22 anni, il capo di Stato francese, aggiungendo: “Non faccio bilanci. Al momento ci sono soltanto feriti e non vittime. Penso a loro e alle loro famiglie.”

Questo attacco, avvenuto in prossimità delle elezioni europee, ha scosso enormemente e riportato nel terrore la Francia, nazione sempre più colpita e vittima di episodi del genere.

Gianluca Vitale

 

                                                                                                                                                                                                                                                                                                             

Villa Dante: vandali defecano nella piscina appena inaugurata e distruggono un albero

atti vandalici villa dante

Gli atti vandalici si sono consumati nel pomeriggio di giovedì 23, a meno di ventiquattro ore dall’inaugurazione della nuova piscina.

A smorzare l’entusiasmo di chi, il giorno prima, aveva gioito per l’inaugurazione della nuova piscina, ci hanno pensato in maniera particolare: defecandoci dentro.

E, a corredo, distruggendo anche un piccolo albero piantato lo scorso anno in occasione della Giornata dell’Albero.

Gli eventi hanno avuto luogo nel pomeriggio di giovedì 23, a poco più di ventiquattro ore dall’inaugurazione della nuova piscina di Villa Dante.

A denunciarli è stata “Fare per Cambiare“, associazione che possiede la custodia dell’area interessata dagli attacchi vandalici. Sconosciute, al momento, le identità dei vandali.

«Mai ci saremmo aspettati che, dopo un anno, e proprio in concomitanza con l’avvio della programmazione delle più ampie opere di riqualificazione, avvenisse un simile fatto, in pieno giorno. Siamo ben coscienti del contesto in cui insiste la Villa e siamo ancor più fermamente convinti che l’attività di educazione tramite gli esempi palesi, l’attività costante ed il coinvolgimento attivo risulti la più efficace, ciò che ci sconcerta è che, fatti di questo tipo, non sono nuovi all’interno del polmone verde della città e che, ancora una volta, si ha dimostrazione di come non vengano poste in essere misure adeguate atte ad evitare tali avvenimenti e sanzionare chi opera tali disastri», scrive Letteraemme riportando la testimonianza dell’associazione.

atti vandalici villa dante
Ciò che rimane del piccolo albero

 

Telecamere rubate, custodi lasciati in balia di se stessi e forze dell’ordine assenti: questi gli ingredienti principali del degrado di Villa Dante secondo i membri di Fare per Cambiare. Dalle parole dei rappresentanti dell’associazione traspare chiaramente un senso di abbandono da parte delle istituzioni locali. La voglia di “fare qualcosa per cambiare le cose” (come recita lo stesso nome dell’associazione) si scontra brutalmente con un lassismo generale e con la totale mancanza di senso civico da parte di molti messinesi. L’esempio, di certo, non è dato da chi dovrebbe farlo: lo stesso sindaco de Luca ha pensato bene di inaugurare la nuova piscina tuffandosi con camicia, pantalone e calze, e – ovviamente – senza cuffietta, in barba a qualsiasi norma igienica (e comportamentale) del contesto.

Nonostante ciò, i volontari concludono così il loro intervento: «Noi ci siamo e continueremo ad esserci, continueremo ed avvieremo nei prossimi mesi una massiccia riqualificazione dell’Area, dando un netto sprint al progetto di riqualificazione, che vedrà la partecipazione anche di altre diverse Associazioni cittadine» (letteraemme.it).

Villa Dante è da sempre vittima di atti vandalici di qualsiasi genere e di una generale incuria. È evidente l’urgenza di andare oltre la promozione di singole iniziative di riqualificazione e strutturare un piano di azioni coerente nel tempo, che possa salvaguardare Villa Dante con continuità.

 

Francesco D’Agostino

 

L’ultimo viaggio di Niki Lauda

 

E’ morto all’età di 70 anni il tre volte campione del mondo di f1 Niki Lauda.

Il lutto che lunedì ha sconvolto la Formula 1 ha visto mancare uno dei piloti più importanti della sua storia: Andreas Nikolas Lauda.

L’ex pilota si è spento in seguito ad un trapianto di reni che gli prolungò la vita da Agosto fino a questo tragico lunedì.

Nato il 22 febbraio del 1949 da una ricca famiglia di banchieri viennesi, Lauda si interessò all’automobilismo fin da giovane.

I suoi genitori, però, non intendevano supportarlo, in quanto ritenevano che ciò li avrebbe screditati agli occhi dell’alta società. Nel 1968 decise di abbandonare gli studi universitari e, dopo aver preso in prestito del denaro da alcune banche del Paese, comprò la sua prima vettura per concorrere a competizioni automobilistiche.

Partecipò quindi al campionato di Formula Vee e successivamente passò alla Formula 3. La sua carriera, però, sembrava essere ormai a un punto morto, quando, grazie a un altro grosso prestito bancario, garantito anche da una polizza di assicurazione sulla vita, riuscì a garantirsi un posto presso il team March in Formula 2.

Da li in poi un successo dietro l’altro fino all’approdo a Maranello nel regno di Enzo Ferrari.

Era soprannominato “il computer” per la precisione con la quale metteva a punto la sua vettura e per la freddezza con cui scendeva in pista.

Al primo anno in Ferrari vinse due gran Premi (Spagna e Olanda) e arrivò quarto nella classifica piloti.

Nel 1975 riportò il cavallino rampante alla vittoria di un titolo mondiale che mancava dal 1964.

Una vita da film, quella di Niki, come ricostruito bene anche nell’ultima e fortunata pellicola ‘Rush’, sconvolta dal terribile incidente al Nurburgring che lo lasciò sfigurato: fu estratto incosciente, ma vivo, e con ustioni di terzo grado su tutto il corpo dall’abitacolo della sua monoposto dal collega italiano Arturo Merzario, si salvò e ricominciò a correre 42 giorni dopo.

Oltre alle fiamme che ne segnarono il volto per sempre, il pilota austriaco fu fiaccato dalle inalazioni dei velenosi fumi di benzina che evidentemente ne danneggiarono i polmoni.

Lauda tra l’altro dopo il suo ritiro si dedicò alla vita da imprenditore fondando e dirigendo due compagnie aeree, la Lauda Air e la Niki.

Inoltre volle rimanere in F1 ricoprendo il ruolo di dirigente sportivo con la Jaguar per due stagioni, e dal 2012 fino alla sua scomparsa di presidente non esecutivo della scuderia Mercedes AMG F1.

                 Antonio Gullì

Adaline – L’eterna giovinezza

Una storia romantica e paranormale. Voto UvM: 5/5

 

 

 

 

Adaline, una giovane fanciulla nata a cavallo del 20esimo secolo viene resa senza età dopo un tragico incidente stradale.

Dopo anni di vita solitaria, incotra un uomo per cui forse varrà la pena perdere la sua immortalità.

Adaline Bowman, all’età di 29 anni è vittima di un incidente che le cambierà, anzi le fermerà la vita, rendendola immortale.

Dal quel momento la protagonista smetterà di invecchiare, vedrà passare la vita della figlia, e quando ha raggiunto  l’età di una signora anziana, Adaline ha imparato a non innamorarsi di nessuno.

Ma i suoi piani falliranno con l’arrivo di un giovane amore che cambierà tutto.

 

 

Un film ispirato a “Il curioso caso di Benjamin Button”; un film romantico dai risvolti “paranormali”.

In italia al Box Office “Adaline – L’eterna giovinezza” ha incassato nelle prime settimane di programmazione €3,3 milioni.

Dalila De Benedetto

Amazon sbarca in carcere: aprirà un nuovo polo a Torino e Roma

Amazon, colosso americano fondato da Jeff Bezos, sbarca in carcere a Roma e Torino.

L’intesa è stata annunciata dal direttore del penitenziario delle Vallette di Torino, Domenico Minervini, il quale ha dichiarato a Repubblica che: “Si tratta di un importante accordo, con un’azienda internazionale e seria”.

Ma non solo, si prevede anche la realizzazione di un polo di servizio targato Amazon a Rebibbia (Roma).

Il patto che sarà firmato il 30 maggio al dipartimento di amministrazione penitenziaria, prevede che alcuni detenuti vengano impiegati come magazzinieri e supporto alla logistica sia a Torino sia a Roma.

Nel carcere di Torino saranno messi al lavoro per Amazon una decina di detenuti, che svolgeranno le proprie mansioni in un capannone, in cambio di una retribuzione, la quale ancora non è stata specificata a quanto ammonterà e a chi sarà destinata, non essendo noti i dettagli di chi farà parte del progetto.

Eleonora Genovese

“The Game of Thrones”: soffrite il senso di abbandono da fine serie? Creato servizio di supporto psicologico online

Dopo 8 anni è calato il sipario sulla serie HBO che ha appassionato milioni di fan in tutto il mondo, i quali si ritrovano adesso a dover fare i conti con il senso di abbandono da serie tv, più sentito che mai.

Dovranno dire addio alle congetture, profezie, dolori e guerre di Westeros.

Un addio che sembra non essere facile per nessuno, ma c’è chi sta vivendo la fine della serie come un vero e proprio lutto.

Il problema della fine della famosa serie, lunga 8 stagioni, per gli appassionatissimi cultori, non è solo lo sconforto di dover dire addio alla serie tv, iniziata il 17 aprile 2011 e finita il 19 maggio 2019, ma anche il finale che non ha soddisfatto del tutto.

Un vero trauma, a tal punto che c’è chi ha pensato bene di mettere in piedi un servizio di supporto psicologico, per aiutare a metabolizzare il distacco con gli intrighi e le avventure dei Sette Regni.

Il sito inglese, Barak.com, che ha avuto l’inconsueta idea, mette a disposizione un servizio di consulenza psicologica via Skype, attraverso cui si potrà parlare con un esperto che, conoscendo tutto de “Il trono di spade“, potrà far scendere a patti con la “tragedia” della sua fine. Il Servizio di supporto sarà a pagamento, alla cifra di 25 dollari per una sessione da mezzora e 50 per una da un’ora. I fan hanno già potuto prendere parte ad un servizio di counseling specifico su Game of Thrones, da prima della messa in onda del finale.

Una situazione abbastanza singolare e ai limiti del paradossale, che ha persino superato l’ironia del post del sito satirico Lercio che recitava “A Oslo il primo progetto di sostegno per superare il senso di abbandono alla fine di una serie tv“.

In questo caso, si può certamente dire che la realtà ha superato la fantasia.

Giusi Villa

 

La profezia del 1962 sui telefoni del 2000

Ultimamente è stata diffusa la notizia di una profezia rilasciata in un’intervista nel 1962 da tre ingegneri statunitensi, J.H. Felker, C.M. Mapes e il dr. H.M. Boettinger, all’emittente radiofonica americana C.B.S.

Durante il programma “Dimension” i tre ingegneri, (dirigenti pertanto dell’American Telephone and Telegraph Company, poi AT&T) parlarono della la loro “visione” del futuro in tema di telefonia.

Oggi è facile per noi individuare apparecchi come tablet e smartphone, applicazioni simili a Skype e siti di vendita come Amazon, ma parliamo di interviste avvenute più di 50 anni fa, quando la loro mente immaginò una rete molto simile a quella moderna, focalizzandosi anche sull’utilizzo di questa per la diffusione di notizie.

La testata Trapani Nuova è davvero esistita e lo stile dell’articolo è quello dell’epoca. Ma com’è possibile questa incredibile predizione del futuro?

Eppure questi tre ingegneri ci sono riusciti. Incredibile vero?

Oppure siamo noi a farla sembrare così precisa, solo perché la leggiamo con gli occhi di oggi?

Solo suggestioni? A ciascuno il proprio pensiero su questa notizia interessante ricordando però che tutto ciò che è stato citato in quest’articolo è facilmente verificabile mediante una ricerca su internet o semplicemente attraverso una lettura specifica sull’argomento.

Carmela Caratozzolo

A qualcuno piace brutto

Una città che, seppur mostri segni di miglioramento, non perde mai l’occasione di perdere un’occasione.

Dopo tanti anni ce l’abbiamo fatta, è successo che Gugliotta ha citato se stesso! 
In alto la conclusione dell’editoriale Blu scompare da Bologna. Cosa è rimasto a Messina? pubblicato nell’aprile del 2016 dove denunciavamo le condizioni in cui verteva il meraviglioso murale di via Alessio Valore, vilipeso dal primo impunito che passa. Nonostante l’amministrazione Accorinti avesse speso parole rassicuranti nulla è cambiato, anzi, la situazione è degenerata. Nel settembre 2013 l’allora assessore Sergio Todesco, con un comunicato stampa sottolineava come l’amministrazione comunale intendesse “adottare misure volte alla valorizzazione dell’edificio in oggetto” con tanto di collocazione di segnaletica illustrativa, esecuzione di lavori di pulitura, manutenzione dei manufatti. A questo comunicato seguì un sopralluogo della Soprintendenza dei beni culturali, ma niente e nessuno ha impedito che il murales, alla fine del 2014, venisse brutalmente vandalizzato. Un atto vile ed imbecille a cui sono seguite solo le parole dell’assessore Tonino Perna, fiducioso riguardo la possibilità di recuperarlo. In occasione dello Street art tour ci eravamo anche premurati di consegnare all’ex consigliere comunale Lucy Fenech una copia cartacea del sopracitato editoriale, perchè potesse essere uno sprono a riqualificare un’opera di rilevanza internazionale lasciata a se stessa. Niente da fare. Oggi il dono del writer BLU alla nostra comunità è in queste condizioni:

©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019
©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019
©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019
©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019

Come si può “apprezzare” il murales è completamente irriconoscibile rispetto al 2016

©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2016

E nel frattempo, come se non bastasse, l’attuale amministrazione lo ha letteralmente ignorato piazzandoci davanti un parcheggio a strisce blu assieme al mercato domenicale

©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019

Messina non è certamente una città d’esempio in Europa per quel che riguarda la sensibilità artistica, ma gli atti di vandalismo oramai sono all’ordine del giorno. Esclusi i casi (vergognosi) del vilipendio al monumento ai caduti nei pressi della Fiera e dei danni al pianoforte in Galleria Vittorio Emanuele, gli atti vandalici più rilevanti negli ultimi mesi hanno sempre avuto come oggetto elementi dell’arte urbana. La prima settimana di gennaio Elisabetta Reale sulla Gazzetta ed il Mezzo TG di Todo Modo hanno portato agli onori di cronaca lo scempio al murale dello stabilimento della Miscela D’Oro, atto compiuto con un movente di matrice xenofoba.

messina.gazzettadelsud.it

Più recenti invece sono gli esempi di miopia per l’arte di questa amministrazione comunale: i fatti di via Maregrosso. Un quartiere di rara bruttezza, dal quale convenzionalmente facciamo iniziare la zona sud di Messina, famoso perché dimora di due locali di successo come il Retronouveau e l’Officina, che in realtà avrebbe anche altro da offrire. Esiste infatti una costruzione particolare, una architettura spontanea che per tutti risponde al nome de La Casa del Puparo

Giovanni Cammarata già Cavalier Cammarata, è stato un muratore e veterano di guerra che trasferitosi a Maregrosso ha deciso di abbellire la sua baracca, costruendo un esempio mirabile di arte del riciclo, che per i posteri dovrebbe essere qualcosa di più. Uno fra tutti a pensare che Casa Cammarata sia più di un semplice esperimento è il Prof. Pier Paolo Zampieri, docente di Sociologia urbana ed esperto di Outsider art, che da anni è impegnato nella riqualificazione della via Maregrosso a partire dall’eredita lasciata dal Cavaliere. Uno dei progetti meglio riusciti è la Via Belle Arti, immaginata da Cammarata per soppiantare il degrado di cui siamo ancora oggi testimoni. Tramite concorso, ogni anno vengono chiamati artisti ad impreziosire le pareti della via su cui sorge la casa del puparo, dando di fatto una chance alla comunità di Maregrosso. Purtoppo il desiderio di riabilitazione sociale non è nelle corde di tutti gli uomini e così la casa è stata in parte abbattuta nel 2007 nella realizzazione di un primo centro commerciale ed oggi, nel giubilo degli autoctoni per l’apertura di un secondo centro, la costruzione si trova in queste condizioni:

Anche peggio è andata ad una delle opere realizzate per il progetto di Via Belle Arti dall’artista messinese Giuseppe Raffaele, autore del Pesce Spada infiocinato in fil di ferro, che non è stato tutelato nel rifacimento del marciapiede della via, la quale ora rischia di rimanere priva della sua arte.

normanno.com

In una città a cui serve disperatamente la bellezza esistono altri esempi di anticorpi al degrado, come i ragazzi di PuliAmo Messina che in questi giorni hanno terminato il ciclo di incontri aperti alla cittadinanza Messina arcana. Grazie alla buona ruscita dell’evento sono addirittura riusciti a raccogliere quasi duemila euro per l’illuminazione artistica della fontana di Nettuno.

Qualcuno diceva “non ci resta che piangere“, forse. Intanto, facendosi strada tra le macchine e le buche sull’asfalto, si può entrare nel nuovo centro commerciale Maregrosso, salire su per la scale mobili, prendersi un bel caffè al bar del secondo piano, uscire sul terrazino ed ammirare il panorama.

Alessio Gugliotta