Gli amanti

Secondo me la scrittura ha un bellissimo potenziale. Puoi rendere speciale la vita di chiunque e rendere indimenticabile la più piccola delle cose. Ora devi solo immaginare.

Sotto l’acqua di una cascata, immersa nella natura nel silenzio più assoluto una donna si lava.
L’acqua scorre sulla sua pelle, attraversa tutte le sue curve.
Sebbene sia giugno, l’acqua è fredda e le fa venire la pelle d’oca dappertutto.
La donna sembra pensierosa e l’acqua sembra lavare via ogni pensiero, anche quello più sporco, anche quello più triste.
Un uomo la vede, si nasconde e inizia ad osservarla… lei è rivolta di schiena, sposta i lunghi capelli neri da un lato, gira un po’ il viso dal lato opposto e inizia a sorridere gioiosamente perché l’acqua che scorre le provoca un piccolo solletichio, si sposta e lascia che l’acqua scorra sui seni.
I seni sono piccoli e sodi, l’acqua quasi gelida le fa diventare i capezzoli duri, lei continua a sorridere come se avesse spezzato la tristezza.
L’uomo è ancora là, la osserva… come si fa a non guardare tanta bellezza? La pelle candida della donna lo ha letteralmente abbagliato. Ma non solo: il sorriso, la schiena, la vite sottile, i larghi fianchi dove le gocce d’acqua che scorrevano sembravano tante piccole carezze, fecero venire sete all’uomo. Per qualche strana ragione lei si girò e lo vide, aveva uno sguardo un po’ perplesso mentre lui si era preso di imbarazzo, stava per andare via quando lei lo chiamò.
L’uomo senza neanche riflettere tolse i vestiti ed entrò in acqua. Si avvicinó delicatamente, come se sapesse che un gesto brusco l’avrebbe fatta andare via. Non appena l’uomo le fu vicino, iniziò ad osservarla meglio: gli occhi neri della donna lo avevano incantato. Le giró attorno quasi scrutandola, lei rimase immobile.
Lui si fermò dietro la donna, si prese di coraggio, e molto dolcemente posó le labbra sulla spalla di lei. Lei divenne immobile, il respiro le si era bloccato, e lui che se ne rese conto, l’avvolse tra le braccia. E dalla spalla spostò le labbra al collo ed iniziò a baciarlo, di colpo voltò la donna e la strinse forte a lui. Osservava gli occhi grandi e cercava di scoprire qualcosa, ma quello che vide fu solo un ardente fuoco. Lei si abbandonò a quell’abbraccio e i due si fecero sempre più vicini fino a quando avevano la distanza di un respiro. Iniziarono a baciarsi. Lei mise le sue braccia attorno al collo di lui e lasciò scivolare una mano sulla schiena di lui, mentre l’uomo curioso scopriva il corpo di lei con mani e bocca.
Dalle labbra scende al collo, e dal collo ai seni, e mentre la bacia lascia le mani ad esplorare e scoprire quel corpo.
Lei trema: non aveva mai provato niente del genere mentre lui, lui non aveva mai trovato il sapore dell’acqua così dolce.
Questo è il gioco degli amanti.

Rachele Salvà

*Immagine in evidenza: illustrazione di Marco Castiglia

Tao Film Fest 69: Lo Sposo Indeciso

A metà tra commedia e paradosso, Lo Sposo Indeciso, da un insegnamento su come riflettere ai piccoli dilemmi della vita. Voto UVM: 4/5

La seconda serata della sessantanovesima edizione del Taormina Film Festival si è aperta con la prima assoluta di Lo sposo indeciso che non poteva, o forse non voleva, uscire dal bagno. Diretto dal regista Giorgio Amato, il film è una commedia dai tratti drammatici e tendenti al paradossale. La trama, molto statica, racconta le infinite peripezie di Samantha e di Gianni Buridano, noto professore di filosofia morale.

Dopo i drammi vissuti dalla sposa, lo sposo viene colpito da un incontrollabile bisogno del bagno e, dopo essere entrato nella toilette presente nella chiesa, non riesce più ad uscire da lì.

Protagonisti de Lo Sposo Indeciso sono Gianmarco Tognazzi nel ruolo del professore ed Ilenia Pastorelli come Samantha. Nel cast sono presenti altre note figure del cinema italiano, quali Claudia Gerini (Hammamet), Ornella Muti e Francesco Pannofino (Boris). La tragicommedia italiana arriverà nei cinema il 29 giugno.

Lo sposo indeciso
Il regista Giorgio Amato sul Blue Carpet di Taormina. ©Ferdinando Purrometo

Lo sposo indeciso: il fenomeno del classismo

La pellicola si sviluppa sulla contrapposizione tra la figura di Samantha, ignorante, di poche maniere e fortemente legata alle credenze superstiziose ed alla religione, ed il professore, ateo uomo di pensiero molto colto. Fin dall’inizio si nota anche la diffidenza da parte delle famiglie dello sposo e della sposa verso il futuro consorte: il padre della sposa, interpretato da Francesco Pannofino, spinge affinché la figlia cambi idea, per tornare da Jonathan, il figlio del macellaio più simile a loro come retaggio sociale.

Allo stesso modo, Edo, testimone ed amico dello sposo, cerca di convincere il professore a riflettere sul grande passo che sta facendo e sulla follia di unirsi con una ragazza così diversa da lui, con cui non ha nulla in comune. Lo spettatore comprende come, a prescindere dalla classe sociale, i simili tendono a stare con i propri simili e si ha sempre diffidenza verso ciò che è diverso.

Lo Sposo Indeciso: la scienza contro la superstizione

Un’altra dicotomia interessante che viene sviluppata ne Lo Sposo Indeciso è la contrapposizione tra la realtà scientifica e la sfera delle credenze e superstizioni umane. Il professore Buridano è la personificazione della conoscenza basata sul pensiero razionale, mentre Samantha e gli avvenimenti in sé mostrano la forza del paradosso irrazionale.

Il professore si ritrova a lottare contro una realtà a cui non trova spiegazione, venendo catapultato in un vortice di malocchio ed incantesimi. Lo sposo lotterà per mantenere ferma la sua linea di pensiero atea e contro ogni credenza.

Si ritroverà dinanzi ad un dilemma: dover rinnegare la propria razionalità, accettando l’esistenza delle superstizioni, o andarsene con la sua integrità di pensiero!

Lo sposo indeciso
Samantha prima del matrimonio. © Ilaria Denaro

L’omaggio a Francesco Nuti più che riuscito

Il film è tra l’altro un gentile omaggio all’ormai scomparso Francesco Nuti nel film Madonna che silenzio c’è stasera, dove lui inizia questa giornata rimanendo bloccato in bagno (per una quindicina di minuti) non riuscendo più a smettere di fare pipì. Ed effettivamente è questa scena che ha dato al regista, Giorgio Amato, lo slancio narrativo per la stesura della sceneggiatura.

Con una differenza, il nostro protagonista, interpretato da Gianmarco Tognazzi, resterà “bloccato” in bagno non solo per 15 minuti ma per tutta la durata del film.

Un film sul paradosso intriso d’esistenzialismo da taverna

Il problema che fa da collante a tutta la pellicola di Giorgio Amato è l’incapacità di prendere delle decisioni. Nel film si fa, più di una volta, riferimento al paradosso dell’asino di Buridano (nome scelto proprio per il protagonista), che narra di un asino affamato, seduto tra due mucchi di fieno perfettamente uguali e che nell’incapacità di scegliere se mangiare quello a destra o a sinistra morirà, purtroppo, di fame.

E la stessa cosa succederà al nostro protagonista Buridano, professore di filosofia morale, che nell’incapacità di scegliere se continuare a sostenere le tesi per cui ha lottato un’intera vita e quella di smentirle, a favore di una via d’uscita un po’ più “soprannaturale”, finirà per “morire di paradosso”.

E proprio il paradosso avrà un ruolo fondamentale nella trama e, soprattutto, nella costruzione del protagonista del film. Quest’ultimo, infatti, non riuscirà a svincolarsi dai suoi studi sulla morale, restando “incastrato” in una serie di citazionismi filosofici e paradossali.

Lo Sposo Indeciso è una “quasi commedia” d’altri tempi!

Lo Sposo Indeciso alla fine si presenta come un film più che riuscito. La funzione narrativa, pur se minimale e a tratti statica, funziona, facendo restare lo spettatore incollato (o quasi) allo schermo. Probabilmente questo è dovuto anche al cambio di toni dalla prima alla seconda parte del film che lo fanno diventare un dramedy d’altri tempi:

“Questa storia mi ha colpito da subito. Io ci ho subito rivisto quelle ispirazioni che avevo visto in Il Ministro, di un certo tipo di commedia che avevo visto fare ai tempi di mio padre, dove Ferreri prendeva degli argomenti apparentemente grotteschi e sopra le righe e li faceva diventare delle storie che si dividevano tra la commedia e il dramma” (Gianmarco Tognazzi alla prima durante il Tao Film Fest 69)

 

Ilaria Denaro
Domenico Leonello

Warner Bros: il grande cinema compie 100 anni

Il 4 aprile del 1923 sorge a Burbank, California una piccola società, la Warner Bros. Pictures. In cento anni di crescita e cambiamenti, da allora si è fatta la storia del cinema. Sempre all’avanguardia, la Warner Bros. ha segnato alcune pietre miliari dell’evoluzione cinematografica: primo fra tutti, l’avvento del sonoro. Nel 1927 gli studios, all’orlo del fallimento, rischiano il tutto per tutto scommettendo su una nuova meraviglia nelle pellicole: il suono. Con Il cantante di jazz si scuote a fondo il mondo del cinema, cambiandolo totalmente. Dedicandosi fin da subito a vari generi, la Warner Bros. si aprí ad un pubblico ampio, producendo musical come la Quarantaduesima strada, cartoni animati come i Looney Tunes negli anni trenta e fantastici drammi d’amore come Casablanca negli anni quaranta.

In onore di questo centenario, si commemorerà questo grande traguardo anche nei grandi festival del cinema, come il Taormina Film Festival, la cui sessantanovesima edizione si aprirà oggi. Sono state programmate tantissime proiezioni speciali di capolavori della Warner Bros: qui ne analizzeremo alcuni dei più importanti!

Warner Bros
Scena di Il cantante di Jazz. Fonte: theguardian.com, Warner Bros. pictures

Il cantante di jazz (1927): l’alba della Warner Bros.

Il Cantante di jazz è un momento di svolta per il cinema: rivoluziona il  modo in cui viene percepito il film e la stessa sfrenata Hollywood. Dal punto di vista tecnico, Il cantante di jazz è la prima pellicola ad inserire degli elementi di sonoro oltre la sola musica di sottofondo.

Lo potremmo considerare come un’opera di passaggio dal muto al cinema pienamente parlato: continuano ad essere presenti le didascalie per molti dialoghi tra personaggi, ma allo stesso tempo lo spettatore ha la possibilità di sentire Jackie, il protagonista, realmente cantare e parlare. Oltre alle sole parti cantate, vengono introdotti anche dei suoni, come l’applauso del pubblico per il cantante di jazz. Guardando questo film ora, nel 2023, può apparire più che normale la presenza del suono, ma, calando Il cantante di jazz nel suo contesto storico, possiamo comprendere l’incredibile importanza che ha avuto per il cinema.

Shining (1980): il monopolio di Kubrick

Shining, il cult movie diretto da Kubrick, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, con la sua drammatica e a tratti orrorifica narrazione delle vicende della famiglia Torrance, è ormai entrato a far parte dell’immaginario collettivo di generazioni. Chi non ha mai provato, almeno una volta nella sua vita, ad imitare l’iconica scena in cui Jack (Jack Nicholson) sfonda la porta del bagno con l’accetta pronunciando la frase: “Sono il lupo cattivo!”.

Per molti aspetti, Shining potrebbe rientrare nella lista dei film più “sovversivi” della storia del cinema. In primis per l’utilizzo della steadycam, un supporto che favorisce movimenti rapidi e senza vibrazioni. E poi per lo svariato utilizzo dei raccordi, che privilegiano quell’”invisibilità” del montaggio, di cui Hollywood ne è la culla. Ad esempio, nella famosa inquadratura in cui Danny (Danny Lloyd) entra nella stanza 237 cercando la madre, il raccordo di risposta ci rimanda ad un’inquadratura che mostra la madre da tutt’altra parte. Il film, inoltre, consolida la stretta collaborazione tra il regista Kubrick e la Warner Bros., la quale produrrà tutti i suoi film da Arancia Meccanica (1971) in poi.

Warner Bros
Scana di Shining. Fonte: wikipedia.it, Warner Bros. Pictures

Matrix (1999): il multiverso della Warner

Sono due le coppie di fratelli che, a mio parere, hanno rivoluzionato la storia del cinema. E se i primi furono i Lumière, non possiamo ad oggi non riconoscere il forte impatto provocato dai registi di Matrix: i fratelli o, meglio, le sorelle Wachowski.

Il loro “mito della caverna” stile cyberpunk, come in Platone, ruota sulla dicotomia tra realtà e finzione. Neo / Mr. Anderson (Keanu Reeves) è il prigioniero che lascia la caverna per liberarsi delle illusioni e dalla finzione che essa genera. Una volta accettata la dura realtà rientra nella caverna (in Matrix) per liberare gli altri, come Morpheus (Laurence Fishburne) ha fatto con lui.

E anche se noi, nuove generazioni, diamo ormai per scontato l’idea di un’immagine così plasmabile sul grande schermo, non si può dire lo stesso del pubblico di allora che si trovò di fronte a delle scene realizzate con effetti speciali all’avanguardia ripetuti insistentemente. Ne è un esempio il bullet time, effetto realizzato con una tecnologia chroma key (green screen / blue screen) unita ad una computer grafica 3D, che divenne poi uno dei marchi principali del film.

Il cavaliere oscuro (2008): la Warner Bros. dei supereroi

Con Il cavaliere oscuro la Warner Bros. ha portato sul grande schermo una ultima, strabiliante performance di Heath Ledger. L’attore australiano qui interpreta uno dei più noti cattivi del cinema e dei fumetti: il Joker. La figura di questo pseudo pagliaccio malvagio è stata riportata in pellicola da molti attori, ma l’interpretazione di Ledger è probabilmente una delle più riuscite, tanto da fargli vincere l’Oscar come miglior attore non protagonista postumo: una coronazione alla sua carriera ed alla sua vita. La Warner si è occupata della produzione di tutta la saga di Batman diretta da Christopher Nolan, quindi oltre a Il cavaliere oscuro, secondo capitolo della trilogia, anche di Batman Begins (2005) e Il cavaliere oscuro: il ritorno (2012).

Warner Bros
Heath Ledger in Il cavaliere oscuro. Fonte: Quinlan.it, Warner Bros. Pictures

Per dare una reale visione completa dei cento anni di cinema e passione che ha regalato la Warner Bros al pubblico internazionale sarebbe necessario ben più di un solo articolo. Senza alcun dubbio, fondazioni come Taormina arte sono riuscite a dare un miglior sguardo al passato di questi studios, riportando sul grande schermo le pellicole analizzate, insieme a molti altri capolavori. Non ci resta che continuare a celebrare il cinema al Taormina Film Festival appena iniziato ed aspettare come ci sorprenderà la Warner Bros. nei prossimi cento anni!

Ilaria Denaro
Domenico Leonello

ACR Messina iscritto alla Serie C, ma il futuro resta incerto

L’estate è appena iniziata e i tifosi dell’Acr Messina si apprestano a vivere mesi roventi, non solo per colpa delle temperature torride, ma per la situazione di incertezza nella quale si trova la società giallorossa che, nonostante l’avvenuta iscrizione al campionato di Lega Pro, non sa quale sarà il suo futuro in vista della prossima stagione sportiva.

I fatti

Dopo un finale al cardiopalmo conclusosi con la salvezza ottenuta soltanto nei playout vinti dalla squadra guidata da Ezio Raciti a discapito Gelbison, e la conseguente permanenza in Lega Pro, il club peloritano ha vissuto settimane di incertezza con la paura della mancata iscrizione più volte minacciata dal Presidente Pietro Sciotto.
Una situazione complicata che ha tenuto col fiato sospeso tutta la città e che si è risolta, fortunatamente, nel migliore dei modi, visto che la società ha presentato in tempo tutti i documenti utili per l’iscrizione al girone C del campionato.

Pietro Sciotto – fonte: messinasportiva.it

Cosa è successo

A confermare i rumors dei mesi scorsi, appena terminata la stagione, è stato il Presidente Sciotto, il quale ha dichiarato la propria volontà di non continuare a essere il N° 1 della società giallorossa e di essere disposto a cedere definitivamente il club.
Fin qui tutto bene; anche perché l’interesse dell’imprenditore Fabrizio Mannino faceva ben sperare. Tuttavia, nonostante una presunta offerta di circa 3 milioni di euro da parte di quest’ultimo (notizia però smentita dalla società stessa) e vari incontri tra le parti, con la presenza anche del Sindaco Basile, i due soggetti non sono riusciti a trovare un accordo.

Ciò ha spinto Sciotto, il 15 giugno, a comunicare alla stampa l’intenzione di non iscrivere il club tra i professionisti abbandonandolo così al proprio destino e scatenando l’ira dei tifosi biancoscudati che hanno inveito, soprattutto sui social network, contro il Presidente e la società.

Il comunicato del Presidente dell’ACR Messina

Il Presidente Pietro Sciotto ritiene opportuno intervenire per precisare alcuni aspetti importanti in un momento fondamentale per il futuro del Messina, riguardanti gli incontri in corso con Fabrizio Mannino che ha manifestato l’interesse ad acquisire la società.
Dopo un primo contatto avvenuto lunedì scorso, due giorni fa il presidente Sciotto si è confrontato con i rappresentanti del signor Mannino, impossibilitato ad essere presente per un improvviso improrogabile impegno a Palermo. Nello spirito della massima collaborazione, il presidente Pietro Sciotto ha esaminato una bozza di massima, scritta a penna, che prevedeva gli aspetti essenziali di un accordo mirato a concretizzare il passaggio di quote dell’Acr Messina, riservandosi di valutarla per dare una risposta ieri e chiedendo, alla parte potenzialmente acquirente, di esibire adeguate garanzie al documento preparato in bozza.
Purtroppo, dopo l’ulteriore contatto avvenuto ieri, il signor Mannino non ha fornito alcuna garanzia e non ha sottoscritto alcun accordo, neppure preliminare, nemmeno sulle proposte da lui formulate.
Pertanto, la trattativa può considerarsi chiusa.
Il presidente del Messina Pietro Sciotto, come affermato ripetutamente da tempo, e da ultimo lo scorso 24 maggio, con grande rammarico e dolore, non iscriverà la squadra al prossimo campionato.

Il cambio di rotta

Quando tutto sembrava perduto, però, martedì la società tramite il proprio profilo ufficiale ha sorpreso tutti annunciando di aver completato l’iter per l’iscrizione, presentando tutti i documenti necessari agli uffici competenti della Lega Pro.

Acr Messina comunica di aver prodotto ed inoltrato alla Lega Pro tutta la documentazione richiesta dalla normativa federale per l’iscrizione al campionato di serie C 2023/24 entro i limiti temporali.

Messina vs Gelbison – fonte: Facebook

 

Le reazioni

Non si sono fatte attendere le reazioni della Messina calcistica che, nonostante l’antipatia verso il Presidente, ha espresso la propria gioia nell’apprendere una notizia così importante.

Mentre il Sindaco Federico Basile, ai microfoni di messinasportiva.it, si è detto felice per la decisione assunta, affermando:

Avevo spronato il presidente Sciotto sabato scorso, ma non abbiamo avuto altri contatti in una giornata convulsa. Ho appreso ufficiosamente che tutto è andato per il meglio. Sono soddisfatto e contento della scelta della proprietà che ha iscritto la squadra in Serie C consentendo alla città di Messina di non perdere il professionismo. È stato un autentico atto d’amore da parte del presidente che va ringraziato per aver salvato il Messina sul campo e anche fuori dal campo

Tifosi Messina – fonte: Facebook

Quale futuro per l’ACR Messina?

Scongiurata, quindi, la possibilità di scomparire e ripartire dai dilettanti, il futuro dell’Acr resta comunque incerto. Si dovrà capire se Sciotto voglia continuare la propria avventura in riva allo Stretto per il settimo anno consecutivo, nonostante le numerose difficoltà da affrontare, oppure la proposta di cessione resterà invariata finché non arriverà un’offerta giusta che possa garantire al calcio messinese la stabilità e le certezze di cui ha bisogno per ritornare a sognare in grande.

 

Giuseppe Cannistrà

The Flash: anche la DC arriva nel Multiverso ma è un fallimento!

The Flash
The Flash: un film godibile per passarsi un paio d’ore ma che allo stesso tempo lascia qualche delusione. – Voto UVM: 2/5

 

The Flash è un film DC del 2023 appena arrivato nelle sale cinematografiche. Il film è diretto da Andy Muschietti ed è appartenente al DC Extendend Universe (DCEU) iniziato nel 2013 con Man Of Steel (L’Uomo D’Acciaio). È il primo film stand-alone del Velocista Scarlatto ed ha come protagonista Ezra Miller. Nel cast sono presenti anche Michael Keaton, Sacha Calle, Michael Shannon, Ben Affleck, ecc.

Trama

Barry Allen/Flash (Ezra Miller) scopre che con la sua velocità può tornare indietro nel tempo ed ha intenzione di cambiare il passato, per evitare che si verifichi una tragedia che lo ha segnato. Il suo amico Bruce Wayne/Batman (Ben Affleck) cercherà di farlo ragionare ma Barry non lo ascolterà.

La manipolazione del tempo da parte di Barry porterà ad una collisione di diversi mondi paralleli e farà si che il protagonista si ritrovi in un universo in cui non esistono i Metaumani.

Come se non bastasse è minacciato dal Generale Zod (Michael Shannon), il villain che Superman ha sconfitto nel suo mondo. Solo che in questo, Superman non è mai arrivato sulla Terra. Barry cercherà di fermarlo e, visto che non esistono i membri della Justice League che conosce, si ritroverà degli alleati inaspettati: un Batman (Michael Keaton) diverso da quello che conosce e ritirato a vita privata, Supergirl (Sacha Calle), cugina di Superman e un’altra versione di sé stesso con i suoi stessi poteri

The Flash: il migliore film della DC?

Assolutamente no! La frase “The Flash è il miglior cinecomic DC, al pari del Cavaliere Oscuro” si è rivelata un’esagerazione, una strategia di marketing fallimentare.

The Flash è un film che se viene preso così com’è può rivelarsi un prodotto d’intrattenimento buono giusto per passarsi due orette e mezza. È un film divertente, abbastanza coinvolgente, a tratti drammatico e che lascia un bell’insegnamento.

“Le nostre ferite ci rendono chi siamo. Non dobbiamo tornare indietro a sistemarle. Non farti definire dalla tua tragedia”.

La frase detta dalla versione di Batman interpretata da Ben Affleck racchiude ciò che insegna questo film. Ed è proprio da qui che Barry parte per tentare di cambiare il passato ma questo porterà ad un impatto non indifferente per il Multiverso.

Un altro film sul multiverso?

Da un po’ di tempo a questa parte, quella del multiverso è una delle tematiche principali di molte case di produzione. Se n’è appropriato, con non poca fatica, il Marvel Cinematic Universe, ad esempio, con Ant-Man And The Wasp Quantumania (qui la mia recensione); è presente nella trama del premio Oscar 2023: Everything Everywhere All At Once (ne parliamo qui), riuscendo a sorprendere (o meglio, “sconvolgere”) il pubblico.

Anche la DC, ora, è entrata nel Multiverso e tutto sommato lo fa discretamente, dando delle spiegazioni piuttosto sensate e ripescando alcuni volti iconici della storia del cinema che faranno riaccendere la nostalgia alle vecchie generazioni.

I camei presenti…FAN SERVICE?

E qui ci si avvicina ad un enorme paradosso: nonostante The Flash insegni che il passato fa parte dell’uomo e che è fondamentale superarlo per andare avanti, nello stesso film si punta anche ad un effetto nostalgia ripescando personaggi che hanno fatto la storia dei cinecomics.

Per esempio, il Batman di Michael Keaton: chi è nato e cresciuto negli anni 80 e 90, ricorda i due film di Tim Burton molto fumettistici, con le colonne sonore di Danny Elfman e con un protagonista come Keaton che si è saputo calare nel personaggio ed ancora oggi, ci riesce. I fan noteranno di sicuro il citazionismo ed allo stesso tempo, altri penseranno che sia un Fan-service non necessario.

Non è questo il caso, perché il ruolo di Keaton è contestualizzato. Interpreta un Batman stanco, maturo ma allo stesso tempo demotivato. Sarà l’arrivo di Barry che gli farà ritrovare la motivazione per uscire dalla sua bat-caverna.

Allo stesso tempo e nonostante appaia solo per pochi minuti, anche il Batman di Ben Affleck fa la sua bella figura, sia nelle scene action coinvolgenti che nei dialoghi. Si presenta come una figura più equilibrata e più saggia rispetto al Batman di Keaton. Peccato per il suo limite di tempo!

Entrambi si presentano al pubblico con due versioni di Batman interessanti e rientrano nella natura del personaggio nonostante il passato simile e la storia differente. Ma la presenza dei due Batman non toglie il piacere di vedere altri camei inaspettati di personaggi amati dal pubblico.

The Flash
Poster del film “The Flash”. Prodotto da: DC Studios.

Ne vale la pena?

Il film è “godibile” ma presenta dei difetti che rendono impossibile chiudere un occhio. Per via dei lunghi tempi di produzione, del continuo aumento del budget per la realizzazione del film, delle modifiche della sceneggiatura, dei passaggi di ruolo dei pezzi grossi della Warner e dei problemi psicologici (e legali) dell’attore protagonista, si vede che la pellicola è stata soggetta a vari cambiamenti.

Ma non può essere questa una giustificazione: basti guardare la pessima CGI!

Allo stesso tempo, però, ci sono dei pregi come la colonna sonora, una regia gestita abbastanza bene da Muschietti e la buona scrittura di personaggi come i due Batman e la Supergirl di Sacha Calle.

Il protagonista Ezra Miller, invece, se la cava nel suo ruolo, ma certe volte è fin troppo sopra le righe.
Se non ci si fa aspettative è un film divertente che però, viste le dichiarazioni recenti, ha lasciato delle delusioni.

Quale sarà il futuro della DC?

Oltre ad averlo etichettato come il miglior film della DC dai tempi del Cavaliere Oscuro (anche meno!), il neo-presidente dei DC Studios James Gunn ha dichiarato che “The Flash” sarebbe stato una sorta di soft-reboot per “chiudere” il vecchio universo condiviso dei personaggi DC che si è visto negli ultimi anni e gettare le basi per quello nuovo che sarà gestito da Gunn stesso.

Ebbene, non è così. Il finale è strano e non apre a nessun reboot. Inoltre, c’è dell’amaro in bocca per via della scarsa gestione del vecchio universo nei confronti di tutto quel potenziale sprecato!

Staremo a vedere, in futuro, cosa Gunn avrà in serbo per noi!

 

Giorgio Maria Aloi

Innamorarsi di nuovo

Costantemente
Con gli occhi pieni di sogni
Con gli occhi pieni di lei
Un sorriso sul volto
Solo si disegna
Costantemente
Vibra il cuore e va
A ballare felice ove nessuno lo vede
Mentre negli occhi suoi profondi
Beato lentamente mi perdo
Mentre la dolcezza del suo animo
Tacita mi solletica
Mentre attorno a noi il mondo
Seguitava i suoi giri
Noi la meraviglia della nostra danza
Delicati proseguiamo
Soli in una piazza gremita di nulla
Soli mentre il resto dell’universo scompare
Costantemente
Il desiderio di averla tra le braccia
Dei miei baci farle dolce dono
Costantemente
Volano alti il cuore e la mente
Nel trapunto romantico cielo
Di stelle e di sogni
Mentre la voce sua calda
Delicata mi parla
Mentre l’onda dei suoi capelli corti
Silente contemplo
Mentre il suo solo radioso sorriso e la sua risata
All’istante in ogni momento mi accendono
Di nuovo mi innamoro

La Divina Commedia di Tedua: l’attesa ne è valsa la pena?

Tedua ritorna sulla scena mostrandosi più maturo, superando la prova a metà. Voto UVM: 4/5

 

Nell’era digitale, considerando la concezione accelerata del tempo e del consumo sfrenato, se non si produce costantemente un prodotto (in questo caso un album musicale) si rischia di finire nel dimenticatoio, e nella dimensione dei meme.

Questo è il caso di Tedua, rapper genovese al secolo Mario Molinari (1994) che è tornato sulla scena rap italiana con il nuovo album La Divina Commedia, il cui titolo è un chiaro omaggio all’opera di Dante Alighieri.

Anticipato nel 2020 con un freestyle pubblicato su YouTube, sarebbe dovuto uscire nel 2021 dopo aver rilasciato Vita Vera Mixtape, anch’esso un progetto anticipatorio. Sono passati, dunque, tre anni, dove però lo vediamo più maturo, intento ad allargare i suoi orizzonti musicali senza rinunciare a una narrazione evocativa, come ha già fatto in Mowgli (2018).

La discesa negli inferi

Tedua
Tedua nel video de “Intro La Divina Commedia”. Fonte: youtube.it

“In questo disco attraverso Inferno e Purgatorio, quindi la parte di sofferenza e poi di espiazione della stessa. C’è tanta autocritica e tanto esame di coscienza perché è quello che il Purgatorio richiede. Quindi nel disco non c’è ancora quel senso di appagamento e soddisfazione”. (Tedua in un’intervista per “GQ Italia”)

Il disco è composto da 16 tracce e tutte seguono un filo conduttore: il percorso di Tedua verso la redenzione.
Il Paradiso, però, non viene rappresentato del tutto. Lo si evince anche dalla copertina (realizzata da David LaChapelle) liberamente ispirata da Vortice degli amanti di William Blake. Tuttavia, le prime 8 tracce mostrano la faccia “dannata” per così dire del rapper.

Intro La Divina Commedia ripercorre gli esordi musicali e la difficile vita passata a metà tra la strada e gli assistenti sociali. Paradiso Artificiale ft. Baby Gang e Kid Yugi che cita quasi tutto l’Inferno dantesco e Hoe ft. Sfera Ebbasta (la canzone è stata scritta anche da Ghali), sono le hit più aggressive che probabilmente rappresentano la lussuria. Malamente oltre a rappresentare la seconda parte di Sangue Misto contenuta in Mowgli, affronta le ferite e la bufera mentale in cui si è ritrovato.

Nella foga, però, c’è spazio anche per l’introspezione in Angelo all’Inferno (con Salmo e Federica Abbate) e Mancanze Affettive (con Geolier), dove Tedua riflette sul passato e su quanto sia paradossale una vita fatta di soli eccessi e di quanto sia noiosa la vita da borghese.

La vida loca o ti insegna o è un’insegna per il Paese dei balocchi
Torni con le orecchie d’asino come chi ci è rimasto sotto con i cartoni 

Tentativo di redenzione

Nella seconda metà del disco i toni cambiano: Tedua mostra il suo lato più umano e nostalgico, rimanendo sempre fedele alla sua tecnica sia stilistica, sia di introspezione. Tra le più incidenti citiamo Diluvio A Luglio (con Marracash, featuring di diamante del disco), Soffierà, Lo-fI For U, Bagagli (Improvvisazione) e Outro (Purgatorio). 

Eravamo già abituati a sentire la malinconia nelle sue canzoni (basti pensare a Pensa se piove rmx in Orange County California (2017), Acqua in Mowgli, Polvere, Purple e Sailor Moon in Vita Vera Mixtape (2020), ma in questo disco vediamo un giovane ragazzo che, riprendendo il concept del secondo disco, si è fatto uomo e durante il percorso, ha incontrato una serie di ostacoli.

Nonostante tutto, decide di mettersi a nudo non semplicemente per riprendersi la scena o per smentire le voci di chi, una volta, lo accusava di andare fuori tempo. Si tratta della sua voglia irrefrenabile di redimersi, abbandonare il passato per abbracciare il presente che, forse, lo porterà verso la luce del Paradiso.

Ok il concept…ma è convincente?

Tedua
Cover di “Inferno”, rivelata il 22 maggio 2023 sul profilo Instagram del rapper e opera di David LaChapelle.

C’è da dire, però, che alcuni si aspettavano un disco decisamente diverso. Certamente Tedua non è come tutti gli altri rapper e guai a chi lo definisce tale. La sua scrittura, fatta di continui incastri complessi e rime intercambiabili tra di loro, è probabilmente un fenomeno unico nella scena rap attuale. Egli è rimasto fedele alla sua concezione della musica, al punto tale da invocare il perdono per averla tralasciata durante il lockdown:

E mi son fatto il sangue marcio per la tecnica, la metrica, l’America
La verità è che mi sentivo affranto
Mettendo le mie debolezze in vendita
Stavo dimenticando il metodo, la pancia
Il figlio di puttana quale sono

Pur ammettendo le proprie fragilità e anticipando una probabile deluxe del disco nell’ultima traccia, al primo ascolto l’album risulta inconcludente e alcune tracce, forse, si potevano anche scartare.

Non presenta riferimenti espliciti all’opera dantesca, è pieno di hit radiofoniche e per i club, non va più fuori tempo!

Insomma, è un disco accettabile? Probabilmente la risposta rimane un po’ a metà, eppure ciò che si potrebbe dire è che con il suo stile non è passato inosservato. Tedua non piace a tutti perché non è di nicchia, però chi sa guardare oltre il personaggio e va anche oltre le parole dei testi, può sentire quanta passione mette in quello che fa.

Il mio Inferno è stato diventare famoso con il conseguente scontro fra le esigenze dell’industria e la mia creatività libera. Il Purgatorio è l’oggi, è l’essere passato dal vivere in strada al potermi permettere un’esistenza diversa grazie alla musica. Il Paradiso sarà un nuovo stato di consapevolezza. (Tedua in un’intervista per “Il Secolo XIX”)

L’inferno delle incertezze e della lussuria è stato lasciato alle spalle, il purgatorio è adesso, il paradiso è il futuro da conquistare. Con questo disco, probabilmente non finisce qui. Speriamo solo che non ci faccia aspettare ancora!

 

Federico Ferrara

Il Conte di Vendramin

Il Conte di Vendramin era noto per la sua inestimabile bellezza e per il suo insulso desiderio di solitudine. Si diceva che un tempo il Conte avesse amato una donna che lo condusse alla rovina e che si fosse ritirato ormai da anni nella sua tenuta.

Un giorno, un bimbo di nome Malcom si inoltrò nella vasta proprietà di Vendramin, pensando di stare esplorando una selva sconosciuta. Al centro del territorio era situato un castello logoro e consumato, che agli occhi del bambino appariva imponente e spaventoso, con i rami degli arbusti che intrecciavano le due torri e i fiori appassiti che si rampicavano sulla porta, quasi a volerne impedire l’accesso.

Aleggiava, intorno alla fortezza, un clima tenebroso. Malcom, essendo stato ben educato, pensò di bussare prima di addentrarsi nel castello. Batté il pugno tre volte nell’unico spazio risparmiato dai fiori rampicanti.

Dopo qualche minuto di attesa, indugiando sulla soglia, Malcom pensò di non essere il benvenuto e credette di doversene andare senza poter raccontare a sua sorella nessuna straordinaria avventura. Improvvisamente i gigli appassiti si ritirarono dall’uscio, facendo scricchiolare la porta che lentamente s’apriva.

Il bimbo, con le labbra appena dischiuse per lo stupore, avanzò nel buio e le candele di un candelabro posto in alto al centro della sala, presero fuoco.

Il battito cardiaco di Malcom accelerò e la sua brama di avventura crebbe tanto da sovrastare il timore. “Quando ero solo un bambino, proprio come te, non avevo molti amici.” -disse una voce solenne dall’alto. Malcom alzò gli occhi per scoprire da chi provenisse ma sulle scale che portavano al piano superiore non vi era nessun signore, tantomeno un illustre Conte.

“La mia fedele compagna era la musica. Riusciva ad alleviare ogni mio dispiacere.” -proseguì la voce. “Qualche tempo più avanti, quando ero appena un giovane, ereditai la proprietà dei Vendramin, alla morte del mio anziano padre… ma perché non vi sedete giovanotto? Se siete giunto fin qui vorrete pur conoscere la disavventura di questo caro vecchio Conte.”

Il bambino obbedì e si sedette su una seggiola in legno anche se non si aspettava di dover raccontare a sua sorella un’impresa con un protagonista diverso da lui. La voce prese un respiro profondo e disse: “Ero un ragazzo solitario che godeva della vita a modo suo. Mi piaceva suonare il piano ma non avevo la pretesa che agli altri piacessero i miei componimenti , dunque non li riproponevo ai teatri, né chiedevo il consiglio dei grandi maestri; semplicemente conservavo in un cassetto il mio spartito per ogni volta che avrei sentito il bisogno di suonarlo.

In quel periodo venne a trovarmi la duchessa Lola di Ivanov per porgermi le sue condoglianze. Una donna caparbia, elegante e poco più grande di me. Si trattenne per la cena e durante il pasto mi rivelò il secondo motivo della sua visita: un matrimonio.

Pensava che se io l’avessi presa in moglie l’avrei salvata dal suo triste declino economico e che, così facendo, avrei onorato una promessa fatta al duca di Ivanov da mio padre.

Io risposi che non ero al corrente dell’accordo stipulato tra i nostri padri e che non era mio compito onorare alcuna promessa che non fosse mia. Lola cercò di convincermi ma la mia decisione fu irrevocabile: Non desidero avere alcuna compagna al mio fianco né per il momento, né per il futuro. In altre parole, non intendo sposarmi, né ora né mai duchessa.

Lola accolse il rifiuto come si accoglie una pugnalata alle spalle e mi avvertì: Il suo insulso desiderio di solitudine le costerà caro, giovane Conte.

“Ma signor Conte, perché mai le sarebbe costato caro non prendere una donna in moglie?”-lo interruppe Malcom. Vendramin non rispose e continuò il suo racconto.

“Passarono anni e il fascino della mia giovinezza s’andava dissolvendo. E ogni pomeriggio che sentivo cupo e desolato, mi sedevo al pianoforte con lo spartito sul leggio. Giorno dopo giorno le melodie mi risuonavano alle orecchie più come vibrazioni che come musica. Compresi, dopo qualche mese, che le mie orecchie stavano perdendo la percezione, non solo della musica ma di qualsiasi altro genere di suono.

Durante la vecchiaia mi resi conto che ero rimasto da solo e che nemmeno la musica mi avrebbe più tenuto compagnia. Lola di Ivanov, quando ero solo uno stolto giovanotto, voleva intendere che la solitudine non può che essere un desiderio assai sciocco per uno che nella vecchiaia l’avrebbe vissuta più come una punizione che come un’aspirazione.

E così anche la mia fedele compagna mi abbandonò, l’unica donna di cui mi fossi mai innamorato, l’unica che se avesse assunto le sembianze di un’umana, non avrei rifiutato a sposare.”

Malcom, incantato da una parte e dispiaciuto dall’altra per la disavventura di Vendramin, sentì il peso dell’impotenza poiché qualsiasi parola di conforto avesse pronunciato non sarebbe giunta alle sue orecchie e soprattutto non gli avrebbe restituito la sua amata devota. “Nessuno era più venuto a trovarmi in questi anni, se vi fa piacere, tornate pure. Conosco molte storie da potervi raccontare, sebbene io non possa più udirle.” Da quel giorno i gigli, che avevano ripreso un po’ di colore, lasciavano entrare Malcom ogni volta che si presentava alla porta battendo tre colpi su di essa e stando ben attento a bussare nello spazio non ricoperto dai fiori, naturalmente.

Alessandra Cutrupia

*Immagine in evidenza: illustrazione di Marco Castiglia.

*Il Conte di Vendramin è il primo di una serie di racconti.

Un nuovo testo per regolare le intelligenze artificiali

Pochi giorni fa, a Strasburgo, il Parlamento Europeo ha approvato l’Artificial Intelligence Act (AI Act), il nuovo regolamento riguardante le intelligenze artificiali, accolta con 499 voti favorevoli, 28 contrari, e 93 astenuti.

Fra le proposte: l’istituzione di quattro livelli di rischio, il divieto per l’utilizzo di sistemi di Intelligenza artificiale per la sorveglianza biometrica nei luoghi pubblici e per la polizia predittiva. Sotto regolamentazione anche ChatGpt, con l’obbligo di dichiarare se un contenuto è stato generato dall’AI.

computer AI
Fonte: pexels

Intelligenze artificiali: standard Europei

Fra gli obiettivi prioritari che l’UE ha voluto assicurare fanno riferimento agli standard che i sistemi di intelligenza artificiale devono sottostare in termini di sicurezza, trasparenza, tracciabilità, soprattutto non discriminatori e rispettosi dell’ambiente. Il suo utilizzo sotto stretta supervisione degli esseri umani, per evitare conseguenze irreversibili.

Si è discusso tanto di regolamentare anche dei metodi d’utilizzo dell’intelligenza artificiale per combattere la discriminazione digitale, prevenendo la disinformazione e limitando l’utilizzo di deepfake: una tecnica basata su machine learning che permette di manipolare immagini al computer, spesso impiegata nella creazione di fake news.

“Un primo passo verso il futuro”, come afferma il Presidente di PTP Privacy Tech Professionals Rocco Panetta:

“Si tratta di una prima regolamentazione sull’intelligenza artificiale, una regolamentazione che copra da qui in avanti tutto quello che l’AI potrà anche generare e produrre, ma è parzialmente vero che sia la prima perché al momento non siamo senza rete. Abbiamo infatti già una o più regolamentazioni in grado di disciplinare l’intelligenza artificiale a partire dal GDPR e tutte le norme collegate”.

I quattro livelli di rischio delle intelligenze artificali

I fornitori e coloro che utilizzano i sistemi IA, nelle loro attività, devono prendere in considerazione un nuovo approccio basato sul rischio che può generare. Vietati, quindi, quei sistemi di IA con un livello di rischio inaccettabile per la sicurezza delle persone.

  • Rischio inaccettabile

Quei sistemi considerati una minaccia per le persone e, quindi, vietati. Sono inclusi:

  1. Manipolazione cognitivo-comportamentale di persone o specifici gruppi vulnerabili
  2. Punteggio sociale: classificare le persone in base al comportamento, allo stato socio-economico o alle caratteristiche personali
  3. Sistemi di identificazione biometrica remota e in tempo reale
  • Rischio alto

Quei sistemi che incidono negativamente sulla sicurezza o sui diritti fondamentali. Sono divisi in:

  1. Sistemi di intelligenze artificiali utilizzati nei prodotti soggetti alla legislazione dell’UE sulla sicurezza dei prodotti.
  2. Sistemi di AI che rientrano in otto aree specifiche che dovranno essere registrate in una banca dati dell’UE:
  1. Identificazione biometrica e categorizzazione delle persone fisiche
  2. Gestione e funzionamento delle infrastrutture critiche
  3. Istruzione e formazione professionale
  4. Occupazione, gestione dei lavoratori e accesso al lavoro autonomo
  5. Accesso e fruizione dei servizi privati essenziali e dei servizi e benefici pubblici
  6. Applicazione della legge
  7. Migrazione, asilo e gestione dei controlli alle frontiere
  8. Assistenza nell’interpretazione giuridica e nell’applicazione della legge.

Tutti i sistemi di Intelligenza Artificiale ad alto rischio saranno valutati prima di essere immessi sul mercato e anche durante il loro ciclo di vita.

  • Rischio limitato

I sistemi di Intelligenza Artificiale che comportano un rischio limitato dovrebbero comunque rispettare requisiti minimi di trasparenza che consentiranno agli utenti di prendere decisioni informate. Dopo aver interagito con le applicazioni, l’utente potrà quindi decidere se desidera continuare a utilizzarle.

Gli utenti dovrebbero essere informati quando interagiscono con l’IA, includendo, quindi, i sistemi di intelligenza artificiale che generano o manipolano contenuti di immagini, audio o video.

  • Rischio minimo

I sistemi IA che prevedono un rischio minimo non sono del tutto regolamentati, ma dovranno osservare obbligatoriamente i principi di trasparenza, di privacy e data protection. Sebbene molti sistemi di intelligenza artificiale comportino un rischio minimo, dovranno essere comunque valutati.

livelli rischio IA
Piramide con i quattro livelli di rischio. Fonte: startmag

I divieti agli usi e abusi di ChatGPT

Tra gli articoli del regolamento, il Parlamento Ue ha promosso il divieto tassativo all’uso intrusivo e discriminatorio dell’intelligenza artificiale: tra questi, i sistemi di identificazione biometrica remota “in tempo reale” e “a posteriori” negli spazi pubblici e il cosiddetto “scraping“, ovvero l’estrazione non mirata di dati biometrici da Internet o da filmati di telecamere a circuito chiuso per creare database di riconoscimento facciale basati su caratteristiche sensibili (il genere, l’etnia, la religione e l’orientamento politico).

Non solo: il testo respinge anche i sistemi di polizia predittiva, fondati su profilazione, ubicazione o comportamenti criminali passati, e i programmi di riconoscimento delle emozioni sfruttati dalle forze dell’ordine nei luoghi di lavoro, negli istituti d’istruzione e alle frontiere.

In questa prospettiva, per promuovere l’innovazione dell’AI e sostenere le piccole e medie imprese, i deputati hanno aggiunto delle esenzioni per le attività di ricerca e i componenti dell’AI forniti con licenze open source, a codice sorgente aperto. Vengono ulteriormente promossi i cosiddetti sandbox normativi, o ambienti di vita reale, istituiti dalle autorità pubbliche per testare l’intelligenza artificiale prima che venga implementata.

In materia di ChatGPT, i parlamentari puntano a rafforzare il diritto dei cittadini di presentare reclami sui sistemi di intelligenze artificiali e ricevere spiegazioni delle decisioni basate su sistemi ad alto rischio che incidono in modo significativo sui loro diritti fondamentali. Riformato anche il ruolo dell’Ufficio AI dell’Ue, che avrà il compito di monitorare l’attuazione del regolamento sull’AI.

Il regolamento specifica che il sistema di AI generativa dovrà rispettare i requisiti di trasparenza: per farlo, sono tenuti a rendere noto tramite una dichiarazione che “i contenuti sono stati generati dall’IA”. Questo permetterà di distinguere le immagini deepfake da quelle reali, contrastando anche la produzione e diffusione di contenuti illegali.

Victoria Calvo

Il Tezenis Summer Festival arriva a Messina: un’estate a ritmo di musica

Inizia domani, 16 giugno, la lunga e ricca estate che vedrà Messina palcoscenico di concerti ed eventi che faranno cantare, ballare e divertire i cittadini della città metropolitana pronti a scatenarsi a ritmo di musica: ad aprire le danze, il tanto atteso Tezenis Summer Festival.

Il Tezenis Summer Festival

Si svolgerà domani alle ore 20:00 in Piazza Duomo lo show musicale promosso da Radio 105 e dall’Amministrazione comunale nell’ambito del piano promozionale e di comunicazione “Messina Città della Musica e degli Eventi”. Lo spettacolo permetterà alle migliaia di persone che affolleranno la Piazza e le zone limitrofe di ascoltare le decine di artisti italiani e internazionali che durante la serata si esibiranno sul palco. Il festival sarà gratuito ma con capienza limitata a 9.400 persone. Inoltre, ingressi e uscite avverranno attraverso dei varchi prestabiliti.
A condurre lo spettacolo saranno Mariasole Pollio, attrice e conduttrice italiana che vanta ruoli di spicco in varie fiction tv (tra le quali Don Matteo) e che ha già condotto la scorsa estate il Coca-Cola Summer Festival; e Rebecca Staffelli, conduttrice e speaker radiofonica di Radio 105.

Rebecca Staffelli e Mariasole Pollio – fonte: Instagram

I cantanti

A esibirsi saranno volti noti e nuovi del panorama musicale italiano e non solo.
Tra gli artisti più attesi c’è sicuramente la “cantante del momento”: Annalisa. Venuta alla ribalta dopo la partecipazione al talent show Amici nel 2011, la cantante ligure sta vivendo il momento più splendente della propria carriera dominando le classifiche musicali con i brani Bellissima, Mon Amour e Disco Paradise, quest’ultimo cantato insieme al rapper Fedez e agli Articolo 31.

Annalisa – fonte: Instagram

Fermento anche per vedere e ascoltare artisti del calibro di Elettra Lamborghini e Rocco Hunt, ormai due figure di spicco del panorama pop italiano. Attesa anche per le esibizioni di Ana Mena, Emma, Capo Plaza, Irama, Rose Villain, Rkomi e molti altri che movimenteranno la serata con le loro hit.
A completare il tutto ci saranno anche le performance di alcuni dei grandi protagonisti dell’ultimo Festival di Sanremo: Colapesce e Dimartino, Rosa Chemical e Mr. Rain.
Spazio anche per alcuni volti emergenti come Piccolo G e Wax che hanno partecipato all’ultima edizione di Amici.

L’elenco completo: Alvaro de Luna, Ana Mena, Annalisa, Ava, Anna & Capo Plaza, Benji + Finley, Berna, Biondo & Astol, Colapesce Dimartino, Elettra Lamborghini, Emma, Federica, Il Pagante, Il Tre, Irama, Leo Gassman, Lorenzo Fragola & Mameli, Mr. Rain, Myss Keta, Piccolo G, Rkomi, Rocco Hunt, Rosa Chemical, Rose Villain, Silent Bob & Sick Budd, Wax.

Dopo Messina, le altre date del Festival saranno il 23 giugno a Paestum e il 30 giugno a Genova.
L’evento verrà trasmesso in diretta su Radio 105, Radio 105 TV (canale 66), app e live sui social di Radio 105.

Ordinanze e divieti

Mappa del centro storico di Messina. Fonte: geoplan.it

Alla luce della numerosa affluenza, come riportato dalla Gazzetta del Sud, in molte vie limitrofe Piazza Duomo vigerà il divieto di sosta, con zona rimozione coatta, dalle ore 15:00 di venerdì sino alle 2:00 di sabato e di transito veicolare, dalle 17:00 di venerdì sino alle 2:00 di sabato, nelle seguenti strade:
a) controviale sud di piazza Duomo, compreso tra via Università e corso Cavour;
b) via Università, nel tratto compreso tra via della Zecca ed il controviale sud di piazza Duomo;
c) via Venezian, nel tratto compreso tra via della Zecca ed il controviale sud di piazza Duomo;
d) corso Cavour nel tratto compreso tra le vie San Camillo e della Zecca;
e) tutta l’area di piazza Antonello;
f) via Loggia dei Mercanti nel tratto compreso tra via Colombo e corso Cavour;
h) via Colombo nel tratto compreso tra le vie Consolato del Mare e Loggia dei Mercanti;
i) via Consolato del Mare nel tratto compreso tra via Argentieri e piazza Antonello;
j) via Sant’Agostino nel tratto compreso tra piazza Antonello e via Oratorio della Pace.

Inoltre, il sindaco della città metropolitana, Federico Basile, tramite l’ordinanza n. 115 del 13 giugno 2023 ha vietato la vendita di bevande alcoliche superiori al 5% e la vendita di bevande o di qualsiasi altro prodotto in lattine e/o contenitori di vetro – di cui viene comunque vietato l’utilizzo anche se di provenienza personale – all’interno del perimetro di Piazza Duomo e nelle aree limitrofe. Il divieto scatterà dalle 19 di venerdì 16 giugno alle 01.00 di sabato 17 giugno.

L’estate in musica continua: RDS Summer Festival 2023

Il Tezenis Summer Festival non sarà l’unico evento musicale che si svolgerà in città durante l’estate. Infatti, il 21 e 22 luglio andrà in scena un altro festival: RDS Summer Festival 2023, che si svolgerà a Capo Peloro e porterà sul palco artisti del calibri di AKA 7even, Baby K, M¥SS KETA, Coma_Cose, Tommaso Paradiso e molti altri.

Fonte: rds.it

Altri concerti estivi a Messina

Non finisce qui! Il 4 luglio Tiziano Ferro si esibirà presso lo Stadio Franco Scoglio (San Filippo). Il 26 sarà la volta di Fabri Fibra che darà vita al suo show presso l’Arena Capo Peloro. Infine, il 30 luglio toccherà ai Pinguini Tattici Nucleari che, sempre al Franco Scoglio, si esibiranno nell’unica tappa del loro tour prevista in Sicilia.

Giuseppe Cannistrà