Il ruolo dell’Arte nell’educazione alla sostenibilità

La Sostenibilità: Una Sfida Urgente e Culturale

Oggi, il tema della sostenibilità rappresenta una delle questioni più urgenti e complesse del nostro tempo.

Eventi climatici estremi, scioglimento dei ghiacci, perdita di biodiversità, inquinamento diffuso sono tutti segnali che non possono più essere ignorati. Eppure, nonostante i dati scientifici siano sempre più allarmanti, il cambiamento procede lentamente.

Perché?

La sostenibilità non può essere solo una questione tecnica, fatta di normative, statistiche o tecnologie. È anche, e soprattutto, una questione culturale che richiede un cambio di mentalità.

Ha bisogno anche di narrazioni, di immagini, di emozioni: ha bisogno dell’arte. Perché è attraverso la cultura che possiamo costruire una nuova visione del futuro.

L’arte permette, infatti, di trasformare la percezione, educare allo stupore, ricordarci la bellezza e la fragilità del mondo naturale.

In un’epoca di overload informativo (sovraccarico di informazioni) e disconnessione emotiva, l’arte può riaccendere quel legame profondo con la natura che la modernità ha spesso reciso.

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Effetti del cambiamento climatico.
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La rappresentazione della natura nella storia dell’arte

La natura è sempre stata una delle protagoniste principali dell’arte. Fin dalle origini, l’essere umano ha sentito il bisogno di rappresentare il mondo naturale che lo circondava non solo per documentarlo, ma per dargli un senso, celebrarlo, o temerlo.

Già nelle pitture rupestri, decine di migliaia di anni fa, troviamo rappresentazioni della fauna: immagini potenti, spesso legate al rapporto spirituale e simbolico con la caccia e la sopravvivenza. Qui, la natura non è sfondo, ma protagonista assoluta.

Nel Rinascimento, la natura si fa armonia e ordine. Maestri come Leonardo da Vinci osservano piante, animali, paesaggi naturali contemporaneamente con occhio scientifico e artistico, rendendoli parti integranti delle opere.

Esempio emblematico è la pittura di Caravaggio, precursore del naturalismo pittorico, per la sua capacità di rappresentare la realtà con assoluta fedeltà e assenza di idealizzazione.

Con il Romanticismo, la natura esplode in tutta la sua forza. I paesaggi diventano espressione dello stato d’animo umano. Basti pensare ad opere come “Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich, dove la natura è immensa, sublime, a tratti minacciosa, specchio dell’infinito e dell’ignoto.

Anche gli Impressionisti celebrano la natura nella sua luce mutevole, nei suoi riflessi, nella vita quotidiana all’aperto, con l’intento di racchiudere emozioni autentiche.

Nel Novecento, la natura non è solo rappresentata: diventa materia. La Land Art è un movimento artistico in cui l’ambiente naturale è allo stesso tempo mezzo e messaggio.

Questa evoluzione della rappresentazione artistica della natura mostra quanto essa sia stata non solo fonte d’ispirazione, ma anche riflesso dei cambiamenti nel pensiero umano: da divinità temuta a risorsa da studiare, da bellezza da contemplare a organismo vivente da rispettare e con cui convivere.

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“Canestra di frutta”, Caravaggio, 1597-1600.
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Oggi: l’Arte come strumento di sensibilizzazione ambientale

Nel contesto attuale, segnato da emergenze ambientali sempre più evidenti, l’arte ha assunto un nuovo ruolo: non solo rappresentare la natura, ma anche difenderla.

Sono sempre più numerosi gli artisti che si fanno portavoce di una coscienza ecologica, usando il proprio linguaggio per porre domande, scuotere le coscienze, stimolare il cambiamento. È nata così una vera e propria corrente: l’eco-art, un’arte impegnata, che mette al centro il rapporto tra uomo e ambiente, spesso con un approccio critico e sperimentale.

Molti artisti, inoltre, utilizzano materiali di scarto o riciclati per sensibilizzare sul tema dei rifiuti.

Ci sono, poi, progetti partecipativi e comunitari, in cui l’arte diventa uno strumento per coinvolgere le persone in attività sociali volte a trasformare spazi degradati e generare una nuova relazione con il territorio.

In tutte queste forme, l’obiettivo è chiaro: rendere visibile ciò che spesso è invisibile, toccare corde emotive, creare consapevolezza. Perché l’arte, oggi più che mai, può essere un ponte tra la conoscenza e l’azione.

Perché, in fondo, ogni gesto sostenibile nasce da una domanda antica e semplice: che mondo vogliamo lasciare? E forse è proprio l’arte, ancora una volta, a suggerirci la risposta.

 

Antonella Sauta

Cinematic Beauty: Quando l’amore non teme la morte

Cinematic Beauty: quando l’amore va oltre la morte

Si sa, l’amore e il cinema sono un connubio da sempre vincente, ma noi vogliamo parlare della bellezza dell’amore che non teme la morte. Per farlo vi presentiamo tre pellicole con un cast stellare che dovreste assolutamente vedere: City of Angels con Nicolas Cage, Al di là dei sogni con Robin Williams e – ovviamente – Vi presento Joe Black con Brad Pitt.

Cos’hanno in comune City of Angels, Al di là dei sogni e Vi Presento Joe Black? Sono tre pellicole che parlano tutte d’amore, ma nel farlo affrontano una tematica spesso ingombrante quale la morte. Gli antichi greci credevano nel mito di Eros e Thanatos, la raffigurazione di quegli elementi primordiali contrapposti quali l’amore e la morte, in grado rispettivamente di creare la vita e di distruggere la vita. E le pellicole che abbiamo scelto infatti, seppur in modo diverso ci raccontano tutte della potenza e della forza di quegli elementi primordiali che si scontrano. Angeli, uomini e la morte stessa, tutti accomunati dall’amore che gli spinge ad abbracciare la vita e il dolore attraverso la morte e la mortalità per amare ciò che desiderano o ciò che hanno perso.

City of Angels (1998)

amore morte
City of Angels Regia di Brad Silberling Distribuzione Warner Bros

Seth (Nicolas Cage) è uno dei tanti angeli che vegliano sui tetti di Los Angeles. Sono creature divine destinate a vivere per sempre e che svolgono un compito necessario: traghettare le persone verso l’aldilà. Sono invisibili per gli esseri umani, almeno che non siano loro a scegliere di farsi vedere. Un giorno Seth, mentre si trova in una sala operatoria per un paziente che da lì a poco morirà, incontra e si innamora di Meggie (Meg Ryan). Meggie è un chirurgo che ogni giorno combatte contro la morte per salvare vite umane. Ed è qui che Seth, sceglierà di rinunciare al suo essere divino per diventare umano e poter cercare di conquistare Meggie e vivere tutte le sensazioni che genera l’amore in ciascun essere umano. Ma il destino non sarà benevolo con Seth che ben presto dovrà fare i conti con la morte oltre che con l’amore.

Al di là dei sogni (1998)

amore morte
Al di là dei Sogni Regia di Vincent Ward Distribuzione Universal Pictures

Chris (Robin Williams) e Annie (Annabella Sciorra) formano una famiglia piena di gioia e amore. Lui un medico, lei un artista che dipinge quadri e due figli felici. Un giorno però un tragico incidente porta alla morte di entrambi i figli. Quattro anni dopo quel sottile equilibrio che Chris e Annie erano riusciti a creare si spezza a causa della morte di Chris. Annie è distrutta, nel frattempo l’anima di Chris prende coscienza e capisce di trovarsi nell’al di là ma nonostante questo cerca di stare vicino ad Annie. Ma il dolore di Annie è troppo e decide di togliersi la vita. A quel punto l’anima di Chris è decisa a ricongiungersi con la sua amata, solo che lei è una suicida e la sua anima si trova all’inferno. Chris allora deciderà di intraprendere un viaggio quasi onirico tra inferno e purgatorio per cercare di salvare l’anima di Annie.

Vi presento Joe Black (1998) 

amore morte
Vi presento Joe Black Regia di Martin Brest Distribuzione Universal Pictures

William Parrish (Anthony Hopkins) è un ricco magnate, ha una famiglia che lo ama e tra pochi giorni compiere sessantasei anni. Sua figlia, Susan (Claire Forlani) sta vivendo un momento complicato, non è più sicura dei suoi sentimenti e ha paura di commettere un errore nello sposare il suo fidanzato. Una sera però un giovane, che dice di chiamarsi Joe Black (Brad Pitt), si presenta a casa Parrish. Questo giovane altro non è che la morte, venuta per avvisare William che la sua ora è vicina. La morte però ha scelto di assumere le sembianze di un giovane ragazzo morto in un incidente, che qualche giorno prima aveva preso un caffè con Susan. La morte e Susan sentono un’attrazione reciproca e finiscono per innamorarsi. Ma William conosce la vera identità di Joe Black e chiederà alla morte di interrompere questa storia con Susan.

Francesco Pio Magazzù

La consapevolezza sull’autismo: intervista al Centro di Barcellona

I momenti di sensibilizzazione nei confronti di tematiche importanti quali l’autismo, su cui oggi ci concentreremo, sono essenziali per creare un percorso di consapevolezza sociale, e non dovrebbero rimanere episodi a sé stanti, ma vanno comunque “sfruttati” al fine di lanciare dei messaggi importanti.

In previsione del 2 aprile, Giornata Mondiale per la consapevolezza sull’autismo, abbiamo approfondito una realtà che offre i propri servizi e contributi al nostro territorio da moltissimi anni: si tratta del Centro Dedicato per l’Autismo di Barcellona Pozzo di Gotto.

A questo proposito, abbiamo avuto il piacere di incontrare Claudio Passantino, Presidente e rappresentante legale della cooperativa “Progetto Dopo di Noi”, che gestisce il Centro Dedicato per l’Autismo di Barcellona Pozzo di Gotto, e Nica Calabrò, componente dell’Angsa Messina e referente della campagna “Sporcatevi le mani”, in collaborazione con “i Bambini delle Fate”.

Claudio Passantino:

Buon pomeriggio, grazie per aver accettato di svolgere questa intervista. Per iniziare, potrebbe fornisci una panoramica generale sui servizi che un centro per l’autismo offre?

Il Centro diurno dedicato per l’autismo è un centro in convenzione con l’ASP di Messina: le famiglie che si rivolgono a noi portando qui i propri figli con disturbo dello spettro autistico non devono sostenere alcun impegno economico per poter ottenere l’accesso all’interno del centro: l’accesso comporta due anni di trattamenti riabilitativi, alla fine dei quali i ragazzi vengono dimessi, a causa di una lunga lista d’attesa. In questo modo, c’è la possibilità per altri bambini e ragazzi di accedere ai nostri servizi.

Attualmente, oltre a questa realtà gestiamo anche un centro socioeducativo per l’autismo.

In sostanza, seguiamo complessivamente cento bambini e ragazzi con disturbo dello spettro autistico, provenienti da tutto il territorio della provincia di Messina, soprattutto la fascia tirrenica da Messina a Patti, incluso l’entroterra.

Una domanda apparentemente banale, ma essenziale: che cos’è l’autismo?

Il disturbo dello spettro autistico è un disturbo del neurosviluppo, che comporta una condizione di disabilità sin dai primi anni: di solito viene diagnostico entro i primi 18 mesi e dura per tutto il corso della vita.

Attualmente non ci sono possibilità di “guarigione”: si tratta di una condizione per la quale è possibile solo migliorare l’autonomia e lo svolgimento di alcune attività quotidiane al fine di facilitare la vita. Inoltre, bisogna considerare che vi sono tre diversi livelli di funzionamento.

In che modo il Centro supporta la socializzazione e l’inclusione delle persone con autismo nella società?

Questo è uno degli obiettivi che attualmente abbiamo previsto di poter raggiungere: la possibilità che i nostri ragazzi anche durante il periodo di trattamento riabilitativo possano acquisire competenze occupazionali, tant’è vero che abbiamo avviato un laboratorio d’arte dove i ragazzi sono impegnati a realizzare dei manufatti, dimostrando le loro capacità lavorative.

Oltre a questa attività, stiamo prevedendo di prendere contatto anche con aziende e imprese del territorio, che possano accettare la presenza di nostri ragazzi, che seguiti, istruiti, formati, durante la giornata impiegheranno tempo in un lavoro, per dare loro possibilità di avere un’occupazione.

Questo è il nostro obiettivo per i ragazzi: renderli presenti anche al di fuori della nostra realtà. Ma per far questo occorre creare cultura dell’inclusione dal punto di vista sociale e delle imprese.

Nica Calabrò:

Quanto è importante la visibilità esterna e la percezione sociale della consapevolezza dell’autismo?

Per quanto riguarda la percezione dell’autismo, credo che negli ultimi dieci anni si siano fatti tanti passi in avanti, perché attraverso i mass media, sia i social che i programmi televisivi, ci sono state diverse rappresentazioni del mondo dell’autismo, anche attraverso personaggi più noti.

Questo ha fatto sì che si cominciasse a conoscere la condizione autistica un po’ più da vicino. Ma gli stereotipi sono tanti rispetto al mondo dell’autismo: è più facile immaginare una persona autistica con un buon funzionamento e delle doti particolari, rispetto ad una persona autistica con problemi neurologici e con disabilità e difficoltà molto più importanti.

Il lavoro che cerchiamo di portare avanti è di far conoscere lo spettro dell’autismo nelle sue forme, rappresentando la diversità di ogni persona. La società deve essere formata, sensibilizzata, soprattutto informata.

Molto spesso le persone vengono discriminate: è una società che sta andando in direzione più individualista che di comunità e i nostri ragazzi incontrano molte difficoltà ad inserirsi in contesti collettivi.

E voi, vi ritenete visibili all’interno della comunità di appartenenza? La consapevolezza di cui parliamo è presente o, comunque, ci troviamo nella strada giusta da percorrere?

È chiaro che ci sia ancora molto da fare per il riconoscimento della condizione autistica. Però rispetto al passato certamente siamo sulla buona strada, poiché abbiamo meno “vergogna” di rappresentarla.

Noi ce la stiamo mettendo tutta perché i nostri ragazzi vengano accolti, e quindi promuoviamo tutta una serie di iniziative affinché gli sia data visibilità: dalla spesa al supermercato, alle attività di vita quotidiana nel contesto sociale, a delle esperienze di sport, dei cammini…

Nel mondo del volontariato, abbiamo difficoltà a trovare persone che ci aiutino, soprattutto della fascia giovanile. E questo potrebbe essere anche un appello al mondo universitario: per chi si dedica a percorsi di studi umanistici o nell’ambito della formazione, entrare in contatto con il mondo dell’autismo può essere un orientamento per il lavoro del futuro, oltre che per sviluppare una sensibilità diversa.

 

Gli appuntamenti di sensibilizzazione per i prossimi giorni sono due: il 29 marzo alle ore 18:00 a Barcellona Pozzo di Gotto presso il Parco Maggiore La Rosa si terrà uno stand informativo e saranno anche esposti i manufatti realizzati dai ragazzi nel laboratorio d’arte.

Il 5 aprile, invece, alle 16:30 presso la sede del Centro (Via Kennedy, 217; Barcellona P.G.), si terrà un incontro con le sessanta piccole imprese aderenti alla campagna “Sporcatevi le mani”.

Noemi Munafò

Trump e Zelensky: equilibri in bilico

Il catastrofico confronto

Si era concluso in maniera disastrosa l’incontro tenutosi il 28 febbraio scorso alla Casa Bianca presso lo Studio Ovale tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. I due, insieme al vicepresidente americano JD Vance, avevano tentato di discutere le condizioni che avrebbero potuto dare inizio delle trattative di pace per la guerra in atto tra Ucraina e Russia. Ma alla fine i toni si sono accesi, divenendo denigratori nei confronti del leader ucraino, accusato di non essere abbastanza diplomatico, addirittura un dittatore, e di non auspicare ad una vera pace per il proprio paese.

Il colloquio si era concluso con l’abbandono anticipato del suolo americano da parte di Zelensky, la mancata concessione delle terre rare e, di conseguenza, la mancata firma degli accordi.

Zelensky pronto alle trattative in virtù di un nuovo dialogo

Subito dopo, la notizia che aveva messo in agitazione tutto il mondo: l’America non avrebbe più fornito a Kiev le armi, e sarebbe saltata anche la condivisione di dati di intelligence da parte della Cia, come affermato dal suo capo John Ratcliffe. Tali pressioni probabilmente avevano l’obiettivo di “costringere” l’Ucraina ad accettare senza troppe pretese le condizioni americane, privandola delle sue difese.

Dunque, messo alle strette, Zelensky alla fine sembra cedere, dichiarando che il dialogo con gli Stati Uniti è stato ristabilito, e “molto presto” avverrà un nuovo incontro, in cui probabilmente i leader ridiscuteranno l’intesa sui minerali. Ad esortare il presidente ucraino affinché avvenisse un riavvicinamento era stato anche il primo ministro inglese Keir Starmer.

Sul social X Volodymyr Zelensky scrive: “Vogliamo tutti un futuro sicuro per il nostro popolo. Non un cessate il fuoco temporaneo, ma la fine della guerra una volta per tutte. Con i nostri sforzi coordinati e la leadership degli Stati Uniti, questo è del tutto realizzabile”, riferendo della telefonata avuta con il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Dmitry Peskov, portavoce di Putin, afferma che il Cremlino giudica ora positivamente il riavvicinamento di Stati Uniti d’America e Ucraina per le trattative.

Le reazioni dal mondo

Tutti i paesi europei, nel frattempo, stanno avviando un processo di mobilitazione compatto per correre al riparo.

Visto il cambiamento delle posizioni americane, il presidente francese Emmanuel Macron si è mostrato preoccupato, e nel suo discorso alla Nazione francese, sottolineando la pericolosità della Russia per la Francia e per tutti i paesi europei, ha invitato questi ultimi ad un “summit militare con chi vuole la pace”, affermando: “L’Europa rafforzi la difesa e sia più indipendente”.

A questo proposito, si è riunito nella giornata del 6 marzo il vertice europeo straordinario di Bruxelles sull’Ucraina e sulla difesa, per discutere il ruolo dei paesi europei nel progetto illustrato dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, confluito nel piano ReArm Europe, che prevede 800 miliardi di euro da investire per equipaggiare militarmente Kiev.

Noemi Munafò

L’arte della ceramica di Santo Stefano di Camastra

Storia

La cittadina di Santo Stefano di Camastra sorge come un ideale terrazzo sul Tirreno, incastonata tra i Monti Nebrodi e la dorata costa tirrenica.

La storia di Santo Stefano di Camastra si articola in tre fasi:

  1. Noma, antica civiltà di pastori e contadini;
  2. Stefano di Mistretta, casale sotto il controllo di Mistretta fino al XV secolo;
  3. e infine S. Stefano di Camastra, la città moderna.

In seguito a una frana avvenuta nel 1682, il Duca di Camastra fondò il nuovo centro abitato in una zona più costiera rispetto a quella precedente, seguendo un piano urbanistico ispirato a Versailles. Questo provocò un profondo mutamento sociale: gli stefanesi svilupparono nuove tradizioni , tra cui quella ceramista già presente in epoca araba. I vasai stefanesi segnarono profondamente la cultura locale, tanto da ispirare celebri autori siciliani come Luigi Pirandello e Vincenzo Consolo.

Santo Stefano di Camastra Fonte: https://www.google.com/url?sa=i&url=http%3A%2F%2Fwww.foto-sicilia.it%2Ffoto.cfm%3Fidfoto%3D140265%26citta%3Dsanto%2520stefano%2520di%2520camastra%26idfotografo%3D3054&psig=AOvVaw2YwGaKMBipYnQsQOTP3G-t&ust=1740410553328000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBYQjRxqFwoTCKD34-OM2osDFQAAAAAdAAAAABAi
Santo Stefano di Camastra
Fonte: https://www.google.com/url?sa=i&url=http%3A%2F%2Fwww.foto-sicilia.it%2Ffoto.cfm%3Fidfoto%3D140265%26citta%3Dsanto%2520stefano%2520di%2520camastra%26idfotografo%3D3054&psig=AOvVaw2YwGaKMBipYnQsQOTP3G-t&ust=1740410553328000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBYQjRxqFwoTCKD34-OM2osDFQAAAAAdAAAAABAi

Lo sviluppo della ceramica

Nel Settecento, l’incremento del commercio via mare portò gli abitanti del piccolo comune a dedicarsi alla produzione della mattonella maiolicata.

Assimilando le tecniche dei colori e degli smalti napoletani, durante tutto l’Ottocento diedero vita ad innumerevoli piastrelle che rappresentano una parte fondamentale della storia dell’arte siciliana e mantengono tutt’oggi una forte identità culturale.

Un elemento che favorì lo sviluppo di questa particolare forma d’arte fu la presenza nel territorio delle cave “Turrazza” e “Piano Elia”, oggi chiuse, ma dalle quali si estraeva una delle argille tra le migliori della Sicilia.

La produzione di ceramica inizia in concomitanza con l’evento calamitoso che distrusse il paese e costrinse gli abitanti a spostarsi in una nuova ubicazione più a valle. Dunque, i primi oggetti realizzati furono materiali per l’edilizia, come le tegole. Successivamente, l’argilla venne impiegata nella realizzazione di altri oggetti, tra cui le celebri Giare Stefanesi, particolarmente apprezzate in quanto potevano raggiungere dimensioni molto più elevate delle altre presenti nel resto della Sicilia e d’Italia. Questa peculiarità, nella società agricola dell’epoca, rese la giara il prodotto di punta della produzione stefanese.

Accanto alla produzione tradizionale, si sviluppò gradualmente un’artigianalità sempre più diversificata, comprendente oggettistica varia e immagini sacre, contribuendo così a consolidare la fama dell’arte ceramica stefanese.

Santo Stefano di Camastra Fonte: https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fjp.pinterest.com%2Fpin%2F312929874104477659%2F&psig=AOvVaw1VYWrJ9eKV1sMIvPH_lCaE&ust=1740410960397000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBYQjRxqFwoTCOjHkKiO2osDFQAAAAAdAAAAABAJ
Ceramiche di Santo Stefano di Camastra
Fonte: https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fjp.pinterest.com%2Fpin%2F312929874104477659%2F&psig=AOvVaw1VYWrJ9eKV1sMIvPH_lCaE&ust=1740410960397000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBYQjRxqFwoTCOjHkKiO2osDFQAAAAAdAAAAABAJ

La ceramica oggi

La ceramica di Santo Stefano di Camastra è profondamente intrecciata con la sua identità culturale, rappresentando non solo un’attività economica centrale, ma anche un simbolo della storia e delle tradizioni della comunità locale.

Riconosciuta a livello internazionale, la produzione stefanese diventa simbolo della qualità Made in Italy e permette al territorio di godere dei suoi benefici, tra cui il turismo.

Il Museo della Ceramica, ospitato nel Palazzo Trabia, funge da custode di questa eredità culturale, esponendo opere che testimoniano l’evoluzione stilistica e tecnica della ceramica locale. I numerosi eventi comunali come “l’inceramicata”, una variante locale dell’infiorata, evidenziano come la ceramica sia parte integrante delle celebrazioni e delle tradizioni del luogo.

La presenza di numerosi laboratori artigianali e botteghe nel territorio sottolinea l’importanza della ceramica nella vita quotidiana degli abitanti. Questa produzione artigianale non solo sostiene l’economia, ma rafforza anche il senso di appartenenza e l’orgoglio comunitario, rendendo Santo Stefano di Camastra un punto di riferimento per l’arte ceramica in Sicilia.

Oggi, Santo Stefano di Camastra è un vero museo a cielo aperto, dove l’arte delle ceramiche decora strade, palazzi e piazze.

Inceramicata di Santo Stefano di CamastraFonte: https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.buongiornoceramica.it%2Feventi%2Finceramicata-2%2F&psig=AOvVaw3c9Yr8PLdRrCDXgN-CbWBq&ust=1740409290442000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBYQjRxqFwoTCKCJn4eI2osDFQAAAAAdAAAAABAE
Inceramicata di Santo Stefano di Camastra

Fonte: https://www.google.com/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fwww.buongiornoceramica.it%2Feventi%2Finceramicata-2%2F&psig=AOvVaw3c9Yr8PLdRrCDXgN-CbWBq&ust=1740409290442000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBYQjRxqFwoTCKCJn4eI2osDFQAAAAAdAAAAABAE

 

Fonti:

https://comune.santostefanodicamastra.me.it/amministrazione/luogo/bellezze-naturali/

https://comune.santostefanodicamastra.me.it/wp-content/uploads/2019/02/la_citta_del_duca.pdf

https://comune.santostefanodicamastra.me.it/wp-content/uploads/2019/02/ATLANTE_COMPLETO.pdf

 

Antonella Sauta

Messina Music Contest: Ademara Di Nuzzo vince la terza edizione

Anche quest’anno si è concluso il Messina Music Contest, l’evento firmato Crescendo Incubatore che dà spazio ai giovani artisti emergenti di Messina e provincia. Lo scorso 20 dicembre, al teatro Palacultura di Messina è calato il sipario sulla terza edizione del MEMU, dopo una serata all’insegna dell’arte, creata dai giovani per i giovani.

Aperto a concorrenti dai 15 ai 35 anni, il Messina Music Contest ha messo in palio per il primo classificato un premio di 1.500 euro erogati sotto forma di servizi da investire per fare fiorire la propria vocazione artistica. Ma non finisce qui, quest’anno è stata stipulata una collaborazione con la casa discografica Tuma Records che permetterà ai vincitori di esibirsi durante i loro concerti estivi.

Messina Music Contest
Concorrenti della terza edizione del Messina Music Contest – foto: UniVersoMe

MEMU 2024: le esibizioni

In apertura Lele Collufio e Annalaura Princiotto con le cover di “Scrivile Scemo” e “Malavita”, accompagnati da coreografia curata dalla scuola StudioDanza hanno dato inizio alla kermesse. Segue la presentazione dei conduttori: Luca Famà, presidente di Crescendo Incubatore, Lele Collufio e Annalaura Princiotto, che hanno curato i ringraziamenti all’amministrazione e all’assessore alla Giunta Comunale Liana Cannata.

Messina Music Contest
I presentatori del Messina Music Contest: (da sinistra) Lele Collufio, Luca Famà, Annalaura Princiotto

Grandi applausi anche per la giuria, composta da Giuliana Triscari, Carmelo Puliatti, Giuseppe Belnome, Nicola Cassata, Mariangela Bonanno, Valerio Bella e Marco Germanotta.

Messina Music Contest: la scaletta

La scaletta della serata ha visto susseguirsi 15 artisti, in ordine di comparsa:

  • Manua con l’inedito “Amunì
  • Fabio Giacoppo con una cover di “We can’t be friends (wait for your love)” di Ariana Grande
  • sonomole con l’inedito “La storia mia
  • Elena con l’inedito “Cose che ancora non so
  • Carol con l’inedito “Inciso
  • Ademara Di Nuzzo con la cover di “Due Vite” di Marco Mengoni
  • Noelle con l’inedito “Piccolo cuore sporco
  • Carmelo De Luca con il brano “Preludio op.23 n.5 (in Sol minore) di Sergej Rachmaninov
  • Irene e Antonio con l’inedito “Irene
  • Kushy con l’inedito “Disgusting
  • Chiara Milioti con l’inedito “Giromondo
  • A.L.A.N Orchestra con l’inedito “Life Moments” (di Giuseppe Lisa)
  • V I C K con l’inedito “Silly dance (the itch)”
  • Tommaso Malatesta con l’inedito “Mediterraneo

Prima dell’inizio delle votazioni un intervento di Elisabeth Fazio, giovane attrice del liceo classico Maurolico, che ha proposto un suo monologo originale.

Le classifiche e i finalisti

Tra riflessioni e messaggi sociali, barzellette e persino una partita di sette e mezzo che ha coinvolto anche il pubblico, ecco il momento delle classifiche:

La top 5 della giuria con:

  • 1° posto per Ademara Di Nuzzo
  • 2° posto per Elena
  • 3° posto per Carmelo De Luca
  • 4° posto per A.L.A.N Orchestra
  • 5° posto per V I C K

La top 5 del pubblico con:

  • 1° posto per Ademara Di Nuzzo
  • 2° posto per Manua
  • 3° posto per Tommaso Malatesta
  • 4° posto per Valeria
  • 5° posto per Carmelo De Luca

Alla fine, l’unione delle due precedenti classifiche ha decretato i tre finalisti, che si sono esibiti una seconda volta:

  • 1° finalista – Ademara Di Nuzzo con “Tanto poi
  • 2° finalista – Elena con “Young and Beautiful” di Lana del Rey
  • 3° finalista – Carmelo De Luca con “Sonata op.2 n.1 (in Fa minore) – IV movimento “Prestissimo” (4:15) di Ludwig van Beethoven

Dietro le quinte, tra il fermento e il via vai degli artisti, c’eravamo anche noi per porgli qualche domanda a caldo, mentre intanto il pubblico attendeva la classifica finale ascoltando ancora la voce di Annalaura Princiotto: prima una cover di “La Rondine” dell’eterno Pino Mango, finendo con il brano originalePettina i Serpenti”.

Messina Music Contest
Ademara Di Nuzzo (a sinistra) vince la terza edizione del Messina Music Contest

I premiati del Messina Music Contest

La serata si è conclusa con la premiazione e i ringraziamenti a partecipanti e collaboratori:

  • 1° classificato – Ademara Di Nuzzo
  • 2° classificato – Elena
  • 3° classificato – Carmelo De Luca
  • Premio Crescendo Incubatore – sonomole
  • Premio al miglior inedito – Ademara Di Nuzzo con “Tanto poi”, cui verrà data l’opportunità di essere trasmessa su Radio Taormina
  • Premio alla miglior padronanza tecnica – A.L.A.N Orchestra
  • Premio alla miglior interpretazione – V I C K 
  • Premio Filia Fest – Chiara Milioti e Ademara Di Nuzzo 

Ascolta le nostre interviste ai partecipanti qui.

 

 

Carla Fiorentino

 

Il Gladiatore 2 è l’ennesimo flopbuster?

Il Gladiatore
“Il Gladiatore 2 è un’operazione azzardata di cui forse non c’era davvero bisogno, con uno sviluppo piuttosto prevedibile e abusi di cgi, ma al di là degli scivoloni, ha la stoffa di campione d’incassi anche grazie al suo cast stellare.” Voto: 3/5

Ventiquattro anni dopo l’uscita de Il Gladiatore, Ridley Scott consegna al pubblico il seguito del peplum che ha definito la sua carriera e ha ispirato blockbuster del calibro di Troy e videogiochi come God of War, e non per nulla vincitore di 5 premi Oscar nel 2001. 

Si affida a un cast stellare: Paul Mescal, Pedro Pascal, Denzel Washington, Connie Nielsen e Joseph Quinn sono sicuramente nomi di grande attrattiva per il pubblico, infatti Il Gladiatore 2, è uscito solo il 14 novembre scorso ed è già leader dei box office mondiali. Ma c’era davvero bisogno di un sequel?

Sinossi

Anni dopo aver assistito alla tragica morte di Massimo Decimo Meridio per mano  di Commodo, Annone si trova a combattere nel Colosseo come bottino di guerra del generale Acacio, fidato degli imperatori gemelli Geta e Caracalla. Come Massimo, ciò che cerca è la vendetta, e con il destino dell’Impero appeso a un filo, riscopre nel suo passato la forza e l’onore necessari per riportare la gloria di Roma al suo popolo e vincere i giochi di potere dilaganti nella politica imperiale.

Denzel Washington: il suo Macrino è il self made man del sogno americano

In tutta onestà, sembra che ci sia solo un personaggio a muovere davvero la narrazione: il Macrino di Washington è il personaggio più eversivo della pellicola.

Macrino è la personificazione del “sogno di Roma” e parallelamente il self made man del “sogno americano”: partito dalla servitù e arrivato al consolato. Questo parallelismo sottile tra i subdoli giochi di potere della Roma antica e la politica statunitense odierna, effettivamente, aleggia per tutto il film, e l’interpretazione di Washington odora già di Oscar.

Il Gladiatore
Denzel Washington in una scena de “Il Gladiatore 2” di Ridley Scott, Eagle Pictures (2024)

Il Gladiatore 2 : ennesimo “flopbuster” per Ridley Scott?

Per tutto il Gladiatore 2 riecheggia un grido di rivoluzione, ma mai si era vista una rivoluzione tanto semplice: gli imperatori si spodestano praticamente da soli, Annone si convince del suo destino nel tempo di un cambio di scena, Acacio e Lucilla mettono in atto un colpo di stato approssimativo, iniziato e fallito nel giro di pochi frame.

Per il resto, la pellicola è piuttosto prevedibile, tra usi e abusi di CGI nelle scenografie, scimmie mangiatrici di uomini, squali che nuotano nel Colosseo, un Acacio che muore martire alla San Sebastiano, interi eserciti che si fermano ad osservare inermi il duello finale, “legge del più forte” e massime morali. La scelta di rappresentare un oltretomba medievale contrasta col contesto. Vediamo una morte incappucciata raggiungerlo in una sequenza subacquea che, a dire la verità, sembra un p0′ una pubblicità. Forse preferivamo il sogno di Roma quando era ancora un sogno.

Il Gladiatore
Una scena dal film “Il Gladiatore 2” di Ridley Scott (2024)

I veri eroi del Gladiatore 2 stanno dietro la cinepresa

Al di là degli scivoloni, truccatori e costumisti risultano impeccabili e condividono grandi meriti con gli scrittori .

In mancanza di un catalizzatore forte come il Massimo Decimo Meridio di Russell Crowe, si è giocato molto sulla moltiplicazione: le caratteristiche prima proprie solo di Massimo, sono qui distribuite tra Annone e Acacio. Anche Commodo viene duplicato attraverso Geta e Caracalla. 

Il film è sia speculare che antitetico a quello originale, che finiva nei Campi Elisi con la mano di Massimo che accarezza le spighe di grano, qui invece quel grano è stato raccolto da Annone e simboleggia il passaggio di testimone tra padre e figlio. 

I colori sono ad alto contrasto: dal giallo ocra della Numidia all’oro e al nero che circonda le facce pallide degli imperatori in Senato. La scelta di rappresentare le naumachie che, per davvero, avevano luogo nel Colosseo ai tempi del fasto di Roma e le citazioni intrise di letteratura classica, sono poi delle chicche che, squali a parte, meritano plauso.

Il Gladiatore
(da sinistra) Pedro Pascal e Joseph Quinn in una scena de “Il Gladiatore 2” di Ridley Scott, Eagle Pictures (2024)

C’era davvero bisogno di un sequel de “Il Gladiatore”?

Si tratta di un’operazione azzardata di cui forse non c’era davvero bisogno, ma che si allinea con la tendenza dell’ultima fase della carriera di Scott: con House of Gucci e Napoleon, il regista resta sempre in equilibrio sul sottilissimo confine tra epico e ridicolo volontario. 

Dopotutto, segue anche il vizio più recente tra i prodotti hollywoodiani: l’industria dell’intrattenimento americana non si è mai davvero ripresa dalla “existential crisis” cominciata con la pandemia, che è diventata quella di un modello economico intero e di una Hollywood che prende sempre di più le sembianze di un’industria qualsiasi. Al momento, proporre soggetti nuovi resta un rischio, e perciò si punta sul riproporre nuove avventure di personaggi già noti, di flopbuster in flopbuster.

Ma in fondo, a Hollywood funziona così da sempre, un periodo di crisi è allo stesso tempo conseguenza e premessa di una serie di successi, dopo una vecchia Hollywood ne verrà sempre una nuova e la ricchezza generata dal cinema commerciale, finanzierà quello artistico. 

 

Carla Fiorentino

Il Museo MAXXI di Roma aprirà una sede in riva allo Stretto di Messina

Messina ospiterà il Polo della creatività del Mediterraneo. Questo è quanto emerso lunedì 23 ottobre dall’incontro tra il sindaco della città Metropolitana Federico Basile e il presidente della Fondazione MAXII Alessandro Giuli, alla presenza del direttore generale del comune Salvo Puccio.

Federico Basile - fonte: Instagram
Federico Basile – fonte: Instagram

La firma

Dopo i primi contatti e gli accordi stabiliti dal Protocollo di Intesa firmato a Roma lo scorso 20 luglio tra Comune, Università di Messina e la fondazione sopracitata, è stata resa ufficiale la realizzazione di una sede distaccata del Museo delle Arti contemporanee di Roma, importantissima realtà italiana ed europea che ospita mostre di arte, architettura, design e fotografia, ma anche progetti di moda, cinema, musica, performance di teatro e danza.

Il distaccamento, voluto fortemente non solo dal presidente Giuli ma anche da Fabio Longo, consigliere del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, e dal Senatore della Lega Nino Germanà, sorgerà in due zone distinte della città. L’atto integrativo prevede, infatti, la creazione di un distaccamento nei pressi di Torre Faro, precisamente nell’edifico di archeologia industriale noto come “Torri Morandi” di proprietà del Comune dal 2021, e a Villa Pace, edificio storico risalente al 1853, di proprietà dell’Università.

Il progetto

La realizzazione del MAXII Med sarà possibile grazie ai fondi messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e rientrerà nel finanziamento per il Piano Urbano Integrato. Il costo si aggirerà intorno agli 8 milioni di euro. La Fondazione MAXXI si farà carico dello studio preliminare per definire il progetto museale da realizzare e avrà l’edificio in comodato d’uso per 15 anni.

I lavori del polo, che sarà dedicato alla scena artistica contemporanea del Mediterraneo e delle culture dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum e  punta a divenire un punto d’incontro tra Europa, Maghreb e Medio Oriente, facilitando il dialogo interculturale e formando nuove professionalità di settore, dovrebbero concludersi entro la fine del 2025, anche se durante l’incontro avvenuto nel Salone delle Bandiere, a Palazzo Zanca, vi è stata la promessa di impegnarsi affinché terminino nel minor tempo possibile.

Torri Morandi – Fonte: gazzettadelsud.it

Le parole dei protagonisti

Il sindaco Federico Basile si è detto molto contento della realizzazione di tale progetto, dichiarando che:

Questa collaborazione è molto importante, è una grande opportunità per tutta l’area di Capo Peloro e per la città che ribadisce il ruolo strategico. Si tratta di una operazione che rientra nell’ambito degli interventi di rigenerazione urbana finalizzata a trasformare il volto della città e della provincia in una visione di lungo termine, attraverso la nascita di un centro di ricerca e di formazione per le nuove professionalità nel settore della cultura per restituire a Messina il ruolo di baricentro del Mediterraneo.

Anche Giuli ha espresso la propria felicità per l’accordo raggiunto, affermando:

Ringrazio Messina e l’invito che l’Amministrazione comunale ha rivolto al MAXXI, nell’ottica della volontà del Museo nazionale delle arti del XXI secolo di irradiare la propria azione a livello internazionale. Per questa ragione non potevamo non essere qui, perché il MAXXI del Mediterraneo non può non nascere proprio a Messina, capitale naturale del Mediterraneo. La firma di oggi è la prova di quanto crediamo in questo progetto.

Infine, anche il senatore della Lega Nino Germanà ha rilasciato parole di ringraziamento per coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto:

Un grazie al sindaco della città metropolitana di Messina, Alessandro Basile, e a Salvatore Cuzzocrea, (ex rettore dell’Università, ndr,) per aver colto questa opportunità. Avanti così collegando la Sicilia all’Europa: questo è il potere delle infrastrutture e dell’Italia del sì.

L’attesa

Adesso non resta che attendere la realizzazione del progetto ufficiale e l’apertura dei cantieri che avranno il compito di dare alla luce questo nuovo Polo museale che diverrà una vera e propria attrazione per tutto il Mediterraneo.

Giuseppe Cannistrà