Al via la Scuola di Liberalismo

Oggi si è svolta la  conferenza stampa nella Sala Senato dell’Ateneo per la presentazione della Scuola di Liberalismo Fondazione Einaudi, un corso di formazione politica e culturale organizzato in collaborazione con Unime, giunto all’ottava edizione.
Il corso si svolgerà presso l’Aula Magna dell’ex Facoltà di Economia e sarà diretto e coordinato dai professori Giuseppe Gembillo e Pippo Rao, rispettivamente direttore scientifico e generale della Scuola di Messina.
In totale sono state previste 18 lezioni, da due ore ciascuna, articolate nel periodo compreso fra aprile e giugno. Relazioneranno sia docenti interni che ospiti esterni.
Il 3 aprile il primo appuntamento.
La Scuola, presieduta dal prof. Giuseppe Benedetto, è sorta a Roma nel 1988 e ha finora svolto la sua attività in quattordici città d’Italia, tra cui appunto Messina.
Le finalità del corso annuale sono state presentate dal prof. Gembillo: “L’obiettivo è quello di offrire ai giovani ciò che possiamo considerare il vanto della cultura occidentale, ovvero il liberalismo, erede della democrazia ateniese, della filosofia della ragione, dei valori tradizionali, dell’etica cristiana, dei principi del diritto romano in cui il cittadino è inviolabile”.
Il professor Pippo Rao, il quale ha evidenziato la collaborazione e il patrocinio, oltre che dell’Università di Messina, della Fondazione Bonino-Pulejo e di sei ordini professionali.
Alla conferenza stampa è intervenuto anche il Responsabile delle Relazioni Istituzionali della Fondazione Einaudi, Edoardo Milio, sottolineando “la soddisfazione per la risposta incisiva delle istituzioni in merito all’iniziativa”.
Le lezioni si svolgeranno il lunedì e il giovedì dalle ore 17 alle 19. Sono incontri destinati a tutto il territorio.
Chiunque vorrà iscriversi potrà farlo scrivendo a www.scuoladiliberalismofle.it.
La formalizzazione e il versamento del contributo per le spese (€ 30, comprensivi del libro degli appunti delle Scuole precedenti) avverranno alla prima lezione utile.
Gli iscritti, che abbiano seguito almeno 12 lezioni, riceveranno l’attestato di frequenza e i crediti formativi stabiliti dai Dipartimenti Universitari e dagli Ordini Professionali.
I partecipanti di età inferiore ai 32 anni potranno, inoltre, concorrere a 3 borse-premio messe in palio da vari enti. La prima, intitolata a Paolo Magaudda, del valore di € 500, offerta dalla Fondazione Luigi Einaudi; la seconda, del valore di € 500, stanziata dall’Ordine dei Notai di Messina; la terza, di € 500, concessa dal Coordinamento messinese della Fondazione Luigi Einaudi.

 

Arianna De Arcangelis

Mi sento un po’ l’apprendista stregone

E’ dura, non è semplice. Avere 21 anni, intendo. Gli acciacchi si fanno sentire, non riesco più a giocare due partite di calcetto nella stessa settimana, se starnutisco 4 volte di fila già mi vedo protagonista del prossimo funerale dentro la chiesa di San Luca e se salgo gli scalini a due a due mi ci vuole un trapianto di cuore arrivato in cima (e si parla di superare un piano). Non ho l’età, potrei dire, ma non la sento neanche addosso. Studio, ed a volte lavoro, e già mi basta per arrivare ko al venerdì, per poi passare un weekend da brivido tra tisana al finocchio (anche allo zenzero se mi sento ispirato) e biscotti pronto per una carrellata davanti Netflix.

Anche se a dire il vero, così vecchio non sono mai stato, o meglio, non mi ci sono mai sentito ai tempi della scuola, per intenderci, quando credevo che avere 20 anni e seguenti, anche avere 18 anni per dirla tutta, significasse una sola cosa: indipendenza economica. Si ero uno di quelli che appena terminato il liceo si vedeva con il portafogli non dico gonfio ma comunque mediamente pieno, capace di gestire le spese e magari ricamarci anche sopra. Quando ero adolescente mi chiedevo come fosse possibile che amici di 19, 20 o più anni prendessero uno stipendio di 500 o 600 euro e arrivassero a dire “non mi è rimasto un soldo sto mese”. Conseguito il diploma presi di faccia la realtà, nel senso, proprio sul muso. Per iscrivermi all’università la mia famiglia strinse la cinghia per pagare iscrizione, tasse e libri. Decisi quindi di dare una mano e risposi ad un annuncio. “Cercasi apprendista in azienda di smistamento prodotti farmaceutici per controllo ordini”, in sostanza, volevano qualcuno che spuntasse la lista di controllo di ogni carico di medicine arrivato in città per portarli poi nei vari esercizi. Mandato il mio curriculum ricevetti secca una risposta “cerchiamo un’apprendista ma vorremmo avesse almeno fatto una minima esperienza”.

Certo, “cercasi auto massimo km 150.000 però la volevamo più bassa di 150.000 quindi la tua non me la compro”, ma allora che scrivi 150.000 km? Presi atto del tutto e cominciai a studiare all’università per poi finire a lavorare nel campo in cui mi sentivo più a mio agio: il giornalismo. Era facile. “Vorrei scrivere per voi”, si, e la paga? “Non posso retribuirti se non hai il tesserino”. Tu volere cammello? E allora ti tocca lavorare sodo, gratis, per poi essere assunto, per poi essere pagato poco e poi continuare a pagare tu per prendere un altro tesserino, per diventare professionista e proporti ai giornali per una retribuzione sana che al mercato mio padre comprò. Il giornalismo diventò un hobby e passai a fare il blogger per un sito che pagava “a provvigione”: più visualizzazioni più soldi, ma senza un minimo di 12000 occhi puntati sul mio articolo, non scattava il pagamento. Iniziai, non avevo niente da perdere, ma non sbarcai mai effettivamente, riuscivo a fare bei numeri, ma per la misera paga di 1,50 € al mese, vista la concorrenza. Lavorai anche per un sito dove era possibile mettere in vendita ciò che si scriveva ma dove non vi era pubblicità (toccava informare gli acquirenti attraverso messaggi privati) ed i diritti d’autore sparivano nel momento in cui tutto veniva messo online: io scrivo per te, tu lo compri, ci metti il tuo nome e mi paghi. Anche lì, per le difficoltà di gestione (avevo 19 anni), non si cavava un ragno dal buco.

Arrivato a 20 anni mi capitò addirittura, lungo il cammino, di vendere entrate nelle discoteche ma a Messina, specialmente, tutti PR, dj, fotografi e modelle, quindi capite quanto il campo economico fosse già pieno di avventori. Rimediavo il mio pass, qualche drink ma finiva lì. Ho anche indossato le cuffie di un call center ma anche qui si, c’è un fisso, ma senza vendere almeno un tot di contratti telefonici non c’è lo stipendio, e già far spendere un euro alle persone è complicato, figuriamoci proporre pacchetti da 10 o 15 € per le schede telefoniche. Quest’estate ho iniziato a lavorare per un ditta di trasporti, un impiego massacrante visto il caldo torrido di luglio, ma per fortuna mediamente remunerativo, l’intesa poi terminò per tagli al personale, nonostante la paga non fosse chissà cosa (a due cifre ed uno 0, e no, la mezza piotta non la si raggiungeva). Sono poi finito a fare il cameriere ma anche lì, tra impegni universitari ed altri impieghi finì per mollare, o meglio, finì per essere costretto a mollare. I curriculum che ho inviato non li ho più contati, ma la risposta non è mai stata tanto differente da quella sopra. “Cercavamo una figura come lei, se solo avesse avuto più esperienza”, “Purtroppo cerchiamo qualcuno da formare ma che già sia un po’ formato, mi spiego? (no fratello stai a pezzi)” e via dicendo. La verità è che Messina in particolar modo, ma in generale questo paese, non è affatto un paese per giovani, i fratelli Coen qui avrebbero avuto qualche problema con il titolo del loro film (chi capisce la citazione è evidentemente disoccupato perché ha tempo di guardare film tipo all day all night).

E allora che ho fatto, niente, mi sono adattato, sto facendo la mia esperienza: con 37 di febbre sono ko, al quarto starnuto mi si stacca il bypass, prendo l’ascensore per fare un piano, le partite di calcetto le commento da fuori il prato e, soprattutto, se cerco di costruirmi un curriculum mi viene risposto che sono troppo giovane. Ho deciso, comincio a fare esperienza così, diventando vecchio, stando sul divano, rimanendo ad invecchiare in una nazione che su di me non ci ha scommesso mai, che su di voi non ci ha scommesso mai, che ci rinchiude in bandi che richiedono peculiarità che non tutti possono avere (perché non tutti possono permettersele) o che ci vuole attivi ma a provvigione, che ci vuole apprendisti ma con esperienza. Non so voi, ma io l’unico apprendista a cui somiglio è l’apprendista stregone, tanto spaventato da ciò che può fare che è sempre convinto che non sia abbastanza e, per questo, rinuncia a tutto, muove le scope a caso e spera che qualcosa accada. Vi lascio, che a 21 anni stare troppo al computer mi fa bruciare gli occhi da morire.

Claudio Panebianco

Abbatti Lo Stereotipo- Gli studenti di Farmacia

Passano le settimane e i nostri viaggi tra i vari dipartimenti continua. Vento in poppa, noi, paladini della giustizia, non ci fermiamo mai.  Con le nostre tutine in silicone e i mantelli che si trascinano tutta la lordìa dei marciapiedi, prendiamo a pugni gli stereotipi di tutto il mondo abbattendoli per sempre.

E oggi, studenti e studentesse di ogni dove, abbattiamo gli stereotipi sugli Studenti in Farmacia.

 

  • Sei un po’ in ritardo, dunque? Farmacia è 3 anni.

‘’Veramente sarebbero 5 gli anni, Farmacia è una magistrale, sono assolutamente in corso.’’

“SE VABBE’.”

Ma se vabbè cosa, ignorante e troglodita? Allora, ve lo diciamo chiaro e tondo una volta per tutte: FARMACIA È CINQUE, C-I-N-Q-U-E, five, cinq, cinco, vyf (detto in africano antico, secondo google traduttore) ANNI. Ci sono, ovviamente, i corsi di specializzazione, i master, i dottorati e tutto quanto ma sono cinque lunghi, temibili, estenuanti anni.

Chiaro il concetto? Noi lo facciamo per voi, prima che uno studente in farmacia vi stacca gli occhi e decide di vedere cosa succede se prova ad adeguarli alla funzione di supposta.

 

  • Ma quindi la tua più grande aspirazione è fare il commesso?

E la tua più grande aspirazione, invece, è alitare in giro senza un motivo apparente? Ora, analizziamo la cosa per bene. Se la mia più grande aspirazione fosse fare il commesso, fermo restando che è pur sempre un lavoro e quindi, come tale, santo e benedetto; SECONDO IL TUO CERVELLINO DA SCIMMIA RIMBAMBITA, avrei studiato tutto questo tempo?

Per dire, eh.

Con tutto il rispetto, avrei mandato a 18 anni il curriculum da Zara e bon. Fine.

Avete idea delle conoscenze che bisogna avere per gestire e lavorare in una farmacia? Per potere vendere determinati prodotti, sì anche cosmetici, o determinati farmaci? (veramente nemmeno io l’avevo, ecco la bellezza DELL’INFORMAZIONE, scimmiette adorate)

Avete idea che bisogna conoscere le molecole che compongono ognuno di essi, le loro funzioni e i loro effetti collaterali o di interazione, prima di venderli ad un cristiano?!

O pensate che ci si limita a dare scatole ad muzzum? E certo, no? Tanto, se ti do il viagra per combattere la diarrea è la stessa cosa.

 

  • Aaah, ma quindi sei ricco, hai una farmacia!

Beh, no, non si ha per forza una farmacia. E quando si dice questo, ‘’no, non ho una farmacia’’, il seguito del discorso è il punto 2.

Sicchè, l’ebete di turno, dalla sua genuina ignoranza, chiede ‘’e cosa ci fai allora, con la laurea?’’

Coriandoli. Sono un appassionato del carnevale quindi mi diletto a prendere lauree a caso così da poter trasformare libri, tesi e pergamene in coriandoli.

CI FARO’ ALTRO, NO? Avete mai sentito parlare di informatore farmaceutico? Dei rappresentati? O di farmacia clinica? Avete presente quelle grandi strutture dove dentro ci stanno le persone malate che hanno bisogno di farmaci? Pensate, forse, che c’è un grande Dio che li sparge a ondate dal cielo? Oppure, i ricercatori? La formula ‘’studi condotti sui topi’’, non vuol dire che sono i topi a sperimentare nuove molecole, giusto per essere chiari.

(ma anche se avessi una farmacia e fossi ricco sfondato, mi chiedo quanto devo aspettare prima che ti fai i c***i tuoi)

  • Perciò ve lo insegnano a leggere la scrittura dei medici?

Ovvio. C’è una materia che si chiama ‘’Medichese’’ e, allegato, il vocabolario medichese- italiano e italiano- medichese.

Questa domanda è proprio la battuta dell’anno. Decine e decine di simpaticoni pensano che sia il modo più simpatico per rompere il ghiaccio. Perché è, per noi tutti, TERRIBILMENTE DIVERTENTE passare ore a decifrare la scrittura di quei colleghi COSI’ PIGRI da non avere nemmeno la decenza di scrivere un minimo per bene.

No, loro si stancano, sono di fretta e quindi fanno 4 segni. E bisogna capirli. E, NO, non lo insegna nessuno a decifrarli, se non il sudore freddo che scorre dietro il collo le prime volte, con il terrore di dare al paziente l’augumentin invece che il losartan.

 

  • Un giorno, quindi, potrai passarmi i farmaci ‘’BUONI’’ sotto banco?

Quel giorno ti passerò un farmaco tanto buono che non ti sveglierai mai più.

 

Elena Anna Andronico

Scivolone CUS

Nella diciassettesima giornata del campionato di Terza Categoria di Messina, un poco concentrato e tanto disattento Cus Unime subisce uno sgambetto casalingo ad opera del Casalvecchio. Una sconfitta a domicilio per gli universitari che costa la seconda posizione in classifica e che consente al Casalvecchio di avvicinarsi alla zona play off.

Domenica 19 marzo, al Nicola Bonanno, alle ore 14:30, il Sig. Costa di Messina dà il via alla partita.

Primo tempo: i primi 45 minuti sono tutt’altro che esaltanti, poche trame, poca lucidità e di conseguenza zero emozioni. Partono decisamente forte gli ospiti che sciupano una nitida palla-gol al minuto 15 con Santoro S., il quale fallisce il tap- in tirando alto dopo una corta respinta in area di rigore di Zito. Per il Cus poco o nulla, pochissima inventiva a centrocampo e troppa poca concretezza da parte degli attaccanti non possono che portare a inconcludenti manovre offensive.

Dopo tre quarti d’ora di pura noia sportiva, il direttore di gara fischia la fine del primo tempo.

Secondo tempo: fortunatamente e inevitabilmente, la seconda metà di gara offre qualche occasione in più. E’ sempre il Casalvecchio però a crederci maggiormente e trova meritatamente il vantaggio con un tiro da fuori di Crisafulli che sblocca il risultato al decimo minuto, 0-1.

Mister Smedile, furioso a bordo campo, decide di cambiare modulo per passare a un super offensivo 3-4-3, per tentare di ribaltare il risultato e non sprecare l’occasione per agguantare la vetta della classifica del campionato. Alla mezz’ora il Cus ha la più ghiotta delle occasioni: verticalizzazione per Stassi che subisce fallo dentro l’area ed è rigore. Dagli 11 metri si presenta Di Bella, ma il bomber universitario stavolta pecca di lucidità, angola troppo e la palla va fuori.

I restanti minuti di gioco sono un’agonia più che altri per i padroni di casa, demoralizzati per l’occasione sprecata e così, lentamente e senza altri importanti spunti, la partita scivola via fino al triplice fischio.

Sconfitta tra le mure amiche per il Cus che disputa la sua peggior prestazione dell’anno e che adesso, a seguito del pari tra Real Zancle e Ludica Lipari e della vittoria dell’SC Sicilia sul campo del Fasport, si trova al terzo posto della classifica a due lunghezze dalla capolista eoliana.

Domenica prossima ci sarà la sosta che in questo momento potrebbe essere una manna dal cielo per il Cus, così da poter recuperare i tantissimi infortunati che evidentemente stanno pesando sulle prestazioni in campo.

Dopo tre vittore di fila, dunque, il Cus scivola in casa contro il Casalvecchio per 0-1.

Tra due settimane gli universitari saranno ospiti del Kaggi, squadra anch’ella vicina alla zona play off e che proverà a fermare la voglia di rivalsa del Cus.

Classifica:

Ludica Lipari 34

Sc Sicilia 33

Cus Unime 32

Arci Grazia 30

Real Zancle 30

FaSport 28

Casalvecchio 24

Stromboli 23

Kaggi* 21

Città di Antillo 13

Cariddi* 11

Malfa 10

*una partita in meno

Formazione Cus (4-4-2): 1 Zito; 2 Russo, 4 Iacopino, 5 Rodà, 3 Insana; 6 Cardella, 8 Lombardo, 7 Papale, 10 Creazzo; 11 Nucera, 9 Oliva.

Panchina: 13 Costa, 14 Smedile, 15 Al Hunaiti, 16 Tiano, 17 Stassi, 18 Di Bella.

Allenatore: Smedile.

Mirko Burrascano

A.C.R Messina e la promozione studenti

 

A.C.R. lancia l’iniziativa “Promo Università” con l’obiettivo di avvicinare e coinvolgere tutti gli studenti messinesi. 

L’iniziativa è attiva dall’ultima partita della squadra peloritana. E’ riservata specificatamente agli studenti universitari e prevede questa formula:
i biglietti costano 7,50 €  un minimo di due biglietti almeno uno studente universitario deve essere fra gli acquirenti, sarà necessaria la previa presentazione di un documento che attesti la regolarità dell’iscrizione all’Ateneo.

 

Jessica Cardullo
Arianna De Arcangelis

 

 

Sotto il velame e La mirabile visione: opere di un Pascoli messinese

Giovanni Pascoli

La scorsa settimana, scrivendo della storia del nostro Ateneo, abbiamo citato alcuni degli intellettuali ai quali è stato reso l’onore di poter figurare tra i più illustri professori dell’Università degli Studi di Messina; tra questi, uno tra i più celebri, conosciuti e studiati di tutti i tempi: Giovanni Pascoli.

Ma,chi era Giovanni Pascoli prima dei suoi “cinque anni migliori, più operosi, più lieti, più raccolti, più raggianti di visioni, più sonanti d’armonie […]” (G.Pascoli a L.Fulci, 5 Luglio 1910) passati nella città dello Stretto?

Nasce a San Mauro di Romagna nel 1855 e cresce in un clima familiare agiato, fino a quando, il 10 Agosto del 1867, il padre, per ragioni ancora ignote, viene assassinato. Da quest’evento il poeta rimase fortemente provato. Ciononostante, la vocazione poetica lo spinge a scrivere poesie che fanno stretto riferimento all’accaduto, tra queste: X Agosto e La Cavallina Storna. Successivamente la famiglia venne colpita da numerose sciagure, quali la perdita del proprio status economico ed un susseguirsi di lutti che porteranno via la madre ed i fratelli. La sua tenacia per completare gli studi liceali e proseguire quelli universitari, lo porta con i fratelli a Rimini, dove frequenterà il liceo classico Giulio Cesare. Grazie ad una borsa di studio riuscì a trasferirsi a Bologna per gli studi universitari, avvicinandosi sempre più al movimento anarco-socialista che lo portò, in una manifestazione, a leggere pubblicamente un’ode dal titolo “Ode a Passannante” della quale si pentì e che venne criticata dalla sorella Maria, che, incredula, lo riteneva incapace di scrivere tali parole. Dopo essere stato arrestato nel 1879 per aver partecipato ad una protesta, ed in seguito alla morte del Re Umberto I, Pascoli si converte al Socialismo Umanitario. Conseguita la laurea, Pascoli intraprese la carriera di insegnante, arrivando, nel 1898, ad insegnare Letteratura Latina presso l’Università degli Studi di Messina. Il poeta va ad abitare, dapprima, assieme alla sorella Maria, in un appartamento al secondo piano di via Legnano, al civico 66; successivamente, da solo, in un appartamento di Palazzo Sturiale in Piazza Risorgimento, al civico 162, del quale parlerà entusiasta alla sorella Maria, in quanto l’alloggio si presenta “moderno, abbastanza vasto, e soprattutto sicuro contro il terremoto”. In questa sede, il poeta stringe amicizia con il portinaio, un certo Giovanni Sgroi, al quale Pascoli donerà un’ingente somma di denaro in seguito alla catastrofe sismica che metterà in ginocchio tutta la città di Messina. Qui scrive Sotto il velame. Saggio di un’interpretazione generale del poema sacro e La mirabile visione. Abbozzo d’una storia della Divina Commedia.

Nel tempo libero, il poeta amava passeggiare per la città; sue mete preferite erano la Palazzata, la Pescheria, la spiaggia di Maregrosso dalla quale poteva ammirare il Fretum Siculum ed il mare.

Nel 1902, Pascoli e la sorella lasciano Messina, in quanto il poeta è chiamato all’insegnamento in altre Università, ma l’amore per Messina ed i suoi abitanti non svanisce nel nulla, anzi, si sente ancora più forte nella sua reazione alla notizia del terremoto del 1908; la disperazione per l’accaduto, traspira e viene sintetizzata nelle parole Qui dove è quasi distrutta la storia, resta la poesia.”.

Le trasformazioni politiche e sociali dell’Italia di quei tempi e l’insuccesso nel tentativo di crearsi una famiglia, portarono Pascoli ad una situazione di depressione che sfociò nell’alcolismo, con conseguente cirrosi epatica. La malattia lo porterà a morire il 6 Aprile del 1912 nella sua casa di Bologna, in via Osservanza, al civico 2.

Recentemente, per iniziativa del Comitato Cittadino “100 Messinesi per Messina” è stata realizzata e collocata accanto al portone d’ingresso di Palazzo Sturiale, una grande lapide:

“AL NUMERO 162 DI PIAZZA RISORGIMENTO, ALPALAZZO STURIALE,

GIOVANNI PASCOLI, DOCENTE DI LETTERATURA LATINA ALL’ATENEO MESSINESE

NEL NOVEMBRE 1898 TROVO’ IL SUO ALLOGGIO IDEALE DOPO IL PRIMO DI VIA LEGNANO:

“BELLA VISTA…DALLA CUCINA SI VEDE IL FORTE GONZAGA SUI MONTI… DALL’ALTRA FINESTRA IL MARE SU L’ASPROMONTE…”

Il prossimo passo, sarà quello del Comune di Messina per l’acquisto dell’appartamento e la seguente istituzione di un “Museo Casa Pascoli”.

Erika Santoddì

Image credits:https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Pascoli#/media/File:Giovanni_Pascoli_01.jpg

Tutto il cuore del CUS UniMe

Una partita bellissima. Una partita perfetta. Una vittoria di grande cuore. E’ così che possiamo sintetizzare il super derby di categoria tra SC Sicilia e Cus Unime, attesissimo match che vede tra gli spalti anche un cospicuo e numeroso pubblico. Sedicesima giornata di campionato: alle ore 16:30 di domenica 12 marzo al campo “Marullo” di Bisconte, il Sig. Aliquò di Messina dà il via a una sfida che vale le zone altissime della classifica.

Primo tempo: nello studiarsi attentamente, le due compagini non rinunciano a qualche sporadico attacco, creando addirittura limpidissime occasioni da gol ma senza essere  capaci di capitalizzarle. Ci prova  per primo il Cus Unime che a seguito di una corta respinta in area di rigore si divora il vantaggio con Oliva, il quale spara alto a tre metri dalla linea di porta. Risponde poco dopo l’SC Sicilia prima con Bengala su punizione e con Centorrino poi, ma un superlativo Zito nega a entrambi la gioia del gol con due splendidi interventi. Ma a fallire la più ghiotta occasione per i padroni di casa è Cosmin, sempre sul seguire dell’azione precedente. Il giovanissimo e funambolico trequartista dell’SC pecca e non poco d’imprecisione su quello che poteva essere il tap-in del vantaggio, sparando, anch’egli, alto sopra la traversa.

Quasi sul finire della prima frazione di gara, l’SC Sicilia regala letteralmente la rete del vantaggio al CUS Unime. E’ infatti Nucera il più lesto ad approfittare di una clamorosa incomprensione tra Bengala e l’estremo difensore di casa Lucchesi. L’attaccante degli universitari non può fallire a porta vuota ed è 1-0 a un minuto dal duplice fischio arbitrale.

 

Secondo tempo: pronti e via il CUS riparte più forte di prima e dopo appena tre minuti trova il raddoppio grazie a una staffilata potentissima dai 25 metri di Papale che sorprende Lucchesi. 2-0 e la partita comincia a prendere una determinata piega in favore degli ospiti. Tuttavia l’SC Sicilia non getta la spugna, anzi prova in tutti i modi a riacciuffare il risultato. Al 25esimo di minuto, infatti, i padroni di casa accorciano le distanze. La rete del 2-1 è di Cariolo che svetta di testa su una sponda dopo il calcio d’angolo. Mister Creazzo, così, decide giustamente e inevitabilmente di inserire tutte le punte di cui gode la sua squadra per passare a un modulo a dir poco spregiudicato, esponendosi alle ripartenze ospiti e mettendo a rischio la fase difensiva.

Nei restanti venti minuti il Cus Unime deve innalzare un muro davanti alla propria area di rigore, muro che regge fino al triplice fischio grazie a una superba prova di nervi e di concentrazione di tutto il reparto difensivo e grazie anche allo spirito di sacrificio di tutti gli undici in campo e dei subentrati.

Dopo cinque minuti di recupero, l’arbitro fischia la fine dell’incontro: 1-2 e tre punti d’oro per il Cus Unime, che porta a casa la terza vittoria consecutiva e fa un importante balzo in avanti in classifica in prospettiva della fase finale del campionato. Nella prossima partita, domenica 19 marzo alle 16,30, il Cus Unime affronterà il Casalvecchio tra le mure amiche del “Bonanno”, in cerca di quella continuità di risultati necessaria per ottimizzare il proprio obiettivo stagionale.

 

Classifica:

Lipari 33

CUS Unime 32

SC Sicilia 30

Real Zancle 29

Fasport 28

Arci Grazia 27

Casalvecchio 21

Kaggi* 20

Stromboli 20

Città di Antillo 13

Cariddi* 11

Malfa 9

 

*Una partita in meno.

 

 

FORMAZIONE CUS (4-4-2): Zito 1; Rodà 2, Iacopino 4, D’Agostino 3, Arena 5; Papale 7, Monterosso 6, Lombardo 8, Insana 11; Nucera 10, Oliva 9.

 

Panchina: Faranda, Russo, Costa, Cardella, Tiano, Singh, Creazzo.

Allenatore: Smedile.

 

PAGELLE:

 ZITO 6.5 Ha il merito di effettuare una doppia parata prodigiosa sullo 0a0 che avrebbe potuto cambiare l’inerzia del match. Per il resto ordinaria amministrazione. Può poco o nulla sul goal che accorcia le distanze, condizionato da un errore di disattenzione della difesa. PROVVIDENZA

 

ARENA 6.5 Galvanizzato dalle presenze rosa sugli spalti, dopo un primo tempo in cui pensa più a sparacchiare palloni a casaccio nell area di rigore avversaria, fa valere il suo strapotere fisico nella ripresa, arando la fascia sinistra, talvolta peccando di superbia. USAIN BOLT  

 

D’AGOSTINO E IACOPINO 7: Partita quasi impeccabile quella della strana coppia. Se per quanto riguarda il secondo non ci stupiamo ormai più, fa piacere esaltare la prova del primo che dopo un coma etilico sfiorato settimana scorsa, viene lanciato dal primo minuto con un solo compito: SPAZZARE. Partita perfetta quella della coppia centrale che stupra Centorrino e compagni. IL BRUTTO E IL CATTIVO 

 

RODA’ 6.5  Non sarà sicuramente bellissimo da vedere ma va apprezzato per il cuore e la grinta che ci mette ogni partita. Benissimo nel primo tempo dove, con una meravigliosa e sontuosa diagonale, salva alla grande su un Centorrino involato in porta, in apnea nel secondo tempo dove soffre un po’ prima del giusto cambio. BRAVEHEART

 

INSANA 6.5 Guardandolo in faccia, non penseresti che possa avere tutta questa grinta in corpo. Non molla un contrasto e corre come un disperato per dare il suo apporto sia in fase difensiva che offensiva. Il Mister apprezza la sua grande generosità e decide di spostarlo come un jolly in più ruoli durante la partita. MULTITASKING

 

PAPALE 7 Un primo tempo timidino a cospetto di una grande ripresa nella quale fa valere tutti i suoi grandi mezzi tecnici e mette una sentenza sul match con una rasoiata di sinistro che coglie impreparato il portiere avversario. Bellissimo il coast to coast sua fascia destra con la quale semina la difesa del Sc per poi sciupare di poco la doppietta personale. DIESEL

 

MONTEROSSO 5 È forse quello che ha più deluso nella partita di ieri. Un primo tempo da spettatore non pagante nel quale fatica a trovare posizione e tempi di gioco. Leggera ripresa nel secondo tempo ma l’età avanza inesorabilmente ed è giusto il cambio. PROSSIMO DIRIGENTE DEL CUS

 

LOMBARDO 6-  Partita nella quale fatica a prendere in mano il centrocampo, un po per colpa sua, un po perché la passa circola poco in mezzo al campo. Ha il merito di dare il via all’azione rocambolesca dalla quale nasce il vantaggio, ha il demerito di dimenticarsi di salire dopo il calcio d’angolo che riapre la partita. DOUBLEFACE  

 

NUCERA 6.5 Lestissimo ad approfittare della marmellata difensiva dalla quale scaturisce il vantaggio. La sua partita per il resto è fatta di luci e di ombre. Delizioso in alcuni agganci e cambi di gioco con i quali dimostra di essere di ben altra categoria,  irritante talvolta quando si complica la vita con la palla nei piedi. MAURO ZARATE

 

OLIVA 7.5 Chiave fondamentale della partita il suo lavoro spalle alla porta, in mezzo a due difensori tutt’altro che dolci e pacati. Partita di grandissimo sacrificio e anche di giocate di qualità quella di Oliva, lanciato nella mischia per non far rimpiangere Fausto, ci riesce alla grande tenendo su un attacco privo del suo bomber principale. Manca solo il goal alla sua prestazione preziosa e di sacrificio. EROICO

 

RUSSO 6 Pochi minuti per lui, giusto il tempo per aizzare una rissa preziosa per far perdere tempo e lucidità agli avversari. SAGGIO RIBELLE

 

SINGH 6+ Anche per lui uno scorcio di partita nel quale mette tutto se stesso, con qualità ma soprattutto con grandissima generosità. Nonostante i minuti disputati con la maglia del Cus dimostra sempre grande attaccamento alla maglia e questo gli fa onore anche per il futuro del campionato. A BUON RENDERE

 

TIANO 6- Ci si aspetta di più sinceramente ma a dire il vero non entra benissimo in partita, commette qualche fallo ingenuo e non riesce a mettere ordine in mezzo al campo. FUORIFASE 

 

CREAZZO 6 Al rientro dopo la luna di miele, il cigno disputa uno scorcio di partita nel quale mette in mostra le sue doti di corsa e pressing asfissiante che lo contraddistinguono. È l’ennesima dimostrazione della profondità della rosa del Cus che si permette di tenere in panca un’arma importante. ASSO

 

SMEDILE 7 Partita vinta dal gruppo e non si può nascondere il merito di una persona, ancor prima che un allenatore, che sta mettendo anima e corpo in questa squadra. Dietro a questo successo e all’ottima stagione cussina c’è sicuramente la sua mano. DIRETTORE DORCHESTRA

 

Mirko Burrascano

Roboante CUS

 

Nella quindicesima giornata del campionato di Terza Categoria di Messina, il Cus Unime viene ospitato dal Malfa, fanalino di coda della classifica, nell’isola di Salina. Match importante per gli universitari che non possono permettersi di perdere il passo delle compagini dell’alta classifica. La partita viene diretta dal Sig. Muscherà di Messina con inizio alle ore 10,30.

Il viaggio all’alba in aliscafo è sempre traumatico per chi deve andare a disputare 90 minuti di grande intensità, tuttavia i ragazzi del Cus mantengono alta la concentrazione consapevoli dell’importanza fondamentale della posta in palio in questa partita.

Primo tempo: partenza forte del Cus che passa subito in vantaggio grazie a una conclusione di Insana da fuori area con la complicità di un’incertezza dell’estremo difensore eoliano. Al ventesimo, però, il Malfa trova il pari con un tocco sotto misura sugli sviluppi di un calcio d’angolo ad opera di Di Losa. Prima del termine della prima frazione di gara, nuovo vantaggio Cus firmato Oliva. Il nuovo acquisto della formazione dell’Università di Messina, riesce a controllare e domesticare una sporca palla all’interno dell’area di rigore e avversaria e conclude a rete con un preciso destro sotto la traversa. 2 a 1 e duplice fischio del direttore di gara.

Secondo tempo: dagli spogliatoi, per i primi 15 minuti esce una sola squadra ed è il Malfa. I padroni di casa riescono a trovare prima il pari con De Losa A. e subito dopo il vantaggio con Pirera che sfrutta una sciagurata uscita di un incerto Faranda. La tensione inevitabilmente aumenta. Tra il secondo e il terzo gol il Cus fallisce la sua probabile terza rete con Tiano, il quale si fa respingere il rigore da Di Cosa D..

Nella parte finale della partita il Cus Unime tira fuori l’orgoglio e rifila ben tre reti in trenta minuti ai padroni di casa. Reti di Stassi (sinistro a giro sul secondo palo dal limite dell’area), Papale (su meraviglioso assist di tacco di Stassi, che gli spiana un’autostrada verso il gol) e Iacopino, che trasforma il rigore della vittoria. Nel finale da segnalare il rigore fallito da parte di Martino per il Malfa, che centra il palo invece di rendere meno amaro l’ennesimo scivolone casalingo e l’espulsione (dubbia) di Stassi, che sarà costretto a saltare la prossima sfida contro la Sc Sicilia, in un derby messinese che promette emozioni.

Nonostante una partita non perfetta dal punto di vista del gioco a causa delle oggettive difficoltà del campo “Tre Pietre” di Malfa e del difficile viaggio in aliscafo, il Cus Unime si aggiudica 3 punti e torna a suonare la carica per il vertice della classifica, che oggi, a 7 giornate dal termine, dista appena un punto.

Prossima partita, dunque, al Marullo di Bisconte, Camaro, sabato 11 marzo alle 16,30 contro la Sc Sicilia: sfida che varrà tanto se non tantissimo per le sorti di questo fantastico campionato.

Formazione Cus (4-3-3): Faranda1; Rodà 2, Iacopino 4, Occhipinti 5, Cardella 3; Lombardo 8, Tiano 10, Monterosso 6; Insana 11, Oliva 9, Papale 7.

Panchina: Zito, D’Agostino, Costa, Al Hunaiti, Stassi.

Allenatore: Smedile.

PAGELLE:

Faranda voto 4: Assente dal campo da 2 anni, ne aspetterà altri 2 per ripresentarsi nuovamente. Legge malissimo ogni traiettoria possibile e ogni qualvolta la palla raggiunge la sua area di rigore, mister e compagni vengono assaliti da brividi lungo la schiena. La sua mossa migliore è quella di chiedere il cambio per il bene comune. “ANCHE QUESTO DIMOSTRA CHE SONO IL MIGLIORE

Roda’ voto 6: Dopo essersi esibito sull’aliscafo in versione “lap dance” , da bravo pastore si accorge subito che le reti del campo sono basse e che senza palloni avremmo vinto a tavolino. Nonostante i propositi non fossero dei migliori, svolge una partita pulita e senza “maschiate” da ricordare. ONESTO

Iacopino voto 7: Appena arrivato a Malfa gli avversari lo salutano col bacio, scambiandolo per un pastore di Alicudi. In campo la situazione è ben diversa, il capitano picchia e detta legge come suo solito, impreziosendo la sua prestazione con il sigillo finale. YATI

Occhipinti voto 5: Direttamente dal paese del commissario Montalbano, dove millanta di essersi allenato in questo periodo di ritiro spirituale, il buon Occhi si presenta a Malfa in condizioni psicofisiche da dimenticare. Parecchie volte in apnea nel primo tempo, la combina grossa regalando il calcio d’angolo dal quale nasce l’1a1. Finge palesemente un infortunio, per poter meditare sul profondo senso della vita osservando il mare. SAGGIO

Cardella voto 5: Ha l’alibi sacrosanto di giocare fuori ruolo, ha l’alibi meno sacrosanto di pesare più dello chef Cannavacciuolo, pur essendo a dieta dal 2008. In campo si trova spesso spaesato, talvolta poco aiutato da Papale in fase difensiva. E se il male minore fosse stato Costa? MISTERO

Lombardo voto 5.5: Arriva all’appuntamento carico a mille con almeno 8 hashtag per abbellire le sue storie. In campo perde un po di smalto anche a causa delle condizioni della partita che non favoriscono le sue geometrie. Poco importa, Picciolo si scatena con la macchina fotografica e lo immortala in tutto il suo splendore, garantendogli anche per oggi i suoi molteplici likes. #Calciopassione

Tiano voto 6: Partita non alla sua altezza, penalizzato anche lui dal contesto e dai pochi spazi a sua disposizione. Come ogni partita timbra il cartellino alla voce risse sfiorate. Poco freddo dagli undici metri e da la’ si spegne la luce. Mezzo voto in più perché in questo momento si starà inginocchiando sui ceci per punirsi. EMO

Monterosso voto 5.5: Arrivato a Malfa con gli occhi di chi è di nuovo, alla veneranda età di 40 anni, in gita scolastica. La sua partita non è però di quelle da ricordare negli annali, alcuni errori in fase di impostazione e molta macchinosita’. ER MOVIOLA

Insana voto 6.5: Si presenta a Malfa con un colorito che ricorda la Mozzarella di Battipaglia e un timbro dello 090 sul collo che non preannunciano nulla di buono. Tuttavia è tra quelli che si distinguono per sacrificio e qualità. CASPER

Papale voto 6.5 – Nel primo tempo si nota solo per le sue scarpe color evidenziatore che acciecano i gabbiani vicini. Sale in cattedra nel secondo tempo, prima bruciando i guantoni del portieri avversario, poi facendo assist e goal decisivi per il risultato finale. Dai suoi piedi sembra poter nascere sempre qualcosa. TIRO DEL DRAGONE

Oliva voto 6,5: Dopo aver stabilito il record di Travel Gum masticate, Peppe scende in campo con molta generosità e risulta determinate sia per il goal siglato , sia per aver tenuto su da solo un reparto contro i Pastori Malfesi. AGNELLO SACRIFICALE

Stassi voto 7: E’ l’arma spaccapartita e risulta devastante per qualità e mezzi tecnici. Fondamentale nella rimonta, entra in tutte le occasioni da goal. Peccato per la solita ingenua espulsione che gli farà saltare il Big Match contro l’Sc Sicilia. MIMMO BERARDI

D’Agostino voto 3: Inaccettabile puzzare di Negroni alle 6 di mattina sull’aliscafo. Sbiascica come se non ci fosse un domani, viene coinvolto spesso da sbalzi di umore che destabilizzano i compagni. Tenetelo d’occhio, questo è un potenziale Serial Killer. CRIMINAL MINDS

Zito voto 6

Osama voto 6

Mister Smedile voto 6: Tante defezioni lo condizionano nello schierare l’11 migliore ma lui ci mette del suo schierando un centrocampista ciccione a terzino sinistro. Poi ti giri in panchina e vedi D’Agostino che parla da solo e quel Costa che grida vendetta. Forse non aveva altre scelte. GIUSTIFICATO A META’

Mirko Burrascano

Dal Doodle di Google alla Giornata dei Giusti: scopriamo insieme il 6 marzo 2017

 

 

 

 

 

 

Il problema non è fare la cosa giusta. È sapere quale sia la cosa giusta.

(Lyndon Baines Johnson)

 

Esistono ben 1052 siti in tutto il mondo considerati Patrimonio dell’Umanità (secondo l’UNESCO). Tra questi, uno, oggi 6 marzo 2017, viene ricordato dal Doodle di Google: Il Parco Nazionale di Komodo.

Con un piccolo test, il doodle, mette alla prova le nostre conoscenze riguardo, per l’appunto, un animale molto particolare: il Komodo.

I Draghi di Komodo sono delle lucertole originarie dell’Indonesia e sono cento volte più grandi delle lucertole più piccole che esistono: possono raggiungere i tre metri di lunghezza e hanno una coda lunga tanto quanto il corpo.

Oggi, 37 anni fa, fu inaugurato il parco che ospita, appunto, questi antichi animali e li protegge. Ma non illudetevi: sono antipatici, un po’ aggressivi e mangiano cadaveri. Insomma, non esattamente tra le specie più simpatiche del regno animale.

6 Marzo 2017. Tra due giorni, l’8 marzo (ndr), è la festa della donna. Il 4 marzo è stato il compleanno di Lucio Dalla. Il primo del mese il suo anniversario di morte.

Ogni giorno c’è un santo, un onomastico, un compleanno, un anniversario o una ricorrenza.

6 Marzo 2017. Vorrei che l’abbiate, per sempre, ben impressa in mente questa data. Correva il 10 maggio del 2012 quando, essa, divenne importante. Il 10 maggio 2012 il Parlamento Europeo ha approvato, con 388 firme, la proposta di Gariwo di istituire, il 6 marzo, una Giornata europea dedicata ai Giusti per tutti i genocidi. Dal 6 marzo 2013 celebriamo quindi l’esempio dei Giusti per diffondere ovunque i valori della responsabilità, della tolleranza, della solidarietà.

Le persone Giuste, umane. Chi sono i Giusti? Sono quelle persone che, nonostante il momento storico che stanno vivendo, si ribellano in nome della giustizia. È dedicata a quelle persone che hanno combattuto contro le ingiustizie, ingiustizie dettate dalla religione, dalla politica, dall’essere umano che non sempre sa rispettare gli altri esseri umani.

Sono quelle persone che non hanno seguito la massa solo perché fosse più sicuro farlo, che hanno deciso di proteggere i più deboli, anche al costo delle loro stesse vite.

Gariwo: è l’acronimo di Gardens of the Righteous Worldwide, l’ONLUS che ha proposto ed ha ottenuto questa giornata. Ha sede a Milano e riconosce collaborazioni internazionali.

Dal 1999 lavora per far conoscere i Giusti: pensano che la memoria del Bene sia un potente strumento educativo e serva a prevenire genocidi e crimini contro l’Umanità.

Come si muovono? Bonificando e creando parchi, che loro stessi chiamano i Giardini dei Giusti.

Ogni anno, dal 2012, la Giornata dei Giusti esalta un tema che abbia sempre, come obiettivo principale, quello di spronare tutti noi ad affiancare la giustizia, anche se può fare paura, anche andando contro agli ideali della massa.

Quest’anno, 2017, il tema scelto per la cerimonia, al Monte Stella, è: “I Giusti del dialogo: l’incontro delle diversità per superare l’odio”. Tantissime figure parteciperanno alla riunione mondiale che verterà intorno ad esso.

Figure che, probabilmente, la maggior parte di noi, io stessa, disconosceva fino a questo momento: Raif Badawi, ad esempio, un blogger saudita condannato a mille frustate e arrestato per aver espresso le sue idee di laicità dello stato, per essersi ribellato all’idea di Religione che gli stati musulmani impongono.

E, ancora, Lassana Bathily, giovane ragazzo nero, originario del Mali, che ha salvato gli Ebrei durante l’attacco al supermercato Kasher, mettendosi contro i terroristi Islamici, rischiando la sua stessa vita. Pinar Selek, sociologa turca (e queste, QUESTE, sono le donne da cui dovremmo prendere esempio e che dovremmo festeggiare l’8 marzo) attivista per la pace e i diritti umani, che fu arrestata solo perché dichiara a gran voce che tutti, TUTTI, siamo uguali a questo mondo. Mohamed Naceur, guida turistica che ha salvato gli italiani al Bardo.

Ogni regione, città, nazione può, a proprio modo e libertà (soprattutto), celebrare la Giornata dei Giusti: in Sicilia, la città di Palermo è attiva a riguardo, con manifestazioni in tutto il territorio. Ancora, l’Università di Catania. Agrigento: L’Accademia di Studi Mediterranei di Agrigento, in collaborazione con il Parco Valle dei Templi di Agrigento, con la Prefettura di Agrigento, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Agrigento, celebrerà la “Giornata Europea dei Giusti”, al Teatro “Pirandello” e nella Valle dei Templi.

E noi? Siamo dei Giusti, o vogliamo ricordarli? Vogliamo rendere partecipe il nostro territorio messinese, le nostre scuole, la nostra università, di questa giornata? Vogliamo fare parte dei Giusti?

Perché, sinceramente, ci comportiamo da tali? Possiamo dire di essere dei bravi esseri umani?

È facile essere buoni. Difficile è essere giusti.

Elena Anna Andronico

Dieci Minuti per il resto della tua vita.

“E a che serve questo gioco dei 10 minuti?”
“Boh, la dottoressa non me l’ha spiegato. Credo serva fondamentalmente a impegnarmi la testa, a riempire il vuoto e a fare ordine nella confusione che mi ritrovo al posto della vita”

Capita che tu debba lasciare la casa in cui sei cresciuto, che il tuo compagno di sempre ti abbandoni e che il tuo lavoro di sempre venga affidato a un altro. E allora cosa si fa?  Chiara Gamberale non ha più nulla da perdere e allora ci prova. In “Per Dieci Minuti” ci mostra come i cambiamenti spaventano tutti ma sono necessari per ridarci il resto della vita che da soli bruciamo quando qualcosa va storto.

 “Vorrei assicurarle che non c’è verso: dentro momenti come questo bisogna cadere con le braccia, le gambe, il cuore, i polmoni. Tutto. 

Bisogna andare in fondo, bisogna marcire. 

Vorrei prometterle che non lo sa, che ora non può immaginarlo: ma arriverà il giorno in cui scoprirà di essere sopravvissuta.”

Dieci minuti al giorno. Tutti i giorni. Per un mese. Fare una cosa nuova, fuori dagli schemi senza aver timore di sbagliare, senza aver paura dell’oblio. Gettarsi in avanti e vivere quello che capita.

“Hai paura di perdere tutta te stessa, perdendo lui.”

Il modo di scrivere di Chiara, che si denota in questo libro come negli altri, è semplicemente istantaneo, ti tiene incollato alle righe finché non giri l’ultima pagina e arrivi all’ultima parola. È diretta e sintetica, a volte ironica nonostante il tema del dolore e della sofferenza, a convincere è proprio il ritmo incalzante della narrazione, dato dall’uso di continui flashback del passato inseriti ad arte, e dal soffermarsi sapientemente sull’analisi dei sentimenti e degli stati d’animo.

Questa è una lettura consigliata a chi è pronto a seguire il consiglio di Chiara, uscire dalla monotonia, sperimentare, scoprire nuove passioni, migliorarsi. Alla fine si scoprirà che può diventare un gioco di fantasia da prendere sul serio, quasi senza accorgersene.

Combattere gli schemi e ricominciare.

“Quanto è assurda la vita, quando non tocca a noi.”

Serena Votano