CIAM attiva un canale Telegram per studenti e personale UniMe

Considerando l’importanza e la necessità di comunicare tempestivamente, il CIAM ha attivato un canale Telegram per comunicare in maniera più diretta ed immediata con i membri della nostra comunità.

Lo scopo del canale e come unirsi

L’interesse che ha motivato il CIAM all’attivazione del canale Telegram è quello di divulgare tematiche ICT di interesse sociale, come la cybersecurity e le nuove tecnologie in generale. Vengono inoltre fornite informazioni e avvisi relativamente ai servizi, allo stato degli stessi e alla loro manutenzione con potenziale impatto sull’utenza. Per collegarsi al canale Telegram dell’Università degli Studi di Messina è semplice: basta cliccare sul link di seguito ed inviare la richiesta per unirsi al gruppo.
Il link per unirsi al gruppo: https://t.me/unime_ciam

Anteprima Canale Telegram del CIAM

Cos’è il CIAM: tra obiettivi e servizi offerti

La Segreteria tecnica Sistemi e Servizi Informatici – CIAM – si occupa della gestione dei Servizi Informatici dell’Ateneo. Attualmente coordinata dal dott. Fabrizio La Rosa, costituisce in sé un punto di riferimento della pluralità di strutture e servizi per ciò che concerne l’infrastruttura di rete, le applicazioni e servizi di supporto per il web. L’obiettivo del CIAM è migliorare e potenziare l’offerta dei servizi ICT (Information and Communications Technology) all’interno dell’Università degli Studi Messina. Oggigiorno si sa quanto sia importante la scienza che studia tutte le attività e le tecniche che permettono di ricevere, trasformare e trasmettere informazioni.

Il CIAM offre inoltre, un servizio di helpdesk, rispondendo a richieste di informazioni in ambito informatico e offre assistenza su tematiche informatiche di varia natura.

L’attuale infrastruttura di rete consiste in circa 30 km di fibra ottica che collegano le diverse sedi con il data center di Ateneo. Tutte le sedi sono inoltre collegate tramite ponti radio per garantire la ridondanza dei collegamenti. Il datacenter principale, recentemente ristrutturato e dotato delle più recenti tecnologie di raffreddamento, monitoraggio ed alimentazione, è invece situato presso la sede centrale dell’Ateneo ed ospita l’infrastruttura server, storage e di virtualizzazione necessarie all’erogazione di vari servizi, oltre agli apparati di rete del PoP GARR e quelli che fungono da centro stella e punto di accesso verso Internet per tutta la Rete di Ateneo.

Anteprima schermata CIAM – fonte: unime.it

Alessio Morganti

SSD Unime: al via un torneo di pallavolo primaverile. Come partecipare

Le lezioni sono iniziate da pochi giorni, ma per chi avesse già bisogno di svagarsi c’è una bella notizia! Il 17 marzo dalle ore 10:00 si svolgerà il 1° Torneo di Pallavolo organizzato dalla coalizione studentesca ORUM in collaborazione con SSD UNIME e CSASU presso il Palazzetto Polivalente della Cittadella sportiva universitaria in Viale Giovanni Palatucci 13. È possibile iscrivere la propria squadra al seguente form di Google entro il 15 marzo.

Il regolamento

Il torneo si svolgerà nell’osservanza delle norme generali dettate dal regolamento della Federazione Italiana Pallavolo (FIP), con alcune regole aggiuntive predisposte dagli stessi organizzatori.

Anzitutto, è prevista la partecipazione gratuita per Studenti, Dottorandi e Specializzandi regolarmente iscritti ad UNIME per l’A.A. 2023-2024. È poi prevista l’iscrizione di un massimo di dodici squadre, ciascuna delle quali dovrà essere composta da dieci giocatori, con almeno tre giocatori di sesso opposto.

Le prime tre squadre in classifica riceveranno in premio delle coppe e delle medaglie. Sono previsti ulteriori premi per il miglior giocatore e la miglior giocatrice del torneo. A tutti gli studenti partecipanti verranno riconosciuti 0,25 CFU; requisito obbligatorio per riceverli è la presenza costante al torneo.

Da ultimo – ma non meno importante – il torneo sarà accompagnato da DJ SET, interviste e foto presso lo stesso SSD Unime!

L’SSD Unime

La Società Sportiva Dilettantistica Unime nasce nel 2020 e da allora gestisce gli Impianti Sportivi della Cittadella Sportiva Universitaria, del Centro Equitazione presente presso il Polo Universitario Annunziata, del Complesso Sportivo Primo Nebiolo e di Palazzo Mariani. La società offre una serie di servizi e agevolazioni agli studenti interessanti alla pratica di vari sport, che potete consultare anche sul sito web dell’ente.

Ulteriori informazioni nonché il regolamento dettagliato sono disponibili sulla pagina Instagram @orum_unime. 

Valeria Bonaccorso

Intervista a Marco Bellocchio: maestro del cinema italiano moderno

Dagli studi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, alla sua attenzione sul vasto promontorio
della narratività intermediale. È una lunga storia quella del regista italiano Marco Bellocchio che lo scorso 7 dicembre ‘23 ha ricevuto, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università degli Studi di Messina, il Dottorato Honoris Causa in Scienze Cognitive, curriculum “Teorie e tecnologie sociali, territoriali, dei media e delle arti performative”. Durante la cerimonia, la laudatio tenuta dal professore di Storia del cinema, Federico Vitella, si è rivelata un ottimo modo per ripercorrere nel dettaglio la lunga ed affascinante carriera del regista:

“Abbiamo l’onore di consegnare il dottorato al più grande regista italiano vivente. Esponente del nuovo cinema italiano degli anni Sessanta ha saputo rinnovare l’arte cinematografica, svecchiandone la narrazione e spalancando le porte al cinema moderno”.

Sono state queste alcune delle parole pronunciate dal professore nel presentare minuziosamente la figura di Bellocchio. Difatti, per quanto il cinema moderno abbia provato a sottrarsi alla narratività, l’ha solamente resa più multiforme, ramificata e complessa. E la filmografia di Marco Bellocchio ne è la prova. Proprio lui che nel corso della sua carriera si è spesso trovato a fare i conti con la letteratura, in particolar modo con quella del ‘900, è stato capace di coniugare organicamente, nella sua cinematografia, i due modi del racconto scritturale: il mostrare e il raccontare. Un vero e proprio rinnovatore della forma, proprio come i suoi maestri. E noi di UniVersoMe non potevamo farci scappare l’occasione di conoscere un po’ più da vicino uno dei più grandi autori della storia del cinema italiano!

Bellocchio
Domenico Leonello intervista il regista italiano Marco Bellocchio. @ Ilaria Denaro


Dott. Marco Bellocchio, durante la sua Lectio Doctoralis ha citato autori che, come lei, hanno fatto la
storia del cinema. Ha parlato di espressionismo tedesco, di realismo francese. Ma da quale corrente cinematografica o, meglio, da quale autore lei sente di aver appreso di più?

È passato molto tempo. Io parlo della mia formazione. A quei tempi l’espressionismo tedesco o il grande
cinema sovietico avevano dei risultati straordinari. Naturalmente da quel momento ad oggi sono passati dei
grandissimi maestri. Si pensi ad Antonioni, a Fellini, a Rossellini o a Ferreri. Tutti grandi registi italiani che mi hanno condizionato. Si pensi anche al rapporto con Bernardo Bertolucci. Insomma, una lunga storia!

Immagino anche i principali autori della Nouvelle Vague: Godard e Truffaut. Come ricordava il professore di Storia del cinema, Federico Vitella, sono stati loro i primi a “tagliare i ponti” con il “cinéma de papa”, il “cinema di papà”.

La Nouvelle Vague è stata molto importante. Erano gli anni in cui io frequentavo il Centro Sperimentale di
Cinematografia di Roma. E loro, Godard, Truffaut, Chabrol e René, erano i grandi rinnovatori della forma!
In questo senso si, anche questi maestri sono stati sicuramente preziosi, utili, nel mio lavoro.

Nella sua laudatio, il professore di Storia del cinema, Federico Vitella, ha ricordato il modo in cui lei si è destreggiato nel mondo dell’intermedialità, della transmedialità e della virtualità. Restando, dunque, sempre nel campo delle “narrazioni espanse”, qual è la sua opinione sugli adattamenti cinematografici?

Sicuramente tutto quello che lei ha citato entra nel cinema e chiunque faccia cinema ne può essere
arricchito. Noi oggi usiamo tutte queste nuove tecniche che, in fondo, entrano naturalmente nella nostra
immaginazione e, di conseguenza, finiamo per ritrovarle anche nelle risposte che noi stessi diamo. In
passato, ad esempio, quando ho iniziato, non esisteva il discorso sul repertorio. Adesso invece i vari tipi di
immagini possono combinarsi, possono fondersi, e diventare un racconto del tutto nuovo.

Cosa consiglia ai giovani che desiderano intraprendere la sua stessa carriera o, comunque, entrare nel fantastico mondo del cinema?

(Sorride) Non so! È impossibile dare una risposta. Potrei farlo con qualcuno che conosco, di cui ho visto
qualcosa. Ma così, genericamente, io non posso dare una risposta poiché sarebbe del tutto superficiale.


Domenico Leonello

Caporedattore UniVersoMe


*Articolo pubblicato il 21/12/2023 sull’inserto Noi Magazine di Gazzetta del Sud

Scavo limbico

Leggerti è stato difficile

Una mente violata come una capsula del tempo 

Sepolta in giardino.

Ma non ti diseppellirò più

perché il passato merita il silenzio 

anche se le chete grida dei tuoi ricordi 

Si fanno sentire.

                  

               Carla Mascianà

Manifestazione di interesse per posti letto presso Residence Liberty – A.A. 2023/2024

Si comunica a tutti gli studenti, dottorandi, specializzandi, borsisti, assegnisti di ricerca e
masterizzandi interessati al servizio abitativo presso il residence “Grand Hotel Liberty”, ubicato in via I Settembre n. 15 – 98122 Messina, che sono ancora disponibili dei posti letto per i quali è
possibile presentare domanda.

Le tariffe sono state rimodulate in funzione della tipologia di stanza, più precisamente:

  • € 170,00/mese posto letto in stanza doppia (n. 72 posti disponibili);
  • € 150,00/mese posto letto in stanza tripla (n. 9 posti disponibili);
  • € 230,00/mese posto letto in stanza singola (n. 3 posti disponibili).

La tariffa comprende i servizi di reception h.24, pulizie giornaliere delle parti comuni, prima
dotazione biancheria per letto, fornitura di acqua, energia elettrica, riscaldamento e climatizzazione,
wi-fi, tv in camera e utilizzo delle sale tv, studio e lettura e dei locali scaldavivande in comune.

Gli interessati potranno presentare richiesta tramite la piattaforma ESSE3, utilizzando le credenziali di accesso istituzionali (nomeutente@studenti.unime.it) e cliccando sul link Bandi/Iniziative all’interno dell’area riservata.

I borsisti e gli assegnisti di ricerca, non gestiti dalla piattaforma ESSE3, potranno effettuare la richiesta tramite l’indirizzo e-mail hotel.liberty@unime.it; al medesimo indirizzo potranno essere segnalati eventuali problemi tecnici.

L’Ateneo procederà alla valutazione delle istanze pervenute; i posti liberi verranno assegnati in base
all’ordine di presentazione della domanda. Gli assegnatari verranno convocati per la sottoscrizione del contratto e dell’atto di accettazione ed utilizzo alloggio.

Si fa presente che gli studenti iscritti ai corsi di laurea, laurea magistrale, magistrale a ciclo unico
che decideranno di risiedere presso l’Hotel Liberty potranno partecipare, al ricorrere degli altri requisiti, al bando Casa Unime 2023/2024 e i vincitori potranno ottenere un contributo economico finalizzato all’abbattimento dei costi del canone di locazione. Il programma è visionabile al link: https://www.unime.it/didattica/servizi-e-agevolazioni/unita-agevolazioni-e-premialita-studenti/programma-casa-unime/.

Nota: Comunicazione ricevuta nella mail istituzionale dal Direttore Generale UniMe, Avv. Francesco Bonanno

Club Dogo, i capi sono tornati a casa!

Un album che letteralmente urla “Siamo Tornati Zio” – Voto UVM: 5/5

Come ci hanno lasciato i Club Dogo?

Sarebbe stato facile dire, fino a qualche anno fa, che non avremmo più sentito parlare del trio musicale più famoso di Milano, dopo Non siamo più quelli di Mi Fist. Titolo che suona come un epitaffio, un album che rivela l’evoluzione finale dei Club Dogo, collettivo che nel tempo gradualmente perdeva il suo scopo. In 13 anni si sono appollaiati sugli allori, sapendo di essere i migliori hanno deciso di dare il loro peggio per guadagnare di più, ed è cosi che dalle importanti Cronache di Resistenza (Mi Fist) siamo passati a Minc*ia Boh!

Tuttavia anche perdendo il peso liricistico, sono diventati con gli anni un simbolo del gangsta/coca rap italiano, dove alla denuncia sociale si sostituiva l’esaltazione dell’alcool, delle discoteche, dei soldi e la musica da club e da piazza.

Cover di “Club Dogo”. Casa discografica: Universal Music Italia Srl

La speranza è l’ultima a morire

Nel 2015 si è chiusa anche quella fase con un’apparente rottura tra i tre membri dei Club Dogo, di cui si sa tutt’ora molto poco. Rimane un dato di fatto che da allora non abbiamo mai assistito a un lavoro che contenesse tutti e tre i membri insieme. Eppure dopo tanto silenzio, tra interviste e citazioni nei pezzi, è venuto fuori che effettivamente l’affetto e la stima erano ancora vivi tra Guè Pequeño (Cosimo Fini), Jake La Furia (Francesco Vigorelli) e Don Joe (Luigi Florio).

In un’intervista di un paio di anni fa scopriamo che Jake ha sempre voluto tornare a lavorare con entrambi insieme ma a patto che fosse per riportare effettivamente il gruppo in gioco. Inoltre esigeva che fosse fatto per conto del gruppo e non sul disco di qualcun altro. A detta sua, Guè, che ha preso molto seriamente la sua carriera solista negli anni dopo l’ultimo lavoro fatto insieme, lo aveva contattato per farlo comparire nei suoi lavori personali, e ha sempre rifiutato. Fortunatamente questo fatto non è stato ragione di astio fra i due. Anzi è stato il meccanismo di riflessione che ha portato all’attesissimo ritorno del 2024 dei Club Dogo.

Come siamo arrivati a questo punto?

Guè ha avuto alti e bassi dal 2015 fino ad ora, iniziando la sua carriera solista quando i Dogo erano ancora insieme. La sua anima da rapper megalomane, rimasta ancora nei primi lavori (Il Ragazzo d’Oro, Vero) ha conosciuto l’avvento della trap, mutandosi in modo non molto decente in quella di un trapper di mezza età (se mi sentisse mi insulterebbe la madre), evento visibile in Sinatra e Gelida Estate EP. Ma ha anche ritrovato qualità e decenza con gli ultimi lavori (Mr.Fini, Fastlife 4, Gvesus, Madreperla) e con apparizioni in dischi di altri artisti e producers.

Jake, dal canto suo, subito dopo lo ‘scioglimento’ si è buttato sul commerciale in qualsiasi modo possibile, cimentandosi in qualsiasi stile andasse di moda in quel periodo. Addirittura è riuscito a fare lavori reggaeton e da discoteche in spiaggia, causando l’amarezza dei fan di una vita. Soltanto nell’ultimo paio di anni sembra essersi stancato di essere usato per i balletti su TikTok, tornando prima con un joint-album con Emis Killa (17) che fa tirare un sospiro di sollievo agli amanti del rap, e poi con un disco solista molto carino: Ferro del mestiere. Quest’ultimo segna il suo ritorno alle rime e alle barre hip-hop.

Infine Don Joe tra silenzi e sporadiche produzioni personali, si è reso artefice di diverse produzioni per tantissimi artisti della scena rap old e new-school e anche di quella pop italiana, ma più recentemente un producer album molto bello: Milano Soprano.

I Dogo durante una sessione di registrazione del nuovo album.

Come li ritroviamo adesso?

L’annuncio è arrivato completamente dal nulla, avevamo smesso tutti di pensarci e sperarci, ma è arrivato nel momento più ideale delle carriere dei tre membri. Tutti e tre hanno solo in testa l’hip-hop, le basi vecchia scuola col boom-bap, gli scratches, e l’autoreferenzialità. I Dogo si sentono i supereroi del rap, direttamente da Milano per l’intera Italia, tanto che prima ancora dell’album, la campagna pubblicitaria si è rivelata iconica e demenziale al punto giusto. Testimone il simpatico sketch con Claudio Santamaria e Beppe Sala.

“Club Dogo”, come suona?

L’album Club Dogo si presenta come un decentissimo ritorno, praticamente tendente ai primi album come Mi Fist o Penna Capitale. Manca purtroppo il peso sociale di quegli album ma compensa con l’attitudine e il volersi riportare al proprio posto nell’Olimpo del genere in Italia. E’ la conseguenza diretta dei diversi stili evoluti dei membri del gruppo. Sovverte completamente l’album con cui ci hanno lasciato nel 2015 e probabilmente anche quei due-tre prima di lui. I temi sono principalmente di critica al rap odierno, fatta anche con molto divertimento e ironia. I featuring sono ben selezionati, Marracash, Elodie e anche Sfera Ebbasta, hanno scritto strofe e ritornelli azzeccati per l’occasione.

A primo ascolto potrebbe sembrare un album un po’ piatto dove ogni canzone sembra quasi sullo stesso piano, senza una canzone che spicchi. Serve tuttavia almeno un altro ascolto per discernere bene la qualità di ogni singola traccia. Le prime quattro soprattutto, sono quelle che danno una botta di nostalgia difficile da gestire all’ascoltatore dogofiero storico. Un’altra di queste è Tu Non Sei Lei, la traccia più scura, sorprendente sia per il lavoro strumentale di Don Joe, sia per il tema. Una canzone che parla di amore marcio paragonato al male delle droghe pesanti.

“Club Dogo”, il come-back di Milano con la ‘M’ maiuscola

Una caratteristica molto particolare di questo album è che non ha tracce da radio. Incredibile a dirsi, anche i pezzi con i featuring non hanno un sound commerciale. Certo potrebbero essere passati in radio, ma mai come i loro pezzi più famosi e cantati. Questo non vuol dire che sia un brutto album, ma anzi che sia un disco ben mirato. Di sicuro è mancato poter ballare su una canzone come Pes, anche se King Of the Jungle si avvicina molto a quelle vibes estive e reggae.

E’ un disco che ha un target e uno scopo: è stato scritto per rieducare, per riabituare l’orecchio dell’adolescente al rap di qualità, o comunque davvero di strada (di piazza, nel caso dei Dogo). Ma anche per esaudire tutti noi che li aspettavamo cantando Puro Bogotà.

 

Giovanni Calabrò

Castello Gallego – Storia del simbolo di Sant’Agata Militello

L’inizio della leggenda

Come molti luoghi della suggestiva Sicilia, Sant’Agata Militello affonda le sue radici in un mito avvolto nel fascino dell’antico, attribuendo la sua fondazione a uno dei figli di Eolo, sovrano dei venti e delle isole che portano il suo nome. Questi esseri, provenienti da Lipari e migrati sulla ‘terraferma’, plasmarono il territorio assegnato loro dai Sicani, dando vita a una cittadina originariamente chiamata Agatocle, un nome che col tempo si trasformò in Agata.

Un alone di segretezza avvolge anche la leggenda secondo cui coraggiosi navigatori di Catania, colti da una tempesta impetuosa, cercarono rifugio sulle spiagge di Sant’Agata. In seguito, per adempiere a un voto di gratitudine verso la santa protettrice della loro città, trasportarono con sé una statuetta di Sant’Agata, da cui la località avrebbe tratto il suo nome, conservando così gli antichi segreti di un passato avvolto nella suggestione.

In effetti, sembra che l’origine del nome del paese sia da attribuirsi a una modesta chiesa situata nelle vicinanze della zona marina, anche se le tracce di quest’ultima sono ormai irrimediabilmente perdute nel tempo. Tuttavia, la presenza di tale chiesa è attestata da un resoconto di un antico viaggiatore, il quale annotò con cura

“segue appresso a ½ miglio e fondago di Santa Agatta posseduta dall’Illustre signor Barone di Militello […] et li è una chiesa antica pur nominata Santa Agatta”.

Purtroppo, al momento, non si dispone di ulteriori informazioni riguardo a questa misteriosa chiesa. Tale mancanza di dettagli contribuisce a mantenere avvolta nel mistero la storia di Sant’Agata e delle sue origini. Ad oggi, la principale testimonianza della storia santagatese è la presenza del Castello Gallego.

 

Storia del castello

La struttura si presenta come l’evoluzione della cittadina attraverso le varie epoche. Come la maggior parte dei castelli della zona (Castello Larcan-Gravina di Acquedolci), esso nasce prima come torre di avvistamento che aveva lo scopo di difendere e avvertire, in caso di pericolo, le cittadine situate nella zona montana. La prima torre venne edificata intorno al XIV secolo per volontà dei regnanti aragonesi. Nella seconda metà del ‘500 venne affiancata alla prima una seconda torre.

Nel 1573, i nobili aragonesi Gallego, dal quale il castello prende e mantiene il nome, ottengono la baronia dello stesso e dedicano un particolare interesse verso questa struttura. Si nota anche dalla diminuzione degli attacchi pirateschi in quel periodo.

Nel 1628 inizia la costruzione del palazzo circostante alle due torri, destinato ad ospitare i discendenti del Principe Luigi Gallego di Militello per oltre un secolo. L’ultimo erede vendette l’edificio e le terre al Principe Lanza Branciforte di Trabia, che lo adoperò come residenza estiva e mantenne la proprietà anche dopo l’abolizione della feudalità. Nel secolo scorso, il castello ha avuto varie destinazioni, tra cui un’azienda agricola e un ristorante. Solo nel 1991 il Comune di Sant’Agata lo acquisì, riportandolo al suo antico splendore attraverso opere di restauro tra il 2006 e il 2008.

 

Architettura

Il Castello Gallego, con il suo perimetro quadrangolare, delinea un ampio cortile interno. La facciata, caratterizzata dal portale d’ingresso in pietra calcarea bianca locale, è affiancata a destra dalla Chiesa di Maria Santissima del Carmelo. L’androne, accessibile sia a piedi che da carrozze e cavalcature, costituisce l’ingresso principale. Da qui, si accede a due spazi laterali dedicati alla guardia e a una scalinata che conduce all’ala meridionale.

La sala delle guardie offre l’accesso a un ambiente sotterraneo con quattro piccole prigioni.

 

La sala delle guardie, ingresso sotterranei. ©Benedetto Lardo

 

Il vasto magazzino, pavimentato in ciottoli in parte e caratterizzato dal ritrovamento di giare durante il restauro, testimonia la conservazione dei prodotti.

 

Giare rinvenute durante il restauro del magazzino. ©Benedetto Lardo

 

Proseguendo, si trova la scuderia di palazzo, con pavimentazione e mattonelle in ceramica di Santo Stefano di Camastra che rivestono le mangiatoie, mentre un passaggio esterno consentiva l’accesso dei cavalli a questa stanza.

 

Scuderie con mangiatoie rivestite con mattonelle in ceramica di S.Stefano di Camastra. ©Benedetto Lardo

La Torre

La Torre Aragonese, o Torre Saracena, costituisce la parte più antica dell’intero complesso architettonico, con mura dallo spessore imponente di quasi due metri e un pavimento originale in cotto. Al centro di quest’ultimo si trova la bocca di una piccola cisterna d’acqua.

L’anticorpo di questa torre, eretto nei primi anni del XVII secolo, sorge sul luogo della scala in legno retrattile utilizzata per accedere al piano superiore. In caso di minaccia, i milites custodi potevano facilmente salire attraverso una botola ancora visibile.

La seconda torre fu concepita come fortino, ma forse rimase incompleta, presentando uno spessore murario inferiore alla prima.

Il fondaco della carrozza, originariamente la residenza della carrozza principesca ai tempi dei Gallego, successivamente, con il passaggio del castello ai Lanza di Trabia, fu destinato alla lavorazione dell’uva e alla conservazione del vino. Sulle pareti di questa stanza si possono ammirare disegni raffiguranti antiche navi a vela.

La corte costituisce il cuore pulsante del palazzo, fungendo da fulcro per molte attività del castello e offrendo un punto di contatto con il mondo esterno.

Da qui si accede a una scala a chiocciola, sovrastata dallo stemma originale della casata dei Lanza di Trabia. Nonostante le dimensioni ridotte, la scala ha mantenuto a lungo la sua importanza come l’unico mezzo di comunicazione con il piano superiore.

 

Stemma della casata dei Lanza di Trabia. ©Benedetto Lardo.

 

Infine, la Chiesetta di Maria Santissima del Carmelo funge da cappella del palazzo ed è accessibile al pubblico attraverso un’entrata esterna. Da essa prende il nome il Duomo della cittadina.

Oggi

Attualmente, il Castello Gallego si erge come un autentico polo culturale, ospitando la biblioteca comunale, una sala congressi, un ambiente dedicato allo scrittore Vincenzo Consolo, il museo etnoantropologico dei Nebrodi e la pinacoteca d’arte Nino Franchina. Ogni anno, i suoi ambienti sono animati da una variegata serie di eventi culturali.

Benedetto Lardo, Antonella Sauta

 

Fonti:

http://www.comune.santagatadimilitello.me.it/hh/index.php?jvs=0&acc=1

https://visitme.comune.messina.it/it/luoghi/castello-gallego-s-agata-militello

 

Al via l’Unime Recruiting Day Lidl

Dopo il Recruiting Day Decathlon, l’Università degli Studi di Messina – attraverso il Career Service – organizzerà un nuovo evento di selezione dedicato a LIDL – famosa catena europea di supermercati della Schwarz Gruppe – in cerca di profili da inserire in azienda. L’appuntamento prenderà il via nella tarda mattinata del 18 ottobre, presso la sede Polo Centrale in Piazza Pugliatti 1 (Aula Cannizzaro).

Come si svolgerà l’evento

L’evento si suddividerà in due tronconi:

  • Dalle 10.30 alle 11.30 verrà presentata l’azienda LIDL, partendo dalle sue origini tedesche fino ad arrivare alla sua progressiva ascesa in Europa e in Italia.
  • A partire dalle ore 12:00 inizieranno i colloqui di selezione. L’azienda si confronterà con i candidati ritenuti interessanti, seguendo l’ordine degli appuntamenti fissati dai selezionatori. Fra i requisiti più ricercati, ci sono studenti laureati e/o laureandi.

Come prenotarsi al colloquio

Per potersi prenotare ai colloqui bisogna innanzitutto accedere al seguente link, controllare ed eventualmente aggiornare il proprio Curriculum Vitae AlmaLaurea e procedere infine con la registrazione. Per ogni informazione sulla selezione è possibile rivolgersi al Career Service di Ateneo.

Fonte: Wikimedia Commons

Le opportunità lavorative offerte da LIDL e punti vendita

La proposta lavorativa della LIDL non si limita solo alla vendita di prodotti. L’azienda richiede infatti competenze in ambito ingegneristico, giuridico, economico e comunicativo. Questo fa sì che qualsiasi studente universitario diventi un potenziale candidato per la scelta finale.

Il territorio messinese, inoltre, offre al momento due punti vendita LIDL:

  • Contrada Masseria, snc, 98044 Milazzo-ME*
  • Strada Statale 114, km 4+400, 98145 Messina-ME*

Per quel che concerne il territorio reggino, infine, abbiamo cinque punti vendita LIDL:

  • Via Cappelleri snc, 89135 Reggio Calabria (RC)*
  • Traversa Via Padova snc, 89129 Reggio Calabria (RC)*
  • Superstrada Jonica 14, 89131 Reggio Calabria (RC)*
  • Viale Della Libertà, snc, 89063 Melito di Porto Salvo (RC)*
  • Via La Resta, 1, 89029 Taurianova (RC) – Via Giuseppe Impastato, 1, 89024 Polistena (RC)*.

*Fonte: Lidl.it

Antonino Nicolò

Alessio Morganti

Fine degli UniMe Games 2023: il nostro resoconto

Siamo giunti purtroppo alla fine degli UniMe Games 2023, la seconda edizione dell’evento che ha avuto il merito di riunire studenti di tutti i dipartimenti del nostro ateneo all’interno della Cittadella Sportiva. Dal 6 all’8 Ottobre sono state innumerevoli le competizioni, le redbull sorseggiate, i degni vincitori e gli sconfitti a testa alta.

Unime Games 2023: disabilità e inclusione

Un fine settimana ricco di emozioni dove, accanto ai talenti sportivi del nostro Ateneo, hanno fatto da protagoniste anche tematiche importanti quali la disabilità e l’inclusione. Un’importante novità a tal proposito è stata l’idea di Monica Morabito, con il progetto “Try this ability”, grazie anche all’aiuto dell’atleta Antonella Rigano e di una rappresentanza di giocatori professionisti della Mediterranea Eventi. Questo progetto ha fatto sì che chiunque potesse cimentarsi in alcune discipline paralimpiche per comprendere a pieno cosa significhi nella pratica avere una disabilità. A tal proposito risulta essere rilevante l’intervento in Radio UVM della Prof.ssa Fiammetta Conforto, Delegata del Rettore ai Servizi Disabilità e DSA.

Fine degli UniMe Games 2023
Le attività inclusive degli UniMe Games 2023
Fonte: Giulia Cavallaro

I risultati

Venendo ai vincitori, quasi vincitori e vinti, a conseguire il maggior numero di medaglie d’oro possibili è stata la facoltà di Patologia umana dell’adulto e dell’età evolutiva “Gaetano Barresi” (Pat). Ha vinto nel calcio, nel basket, nel podismo e nel nuoto. Ha ottenuto anche l’argento nel tennis, dove però la prima posizione è stata meritatamente conquistata da Giurisprudenza (Giuri). L’oro della pallavolo è andato alla facoltà di Scienze chimiche-farmaceutiche (Chibiofarm).

Ecco i podi delle varie discipline:

  • Calcio: 1. Pat; 2. Vet; 3. Giuri. Miglior giocatore: Luca Carbolai (Pat).
  • Basket: 1. Pat; 2. Mift2; 3. Ing. Miglior giocatore: Costanza Carmineo (Pat).
  • Pallavolo: 1. Chibiofarm1; 2. Biomorf1; 3. Dimed1. Miglior giocatore: Gabriele Rizzo (chibiofarm).
  • Podismo: 1. Pat2; 2. Chibiofarm2; 3. Mift. Migliori tempo: Salvatore Di Simone (Pat).
  • Tennis: 1. Giuri; 2. Pat; 3. Mift. Migliori tennisti: Fabrizia Cambria (Giuri) e Andrea Antonucci (Pat).
  • Nuoto: 1. Pat; 2. Biomorf; 3. Ing. Miglior nuotatore: Paul Mihailescu (Chibiofarm).

La cerimonia di premiazione

La cerimonia di premiazione si è svolta sempre all’interno della Cittadella, nello specifico nel suo anfiteatro alle ore 19 di domenica. Innumerevoli gli interventi, ricordiamo quelli della Prof.ssa Graziella Scandurra, dell’Avv.ssa La Rosa, della Prof.ssa Roberta Salomone, della Prof.ssa Candida Milone, infine di Luca Famà, presidente di Crescendo Incubatore e Raouf Abdul Mastan presidente di Student Ambassador.

Subito dopo la premiazione, il dj set di Giovanni Grasso ha aperto le danze facendo ballare tutti- vincitori e non- nel cortile dell’impianto di pallavolo dove, nei due giorni precedenti, ci sono stati gli stand di UniVersoMe e Crescendo Incubatore.

Il bilancio è stellare: un evento completo dove divertimento e sportività hanno camminato di pari passo con tematiche importanti. Gli UniMe Games infatti non sono soltanto divertimento, ma anche riflessione e presenza. Riflessione e presenza per la nostra città, ma soprattutto per chi ci sta intorno. “Try this ability” è stato uno dei momenti più commoventi dell’intero evento, tanto quanto parlare con gente affetta da disabilità che ci ha ribadito quanto sia importante che lo sport sia inclusivo.

Ricordiamoci che soltanto capendo l’altro e “provando le sue abilità” possiamo stargli realmente al passo e aiutarlo. Ricordiamoci che lo sport unisce e la nostra università ha importanti risorse da offrirci.

La fine degli UniMe Games 2023 ha fatto scendere a tutti una lacrimuccia, attendiamo quindi, sentendoci tutti più vicini che mai, con ansia la terza edizione. Alla prossima!

Isabel Pancaldo

Sport e Messina, un connubio inaspettato: tante iniziative gratuite per i giovani

Messina si impegna nella promozione dell’importanza dell’attività fisica e dello sport a tutte le età. Impegno dimostrato dai diversi impianti sportivi, presenti sul territorio, messi a disposizione della comunità messinese.

A luglio 2023 sono stati inaugurati gli impianti sportivi di Villa Dante (che si trova qui!), location simbolo di Messina che attraverso la riqualificazione ha ripreso vita. Un’esperienza sportiva, quindi, immersa nella natura. I campi da padel, da tennis e da calcio a 5 sono aperti a tutti e sono usufruibili su prenotazione. L’aspetto fondamentale è che, l’amministrazione comunale, sin dall’inaugurazione ne ha previsto l’utilizzo gratuito. Possibilità adesso estesa fino al 31 dicembre 2023.

Secondo l’Indice di Sportività de Il Sole 24 Ore, che prende in considerazione 32 indicatori raggruppati in 4 categorie: struttura e organizzazione del sistema sportivo, sport di squadra, discipline individuali e relazioni dello sport con l’economia e la realtà sociale, Messina risulta la migliore tra le province siciliane, un risultato sorprendente.

Come prenotarsi?

È possibile prenotarsi, per usufruire dei campi da padel, da tennis e da calcio a 5 nell’incredibile spazio verde di Messina,  andando sul portale di Messina Social City, ente strumentale del Comune di Messina volto alla gestione e produzione dei servizi sociali sul territorio. Sarà sufficiente cliccare su questo link e inserire i propri dati (nome, cognome, codice fiscale) selezionando la data e l’orario in cui si intende usufruirne.

Giochi senza Quartiere: la sfida tra le Municipalità della città di Messina

L’impegno della città di Messina nella diffusione del valore dello sport è, altresì, dimostrato anche dalle iniziative realizzate dal Comune. Una di queste è Giochi senza Quartiere, una sfida tra le sei Municipalità della città. Tale manifestazione sportiva, nata nel 2022 e riproposta quest’anno, attraverso vari giochi come padel, calcio balilla, basket, tiro alla fune ecc coinvolge tantissime persone di diverse età. I partecipanti sono divisi in squadre pronti a cimentarsi nelle varie attività. La Municipalità vincitrice otterrà un trofeo che potrà esporre, fino all’edizione successiva, nella propria sede. Alla manifestazione sono dedicati diversi giorni e la finale si terrà a Villa Dante. L’edizione di quest’anno si concluderà domenica 22 ottobre 2023 dalle 9:30.

La prima edizione è stata vinta dalla II Municipalità di Messina.

SSD UniMe: Società Sportiva Dilettantistica dell’Università di Messina

La SSD UniMe è la società che gestisce direttamente gli Impianti Sportivi della Cittadella Sportiva Universitaria, del Centro Equitazione presente presso il Polo Universitario Annunziata, del Complesso Sportivo Primo Nebiolo e di Palazzo Mariani, proprietà dell’Università degli Studi di Messina. Gli studenti in regola con l’iscrizione all’Università hanno la possibilità di frequentare gratuitamente tutte le attività e i servizi messi in atto dalla SSD UniMe. Andando sul sito è possibile prendere visione delle molteplici attività sportive alle quali poter accedere.

Fonte: Freepik

SKILL IN- Lo Sport per tutti

Particolare rilievo assumono le iniziative previste per le persone con disabilità. È previsto un settore sportivo per atleti con disabilità denominato “SKILL IN- Lo Sport per tutti”. Tale settore nasce dall’intento di promuovere la cultura dell’ inclusione. Il progetto SKILL IN è stato sviluppato dalla Prof.ssa Fiammetta Conforto, Delegato del Rettore ai Servizi disabilità e DSA, assieme con il Prof. Carlo Giannetto, Professore associato del Dipartimento di Economia e Vicepresidente del Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo, e la Prof.ssa Marika Margiotta, Coordinatrice del settore sportivo SKill In, con la collaborazione di Francesco Giorgio, Delegato provinciale del Comitato Italiano Paralimpico (CIP).

Sono diversi i sport attivi: nuoto, ginnastica artistica, baseball per ciechi, canottaggio, tiro con l’arco ne sono solo alcuni esempi.

Un’iniziativa di grande valore. Lo sport unisce, include, realizza sogni e speranze, supera i limiti e le barriere, lo sport è davvero per tutti e di tutti.

Come partecipare gratuitamente alle attività sportive della SSD UniMe?

Tutti gli studenti regolarmente iscritti possono usufruire gratuitamente di tutti gli impianti sportivi. Le modalità per iscriversi sono descritte sul sito della SSD UniMe, accedendo tramite il seguente link e compilando l’ apposito form.

Sarà necessario attendere l’accettazione della pre-iscrizione, a seguito della quale sarà possibile recarsi presso la Segreteria Centrale della SSD UniMe ed effettuare l’iscrizione alla Società Sportiva. Sarà possibile frequentare una sola attività al giorno e  ci si potrà prenotare fino ad 1 ora prima rispetto all’orario del corso o dell’attività che si desidera frequentare.

Grazie al Comune di Messina e all’Università di Messina ogni cittadino e ogni studente, senza esclusioni, potrà vivere una Messina all’insegna dello sport.

  Marta Zanghì