Stretto di Messina: accolto il ricorso per attraversare senza Super Green Pass

Il Tribunale civile di Reggio Calabria ha accolto il ricorso presentato dai legali di Fabio Messina, l’agente di commercio palermitano bloccato da giorni a Villa San Giovanni poiché sprovvisto di Green Pass. Lunedì mattina aveva tentato di attraversare lo stretto ma non avendo nemmeno iniziato il ciclo vaccinale si è visto respinto dagli addetti al controllo della società di trasporto.

Il ricorso

Per cinque giorni il signor Messina si è visto costretto a rimanere in Calabria, arrivando a dormire in un sacco a pelo e venendo ospitato per le ultime due notti da una famiglia di Villa San Giovanni. Impossibilitato a recarsi in un albergo per le stesse ragioni per cui non ha potuto attraversare lo stretto, ha aspettato che il tribunale civile di Reggio Calabria si esprimesse sul ricorso presentato dai suoi legali, gli avvocati Grazia Cutino e Maura Galletta. Ricorso che infine è stato accolto dal giudice Elena Luppino che ha disposto la messa in condizione dell’attraversamento del cittadino siciliano. Il signor Messina può regolarmente fare ritorno in Sicilia se: munito di “esito di un test antigenico attestante la sua attuale negatività al virus con espressa esenzione dall’esibizione della certificazione verde” e con l’obbligo di tenere una mascherina FFP2. L’accoglimento del ricorso in questione però non pregiudica in alcuna maniera l’effettività delle regole attualmente in vigore. Continuerà infatti ad essere necessario il possesso della certificazione verde per attraversare lo stretto. Ma la vicenda deve sollevare l’attenzione circa esigenze collegate alla geografia del nostro Paese richiedenti un intervento preciso da parte dell’autorità.

Il principio di continuità territoriale

Come spiegato all’interno del ricorso presentato dai legali di Fabio Messina, il nodo centrale di questa discussione è quello di dovere salvaguardare la continuità territoriale. Nella penisola il passaggio tra una regione e l’altra non è stato minimamente inficiato dall’estensione dell’obbligo del Super Green Pass, essendo infatti possibile per chi sprovvisto di certificato verde di spostarsi da nord a sud con un proprio mezzo. Cosa invece non realizzabile per chi decide di recarsi dalla terraferma alle isole o viceversa. Lo stesso agente di commercio ha descritto il tutto come un “problema di diseguaglianza tra italiani, a prescindere dal documento che si ha per salire a bordo di una nave”.

La medesima questione è stata sottolineata nella lettera scritta al Presidente del Consiglio Mario Draghi e al Presidente della Regione Nello Musumeci dalla vicepresidente dell’Ars (Assemblea Regionale Siciliana) Angela Foti. L’obbligo del Super Green Pass sui mezzi di trasporto come aerei e navi limiterebbe gravemente la libera circolazione di chi vive nelle isole come Sicilia e Sardegna. Come detto precedentemente, chi abita nel resto della penisola munito di un mezzo proprio e non in possesso del certificato verde non è gravato dalle medesime limitazioni di un cittadino insulare.

L’uso di mezzi di fortuna o la rinuncia al viaggio

Il signor Messina non è stato il solo a incappare in questo problema. Ricordiamo infatti che la vicenda è avvenuta lunedì 10 gennaio, la data prevista dal decreto governativo del 29 dicembre recante “Misure urgenti per il contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19 e disposizioni in materia di sorveglianza sanitaria” che ha esteso ai mezzi di trasporto pubblici l’obbligo del cosiddetto Green Pass rafforzato (o Super Green Pass). Secondo quanto riferito dagli operatori degli imbarcaderi altre persone sono state bloccate nel tentativo di attraversare lo stretto poiché sprovviste del certificato verde. Alcuni di loro hanno deciso semplicemente i tornare di indietro mentre altri, spinti evidentemente da impellenti necessità, hanno fatto ricorso a mezzi di fortuna, usando magari imbarcazioni messe a disposizione dai privati e con costi elevati.

fonte: messindaindiretta.it

L’appello di Cateno De Luca

Ad unirsi al coro è stato anche il Sindaco di Messina Cateno De Luca. Il primo cittadino messinese, in collegamento con il programma di canale 5 “Mattino 5”, ha denunciato quanto avvenuto e, successivamente all’aver preso conoscenza dell’esito positivo del ricorso, ha annunciato che avrebbe contattato il Premier Draghi e il Ministro Speranza. Per De Luca:

“… lo Stato deve deve concedere “una fase transitoria per potersi adeguare a quelle che sono le richieste della nuova normativa e quindi consentire di tenere presente la specificità del pendolarismo dello Stretto di Messina”

Filippo Giletto

Allo studio il Super Green Pass, in cosa consiste e se entrerà in vigore

«L’economia va bene e la vaccinazione va bene. Perché rischiare nuovi lockdown a causa dei no vax?»

Queste le parole di Renato Brunetta proferite nel corso di un intervista al Corriere della Sera. Il ministro della Pubblica Amministrazione ribadisce la necessità di proseguire lungo la strada intrapresa con l’introduzione, e la progressiva estensione, del Green Pass. <<Imponendo il green pass a tutto il mondo del lavoro abbiamo fatto la più grande strategia di politica economica. Non si tratta di cambiare strategia, ma di rafforzarla per non dover richiudere>>.

Incalzato sulla possibilità che un ulteriore rafforzamento del certificato verde possa tradursi in un sostanziale obbligo vaccinale risponde: <<La decisione non mi sembra questa, con uno zoccolo duro di irriducibili del 10% l’obbligo non risolve nulla. Che fai, gli applichi il trattamento sanitario obbligatorio? La strada è un Super Green Pass responsabile e condiviso, per non far pagare a tutti l’egoismo di alcuni>>. <<Se ci saranno cambi di colore perché devono pagare tutti gli italiani vaccinati, per colpa dello zoccolo duro dei no vax, estrema minoranza, sempre più invisa? Se gli indicatori ospedalieri dovessero peggiorare, penso sia il caso di rafforzare il green pass escludendo i non vaccinati da alcune attività sociali>>.

 

Il Ministro Brunetta, fonte:HuffingtonPost Italia

Le nuove attività off limits e il mondo del lavoro

Per i no vax, teorizza Brunetta, le attività off limits potrebbero divenire quelle del terziario urbano, della cultura, dello sport e del tempo libero. Settori che inevitabilmente verrebbero pregiudicati in caso di lockdown parziali. <<Perché ristoranti, stadi, piste da sci, teatri, cinema, discoteche dovrebbero pagare? Ciò comporterebbe dire costi di impresa, ristori, deficit, crisi, nuovo crollo dei consumi in un momento in cui, ribadisco, l’economia si sta riprendendo>>.

Nessuna novità invece per quel che riguarda il mondo del lavoro. <<Io per ora il mondo del lavoro lo lascerei col Green Pass standard. Con alcune eccezioni. Per esempio estendendo la terza dose alle categorie già obbligate, sanitari ed RSA. Dovremmo puntare molto sulle terze dosi. Se trasformiamo i richiami in una nuova, grande campagna vaccinale, possiamo anche far crescere la propensione alle prime dosi>>.

L’appello della politica e delle regioni

Le parole di Brunetta hanno trovato l’appoggio di altri esponenti del mondo politico. Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è sulla stessa linea del compagno di partito: <<Un Green Pass a doppia velocità: a lavoro si entra con il Green pass di qualunque tipo, per andare alla prima de La Fenice, dove andrò stasera, servirà il Green Pass per i vaccinati>>. In pressing sul Governo anche le Regioni che hanno visto una crescita constante nel numero dei contagiati e che vedono nel Friuli Venezia Giulia l’exploit di questa quarta ondata. Il Premier Draghi, dal canto suo, non vuole fare allarmismo ma comprende l’urgenza di intervenire in tempi rapidi per evitare che la situazione finisca per sfuggirgli di mano.

Nuove modifiche al Green Pass

Il tema verrà discusso la prossima settimana durante una riunione della cabina di regia. Questa approverà sicuramente un decreto che conterrà l’obbligo di richiamo per personale sanitario e dipendenti di RSA. Sicure anche le introduzioni di modifiche al Green Pass volte, però, a prevenire restrizioni generalizzate e premiare chi ha completato il ciclo vaccinale. Certa la riduzione della durata della certificazione verde da 12 mesi a 9 mesi. Misura necessaria poiché, come confermato dal ministro Speranza, le recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato che la protezione dei vaccini cala dopo 6 mesi dalla somministrazione della seconda dose. Dunque l’abbreviazione della durata del green pass, con conseguente necessità della somministrata della terza dose, avrà il compito di scongiurare una ripresa dei contagi.

Dubbi e ipotesi

Resta l’incognita tamponi. Una delle ipotesi in campo, e che verrà sottoposta alla cabina di regia col supporto del Comitato Tecnico Scientifico, è quella di eliminare il tampone come metodo per ottenere il green pass per l’accesso a luoghi e servizi pubblici. Questi continuerebbero a rimanere validi solo per accedere al posto di lavoro. Ciò significa che per andare cinema, teatro, stadio, etc… potrebbe essere necessario il vaccino. In discussione anche la durata che i tamponi potranno avere: è stato proposto, come incentivo alla vaccinazione, l’abbassamento della durata del Green Pass ottenuto con tampone sierologico o molecolare da 48 a 24 ore.

 

Filippo Giletto