Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo: il ritorno di Zerocalcare

Zero Calcare
Una Serie Animata che rispecchia lo stile di Zerocalcare, superandosi a sua volta. Consigliatissima! Voto UVM: 4/5

 

Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo è la seconda serie animata di Netflix scritta e diretta da Zerocalcare (autore di fumetti come La Profezia Dell’Armadillo, Un Polpo Alla Gola, Macerie Prime, Kobane Calling, ecc.). Quasi tutti i personaggi sono doppiati da Zerocalcare stesso, mentre l’Armadillo (la coscienza di Zero) è doppiato da Valerio Mastandrea (un noto attore che ha recitato in film come Diabolik, Diabolik – Ginko All’Attacco, Perfetti Sconosciuti, Il Primo Giorno Della Mia Vita, ecc.)

Trama

Un vecchio amico di Zerocalcare, Cesare, torna nel quartiere dopo diversi anni di assenza e fa fatica ad ambientarsi di nuovo. Zerocalcare vorrebbe fare qualcosa per lui ma si rende conto di non essere in grado di aiutarlo a sentirsi di nuovo a casa e a fare la scelta giusta per trovare il suo posto nel mondo.

Nel frattempo un gruppo di migranti arrivati dalla Libia viene trasferito in un centro di accoglienza proprio nel quartiere scatenando l’ira degli intolleranti e dei razzisti che vedono in quelle persone indifese e segnate dalla paura e dal dolore una minaccia, chiedendo alle istituzioni di mandarli via, ma per Zerocalcare e i suoi amici questa è un’ingiustizia e non resteranno a guardare.

E’ il sequel di Strappare Lungo I Bordi?

E’ facile pensare che possa essere considerata una seconda stagione e un seguito della Serie Animata uscita nel 2021, ma in realtà non è il sequel di Strappare Lungo I Bordi.

Anche se sono realizzate dallo stesso autore ed abbracciano totalmente il suo stile, con quasi tutti gli stessi protagonisti, in realtà sono due serie distinte e separate. Si può benissimo vedere questo nuovo prodotto di Zerocalcare, senza aver letto un suo fumetto o aver visto la prima serie animata (che si può anche recuperare, in caso).

La differenza tra le due serie sta un po’ nel comparto tecnico e soprattutto, nel movente che hanno.

Cos’hanno in comune le due Serie Animate?

La presenza degli stessi protagonisti quasi tutti doppiati in dialetto romanesco dallo stesso Zerocalcare e i continui riferimenti storici, politici, attuali e alla Cultura Pop, che possono essere chiamati Easter Egg.

Una delle specialità di Zerocalcare è riempire le sue storie di queste citazioni e di saperle gestire, senza risultare forzato e lo spettatore informato si diverte a coglierli, mentre chi disconosce quel prodotto, grazie a lui lo scopre e gli fa venire voglia di saperne di più (è anche una forma di marketing?).

Altri punti in comune sta anche nei significati nascosti dietro alcune scene, nel giusto equilibrio tra commedia e drammaticità (portando prima alla risata e poi alla riflessione, addirittura facendo piangere) e nei dialoghi tra il protagonista e la coscienza in forma di Armadillo, doppiato incredibilmente da Valerio Mastandrea.

zerocalcare
Frame di “Questo mondo non mi renderà cattivo”. Distribuzione: Netflix

Lui è noto più per essere un attore ed ha un buon curriculum come tale ma nonostante non sia un doppiatore professionista è riuscito a calarsi perfettamente nell’Armadillo, facendo suo il personaggio. Anzi, sembra più di vedere e sentir parlare Mastandrea stesso, che l’Armadillo stesso.

Una considerazione va fatta anche alle animazioni, che qui sono molto più fluide rispetto alla volta precedente, ed alla colonna sonora composta da molte canzoni iconiche che le generazioni degli anni 80 e 90 si divertiranno a sentire.

Zerocalcare e le differenze tra le sue serie animate?

Nonostante l’autore e lo stile siano gli stessi, ci sono allo stesso tempo anche delle differenze. Strappare Lungo I Bordi era più una sorta di autobiografia di Zero e rappresentava una serie di sue situazioni personali apparentemente scollegate tra loro ma con una trama che poco a poco si è sviluppata e che ha collegato tutto.

Il titolo era una metafora al percorso di vita che ognuno cerca di seguire correttamente ma col rischio che si esca fuori dai bordi per via di alcune deviazioni della vita. Le situazioni rappresentate parlavano di Zero ma in realtà ognuno ci si poteva rispecchiare.

Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo, invece, si presenta con una trama più lineare che si è sviluppata nel corso dei sei episodi (ciascuno dalla durata di 30 minuti) e toccando anche qui le questioni personali ma su un contesto specifico.

Zerocalcare si è voluto spingere oltre ed ha trattato un argomento più maturo, toccando anche il profilo politico ed una tematica molto delicata che divide in linea di massima le opinioni pubbliche.

Di cosa parla esattamente “Questo Mondo Non Mi Renderà Cattivo”? Ne vale la pena?

Qui Zerocalcare ha voluto trattare in modo dettagliato ed approfondito alcuni temi presenti nella maggior parte delle sue opere, come gli ideali, il suo impegno civile, la sua visione della società, uno spaccato di essa e della vita in generale.

Parla anche qui di molte cose frequenti come il lavorare per colmare un vuoto, o colmare un vuoto nei modi più sbagliati, arrancare per realizzare i propri sogni e rimanere indietro rispetto agli altri, rispetto a un mondo che corre veloce in cui sono sempre più forti le pressioni sociali, in cui si ride “per non sentire i mostri dentro”.

In quest’opera specifica, Zerocalcare mette in risalto anche le domande che tutti si sono fatte, almeno una volta nella vita:

“Siamo capaci di distinguere tra ciò che è giusto o ciò che è sbagliato?”, “Quanto dobbiamo far valere i propri principi morali?”, “Dobbiamo dar retta ai propri valori o andare contro di essi, essendo egoisti e fregando gli altri?”, “Esistono solo cose completamente giuste e completamente sbagliate?”, “Chi siamo noi per definire ciò?” ecc…

Ecco il senso del titolo e ciò che il fumettista vuole far capire è che “Questo Mondonon deve renderci cattivi! Anche se, purtroppo, non vale per tutti e non tutti sono abbastanza forti da mettere in pratica questo).

Zerocalcare, i migranti salvali tu!

Tutto questo si svolge all’interno di un argomento molto delicato e trattato da ormai molti anni, nel nostro Paese: l’accoglienza dei migranti.

Una tematica che tende a dividere l’opinione pubblica e dopo la visione di questa serie, la diatriba potrebbe divenire sempre più accesa. Ma quello che Zerocalcare vuole far presente (e c’è una scena specifica che lo mostra) è il marcire sopra a quest’argomento, usandolo come mezzo politico per acchiapparsi i voti e dando argomentazione ai media. Ciò che a molti sfugge è che questi migranti sono prima di tutto degli esseri umani.

In conclusione, ci sono le giuste motivazioni per dare una possibilità a questa serie animata, in cui Zerocalcare si è superato!

 

Giorgio Maria Aloi

Strappare lungo i bordi: un successo Netflix tutto italiano

Alla prima prova con l’animazione, Zero Calcare dimostra ancora la forza delle sue storie e del suo modo di esprimersi – Voto UVM: 4/5

Strappare lungo i bordi è la nuova serie Netflix di punta, scritta e diretta (nonché recitata in buona parte) da Michele Rech, in arte Zero Calcare, fumettista principale del panorama italiano con all’attivo più di un milione di copie vendute dei suoi libri (qui una nostra recensione di un’altra sua opera).

Zero è riuscito ad ottenere il suo attuale successo grazie ad una particolare ricetta: drammi di vita vissuta, continui richiami alla cultura pop e soprattutto una grande vicinanza a temi molto cari alla sua generazione nata negli anni ’80. Questi sono gli ingredienti che lo hanno reso famoso e fatto diventare iconico in Italia al pari di fumetti come Dylan Dog e Topolino. La sua arte viene infatti riconosciuta ormai da chiunque ed è diventata tanto rappresentativa da essere usata per opere come il murales di Rebibbia (quartiere dove vive il fumettista).

Ma come si traduce questa formula in serie tv?

E’ riuscito il fumettista a traslare il suo metodo narrativo sul nuovo media?

Uno stile di vita complessato

La serie racconta, alternandole, le vicende dello Zero bambino, adolescente e poi adulto creando una matassa di racconti che, come la vita del protagonista, andrà sbrogliata nel corso del tempo. Gli altri personaggi sono Secco, Sarah e Alice che passeranno la vita assieme tra progetti, corse e cadute.

Roma è il palcoscenico dell’intera vicenda, vissuta dall’interno col suo dialetto che qui assume quasi un ruolo da protagonista, con il suo parlato marcato e rude che riflette in qualche maniera anche la storia dei personaggi. L’uso del romanesco è utile proprio in tal senso: benché possa risultare in certe situazioni una parlata pesante e difficile da seguire, la vita di Zero va raccontata col suo linguaggio. Una lingua sporca per una storia sporca!

Anche Valerio Mastandrea nel ruolo dellArmadillo fa un ottimo lavoro ed accompagna bene il parlato degli altri personaggi.

Sarah e Zero. Fonte: Netflix

Il continuo flusso di coscienza del protagonista aiuta sicuramente in questo senso, permettendoci di cogliere le continue paturnie di un bambino che ancora non comprende per chi e per quale motivo fa le cose o di un adolescente timido ed in piena crisi ormonale. Crisi che se da un lato vede fermarsi le eruzioni cutanee continua anche in età adulta, quando le vere responsabilità bussano alla porta e magari ci si trova impreparati ad affrontarle: un continuo dilemma che il protagonista si ritrova a fronteggiare assieme ai suoi amici stretti.

Dal fumetto all’animazione 

Quello tecnico è poi un altro importante e cruciale aspetto di cui parlare: sebbene il tratto del fumettista Zero non sia mai stato utilizzato per questo tipo di produzione, è subito chiaro che il lavoro ravvicinato del regista con gli autori delle animazioni abbia aiutato in quel senso. Lo stile dei libri è stato traslato in maniera perfetta: il carattere frenetico ed abbozzato dei fumetti viene perfettamente tradotto in movimento.

Anche la colonna sonora si unisce bene al racconto, con brani tratti dalla discografia di vari artisti pop tra cui Tiziano Ferro, Manu Chao, Ron ed altri. Giancane si è poi occupato di un intero album realizzato unicamente per la serie in cui figura anche la sigla di apertura.

Zero, il protagonista della serie

 

Tirando le somme, Strappare lungo i bordi è un prodotto che parla a molti e molto intimamente, commuovendo ed emozionando con una grande dose d’ironia.

Lascia un retrogusto di malinconia e tristezza ma anche di serenità: perché alla fine, per quanto tutto possa essere difficile, non sempre dobbiamo portare tutto il peso sulle nostre spalle. Ci sarà sempre qualcuno con cui parlare, basta solo cogliere il momento.

Matteo Mangano