Il caso Almasri: omertà di Stato o fallimento della giustizia?

Il caso di Najeem Osama Almasri, noto come Almasri, ha acceso un vivace dibattito in Italia e a livello internazionale. La sua vicenda coinvolge questioni di giustizia internazionale, relazioni diplomatiche e polemiche politiche interne. L’arresto, la scarcerazione e il successivo rimpatrio in Libia hanno sollevato interrogativi sull’efficacia delle istituzioni giuridiche sovranazionali e sulle scelte strategiche del governo italiano.

Chi è Almasri?

Najeem Osama Almasri  è generale libico e capo della polizia giudiziaria nel paese nordafricano.

Figura controversa, è accusato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) di crimini contro l’umanità, tra cui torture, stupri e omicidi perpetrati nel carcere di Mittiga, vicino a Tripoli.

Il carcere di Mittiga è noto per essere stato il teatro di abusi sistematici sui detenuti in cui Almasri ha un ruolo di primo piano nella gestione di queste atrocità dal 2011 in poi.  Dai documenti dell’Aia, è emerso che le vittime sono almeno 34 persone uccise e un bimbo violentato.

L’arresto, la liberazione e il rimpatrio

Prima del suo arresto in Italia, Almasri ha viaggiato in diversi paesi europei, tra cui Francia e Germania.

Il 19 gennaio 2025, Almasri è arrestato dalla Digos a Torino, in seguito a un mandato di cattura internazionale emesso dalla CPI. La sua presenza in Italia è rimasta per lo più ignota fino al momento dell’arresto.

Solo due giorni dopo l’arresto, il 21 gennaio 2025, la Corte d’Appello di Roma ha disposto la liberazione di Almasri.

La Corte stabilisce che l’arresto è stato effettuato in maniera irrituale, in quanto la Corte penale internazionale non aveva trasmesso tempestivamente gli atti al Guardasigilli, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, come previsto dalla procedura. La Corte d’Appello ha sottolineato che, pur essendo stato informato delle circostanze il 20 gennaio scorso, il ministro non ha richiesto alcuna azione a riguardo, determinando così l’illegittimità dell’arresto.

Dopo il rilascio, Almasri è immediatamente rimpatriato in Libia con un volo organizzato dalle autorità italiane. Atterrato a Tripoli, viene accolto come un eroe, sollevando ulteriori critiche sulla gestione del caso.

 

Almasri
Almasri accolto il Libia. Fonte: associazionemagistrati.it

Le reazioni e le polemiche

La decisione di liberare e rimpatriare Almasri ha scatenato forti reazioni a livello politico e mediatico. Le opposizioni italiane accusano il governo di aver favorito un criminale di guerra per mantenere rapporti strategici con la Libia, in particolare sul delicato tema del controllo dei flussi migratori. Diverse organizzazioni per i diritti umani hanno espresso indignazione per il fatto che un uomo accusato di crimini così gravi sia stato liberato senza un regolare processo e senza un’adeguata collaborazione con la CPI.

Anche la Corte Penale Internazionale ha reagito con durezza. La sua portavoce ha dichiarato che la liberazione di Almasri è avvenuta senza la dovuta consultazione, mettendo in discussione il rispetto degli impegni internazionali da parte dell’Italia. Questo episodio ha alimentato il dibattito sulla capacità della CPI di far valere i propri mandati di arresto, già spesso ostacolati da questioni politiche e diplomatiche.

Implicazioni politiche e diplomatiche

Il caso Almasri ha avuto ripercussioni sulle relazioni tra Italia e Libia, un paese con cui il governo italiano mantiene rapporti complessi, soprattutto in materia di sicurezza e migrazione. Alcuni osservatori ritengono che la decisione di rimpatriare il generale libico sia influenzata dalla necessità di non compromettere gli accordi bilaterali in essere, specialmente quelli relativi al contrasto dell’immigrazione clandestina.

Tuttavia, questa scelta ha sollevato interrogativi sul rispetto dei diritti umani e sulla coerenza della politica estera italiana. Il governo difende la propria posizione, sostenendo che l’arresto è eseguito in maniera impropria e che, la liberazione, è conseguenza necessaria per rispettare le procedure legali italiane. Ma per molti critici, questa vicenda evidenzia un problema più ampio: la difficoltà di far rispettare la giustizia internazionale in un contesto geopolitico in cui le alleanze strategiche spesso prevalgono sulla tutela dei diritti umani.

L’indagine della Procura di Roma

Il rilascio di Almasri ha portato all’apertura di un’inchiesta nei confronti di alcuni membri del governo italiano. Tra i nomi coinvolti figurano la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, tutti indagati per favoreggiamento e peculato. L’inchiesta ha evidenziato possibili irregolarità nella gestione del mandato d’arresto e nella decisione di rimpatriare Almasri senza un regolare processo di estradizione.

Parallelamente, il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) sta valutando una pratica a tutela del procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, il quale ha ricevuto critiche dalla premier Meloni in merito alla gestione del caso. Questo ha acceso ulteriormente il dibattito sul rapporto tra il governo e la magistratura, già teso su altri fronti.

 

Almasri
I ministri Nordio e Piantedosi in aula. Fonte: euractiv.it

 

Questo scenario apre una serie di quesiti giuridici e diplomatici: la giustizia italiana ha agito nel rispetto del diritto internazionale? E, soprattutto, che conseguenze avrà questa vicenda sulla credibilità dell’Italia nei rapporti con la comunità internazionale?

Il caso Almasri rimane un nodo irrisolto tra giustizia, diplomazia e interessi nazionali. Resta da vedere se l’indagine avviata in Italia porterà a nuove rivelazioni o se il caso Almasri diventerà l’ennesimo esempio di giustizia negata in nome della realpolitik.

Gaetano Aspa

Mattarella risponde a Musk:”L’Italia sa badare a se stessa”

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella replica con fermezza al patron di X Elon Musk. Il plurimiliardario, entrato ufficialmente nell’amministrazione Trump, aveva attaccato tramite alcuni tweet la magistratura italiana sul caso migranti in Albania.

La vicenda

Il 12 novembre la sezione immigrazione del tribunale di Roma ha annullato i trattenimenti dei sette migranti trasferiti in Albania. Il tribunale si è inoltre appellato alla Corte di Giustizia europea per chiarimenti sull’applicazione della norma. Musk, che già in passato si è dichiarato sostenitore delle politiche del governo Meloni, ha utilizzato il proprio profilo X per attaccare la magistratura italiana.Questi giudici devono andarsene” (These judges need to go), è questo il primo commento di Musk al quale è seguito un secondo tweet ancora polemico: “Questo è inaccettabile. Il popolo italiano vive in una democrazia o è un’autocrazia non eletta a prendere le decisioni?”.

X. Il primo tweet di Elon Musk sul caso migranti in Albania

 

Il Presidente Mattarella risponde a Musk

Non si è fatta attendere la risposta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che pur non citando Musk, ha risposto con fermezza alle accuse: «L’Italia è un grande Paese democratico e devo ribadire, con le parole adoperate in altra occasione, il 7 ottobre 2022, che ‘sa badare a sé stessa nel rispetto della sua Costituzione’. Chiunque, particolarmente se, come annunziato, in procinto di assumere un importante ruolo di governo in un Paese amico e alleato, deve rispettarne la sovranità e non può attribuirsi il compito di impartirle prescrizioni”».

Dopo l’iniziale imbarazzo arriva il commento di Palazzo Chigi 

“Ascoltiamo sempre con grande rispetto le parole del colle”. Dopo le iniziali ore di silenzio di palazzo Chigi, arriva il commento della Presidente del Consiglio dei Ministri. Nel pomeriggio è poi seguita una telefonata tra la Premier e il Patron di Tesla, a cui però non è seguito alcun commento ufficiale da parte di Giorgia Meloni in un clima di evidente imbarazzo politico.

Opposizioni compatte sulle parole di Musk

La scelta del governo è stata dunque quella di non intervenire ufficialmente nello scontro, lasciando la scena al Quirinale ma cercando di far tornare Musk su suoi passi. Le parole di Musk, come facilmente immaginabile, hanno generato diverse polemiche nei confronti del governo reo di non aver risposto alle accuse. Da Conte a Schlein, passando da Calenda, tutta l’opposizione parla di “silenzio assordante del governo” e ringrazia Sergio Mattarella per aver difeso la sovranità italiana.

Dopo le parole di Mattarella la nuova risposta di Musk 

Il giorno dopo le parole di Mattarella e la chiamata con la Premier Meloni, il patron di X si affida nuovamente ad un tweet di un suo referente per cercare di porre fine alle polemiche. Nel tweet si legge infatti che Musk rispetta Mattarella e la sovranità italiana ma che, la libertà di espressione è garantita dal Primo Emendamento e dalla stessa Costituzione Italiana. Conclude ricordando che i rapporti con l’Italia sono ottimali come dimostrano i fatti del 2023 quando in seguito alle alluvioni in Emilia l’imprenditore ha dato connettività satellitare gratuita ai cittadini e ai soccorritori. Il comunicato alla fine conclude dicendo che:“l’imprenditore si augura che le relazioni Stati Uniti-Italia siano sempre più forti e auspica di incontrare presto il Presidente della Repubblica“.

 

Francesco Pio Magazzù

La Maternità surrogata diventa un reato universale

Maternità surrogata, l’Italia rende la pratica un reato universale e introduce nuove severissime pene. I genitori che faranno ritorno in Italia dopo esser ricorsi alla pratica della “gestazione per altri“, rischiano dai tre mesi ai due anni di reclusione oltre ad una sanzione pecuniaria che potrà arrivare fino ad un milione di euro.

Infatti il 16 ottobre si è discusso ed approvato al Senato il Disegno di Legge sulla Maternità Surrogata, precedentemente approvato dalla Camera nel luglio del 2023, che estende la perseguibilità del reato di gestazione per altri (GPA) anche ai cittadini italiani che ricorrono o hanno già ricorso alla pratica all’estero.

Cosa prevede la legge e cosa cambia

Il ddl introduce una norma che modifica le precedenti disposizioni, ovvero l’articolo 12 della legge 40 del 19 febbraio 2004 che al comma 6 già punisce con la reclusione da 3 mesi a due anni e con una multa dai 600.000 euro ad un milione di euro “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”.

La norma, considerata legge simbolo di Fratelli d’Italia, estende le sanzioni anche a chi ha un figlio con la GPA anche se va all’estero e in un paese che considera la pratica totalmente legale. L’intervento del capogruppo della Lega, espressione della maggioranza di governo, Massimiliano Romeo spiega la ratio della norma:

“Con questo provvedimento vogliamo infatti evitare che il divieto previsto in Italia venga aggirato, andando all’estero per commissionare un bambino che poi viene riconosciuto nel nostro Paese”

Maternità surrogata o utero in affitto, di cosa si tratta? 

La maternità surrogata o gestazione per altri (Gpa), detta volgarmente utero in affitto, è una pratica in cui una donna, definita madre surrogata o gestante per altri, porta a termine una gravidanza per conto di una coppia o di un singolo che non possono avere dei figli naturalmente. Questa pratica, già reato in Italia, può essere svolta dietro retribuzione o con fine altruistico. A livello scientifico accade che gli ovuli e lo sperma della coppia vengono utilizzati per creare un embrione tramite la fecondazione in vitreo, embrione che sarà poi impiantato nella madre surrogata la quale porterà avanti la gravidanza per poi “consegnare” il figlio ai genitori designati.

Cosa si intende per reato universale? 

Come detto, la nuova norma trasforma la maternità surrogata in un reato universale, al pari di gravi reati quali l’omicidio. Si tratta di una fattispecie perseguibile penalmente ovunque sia compiuta nel mondo derogando di fatto il principio di territorialità. Se prima infatti si poteva essere perseguiti per la GPA solo se effettuata nel territorio italiano, la nuova norma trasformando il reato in un reato universale rende penalmente perseguibili chiunque la effettui anche al di fuori del territorio nazionale, anche se effettuata in paesi dove la pratica è riconosciuta come legale.

Cosa dicono le opposizioni 

Le opposizioni si sono compattate in una forte critica unanime, dentro e fuori l’Aula del Senato. La senatrice Elena Cattaneo definisce il provvedimento «un manifesto ideologico a danno delle famiglie e bambini». Il capogruppo di Isaia Viva, Ivan Scalfarotto attacca dicendo che il nuovo provvedimento viola l’articolo 3 della Costituzione e la senatrice M5S Alessandra Maiorino parla di «un obbrobrio giuridico» che equipara la GPA ai crimini di guerra e alla tortura.

Francesco Pio Magazzù

Taobuk 2024: un gala tra identità e arte

Anche quest’anno il Taobuk ha regalato al pubblico grandi emozioni. Tra ospiti di spessore del calibro di Marina Abramovic, Paolo Sorrentino, Ferzan Ozpetek, Alessandro Baricco e tanti altri, il festival si è incentrato quest’anno su un nuovo tema: L’Identità.

Una magica serata alla ricerca dell’Identità

L’identità al centro delle manifestazioni artistiche di questi grandi ospiti si è manifestata anche nel magico, suggestivo e spettacolare contesto della Serata di Gala del Taobuk (momento più atteso del festival), tenutosi il 22 giugno.

La serata è stata presentata dal conduttore Massimiliano Ossini e Antonella Ferrara, ideatrice del festival. Qui l’identità è stata presentata in svariate forme: dalla danza con le coreografie strepitose del gruppo Momix, ideato dal coreografo Momes Pendleton e della prima ballerina del Teatro alla Scala Nicoletta Manni, alla musica con la magnetica esibizione di Noemi.

Ogni grande artista presente han espresso il proprio concetto di identità e dove la ritrovano nel proprio mondo, aprendoci così una finestra nel loro spirito più profondo.

Coreografia svolta da una delle ballerine del corpo di ballo dei Momix
Coreografia svolta da una delle ballerine del corpo di ballo dei Momix

A tu per tu con i Giganti

Da Jon Fosse a Kasia Smutniak, da Sorrentino a Baricco, le più grandi personalità presenti al festival hanno ricevuto un prestigioso premio alla carriera e si sono raccontati, affrontando temi importanti e sotto certi aspetti delicati.

Come nel caso di Jonathan Safran Foer che ha trattato lo spinoso tema della guerra tra Israele e Palestina, oppure come Ferzan Ozpetek che ha centrato il focus sulla sua identità omosessuale e in generale su questo tema  ancora oggi fin troppo delicato. C’è stato poi chi ha mostrato per l’occasione il lato più profondo della propria identità, come ad esempio Jon Fosse, che ha raccontato la sua conversione religiosa o come Paolo Sorrentino che ha dichiarato come trova se stesso all’interno della sua filmografia, soprattutto nel suo ultimo film E’ stata la mano di Dio e in quello che uscirà prossimamente nelle sale, Parthenope.

L’apice è raggiunto con un affascinante racconto di Marina Abramovic sulla sua brillante ed eccentrica vita performativa, basata sul rapporto tra arte e corpo.

Il tutto accompagnato dalle melodie dell’orchestra sinfonica del Teatro Massimo Bellini di Catania e dal dolce ricordo di una delle personalità più importanti di questo festival, ovvero Franco di Mare.

Il Teatro Antico: il ritorno alla nostra identità

Tra i grandi artisti presenti a questa grande serata di Gala, vi è stato anche lo scrittore Alessandro Baricco, che nel presentare il suo spettacolo del 23 giugno, rappresentato proprio al Teatro Antico, tratto dagli scritti dello storiografo Tucidide, Atene contro Melo, ci ha donato a tutti una delle più grandi riflessioni sull’identità di tutta la serata, legata prettamente alle nostre origini. Egli ha infatti dichiarato che:

il Teatro Antico di Taormina continua a vivere grazie alle sue rappresentazioni e al suo pubblico. Ed è proprio lì, alle origini della nostra Storia che risiede la nostra identità collettiva.

Su queste parole il Gala giunge al suo gran finale.

Antonella Ferrara conversa con Marina Abramovic
Antonella Ferrara conversa con Marina Abramovic

Taobuk: dove emozione e cultura si sposano

Anche quest’anno il Taobuk ha immerso il suo pubblico in un vortice di grandi emozioni e di grande cultura, donando l’opportunità di camminare tra i giganti e ascoltare le parole dei maestri.

Anche stavolta l’attesissima serata di Gala ha rappresentato il punto più alto di questo festival dove l’arte e la bellezza regnano, e che non vediamo l’ora di rincontrare il prossimo anno.

 

Marco Castiglia

Rosanna Bonfiglio

 

Inaugurato il Master in Istituzioni Parlamentari e Assembleari. Le parole di Barbara Floridia, Presidente della Commissione vigilanza Rai

L’11 Marzo presso la sede centrale dell’Università degli Studi di Messina si è tenuta l’inaugurazione del Master in istituzioni parlamentari e assembleari con la partecipazione di Barbara Floridia, senatrice della Repubblica e Presidente della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizio radiotelevisivi.

Nel dare il via all’incontro ha preso la parola il Prorettore Vicario Giuseppe Giordano, professore ordinario di Storia della filosofia del Dipartimento di civiltà antiche e moderne, che ha evidenziato l’importanza di questo Master come luogo in cui poter formare persone consapevoli del funzionamento a garanzia delle libertà democratiche.

Le dichiarazioni del Direttore del Master

Subito dopo ha preso la parola il Prof. Giovanni Moschella, ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico e direttore del Master in istituzioni parlamentari ed assembleari, il quale ha condiviso una riflessione sulla crisi che la rappresentanza politica sta vivendo in questo periodo storico; crisi della rappresentanza che coincide con quella delle istituzioni. Sintomo e allo stesso tempo causa di questa crisi, sono i numerosi tentativi di riforma volte ad una semplificazione delle forme di rappresentanza che hanno determinato un impatto negativo sulla funzionalità e sul prestigio delle istituzioni. Il professore ordinario ha poi continuato sottolineando il valore, dal punto di vista sistemico e generale, di un Master che abbia come obiettivo la riscoperta della funzione determinante del sistema democratico.

Il Prof. Moschella, direttore del Master, durante il suo intervento

L’inaugurazione è proseguita con l’intervento del Professore Alessandro Morelli, ordinario di istituzioni di diritto pubblico e direttore del Centro studi in diritto parlamentare delle assemblee elettive. Il Prof. Morelli ha esposto l’importanza del centro studi come luogo in cui è possibile divulgare sia in ambito accademico che istituzionale la discussione critica a livello statale e sub statale.

Floridia: «Nessuno può censurare la libera espressione degli artisti»

La Senatrice Barbara Floridia è stata relatrice d’eccezione dell’incontro, al cui termine ha risposto alle nostre domande:

C’è chi ha parlato di Daspo per gli artisti che “osassero” portare la politica a Sanremo. Lei in passato ha affermato che la politica dovrebbe stare fuori dalla televisione di Stato. Ma come dove finisce la repressione della propaganda e dove inizia la censura della libera espressione?

La censura non può esistere e finché sarò Presidente (della Commissione, ndr) non lo permetterò. È stata un’idea malsana probabilmente di un parlamentare ma non importa. Ciò che importa è garantire ciò che ad oggi è garantito: che ciascun artista e ospite del servizio pubblico sia libero di esprimere il proprio pensiero. L’importante è tutelare la dignità delle persone. Detto ciò nessuno, neanche il CdA, può bloccare e censurare ciò che un artista vuol dire liberamente.

La vigilanza Rai

L’istituzione del master è la principale iniziativa del centro ad oggi e la presenza della Presidente Floridia consente di aprire gli studi con un tema di grande importanza, quello della vigilanza Rai, attuale concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo. Il Prof. Morelli ha poi esposto la storia della commissione partendo da una sentenza del 1969 della Corte Costituzionale che ha enfatizzato l’importanza del pluralismo come pietra angolare dell’ordine democratico.

Successivamente ha preso la parola il Professore Giacomo D’Amico, ordinario di diritto costituzionale, che ha marcato l’importanza dal punto di vista sia storico che costituzionale della Commissione di vigilanza. Essa affonda le proprie radici molto prima del 1975, già il 3 Aprile del 1947, quandocun decreto legislativo del capo provvisorio di stato prevede l’istituzione della commissione di parlamentari avente compito dell’alta vigilanza per assicurare l’indipendenza politica del servizio pubblico.

La Commisssione di Vigilanza Rai oggi

Ad oggi la commissione ha un ruolo significativo di indirizzo. L’attività di vigilanza che rappresenta un corollario dei poteri di indirizzo della commissione, che vigila sul rispetto delle direttive impartite dall’organo. Normalmente la commissione è affidata ad un parlamentare di opposizione, per via del suo ruolo critico e ad oggi è composta da 21 senatori e 21 deputati.

La lectio magistralis della Presidente Floridia

Floridia ha preso parola per ultima per evidenziare la grande opportunità offerta dalla nostra Università di un Master in istituzioni parlamentari, essendo la nostra democrazia retta da varie e complesse strutture.

L’importanza, inoltre, del servizio pubblico di dare un indirizzo e, soprattutto, di vigilare l’informazione che passa tramite i mezzi radio-televisivi, diventa uno snodo fondamentale per arrivare a fare una riflessione sui nuovi mezzi digitali. La Presidente porta avanti la necessità di rinnovare le norme della Commissione e, in primis, ciò che deve regolare.
Infatti, l’informazione ormai non passa più solamente attraverso la radio o la televisione, ma anche e, potremmo dire, principalmente tramite le piattaforme digitali. La Presidente Floridia spiega che viviamo in “infodemia”, una fase in cui il flusso delle informazioni è eccessivo.

La vera democrazia, quindi, non sta nel raccogliere più informazioni possibili, ma nel discernere quelle vere da quelle false. Questo, ovviamente, diventa molto difficile da attuare sul vastissimo mare che è internet. Il servizio pubblico, quindi, è debole al momento sui vari social, essendo queste piattaforme dispersive, private e per lo più straniere. «Se la vigilanza dell’informazione resterà relegata alla televisione, allora la politica non avrà compiuto il suo dovere – dichiara- ed è proprio ciò di cui si sta discutendo in queste settimane nel Parlamento Europeo». 

Giuseppe Calì

Isabel Pancaldo

#EleUnime2023: il grande vincitore di quest’anno è l’assenteismo

#ELEUNIME2023 Quest’anno i rappresentanti degli studenti sono stati scelti da meno del 18% dell’intera comunità studentesca. Un’affluenza ancor più bassa rispetto a quella delle elezioni del 2019, quando il dato sull’affluenza generale ammontava al 26,70%.

 

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Un nuovo modo di votare

I dati si riferiscono alle prime elezioni post-Covid con modalità mista: registrazione puramente in presenza, mentre per votare è stato elaborato un software apposito dal consorzio Cineca che, tramite un log-in su credenziali personalizzate ed assegnate direttamente alla registrazione, ha permesso a ciascun elettore di selezionare comodamente con un click il candidato desiderato – oppure, di lasciare la scheda in bianco con omonimo tasto.

Dopo due giorni di intense votazioni, peraltro in piena sessione estiva, lo scrutinio è avvenuto venerdì pomeriggio ed è stato relativamente.. breve. Infatti, gli scrutinatori hanno conteggiato appena 4602 schede, su una totalità degli aventi diritto di 25720. Ma osserviamo nel dettaglio i dati relativi a quelle giornate e, soprattutto, ai risultati. 

affluenza
© UniVersoMe – Valeria Bonaccorso

La lista

Agli Organi Superiori, O.R.U.M. si riconferma la grande vincitrice di quest’anno – e anche l’unica! Viene meno la seconda qualificata del 2021, Genesi, le cui componenti sono in parte confluite in O.R.U.M. (come Atreju – La compagnia degli studenti e UDU – Unione degli Universitari). 

La lista ha trionfato al Senato Accademico quanto al CdA, nonché allo CSASU (vale a dire, il Comitato Sovrintendente alle Attività Sportive Universitarie), con un totale di 7186 voti. Oltre agli O.S., O.R.U.M. ha conquistato il CdA dell’Ersu. 

Tuttavia, anche per O.R.U.M. l’assenteismo si è fatto sentire: per fare un veloce paragone, il primo eletto al Senato (dell’Associazione Morgana) è salito con 846 voti, 254 voti in meno rispetto all’ultimo eletto del 2021, con 1100 voti. 

Ai Dipartimenti le cose sono andate diversamente, con una ramificazione di candidati che hanno scelto di non unirsi ad O.R.U.M. per correre ai Dipartimenti e ai CdL. Forte la presenza di Morgana, sia con ORUM che senza. 

Il candidato emergente: la scheda bianca

Se da un lato cala l’affluenza, dall’altro aumentano le astensioni: 3060 nel 2023, contro le 1277 del 2019 e le 821 del 2021*. Questa la somma delle schede bianche sul totale delle preferenze esprimibili, nel segno dell’espressa volontà di non scegliere: un voto assolutamente valido, con cui l’elettore dichiara di astenersi dall’esprimere una preferenza e di accettare il risultato che si calcolerà sulla base dei restanti voti positivi. 

Fila per votare, seggio del Rettorato. Fonte: Unime.it

*I dati sulle schede bianche attengono al calcolo delle singole schede bianche nei vari organi collegiali, compresi il CdD di Ricercatori e Specializzandi, ad esclusione dei singoli Corsi di Laurea. I dati attengono ai decreti di nomina dei Rappresentanti degli studenti del 2019 e del 2021, mentre quelli del 2023 attengono allo spoglio avvenuto in diretta tramite la piattaforma Teams.

Rappresentanza di genere

Analizziamo il trend relativo alla rappresentanza di genere negli organi collegiali.

Agli Organi Superiori la rappresentanza femminile si abbassa leggermente rispetto al 2021, arrivando al 22.2% (-11.1%) con due candidate elette su un totale di nove. Si conferma la sottorappresentanza femminile al Senato: nel 2021 e nel 2023 solo una Senatrice su cinque (nell’annata 2021, alla decadenza del Sen. Gullifà era subentrata la Sen. Parisi). Nel 2019, nessuna Senatrice.

Ai Dipartimenti, da un iniziale 44.4% nel 2019 si passa ad un 51.81% del 2021*, ove il genere più rappresentato era quello femminile… ++IN AGGIORNAMENTO++

*I dati attengono ai decreti di nomina dei Rappresentanti degli studenti del 2019 e del 2021. Il calcolo si è basato sul numero di seggi ricoperti da donne rispetto al totale dei seggi complessivi. I dati del 2023 attengono allo spoglio avvenuto in diretta tramite la piattaforma Teams.

#EleUnime2023: la campagna elettorale

La campagna elettorale, ancor prima di iniziare, ha riscontrato alcuni problemi. Come lamentato da UDU Messina in un post di Instagram, il regolamento elettorale di quest’anno non presentava la norma sui 45 giorni di preavviso prima del voto, lasciando solo dieci giorni per la presentazione delle liste a partire dalla data di pubblicazione del decreto. Ciò ha dato il via ad una campagna elettorale flash, estremamente social ed, in certi casi, ad una vera e propria caccia al candidato necessario a raggiungere il minimo per la presentazione della lista. 

La presentazione dei singoli candidati ha avuto formalmente inizio ai primi di giugno, quando i social hanno iniziato ad essere tempestati da foto di candidati e programmi elettorali. 

Iperconnessi, ma distanti

Il sofisticato software segna la prima sperimentazione dell’eredità del periodo pandemico, che ha permesso all’Ateneo di unire alla votazione in presenza – fondamentale presidio di democrazia e legittimità del voto – la modalità online, già adottata nel 2021. Nonostante la sveltezza che si presupponeva portare con sé, non sono mancati i problemi, che hanno generato lentezza generale e lunghe file di persone accaldate e nervose negli atrii dell’Ateneo in attesa di votare. Così, prontamente, è stato disposto l’allestimento rapido di nuovi seggi per permettere alla comunità studentesca di votare più speditamente. 

elettore al seggio elettorale
Registrarsi al seggio elettorale del Rettorato. Sullo sfondo, fila per il voto. Fonte: Unime.it

Ciononostante, il dato sull’affluenza non è cambiato. Si direbbe che l’elettore, dopo aver sperimentato la comodità della votazione da casa, difficilmente sia riuscito a distaccarsene per tornare alla normalità. Ma ciò che ha giustificato una situazione di emergenza non può costituire un annoso precedente, col rischio di allontanare sempre più la comunità studentesca dalla realtà di Ateneo, che è – e dev’essere – una realtà dinamica, solidale e presente

Ma bando alle ciance: la sfida principale dei nuovi rappresentanti sarà proprio quella di riavvicinare lo studente alla realtà universitaria che lo circonda, affinché la volontà studentesca possa ritrovare un’ampia e partecipata rappresentazione. Per questa ed altre ragioni, noi di UniVersoMe non possiamo che augurare: Buon lavoro, Consiglieri e Senatori!

Valeria Bonaccorso

Nicola Sturgeon sotto arresto, l’ex primo ministro scozzese è accusata di corruzione

Nicola Sturgeon è stata la prima donna a occupare le cariche di Primo ministro della Scozia e leader del Partito Nazionale Scozzese dal 2014 al 2023. Nel 2021 e nel 2023, è stata classificata da Politico Europe tra le 28 personalità europee più potenti d’Europa.

Le dimissioni

A febbraio, dopo otto anni in carica, ha annunciato le dimissioni per motivi personali. 

Sostiene di essere diventata una figura troppo divisiva, sia nel suo partito, che nella politica scozzese e solo con le sue dimissioni si potrebbe riprendere un dialogo più civile. 

Ho lottato con questa decisione per diverse settimane, ho capito che la natura della politica moderna è molto brutale, ben più di quando io ho iniziato a fare politica. Per trent’anni sono stata Nicola Sturgeon la politica, ora vorrei essere Nicola Sturgeon essere umano

Ha affermato inoltre che il suo è «il miglior lavoro del mondo, ma è importante sapere quasi istintivamente quando è il momento giusto per far posto a qualcun altro».

Seppur lo abbia negato, i motivi che hanno spinto Sturgeon a prendere questa decisione potrebbero essere stati la bocciatura da parte della Corte Suprema del Regno Unito di riproporre un referendum per l’indipendenza della Scozia, un tema a cui il partito della Sturgeon tiene molto.

Inoltre, l’ex premier è da sempre a sostegno dei diritti LGBTQ+, tanto da promulgare la legge sull’autodeterminazione di genere “Gender Recognition Reform Bill”.

In cosa consiste?

Questa legge renderà più semplice alle persone trans di 16 anni, quindi non solo chi ha già raggiunto la maggiore età, poter richiedere il cambio di genere sui documenti.

La Scozia è l’unico paese del Regno Unito ad aver approvato una riforma simile, considerata fino ad oggi di competenza esclusiva del Parlamento del Regno Unito. Il governo ha già dichiarato che si opporrà con un veto alla promulgazione, se non verranno modificati determinati punti.

Shona Robison, Ministra della Giustizia Sociale, ha definito «un passo importante per una Scozia più equa, dove le persone trans siano validate, incluse, ed emancipate».

Queste le parole di Nicola Sturgeon:

Una voce per l’inclusione, l’uguaglianza, i diritti umani e la dignità. Sono stata e sarò sempre una femminista. Combatterò per i diritti delle donne e mi opporrò a chi minaccia tali diritti ogni giorno che avrò fiato in corpo. Ma difenderò anche qualsiasi gruppo stigmatizzato, discriminato, emarginato e vulnerabile nella società. Chiamatemi ottimista, ma credo che queste cose debbano, in qualsiasi società progressista, liberale e inclusiva, trovare il modo di coesistere. Qualunque sia il ruolo che svolgerà in politica nel prossimo futuro, cercherò sempre di fare tutto il possibile per trasformarlo in realtà.

Adesso si pensa che chiunque prenda il posto dell’ex premier possa abbandonare i diritti delle persone transgender, per evitare lo scontro con il governo del Regno Unito.

Operazione Branchform

Si tratta di un’indagine della polizia scozzese su accuse e sospetti di corruzione che va avanti da mesi e che continua a destabilizzare lo Scottish National Party (partito leader di Nicola Sturgeon).

Sturgeon è stata accusa di aver speso in modo improprio oltre 600mila sterline donate al Partito Indipendentista scozzese. Tramite il suo account Twitter ha dichiarato la sua innocenza.

Sturgeon non è l’unica ad essere stata arrestata. Il 5 aprile è stato preso in custodia il marito, Peter Murrell per 24 anni è stato amministratore dello Scottish National Party – rilasciato dopo 12 ore di interrogatorio.

Nicola Sturgeon a fianco del marito Peter Murrell. Fonte: The Independent

Anche Colin Beattie, tesoriere del partito è stato interrogato per gli stessi motivi il 18 aprile e successivamente rilasciato. Si è dimesso dal suo incarico il giorno successivo.

Sono stati tutti e tre rilasciati, senza accusa, in attesa di indagini.

Gabriella Pino

Spagna, successo della destra alle amministrative. Sánchez anticipa le elezioni a luglio

Sono ore di fermento quelle che sta vivendo la Spagna, dopo le elezioni amministrative che hanno visto recarsi alle urne, lo scorso week-end, circa 22 milioni di cittadini sui 35,5 milioni aventi diritto (64% di affluenza), per il rinnovo di più di ottantamila consigli comunali e per i parlamenti di 12 delle 17 comunità autonome.

La sconfitta dei socialisti

Il risultato delle elezioni, che segna forse un punto di svolta nella politica del paese, ha spinto il Premier Pedro Sánchez ad annunciare nella mattinata di lunedì, al Palazzo della Moncloa di Madrid,  lo scioglimento del Parlamento – Las Cortes – per indurre elezioni anticipate il prossimo 23 luglio. 
Il Premier ha anche annunciato le proprie dimissioni ma resterà in carica fino alla data sopracitata.

Il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe), espressione del Governo, è stato superato in ben nove regioni e in molti comuni importanti quali, ad esempio, Valencia, Siviglia e l’Extremadura. Stessa sorte è toccata agli alleati di Podemos, il partito della sinistra radicale di Pablo Iglesias, che hanno perso tantissimo consenso.

I risultati delle urne

Gli scrutini hanno evidenziato una netta vittoria della destra con il Partito popolare (PP) che, con il 31,5% dei consensi, ha superato il Psoe fermo al 28,1%, mentre la terza forza in campo è risultata essere Vox, partito di estrema destra, con il 7,2%.  

Pedro Sánchez – fonte: Heraldo.es

La decisione del Premier

In una conferenza stampa, il Premier ha annunciato alla nazione la propria volontà – già comunicata al Re Felipe VI – affermando:

Ho preso questa decisione in vista dei risultati delle elezioni regionali e comunali. […] Il significato del voto veicola un messaggio che va oltre. Assumo in prima persona i risultati e credo sia necessario dare una risposta e sottoporre il nostro mandato alla volontà popolare. Il nostro Paese si appresta a svolgere una responsabilità molto importante in quanto è la presidenza di turno del Consiglio dell’UE. Tutto ciò consiglia un chiarimento degli spagnoli sulle forze politiche che dovrebbero guidare questa fase e sulle politiche da applicare. Esiste un solo metodo infallibile, che è la democrazia. La cosa migliore è che gli spagnoli prendano la parola per definire senza indugio il corso politico del Paese.

Le parole dei vincitori

Se da una parte la delusione tra i socialisti del Psoe e gli esponenti degli altri partiti di sinistra è enorme, dall’altra è altrettanto grande la gioia e la soddisfazione del PP e di Vox che potranno ricoprire ruoli di rilievo nelle più grandi città della Spagna. È il caso, come riportato dal quotidiano El Paìs, di Madrid, dove il PP è stato il più votato in tutti i distretti e il governatore Isabel Diaz Ayuso ha trionfato ottenendo il terzo mandato consecutivo, mentre Vox ha raggiunto il 9% delle preferenze.

La netta vittoria dei partiti di destra esprime, senza mezze misure, i sentimenti della popolazione spagnola che, non soddisfatta delle riforme proposte e attuate da Sanchez e dai suoi ministri, spera in un cambio di rotta riponendo la fiducia nei partiti che finora hanno rappresentato l’opposizione parlamentare.

Feijóo e altri esponenti del Pp – fonte: El Paìs

Il leader del PP, Alberto Núñez Feijóo, si è detto estremamente contento e soddisfatto del risultato ottenuto, dichiarando:

“La Spagna ha iniziato un nuovo ciclo politico, il mio momento arriverà presto, se gli spagnoli lo vorranno”.

Prospettive future per la Spagna

Tali parole preannunciano la volontà della destra di puntare alla vittoria nelle elezioni politiche previste per il 23 luglio e di porre fine al “Sanchismo”. Tuttavia, l’ormai ex Premier non avrà, di certo, nessuna voglia di abdicare in favore degli avversari, ma farà di tutto affinché il popolo spagnolo, in questi pochi mesi, riacquisti fiducia nei confronti dei socialisti e degli alleati, tra i quali ci potrebbe essere Sumar, l’organizzazione guidata da Yolanda Dìaz che ha registrato quest’ultima come “partito strumentale” con l’obiettivo di riunire gran parte delle forze politiche di sinistra.

Mentre si defila il partito Ciudadanos che, ieri, tramite le parole del segretario Adrian Vasquez ha annunciato:

Il messaggio delle elezioni è stato chiaro: il centro liberale in Spagna non ha ottenuto un sostegno sufficiente. Il modo migliore per difendere lo spazio liberale è non partecipare alle prossime elezioni del 23 luglio.

Qualora il Partito Popolare dovesse trionfare anche nelle elezioni previste in estate, il panorama politico europeo prenderebbe una direzione ben delineata, verso destra, alla luce dei recenti successi dei partiti che hanno trionfato in nazioni importanti come l’Italia e la Svezia.
Inoltre, la Spagna dal 1° luglio sostituirà proprio il paese scandinavo alla Presidenza del Consiglio dell’Unione europea, che viene esercitata a turno dal governo dei vari stati membri dell’UE per una durata di sei mesi.

Tuttavia, in attesa di scoprire quale sarà il verdetto delle prossime elezioni, una cosa è certa: il futuro della Spagna è già iniziato.

Giuseppe Cannistrà

 

A Milano destra e sinistra si “uniscono” contro il Wish for a baby

Il 20 e 21 maggio a Milano si terrà il primo evento gratuito dedicato alla fertilità e alla genitorialità. Dopo Berlino, Colonia, Parigi e Monaco, l’organizzazione internazionale Five Senses Media Ltd ha scelto Milano come sede per l’evento, che avrà luogo presso lo Spazio Antologico degli East End Studios. Ma l’incontro rischia di saltare in quanto diversi rappresentanti politici temono che possa diventare una “Fiera della maternità surrogata“.

Cos’è  il Wish for a baby e qual è l’obiettivo

Un evento che, da più di 10 anni, diventa un’occasione per tutte le coppie che hanno bisogno di un supporto per incamminarsi lungo il complesso ma emozionante viaggio nella maternità. Sarà presente un team di esperti a cui esporre ogni paura e perplessità e che avrà il compito di informare i futuri genitori aiutandoli a scoprire le tante opzioni di trattamento disponibili nel mondo e una grande varietà di soluzioni naturali, mediche e personalizzate.

Lo scopo sembra ben definito dalle parole degli organizzatori:

Fornire informazioni accurate e complete sulle diverse opzioni di genitorialità. I visitatori potranno assistere a conferenze sulla fertilità (o infertilità), partecipare a sessioni di domande e risposte, avere incontri diretti con medici e cliniche

Le parole di Roberta Osculati e Deborah Giovanati

Roberta Osculati, vicepresidente del Consiglio comunale di Milano, Gruppo Partito Democratico e Deborah Giovanati, Consigliera comunale di Milano e Vicecapogruppo del Gruppo Lega Salvini Premier, hanno presentato un documento congiunto per chiedere all’amministrazione guidata dal sindaco Beppe Sala di fare chiarezza sul caso.

Avendo appreso che l’evento Wish for a baby, il cui scopo è far “incontrare gratuitamente i migliori esperti di fertilità di tutto il mondo” per offrire servizi e informazioni sulle varie tecniche di procreazione assistita, è in programma nello stesso periodo e negli stessi spazi, con le stesse finalità di quello programmato e poi sospeso un anno fa a Milano. Abbiamo depositato un ordine del giorno che invita l’Amministrazione comunale a fare chiarezza sulla manifestazione e ad attivarsi con la Questura e le Forze dell’Ordine per evitare che venga pubblicizzata la maternità surrogata, in palese violazione della Legge italiana

Precedenti e perplessità

Infatti, già un anno fa era stato cancellato un evento molto simile dal nome Un sogno chiamato bebè. Quello che insospettisce è che l’agenzia inglese Five Senses Media, che si occupa anche dell’edizione milanese, sia nata dalla liquidazione volontaria della F2F, che aveva in carico l’evento programmato e poi saltato del 2022. Inoltre, la stessa manifestazione realizzata a Berlino nel marzo 2023 dalla Five Senses Media pare si sia focalizzata abbastanza sul tema della maternità surrogata, spiegando come “muovere i primi passi chiarendo dove fosse legale, in quali Paesi costasse meno e come finanziarla”. Questo è quanto sostenuto dalle due consigliere.

Men che meno è passata inosservata la presenza tra gli sponsor della “community” Babble, che si occupa di fornire consulenze dettagliate per intraprendere il percorso di surrogazione e che nella lista delle cliniche collegate alla manifestazione ci sia il Gruppo Garavelas, che tra i servizi garantiti offre anche quello della maternità surrogata.

Come se non bastasse, le due consigliere fanno notare che «alcune norme comportamentali imposte a chi entrerà negli Studios di via Mecenate, come la distribuzione di un badge strettamente personale, il divieto di filmare e distribuire volantini, la minaccia di espulsione, la perquisizione delle borse e l’uso di scanner, sembrerebbero fuori luogo per un evento rivolto a persone che cercano “semplicemente” informazioni su una gravidanza».

La richiesta della consigliera Osculati è fissata per il 17 Maggio, Giornata contro l’omobitransfobia. E proprio per questa ragione, Michele Albiani, consigliere PD e Presidente Commissione Sicurezza e Coesione Sociale, fa notare che inserirla tale giorno «rischierebbe di alimentare ulteriormente narrazioni tossiche e dannose», prendendone le distanze.

fonte rawpixel.com

La richiesta al ministro Squillaci

Anche la capogruppo alla Camera Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra che ha annunciato di voler presentare un’interrogazione al ministro della Salute Orazio Schillaci, chiedendo di impedire lo svolgimento della manifestazione e di chiarire se abbia usufruito di sovvenzioni da parte di soggetti pubblici.

Noi ci opponiamo totalmente ad una manifestazione che, utilizzando gli strumenti tipici del marketing e della pubblicità più accattivante, propone di fatto una idea di bambini trasformati in merce e del corpo delle donne in contenitore. È una grave offesa alle donne. La gestazione per altri ufficialmente non dovrebbe far parte della fiera ma vorremmo essere rassicurate visto che alla analoga fiera di Parigi Désir d’enfant, svolta nel settembre 2021, la Gpa era ampiamente presentata nonostante che la sua pubblicizzazione sia vietata anche in Francia.

Il commento del sindaco di Milano

 Quello della maternità surrogata è un tema da discutere che obiettivamente è molto divisivo. Credo sia un tema talmente delicato che vada affrontato in Parlamento. Io non lo legherei al tema delle coppie omogenitoriali perché l’uso maggiore viene fatto da coppie eterosessuali. Però è un tema che tocca molte sensibilità e a mio giudizio non può essere lasciato all’interpretazione del singolo Comune. Se ciò dovrà essere noi saremo costretti a dare la nostra interpretazione e la nostra via.

Spiega Beppe Sala in risposta ad una mozione di FDL sulla maternità surrogata, due giorni fa si chiedeva al primo cittadino “una presa di posizione chiara ed esplicita in merito”.

Proprio nel giorno della Festa della Mamma era stata lanciata una raccolta firme per rendere la gestazione per altri un reato universale e dunque punibile anche se commesso all’estero. Argomento ampliamente commentato da Eugenia Roccella su Repubblica.

Serena Previti

Rai, dopo INPS e INAIL arriva la trasformazione voluta dal Governo

Si prospettano grandi cambiamenti tra le mura di Palazzo Chigi, diverse le trasformazioni che vanno dal riordino di INPS (Istituto nazionale previdenza sociale) e l’INAIL (Istituto nazionale per l’assicurazione contro infortuni sul lavoro) alla nomina dei vertici Rai e sembrano incidere anche su Sanremo. Ma andiamo con ordine, così da chiarire per bene ogni punto.

Il Consiglio dei Ministri, durante una riunione molto rapida, ha deciso che sia l’Inps che l’Inail saranno commissariate. Con il decadimento, i loro presidenti verranno sostituiti da due persone che il Governo nominerà per un periodo di transizione.

Nel decreto legge approvato è prevista la revisione della governance, con l’abolizione della figura del vicepresidente e una modifica della disciplina del direttore generale, che sarà in carica per 4 anni.

Per le fondazioni lirico-sinfoniche, si prevede il divieto di ricevere incarichi, cariche e collaborazioni per coloro che hanno compiuto il 70mo anno di età.

Ed è grazie a questa norma che il Governo Meloni avrà la possibilità di nominare un nuovo amministratore delegato alla Rai

La Decisione del CDM

Giovedì quattro maggio, il Consiglio dei ministri ha deciso che Inps e Inail cambieranno regolamento interno, e nel periodo di adattamento saranno guidate da un commissario straordinario. Non ci sono state spiegazioni ufficiali sul perchè commissionare i due enti pubblici previdenziali.  Il mandato di Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, sarebbe scaduto tra poche settimane, mentre quello del presidente di Inail, Franco Bettoni, sarebbe terminato ad ottobre.

Tuttavia, come riporta IlPost, Tridico era entrato in carica in qualità di commissario nel maggio 2019, ma solo ad aprile 2020 divenne a tutti gli effetti presidente. Per questo, Tridico avrebbe potuto chiedere che venisse rispettata la durata effettiva del suo mandato, fino ad aprile del 2024.

Ad ogni modo, la guida dell’Inps dovrebbe andare a Fratelli d’Italia, mentre l’Inail resterebbe alla Lega.

Le modifiche, soprattutto due, sono l’abolizione della carica del vicepresidente e la modifica dei poteri del presidente, il quale potrà proporre direttamente il direttore generale del relativo istituto, che resterà inoltre in carica quattro anni anziché cinque.

Le repliche

Non sono mancate le reazioni negative, di seguito alcuni commenti.

Tridico, in un’intervista al Fatto quotidiano, ha detto di averlo appreso dalla stampa: «Non ho ancora ricevuto nemmeno una chiamata di cortesia da parte del governo. Sostituire la mia carica è un segnale di una gravità istituzionale enorme che dimostra l’intento politico che c’è dietro, un attacco all’ente e alla sua autonomia, ma anche al sistema di welfare che esso rappresenta». In questo modo «si insinua il dubbio che queste istituzioni non siano indipendenti e se ne mina l’autonomia».

Nunzia Catalfo, ex ministra del Lavoro e coordinatrice del Comitato per le politiche del lavoro del Movimento 5 stelle dice: «La decisione è immotivata e costituisce un pericoloso precedente per la vita e il funzionamento di organi fondamentali dello Stato», «Durante la pandemia, la crisi più difficile che l’Italia ha vissuto dal secondo dopoguerra, i presidenti Pasquale Tridico e Franco Bettoni hanno lavorato in modo costante e proficuo con il governo».

«Il decreto legge approvato dal governo Meloni è un marchingegno costruito solo per mettere le mani subito su Rai, Inps e Inail. È una indecenza, una forzatura gravissima e senza precedenti che non può essere avallata in alcun modo». Scrive su Twitter il responsabile economico del Pd Antonio Misani.

Cosa si intende commissionare INAIL e INPS?

Il commissariamento di un ente pubblico, solitamente, avviene per motivi di urgenza che comportano un cattivo funzionamento, come problemi finanziari e gravi inefficienze nella sua gestione. In questo caso il Governo ha stabilito alcune importanti modifiche nella gestione societaria dei due istituti, rendendo necessari diversi cambi ai loro vertici e giustificando i commissariamenti.

Non è la prima volta che un governo utilizza questi metodi come espediente per nominare un presidente più vicino alle sue istanze politiche. E lo fa, in questo caso, perché non può nominare nuovi presidenti.

Diversamente da altri enti pubblici, infatti, l’Inps e l’Inail non sono sottoposti allo spoils system (il sistema che permette a un nuovo governo di cambiare alcuni funzionari pubblici, sostituendoli con persone di fiducia o con cui c’è più sintonia dal punto di vista politico).

I possibili sostituti di Fuortes alla Rai

L’amministratore delegato Rai Carlo Fuortes ha infatti rassegnato le dimissioni.

«Non ci sono più le condizioni per proseguire nel progetto editoriale di rinnovamento che avevamo intrapreso nel 2021. Non posso, pur di arrivare all’approvazione in CdA dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti  di linea editoriale e una programmazione che non considero nell’interesse della Rai».

  • Una scelta, la sua, del tutto prevedibile e adesso spiegheremo il perché. In primo luogo dobbiamo ricollegarci al decreto legge delle fondazioni lirico-sinfoniche, voluto dal governo per uno scopo preciso, ovvero modificare l’assetto del Teatro San Carlo di Napoli. Il sovrintendente effettivo, Stéphane Lissner, ha compiuto 70 anni quest’anno e dunque dovrà lasciare il suo ruolo. Pertanto l’idea del governo proporrebbe la nomina in quel ruolo di Fuortes. E in questo modo la sua sostituzione con volti vicini alla Meloni. Roberto Sergio e Giampaolo Rossi, i nomi indicati con maggiore insistenza come palpabili sostituti nei ruoli di amministratore delegato e direttore generale.

Amadeus rischia di perdere la conduzione del prossimo Festival?

Con le trasformazioni interne alla Rai, secondo La Stampa, sarebbe quasi sicura la sostituzione della conduzione dello show L’Eredità, di Flavio Insinna, con Pino Insegno, speaker ufficiale di Fratelli d’Italia.

Potrebbe poi essere a rischio il compito di direttore artistico di Amadeus, date le numerose critiche suscitate dalle esibizioni di Fedez e Rosa Chemical, nonché di Blanco (benché la Procura d’Imperia abbia chiesto l’archiviazione delle accuese a suo carico) all’ultimo Sanremo.
Ci pensa Fiorello a ironizzare, difendendolo «Amadeus, fagliela vedere! Vai lì e chiedi ‘O tutto o niente’. Tu non puoi dimezzare Amadeus: che dimezzi? È così: prendere o lasciare!».

Anche Fabio Fazio, storico conduttore di Che Tempo Che Fa, potrebbe dire addio al suo posto in Rai dopo 20 anni, per passare a Discovery, sul canale Nove. Con lo scadere del contratto a giugno, infatti, sono state sospese le trattative per il rinnovo. Intoccabili sembrano essere le posizioni di Bianca Berlinguer e Lucia Annunziata.

Quanto alla direzione dell’Intrattenimento, Stefano Coletta dovrebbe lasciarla a Marcello Ciannamea della Lega.

Bisognerà attendere la presentazione dei palinsesti Rai 2023/2024 per avere una risposta definitiva e scoprire il futuro dei programmi e dei rispettivi presentatori.

Serena Previti