Giovanni Falcone e la strage di Capaci: il ricordo tramite il cinema

Il 23 maggio del 1992 alle ore 17:57, oltre 500 kg di esplosivo fanno saltare in aria un intero tratto dell’autostrada A29 nei pressi di Capaci. L’enorme esplosione coinvolge le tre auto della scorta del Giudice Giovanni Falcone che, stava facendo ritorno a Palermo. Ciò che rimane dopo l’esplosione è solo un cratere: dell’autostrada non c’è più traccia. Quel giorno in quell’attentato organizzato da Cosa Nostra, a perdere la vita oltre al giudice Giovanni Falcone sono la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

A trentatré anni dalla strage di Capaci è nostro dovere ricordare chi ha sacrificato la propria vita in nome della libertà e in nome di un’Italia più giusta. Ricordare significa far vivere quelle idee, mantenerle in vita e onorare il sacrificio di Giovanni e di tutte le vittime innocenti di mafia. D’altronde, come ci ha insegnato Giovanni: “Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.” E proprio perché le idee devono continuare a camminare che è fondamentale raccontarle, e il cinema e la televisione italiana lo hanno fatto. Lontano dell’essere mero intrattenimento, il cinema italiano ha saputo raccontare quelle storie dietro queste idee, facendo emergere le contraddizioni del nostro paese dando voce a chi ha lottato contro tutto e tutti e contro un sistema mafioso profondamente radicato. Ecco quattro delle opere che hanno fatto la storia della lotta alla mafia.

Il Traditore di Marco Bellocchio

Il Traditore, pellicola presentata al Festival di Cannes e candidata all’Oscar come miglior film internazionale nel 2019, racconta la storia del mafioso Tommaso Buscetta. Buscetta, interpetratato magistralmente da un magnifico Pierfrancesco Favino, è uno dei primi nonché uno dei più importanti pentiti di mafia a collaborare con il Giudice Giovanni Falcone. La pellicola racconta la parabola umana e giudiziaria dell’uomo che tra luci e ombre ha contribuito alla realizzazione del Maxiprocesso, il primo processo alla mafia voluto e istruito interamente dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Se si parla de Il Traditore, non si può non menzionare la magistrale interpretazione di Pierfrancesco Favino che, con la sua recitazione, è riuscito a ricreare perfettamente la controversa figura di Tommaso Buscetta.

Il Traditore Regia di Marco Bellocchio
Il Traditore Regia di Marco Bellocchio

La mafia uccide solo d’estate di Pif

Pif con la sua pellicola, diventata anche una serie tv, racconta la mafia palermitana vista dagli occhi di un bambino. Arturo, nato lo stesso giorno della cruenta Strage di Viale Lazio, è un bambino che cresce ingenuamente a Palermo mentre è innamorato della compagna di classe Flora. La sua vita lo porterà ad incrociare alcune delle eroiche figure della lotta alla mafia: il generale Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Boris Giuliano, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino. Tutte figure che il giovane Arturo impara a conoscere tramite la lente gli occhi di un bambino e poi di un ragazzo ingenuo ma speranzoso. La pellicola unisce egregiamente la commedia e il dramma, riuscendo a raccontare una delle pagine più buie della storia italiana, onorando tutti coloro i quali hanno dato la vita per un ideale.

I cento passi di Marco Tullio Giordana

La pellicola vincitrice di due David di Donatello e un Golden Globe con protagonista Luigi Lo Cascio, racconta la storia e il coraggio di Peppino Impastato. Peppino, nato e cresciuto a Cinisi, è figlio di un mafioso. Ma invece di seguire le orme del padre e della connivenza con la mafia, scegli di ribellarsi. Con un gruppo di amici crea “Radio Aut”, una radio libera da cui ogni giorno Peppino denuncia pubblicamente le attività mafiose del boss Gaetano Badalamenti nonché suo vicino di casa la cui abitazione dista solo cento passi. Il film racconta la storia vera di un ragazzo che, armato solo di idee e di amore per la sua terra, decide di sfidare la mafia. Un bravissimo Luigi Lo Cascio ci regala una fedele interpretazione di Peppino, restituendo le tensioni morali e il coraggio del ragazzo assassinato da Cosa Nostra.

 

La trattativa di Sabina Guzzanti

La Trattativa è una docu-fiction che indaga e che racconta uno dei capitoli più bui della storia italiana: la trattativa tra Stato e mafia avvenuta nei primi anni 90, subito dopo gli attentati a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’opera, basata sulle indagini e sui processi condotti dalla magistratura italiana racconta il tentativo probabilmente riuscito da parte di alcune parti dello Stato di fermare le stragi facendo a Cosa Nostra delle concessioni. Sabina Guzzanti costruisce un’opera coraggiosa attraverso la quale denuncia una pagina della storia italiana troppo spesso dimenticata. Il cast, ricco di attori siciliani, ricostruisce in chiave tragicomica indagini, interrogatori e fatti realmente accaduti. L’opera non cerca di dare una risposta ai dubbi sollevati, ma denuncia l’esistenza di un profondo rapporto tra mafia e politica troppo spesso ignorato.

La Trattaiva Regia: Sabina Guzzanti
La Trattaiva Regia: Sabina Guzzanti

 

Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda”. Peppino Impastato

“Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. Paolo Borsellino

“Se vogliamo combattere efficacemente la mafia, non dobbiamo trasformarla in un mostro né pensare che sia una piovra o un cancro. Dobbiamo riconoscere che ci rassomiglia”. Giovanni Falcone

“Non sono pazzo. Non mi piace pagare. Perché la rinunzia è una rinunzia alla mia dignità di imprenditore, io divido le mie scelte col mafioso”. Libero Grassi 

 

Francesco Pio Magazzù