Babbo Natale: tra tradizione e modernità, il volto universale del Natale

La figura di Babbo Natale, ormai indelebilmente legata all’immaginario collettivo natalizio, è il risultato di una sedimentazione culturale che abbraccia secoli di evoluzioni mitologiche, tradizioni religiose e trasformazioni iconografiche. Egli si configura come una costruzione simbolica piuttosto complessa: non solo travalica i confini temporali e geografici, ma si erge, al contempo, quale riflesso di un immaginario collettivo in costante rielaborazione.

 

Tra cristianesimo e mitologia

L’archetipo di Babbo Natale affonda le sue radici nella figura di San Nicola di Myra, un vescovo vissuto nel IV secolo, noto per la sua carità verso i poveri e i bambini. La sua figura, celebrata soprattutto nell’Europa medievale, veniva associata a storie di miracoli e atti di munificenza.

San Nicola, patrono dei piccoli e dei viandanti, divenne oggetto di un culto che si diffuse rapidamente, intrecciandosi con le celebrazioni invernali preesistenti. Tuttavia, il profilo del futuro Babbo Natale si arricchì di un substrato mitologico che trascendeva il contesto cristiano.

San Nicola
St. Nicholas, Moretto da Brescia (1539) – Fonte: ncregister.com

Il contributo delle tradizioni pagane del Nord Europa fu determinante nella definizione di tratti distintivi della sua immagine che, sebbene originariamente cristiana, cominciava ad assumere una natura sincretica.

La figura di Odino, il supremo deus dell’epico pantheon norreno, si sovrappose a quella di San Nicola, dando origine a una configurazione mitologica che si articolava tra sacralità e ritualità profana. Odino, infatti, durante la festività solstiziale della Jól veniva rappresentato mentre cavalcava il suo cavallo a otto zampe, Sleipnir, portando doni e prosperità.

Tale sincretismo religioso contribuì a plasmare la figura di un uomo al contempo divino e umano, che portava con sé l’essenza stessa della speranza e della rinnovata luce del solstizio.

La trasformazione moderna

La trasmigrazione del culto di San Nicola verso il continente americano mediante l’intermediazione delle comunità olandesi, che importarono la tradizione del Sinterklaas.

In territorio statunitense, questa rappresentazione subì un processo di rielaborazione creativa, dando vita al Santa Claus, una versione semplificata e sincretica del santo europeo.

Fu però nel XIX secolo che iniziò a delinearsi con maggiore precisione.

Un punto di svolta fu rappresentato dal poema A Visit from St. Nicholas (1823), attribuito a Clement Clarke Moore. L’opera codificò alcuni tratti distintivi del personaggio: un uomo bonario, dotato di una slitta trainata da renne, impegnato a distribuire doni nella notte di Natale.

Il componimento non solo consolidò l’immagine di Santa Claus nell’immaginario popolare, ma pose le basi per una narrazione simbolica che avrebbe influenzato la cultura popolare per decenni.

Santa Claus
Santa Claus – Fonte: flickr.com

Nel contempo, l’evoluzione artistica della figura subì una trasformazione straordinaria. L’opera di illustratori come Thomas Nast giocò un ruolo decisivo nella definizione dei tratti visivi del personaggio. Fu Nast, infatti, a introdurre il celebre abito rosso, sebbene in una forma ancora suscettibile di variazioni. 

L’impatto di Coca-Cola

Tuttavia, fu con l’intervento della Coca-Cola, negli anni Trenta del Novecento, che Babbo Natale acquisì una configurazione iconografica definitiva e universalmente riconosciuta.

In un’epoca di crescente globalizzazione e diffusione della cultura di massa, l’azienda americana incaricò l’artista Haddon Sundblom di reinterpretare la figura di Santa Claus per la sua campagna pubblicitaria.

Sundblom, pur attingendo dall’immaginario evocato dal poema di Moore, cristallizzò l’immagine di Babbo Natale in una rappresentazione calorosa e rassicurante. Il personaggio assunse così le sembianze di un uomo robusto e gioviale, dai lineamenti paffuti, con guance rosse, barba folta e un abito rosso bordato di pelliccia bianca.

Santa Claus
Santa Give & Take, Coca-Cola (1937) – Fonte: flickr.com

Questa rappresentazione, oltre a incarnare i valori di generosità e affabilità, si inseriva perfettamente nella strategia di branding della Coca-Cola.

Sebbene l’associazione cromatica con il rosso fosse già associata a Babbo Natale nelle tradizioni precedenti, l’uso massiccio e la diffusione delle immagini di Sundblom contribuirono a universalizzare questa cromia, legandola in modo indissolubile all’identità visiva del marchio e al personaggio di Santa Claus.

 

 

Fonti:
www.geopop.it
www.coca-cola.com

Natale e Cinema: 7 pellicole a tema natalizio da Riscoprire

Manca ormai sempre meno al Natale e tra alberi addobbati, regali incartati e città illuminate, le serate film a tema natalizio non mancano mai. Sono infatti centinaia i film di Natale capaci di farci ridere, di farci emozionare e di farci sognare. Raggrupparli tutti è impossibile, ma abbiamo provato a fare una piccola guida per chi è in cerca di una pellicola in grado di trasmettere la magia del Natale inserendo anche alcuni film forse un po’ dimenticati. Da un capolavoro di Tim Burton con un giovane Johnny Depp, ad una action-comedy natalizia con Arnold Schwarzenegger fino ad arrivare a Carol, la struggente pellicola con Cate Blanchett.

1. The Family Man (2000)

Jack, Nicolas Cage, è un uomo d’affari pronto a lavorare anche a Natale per fare soldi. Nessuna famiglia, nessun amore, solo soldi e pochi scrupoli. Ma Jack non è stato sempre così, un tempo amava Kate (Tea Leoni), ma quella vita e quel possibile futuro è ormai perduto. Ma un fantasma, di dickensiana memoria, appare a Jack e gli farà vivere la vita che avrebbe potuto avere se avesse scelto Kate mostrandogli che oltre ai soldi e al successo c’è molto di più: c’è l’amore.

The Family Man Regia: Brett Ratner Distribuzione: Medusa Film Film di Natale
The Family Man. Regia: Brett Ratner. Distribuzione: Medusa Film.

2. Una promessa è una promessa (1996)

Arnold Schwarzenegger dopo aver sconfitto un Predator e aver affrontato Skynet per salvare l’umanità dai Terminator si trova ad affrontare la sfida più dura: essere un papà a Natale. Howard è infatti un papà distratto, gli affari lo tengono lontano da casa sia con il corpo che con la mente. Vuole quindi sfruttare il Natale per farsi perdonare dal figlio regalandogli il modellino di Turbo Man, l’eroe televisivo più amato dai bambini. La ricerca del modellino sarà più difficile del previsto, ma la promessa fatta al figlio Jamie vale più di ogni altra cosa.

3. Jack Frost (1998)

Il Natale è per tutti un momento di gioia e felicità, ma purtroppo non è sempre così ed è proprio quello che racconta Jack Frost. Jack (Micheal Keaton) è un musicista che ama la sua famiglia, ma che spesso per lavoro affronta lunghe trasferte. Un giorno mentre è di ritorno a casa dal lavoro, perde la vita in un incidente stradale.  Un anno dopo, arrivato il Natale, Charlie figlio di Jack costruisce un pupazzo di neve nel quale si trasferirà l’anima del padre scomparso l’anno prima.

Jack FrostRegia: Troy MillerDistribuzione: Warner Bros. Pictures
Jack Frost Regia: Troy Miller. Distribuzione: Warner Bros. Pictures.

4. Edward mani di forbice (1991)

Tim Burton crea una favola dark natalizia, una favola sull’inclusività dove però manca il lieto fine. Edward (Jonny Depp) è una creatura nata dalla visione di un inventore, è un ragazzo con le forbici al posto delle mani che vive ormai da solo dopo la morte del suo creatore. L’incontro con una rappresentante di cosmetici lo porterà a cercarsi di integrare nella società grazie alla sua bravura come parrucchiere, ma come Einstein insegna “è più facile scindere un atomo che abolire un pregiudizio” e le differenze con le persone “normali” diventeranno un ostacolo difficile da superare.

5. Carol (2014)

Nel Natale del 1952, in un’America omofoba che vede l’omosessualità come una grave malattia mentale, scoppia l’amore tra Carol (Kate Blanchett) e Therese (Rooney Mara). Le due donne cercheranno di ignorare i pregiudizi e l’odio sociale per vivere un amore forte seppur proibito in un lungo e gelido inverno. Un film potente, che affronta tematiche necessarie e che ci ricorda che l’amore è sempre e comunque amore.

6. A Christmas Carol (2009)

La favola natalizia di Charles Dickens riproposta sul grande schermo sotto forma di film d’animazione con protagonista Jim Carrey grazie all’uso del Performance Capture. Ebenezer Scrooge (Jim Carrey), un vecchio strozzino, è un uomo avido che allontana quelle poche persone che ancora gli vogliono bene. Non conosce la magia del Natale ed è interessato solo a stesso. Ma la notte di Natale, la visita di tre fantasmi, quelli del Natale passato, del Natale presente e del Natale futuro gli faranno capire il vero significato del Natale e che non è mai troppo tardi per amare gli altri.

A Christmas Carol Regia: Robert Zemeckis Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
A Christmas Carol Regia: Robert Zemeckis. Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures.

7. Krampus – Natale non è sempre Natale (2015)

Chiudiamo questa lista con un film natalizio un po’ diverso. Stiamo parlando di Krampus, un horror che unisce brividi alla magia del Natale. Un antico demone del Natale prende di mira la famiglia di Max, un bambino che ha voltato le spalle al Natale. L’unico modo che hanno Max e la sua famiglia per sconfiggere Krampus è quella di tornare ad essere uniti e disposti a mettere da parte gli attriti per amore del bene altrui.

 

 

Francesco Pio Magazzù

Natale Passato



Profumo di cannella,
calore che accarezza la pelle,
la tavola imbandita
ravvivata dalla famiglia unita.
Tutti la percepiscono,
quella magia di festa.
Così era la sera
di quel Natale passato,
di una bambina che ricorda
come l’atmosfera d’improvviso
quel giorno sia cambiata.
Sente qualcosa staccarsi da lei,
capisce che quel frammento
non tornerà il prossimo Natale.
Guarda verso la tavola
e si accorge che c’è un posto,
un posto che è occupato
dal ricordo di qualcuno
che ormai se n’è andato.
Osserva poi il cielo
e si accorge che una stella
cura la ferita più profonda
di quel Natale passato.

Alda Sgroi

Il solstizio d’inverno – Origini e Tradizioni

Il solstizio d’inverno, che quest’anno è caduto il 21 dicembre alle ore 10:21, è un evento astronomico che segna il momento in cui il Sole raggiunge la sua posizione più bassa nel cielo rispetto all’orizzonte, ed è quindi il giorno più corto dell’anno.

Nel corso dei secoli, questo evento è stato celebrato da numerose civiltà, rappresentando la “rinascita” del dio Sole e la vittoria della luce sulle tenebre.

Tradizioni antiche

Il solstizio d’inverno ha ispirato molte tradizioni antiche in diverse culture.

Yule

Yule è una delle festività nordiche più antiche legate al solstizio d’inverno. Viene celebrata dal 21 dicembre al 6 gennaio, e segna il ritorno della luce e la nascita del nuovo Sole, simboleggiando così speranza, rinnovamento e l’arrivo della primavera.

Fra le tradizioni più conosciute, troviamo quella del “ceppo di Yule”, un grande tronco di legno che veniva bruciato durante la notte del solstizio, in segno di accoglienza della luce e della prosperità. Le sue ceneri venivano anche utilizzate per proteggere la casa.

Nel tempo, la tradizione si è trasformata nel “tronchetto di Natale“, dolce tipico natalizio.

Anche l’albero di Yule, decorato con luci, è alla base dell’albero di Natale odierno.

Heliopolis

La festività Heliopolis era una celebrazione religiosa che si svolgeva a Eliopoli, antica città Egizia, importante centro di culto del dio sole Ra.

Questa festività celebrava la rinascita del Sole, un evento fondamentale nella religione egizia.

Difatti, si credeva che Ra, il dio del Sole, morisse ogni notte e rinascesse ogni mattina. Durante il solstizio, la sua “rinascita” era particolarmente significativa, perché il Sole cominciava a crescere di intensità e la luce iniziava a prevalere sulle tenebre.

Questa festività celebrava, quindi, il ciclo di morte e rinascita, con riti e cerimonie che simboleggiavano la vittoria della luce e della vita sulle tenebre e sulla morte. Inoltre, i riti erano legati al concetto di rinnovamento e fertilità, dunque producevano un forte impatto sulla vita agricola e sociale dell’Egitto.

Il culto del Sole di Ra ebbe un’influenza duratura sulle religioni Egizie.

Heliopolis
Helipolis, Solstizio d’inverno. Fonte: toriaefantasydotcom1.wordpress.com/2016/08/05/antico-egitto-il-culto-del-sole/

Yalda

Il solstizio d’inverno in Persia antica, viene conosciuto come Yalda e si collega alla figura di Mitra, divinità solare.

Le tradizioni di Yalda includono riunioni familiari, durante le quali si mangiano cibi simboli di abbondanza, fertilità e prosperità.

Yalda è anche un momento di preghiera e celebrazione del rinnovamento del mondo e della speranza per il futuro.

Saturnali

I Saturnali erano una delle festività più importanti dell’antica Roma, dedicate al dio Saturno, il dio dell’agricoltura, della prosperità e del raccolto. Originariamente, i Saturnali venivano celebrati dal 17 al 23 dicembre, ma successivamente la durata delle festività fu estesa. La festa segnalava il ritorno della luce solare e il rinvigorirsi della natura, in un periodo di fine anno che anticipava la stagione del raccolto primaverile.

Durante i Saturnali, l’ordine sociale veniva temporaneamente capovolto. I ruoli tra padroni e schiavi venivano invertiti: gli schiavi potevano sedere a tavola con i loro padroni, ricevere cibi e regali, prendere parte ai festeggiamenti e ai banchetti.

Le celebrazioni erano caratterizzate da banchetti sfarzosi, giochi pubblici, doni e scambi di auguri, che si concentravano sull’allegria, l’abbondanza e la convivialità. Le case venivano decorate con luci e ghirlande.

Un altro aspetto interessante dei Saturnali era il “rex saturnalis”, il “re di Saturno”, una figura che veniva scelta tra gli schiavi o tra i membri più giovani della società e che governava per un breve periodo con autorità simbolica, guidando i festeggiamenti.

I Saturnali avevano una forte componente religiosa. Erano un’occasione per rendere omaggio a Saturno, con sacrifici nei templi e cerimonie in suo onore.

Influenze odierne

Le tradizioni antiche continuano ad influenzare la celebrazione del Natale. Lo scambio di doni, l’idea di rinnovamento e speranza, le cene festive, le decorazioni luminose sono stati e sono tutt’ora elementi fondamentali di questa festività, che affondano le loro radici in riti pagani legati al solstizio d’inverno.

 

Fonti:

https://www.ilgiardinodeilibri.it/speciali/yule-il-magico-solstizio-d-inverno-celtico.php?srsltid=AfmBOopA7FX1lsjF1nbM-DBXOmW_YZNjmr5c6ush59582Vm2DHmiBojE

“Le tradizioni del solstizio d’inverno” di Lucia Bottini

 

Ma che Natale sarebbe senza un film al cinema?

Tutti i film di Natale, perfino i cinepanettoni, rappresentano la storia, più o meno divertente, più o meno banale, della ciclica riscoperta di un senso della comunità, puntualmente smarrito nel corso dell’anno appena trascorso. Ma c’è una cosa che rende speciale tutti i film di questo periodo: l’importanza resa alla famiglia, dentro lo schermo e fuori. Da Topolino e la magia del Natale (1999) al peggiore fra i cinepanettoni sono sempre gli affetti ad ergersi protagonisti. Scalda i cuori la storia di Topolino costretto a vendere la sua armonica a bocca, strumento a lui molto caro, per permettersi di fare un regalo alla sua amata Minni che, per amore di Topolino, farà esattamente la stessa cosa vendendo il suo orologio.

Frame di “Topolino e la magia del Natale” (1999). Fonte: Disney+

Tra i film più comunemente riprodotti in questo periodo dell’anno troviamo poi The Family Stone – La neve nel cuore (2005) che ritrae gli scontri di una famiglia per lo più media, ma mostra agli spettatori che i litigi possono essere superati e che l’armonia è un traguardo sempre possibile quando ci si vuole davvero bene. Un altro classico esempio è il film natalizio britannico del 2003 Love Actually. Il film segue le vite di otto coppie a Londra e riporta agli spettatori il tema perenne del romanticismo e delle prove da superare nelle relazioni. E come dimenticare, sulla stessa linea di quest’ultimo, cult come L’amore non va in vacanza o Capodanno a New York pronti a ricordarci l’importanza che i legami ricoprono nelle nostre vite, altrimenti infinitamente vuote. Nel secondo, un film corale del 2011 con Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Halle Berry e Jon Bon Jovi, sono tante le storie raccontate, anche se la più struggente è senz’altro quella dell’infermiera Aimee che, terminato il turno lavorativo, si collega al computer dell’ospedale con il fidanzato, un militare in missione lontano da New York, per “festeggiare” insieme l’arrivo del nuovo anno. È in momenti come questo che ci rendiamo davvero conto di quanto sia importante avere accanto le persone amate. E se il senso di queste piccole storie siamo capaci di coglierlo tutti, un po’ meno evidente è l’importanza che la sala cinematografica ricopre in questo periodo dell’anno. Guardare il film in sala si sa, fa parte di quella famosa “esperienza cinematografica” di cui parlano tutti i critici. Ma è durante queste feste che la sala diventa un vero e proprio “rifugio” di condivisione per le famiglie. Poco importa il film scelto, l’importante è guardarlo insieme, che sia un cinepanettone o un film di guerre stellari!

Sebbene il Natale sia una festa cristiana, la maggior parte dei film sulle vacanze non è religiosa nel senso più tradizionale del termine. Sempre più di rado si fa menzione della storia di Gesù e dell’ambientazione biblica della sua nascita. Come scrive John Mundy, esperto di studi sui media, in un saggio del 2008, “Christmas and the Movies”:

«I film di Hollywood continuano a costruire il Natale come una realtà alternativa».

Questi film creano mondi sullo schermo, accendendo emozioni positive e offrendo allo stesso tempo qualche risata. I rituali delle vacanze sono come le candele su una torta: non sembra un vero compleanno se non ne hai almeno una. Per alcuni, potrebbe essere passare del tempo con la propria famiglia, scambiarsi i regali con gli amici, indossare il proprio maglione preferito o fare l’ennesimo rewatch degli episodi a tema natalizio di quella serie che non ci stancherà mai, – come per “L’ospite inatteso”, l’episodio natalizio della quarta stagione di Mad Men, ormai un cult nel genere.

Frame di “Mad Men” (S4E2). Distribuzione: Weiner Bros.

Ma per molti, il rituale perfetto è proprio quello di guardare un buon film di Natale. Può essere da soli, con gli amici o con la famiglia, ma vedere dei film a tema per due o tre giorni di vacanza mette tutti di buon umore e ci ricorda dell’importanza di una vita vissuta nel pieno degli affetti, dell’amore e dei valori autentici, circondati dalle persone a cui teniamo, almeno finché ne avremo l’occasione.

*Articolo pubblicato il 19/12/2024 sull’inserto Noi Magazine di Gazzetta del Sud

Domenico Leonello
Caposervizio UniVersoMe

Gli auguri di Natale della Magnifica Rettrice: tra bilanci e propositi

Si è rinnovato anche quest’anno il tradizionale incontro tra la Magnifica Rettrice, la Prof.ssa Giovanna Spatari, e la stampa, per lo scambio degli auguri di Natale.  L’appuntamento si è tenuto questa mattina nella suggestiva stanza del Rettorato, che ha accolto i rappresentanti della stampa locale. Un momento di grande importanza per l’Università di Messina per tirare le somme sull’anno che sta volgendo al termine e condividere le prospettive future per questo 2025.

“Bisogna guardare sempre al futuro, mettendo al centro gli studenti, come è stato fatto nell’anno appena trascorso. Sono convinta che la grandezza di un Ateneo sia fatta dagli studenti che decidono liberamente di sceglierla”

Bilanci e propositi

Tra le numerose iniziative intraprese dall’Università di Messina per rafforzare il legame tra studenti, territorio e Università, ricordiamo l’UniMe Recruiting Day, svoltosi lo scorso 26 novembre. Questo evento ha confermato il concreto interesse e impegno dell’Ateneo verso gli studenti, offrendo loro l’opportunità di esplorare nuove prospettive di carriera e di entrare in contatto con il mondo del lavoro. Inoltre, non mancheranno i cambiamenti per l’Ateneo per questo 2025, a partire dall’inaugurazione di nuove strutture per potenziare ancor di più l’offerta.

“L’impegno deriva da un’offerta formativa al passo con i tempi, con l’implementazione dei servizi per gli studenti, tra cui la creazione di nuovi spazi fruibili per gli studenti, ma anche cercando di agire in sinergia con le altre istituzioni del territorio”.

La Rettrice ha rivolto i suoi calorosi auguri di Natale a tutti gli studenti, sottolineando il loro ruolo centrale nelle iniziative dell’Ateneo e incoraggiandoli a vivere l’Università in tutti i suoi aspetti e di sentirla propria, con la promessa che “tutto quello che sarà possibile fare da parte dell’Università state certi che verrà fatto”.

La Rettrice la ascolti qui!

Elisa Guarnera

“Ospita un Erasmus a Natale anche tu”: il progetto targato ESN Trento

Erasmus Student Network (ESN) Trento lancia a livello nazionale il progetto “Ospita un Erasmus a Natale anche tu”. Lo scopo principale del progetto è quello di promuovere l’integrazione e la comprensione reciproca tra culture, valorizzando il patrimonio culturale e le tradizioni locali.

La storia e le motivazioni dietro al progetto

Ospita un Erasmus a Natale anche tu” nasce per tutti quegli studenti e quelle studentesse in mobilità che non hanno la possibilità di tornare a casa durante il periodo natalizio o che, per tradizione, non festeggiano il Natale nella loro terra natia.

Logo del progetto

Il progetto diventa dunque un occasione per conoscere da vicino le usanze natalizie, in particolare quelle locali e regionali. Prende ispirazione da un’esperienza vissuta da uno dei soci di ESN Trento durante il suo periodo di mobilità in India, quando una famiglia locale lo ospitò per il giorno di Pasqua. Dopo l’incontro è nata l’idea di replicare tale forma di accoglienza anche in Italia.

ESN Trento fu la prima associazione ad organizzare il progetto a livello locale. A partire da quest’anno, grazie al successo delle prime due edizioni, l’iniziativa si estenderà a livello nazionale. Parteciperanno 11 Sezioni: ESN Siena GES, ESN Brescia, ESN Bologna, ESN Trieste, ESN Trento, ESN Palermo, ESN Milano-Bicocca, ESN Ancona, ESN L’Aquila, ESN Messina.

Come iscriversi al progetto?

Progetto Erasmus

Le famiglie locali, studenti e studentesse in mobilità che desiderano vivere quest’esperienza di scambio culturale possono iscriversi entro il 13 dicembre, compilando i rispettivi moduli online:

  • Form per le famiglie [Link]
  • Form per gli studenti e le studentesse [Link]

Dopo la chiusura delle iscrizioni, i volontari delle 11 Sezioni partecipanti metteranno in contatto le famiglie con gli studenti e le studentesse nei giorni successivi, assicurando un match ideale per entrambe le parti, tenendo conto delle varie necessità.

ESN Italia: impegno verso l’inclusione

ESN Trento è una delle sezioni della più ampia associazioni di volontariato ESN Italia. Attraverso le proprie Sezioni presenti in 53 città universitarie della Penisola, ESN Italia fornisce supporto a studenti e studentesse stranieri/e ospiti nelle università italiane. Così facendo, promuove l’integrazione delle  studenti e delle studentesse internazionali nel tessuto culturale locale.

Con il progetto “Ospita un Erasmus a Natale anche tu”, ESN rinnova dunque il proprio impegno per la creazione di un ambiente accogliente e inclusivo, arricchendo sia le famiglie italiane che studenti e studentesse stranieri/e attraverso il contatto diretto e personale con culture differenti.

Antonino Nicolò

 

Il Natale

Candida neve,
frettolosi passanti
corrono per strada.
Le luci delle vetrine,
quasi soffuse,
illuminano poco
la vecchia via.
Al centro s’innalza
un albero abbellito
con colori festosi.
Profumo di vischio,
di biscotti caldi
e di aria natalizia.
Il vagito di un bimbo,
il sorriso di un anziano,
il canto delle genti.
La cometa sfugge
all’occhio nudo
di chi non sa amare.
Atmosfera tanto attesa,
il Natale è alle porte.
Nel mondo
c’è chi soffre,
c’è chi lotta
e chi non si arrende,
ma il Natale cerca
di far ritrovare
i cuori della gente.
E potrà certo arrivare
solo una volta l’anno,
ma la magia
di questa festa
vive nel ricordo
di chi sa gioire.

Alda Sgroi

*Immagine in evidenza: illustrazione di ©Marco Castiglia*

Il messinese sotto le feste

Ogni anno, nel mese di Dicembre, ci si ritrova a festeggiare due tra le feste più importanti e attese: Il Natale e il Capodanno. La prima è legata a una sfera religiosa e familiare, la seconda è un’importante tradizione per accogliere con entusiasmo il nuovo anno. In tutto il mondo, i diversi paesi ricorrono annualmente alle loro tradizioni. Così è anche per la città di Messina, sebbene rispetto alla Lapponia sia più carente di nevicate, essendo una città di mare. Dunque, come affronta le feste un messinese? Ci siamo posti dei quesiti, e abbiamo fatto delle interviste, immergendoci nel clima natalizio messinese.

© Valeria Vella – decorazioni di Piazza Cairoli, 2022

 

Tra le luci e gli addobbi di piazza Cairoli, la prima domanda che abbiamo posto è stata sulle delle decorazioni di Natale di quest’anno. 

A risponderci tre giovanissimi universitari, fra i 18 e i 19 anni, che ci hanno presentato un siparietto da far ridere a crepapelle:

Domenico: Io non mi posso esprimere. Sono nel plesso di Ex Farmacia, perché sono del DiCAM. Lo vedete com’è quel plesso, quindi… C’è un alberello; l’ho visto oggi… Della città? Belline, belline. L’albero è stato sistemato, fortunatamente, perché prima era un po’ bruttino.

Giulia – L’hanno sistemato?

Giulia – Veramente?

Domenico – Sì! Prima sembrava un po’… una supposta. Penso che sia un pensiero comune.

© Valeria Vella – mercatini di Natale, 2022

 

Addentrandoci ancor di più nella folla di passanti, riflettevamo sul problema parcheggi e viabilità della nostra amata Messina, problema storico tanto quanto la città. Si narra che già gli antichi abitanti della nobile Zancle lasciassero i cavalli in doppia fila, per la mancanza di parcheggi. Tale dubbio ci è stato confermato dal signor Giuseppe, di 70 anni:

Dove ha parcheggiato la macchina?

Dove c’è la finanza… a pagamento, perché posti non se ne trovano e per parcheggiare la macchina devi pagare sempre.  Qua lo hanno bloccato, ché non si può parcheggiare. Non si può parcheggiare in nessun posto!

E dell’innovativa isola pedonale attualmente in atto?

Ecco la risposta di due gentili e giovani mamme, che hanno replicato con un occhio sempre attento alla movimentata prole:

Isa – L’isola pedonale a tratti? Frazionata? Ti rispondo come ti risponderebbe mia figlia: bah.

Daniela – No comment!

© Corinne Marika Rianò – dettaglio dei mercatini di Natale, 2022

 

Successivamente ci siamo posti il quesito: cosa mangia il messinese a Natale?

Abbiamo trovato due scuole di pensiero contrastanti.

La prima, rappresentata dalla signora Domenica:

Vado fuori, dopo che lavoro tutto l’anno. Il giorno di Natale mi rilasso e non faccio cucinare i miei familiari. Ce ne andiamo fuori, ché è la cosa migliore. Tanto la spesa sempre quella è…

 La seconda, invece, della signora Rosa che, nonostante sia a dieta (proviamo dolore per lei), passa le sue giornate a cucinare per tutta la famiglia:

Io faccio i biscotti e tutte cose natalizie. Mangiamo perché ci è rimasto solo questo. Però io sono in dieta, quindi non posso mangiare.

 È sempre dalla saggezza della signora Rosa che arriva la risposta sul regalo natalizio peggiore mai ricevuto: Non mi piacciono i fiori e c’era una persona, una mia cognata, che mi regalava sempre quelli. Allora io li mettevo nel portafiori e li lasciavo fuori dalla finestra. Erano i lilium, che hanno quell’odore e quelle cosine che macchiano “tutte cose”.

Rimanendo sempre in tema di cibo, must del periodo natalizio, abbiamo chiesto ad Andrea, giovane buddace fuorisede nelle regioni nordiche, quale prodotto consiglierebbe ai turisti che vengono a Messina:  Ce ne sono troppi! Tutti i dolci sicuramente. Partiamo dai cannoli e andiamo a provare la granita, anche se è inverno. Diciamo che non se ne può fare a meno. E il bianco e nero.

© Valeria Vella – dettaglio dei mercatini di Natale, 2022

 

Ma oltre a questo, quali sono le tradizioni che si portano avanti sotto Natale?

A risponderci è Camilla, 21 anni, con la sua insolita tradizione famigliare:

Litigare ai cenoni vale? Conta? Ciao zia…

 E se tutto questo non vi è bastato, abbiamo raccolto per voi la risposta perfetta da dare ai parenti molesti alla domanda “Ma quando ti laurei?”.

 Emilia, napoletana verace, ci dice: quando il signore ce la manda buona! Siamo nelle mani di Dio.

E la sua amica Sofia: a data da destinarsi, per quanto mi riguarda.

Chiedendo loro quale sia il regalo che più desiderano per questo Natale, Emilia ci delizia di un’altra risposta, quanto mai sentita da tutti noi studenti: gli esami superati…

Ci hanno salutato rivolgendo un caloroso saluto a tutti gli studenti.

© Valeria Vella – Viale S. Martino a Natale, 2022

 

Purtroppo, non abbiamo trovato la risposta alla seconda battaglia culinaria che da secoli affligge la nostra società, subito dopo quella tra arancino o arancina (ovviamente noi siamo team arancino sempre): è meglio il panettone o il pandoro?

 Kelly, un’altra giovane ragazza, di 23 anni, ha provato a risolverci il dubbio amletico, ma con scarsi risultati:  Team pandoro, ma panettone al pistacchio pro! Quindi nì, 50 e 50.

Però, ci ha dato un ottimo spunto su cosa fare e cosa proporre a chi ci chiede cosa faremo a Capodanno: Bella domanda… Penso che mi ubriacherò al Duomo!

Gli autori di questo articolo fra i mercatini di Natale

 

Vi vogliamo bene cari lettori di UVM, per questo ci lasciamo il piacere di rispondere, noi redattori di Cultura Locale personalmente, all’ultima domanda della giornata:

A Capodanno, indosseremo l’intimo rosso?

Ovviamente sì! Noi ci teniamo alle tradizioni!

 

Corinne Marika Rianò

Valeria Vella

Roberto Fortugno

Gaetano Aspa

Natale alle porte: 5 letture da non perdere sotto l’albero

Dicembre è il mese del Natale: si iniziano ad addobbare le case e le strade, la città si illumina con le caratteristiche lucine natalizie e le ghirlande decorate. L’inverno è anche la stagione preferita dagli amanti dei libri: cosa c’è di meglio di leggere un bel libro davanti al camino con una tazza di cioccolata calda fumante?

Qui 5 letture natalizie che ti faranno immergere nell’atmosfera di festa.

1) Questo inverno di Alice Oseman (2022)

Fonte: Mondadori

Dall’autrice di Heartstopper (2019, Mondadori) da cui è tratta la famosa serie omonima, in Questo Inverno – Una Heartstopper Story (Mondadori) ritroviamo i personaggi che tanto abbiamo amato di Heartstopper, ma con atmosfere e la magia del Natale. Ma per i protagonisti, i tre fratelli Springs, quello di quest’anno non sarà un Natale come tutti gli altri.

La sorella maggiore Victoria, per tutti Tori, nonostante il suo aspetto freddo e distaccato, tiene ai suoi due fratelli minori, Charlie e Oliver, più di qualunque persona al mondo. D’altro canto, per Charlie non sarà facile dopo essere stato dimesso dalla clinica psichiatrica in cui era in cura, anche se il sostegno di Nick gli darà la forza necessaria per andare avanti.

Le ultime pagine sono incentrate sul piccolo di famiglia, in un ritratto tenero e dolcissimo di un bambino che si sposa benissimo con un quadretto familiare dove ogni piccola sfaccettatura d’amore è ben accetta. Una lettura leggera e scorrevole, non troppo impegnativa, ma che ti avvolge di quel calore natalizio sereno.

2) Let it snow. Innamorarsi sotto la neve di John Green, Maureen Johnson, Lauren Myracle (2015)

Fonte: Rizzoli

Let it snow. Innamorarsi sotto la neve, romanzo natalizio edito da Rizzoli nel 2015, che ha ispirato l’omonimo film su Netflix del 2019.

Per chi cerca non un racconto ma ben tre, che parlano di un amore sotto i fiocchi di neve, è il libro perfetto.

In Jubilee Express la protagonista è Jubilee, una ragazza di sedici anni, con due genitori con la passione dei pezzi in ceramica per ricreare villaggi di Natale in miniatura. Come da tradizione, i genitori di Julie sono partiti per accaparrarsi uno dei pezzi più rari, ma qualcosa va storto perché si ritrovano a passare la nottata in galera. Il motivo è tutto da scoprire. Julie a questo punto dovrà raggiungere i nonni e così sale sul treno che la porterà da loro. Peccato che sia in arrivo una tormenta di neve e che il treno sia costretto a fermarsi nei pressi di Gracetown!

Un racconto sincero e adorabile, che ci catapulterà accanto alla protagonista nella sua avventura tra personaggi molto diversi tra loro.

In Un cheertastico miracolo di Natale le protagoniste saranno un gruppo di cheerleaders, presenti anche nel racconto precedente. Dopo aver occupato il vagone del treno rimasto fermo a Gracetown, tre amici cercano riparo alla Waffle House. Racconto meno natalizio, più avventuroso, ma sempre con quel tocco candido di John Green che non guasta mai.

Nell’ultimo racconto, Il santo patrono dei maiali, la protagonista è Addie. La narrazione si apre con Addie che ha fatto un’enorme stupidaggine e questo ha messo in crisi lei e la sua relazione con Jeb, personaggio apparso negli altri due racconti. Certo, il fatto che sia stata lei a rovinare tutto conta poco, perché Addie riesce a concentrarsi solo su se stessa. Saranno proprio un insieme di vicissitudini e di eventi straordinari – come un maialino che sta in una tazza, l’avvento di una donna che potrebbe essere un angelo e una sorpresa davvero speciale – a farle capire che l’egoismo non è la strada per la felicità.

La penna di tre straordinari scrittori rende questo libro l’incontro perfetto per tutti i gusti dei giovani amanti del Natale romantico.

 

3) All’improvviso a New York di Melissa Hill (2015)

Fonte: BUR

Non è solo uno dei tanti romanzi rosa natalizi di cui siamo indigesti, ma il romanzo rosa che non sfocia mai nel troppo melenso, una coccola davanti al camino mentre gli scoppiettii risuonano al di sopra delle pagine del libro.

Darcy Archer è una libraia di 33 anni che si rifugia tra i suoi adorati libri, immaginando il proprio futuro e sognando quell’amore che ritrova solo nei protagonisti dei suoi romanzi preferiti. Non è però una donna che basa la propria vita esclusivamente su una relazione, né intende forzare il corso delle cose per avere a tutti i costi un uomo. Anzi vive con il sorriso, credendo sempre che con un romanzo si possa curare ogni tipo di problema.

Sarà un’incidente in bicicletta a farle svoltare la vita in positivo. Infatti nello scontro con un uomo e un cane, il primo perderà la memoria. Per i sensi di colpa, Darcy deciderà di prendersi cura del cane di Aiden, un bellissimo Husky di nome Bailey, e di aiutare l’uomo alla ricerca del suo passato.

Nonostante la storia d’amore, il vero fulcro della narrazione sono i libri: tra le pagine troviamo vere e proprie citazioni a opere esistenti, basate sul contesto e sulle vicissitudini che la protagonista vive in prima persona.

All’improvviso a New York, edito da Rizzoli, è un romanzo da leggere tutto d’un fiato, che strizza l’occhio al “giallo”  incuriosendo e lasciando in sospeso per tutto il racconto.

4) Per mano mia. Il Natale del Commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni

Fonte: Einaudi

Per gli amanti dei gialli, e in particolare del commissario più famoso di Napoli, consigliamo questo libro ambientato nel Natale degli anni trenta.

Il Commissario Luigi Alfredo Ricciardi, protagonista di una famosa serie televisiva con Lino Guanciale, e il Brigadiere Raffaele Maione, nel giorno del 25 dicembre dovranno fare i conti con un omicidio di una coppia di coniugi: il funzionario della Milizia Fascista che controlla i pescatori, Emanuele Garofalo, e di sua moglie Costanza. La donna è stata sgozzata con un solo colpo di lama, mentre l’uomo è stato trafitto nel letto con oltre 60 coltellate.

Sulla scena del delitto, Ricciardi, che ha l’amaro dono di vedere e sentire i morti ammazzati, ascolta le oscure ultime frasi della coppia, che non gli dicono granché. Iniziano quindi le prime indagini, andate a vuoto, ma un colpo d’occhio al mercato del pesce rivelerà la tremenda verità agli occhi del Commissario.

Per mano mia. Il Natale del Commissario Ricciardi, edito da Einaudi, fa parte della fortunatissima serie di romanzi di Maurizio De Giovanni, non avendo niente da invidiare agli altri romanzi dello stesso ciclo.

Anche qui De Giovanni si è superato nella narrazione dedita ai minimi dettagli, con un focus importante sul periodo storico dove l’opera è ambientata, velato da un’atmosfera cupa e segreta.

5) Il tram di Natale di Giosuè Calaciura

Fonte: Sellerio Editore

Alla vigilia di Natale, un tram viaggia all’estrema periferia di una città non identificata, con i suoi addobbi natalizi luminosi e un allegro aspetto di festa. Al suo interno, ad ogni corsa, accoglie uomini e donne in qualche modo infelici e poveri. Tra loro non si conoscono, ma nasce come una sorta di rete solidale che li unisce inconsapevolmente. Nell’ultimo sedile, lontano da tutti, vi giace un neonato, avvolto in calde coperte, e più in là il conducente del tram, blindato così da non poter vedere l’infelicità dei viaggiatori.

La narrazione di Calaciura si sofferma su ognuno dei passeggeri, uno più diverso dall’altro, con storie differenti e spesso anche tragiche. Il messaggio che la dura realtà e la tristezza della vita parte dal momento della nascita, rappresentato dal neonato abbandonato, ma di cui ogni passeggero a modo suo cerca di prendersene cura, è letale, forte nel suo significato, come un pugno allo stomaco.

Il tram di Natale di Giosuè Calaciura, edito da Sellerio editore, è come una fiaba moderna, nuda e cruda nelle sue intenzioni. Inscena quasi un presepe vivente formato dalla diversità dei suoi personaggi e dai loro trascorsi umani.

Victoria Calvo