Psicologia del mentitore – Le bugie hanno vita breve

Lo scorso Martedì 19 Febbraio si è tenuto l’incontro “Psicologia del mentitore” presso la Feltrinelli Point Messina, tenuta dal dott. Pietro La Seta.

Psicologia del mentitore, Feltrinelli Point Messina 2019

Questo incontro è stato dedicato agli studi di Paul Ekman, pioniere della comunicazione non verbale e della psicologia delle emozioni, dove sono stati affrontati gli aspetti più importanti del suo libro “I volti della menzogna – Gli indizi dell’inganno nei rapporti interpersonali”.

“Non siamo né trasparenti come il lattante, né perfettamente camuffati, possiamo mentire o essere sinceri, riconoscere le bugie o non vederle, essere ingannati o riuscire a difenderci. Abbiamo possibilità di scelta e questa è la nostra natura.” – P. Ekman

Che cos’è una menzogna? È possibile scoprire un inganno attraverso le parole, la voce, i gesti e il viso?

Figura 1 – Cal Lightman, protagonista della serie tv Lie To Me, ispirato a Paul Ekman. Immagine utilizzata durante l’incontro.

Secondo Ekman, le espressioni facciali innate, essenzialmente, sono 6: il disgusto, il disprezzo, la tristezza, la paura, la rabbia e la sorpresa (vedi Figura 1).

Allo stesso modo distingue 6 tipi di sorrisi per coprire altre emozioni: il sorriso sentito,  il sorriso di paura, il sorriso di disprezzo, il sorriso smorzato, il sorriso triste e il sorriso Chaplin. Il più delle volte, il sorriso viene usato per coprire emozioni negative, tranne nel caso del “sorriso sentito”, il vero sorriso che esprime felicità, riconoscibile grazie alle zampe di gallina che si formano intorno agli occhi.

Secondo Ekman, inoltre, le emozioni negative sono le più difficili da simulare. Siamo incapaci di muovere volontariamente quei particolari muscoli facciali. Rabbia o disgusto sono più facili.

Gli indizi possono essere rivelatori, che mettono a nudo la verità, o di falso, in cui so che l’interlocutore sta mentendo ma non so qual è la verità.

Ma come, le bugie, possono essere scoperte?

Chiaramente, la vittima può scoprire per caso le prove oppure il mentitore può essere tradito da altre persone. I segnali di una bugia ritrovabili nel mentitore possono essere manifestati dal movimento del corpo, dalle inflessioni di voce, da una respirazione affannosa o troppo profonda, dal cambiamento di espressione del volto, dalla deglutizione della saliva, pause lunghe, ecc …

In questi casi, la macchina della verità non individua le menzogne come un metal detector ma rileva, e rivela, i segni di emozione (sudorazione, respirazione, pressione sanguigna), l’individuo si troverà in una situazione di massima apprensione per il rischio di essere scoperto.

Il senso di colpa può venire forse per il fatto stesso di mentire o per il contenuto della bugia, in ogni caso è diverso dalla vergogna. Tra l’altro si prova meno senso di colpa se si mente a persone che, secondo noi, si comportano male.

Ma questo era solo un convegno introduttivo,  continuerà su Instagram alla pagina PIETRO LA SETA (@pietro.laseta) .

Dott. Pietro La Seta, Feltrinelli Point Messina 2019

Mark Twain diceva:

Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.

Tutte queste lezioni di Ekman non devono essere usate per diventare un bravo bugiardo ma per andare a caccia di mentitori. Tutti, nella vita, abbiamo detto una bugia, soprattutto da bambini con i genitori che dicevano “Le bugie hanno le gambe corte”. Con questo libro le bugie non hanno le gambe corte, hanno vita breve grazie all’occhio allenato di chi sa riconoscerle.

Serena Votano

Grande successo per l’evento del SISM di Messina: “La salute scende in piazza”

 

Sabato 16 febbraio dalle ore 9:30 sino alle 19:30 a Messina, a Piazza Cairoli, si è tenuto un evento fortemente voluto da diverse associazioni no profit messinesi (SISM, Cambiamenti APS, Croce Rossa Messina, Admo, Aido, Avis, Unicef, UICI, AISO, A.G.D. Messina e Nonno Ascoltami).

È Roberta Minasi, presidentessa del Sism Messina, a fornirci delucidazioni in merito all’evento:

“Già da tempo, grazie anche al prezioso aiuto del policlinico di Messina, il SISM Messina organizza iniziative di sensibilizzazione su tematiche specifiche con lo scopo di educare la popolazione alla conoscenza di alcune tematiche attuali di rilievo nell’ambito della salute e della sanità pubblica.

Il SISM, come ogni anno, si è fatto portavoce de “La salute scende in piazza”, un evento di salute pubblica, che si pone l’obiettivo di portare all’attenzione della cittadinanza sia il vero significato di “salute”, sia i suoi principali determinanti. In tal modo si rende la popolazione capace di conoscere e di conseguenza riconoscere eventuali comportamenti nocivi, facendo sì che gli stessi cittadini diventino fautori della diffusione di tale ideale.

Si tratta di un evento dedicato non solo all’intera popolazione, dai progetti per i più piccini agli screening per adulti ed anziani, ma mirato anche alla crescita e formazione degli studenti di medicina, consapevoli dell’importanza della prevenzione.

Numerose le associazioni che, già da tempo, hanno lavorato e lavorano in sinergia con il SISM e che sono scese in piazza, come la Cri Messina, che in occasione della giornata di sensibilizzazione è presente con un importante progetto: “Non sono un bersaglio”.

Il presidente del Comitato di Messina della Cri, Dottor Dario Bagnato, dichiara attraverso un’intervista che:

Sono 3.000 i casi di violenza a operatori sanitari italiani registrati nel 2018, a fronte di sole 1.200 denunce all’Inail: aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto Soccorso e nei presidi medici assistenziali.

Altro drammatico aspetto è quello delle aggressioni agli operatori delle ambulanze e dei danneggiamenti ai mezzi stessi. Basta leggere i giornali e troviamo frammentate ma cicliche notizie al riguardo, da nord a sud.

Ecco perché, tenendo conto dei logici distinguo, la Croce Rossa Italiana ha deciso di realizzare una campagna per denunciare, oltre a quanto accade in scenari internazionali, una realtà pressoché sconosciuta o spesso sottovalutata che ci coinvolge da vicino e che riguarda anche (e non solo) i volontari CRI: quella delle violenze ai danni dei nostri operatori e/o strutture sanitarie. Così nasce “Non sono un bersaglio”.

Il Dottor Bagnato ricorda che chi aggredisce un operatore socio-sanitario si sta precludendo la possibilità di essere curato. È come se si stesse aggredendo da solo, come suggerisce l’immagine stessa scelta per la loro locandina. Pertanto, fa appello alla coscienza di ogni cittadino onde evitare il perpetuarsi di altre violenze.

I volontari delle varie Onlus partecipanti hanno realizzato dei punti informativi affinché ogni cittadino potesse avere tutte le notizie desiderate sulle attività svolte dai gruppi associativi e più in generale sulla tutela del bene salute. Durante la giornata è stato possibile effettuare vari test di screening come quello dell’HIV (sia ematico sia salivare). È stata inoltre dedicata una particolare attenzione a due progetti, interamente indirizzati ai più piccini: lo Smile-X (progetto dei dottor clown, che effettuano ogni giovedì clown therapy al policlinico), e l’Odp, cioè l’Ospedale Dei Pupazzi: un progetto di sensibilizzazione volto a ridurre il timore dei più piccoli nei confronti del camice bianco e dell’ambiente ospedaliero: la paura viene esorcizzata attraverso dei peluche che vengono curati dai più piccoli su dei tavoli da gioco.

 

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

Francesco Pira presenta “Piraterie” – Riflessioni brevi di vita sociale

Martedì 19 Febbraio 2019 alle ore 17  la Feltrinelli Point di Messina ospiterà la presentazione del libro “Piraterie” Riflessioni brevi di vita sociale dell’autore Francesco Pira, sociologo e docente di comunicazione al DICAM dell’Università di Messina. Lo stesso autore che diventa protagonista immedesimandosi in nuovi codici sociali dettati dall’incessante avanzare delle tecnologie. Dodici sezioni che evidenziano il cambiamento in atto, un libro che parla delle opportunità e dei rischi che porteranno il lettore a riflettere sul rapporto con smartphone, app e tutto ciò che ruota attorno al mondo della comunicazione sociale.

Intervengono:

Avv. Giovanni Villari – Penalista, Consigliere Delegato alla Formazione Ordine degli Avvocati di Messina

Prof. Marco Centorrino – Coordinatore del Corso di Laurea in Scienze dell’Informazione, Comunicazione Pubblica e Tecniche Giornalistiche – DICAM Università di Messina

Dott. Antonio Liotta, Presidente Medinova

– Coordina: Dott.ssa Lilly La Fauci, Giornalista

*I diritti d’autore del libro PIRATERIE saranno devoluti alla LCIF per l’acquisto di vaccini

UniVersoMe incontra Luca Bianchini: “Le storie tratte dalla verità vanno maneggiate con cura”

La vita è un bel gioco, ricordatelo sempre

È davvero un bel gioco se pensiamo che,  proprio martedì 29 Gennaio, La Gilda dei Narratori ha ospitato Luca Bianchini per presentare il suo ultimo libro “So che un giorno tornerai”.

Un libro nato un sabato sera in cui esci ma proprio controvoglia, quelle sere in cui ti chiedi “Ma chi me lo fa fare?” e invece incontri una sconosciuta che ti regala una storia. E quando viene l’idea di scrivere un romanzo è un po’ come comprare casa: «è una cosa molto strana, è una decisione molto importante, ma tu decidi subito», spiega.

In quel di Trieste, fine anni ’60, Angela non ha ancora vent’anni quando diventa madre. Non bastano gli scongiuri e le superstizioni, da lei nascerà una bambina: Emma. Pasquale, il suo unico e grande amore, è un “jeansinaro” calabrese, un affascinante mercante di jeans. Bello e impossibile perché sposato. Lui le fa una promessa: “Se sarà maschio lo riconoscerò”, e una volta nata femmina, fugge da qualsiasi responsabilità, lasciando Angela a crescere una bambina con la sua famiglia, numerosa e variegata.

La famiglia Pipan è capitanata dal nonno Igor che ancora rimpiange il dominio austriaco, la nonna Nerina sempre ai fornelli e quattro figli maschi: il serio Primo, il playboy Riccardo e due gemelli che si alternano come babysitter della piccola Emma, il Biondo e il Coccolo.

Angela non si sente ancora pronta per essere madre di questa figlia. Dopo giorni di disperazione passati allo specchio, a truccarsi e vestirsi, indossando una parrucca per fare un po’ la scema, esorcizzando il presente, decide di scappare che un uomo che dice di amarla (e la ama davvero), lasciando la troppo piccola Emma tra le braccia dei Pipan. Crescerà così, libera e anticonformista, la figlia di tutti e di nessuno.

So che un giorno tornerai è un romanzo, tratto da un storia vera, sulla ricerca delle nostre origini, che ci insegna a non dare una famiglia per scontata, ad apprezzare la magia degli amori che sanno aspettare. Come lo stesso Luca dice «Le storie tratte dalla verità vanno maneggiate con cura».

 

Dare una definizione, un’etichetta, a Luca Bianchini, è praticamente controproducente considerati i fiumi di parole che ha riversato in quella libreria, circondati di libri e persone senza fiato, che pendevano dalle sue labbra.

Andando a una sua presentazione, leggendo un suo libro, molto semplicemente incontrandolo, si percepisce subito l’ironia, quell’anima spumeggiante e vulcanica che proprio davanti ai tuoi occhi, di persona e tra le pagine dei libri, ti prende e ti trascina nelle sue storie. Qualcosa di inaspettato, verrebbe da dire.

È proprio per questo che, noi di UniVersoMe, abbiamo deciso di intervistarlo.

“So che un giorno tornerai” è il suo 11esimo libro in 17 anni. Dopo tanti successi, cos’è la scrittura per te? Hai mai paura del foglio bianco?

No, mai. La scrittura per me è fondamentalmente: un canale diretto e privilegiato con la vita.

Perché un quadrifoglio in copertina?

Perché è un segno d’auspicio e in via della Bora, dove è ambientato il libro, c’erano dei trifogli e ne ho messo anche uno nella storia, che nessuno vede perché sembra mimetizzato.

Scrivi «Angela pareva impossibile, mentre il vino le dava un po’ di coraggio e il cuore le batteva all’impazzata. Era innamorata», quali sono i segnali per capire se si è innamorati?

Non è fame e non è sonno. Non sei mai stanco.

Il Pipan dice «La vita è lunga e i soldi servono sempre. L’orgoglio, invece, non serve a niente», lo pensi anche tu?

Si. Ciò non toglie che anch’io a volte mi impunto, ho dei momenti di orgoglio. Non serve, ma non possiamo farne a meno.

«Il passato non si può dimenticare, prima o poi torna», in che modo?

Se tu hai delle robe non risolte, le puoi rimuove ma a un certo punto riappaiono. Se tu hai fatto uno sgarro, o non sei stato corretto … io ho questa sensazione, magari non è nemmeno sicuro. Però un po’ ci credo, al “tutto torna” .

Chi semina vento raccoglie tempesta.

Nerina, per il ritorno di Angela, prepara gli gnochi de pan, qual è il tuo piatto preferito?

La jota. Una zuppa, credo di verza … buonissima. Quando hai fame ed è inverno, se vuoi essere un vero triestino devi amare la jota.

«Se viene dopo anni di bugie, la verità riesce ancora a dare sollievo», a chi? A chi finalmente dice la verità o a chi la riceve?

A chi la riceve, assolutamente.

L’epoca in cui avresti voluto vivere?

Il Rinascimento.

3 libri che bisogna per forza leggere nella vita

Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, Gregory David Roberts – Shantaram, Manzoni – I promessi sposi.

 

Serena Votano

Messina e le Eolie catturate nei diari dei viaggiatori del Grand Tour

Gaspare Vanvitelli,  Veduta di Messina

C’è stato un tempo in cui quella macro realtà politica unitaria che porta il nome d’Europa non era disegnata in nessuna delle carte geografiche del vecchio continente. Quando non circolavano nemmeno i treni a vapore e il turismo in senso moderno era destinato a una èlite ristrettissima, l’educazione di un giovane rampollo dell’aristocrazia intellettuale passava per un grande viaggio di formazione e di scoperta delle radici classiche. Potremmo definire questa esperienza un’antenata lontana dell’Erasmus: al termine degli studi le conoscenze umanistiche, artistiche e letterarie, venivano rafforzate da un itinerario che ripercorreva le tracce storiche della cultura occidentale. In realtà il tour, in auge non soltanto nell’700, ma almeno un secolo prima e più tardi, poteva durare da pochi mesi fino ad alcuni anni e raggiungeva il fulcro, la meta ideale e obbligatoria, nelle destinazioni in Italia. Il mediterraneo, naturalmente, era una tappa prediletta; da Pompei a Napoli fino alle falde Etna e a Palermo. Tanti entusiasti viaggiatori non potevano però tralasciare Taormina e l’approdo incantato alle Eolie e sullo Stretto.

Tra le personalità illustri che dimorarono in Sicilia all’epoca del Grand Tour, J. W. Goethe ha lasciato una delle testimonianze più consistenti. “Il più grande capolavoro dell’arte e della natura”: così lo scrittore tedesco definiva Taormina, dove trascorse alcune settimane tra l’aprile e il maggio del 1787. L’ultima tappa del suo viaggio, prima di lasciare l’amata Sicilia, nella quale dovette affrontare le difficoltà degli spostamenti dovute alla scarsa manutenzione stradale, e imbarcarsi per Napoli, fu Messina. Qui tuttavia non era rimasto molto: il terremoto del 1783 aveva esercitato la sua forza devastatrice lasciando “l’orripilante visione di una città distrutta”.

Ci toccò camminare per un buon quarto d’ora fra le rovine e le macerie, prima di arrivare alla locanda, unico edificio di questo quartiere rimasto in piedi; e difatti, dalle finestre del piano superiore, non si scorgeva altro che un campo cosparso di rovine. Fuori di questa casa non c’era traccia nè indizio di uomini, di animali; era notte fitta, e regnava un silenzio spaventevole. (Viaggio in Italia, J.W. Goethe)

Altro viandante, Alexandre Dumas, circa mezzo secolo dopo, affrontò le intemperie e le meraviglie di un viaggio in Sicilia. L’autore de I tre Moschettieri e del Conte di Montecristo scrisse delle memorie edite nel 2013 dalla casa editrice Pungitopo col titolo Messina la nobile e Taormina. Il racconto di Dumas raccoglie le impressioni suscitate dallo Stretto e dalle sue genti; i comportamenti dei messinesi, le bellezze femminili, i festeggiamenti per le ricorrenze religiose, l’oppressione dello scirocco e il rito della pesca del pesce spada a cui lui stesso prese parte.

Jean Pierre Houel, La pesca del tonno

Nello stretto di Messina, tra un vociare tutto latino, risuona la melodia di una ballata romantica. Proviene da una barca, dove una donna velata intona il disperato lamento amoroso della Margerita di Faust. (Dall’introduzione di Messina la nobile e Taormina, Alexandre Dumas)

Jean Pierre Houel, Lipari

L’elenco dei viaggiatori che scelsero la Sicilia e Messina come meta per il Grand Tour è lunghissimo e non sono mancate pubblicazioni recenti che fanno riaffiorare il racconto, visivo e per parole, delle suggestioni che l’isola presentava ai loro occhi. Immagini luminose e nitide che sono tanto più preziose se messe a confronto con le rovine che la furia della natura ha lasciato dietro di sé quel 28 dicembre 1908. Guy de Maupassant, romanziere francese di fine ‘800, uno tra i fondatori del racconto moderno, alla Sicilia ha dedicato un diario di viaggio ne La vie errante. E qui da un battello descrive l’attraversamento compiuto partendo da Messina alla volta delle Isole Eolie: “Si parte da Messina, a mezzanotte. Nessun alito di brezza; soltanto l’avanzare della nave turba l’aria calma addormentata sulle acque. Le rive della Sicilia e le coste della Calabria esalano un odore così intenso di aranci in fiore, che l’intero stretto ne è profumato”. Proprio le Eolie hanno esercitato un fascino senza eguali per moltissimi artisti che hanno catturato nei taccuini da viaggio e nelle tele usi e abitudini oggi in buona misura scomparse. Jean Pierre Houel nella seconda metà del ‘700 nel suo Voyage pittoresque des iles de Sicilie, de Lipari e de Malte consegna una ampia serie di illustrazioni che testimoniano l’ambiente e le attività umane della Sicilia e delle isole minori del messinese, interessandosi anche al fenomeno della Fata Morgana del quale propose una spiegazione di natura ottica. Persino la vita dell’Arciduca Luigi Salvatore d’Austria è stata molto legata alle Eolie: appassionato di scienze e del mediterraneo, ha riportato, al tempo del Grand Tour, studi e curiosità sulle isole dell’arcipelago di Lipari in ben otto volumi. Pasaggi di Messina ci ha lasciato Gaspare Vanvitelli (Gaspar Van Wittel), celebre vedutista olandese, padre di Luigi, architetto della Reggia di Caserta, operante nella prima metà del ‘700.

Il Grand Tour, una delle esperienze umane più intense della cultura moderna europea, è un viaggio che forse ancora oggi non smette di regalare emozioni con angolazioni e punti di vista sempre nuovi.

Eulalia Cambria

Cus Unime al lavoro per lo storico derby di alta classifica contro il Telimar Palermo. Naccari: “Sabato abbiamo bisogno di tutti”

CUS UNIME – PALLANUOTO

Entrambe le formazioni, attualmente insieme in seconda posizione subito dietro le regine Latina e Rari Nantes Salerno, si sfideranno alla cittadella sabato prossimo per uno storico derby in Serie A2. La vittoria in casa dell’Acquachiara ha dato ulteriore slancio ai cussini che si stanno preparando al meglio. Ambrosini: “Stiamo lavorando molto bene. Non sarà semplice ma siamo pronti a dare il massimo”

La vittoria importante di sabato scorso in casa dell’Acquachiara ATI 2000 ha subito ridato grande entusiasmo in casa Cus Unime. Mai persa, per la verità dagli universitari la concentrazione, anche dopo la sconfitta in casa, la prima dopo due anni, subita per mano della big Rari Nantes Salerno (attualmente in cima alla classifica insieme al Latina dopo aver battuto proprio la squadra laziale nell’ultimo turno): l’obiettivo è e rimane la salvezza ma il cammino sorprendente dei ragazzi allenati da Mister Naccari sta entusiasmando tutto l’ambiente ed i tantissimi appassionati che partita dopo partita seguono la squadra con grande attenzione e sempre più numerosi.

Anche sabato prossimo, infatti, sarà previsto il pubblico delle grandi occasioni alla cittadella sportiva universitaria dove, dalle ore 15.30, i gialloblu sfideranno in un derby storico per la Serie A2 i palermitani del Telimar, attualmente insieme ai cussini ed alla Roma 2007 Arvalia subito dietro le capoliste.

L’ultimo turno di campionato ha dato una bella scossa alla classifica. Si sono registrate le vittorie sorprendenti dei due fanalini di coda, Muri Antichi e Crotone, che hanno superato rispettivamente la Cesport e la Roma 2007 agganciando a quota 3 punti l’Arechi Salerno e si sono avvicinati ad una sola lunghezza ai napoletani della Cesport. Cambiano anche gli equilibri in cima alla classifica, con Latina superato e raggiunto sul gradino più alto del podio dalla Rari Nantes Salerno, mentre si fermano al palo dei 12 punti Roma 2007 e Telimar (sconfitto in casa del Pescara, salito a quota 11). Ancora una volta, dunque, questo campionato di Serie A2 si conferma molto avvincente, con risultati sorprendenti ed una classifica cortissima, con 6 squadre raccolte in 4 punti nella parte alta della graduatoria. Tra queste c’è anche la formazione universitaria, protagonista sino a questo momento di un percorso più che soddisfacente che le ha permesso di conquistare punti molto preziosi in chiave salvezza, come conferma il tecnico gialloblu Sergio Naccari: “Siamo molto contenti del cammino che abbiamo fatto sino a questo momento. Sappiamo che la strada verso la salvezza è ancora molto lunga ma abbiamo raccolto un bel tesoretto di punti che ci fa ben sperare. La squadra, inoltre, cresce di partita in partita e, non appena raggiungeremo il top della forma e raggiunta la quota salvezza, potremo anche provare a toglierci qualche sfizio. La nostra maggiore soddisfazione è vedere quante persone si stanno appassionando ed avvicinando alla nostra realtà: ci seguono in trasferta ma, soprattutto, vengono a sostenerci in tantissimi alla cittadella; questo ci dà una grossissima spinta e sono convinto che anche questo sabato saranno in tantissimi a gremire le tribune e fare il tifo per noi”.

Convinto delle potenzialità dei gialloblu anche Giorgio Ambrosini, che carica i suoi in vista del match di sabato: “Nell’ultimo turno abbiamo vinto una partita molto complicata in un campo difficile, magari non abbiamo offerto la nostra migliore prestazione ma contava portare a casa i tre punti e ci siamo riusciti, questo a dimostrazione della nostra grande voglia di vincere. Sabato ci aspetta un match complicatissimo: sarà una partita tirata dal primo all’ultimo minuto ma noi ci stiamo preparando al meglio: cresciamo giorno dopo giorno e sabato venderemo cara la pelle per fare risultato e recuperare al passo falso dopo due turni fa”

Al via ciclo di incontri tra il rettore ed i dipartimenti per un confronto sulla policy d’ateneo

A partire da martedì 22 Gennaio avrà inizio un ciclo di incontri tra il Rettore, il prof. Salvatore Cuzzocrea ed i Dipartimenti dell’Ateneo.

Nel corso degli appuntamenti parteciperanno anche il Prorettore vicario, prof. Giovanni Moschella ed i prorettori.

Saranno centrali il tema della didattica, dei servizi offerti agli studenti e della ricerca, con il fine di stabilire un confronto attivo tra studenti, docenti e personale tecnico amministrativo riguardo alle politiche dell’amministrazione.

Riportiamo qui di seguito il calendario degli incontri previsti:

Martedì 22/01/2019
Ore 9.30 Dipartimento ECONOMIA
Ore 12.00  Dipartimento GIURISPRUDENZA
Ore 16.00 Dipartimento SCIENZE POLITICHE E GIURIDICHE

Mercoledì 23/01/2019
Ore 9.30  Dipartimento CIVILTA’ ANTICHE E MODERNE
Ore 12.00 Dipartimento SCIENZE VETERINARIE

Giovedì 24/01/2019
Ore 9.30  Dipartimento SCIENZE MATEMATICHE ED INFOMATICHE, SCIENZE FISICHE E DELLA TERRA
Ore 12.00 Dipartimento SCIENZE CHIMICHE, BIOLOGICHE, FARMACEUTICHE ED AMBIENTALI
Ore 15.00 Dipartimento di INGEGNERIA

Venerdì 25/01/2019
Ore 9.30  Dipartimento di SCIENZE COGNITIVE, PSICOLOGICHE, PEDAGOGICHE E DEGLI STUDI CULT.
Ore 12.30  Dipartimenti di MEDICINA E CHIRURGIA

 

Gli estremisti collezionano l’ennesima sconfitta

Ferire, bruciare, sgozzare, l’hanno fatto in molti, ma davanti alla macchina da presa, in quel modo sfacciato e vanitoso, no. È facile e perfetto per colpire l’immaginazione.”
DACIA MARAINI

Ostaggi dell’Isis annegati in una piscina

Furono i Romani uno dei primi popoli a vedere di che pasta fosse fatta la matrice terroristica, li battezzarono Sicarii, fazione estremista degli Zeloti, bramavano l’indipendenza politica della Giudea da Roma.
Ad oggi sono svariati i gruppi terroristici: Stato Islamico, Al Shabaab, Talebani; solo alcuni dei nomi noti che, attraverso la loro bestia nera, tentano, giorno dopo giorno, di imporci il loro progetto egemonico; tentando di indottrinarci tutti secondo un unico credo, che il più delle volte sfocia nel fanatismo.
Ahimè, quella delle persone che hanno visto sfumare i loro sogni a causa delle loro brutalità, è una lunga lista. Dal 2003 ad ora sono 44 i cittadini italiani che sono venuti a mancare.

16 Maggio 2003, Luciano Tadiotto, tecnico italiano, perde la vita in una serie di attentati terroristici a Casablanca. 7 luglio 2005, Benedetta Ciaccia, analista finanziaria, resta uccisa in uno degli attentati contro la metro di Londra. 13 novembre 2015, Valeria Solesin, 28 anni, studentessa veneziana della Sorbona è una delle vittime al teatro Bataclan. Era lì con il suo fidanzato per il concerto degli Eagle of Death Metal. 11 dicembre 2018, Strasburgo, 29 anni, il giornalista Antonio Megalizzi, freddato a Strasburgo dagli spari di un terrorista.

Loro, sfortunatamente, sono soltanto alcuni dei tanti uomini che cercano di dar un volto nuovo a questo mondo che, fra tragedie e guerre, ha perso la sua genuinità; uomini che di questo mondo amano l’odore, i colori e tutti i modi in cui esso si manifesta.

Ma qual è la loro arma più forte? Con cosa ancora ci riescono a tenere in pugno?

Muadh al-Kasasibah, prigioniero dell’Isis, arso vivo

L’immaginazione è il mezzo perfetto di cui fanno uso costantemente, con una sceneggiatura non da poco, riescono ad arrivare a migliaia, ma anche milioni di persone alla volta facendo “uso” di uomini come Muadh al-Kasasibah, arso vivo all’interno di una gabbia.
È proprio con azioni del genere che tentano di avanzare i loro “discutibili” ideali, è proprio con azioni del genere che riescono ad arrivare con un uomo solo ad intaccare una società intera, entrano nelle nostre vite senza che noi effettivamente ce ne rendiamo conto ed è così che vorrebbero noi sposassimo la loro ideologia, il loro concetto dell’ Islam; dove anche bere, fumare ed ascoltare musica può diventare oltraggio; come nel caso di Ayham Hussein, 15 anni, decapitato in una piazza di Mosul, in Iraq, dopo esser stato sorpreso ad ascoltare musica occidentale dal suo lettore cd.

Sarebbero entusiasti nel constatare che i loro attentati hanno creato una certa alienazione mentale sul resto del mondo, non permettendo più alla gente di vivere un viaggio come una vacanza, una pausa dalla vita quotidiana, bensì qualcosa da cui stare lontani finché le acque si calmino, sarebbero entusiasti nel vedere che tutte le forme dell’arte vengano osservate con un occhio diverso, un occhio che oramai è abituato ad indossare sempre più spesso occhiali con lenti scure.

Tuttavia è per uomini come Muadh al-Kasasibah, che di fronte ad una morte a dir poco ingiusta non si è piegato ad una guerra che sul campo sarebbe già finita da tempo, ad una guerra mentale che usa l’immaginazione come mezzo di conquista globale. Ha dimostrato forza, ma soprattutto ha resistito ad un’idea di religione che non è quella associata alla figura dell’ Islam, religione che non ammette uccisione e terrorismo.
Ed è proprio per questo che noi dobbiamo continuare ad essere giornalisti, viaggiatori, rivoluzionari. Proprio perché nel nostro piccolo stiamo combattendo la guerra più grande. Una guerra dove le armi non contano, conta solo il coraggio di essere il cambiamento che vorremmo vedere nel mondo.

#NotInMyName, manifestazione contro il terrorismo

Fin quando noi saremo questo, è vero, questi gotici giustizieri ci potranno anche portare via i nostri cari ma non è per questo che i progetti dei nostri beneamati resteranno castelli in aria. Non è per questo che ci metteranno l’uno contro l’altro; razze o religioni che siano, non dobbiamo e non possiamo permettere né che un sobrio velo ci crei sgomento né che una passeggiata con la famiglia diventi un calcolo statistico per prevenire un attacco terroristico; per poi comunque comprendere che è forse impossibile constatare un filo logico che porti al controllo di tutti gli spazi sociali.

Nonostante la paura i castelli verranno ultimati, però con l’eccezione che questa volta saranno anche più imponenti di quanto lo erano già nell’immaginario dei nostri Cari sognatori, ma la cosa più rilevante è che per i terroristi sarà l’ennesima sconfitta.

Mattia Castano

I traguardi raggiunti e quelli futuri: inaugurazione anno accademico

Nettuno con la sua mano tesa accanto al palco sembra dare la benedizione all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Messina. Quale posto migliore del MuMe per celebrare il ruolo della cultura e formazione perfettamente in cifra col mandato del rettore Cuzzocrea : un dialogo continuo con le Istituzioni e la città.

Presidente della Regione Sicilia – On. Nello Musumeci ©GiuliaGreco, 2019

Il primo a prendere la parola è stato il presidente della regione Nello Musumeci il quale non si è limitato a degli striminziti saluti istituzionali, ha sottolineato la necessità di intervenire per far acquistare nuovamente a Messina quel ruolo centrale che aveva nei decenni scorsi. La parete dove solitamente il Polittico di San Gregorio è appeso è vuota, silenziosamente dice “qui nessun’altra opera può essere appesa” (ndr il Polittico è esposto momentaneamente a Palazzo Abatellis a Palermo), il presidente ha rimarcato l’importanza del MuMe aggiungendo che il progetto di promozione e pubblicità di questo coinvolgerà quotidiani nazionali ed internazionali.  Con fermezza, dopo le polemiche per le dichiarazioni di Sgarbi, afferma che nessuna opera uscirà dai musei siciliani.
È un messaggio importante, molto forte, i prestiti di opere sono elemento insito della gestione dei musei.
Però l’arte non può essere ripiegata su se stessa,  certo è necessario una valorizzazione del nostro patrimonio culturale ma non con una chiusura, col dialogo, anche fra opere.

Un veloce ed incisivo intervento della direttrice del museo Caterina di Giacomo la quale ha sottolineato il ruolo dell’arte e della necessità per i giovani di avere dei sogni e poterli realizzare.
Il Presidente del CRUI prof. Gaetano Manfredi ha evidenziato che la ripartenza del Mezzogiorno deve essere centrata sul valore della scuola, della formazione e dell’università “Se noi non riusciamo a valorizzare il nostro capitale di giovani non abbiamo nessuna possibilità di competere né a livello nazionale né internazionale”. 

Segue il Magnifico Rettore che ha ribadito il valore della formazione e della cultura, specialmente nel momento storico che stiamo vivendo, la necessità di valorizzare l’impegno degli studenti, che spesso porta alla “fuga” verso altri lidi. È un discorso pieno di soddisfazione per i risultati ottenuti nei primi mesi : le convenzioni con le istituzioni territoriali, i progetti europei e gli accordi internazionali, l’allargamento della base dell’esenzione totale dalle tasse, l’implementazione del supporto agli studenti.
E anche di ottimismo per le sfide future che vedono la sistemazione della biblioteca universitaria, la ristrutturazione della facoltà di scienze e il progetto triennale di sviluppo del Policlinico.
Il patrimonio insostituibile per l’Unime rimaniamo noi studenti.
Nel segno dei discorsi precedenti il Rettore ha concluso rimarcando la centralità dell’Università come luogo di confronto civile e democratico, dove si sviluppa una società più inclusiva e rivolgendosi agli studenti:

Gli studenti devono sognare di più, un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso: sogniamo insieme.

 

Senatrice Accademica – Laviniarita Parisi

È il turno della rappresentante degli studenti Laviniarita Parisi che ha iniziato dichiarandosi onorata di rappresentare gli oltre 25000 studenti , partendo dalla parola “orgoglio” inteso come sentimento di giustificata fierezza e nel caso specifico di appartenenza all’ateneo messinese. Ha ripercorso i traguardi degli nove mesi del mandato del rettore, sottolineando il risparmio di tempo, di risorse ed aumento dei servizi. La digitalizzazione dell’ateneo, fra i primi atenei di Italia a sviluppare il progetto “Livechat” finalizzato alla comunicazione fra studenti e personale amministrativo, la modifica degli orari delle biblioteche universitarie e le politiche di agevolazione fiscale il rimborso del tributo omnicomprensivo per gli studenti idonei ed i borsisti ERSU che, come ha sottolineato la rappresentante, permettono una formazione libera ed accessibile.
Ha concluso indicando la necessaria implementazione della sicurezza nei locali universitari, gli interventi sui servizi di trasporto per i singoli dipartimenti, l’importanza di offerte formative basate sulle esigenze del territorio, progetti di orientamento in uscita e la creazione di luoghi di aggregazione come spazi verdi, aree ricreative all’interno dei vari dipartimenti così da permettere un costruttivo sviluppo delle rapporti sociali,

 Una università a misura di studente.

Rivolgendosi al presidente della regione ha rimarcato l’importanza dell’ERSU come ente nevralgico per il supporto degli studenti “self-made” affinché possano raggiungere i propri obiettivi sia accademici che professionali. Mettendo in risalto la difficoltà che gli accorpamenti degli atenei causa alla rappresentanza dei singoli e la necessità di migliorare la rete di trasporti anche fuori dalla realtà urbana vista la centralità dell’Università peloritana, dove la concentrazione di studenti pendolari e fuori sede è alta.

 

Il direttore della Fondazione museo egizio di Torino – Christian Greco

 

Il filo conduttore di tutti gli interventi è stato l’importanza della formazione, della necessità in questo momento di valorizzare la cultura e l’autonomia degli atenei dove il pensiero si sviluppa e il confronto è continuo. È l’unica soluzione per affrontare e superare le difficoltà del paese: una società esperta, preparata e proiettata verso l’altro, l’ignoto da conoscere, comprendere.

Tutto parte da una università come ha auspicato Lavinia Parisi “Università orizzontale, un luogo in cui gli studenti possano interagire con tutte le altre figure, da quella del docente a quella del Rettore, in un clima di arricchimento reciproco, di comunicazione e di attivo scambio fra membri della stessa comunità”. 

Consapevoli di ciò che ci unisce e di un futuro da costruire insieme tramite il confronto buon anno accademico Unime!

 

Arianna De Arcangelis 

ph Giulia Greco

Al via l’annuale concorso di poesia organizzato dal liceo “Galileo Galilei”

Oramai giunto alla sua 7^ edizione, anche per l’anno scolastico 2018/2019, il Liceo Scientifico-Linguistico “G. Galilei” di Spadafora bandisce l’annuale Concorso di Poesia intitolato all’omonimo istituto sul tema:

“un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.” (U. Saba, Trieste)

Il concorso è rivolto a tutti gli studenti universitari dell’Ateneo di Messina, agli studenti universitari presso Atenei nazionali diplomati presso un istituto di istruzione superiore di Messina e provincia, agli studenti iscritti a scuole medie o superiori di Messina e provincia.
I componimenti inediti dovranno essere presentati entro e non oltre le ore 12 del 31 gennaio 2019 secondo le seguenti modalità: tramite posta (racc. AR) all’indirizzo LICEO SCIENTIFICO-LINGUISTICO “Galileo Galilei” – concorso di poesia – Via Nuova Grangiara, 98048 Spadafora (ME) (farà fede il timbro postale), oppure consegnandoli fisicamente presso la Segreteria del Liceo Scientifico-Linguistico “G. Galilei”.

Ogni concorrente proclamato vincitore per la propria categoria riceverà un premio di € 200,00. Saranno inoltre assegnate pergamene con menzione di merito ai concorrenti autori di componimenti ritenuti particolarmente meritevoli dalla Commissione.
Il luogo e le modalità della premiazione saranno comunicati tramite missiva o telefonicamente ai vincitori del premio e alle scuole di appartenenza.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il regolamento presente nel bando: http://www.maurolicomessina.gov.it/wp-content/uploads/2018/12/Bando-concorso-di-poesia-Liceo-Galilei-2018-2019.pdf .

 

Claudia Di Mento