Immaginare una Messina del futuro

Troppe volte abbiamo ripetuto ora per rassegnazione, ora per scherno la frase «a Messina non c’è nenti» senza riflettere sul suo senso profondo. Profondo perché connotato da un forte atteggiamento di immobilismo: verità innegabile che Messina non presenta le stesse opportunità di altre città europee o connazionali, ma anche segno di accettazione passiva di uno status quo che è diventato fin troppo comodo per il messinese.

Eppure, recenti notizie sembrerebbero portare una certa aria di cambiamento. Si sta muovendo davvero qualcosa o sarà l’ennesimo buco nell’acqua? Prima di scoprirlo, proviamo ad immaginare quel che potrebbe essere una Messina del futuro, proiettata nell’arco temporale che va da qui al 2034.


Il Ponte sullo Stretto

Fonte: WeBuild

Favorevoli o contrari, convinti della buona riuscita di questo progetto o meno, i recenti passi avanti del Ministero delle Infrastrutture nel progetto del Ponte sullo Stretto hanno contribuito a scrivere la – già millenaria – storia di quest’opera gigantesca, destinata ad essere il più lungo ponte sospeso del mondo (come riportato dal Wall Street Journal).

Assieme all’impalcato che svetterà sulla punta della Sicilia orientale è prevista la costruzione di una sede ferroviaria a doppio binario, nonché di altre opere di collegamento quale una stazione metropolitana di Messina con tre fermate ferroviarie in sotterraneo (Papardo, Annunziata, Europa).

Una vera e propria rivoluzione che colpirà il tessuto urbano dello Stretto per un ammontare del 40% del finanziamento dell’intero progetto.

Rigenerazione del Waterfront

Anche uno dei punti più suggestivi della città costiera è destinato a cambiare volto attraverso un piano di riqualificazione dell’ex Fiera internazionale di Messina seguito dall’architetto Giovanni Lazzari, ex presidente dell’Ordine degli architetti.

Fonte: Gazzetta del Sud

La ex Fiera, in questo momento in demolizione, diverrà infatti un Parco urbano e naturale continuazione della passeggiata a mare. La realizzazione del parco verrà preceduta da una riqualificazione con messa in sicurezza della corrispettiva zona dell’ex Fiera che consisterà in intervento di manutenzione e di restauro, la cui gara è ancora in corso.

Lo scopo ulteriore dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto sarebbe di portare all’unisono l’intero waterfront della città con degli interventi di riqualificazione architettonica e paesaggistica dei compendi edilizi e delle aree demaniali esistenti tra il torrente Boccetta ed il torrente Giostra, sulla base di una progettazione che si trova nelle fasi finali di aggiudicazione.

MaXXI Med

La cultura che scende da Roma e si colora di blu e d’azzurro, i colori del Faro. Le Torri Morandi, testimonianza di una remota architettura industriale, diverranno quel ponte figurativo tra l’Italia insulare e continentale che accoglierà un polo museale incentrato sull’arte contemporanea denominato “Polo della Creatività del Mediterraneo”, sede distaccata del MAXXI Med di Roma.

Il museo MAXXI di Roma e le Torri Morandi a destra

L’area della riserva di Capo Peloro, già luogo di numerose manifestazioni culturali (si pensi al Festival degli Aquiloni e ai diversi concerti estivi ospitati proprio dove sorgeva la vecchia zona Sea Flight), sarà protagonista assieme ai Laghi di Ganzirri di un progetto quadriennale di riqualificazione che prevede non solo la manutenzione ordinaria a cadenza mensile, ma anche continui lavori di spazzamento e pulizia manuale dei fondali e delle sponde. Un progetto, quindi, volto a dare nuova vita alla bellezza naturale della zona.

Restyling del Viale San Martino e della linea tranviaria

Abbiamo già parlato delle opere di collegamento che verranno realizzate in concomitanza col ponte, ma anche il manto stradale cittadino avrà un aspetto tutto nuovo.

Per migliorare la viabilità cittadina, infatti, il Consiglio comunale ha deciso di partire dalla totale pedonalizzazione del Viale San Martino, che quindi verrà portato ad un unico livello; seguirà la riqualificazione della linea tranviaria inaugurata nel 2003 e che da quel momento non è mai stata oggetto di grandi innovazioni.

Rendering del Viale San Martino pedonalizzato e livellato. Fonte: LetteraEmme

L’intero impianto sarà per questo motivo soggetto ad un’opera di “restyling”, con il rifacimento dei due capolinea, Bonino e Annunziata, e delle pensiline. Proposto anche il passaggio al binario unico, che però è in attesa di un parere del Ministero delle Infrastrutture.

Lo scopo principale dell’opera sarà ridurre i disservizi causati dagli innumerevoli ritardi delle vetture e dovuti, in parte, al percorso tranviario ricco di curve e semafori che ne ostacolano la circolazione. Anche per questo l’ATM Messina sta continuando a dotarsi di nuove vetture che suppliscano ad eventuali malfunzionamenti di quelle più vecchie.

Riqualificazione Messina
Il parco Aldo Moro. Fonte: Gazzetta del Sud

La stessa Cortina del porto potrebbe cambiare grazie all’abbattimento delle barriere per favorire l’accesso al mare. Potremmo vedere più interventi dedicati all’ampliamento del verde pubblico, come quello che di recente ha interessato il parco Aldo Moro.

Servizi di sharing

Da ultimo (ma non meno importante), l’intensificazione dei servizi di sharing potrebbe scrivere la storia di una città più verde e più sostenibile. Da qualche giorno circola la notizia dell’arrivo di mille nuovi mezzi dalla società Verde Mercurio, la prima a fornire il servizio cittadino già dallo scorso ottobre.

A Verde Mercurio si aggiungeranno altre tre aziende: Voy Technology, Toogo e Vento.


Non possiamo ancora definire con chiarezza che piega prenderanno i progetti appena elencati, né quelli che verranno presentati in futuro. Dopotutto, la storia di Messina è una storia di occasioni mancate. È la cosiddetta “città dei rendering”, di progetti che solo in piccola percentuale vengono poi realizzati.

Se il cambiamento infrastrutturale sfugge dai poteri dalla cittadinanza messinese, lo stesso non vale per l’atteggiamento psicologico di fatalismo e immobilismo che spesso ci definisce. In fin dei conti, riuscire anche solo ad immaginare una Messina del futuro ci spinge a non ignorare più il grande potenziale che cela il bel territorio peloritano.

Valeria Bonaccorso

Al Cinema Lux la Stagione Cinematografica 2024

Wim Wenders, Alfred Hitchock, Park Chan-wook: questi sono solo alcuni dei grandi nomi presenti nel programma della Stagione Cinematografica 2024 del Cineforum Don Orione al Cinema Lux (Largo Seggiola is. 168) di Messina.

Film di qualità e quasi tutte prime visioni per la città, eccetto qualche titolo rimasto un po’ indietro nei vari circuiti commerciali, come Miracle (Corea del Sud 2021) di Jang Hoon Lee, vincitore del Premio del Pubblico al Far East Film Festival, Maigret di Patricie Leconte, e Decision To Leave (Corea del Sud 2021) di Park Chan-wook (regista di Old Boy), Premio Miglior Regia al Festival di Cannes 2022.

A dare il via alla stagione del 2024 sarà il regista giapponese R. Nakano con Foto di famiglia (Giappone 2020), seguiranno poi una retrospettiva di tre film dedicata alle donne, “Donne… non solo un giorno all’anno”, una breve “Finestra sul cinema italiano”, e altri titoli protagonisti dei vari Film Festival di tutto il mondo. È previsto anche un incontro con l’autore per il film Un destino migliore (Italia 2023) di Gaetano Di Lorenzo, regista di A proposito di Franco, vincitore del Premio Cinceclub miglior documentario al San Giò Verona Video Festival.

Per quanto riguarda invece le modalità d’ingresso, oltre l’abbonamento ordinario all’intero ciclo di film di €60, sono previste delle riduzioni:

Junior (14 – 25 anni): €25
Studenti UniMe: €25
Senior
(over 70): €50
Convenzioni (dietro presentazione di tesserino): €50

ABBONAMENTO GENNAIO/MAGGIO 20 FILM: €45
ABBONAMENTO SOCIO SOSTENITORE: €100

SINGOLO SPETTACOLO: €7
RIDOTTO TESSERATI JUNIOR E SENIOR: €5

Per ulteriori informazioni:
www.cinemaluxmessina.com
www.cineforumdonorione.com
Tel. 090.9216093

IL PROGRAMMA:

Stagione Cinematografica 2024 – Cinema Lux

 

Redazione UniVersoMe

Marco Bellocchio: il grande cinema a Messina

Lo scorso 7 dicembre 2023, Marco Bellocchio, noto regista, sceneggiatore, produttore e docente di cinema, è stato insignito dall’Università di Messina del dottorato di ricerca honoris causa in Scienze Cognitive, curriculum Teorie e tecnologie sociali, territoriali, dei media e delle arti performative. Nel pomeriggio della stessa giornata, è stato ospite al Messina Film Festival Cinema & Opera ed ha partecipato alla consegna del premio per miglior cortometraggio a tema, vinto dalla giovane regista Maria Francesca Monsù Scolaro con il filmCon-Divise.

Biografia di Marco Bellocchio

Marco Bellocchio nasce il 9 novembre 1939 a Bobbio, in provincia di Piacenza ed è durante la frequentazione delle scuole salesiane che scopre la sua grande passione per il cinema, che lo porta a frequentare il Centro sperimentale di cinematografia di Roma, dove si diploma come regista nel 1962, sotto la guida di Andrea Camilleri. Il suo primo lungometraggio, I Pugni In Tasca, realizzato alla giovane età di ventisei anni, gli garantisce la selezione al Festival del film Locarno e vince il premio  Vela d’argento nel 1965. In questa e in altre pellicole come La Cina è Vicina (1967), premiato con il Leone D’Argento al Festival di Venezia, ha dimostrato il suo anticonformismo, mettendo a nudo l’ipocrisia borghese e facendo riferimento ai moti del’68.

In moltissimi dei suoi lungometraggi, caratterizzati da un procedere piuttosto calmo e lento, traspaiono i suoi interessi sociali e politici. Alcuni tra i titoli più noti sono Buongiorno, Notte (2003) in cui racconta il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro; Il Traditore (2019), relativo al mondo della mafia. Il culmine della sua carriera è stato raggiunto proprio quest’anno con Rapito, in cui racconta il caso di Edgardo Mortara.

 

Il regista Marco Bellocchio con il prof. F.Vitella. Ph. © Ilaria Denaro

Dottorato honoris causa a Marco Bellocchio

Non ho più l’età per perdere la testa, ma sono estremamente felice

Sono queste le parole pronunciate da Bellocchio, una volta insignito del dottorato. Egli è stato accolto come membro dell’Università di Messina dai docenti Alessandra Falzone, Coordinatrice del Dottorato in Scienze Cognitive; Carmelo Maria Porto, Direttore del Dipartimento di Scienze Cognitive; il Prorettore Vicario Eugenio Cucinotta; il Direttore Generale Francesco Bonanno e il Decano Antonio Panebianco.

Marco Bellocchio
Da sx Carmelo Maria Porto, Direttore del Dipartimento di Scienze Cognitive,il Prorettore Vicario Eugenio Cucinotta, il Decano Antonio Panebianco, il Direttore Generale Francesco Bonanno. Ph.©Ilaria Denaro

 

La Laudatio, invece, è stata affidata al professore Federico Vitella, ordinario di Cinema, fotografia e televisione, che è stato il primo sostenitore del conferimento del titolo a Bellocchio e che, con il suo discorso, ha ripercorso le tappe principali della carriera del regista.

Abbiamo l’onore di consegnare il dottorato – ha esordito – al più grande regista italiano vivente. Esponente del nuovo cinema italiano degli anni Sessanta, ha saputo innovare l’arte cinematografica, svecchiandone la narrazione e spalancando le porte al cinema moderno. Ha saputo anche rinnovare costantemente sé stesso, pur rimanendo fedele a uno stile inconfondibile, come la scelta dell’inquadratura lunga o della teatralità dello spazio, ed alcuni temi che definiscono il suo orizzonte poetico.

Queste, invece, le parole di Bellocchio:

Questo titolo, che arriva dopo la Laurea Honoris Causa alla Iulm, non sarà qualcosa che metterò al muro e lascerò impolverare, ma un segno davvero importante, una conferma e una soddisfazione che mi dà ancora più voglia di lavorare e creare. […] Stiamo mettendo a fuoco questo progetto che è una serie in sei episodi su Enzo Tortora. In questi mesi cerco di non distrarmi in nessun altro progetto, poi vedremo, prima di tutto vediamo di farlo e di farlo bene. Poi se uno ci pensa, ci sono tanti progetti da realizzare, da Giovanni Pascoli o storie molto internazionali come il processo di Norimberga, per esempio, però il nostro lavoro è molto concreto, bisogna capire se ci sono anche le possibilità economiche per poterlo fare; quindi, ci misuriamo sempre con il possibile. […] Il Dottorato Honoris Causa ricevuto in questo affascinante contesto mi inorgoglisce molto e mi impegna a rispondere ad una responsabilità in più. Dovrò compiere una meticolosa ricerca, al di là della gloria, dei traguardi o degli onori, che possa essere fortemente umana nell’ambito di un mestiere molto pratico, abituato a mediare tra diverse esigenze per produrre i suoi risultati. Il riconoscimento odierno testimonia l’entusiasmo per il mio lavoro e mi dona ancora più forza e convinzione per continuare a fare ciò che mi piace. Ai giovani, dico di essere entusiasti e di indagare a fondo per comprendere se il cinema è davvero la loro più grande passione da inseguire con tutte le energie di cui dispongono.

Nel pomeriggio, poi, come detto in precedenza, il regista è stato ospite al Messina Film Festival Cinema & Opera, ed in questa occasione, sono stati proiettati quattro dei suoi lavori: I pugni in tasca (1965); Vincere (2009); Addio del passato (2002); Pagliacci (2016).

 

Giorgio Maria Aloi

Il Giorno dei Morti in Sicilia

Non vive ei forse anche sotterra, quando
Gli sarà muta l’armonia del giorno,
Se può destarla con soavi cure
Nella mente de’ suoi? Celeste è questa
Corrispondenza d’amorosi sensi.

Dei sepolcri, Ugo Foscolo

 

In Sicilia, il pellegrinaggio al cimitero del 2 novembre è sacrosanto. Nell’ottica di una sorta di religione della famiglia, risulta essere fondamentale affinché gli antenati ricevano i meritati ossequi.

Non è, però, una sola questione di dovere e di rispetto quella che ci spinge nei luoghi dell’eterno riposo: la celebrazione dei defunti è pregna di significato e sentimento e parte importante della nostra tradizione.

Si dice delle tombe che siano fatte per i vivi, quanto più per i morti: un mezzo fisico per perpetuarne la memoria, in una continuità di affetti che rende l’uomo immortale.

❝ Chi vive nel cuore di chi resta non muore ❞

Il ricordo di chi ci ha lasciati è purtroppo alquanto labile nelle menti dei bambini, e le visite al camposanto lugubri e angosciose anche per i più grandi.

Da secoli, quindi, noi siciliani siamo ricorsi ai più vari stratagemmi per permettere che il legame con il passato non svanisse.

Dolciumi, giocattoli e monete spianano la strada per il nostro cuore, rendendo gioioso quello che, dal nome stesso, tutto suggerisce tranne che felicità: il Giorno dei Morti.

 

Il Giorno dei Morti

… a Messina

Frutta martorana
Fonte: Valeria Vella ©, 2023

È usanza a Messina, nella notte che precede il 2 novembre, che i bambini sistemino un bicchiere ricolmo d’acqua accanto ai propri letti, affinché i morticini possano abbeverarsi e ristorarsi dopo tanto vagare.

Per la gentile premura, le anime beate non mancano mai di lasciare, al loro passaggio, sorprendenti doni con cui allietarne il risveglio.

Non sono soltanto i balocchi ad essere ambiti: gli zuccheri non devono mai mancare!

In questo, la nostra isola offre le leccornie più disparate.

Ossa dei Morti
Ossa dei Morti
Fonte: https://blog.giallozafferano.it/passioneperilcibo/wp-content/uploads/2015/10/ossa-dei-morti-V.jpg

Se la frutta martorana è il dolce per eccellenza di questa ricorrenza in tutta la Sicilia, i messinesi possono vantare nel loro repertorio una specialità tutta loro: le ossa dei morti.

Da non dimenticare, inoltre, le nzuddi!

La parte più divertente di ricevere questo ben di Dio?

Trovarlo.

… ad Agrigento

U cannistru
U cannistru, con dentro taralli, ciambelli allatti, nzuddi e frutta martorana 
Fonte: Valeria Vella ©, 2023

Anche qui, la caccia al tesoro è all’ordine del giorno.

Grandi e piccini, appena svegli, balzano fuori dai propri giacigli, carici di impazienza ed entusiasmo per ciò che li aspetta: la ricerca du cannistru.

U cannistru è un cesto di vimini, come tanti se ne vedono. Questo, però, ha una particolarità; non viene usato per portare panni o pagnotte, ma è stracolmo di cioccolato, caramelle e biscotti, accompagnati alla classica frutta martorana.

Ad Agrigento, sono i taralli e le ciambelli allatti a fare da principi.

Taralli del Giorno dei Morti Fonte: Valeria Vella ©, 2023

 

 

A vegliare sui pargoletti vi sono, infine, i ritratti, scatti dei defunti imbastiti fra i vari ninnoli, che consentono loro di prendere familiarità e riconoscere gli artefici di quei regali.

Scovato il bottino e fatta razzia di saccarosio, non resta alle madri che appropriarsi di quel canestro per il proprio piacere.

 

… a Palermo

❝ Armi santi, armi santi 
Io sugnu unu e vuatri siti tanti:
Mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai 
Cosi di morti mittitiminni assai ❞

A Palermo si suole cantare questa filastrocca, un invito ai morti di essere generosi ad elargire omaggi.

Palermo, quindi, non fa eccezione e, come le altre città sicule, per il Giorno dei Morti si rimbocca le maniche e dà il suo meglio.

Una cosa è certa: i giocattolai possono restare tranquilli.

Anche nel capoluogo, si evince, giochi – e dolciumi – sono una costante. Come per la sorella Agrigento, è tradizione preparare u cannistru.

Qui, però, fa bella mostra di sé, solitamente posta al centro, la pupaccena o pupa i zuccaro, una statuetta di zucchero raffigurante dame, ballerine, pastorelle, contadini, cavalieri o eroi.

Per garantire che ai frugoletti non manchi la loro dose di frutta, ecco aggiunti fichi secchi, melograni, noci e castagne.

 

… a Catania

Se fino ad ora abbiamo visto i defunti nelle vesti di un Babbo Natale funereo, un Jack Skeletron che ce l’ha fatta, per la città etnea è un altro bel paio di maniche: quelle di Robin Hood.

È credenza, infatti, che i morti, nel loro giorno, derubino i pasticceri e i giocattolai più ricchi per donarne i profitti ai bambini.

Chiaramente, i regali non sono davvero frutto di un saccheggio, né tantomeno hanno come messaggero un viaggiatore dall’oltretomba. Bisogna sempre e solo ringraziare mamma e papà.

In passato, vi era un luogo dove i genitori solevano acquistarli: Piazza Vittorio Emanuele, da tutti chiamata a tal proposito a chiazza de motti.

Fra le bancarelle, esposti in attesa di deliziare i palati: ossa di morto, rame di Napoli e nzuddi.

Rame di Napoli
Rame di Napoli
Fonte: https://www.raciliashop.com/wp-content/uploads/2023/04/Rame-di-Napoli-catanesi.webp

Chissà che, invece, questa festa non l’abbiano inventata dentisti e dietologhi!

Valeria Vella

Fonti: https://www.palermoviva.it/la-festa-dei-morti/
https://www.mimmorapisarda.it/Morti.HTM#:~:text=La%20tradizione%20vuole%20che%20nella,e%20che%20li%20abbiano%20pregati.

Funghi, castagne e rock’n’roll: gli ingredienti vincenti per emergere

Lo scorso weekend si è svolta a Salice, villaggio appartenente alla VI circoscrizione del Comune di Messina, la prima edizione della manifestazione “Casali Peloritani in Musica”: una serata all’insegna del buon cibo e dell’ottima musica, caratterizzata dalla voglia di riscatto delle piccole comunità che hanno contribuito alla riuscita dell’evento.

Organizzato dalla Pro Loco “Casali Peloritani” in concorso con l’Assemblea Regionale Siciliana, la Parrocchia di Salice e con il Centro di Cultura Micologica di Messina, un semplice sabato di ottobre si è trasformato in un momento di festa per grandi e piccoli.

I visitatori hanno gustato una varietà di prodotti tipici: strozzapreti ai funghi, mostarda e castagne accompagnati da vino e biscotti artigianali, il tutto di provenienza locale. Ad arricchire l’atmosfera, il gruppo musicale dei Bezz Bizz, che hanno sfoderato un repertorio di grandi classici degli anni ’80-’90 facendo ballare e cantare le vecchie e nuove generazioni.

I funghi : un mondo da scoprire

A dare inizio all’evento l’inaugurazione della mostra micologica, dove gli appassionati (e non solo) sono stati accolti da diverse specie di funghi: dalla più velenosa alla più stramba, tutte provenienti dai Colli San Rizzo. Sotto la direzione del micologo Vincenzo Visalli, interessatosi per caso a quella che è la disciplina della micologia, la mostra ha rappresentato un exursus sull’importanza dei funghi in natura, un ruolo fondamentale che molti disconoscono.

Fu proprio Visalli a portare questa cultura a Messina e a diventare il presidente della prima associazione micologica nella città. Prima del 1971, infatti, il Sud non vantava grandi conoscenze in materia.

Nel 1988 – racconta con orgoglio Visalli – nacque l’idea di creare un disegno di legge che poi si tramutò nella legislazione ancora vigente sulla raccolta e commercializzazione dei funghi che fino ad allora non esisteva. «Purtroppo, col tempo, questa passione sta scomparendo. Conoscere i funghi è necessario perché ci sia la vita sul pianeta Terra» dice con un sottile velo di malinconia negli occhi. E aggiunge: «I funghi non sono solo esseri vegetali, come crediamo, ma nel DNA appaiono più vicini a noi essere umani che alle piante; tant’è che per nutrirsi devono trovare sistemi nutritivi differenti in quanto non presentano la clorofilla».

Esempio di fungo fuori stagione a causa del cambiamento climatico
Esempio di Coprinus Comatus

E anche i funghi testimoniano gli effetti del cambiamento climatico sulla flora locale: lungo la tavolata erano presenti alcune specie piuttosto rare che solitamente nascono solo in estate. Inoltre, risulta complicato stilare una lista di possibili varietà in via di estinzione proprio perché tuttora alcune di esse sono sconosciute, mentre altre esistono da secoli, come il Coprinus Comatus che – piccola curiosità – contiene inchiostro e per questa ragione veniva utilizzato nell’antichità dagli scrivani. 

Parole d’ordine: valorizzare e promuovere

La Pro loco nasce a dicembre del 2022. Costituita da ben quattordici casali della zona nord “sospesi tra mare e cielo nel verde dei peloritani“, punta a divenire un esempio di impegno e solidarietà per le comunità che la compongono. Lo scopo è «quello di acquisire uno sviluppo nell’ambito turistico coinvolgendo le associazioni del territorio», come afferma il presidente Salvatore Feminò. Nonostante sia nata da pochi mesi le idee sono tante,  «eventi come questo servono per fare in modo che le persone prendano coscienza delle realtà che ci sono, per entrare in quella mentalità di sviluppo attivo

Le iniziative non mancano: per esempio, è attualmente attivo un corso tenuto dall’università di Messina per diventare guide ambientali escursioniste, investendo così sulla formazione per rendere fruibili i percorsi turistici naturalistici. In programma anche una manifestazione l’11 novembre per festeggiare San Martino al Forte dei Centri, «L’obiettivo di fondo è quello di dare valore ai luoghi di cui disponiamo, valorizzandoli; essere custodi di identità e di tradizioni e per farlo bisogna costruire assieme. La collaborazione è fondamentale per andare avanti.»

Salvaguardare i borghi con l’aiuto dei giovani

L’Associazione Borghi più Belli di Sicilia proprio alcuni giorni fa ha evidenziato una grande problematica: quella dello spopolamento delle aree interne. Gli abitanti diminuiscono a vista d’occhio con conseguenze inevitabili.  Negli ultimi anni i borghi hanno incrementato il turismo e alcune aree sono state riqualificate, rischiando però di vanificare tutti gli sforzi compiuti dalle piccole realtà.

La Pro Loco “Casali peloritani” si impegna ad «Avvicinare e coinvolgere i ragazzi e le ragazze alla propria terra, rendendoli in primo luogo protagonisti, mettendo in atto quella cooperazione con le altre associazioni di volontariato di cui disponiamo».

A tal proposito, un esempio di amore e dedizione è quello dei volontari del gruppo “CuriAmo Salice“, presenti alla manifestazione, che dal 2020 si impegnano attivamente per migliorare il villaggio e con idee originali hanno dato il via ad un’opera di pulizia di alcuni scorci che erano andati dimenticati. «Da tre anni abbiamo deciso di rimboccarci le maniche, piano piano abbiamo dato vita a tante creazioni. Passeggiando per il paese troverete: vasetti colorati, poesie, murales e angolini dove poter sostare in tranquillità. Inizialmente scendevamo in campo solo durante le festività come Natale o Carnevale, oggi cerchiamo di essere presenti sempre quando possiamo. Non siamo tantissimi, chiunque voglia darci una mano può farlo».

Serena Previti

Vincenzo Consolo: il racconto della Sicilia

Vincenzo Consolo, celebre autore italiano del Novecento, riveste un ruolo centrale nella storia letteraria italiana grazie alla sua abilità di mescolare una rara complessità stilistica con temi sociali di grande rilevanza.

La vita

Nato il 18 febbraio 1933 a Sant’ Agata Militello, in provincia di Messina, Consolo ha trascorso gran parte della sua vita esplorando e interpretando le complesse dinamiche culturali, sociali e politiche della sua terra d’origine.

L’educazione di Consolo inizia con gli studi in Giurisprudenza all’ Università Cattolica di Milano, per poi concludersi all’ Università degli Studi di Messina. Questo percorso formativo non solo lo ha introdotto al mondo dell’analisi critica e del pensiero giuridico, ma gli ha anche fornito una base solida per la sua futura carriera di scrittore impegnato nella denuncia del contesto sociale in cui si trova.

Dopo la sua formazione, egli ha trascorso un periodo dedicato all’ insegnamento, ma è stato il suo esordio letterario, avvenuto nel 1963 con il romanzo “La ferita dell’ aprile“, a catturare l’ attenzione del pubblico e dei critici. Questo romanzo segna l’ inizio di una carriera letterario prolificamente acclamata.

Nel 1968 Vincenzo Consolo decide di stabilirsi definitivamente a Milano, dove intraprende una seconda carriera come giornalista presso la Rai. Questa fase della sua vita contribuisce a plasmare ulteriormente la sua comprensione di temi sociali e politici dell’ Italia del Novecento.

Uno dei momenti più significativi nella vita di Consolo è stato il suo ruolo come consulente editoriale presso la casa editrice Einaudi a partire del 1977. Questa posizione gli ha permesso di collaborare con alcuni dei più grandi protagonisti de Novecento, quali Italo Calvino, Leonardo Sciascia e Lucio Piccolo.

 

Vincenzo Consolo
Vincenzo Consolo. Foto di ©Giuseppe Leone. Fonte: larepubblica.it

La scrittura

La scrittura di Vincenzo consolo è strettamente intrecciata con il contesto sociale in cui ha vissuto gran parte della sua vita: la Sicilia. Questa Regione, caratterizzata da una profonda contraddizione tra la ricca tradizione culturale e le complesse problematiche sociali, politiche ed economiche che la interessano, è stata una fonte inesauribile di ispirazione per l’autore e la sua opera è intrisa di un profondo senso di impegno sociale. Nei suoi romanzi la Sicilia diventa una protagonista in sé, riflettendo le unicità, le bellezze e le sfide che caratterizzano questa terra unica.

Le opere principali

Tra le opere più significative di Consolo troviamo:

  • Il sorriso dell’ ignoto marinaio” (1976) racconta la storia di un ragazzo siciliano che intraprende un viaggio in nave nella speranza di una vita migliore, e affronta argomenti estremamente delicati come l’emigrazione. 
  • Retablo” (1987) offre una comparazione più ampia tra la Sicilia, L’ Italia e l’Europa, evidenziando le connessioni e le diversità culturali.
  • Le pietre di Pantalica” (1988), romanzo che narra la storia di un giovane siciliano che torna nella sua terra d’origine dopo un’ esperienza a Milano, mettendo in discussione ed esplorando il tema dell’ identità culturale.
  • Nottetempo, casa per casa” (1992) è un romanzo profondamente riflessivo che esamina le trasformazioni sociali, economiche e politiche della Sicilia di quel tempo.

 

 

(Vincenzo Consolo parla di Sciascia)

I premi e i riconoscimenti:

Le opere di Vincenzo Consolo hanno ricevuto riconoscimenti di alto prestigio, tra cui:

  • il Premio Pirandello, nel 1985, con il romanzo “Lunaria
  • il Premio Strega, nel 1992, per il romanzo “Nottetempo, casa per casa
  • il Premio Unione Latina, nel 1994, per il romanzo “L’olivo e l’olivastro
  • la Laurea Honoris Causa in Filologia moderna dell’ Università degli Studi di Palermo nel 2007.

Inoltre si sono tenuti numerosi convegni e incontri dedicati alle produzioni letterarie.

Oggi

Oggi l’eredità culturale di Vincenzo Consolo è più viva che mai. Le sue opere hanno radicalmente segnato la letteratura contemporanea italiana e sono state tradotte in numerose lingue straniere, in modo che lettori di tutto il mondo possano apprezzarne la profondità e la bellezza.

A Sant’ Agata Militello, suo paese d’ origine, è stata a lui dedicata la piazza principale del centro storico e delle sale all’interno del prestigioso Castello Gallego, contenenti una mostra fotografica, degli scritti originali e degli oggetti di vita privata dell’ autore. 

La sua eredità culturale è una testimonianza duratura nel tempo del potere che la letteratura ha nel cogliere la complessità della storia e della società.

 

Antonella Sauta

Fonti:

https://vincenzoconsolo.it/

https://www.treccani.it/enciclopedia/vincenzo-consolo_%28Dizionario-Biografico%29/

A Messina novità green: arrivano monopattini e bici elettrici

La rivoluzione sostenibile sembra essere iniziata anche per Messina, che con l’arrivo di 70 monopattini e 20 biciclette elettriche segna la propria svolta green. Il 14 ottobre in Piazza Duomo è avvenuta la consegna dei 90 mezzi a pedalata assistita da parte della società, la “Verde Mercurio“, che per prima curerà il servizio di sharing ovvero il fenomeno in base al quale i trasferimenti da un luogo ad un altro, avvengono con mezzi e veicoli condivisi. Presenti il sindaco Federico Basile, il quale ha “battezzato” uno dei veicoli, il vicesindaco Salvatore Mondello, il direttore generale Salvo Puccio, l’assessore  Massimo Finocchiaro ed un gruppo di consiglieri comunali della maggioranza politica. L’obiettivo è arrivare a 1.000 monopattini e 500 bici elettriche, previste anche delle convenzioni, in primis per gli studenti universitari, che arriveranno presto.

Come funziona il servizio?

Il primo passo per usufruirne è molto semplice: scaricare l’app Elerent, il pagamento avverrà tramite carta di credito o la prepagata, anche i tabacchini saranno muniti di prepagate specifiche. Il costo è di venticinque centesimi al minuto, trenta centesimi per la bici, con un euro di sblocco, i primi dieci minuti saranno gratuiti e  per utilizzarli bisogna aver compiuto la maggiore età. L’autonomia è di 40 chilometri, circa due ore consecutive.

L’utente, per avviare il mezzo, dovrà scannerizzare il QRcode posto su di esso tramite l’app, dove troverà una mappa su cui saranno segnalate le aree di sosta predisposte (colorate in blu) dove lasciare il mezzo scelto una volta terminato l’utilizzo. Ciò comporta l’esclusione di alcune zone, soprattutto periferiche, ove il veicolo automaticamente si spegnerebbe. Inoltre, nelle zone “di esclusione” non sarà possibile terminare il noleggio e si continuerà a pagare, strategia effettuata per evitare che vengano abbandonati ovunque a discapito della sicurezza cittadina. 

Il commento del sindaco di Messina

Stiamo dando spazio ad un sistema di mobilità alternativo all’autovettura che può funzionare, stiamo realizzando le piste ciclopedonali, riusciremo a cambiare insieme le modalità.  Le aeree lavoreranno sia sui parcheggi di  interscambio, sia sulle zone più turistiche come Piazza Duomo, Piazza Unione Europea – la più frequentata dai croceristi – la Stazione e tutti i punti più importanti.  

Perché scegliere i mezzi elettrici?

fonte pixabay

Non è più così raro avvistare monopattini e biciclette in giro per la città, sono tanti i messinesi che preferiscono questo tipo di mezzi per spostarsi tra le vie trafficate di Messina. Chi per animo ecologista, chi per non affannarsi già dal mattino alla ricerca di un parcheggio, predilige acquistare questo mezzo di trasporto alternativo. Ma in considerazione dei costi non sempre abbordabili il noleggio risulta essere una soluzione più che valida. Vediamo nel dettaglio alcuni motivi che potrebbero invitare alla conversione alla mobilità agile:

  • Si ridurrebbe l’inquinamento dell’aria, non emettendo CO2 e polveri sottili e tutelando la salute e l’ambiente;
  • Sono facili da trasportare a mano, nel caso in cui il loro utilizzo non sia consentito (una chicca per i pendolari);
  • Risultano essere i mezzi più economici, in quanto i prezzi sono molto contenuti.
  • Possono raggiungere un velocità tale (il limite è 20km/h) da dimezzare il tempo che solitamente si impiega a piedi o con i bus per spostarsi da una parte all’altra della città;
  • Possibilità di accedere alle piste ciclabili e sfuggire al traffico;
  • Allenamento della gran parte dei muscoli addominali per mantenere l’ equilibrio.

Analizziamo anche l’altra faccia della medaglia

Come in ogni realtà non è tutto oro ciò che luccica, i presupposti dell’iniziativa sono ottimi e Messina non potrà che ottenerne benefici, però, abbiamo il dovere di osservare nel complesso anche alcune problematiche che potrebbero venirne fuori. Giuliano Frittelli, responsabile dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sottolinea come questi mezzi possano intralciare i marciapiedi e quindi essere una “trappola mortale” per chi, avendo problemi di vista, potrebbe inciamparci per via della loro forma insolita. Sono silenziosi e questo potrebbe rappresentare un’altra minaccia per i pedoni ipovedenti e non.

Sono tante le città che ne hanno vietato l’utilizzo come ad esempio Parigi, oppure li hanno diminuiti drasticamente come accaduto a Roma a causa dei tanti incidenti registrati negli ultimi anni.

Dunque la sicurezza stradale, oltre quella ambientale, dovrebbe essere la priorità con l’augurio che gli organi competenti stabiliscano regole, obblighi e doveri chiari e che che gli utenti che ne vorranno approfittare siano responsabili degni della loro scelta.

Serena Previti

Fine degli UniMe Games 2023: il nostro resoconto

Siamo giunti purtroppo alla fine degli UniMe Games 2023, la seconda edizione dell’evento che ha avuto il merito di riunire studenti di tutti i dipartimenti del nostro ateneo all’interno della Cittadella Sportiva. Dal 6 all’8 Ottobre sono state innumerevoli le competizioni, le redbull sorseggiate, i degni vincitori e gli sconfitti a testa alta.

Unime Games 2023: disabilità e inclusione

Un fine settimana ricco di emozioni dove, accanto ai talenti sportivi del nostro Ateneo, hanno fatto da protagoniste anche tematiche importanti quali la disabilità e l’inclusione. Un’importante novità a tal proposito è stata l’idea di Monica Morabito, con il progetto “Try this ability”, grazie anche all’aiuto dell’atleta Antonella Rigano e di una rappresentanza di giocatori professionisti della Mediterranea Eventi. Questo progetto ha fatto sì che chiunque potesse cimentarsi in alcune discipline paralimpiche per comprendere a pieno cosa significhi nella pratica avere una disabilità. A tal proposito risulta essere rilevante l’intervento in Radio UVM della Prof.ssa Fiammetta Conforto, Delegata del Rettore ai Servizi Disabilità e DSA.

Fine degli UniMe Games 2023
Le attività inclusive degli UniMe Games 2023
Fonte: Giulia Cavallaro

I risultati

Venendo ai vincitori, quasi vincitori e vinti, a conseguire il maggior numero di medaglie d’oro possibili è stata la facoltà di Patologia umana dell’adulto e dell’età evolutiva “Gaetano Barresi” (Pat). Ha vinto nel calcio, nel basket, nel podismo e nel nuoto. Ha ottenuto anche l’argento nel tennis, dove però la prima posizione è stata meritatamente conquistata da Giurisprudenza (Giuri). L’oro della pallavolo è andato alla facoltà di Scienze chimiche-farmaceutiche (Chibiofarm).

Ecco i podi delle varie discipline:

  • Calcio: 1. Pat; 2. Vet; 3. Giuri. Miglior giocatore: Luca Carbolai (Pat).
  • Basket: 1. Pat; 2. Mift2; 3. Ing. Miglior giocatore: Costanza Carmineo (Pat).
  • Pallavolo: 1. Chibiofarm1; 2. Biomorf1; 3. Dimed1. Miglior giocatore: Gabriele Rizzo (chibiofarm).
  • Podismo: 1. Pat2; 2. Chibiofarm2; 3. Mift. Migliori tempo: Salvatore Di Simone (Pat).
  • Tennis: 1. Giuri; 2. Pat; 3. Mift. Migliori tennisti: Fabrizia Cambria (Giuri) e Andrea Antonucci (Pat).
  • Nuoto: 1. Pat; 2. Biomorf; 3. Ing. Miglior nuotatore: Paul Mihailescu (Chibiofarm).

La cerimonia di premiazione

La cerimonia di premiazione si è svolta sempre all’interno della Cittadella, nello specifico nel suo anfiteatro alle ore 19 di domenica. Innumerevoli gli interventi, ricordiamo quelli della Prof.ssa Graziella Scandurra, dell’Avv.ssa La Rosa, della Prof.ssa Roberta Salomone, della Prof.ssa Candida Milone, infine di Luca Famà, presidente di Crescendo Incubatore e Raouf Abdul Mastan presidente di Student Ambassador.

Subito dopo la premiazione, il dj set di Giovanni Grasso ha aperto le danze facendo ballare tutti- vincitori e non- nel cortile dell’impianto di pallavolo dove, nei due giorni precedenti, ci sono stati gli stand di UniVersoMe e Crescendo Incubatore.

Il bilancio è stellare: un evento completo dove divertimento e sportività hanno camminato di pari passo con tematiche importanti. Gli UniMe Games infatti non sono soltanto divertimento, ma anche riflessione e presenza. Riflessione e presenza per la nostra città, ma soprattutto per chi ci sta intorno. “Try this ability” è stato uno dei momenti più commoventi dell’intero evento, tanto quanto parlare con gente affetta da disabilità che ci ha ribadito quanto sia importante che lo sport sia inclusivo.

Ricordiamoci che soltanto capendo l’altro e “provando le sue abilità” possiamo stargli realmente al passo e aiutarlo. Ricordiamoci che lo sport unisce e la nostra università ha importanti risorse da offrirci.

La fine degli UniMe Games 2023 ha fatto scendere a tutti una lacrimuccia, attendiamo quindi, sentendoci tutti più vicini che mai, con ansia la terza edizione. Alla prossima!

Isabel Pancaldo

Sport e Messina, un connubio inaspettato: tante iniziative gratuite per i giovani

Messina si impegna nella promozione dell’importanza dell’attività fisica e dello sport a tutte le età. Impegno dimostrato dai diversi impianti sportivi, presenti sul territorio, messi a disposizione della comunità messinese.

A luglio 2023 sono stati inaugurati gli impianti sportivi di Villa Dante (che si trova qui!), location simbolo di Messina che attraverso la riqualificazione ha ripreso vita. Un’esperienza sportiva, quindi, immersa nella natura. I campi da padel, da tennis e da calcio a 5 sono aperti a tutti e sono usufruibili su prenotazione. L’aspetto fondamentale è che, l’amministrazione comunale, sin dall’inaugurazione ne ha previsto l’utilizzo gratuito. Possibilità adesso estesa fino al 31 dicembre 2023.

Secondo l’Indice di Sportività de Il Sole 24 Ore, che prende in considerazione 32 indicatori raggruppati in 4 categorie: struttura e organizzazione del sistema sportivo, sport di squadra, discipline individuali e relazioni dello sport con l’economia e la realtà sociale, Messina risulta la migliore tra le province siciliane, un risultato sorprendente.

Come prenotarsi?

È possibile prenotarsi, per usufruire dei campi da padel, da tennis e da calcio a 5 nell’incredibile spazio verde di Messina,  andando sul portale di Messina Social City, ente strumentale del Comune di Messina volto alla gestione e produzione dei servizi sociali sul territorio. Sarà sufficiente cliccare su questo link e inserire i propri dati (nome, cognome, codice fiscale) selezionando la data e l’orario in cui si intende usufruirne.

Giochi senza Quartiere: la sfida tra le Municipalità della città di Messina

L’impegno della città di Messina nella diffusione del valore dello sport è, altresì, dimostrato anche dalle iniziative realizzate dal Comune. Una di queste è Giochi senza Quartiere, una sfida tra le sei Municipalità della città. Tale manifestazione sportiva, nata nel 2022 e riproposta quest’anno, attraverso vari giochi come padel, calcio balilla, basket, tiro alla fune ecc coinvolge tantissime persone di diverse età. I partecipanti sono divisi in squadre pronti a cimentarsi nelle varie attività. La Municipalità vincitrice otterrà un trofeo che potrà esporre, fino all’edizione successiva, nella propria sede. Alla manifestazione sono dedicati diversi giorni e la finale si terrà a Villa Dante. L’edizione di quest’anno si concluderà domenica 22 ottobre 2023 dalle 9:30.

La prima edizione è stata vinta dalla II Municipalità di Messina.

SSD UniMe: Società Sportiva Dilettantistica dell’Università di Messina

La SSD UniMe è la società che gestisce direttamente gli Impianti Sportivi della Cittadella Sportiva Universitaria, del Centro Equitazione presente presso il Polo Universitario Annunziata, del Complesso Sportivo Primo Nebiolo e di Palazzo Mariani, proprietà dell’Università degli Studi di Messina. Gli studenti in regola con l’iscrizione all’Università hanno la possibilità di frequentare gratuitamente tutte le attività e i servizi messi in atto dalla SSD UniMe. Andando sul sito è possibile prendere visione delle molteplici attività sportive alle quali poter accedere.

Fonte: Freepik

SKILL IN- Lo Sport per tutti

Particolare rilievo assumono le iniziative previste per le persone con disabilità. È previsto un settore sportivo per atleti con disabilità denominato “SKILL IN- Lo Sport per tutti”. Tale settore nasce dall’intento di promuovere la cultura dell’ inclusione. Il progetto SKILL IN è stato sviluppato dalla Prof.ssa Fiammetta Conforto, Delegato del Rettore ai Servizi disabilità e DSA, assieme con il Prof. Carlo Giannetto, Professore associato del Dipartimento di Economia e Vicepresidente del Comitato Unico di Garanzia dell’Ateneo, e la Prof.ssa Marika Margiotta, Coordinatrice del settore sportivo SKill In, con la collaborazione di Francesco Giorgio, Delegato provinciale del Comitato Italiano Paralimpico (CIP).

Sono diversi i sport attivi: nuoto, ginnastica artistica, baseball per ciechi, canottaggio, tiro con l’arco ne sono solo alcuni esempi.

Un’iniziativa di grande valore. Lo sport unisce, include, realizza sogni e speranze, supera i limiti e le barriere, lo sport è davvero per tutti e di tutti.

Come partecipare gratuitamente alle attività sportive della SSD UniMe?

Tutti gli studenti regolarmente iscritti possono usufruire gratuitamente di tutti gli impianti sportivi. Le modalità per iscriversi sono descritte sul sito della SSD UniMe, accedendo tramite il seguente link e compilando l’ apposito form.

Sarà necessario attendere l’accettazione della pre-iscrizione, a seguito della quale sarà possibile recarsi presso la Segreteria Centrale della SSD UniMe ed effettuare l’iscrizione alla Società Sportiva. Sarà possibile frequentare una sola attività al giorno e  ci si potrà prenotare fino ad 1 ora prima rispetto all’orario del corso o dell’attività che si desidera frequentare.

Grazie al Comune di Messina e all’Università di Messina ogni cittadino e ogni studente, senza esclusioni, potrà vivere una Messina all’insegna dello sport.

  Marta Zanghì

Isabella Tomasi e la lettera del Diavolo

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nobile letterato siciliano del Novecento, tramite il valido contributo rappresentato dal suo emblematico romanzo Il Gattopardo, segna significativamente quello che è il panorama culturale della Sicilia del tempo, diventandone figura di spicco e fiero vessillo.

Il suo albero genealogico vanta illustri personalità, quali diplomatici, scienziati, cardinali e perfino una venerabile  suor Maria Crocifissa della Concezione, al secolo Isabella Tomasi. Una figura controversa da cui diversi scrittori traggono ispirazione, incluso lo stesso Tomasi, il quale ne omaggerà la memoria ritraendola nei panni della beata Corbera.

Scopriamo insieme la curiosa quanto macabra vicenda che la vede protagonista!

La vita da santa e la lotta contro il male

Isabella Tomasi, secondogenita del duca di Palma e principe di Lampedusa Giulio Tomasi, cresce in un ambiente rigorosamente cattolico. Non le viene mai tenuto segreto ciò a cui è destinata: così come il fratello, Giuseppe Maria, e le sorelle, Francesca e Antonia, Isabella avrebbe perso i voti e dedicato la vita al Signore, in un percorso che, più che alla santità, mirava alla legittimazione sociale della famiglia.

Divenuta suor Maria Crocifissa, sono svariate le doti soprannaturali che comincia a manifestare: carismi, estasi, visioni. Un dono di Dio e un ponte attraverso il quale riesce più volte a stabilire un contatto con la Madonna e l’Angelo custode

I poteri che ha ricevuto per grazia divina, però, non mancano di renderla vulnerabile oggetto di malevole attenzioni. Fino alla sua morte, il Diavolo cercherà di plagiarla, tentandola e vessandola con ogni suo mezzo.

 

Isabella Tomasi e la lettera del Diavolo
Isabella Tomasi attaccata dal Diavolo
Fonte: https://www.lasiciliainrete.it/wordpress/wp-content/uploads/2020/07/letteradeldiavolo2.jpg

 

È proprio in una simile circostanza che, l’11 agosto 1676, nel monastero di Palma di Montechiaro, viene scritta la Lettera del Diavolo.

La lettera del Diavolo

Quella notte, sola nella sua stanza, è in procinto di scrivere una relazione al padre confessore, quando alcune entità le si manifestano.

«Una gran numerosità di furibondi spiriti maligni, mandati per ordine di Lucifero infernale» si sarebbero impossessati di lei, facendone un misero corsiero: il suo corpo usato come canale per elargire un messaggio contro la Maestà Divina.

Viene ritrovata dalle altre monache a terra, svenuta, il viso imbrattato di inchiostro e della carta alla mano.

Scritta in una lingua sconosciuta e incomprensibile, un misto di greco, latino, cirillico e runico, l’unica parola leggibile in essa risulta essere “Ohimè”, nata dal tentativo della donna di opporsi alla volontà di quei demoni.

Più volte nel corso dei secoli si è tentato di decifrarne il contenuto; tuttavia, nessun linguista è ancora riuscito nell’intento. Secondo la stessa Maria Crocifissa la missiva esorterebbe Dio a lasciare gli uomini ai loro peccati e all’eterna dannazione.

La lettera del Diavolo
La lettera del Diavolo
Fonte: https://www.agrigentodoc.it/wp-content/uploads/2018/02/Lettera-del-Diavolo.jpg

 

Santità o pazzia?

Nel 2017, un gruppo di fisici e informatici catanesi, sottoponendo il testo a complessi algoritmi di decifrazione, sembra arrivare ad un punto di svolta. Il risultato della loro analisi rivela come l’alfabeto usato dalla suora sia stato inventato da lei: Ogni simbolo è ben pensato e strutturato. Ci sono segni che si ripetono, un’iniziativa forse intenzionale e forse inconscia” è la loro conclusione.

La perizia, inoltre, pare dimostrare che la donna soffrisse di problemi psichiatrici, forse un disturbo bipolare, scatenato o acuito dalla vita monacale.

Se sia santità o pazzia, non possiamo decretarlo con certezza.

La lettera, custodita nel monastero benedettino di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, continua, però, a suscitare interrogativi nei più curiosi.

❝Non mi domandate di questo per carità che non posso in verun modo dirlo, e nemmeno occorre dirlo io, che verrà tempo che il tutto udirete e vedrete.❞ 

Monastero di clausura delle Benedettine di Palma di Montechiaro
Monastero di clausura delle Benedettine di Palma di Montechiaro
Fonte: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/9/9f/Monastero_delle_Benedettine_-_Palma_di_Montechiaro.jpg/1600px-Monastero_delle_Benedettine_-_Palma_di_Montechiaro.jpg

 

Valeria Vella

Fonti:

https://www.santiebeati.it/dettaglio/91484

https://it.wikipedia.org/wiki/Isabella_Tomasi