La rassegna “Leggere il presente” comincia con Gherardo Colombo

L’8 maggio, nell’Aula Magna del Rettorato si è tenuto il primo incontro della rassegna “Leggere il presente”. Ospite dell’Università di Messina è stato il magistrato Gherardo Colombo che, mediante una conversazione su “Il legno storto della giustizia”, libro scritto in collaborazione con il giurista Gustavo Zagrebelsky, ha raccontato cosa significa al giorno d’oggi agire nel mondo variegato della giustizia e in un Paese ingabbiato dalla piaga sociale della corruzione.

Colombo è stato intervistato dal Direttore responsabile del quotidiano “La Sicilia”, il dott. Antonello Piraneo. Sono intervenuti all’iniziativa anche il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea e il Presidente Taobuk, dott.ssa Antonella Ferrara.

Il magistrato Colombo ha sottolineato più volte quanto l’educazione sia determinante per evitare la corruzione nelle istituzioni: fin dalla scuola bisogna evitare di giustificare comportamenti truffaldini da parte degli studenti, che spesso i professori ignorano, per mancanza di voglia. Ci si riferisce ad esempio allo scaricare la versione di latino già fatta da internet. Azioni come queste, ha affermato Colombo, rappresentano un cancello di ingresso verso il pensare che imbrogliare sia corretto.

Ha insistito ancora sul ruolo della scuola, esprimendo la legittima volontà che vengano approfonditi o almeno spiegati i temi come la storia della repubblica italiana, concentrandosi su Tangentopoli e i processi di mani pulite, dato che nei programmi di storia spesso non si arriva a trattare questi argomenti con l’attenuante dei tempi ridotti per le lezioni. Questo già impronterebbe gli studenti appena usciti dal liceo, quindi dopo aver raggiunto l’età per votare, ad essere più informati sul proprio paese, considerato che il ‘92 è abbastanza recente.

Secondo Colombo, urgerebbe anche un modello meno gerarchico nella scuole, in riferimento al rapporto Professore – studente, che potrebbe incentivare maggiore partecipazione e coinvolgimento da parte degli studenti.

In definitiva, dalle parole di Colombo si evince che l’educazione e l’istruzione sono i mezzi più potenti in grado di combattere e contrastare la corruzione.

Alberto Cavarra

Messina che Vale: vetrina di eccellenza a Palazzo Mariani

Domenica 5 maggio 2019. Palazzo Mariani – ex palazzo delle poste – sede delle Segreterie Studenti dell’Università. Messina. Dalle ore 10:30 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 20:00 si è svolta, grazie all’associazione Idee X Me, la quarta edizione di Messina che vale: abili artigiani hanno esposto le loro creazioni, mentre i ragazzi dell’IIS Verona Trento hanno esposto i loro più recenti elaborati. Durante la kermesse sono stati narrati racconti della tradizione messinese e si è potuta degustare una vasta gamma di prodotti locali per suggellare meglio il connubio tra cibo e cultura. Diversi gli intrattenimenti previsti per i bambini. La partecipazione all’evento è stata fruibile a titolo gratuito.

Idee X Me è un’associazione che ha costruito il suo percorso con sacrificio, studio, professionalità e vuole investire in questa città, senza arrendersi all’idea che Messina diventi la città “dei morti viventi”. Proprio per questo la presidente dell’associazione, Luciana Salvato, dichiara che servono iniziative come queste. Ove in uno spazio ristretto, ma, dalla cornice bellissima, si riescano a far emergere le eccellenze della nostra terra, per far capire che nella nostra città si può fare. Si può restare. Non bisogna andare.

Una vera e propria full immersion nella cultura, nel senso più totale del termine. Grande Successo per Trash Art Messina, Emanuele Fichera e Salvatore Roberto, due giovanissimi artisti Messinesi, provenienti da studi artistici, con competenze nel settore orafo, realizzano sculture con parti di scarto tecnologiche dando vita a delle vere e proprie opere d’arte.

Scarto è un termine generico ed è irresponsabile usarlo. Quando smetteremo di impiegarlo, ci renderemo conto del numero di differenti materiali da cui è formato e quindi tratteremo la questione in maniera diversa. Si può vedere questa roba come scarto, posto lì, sulla spiaggia, oppure nelle discariche in attesa di essere smaltito. Oppure, si può iniziare a pensarci sopra, a lavorarci sopra. Ogni elemento può diventare indispensabile. Dipende da noi.

Un percorso dal forte pathos che si è snodato dalle creazioni 3D di Calogero Fiumicello, passando dalle varie opere d’arte, come il ricamo, i ferri, o i vari Olio su tela, finendo a nuove realtà cittadine come i Quattrocalici vino e gastronomia urbana. Un locale, nato dall’idea di Alessandra Strazzeri, all’interno del mercato muricello – Largo la Corte Cailler – che vende vini e birre esclusivamente siculi, valorizzando le piccole aziende e i piccoli produttori ancora non ben noti della nostra Isola.

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

“MessinArcana”: alla scoperta delle bellezze meno note della città

L’associazione No Profit Puli-AMO Messina, nata nell’agosto del 2015 come collettivo spontaneo di cittadini, rappresenta oggi la più importante realtà messinese nell’ambito della rigenerazione urbana. Dichiaratamente apolitica e apartitica, le azioni promosse dall’Associazione mirano alla valorizzazione del territorio a partire dai luoghi della “non-memoria”: tasselli del tessuto urbano di fondamentale importanza storica, artistica o culturale, ma spesso in stato di forte degrado e abbandono.

Ed è proprio per questo che nelle giornate del 4,11 e 19 Maggio 2019 l’ha vista e la vedrà promotrice di MessinArcana, cioè l’apertura al pubblico di siti culturali solitamente inaccessibili, sconosciuti o non sufficientemente valorizzati come: il dietro le quinte del Teatro Vittorio Emanuele II; il Palazzo Samonà, meglio conosciuto come Palazzo dell’INPS; la camera di commercio; il Salone dei Mosaici alla Stazione Marittima; il santuario di Cristo Re, delle mura di Carlo V e delle prigioni. Tre fine settimana totalmente immersi nella bellezza e nell’arte.

Le visite, malgrado le condizioni meteo avverse e il giorno feriale, hanno registrato grande consenso con circa 250 accessi. La manifestazione ha coinvolto e coinvolgerà numerosi enti ed istituzioni che in questi mesi hanno collaborato attivamente nella realizzazione del progetto. MessinArcana realizzatrice di tour del tutto innovativi e inediti, dei tour multimediali. Si tratta di affidare la guida dei luoghi interamente alle mani dei visitatori grazie a delle visite virtuali accessibili tramite apposite applicazioni per smartphone attivabili per mezzo dei QRCode installati nei vari siti d’interesse. I proventi ricavati dalla svariate visite saranno devoluti per l’opera di riqualificazione di un monumento cittadinouna nuova illuminazione artistica della fontana del Nettuno.

Il prossimo appuntamento sarà sabato prossimo, giorno 11 maggio dalle ore 10.30 alle ore 18.00. Si raccomanda lo smartphone alla mano, le cuffiette e il lettore QRCode!

Gabriella Parasiliti Collazzo

Piazza Cairoli: cuore, spesso dimenticato, di una città

 

Chi di noi non ha presente, ben inciso nella memoria, ricordi in Piazza Cairoli sin dalla tenera età?

Quando i nostri genitori, a Carnevale, ci portavano a spargere coriandoli dovunque o durante le feste natalizie.

Quando, durante le manifestazioni studentesche, ci si riposava lì, su quei rettangoli bianchi, poco ingrigiti nonostante il tempo.

Quanti, durante i saldi estivi, hanno goduto dell’ombra degli alberi, ulivi numerosi ed imponenti, presenti in piazza?

Fonte: TripAdvisor

 

Spesso, “il cuore della città” viene utilizzato con superficialità, se non addirittura fuori luogo, invece Piazza Cairoli è letteralmente il centro di Messina.

Non soltanto da un punto di vista di coordinate geografiche, ma ancor più, e più importante, da un punto di vista che mi piace chiamare “sentimentale”.

Sin dai primi anni delle medie, quando l’adolescenza bussa alle porte e ai giovani messinesi è permesso di uscire con gli amici, la piazza diventa un luogo di raccordo, di unione; un vero e proprio palcoscenico di vita.

Molti di noi hanno dato il primo loro bacio, sotto quei rami frondosi e sempreverdi.

Talvolta mi sembra che il nome più adatto possa essere “piazza degli innamorati” dato la quantità considerevole di coppiette e scambi di effusioni.

Fonte: Gazzetta Jonica

 

C’è poi l’angolo dei meno giovani, impegnati, come chiunque si aspetta dalle loro combriccole, a fare ben poco e niente, se non scrutare e commentare tutto; base essenziale di qualunque società che si rispetti, dico io.

In fondo, Piazza Cairoli è il cuore della città, spesso bistrattato, poco considerato e, tristemente, negli anni, a volte ignorato.

Temo che non molti messinesi conoscano i soprannomi della piazza più rinomata in città, agli occhi degli altri italiani, nei primi anni del secolo scorso.

“Il buon salotto” veniva chiamata, uno che mi piace maggiormente è però “Il giardino d’Italia”.

Fonte: en.sporvognsrejser.dk

 

Sento che la coscienza messinese verso un luogo che non solo ha fatto la storia di Messina, ma rappresenta la stessa città, sia claudicante; ovvero, non apprezziamo la Piazza quanto dovremmo.

E soprattutto non l’abbiamo trattata come dovevamo, e tuttora non lo facciamo.

La piazza ha una storia ultracentenaria, complicata quanto, se non più della città stessa.

Sin dai primi anni della sua costruzione, al piano di ampliamento Spadaro-Morabello-Benincasa del 1869. Dopo il terremoto del 1908, l’attenzione sulla piazza comporta di costruire di aiuole, alberi, giardini e vasche. Nel 1951, ci sarà la chiusura delle linee tranviarie, che riapriranno soltanto nel 2003.

Senza dimenticare la demolizione negli anni 70 del collegio, storico, dei Gesuiti presente in piazza per far posto ad un edificio commerciale.

Dunque, come qualsiasi sfaccettatura di storie e di vita, Piazza Cairoli ha avuto i suoi momenti bui e quelli radiosi.

Tocca a noi cittadini far sì che quelli belli perdurino.

Fonte: LetteraEmme

 

                                                                                                                          Ilaria Piscioneri

Messina: un panorama “Stretto”

Fonte: Lo Stretto di Messina- traghetti

 

 

Si dice che chi nasce vicino al mare, abbia la salsedine nel sangue, la schiuma delle onde impressa nel DNA e una vista, azzurro terso, sempre presente nello sguardo; anche quando è lontano, persino quando non può vederlo.

Messina è una città affacciata ad uno Stretto corridoio di mare, attraverso cui, sebbene piccolo, passano giornalmente dozzine di Navi da crociera, Navi cargo e traghetti.

Traghetto, una parola chiave per i messinesi.

C’è di chi versa fiumi di lacrime, dal traghetto, guardando casa allontanarsi, c’è chi è entusiasta di salirvici su, invece, diretto a quello che si prospetta essere un futuro più prospero.

Ma in qualunque situazione, chi guarda Messina diventare sempre più piccola, alle proprie spalle, sente attanagliarsi una certa malinconia, una sorta di tristezza senza volto.

Casa è dove qualcuno ti aspetta.

Per noi messinesi, casa è già quell’attimo in cui vediamo lo stretto, anche di scorcio.

Che siano le luci dopo l’alba, quando il sole fulgido e splendente da Est, colpisce la città quasi come una luce divina.

Che siano le ore del tramonto, quando il sole ha sorpassato i nostri monti e Messina si trova già in penombra, rischiarata da raggi arancione scuro.

Eppure, credo di non essere in fallo, dicendo che la vista dello Stretto di notte, quando il resto è buio pesto e le luci della città illuminano tutto fino a far splendere i propri riflessi sull’acqua, sia il preferito di tutti.

 

Fonte: tripadvisor- stretto di Messina

 

 

Messina è una città di mare e di laghi, torrenti e mareggiate. Una città d’acqua, vera e propria. Tinteggiata d’azzurro in qualunque stagione.

Noi messinesi ne godiamo la vista da ogni punto accessibile della città, sebbene conosciamo i punti strategici che permettono le visuali migliori e i panorami più emozionanti.

Il piazzale di Cristo Re ne è un esempio, dove i giovani hanno preso l’abitudine, o per meglio dire, il rituale di “stappare” ai propri compleanni; il che non significa altro se non aprire una bottiglia di spumante e scattare foto ricordo con le luci dello Stretto come sfondo.

La bellissima spiaggia del quartiere di Torre Faro, già presa d’assalto dalla gioventù e dai turisti sin dai primi di Aprile, è un altro punto di incontro per poter godere della vista mozzafiato che la città offre.

 

Fonte: Capo Peloro- pilone

 

 

Messina è la brezza fresca, dato costituente del punto geografico e strategico in cui la città sorge.

Messina è guardare al dirimpetto, dove inizia la Calabria, Villa San Giovanni e Reggio; scrutare i monti di Gambarie e immaginare, talvolta, cosa ci può essere più in là.

Messina è il suo panorama Stretto, così tanto che a volte sembra opprimere e innestare la voglia di scappare; andar via e cambiare aria.

E’ questo lembo di terra, cantato da millenni, inserito, protagonista, vittorioso e vittima, in storie antiche e poemi senza tempo.

Messina è lo Stretto, precisamente come lo Stretto è la città. Un unico, inscindibile, tratto geografico dell’Italia del Sud.

Messina non è altro che una città e le sue acque, correnti torbide ed eclettiche, che la bagnano. Nessun messinese è in grado di immaginare la propria vita senza lo Stretto, proprio come se fosse “indispensabile”.

                                                                                                                         Ilaria Piscioneri

 

Allo SCIPOG seminario su “Globalizzazione, pluralismo culturale, post-democrazia”

Lunedì 29 Aprile 2019. Ore 9.00. Messina. Aula Buccisano – via Malpighi, 3. Il Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche dell’Università di Messina, in collaborazione con l’Associazione italiana di Sociologia e l’associazione Alumnime ha organizzato un seminario di studi sul tema “Globalizzazione, pluralismo culturale, post-democrazia”.

Dopo i saluti istituzionali del professor Giovanni Moschella, pro-rettore vicario, e del professor Mario Calogero, direttore del Dipartimento promotore, si sono alternati gli interventi dei seguenti relatori: professoressa Lidia Lo Schiavo, Università degli studi di Messina; professor Roberto Serpieri, Università Federico II – Napoli; professoressa Vittoria Calabrò, Università degli studi di Messina; professor Daniele Fazio, Università di Messina e di Alleanza Cattolica; professor Dario Caroniti, Università degli studi di Messina; professor Salvo Torre, Università degli studi di Catania;

I temi principalmente trattati e sviluppati sono stati: la Globalizzazione, la società, le culture – come indicato dal titolo – e particolare enfasi è stata posta sull’analisi della post-democrazia. Con questo termine polemico si intende un’evoluzione in atto nel corso del XXI secolo che sta avvenendo in molte democrazie, dove vige un sistema politico che pur essendo regolato da istituzioni e dalle norme democratiche, viene di fatto governato e pilotato da grandi lobby, come ad esempio le multinazionali e i mass media. Secondo questa teoria politica, le democrazie tradizionali rischierebbero di perdere parte dei loro caratteri costituenti a favore di nuove forme di esercizio del potere, prevalentemente oligarchiche.

Si son toccate pure le corde dell’inclusione e dell’esclusione sociale e della globalizzazione culturale, vale a dire la diffusione mondiale di un certo tipo di cultura, prevalentemente quella degli U.S.A., e della conseguente “colonizzazione” a dispetto di quella dei paesi più poveri che non riescono ad imporsi. I colossi dell’economia mondiale, cioè i paesi più ricchi e sviluppati come Europa, U.S.A. e Giappone, acquistando quasi tutto il controllo delle telecomunicazioni, hanno privatizzato anche quelle statali. Questo processo permette loro di rafforzarsi e di inglobare nella propria struttura le reti di telecomunicazione di interi paesi. Si sta quindi formando un oligopolio a livello mondiale in cui le maggiori società competono nell’offrire servizi avanzati a una clientela qualificata. Lo scopo di queste società non è, però, quello di collegare ogni villaggio dell’Asia, Africa o America Latina, ma quello di trarre del profitto: quindi si rivolgono solo a quella minoranza di popolazione in grado di pagare i loro servizi. Infine, è stata sollevala la questione della globalizzazione nel magistero sociale della Chiesa Cattolica e delle forme di oppressione delle minoranze religiose.

I lavori dell’intero seminario sono stati moderati dal professor Giuseppe Bottaro dell’Università degli studi di Messina.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Karma City: forse, il sogno di un luogo ideale è soltanto un’illusione…

Giovedì 18 aprile 2019. Messina. Viale Giuseppe Garibaldi, 56. La Gilda dei Narratori.  Massimo Bisotti ha presentato il suo nuovo romanzo: Karma City. L’autore romano ha cambiato anche editore, seguendo il suo editor, Carlo Carabba, che nei mesi scorsi ha lasciato Mondadori per HarperCollins Italia: infatti il romanzo esce per la divisione italiana della casa editrice americana.

Bisotti, autore molto popolare sui social e con un buon seguito di lettrici e lettori, ha esordito nel mondo letterario nel 2010 con Foto/grammi dell’anima – Libere [im]perfezioni, un insieme di racconti fiabeschi che finiscono sempre con una morale. Ha iniziato a scrivere perché le parole rimarginassero le ferite e si chiudessero in cicatrici, ma prima di diventare famoso, grazie al romanzo La luna blu – Il percorso inverso dei sogni, che ha venduto più di venti mila copie, si promuoveva da solo pubblicando i suoi scritti su Facebook.

Ma veniamo alla trama di Karma city: uno straordinario romanzo capace di raccontare il mondo di oggi e quanto di unico è nascosto nelle profondità del cuore umano.

Otto personaggi, tra i venticinque e i quarant’anni, ognuno di loro con una sua storia particolare. Ma tutti e otto accomunati da un unico fattore: sono insoddisfatti della loro vita. Ed è per questo che accettano la proposta, offertagli da uno psicologo conosciuto online, di abbandonare la loro esistenza quotidiana e trasferirsi su un’isola che sembra offrire loro la possibilità di ripartire da zero. Un luogo bellissimo e appartato, lontano dalla confusione del mondo, in cui si può decidere se lavorare o vivere di rendita, in riva al mare ma con luoghi che riportano l’anima in contatto con la sua parte più vera. Passano i mesi e si creano legami, amori, amicizie profonde. Ma brividi e dinamiche scuotono il gruppo che si è venuto a formare. Forse, il sogno di un luogo ideale è soltanto un’illusione…

Non vi resta che leggerlo.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Racconti e Poesie dal Midwest USA – KENT HARUF

Giovedì 11 aprile 2019. Messina. Via Giuseppe Garibaldi, 56. Libreria La Gilda dei Narratori. Un’immersione nelle atmosfere del Midwest statunitense. Partendo dai romanzi senza tempo di Kent Haruf, uno dei più grandi scrittori americani degli ultimi quarant’anni, ci si è immersi in questo affascinante mondo letterario grazie agli interventi di Roberta D’Amico ed Ignazio Lax, che hanno raccontato le storie e le gesta degli uomini e dei libri di questa Letteratura.

L’evento è stato reso ancora più suggestivo dal tappeto musicale e dalle letture poetiche a cura del collettivo “Altera“: Antonio Fede, Massimiliano Fede, Mariaconcetta Bombaci.

Pubblico attento per la narrazione di Vincoli. Una storia semplice ma intensa, come in tutti i romanzi di Haruf, che attraversa quasi un secolo di vita e traccia anche un bel quadro della conquista americana dell’ovest. A differenza degli altri romanzi, in questo c’è anche un piacevole risvolto noir che tiene incollati fino alla fine. Un viaggio nella storia di una famiglia delle pianure americane, narrata dalla voce della loro vicina, Sanders Roscoe. Un romanzo corale e travolgente, intenso e poetico, con cui Haruf inizia il suo viaggio nell’America rurale, teatro delle sofferenze e metafora della tenacia dello spirito umano, anticipando tutti gli elementi che rendono unica la sua poetica. Uno stile descrittivo e sublime caratterizza i personaggi. Si è in grado si percepire su di sé l’odore dei campi e di sudore dei protagonisti. Un romanzo duro ed estremamente vero, dà una perfetta idea della mentalità del luogo all’inizio del ‘900.

Non Resta che leggerlo.

Gabriella Parasiliti Collazzo

RiDE – il drammatico leggero della sensibilità di Valerio Mastandrea

 

L’opera prima è sempre un’emozione grande. Molti non sanno descriverla, altri pensano di aver fatto una stronzata – passatemi il termine, bonariamente – e Valerio Mastandrea, uno degli attori di punta della recitazione italiana contemporanea, ha sentimenti ingarbugliati tra loro riguardo la sua opera prima da regista: RiDE (si legge con pronuncia italiana per chi avesse il dubbio). UniVersoMe ha avuto l’ opportunità di incontrarlo al Multisala Iris di Messina, durante una tappa del suo tour per i cinema italiani “Esco in tour”.

 

©LauraLaRosa Chiara Martegiani e Valerio Mastandrea, Multisala Iris – Messina, Aprile 2019

 

Il film è il perfetto equilibrio tra un desiderio di svegliare le coscienze ed alleggerirle con il sarcasmo che contraddistingue il regista nelle proprie performance. La denuncia è quella delle morti bianche sul posto di lavoro: una critica sottile sugli atteggiamenti che socialmente riteniamo obbligatori quando subiamo un lutto, ma che Carolina – interpretata egregiamente da Chiara Martegiani – non riesce a rispettare. Il marito è morto da una settimana, e da una settimana lei non riesce a piangere. Neanche il figlio di 12 anni ci riesce. Lei prova in tutti i modi, fino a quando…
No fino a quando niente, qui non faccio spoiler. Vi consiglio di vederlo!

©LauraLaRosa, Valerio Mastandrea – Multisala Iris, Messina Aprile 2019

Intanto come avevo anticipato, Mastandrea e Martegiani erano presenti in sala: c’è stato un dibattito interessante tra il pubblico e i due attori. La sala si è perfettamente prestata per le domande, le foto e per la mia occasione di scambiare con loro qualche parola.

Prima ho incrociato Chiara, tra un complimento e l’altro, mi ha spiegato che la recitazione in Italia, specie per le donne, è una carriera molto precaria: le porte in faccia sono tante ma più per un modo di fare che per concreta mancanza di talento. La domanda mi è sorta spontanea:

Cosa consigli ai giovani aspiranti attori?

Eh… è una passione che si doma difficilmente, il lavoro è sempre una scoperta, bella o brutta che sia. Il mio consiglio è di puntate sui progetti, non bisogna smettere di creare, di informarsi e di continuare a crederci. Non è facile, queste cose non le dicono spesso, non sempre è questa realtà che traspare.

E distrutto dalla giornata becco Mastandrea, lo raggiungo con in mano un taccuino minaccioso che a mezzanotte – ammetto – avrebbe terrorizzato chiunque. Ma, come un cavaliere senza macchia e senza paura si è sorbito le mie domande con tanta gentilezza.

©LauraLaRosa Mastandrea e Giulia con il minaccioso taccuino – Multisala Iris, Aprile 2019

Il tuo debutto da regista esplode con un film ricco di ribellione e presa di coscienza, il cinema riesce a comunicare nella nostra società? Cioè quanto può influire, quanto è forte la sua risonanza?

Dovrebbe essere il compito del cinema raccontare la società e non solo, soprattutto le persone, mostrare la realtà attraverso le persone. Questo non significa che debbano essere girati film gravi, “pesanti” , anche una commedia può raccontare un sacco di cose. I generi cinematografici aiutano molto.

Ridere si può definire un inno alla libertà di soffrire? In un’intervista avevi spiegato che questi sono tempi in cui è difficile soffrire…

Certo, forse più al diritto. Ma non proprio di soffrire, persino stare male, non solo essere felici… male visto il bombardamento che subiamo costantemente di modelli di felicità. Ce l’hai Instagram te? Vedi quanto è felice la gente? D’estate, d’inverno. Se uno sta un po’ giù e vede la foto di un posto in cui non potrà andare, come si sente? Potrebbe soffrire, quindi la libertà di stare come ti pare è compromessa, e anche quella di soffrire. Come racconta la storia, la protagonista è una persona non riesce ad avere un rapporto con il proprio dolore, non ce la fa perché sta sotto i riflettori, perchè è tirata da una parte e dall’altra.

 

Foto del backstage di RiDE

 

Da un punto di vista tecnico la fotografia del film appare curata nei dettagli, a volte pecca nell’identità della stessa, ma sfrutta le inquadrature e i movimenti che accompagnano attori in campo. Quando hai iniziato a girare avevi già in mente le scene o si sono sviluppate durante?

Solo i grandi registi hanno in mente il film. Io, infatti, non avevo idea di nulla. Tante scene ed inquadrature sono venute naturali, nel cinema comunque ci sono delle immagini che se vogliono trasmettere un determinato significato, una specifica sensazione, vanno sincronizzate al movimento e all’ambiente in cui vengono girate. Io ho avuto una bella squadra con cui mi sono potuto confrontare, e menomale perché è stato il campo su cui mi sono soffermato di meno e mi dispiace adesso, riguardandolo ogni volta spunta qualcosa che avrei potuto fare diversamente, migliorare ecco. 

 

©LauraLaRosa, Multisala Iris – Messina, Aprile 2019

 

Anche se breve è stata un’intensa e divertente intervista – tra risate e sano sarcasmo non vedo l’ora di vedere cosa sfornerà di nuovo l’attore romano. Ha detto che ci vorrà tempo, si farà desiderare… ma per le domande rimaste in sospeso, caro Valerio, se ribeccamo.

 

 

Giulia Greco

 

 

 

ArcheoME, ACLI e Panathlon. Tre associazioni: un’unica missione

Mercoledì 3 aprile 2019. Un esempio di rispetto per l’ambiente e cittadinanza attiva arriva da tre associazioni, di natura diametralmente opposta, che si uniscono per restituire dignità e decoro ad una villetta sita in Via principessa Mafalda. Graminacee, rifiuti di ogni natura, deiezioni, abbandono e vandalismo regnavano in ogni dove. I ragazzi di ArcheoMe in collaborazione con gli operatori volontari delle Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – ACLI, unendo le loro forze, dopo oltre cinque ore di lavoro intenso e costante, sono riusciti a bonificare gran parte degli oltre 600 mq del sito.  Un lavoro duro che non è stato completamente portato a termine ma che vedrà un secondo intervento, subito dopo le festività pasquali.

©ArcheoME, pulizie di primavera, via Principessa Mafalda, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©ArcheoME, pulizie di primavera, via Principessa Mafalda, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©ArcheoME, pulizie di primavera, via Principessa Mafalda, Messina 2019

 

Venticinque ragazzi, coordinati dal presidente di ArcheoMe, Francesco Tirrito, e dalla Responsabile Locale Ente Accreditato delle ACLI, Selene Schirru, con alla mano: zappette, secchi, cesoie, rastrelli, guanti, scope, e tanta buona volontà hanno fatto un’esperienza che va al di là delle aspettative. Momenti di fatica ma che hanno dato gioia e soddisfazione, momenti di aggregazione sociale, momenti di inclusione, collaborazione e crescita personale. Un gesto banale, quasi scontato ma che ha fatto comprendere che  – La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai – come sosteneva Henry David Thoreau.

©ArcheoME, pulizie di primavera, via Principessa Mafalda, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il presidente del Panathlon club junior Antonino Monea e il vicepresidente Nunzio De Salvo hanno donato 6 alberi di ibisco che verranno interrati nella seconda parte della bonifica.

il Dottor A. Monea ha precisato che:

“Noi del Panathlon, abbiamo nel nostro DNA associativo un amore per tutto ciò che è sport, quindi, prestiamo particolare attenzione alle villette o ai parchi ove la fascia più tenera della popolazione può praticare attività fisica all’aria aperta nel modo più salutare possibile. Purtroppo, dobbiamo far fronte ad una triste realtà che colpisce soprattutto il sud d’Italia: la scarsa educazione civica dei cittadini. Così ho colto l’occasione per unirmi al presidente di ArcheoMe, che ha in adozione questo piccolo spazio verde, per aiutarlo nel suo progetto. I soci del nostro club si son dichiarati immediatamente entusiasti dell’iniziativa e ci siamo immediatamente attivati. Ringrazio in particolar modo le ACLI che senza di loro non sarei stato a conoscenza di quest’evento e auspico collaborazioni future.”

Francesco Tirrito, che ha in adozione lo spazio da circa un anno, si è manifestato appagato del risultato conseguito:

“Grazie all’impegno degli scorsi mesi e a quello odierno, adesso ci resta l’ultima parte, la più divertente: abbellire la Villetta, piantare gli alberelli regalati dal Panathlon Junior Club Messina, a cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per la generosità, e apporre la targa definitiva! Una targhetta in memoria di Ciccio Corriera, l’ultras messinese, nonché caro amico, tragicamente scomparso in un incidente stradale due anni fa a Roma.
Ringrazio tutti per il supporto. È meraviglioso vedere una comunità rispondere positivamente per riqualificare il proprio territorio.

 

Gabriella Parasiliti Collazzo