Le Giornate FAI d’Autunno 2025 a Messina: la Lanterna del Montorsoli protagonista delle celebrazioni per i 50 anni del FAI

Messina, 11 e 12 ottobre 2025.  Tornano le Giornate FAI d’Autunno, l’appuntamento nazionale dedicato alla scoperta dei tesori nascosti del territorio, che quest’anno assume un valore speciale: il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano festeggia i suoi cinquant’anni di attività. Cinque decenni di impegno civile, culturale e sociale nella tutela, nel restauro e nella valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale del Paese.

Dal 1975 al 2024 il FAI ha investito oltre 162 milioni di euro in restauri a beneficio della collettività, e solo nel 2025 ha già seguito più di 150 cantieri e progetti, destinando circa 11 milioni di euro alla conservazione e alla manutenzione dei beni. Per sostenere queste iniziative, la Fondazione promuove la campagna nazionale di raccolta fondi “Ottobre del FAI”, invitando i cittadini a partecipare attivamente alla salvaguardia del patrimonio culturale italiano.

La Lanterna del Montorsoli: un faro sulla storia di Messina

A Messina, sabato 11 e domenica 12 ottobre, la 14ª edizione delle Giornate FAI d’Autunno offrirà l’opportunità straordinaria di visitare la Lanterna del Montorsoli, una delle fortificazioni costiere più antiche d’Italia, progettata e costruita tra il 1555 e il 1557. Conosciuto anche come Faro di San Ranieri, il monumento sorge in un’area ricca di storia e leggenda, legata al monaco eremita Raineri, che nel XII secolo accendeva fuochi per guidare i naviganti verso la terraferma.

Durante le visite, i partecipanti saranno accompagnati dai 250 Apprendisti Ciceroni, giovani studenti messinesi che racconteranno la storia del faro, le sue trasformazioni e le vicende di figure simboliche come Francesca Arena, prima donna farista siciliana.

“Non è la prima volta che apriamo questa meraviglia – ha dichiarato Nico Pandolfino, capo delegazione FAI di Messina – ma ogni volta è un’emozione nuova. La Lanterna del Montorsoli è un luogo identitario per la città, un simbolo del suo legame con il mare e con la luce. Questa apertura è resa possibile grazie alla collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa, Mari Fari Sicilia e l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto”.

Un compleanno speciale per il FAI di Messina

La presentazione dell’evento è coincisa con il 24° anniversario della Delegazione FAI di Messina, fondata il 7 ottobre 2001 da Giulia Miloro e un gruppo di appassionati volontari. “Da allora – ha ricordato Pandolfino – abbiamo fatto scoprire la bellezza nascosta di tanti luoghi della città e della provincia, come la Badiazza, che speriamo presto di poter restituire alla fruizione pubblica”.

Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il sindaco di Messina Federico Basile, il Comandante di Mari Fari Sicilia Johnny Pizzimento, il Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto Francesco Rizzo, la presidente di ATM Messina Carla Grillo e i rappresentanti di AMAM, Messina Servizi Bene Comune e dell’Ufficio Scolastico Regionale.

Le voci delle istituzioni

“Le Giornate FAI d’Autunno – ha dichiarato il sindaco Federico Basile – sono un appuntamento fondamentale per la nostra città. Consentono ai cittadini e ai visitatori di accedere a luoghi spesso inaccessibili, offrendo un’occasione di conoscenza e riflessione sul nostro patrimonio. Il coinvolgimento delle nostre partecipate dimostra l’impegno condiviso nel promuovere una Messina più consapevole e partecipativa”.

Soddisfazione anche da parte del comandante Johnny Pizzimento: “Riaprire le porte del Faro di San Ranieri è per noi motivo di orgoglio. Questo non è solo un faro, ma un simbolo della città e della sua storia marinara. Nonostante i progressi tecnologici, i fari restano fondamentali per la sicurezza dei naviganti: la Marina Militare continua a garantire questo servizio pubblico dal 1911, con una rete di 888 segnalamenti marittimi lungo tutte le coste italiane”.

Il commissario Francesco Rizzo ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni e associazioni: “Eventi come le Giornate FAI rappresentano un’occasione preziosa per riscoprire luoghi simbolici come la Zona Falcata, su cui abbiamo investito energie e progetti di riqualificazione. Vederla oggi aperta alla cittadinanza è motivo di orgoglio e segno concreto di una Messina che guarda al futuro”.

Una rete di collaborazioni e volontariato

Le Giornate FAI d’Autunno sono rese possibili grazie al contributo del Comune di Messina, delle sue partecipate (AMAM, ATM, Messina Servizi Bene Comune, Messina Social City), dell’Università degli Studi di Messina, del Servizio per il Territorio, di FIAB Messina Ciclabile APS, dell’Ufficio Scolastico Regionale e di numerose scuole cittadine.

Fondamentale anche il supporto del Comitato di Messina della Croce Rossa Italiana, del Dipartimento Regionale di Protezione Civile, del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, dell’Associazione Nazionale Carabinieri e delle associazioni scout e di volontariato.

ATM Messina, mobility partner dell’iniziativa, metterà a disposizione un servizio di navetta gratuita dalla Stazione Centrale a Piazzale Todaro durante gli orari di apertura: sabato e domenica dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 14.00 alle 18.30.

Informazioni pratiche e agevolazioni

L’ingresso al sito è a contributo libero, con accesso prioritario per gli iscritti FAI. Inoltre, fino al 12 ottobre, per chi si iscrive per la prima volta alla Fondazione è prevista una riduzione di 10 euro sulla quota associativa.

Le Giornate FAI d’Autunno rappresentano, ancora una volta, un invito a riscoprire il valore del nostro patrimonio comune, unendo conoscenza, partecipazione e passione civile. E a Messina, la luce della Lanterna del Montorsoli tornerà a brillare, come segno di memoria, rinascita e bellezza condivisa.

La Zona falcata di Messina tra storia e leggenda

Situata sulla punta nordorientale della Sicilia, Messina, anticamente denominata “Zancle”, è una città caratterizzata da una storia dal grande fascino. Famosa per il suo porto a forma di falce, da cui il nome di “zona falcata”, vanta una tradizione marittima secolare.

Il mito di Crono che diede vita alla leggenda di Zancle

Secondo antiche leggende siciliane, quando gli dèi governavano la terra e il cielo, Messina fu teatro di una disputa divina. Crono, figlio di Urano, dio del cielo stellato, dopo aver tentato di evirare il padre con la sua stessa falce, la gettò in mare. La falce, impattando con la costa, si conficcò nella terraferma, dando vita al Porto e alla città di Zancle (nome derivante, secondo Tucidide, dal termine siculo Zanclon, “falce”).

La penisola di San Raineri

Raffigurata da Antonello da Messina come sfondo delle sue Crocifissioni, l’attuale penisola di San Raineri, sito dell’originaria Zancle, rappresenta un tratto distintivo della città di Messina.

Tuttavia, la penisola ha subito, nel corso del tempo, una serie di trasformazioni dal punto di vista fisico e funzionale.

Nel corso del XVI secolo la penisola di San Ranieri assume un ruolo di fondamentale importanza nelle strategie difensive contro gli attacchi turchi, diventando altresì nodo cruciale per la navigazione nello Stretto di Messina. Questo periodo segna un’epoca di trasformazioni significative per il promontorio: a partire dalla costruzione del Forte S. Salvatore, in sostituzione del monastero brasiliano di origine normanna, si denota la nascita di un nuovo sistema di fortificazioni, volto a garantire la sicurezza della città e dei commerci marittimi che attraversano lo Stretto.

La Lanterna del Montorsoli e il nuovo Arsenale

Nello stesso periodo viene costruita la Torre della Lanterna, progettata da Giovan Angelo Montorsoli (1556). Questo edificio turrito trae la sua origine da un doppio mandato della città portuale: comunicare il servizio di ricovero navale e, contemporaneamente, monitorare il transito sullo Stretto per segnalare eventuali situazioni di pericolo.

Contestualmente, nel periodo compreso tra il 1565 e il 1615, viene istituito un nuovo Arsenale, destinato alla costruzione e al raddobbo delle navi.

San Raineri, essendo isolato dalla città, è stato, per un lungo periodo, luogo di isolamento per i malati e sito di sepoltura per i morti causati da epidemie, come la peste del 1522 e del 1575.

Lanterna del Montorsoli
Lanterna del Montorsoli – Fonte: commons.wikimedia.org

Cittadella: da simbolo della repressione a sogno non realizzato

Un importante stravolgimento è dato dall’esito negativo della rivolta cittadina contro gli spagnoli del 1678: la repressione contro il governo spagnolo trova la sua massima rappresentazione nella costruzione della Cittadella, fortificazione nata con lo scopo di separare la penisola dalla città.

Facendo un salto temporale di qualche secolo, nel periodo immediatamente successivo all’Unità d’Italia, la città chiese al nuovo Stato l’abbattimento della Cittadella. Parallelamente l’architetto Giacomo Fiore sognava che San Raineri divenisse un vero e proprio giardino circondato dal mare. Sogno che, ad oggi, resta tale.

Madonna della Lettera - Zona Falcata di Messina ("Zancle")
© Giusy Lanzafame

La Madonnina del Porto

Nel 1934, nel punto più remoto della costa, nasce la maestosa stele della Madonnina del Porto. La Madonnina, simbolo della città di Messina, accoglie benedicente chiunque arrivi in Sicilia. Non è casuale, infatti, l’imponente scritta alla base del suo stele: «VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS». Un augurio  tratto dal saluto finale presente all’interno di una lettera che la Madonna scrisse alla popolazione messinese. Da qui anche il nome di “Madonna della Lettera”.

Giusy Lanzafame

 

 

 

Fonti:

Lanterna del Montorsoli: https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/0/08/Lanterna_Montorsoli_%28Messina%29_15_08_2019.jpg/800px-Lanterna_Montorsoli_%28Messina%29_15_08_2019.jpg