Notte di paura nel centro di Vienna: ennesimo atto di terrorismo

Sono state ore di paura a Vienna nella scorsa notte, dove si è verificato un attentato nel centro nella capitale austriaca. I primi spari sono stati avvertiti intorno alle ore 20 vicino alla sinagoga Stadttempel; centinaia i video messi in circolo sui social network e sulle piattaforme online, dove, tra l’altro, si nota l’attività delle forze di sicurezza austriache alla ricerca di presunti assalitori in fuga. Si tratterebbe, infatti, di attentato coordinato in sei diverse zone della capitale. La polizia, tuttavia, ha chiesto di non condividere video o immagini delle indagini, per ovvie ragioni di sicurezza.

https://www.youtube.com/watch?v=ct0NaCUvnkc

L’attentato

Vienna è piombata nel terrore nell’ultima serata prima del lockdown, annunciato per oggi dalle autorità dove un gruppo di assalitori ha iniziato a sparare sulla folla con fucili.

L’agenzia di stampa austriaca APA ha riferito che il ministro dell’Interno, Karl Nehammer, ha parlato di «apparente attacco terroristico».

Varie sparatorie sarebbero avvenute in diverse zone nei pressi della sinagoga. La polizia ha consigliato di evitare il centro della capitale, definito zona rossa, e di rimanere in casa: «Non appena avremo maggiori informazioni ve le riporteremo». Il centro solo gradualmente e parzialmente è stato, riaperto dopo molte ore dall’inizio dell’attentato, quando la polizia ha permesso alle persone rimaste bloccate nei bar e nei ristoranti di tornare verso casa attraversando dei corridoi di sicurezza, resta comunque presidiato da centinaia di agenti, tra cui agenti dei corpi speciali.

(fonte: Geopoliticia.info)

Inizialmente si presumeva fosse la sinagoga il centro dell’attentato, ma il presidente della comunità ebraica di Vienna, Oskar Deutsch, ha affermato che non vi sarebbero delle vittime tra i rappresentanti della sua comunità:

“Al momento non si può dire se il tempio della città fosse uno degli obiettivi”, comunicando che sia la sinagoga di Seitenstettengasse che l’edificio per uffici allo stesso indirizzo non erano più in funzione e chiusi al momento dei primi spari. Facendo poi appello ai fedeli di non uscire in strada e rimanere al sicuro fino a quando le autorità non avranno chiarito i fatti, chiedendo a tutti gli uomini di non indossare la kippah, il tipico copricapo ebraico.

Oggi a Vienna le scuole rimarranno chiuse.

Il Bilancio

Ammonta a quattro il numero dei civili uccisi, due uomini e due donne, tra cui una cameriera, diciassette i feriti, cinque persone sono ricoverate in ospedale in pericolo di vita, come comunicato questa mattina dal ministro degli Interni austriaco Karl Nehammer durante di una conferenza stampa.

Ferito anche un poliziotto in uno scontro a fuoco con un attentatore, poi sottoposto ad intervento chirurgico. Uno dei killer «pesantemente armato», definito «islamista» dal ministro dell’Interno, è stato ucciso dalla polizia, mentre «almeno uno è ancora in fuga». Gli inquirenti austriaci ritengono che gli attentatori di Vienna potrebbero essere almeno quattro, ancora ricercati.

A seguito della perquisizione dell’appartamento dell’attentatore morto, Nehammer lo ha identificato come “simpatizzante” dello Stato Islamico: un giovane di origini albanesi ma nato e cresciuto in Austria, con una cintura esplosiva attorno al corpo – rivelatasi poi un falso-  il quale in passato aveva provato ad andare a combattere in Siria.

Secondo quanto scrive su Twitter Florian Klenk, giornalista di Falter, l’attentatore si chiamava Kurtin S., i suoi genitori provengono dalla Macedonia del Nord ma non si sarebbero mai fatti notare dal punto di vista di eventuali tendenze islamiste.

Tuttavia, si ritiene che uomo fosse conosciuto ai servizi segreti austriaci: l’uomo faceva parte di un gruppo di circa 90 islamisti austriaci che aveva manifestato l’intenzione di recarsi in Siria.

Secondo, poi, le informazioni del Kronen Zeitung, che pubblica una foto del volto pixellato, si tratta di un rifugiato che aveva prestato giuramento di fedeltà al nuovo leader dell’Isis.

Secondo quanto scrive la Bild avrebbe annunciato su Instagram il suo gesto, postando alcune foto, lunedì.

(fonte: la Repubblica)

La Solidarietà Europea

Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha confermato che ieri sera a Vienna si è trattato di un attentato islamista, «dettato dell’odio, dall’odio per il nostro modello di vita, dall’odio per la nostra democrazia».

Milioni i tweet di supporto morale e sociale alla tragedia austriaca dai massimi esponenti europei:

«L’Europa condanna con forza questo atto codardo che viola la vita e i nostri valori umani. I miei pensieri sono con le vittime e la gente di Vienna sulla scia dell’orribile attacco di stasera. Siamo con l’Austria», scrive il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

«Ferma condanna dell’attentato che questa sera ha colpito la città di Vienna. Non c’è spazio per l’odio e la violenza nella nostra casa comune europea. Vicinanza al popolo austriaco, ai familiari delle vittime e ai feriti» ha twittato il premier Giuseppe Conte.

«Noi francesi condividiamo lo choc e il dolore del popolo austriaco colpito stasera da un attentato nel cuore della sua capitale, Vienna. Dopo la Francia, è un Paese amico ad essere attaccato. È la nostra Europa. I nostri nemici devono sapere con chi hanno a che fare. Non ci arrenderemo» condivide Macron.

«In queste ore terribili in cui Vienna è diventata il bersaglio della violenza terroristica, i miei pensieri sono con le persone presenti e le forze di sicurezza che affrontano il pericolo» ha detto la Merkel.

«Le nostre preghiere per i viennesi dopo l’ennesimo vile atto terroristico in Europa. Questi attacchi malvagi contro persone innocenti devono cessare. Gli Stati Uniti sono a fianco di Austria, Francia e di tutta Europa nella lotta contro i terroristi, compresi i terroristi islamici radicali» afferma Donald Trump.

«Dopo l’orribile attacco terroristico a Vienna , in Austria, Jill e io prego per le vittime e le loro famiglie. Dobbiamo essere tutti uniti contro l’odio e la violenza», condanna anche dal candidato democratico alla Casa Bianca, Joe Biden.

Condoglianze, anche dal presidente russo Vladimir Putin, al presidente e al cancelliere austriaco.

Manuel de Vita

Il 4 maggio il via alla fase due: distanza sociale e graduale ripartenza

Forza, coraggio, metodo e rigore.

Sono queste le parole-chiave con le quali il Presidente del Consiglio Conte ha esordito nella conferenza stampa di ieri sera convocata per l’annuncio del nuovo attesissimo Dpcm.

Rivolgendosi, come forse mai aveva fatto direttamente ai cittadini, il Premier ha esposto le misure, le disposizioni e le prescrizioni relative alla «fase 2» dell’emergenza coronavirus, la fase della convivenza con il nemico invisibile.

Evitare il rischio (scellerato e che non possiamo permetterci) che arrivi una seconda ondata di contagi: questo il “claim” fondamentale che ha attraversato in parallelo tutto il discorso trasmesso in diretta nazionale.

Conte ha ribadito la stringente necessità di rispettare le precauzioni, anche nelle relazioni con i propri familiari.
L’unico modo responsabile ed efficace per convivere con il virus è di mantenere la distanza sociale almeno un metro: «se vuoi bene all’Italia devi evitare la diffusione del contagio».

Le diposizioni del nuovo Dpcm per la Fase 2 saranno valide dal 4 al 17 maggio 2020; alle imprese che potranno riaprire verrà permessa la ripartenza mediante attività propedeutiche a partire dal 27 aprile.

Sarà possibile spostarsi, all’interno della propria regione, anche per visitare i propri familiari, nel rispetto delle distanze e con l’utilizzo delle mascherine. Resta in vigore l’autocertificazione.

E’ consentito tornare alla propria residenza, fare sport lontano da casa purché si rispetti la distanza di due metri.

Non sarà però ancora possibile spostarsi in altre regioni, eccezion fatta per urgenti motivi di salute o di lavoro.

Graduale ed appannata ripartenza anche per il settore della ristorazione, dove sarà aggiunta alle attività di servizio a domicilio anche la possibilità  di asporto.

Dal 4 Maggio, inoltre, potranno riaprire parchi e giardini pubblici (nel consueto rispetto della distanza di sicurezza); si potranno celebrare funerali con la partecipazione di non più di 15 persone (dotate dei presidi di sicurezza).

Confermato con rigore il divieto assoluto per tutte le modalità di assembramento in luoghi pubblici e privati.

 

Per la vendita al dettaglio ed i luoghi di cultura (musei, istituti d’arte) dovremo pazientare fino al 18 maggio.

Più dure e rigorose le misure prescrittive per le attività che si prestano naturalmente allo sviluppo di dinamiche di relazione sociale come bar, esercizi commerciali legati alla ristorazione e centri estetici potranno tornare ad essere frequentati dal 1 giugno.

Quanto alle scuole, Conte ha spiegato che tenere chiuse le scuole significa seguire con rigore e lungimiranza le indicazioni scientifiche degli esperti; riaprire irresponsabilmente gli istituti scolastici ed universitari comporterebbe una potenziale nuova esplosione di contagi, che rischierebbe di vanificare gli sforzi ed i sacrifici prodotti dagli italiani.

Il presidente del Consiglio ha dedicato un passaggio del suo discorso anche al tema caldissimo dell’Unione Europea.

Conte ha parlato del Recovery Fund come di un risultato storico, che adesso va traslato in termini di lavoro tecnico, affinché si eviti che questo strumento si trasformi in una macchina crea-debito.

L’arma della ragionevolezza, della pacatezza lucida e della lungimiranza pare stia iniziando a dare i suoi frutti nel contesto delle trattative europee.

Seguiranno sicuramente settimane difficili ma che, se affrontate con responsabilità e senso civico, potrebbero rivelarsi decisive nella prospettiva di una lenta e difficile guerra al coronavirus che pare, purtroppo, solo all’inizio.

Antonio Mulone