Marco Morricone racconta Ennio Morricone: l’intervista

Lo scorso 16 maggio si è tenuta presso l’Aula Magna del Rettorato la presentazione del volume Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre alla presenza di uno dei due autori: Marco Morricone, figlio del celebre compositore. L’incontro è stato moderato dal professore Fabio Rossi, Ordinario di Linguistica italiana. Inoltre, un sestetto di fiati e fisarmonica del Conservatorio “Arcangelo Corelli” ha curato gli intermezzi musicali con brani tratti dalle più celebri colonne sonore composte da Morricone.

Marco Morricone racconta Ennio Morricone

Sarà capitato almeno una volta nella vita di ognuno di noi di ascoltare le colonne sonore di Ennio Morricone e percepire che, tra quelle note, c’era qualcosa di più. Non è un caso che i suoi brani siano rimasti così impressi. E se, per di più, vi dicessimo che Morricone ha composto anche le musiche di Se telefonando e di Sapore di sale?

Ennio Morricone. Il genio, l’uomo, il padre racconta il dietro le quinte di colui che ha cambiato le sorti e gli standard della musica del cinema. Il libro è stato scritto a quattro mani da Marco Morricone e Valerio Cappelli, che dopo la scomparsa del musicista ha intervistato il figlio per una sua rubrica sul Corriere della Sera; l’articolo fu un successo e così nacque il progetto del libro.

Noi abbiamo intervistato Marco Morricone, che ci ha raccontato degli anni passati a fianco del padre e della loro iniziale distanza siderale. Morricone, inoltre, ha raccontato di Armonica, la Onlus che ha fondato con la moglie Monica Volpini e con Alfredo Raglio, e che si occupa di fare ricerca nell’ambito della musicoterapia applicata a diverse patologie. Qui l’intervista completa.

Giulia Cavallaro

Il professore Fabio Rossi fra gli accademici della Crusca: l’intervista

Ogni italiano, almeno una volta nella vita, al di là dei propri studi, ha sentito parlare della famosa – o famigerata – Accademia della Crusca. E a raccontarcela è stato il Professore Fabio Rossi, ordinario di Linguistica italiana e nuovo membro dell’Accademia dallo scorso 30 aprile. L’abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare le sue sensazioni di fronte a una notizia così importante per tutto l’Ateneo messinese.

Essere membro dell’Accademia della Crusca

«No, – ci dice il professore Rossi – non me l’aspettavo assolutamente. Qual è stata la mia reazione? Beh, di grandissimo orgoglio e soddisfazione, oltre che ovviamente di grande gratitudine nei confronti degli accademici ordinari.» Come ci spiega il professore, infatti, l’Accademia della Crusca non è soltanto una delle istituzioni più prestigiose e longeve al mondo, ma anche uno degli organi più attenti allo studio, alla divulgazione e alla conoscenza dell’italiano sia in prospettiva sincronica, che diacronica.

Ma qual è nel concreto il ruolo di un accademico della Crusca? «Nel mio caso specifico – ci dice il professore – non cambierà molto. Io frequento l’Accademia della Crusca, la sua biblioteca e i suoi convegni almeno dal 1994, quando facevo il dottorato a Firenze. Ho tenuto nel corso degli anni dei corsi lì nel 2023 e ho curato con Geppi Patota due testi dedicati alla settimana della lingua italiana nel mondo.» L’iniziativa, inaugurata nel 2001 dall’allora Presidente Francesco Sabatini e in collaborazione con il MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Collaborazione Internazionale), ha come obiettivo quello di girare il mondo e tenere conferenze sulla lingua italiana. Il professore ci racconta di essere stato già ad Istanbul, in Francia, in Spagna, in Russia, in Romania e in tanti altri Paesi.

Fabio Rossi: accademico corrispondente

«Io all’interno della Crusca sono un accademico corrispondente: sono tenuto a frequentare il più possibile le attività dell’Accademia, a un mutuo scambio di pubblicazioni e di idee relative alla lingua e a un contributo attivo.» Ci racconta il professore che, ad esempio, già da prima della nomina collaborava alla stesura delle risposte del servizio di consulenza La Crusca per voi. A questo proposito, Fabio Rossi porta avanti un’attività simile anche per l’Università degli Studi di Messina con D.I.C.O., il servizio di consulenza linguistica curato insieme a Fabio Ruggiano, Raphael Merida e Francesca Rodolico.

La proverbiale Accademia della Crusca

L’Accademia della Crusca per chi non la conosce rischia di apparire come qualcosa di cristallizzato, di immobile, di ferma a quel lontano 1583, anno della sua fondazione. Tuttavia, l’istituto ha un ruolo ben diverso rispetto a quello puramente normativo. «Negli ultimi cinquant’anni – racconta il professore – da quando Giovanni Nencioni era presidente, l’Accademia è passata da un ruolo prettamente di archiviazione, conservazione e tutela della lingua, a quello di comprensione e non ostruzione della lingua contemporanea. Basti pensare ai due titoli che ho curato con Giuseppe Patota, L’italiano e la rete, le reti per l’italiano (2018) e L’italiano nel cinema, l’italiano al cinema (2017). Sono la dimostrazione di quanto l’Accademia della Crusca voglia essere radicata nella contemporaneità e sia perfettamente in grado di capire, descrivere e analizzare l’umanità tutta.»

«Del resto – continua Fabio Rossi – qual è la caratteristica ineliminabile di ogni lingua del mondo? L’essere un prodotto umano e sociale prima di tutto. A questo proposito, infatti, l’Accademia non impone niente, nessun cambiamento linguistico, ma fa tutt’al più un lavoro di proposta.»

Giulia Cavallaro