“Fai bei sogni” di Massimo Gramellini

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“ Preferiamo ignorarla, la verità. Per non soffrire. Per non guarire. Perché altrimenti diventeremmo quello che abbiamo paura di essere: completamente vivi.”

Il pensiero della morte è uno di quei fardelli che ci portiamo dietro per tutta la vita. Si cerca sempre di relegarla nel più profondo dei nostri cassetti del cuore, si prova a nasconderla sotto una pila di avvenimenti ed emozioni vissute. Più volte tentiamo di esorcizzarla purificandoci con una serie di riti di fede. Ma lei è sempre lì, pronta a venir fuori dalla sua prigione dell’anima, per segnare alcuni dei momenti più tragici e difficili della nostra vita lasciando cicatrici che difficilmente vanno via.

La storia di Massimo, narrata in prima persona in questo romanzo autobiografico, inizia proprio alla fine di quella della sua amata madre. È la mattina del 31 Dicembre 1969  e i suoi sogni da bambino innocente di nove anni sono interrotti bruscamente dall’urlo del padre che è appena venuto a conoscenza della morte della moglie, la mamma del fanciullo che osserva sgomento la scena dalla porta della sua cameretta, ancora intontito dalla quantità di informazioni, miste ai postumi della dormita, che gli stanno pervenendo.

Questo avvenimento segnerà un repentino cambiamento nella vita del giovane torinese, che alternerà momenti di solitudine e moderata autocommiserazione, a momenti di tenui gioie donategli dai brevi amori giovanili, dalla scrittura e dalla sua squadra del cuore, il Torino.

La storia è narrata in maniera lineare, attraverso un lungo flashback che si interrompe negli ultimi capitoli, con forti spunti ironici che accompagnano tutte le fasi della vita del protagonista: dagli anni delle scuole medie passati a difendersi dai bulli e a rinnegare la morte della madre, al periodo Universitario, in cui il demone della sua infanzia, che lo scrittore denomina Belfagor, lo priva di emozioni,  passioni e sentimenti per evitargli ulteriori delusioni che la vita potrebbe propinargli; fino ai primi anni da giornalista e inviato vissuti nel limbo tra amore e frustrazione, gioie e delusioni.

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“Camminavo sulle punte e le guardavo di continuo, perché non ero capace di alzare gli occhi al cielo. Avevo le mie ragioni. Il cielo mi faceva paura. E anche la terra.”

Il rapporto con il padre sarà un nodo cruciale nella storia, caratterizzato da pallidi momenti di vicinanza e brusche liti che porteranno più volte lo scrittore a sferrare decise staffilate nei confronti dell’autoritario genitore. Il tutto si risolverà nelle pagine finali in cui Massimo, ormai grande, riceverà una busta sigillata da quarant’anni nella quale si nasconde il più sconcertante dei segreti che lascerà ogni lettore stupefatto.

Con questo libro, Massimo Gramellini, ci apre le porte più remote della sua anima e ci permette di toccare con mano le ferite che gli sono state inferte, ma anche di vivere i numerosi successi che la  vita gli ha riservato, tutto in maniera semplice e ironica, ma allo stesso tempo profonda e diretta al cuore.

È una lettura consigliata per tutti coloro che, nonostante la scomparsa di un qualcosa o un qualcuno a loro caro, hanno il coraggio di andare avanti e di combattere i propri demoni interiori, proprio come Massimo con Belfagor. Ma è anche un libro per tutti coloro che hanno perso la speranza nella vita, affinché possano riprendere a guardare il cielo tenendo i piedi ben saldi a terra.

Giorgio Muzzupappa

Nuovo Cinema Italiano, la rinascita è in corso

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Mi è capitato, ultimamente, di portare la mia attenzione di assiduo cinefilo ad un fenomeno che dagli  addetti ai lavori è stato ribattezzato come “Il rinascimento del cinema italiano”. Questo fiorente periodo del mercato cinematografico del nostro paese è da collocare soprattutto negli ultimi anni dove le uscite in sala sono state sicuramente variegate e di alto livello. Personalmente mi ritengo fortunato (e anche un po’ bravo dai) nell’essere riuscito a visionare nell’ultimo anno, al cinema, alcune delle pellicole più interessanti che mi hanno fatto ricredere sul livello del cinema italiano e su quello che ancora mi può offrire. Ci tengo quindi a fare una riflessione e il punto della situazione sulle condizioni del cinema nostrano, anche alla luce dei recenti David di Donatello cercando, magari, di consigliarvi la visione dei film più meritevoli. Partiamo.

Il mio ricordo va a, più o meno, un anno fa. Era il 14 maggio del 2015, il giorno del mio compleanno. Decisi di andare al cinema, da solo. Il film che in quel periodo ha attirato la mia attenzione è stato “Il racconto dei racconti”, pellicola diretta da Matteo Garrone. Arrivato al piccolo cinema della mia città, mi resi conto che la sala era completamente vuota. Non c’era nessuno. Subito pensai che tutto questo fosse molto triste, anche se guardare un film al cinema con la sala tutta per me è stata un esperienza straordinaria. Le mie attese per il film erano molto alte: un film italiano fantasy. Bastava questo per far salire l’hype per il film (anche perché ero reduce da una maratona de “Il trono di spade” che un tantino ti fa appassionare al genere). Devo dire che le attese sono state pienamente rispettate. Mi sono trovato davanti un’esperienza cinematografica straordinaria: le storie, i luoghi, i paesaggi e i personaggi erano tutti sconvolgenti. La prima cosa che ho pensato è stata: “Davvero un bel film, e non un bel film per essere un film italiano, ma proprio un bel film.”

Il punto sulla mia, appena nata, riflessione sull’argomento si era incentrato su come Garrone fosse riuscito in questo intento. Ne ho visti di bei film fantasy stranieri, ma questo era diverso. Non faceva il verso ai film americani, ma allo stesso tempo mi dava le stesse emozioni di una grande produzione d’oltreoceano. Garrone era riuscito a prendere un genere come il fantasy e farlo diventare italiano. Non mi trovavo di fronte ad una brutta copia de “Il Signore degli Anelli”, ma di fronte ad una storia italiana (il film infatti è tratto dalle fiabe dell’autore italiano del ‘600 Giambattista Basile) che usava un linguaggio nuovo, il linguaggio italiano. E finalmente ho trovato il punto della mia riflessione. L’Italia è riuscita ha prendere un genere come il fantasy (con tutti i rischi che questo può comportare) e lo ha reso italiano. L’Italia fa i generi cinematografici e li fa bene.

Da quel momento mi è capitato di vedere altri film di genere al cinema. Ricordo con piacere il noir politico di Sollima in “Suburra”. Ricordo con tantissimo piacere un film come “Lo chiamavano Jeeg Robot” di uno straordinario Gabriele Mainetti che è riuscito a rendere italiano un genere come il Cinecomic, con una produzione di neanche 2 milioni di euro, a testimonianza che quando si ha un’ idea solida i soldi passano in secondo piano. Ricordo con altrettanto piacere il recente film di Matteo Rovere “Veloce come il vento” che mi ha fatto saltare sulla poltroncina del cinema dall’emozione con un film d’azione/sportivo. Tutti questi film hanno reso generi che a noi sembravano sconosciuti e addirittura inarrivabili come generi “italiani DOP”.

Oltre a questi film di genere ci tengo a consigliare altri film usciti nell’ultimo anno dall’Italia. Se siete fan di Maccio Capatonda apprezzerete tantissimo la sua “fantozziana” commedia “Italiano Medio” che fa una sprezzante critica al nostro paese in pieno stile Maccio. Se amate i film estremamente drammatici di Muccino non perdetevi “Padri e Figlie” con uno straordinario Russel Crowe. Personalmente ho amato anche l’ultimo film del maestro Paolo Sorrentino “Youth – La giovinezza”, un romantico e surreale modo di guardare la terza età. Da guardare anche l’ultimo film del compianto Claudio Caligari “Non essere cattivo” con due giovani attori italiani lanciatissimi in questo momento come Luca Marinelli e Alessandro Borghi. E per finire vorrei consigliare anche “Perfetti sconosciuti”, il film di Paolo Genovese (vincitore quest’anno del David di Donatello come miglior film), non vi troverete davanti la solita commedia italiana. La lista potrebbe essere più lunga ma mi fermo qui.

Insomma direi che di carne al fuoco ce ne è parecchia. Film nuovi, freschi e che attirano il pubblico in sala. Il cinema italiano si prepara ad un nuovo fiorente periodo, grazie anche a chi ha messo le basi in questi ultimi anni. È infatti grazie ai registi e agli autori che negli ultimi anni hanno avuto il coraggio di sperimentare e di azzardare che oggi possiamo guardare al futuro speranzosi. Naturalmente continueremo a vedere nelle sale italiane i cinepanettoni e le commediole-svuotacervello ma la speranza è che il pubblico, piano piano, decida di cambiare sala in favore di film come quelli sopracitati. Il cambiamento è iniziato, sta a noi riempire i cinema italiani e favorire il Made in Italy. Quello di qualità. Quello che ci fa saltare sulle poltroncine. Quello che riesce ad emozionarci e sorprenderci. Quello del Nuovo Cinema Italiano.

Nicola Ripepi

 

Derek, Meredith e Grey’s Anatomy: perché metterlo in play

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Ci sono serie tv e serie tv: drammatiche, ironiche, comiche, sanguinolente; corte, lunghe, che durano dai 20 ai 120 minuti.

Ma una serie tv, per tenerti davvero incollato alla sedia e farti perdere il senso del tempo e dello spazio, deve avere una trama coinvolgente e sconvolgente, una trama che ti lasci sempre con il fiato sospeso, almeno quel tanto che basta per dirti: ’’ok, dormirò in un altro momento’’ e farti così rimettere play sul tuo sito di streaming.

Una di queste serie è Grey’s Anatomy. Al bando gli scettici che dicono che è solo un’enorme cavolata, più lunga di Beautiful e troppo distante dalla realtà: quando inizi a guardarla non puoi più farne a meno. Io, da fan numero uno, sono riuscita a convertire un sacco di persone e a farle diventare tossicodipendenti da Grey’s Anatomy.

Grey’s Anatomy è una serie televisiva statunitense trasmessa dal 2005. È un medical drama incentrato sulla vita della dottoressa Meredith Grey, una tirocinante di chirurgia nell’immaginario Seattle Grace Hospital di Seattle. Il titolo di Grey’s Anatomy gioca sull’omofonia fra il cognome della protagonista, Meredith Grey, e Henry Gray, autore del celebre manuale medico di anatomia Gray’s Anatomy (Anatomia del Gray). Seattle Grace (poi Seattle Grace Mercy West e, ulteriormente, Grey Sloan Memorial Hospital) è invece il nome dell’ospedale nel quale si svolge la serie. I titoli dei singoli episodi sono spesso presi da una o più canzoni.

Tra personaggi che vanno e vengono, che nascono e muoiono, Grey’s Anatomy riesce a lasciare veramente un segno. Durante la progressione della trama, che si svolge in 12 stagioni per un totale di 268 episodi, ognuno di noi può trovare una citazione, una situazione, un momento in cui riconoscersi. Ed io, da studentessa in Medicina, posso dire che (a parte qualche caso assolutamente irreale) è anche molto vicina alla realtà medica. I gesti, i protocolli, il lessico, infatti, sono assolutamente presi dal campo.

Tutti conosciamo Meredith e Derek, sappiamo la loro storia d’amore e chi come me è da 11 anni che sta appresso a loro e ci ha perso cuore, lacrime e vita, sa che non sono solo ‘’Meredith e Derek’’: sono due personaggi pieni di umanità, che fanno e dicono cose che tutti noi abbiamo fatto e detto, anche e soprattutto le peggiori. È questo il segno che contraddistingue tutti i personaggi della serie, dal più importante al meno: l’umanità. Sono esseri umani a 360°, con i difetti e i pregi, con l’egoismo, i sogni, la cattiveria, la gentilezza, la bontà, la forza e la debolezza, le paure e il coraggio.

Ed, a parte l’intramontabile ‘’prendi me, scegli me, ama me’’, il sesso e la tequila, ci vuole poco a capire che Shonda Rimes (l’autrice) voleva andare oltre a tutto questo e insegnare ad accettare argomenti che ancora sono, per la società, tabù.

È una serie tv che vuole insegnare la speranza, il rischio e la speranza che può derivare dal rischio. Che non tutto è come sembra, che una coppia perfetta può spesso scoppiare ma questo non esclude il fatto che si può andare realmente avanti, a qualsiasi età. Che puoi sempre conoscere una persona, che essa sia maschio o femmina.

Vuole abbattere i muri dell’omofobia. Tra i personaggi principali abbiamo una coppia lesbica costituita da una donna omosessuale ed una bisessuale, vuole far capire alle persone che non c’è niente di strano nella transizione, che i transgender sono persone come noi in corpi nei quali stanno troppo stretti.

Vuole insegnare che non esistono barriere di tipo religioso, che la scienza e la religione possono coesistere e convivere, che essere ateo non è sinonimo di essere vuoto. Insegna il perdono, l’amicizia, la lealtà, la sana competizione e quella che ti porta a impazzire perché parte da basi sbagliate.

Tra gli argomenti principali troviamo anche temi molto attuali quali l’adozione e l’inseminazione artificiale. Viene anche approfondito l’argomento ‘’psicoterapia’’, cercando di trasmettere il messaggio che prendere consapevolezza dei propri problemi e affrontarli con qualcuno che può realmente aiutarti non è una vergogna ma un segno di coraggio.

E che, a prescindere da tutto, negli ospedali si fa tanto sesso e ci sono davvero tantissimi fighi e fighe.

Elena Anna Andronico

REFERENDUM TRIVELLE. VINCONO GLI ASSENTEISTI E I SI’ MA NON C’E’ QUORUM, QUINDI NON SI AVRA’ NESSUN EFFETTO

 

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I dati sul referendum delle trivelle sono ormai certi e i risultati che riguardano la durata delle concessioni per le ricerche petrolifere non ha raggiunto il quorum (50%+1 degli aventi diritto al voto).

 

Il dato sull’affluenza per quanto riguarda gli 8000 comuni italiani al voto vede una percentuale di votanti che si attesta intorno al 32,15%, mentre la Sicilia si attesta al 28,40%.

 

Per quanto riguarda proprio la Sicilia, dati alla mano, ci indicano che Trapani è la città dove si è votato di più (33,30% di affluenza), seguita da Agrigento, Ragusa e Catania. A Palermo, dove ha votato anche il Presidente Mattarella, si è registrata una affluenza alle urne pari al 7,54% seguita da Siracusa con il 26,98%. Caltanissetta con il 22,50% si conferma la provincia dove si è votato meno e infine Gela che è il comune dove l’astensione è stata praticamente la regola.

 

Nella Città dello Stretto, dove ha votato il 24,4% delle persone aventi diritto, sono stati registrati percentuali per il “SI’” pari al 91,37% mentre i “NO” si sono attestati intorno all’ 8,63%.

 

I risultati del referendum cosiddetto “sulle trivelle” sono arrivati a partire dalle 23 della giornata di ieri per poi diventare più certi nel corso della notte. Il quorum del 50%+1 non essendo stato raggiunto fa sì che il referendum non avrà valore sul tema su cui era stato convocato.

 

Tanta fino all’ultimo la confusione delle persone sulle modalità di voto. Tale referendum era stato convocato per decidere se abrogare o meno la parte di una legge che permette, a chi ha ottenuto concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa, di rinnovare la concessione fino all’esaurimento del giacimento.

 

Sul non raggiungimento del quorum ha giocato una cospicua indifferenza di molti italiani non solo al tema, ma anche allo stesso uso dello strumento del referendum rispetto a scelte giudicate troppo tecniche e limitate.

 

Per questa ragione molti sostenitori del “no”, ovvero coloro che erano a favore del mantenimento della norma, avevano puntato più sulla questione assenteismo che sulla ragione del voto contrario, cercando di incentivare il mancato raggiungimento del quorum necessario affinchè il risultato del referendum fosse considerato valido. Alla fine, sono questi che hanno vinto.

Pietro Genovese

Dietro le quinte: vi racconto di Radio UniVersoMe

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Se ci mettiamo a parlare in una stanza buia, le parole assumono improvvisamente nuovi significati.

Marshall McLuhan

 

Era il 5 maggio 2015, quando ci siamo ritrovati tutti nell’ufficio stampa del rettorato dell’Università di Messina per iniziare questo coinvolgente percorso che ha portato alla creazione del progetto UniVersoMe.

È passato quasi un anno da quel giorno e tra ostacoli, tempi che si sono allungati all’infinito e problemi di ogni genere, siamo riusciti a diventare qualcosa di concreto, di visibile: una testata multiforme di cui ogni studente può fare parte e può usufruire. Informazione, cultura, eventi, comicità: abbiamo tutto.

Quando mi sono trovata catapultata in questo mondo mi sentivo un po’ zoppa, un po’ spaesata. Un pesce fuor d’acqua, per così dire. La mia esperienza nell’ambito della scrittura, del giornalismo, si riduceva ad un puro hobby, un passatempo amatoriale giusto per scaricare lo stress. Circondata dai miei colleghi che stanno seguendo un corso di studi per diventare Giornalisti con la G maiuscola, ho pensato: ‘’ ma che ci faccio qua?’’. La risposta è arrivata da sé, è proprio questo il bello della scrittura, tutti possono scrivere. Basta farlo con piacere. C’è chi diventerà qualcuno, chi invece, come me, ne trarrà sempre solo sensazioni piacevoli e soddisfazione personale.

E così eravamo noi 9 che costruivamo, mattoncino su mattoncino, tutto questo. Poi un giorno, a Dicembre, Alessio mi chiama e dice: ‘’Ele, te lo ricordi che hai dato la tua disponibilità anche per il canale Radio? Deve partire a breve’’. Tatatan. Ho iniziato a sudare freddo. Per la voglia di fare, e fare il più possibile, avevo dato la mia disponibilità sia per il giornale che per la radio. Non potevo tirarmi indietro, per orgoglio, per sfida, per fare da spola tra i due canali. E così, rimbocchiamoci le maniche, facciamo partire il canale radio.

Siamo partiti in tre e ci siamo ritrovati in otto, otto persone che a malapena si conoscevano e che buttarono giù un programma con la consapevolezza che tutto, all’inizio, sarebbe stata la simulazione di sapere cosa stavamo facendo, andando a braccio nella speranza di essere assistiti da una sana botta di culo. Sai, ti ritrovi a dover fingere di conoscere la persona con la quale intrattieni il pubblico, devi trovare quella scintilla di affinità che vi faccia andare d’accordo o litigare, che mantenga viva l’attenzione.

Senza darlo a vedere, ero abbastanza preoccupata. Avevo fatto Radio, ma una cosa è farla guidata dal tuo maestro e insegnate del mestiere, un colosso con un’esperienza incommensurabile alle spalle, una cosa è farla con altri pulcini imbranati come te. Poi quando mi hanno comunicato che mi sarei occupata di sport con Panebianco ho stilato un elenco con centinaia di possibili scuse per lavarmene le mani, ma questa è un’altra storia.

La radio è un mondo a sé stante. Qualsiasi cosa che sia scritta, pure se si ha una finestra limitata di tempo per scriverla, la si può correggere, rivedere, aggiustare, rendere il più corretta possibile, sfiorando la perfezione. La radio Logo_radiono.

La radio è una botta e risposta continuo, sei tu e un’altra persona, due microfoni e una stanza. Si ha davanti un pc e una consolle e tu devi essere così attento e coordinato da saper fare partire e fermare al momento giusto le canzoni, ricordare di spegnere e accendere i microfoni, far sparire qualsiasi tipo di rumore esterno.

In tutto ciò devi pure essere spigliato, non farti bloccare dalla paura del microfono. Sembra banale, ma ci si sente da una parte quasi stupidi a parlare da soli, dall’altra lo sai che ci sono persone che ti ascoltano, togliendosi del tempo per farlo, e quindi sale l’ansia da prestazione, non puoi commettere errori.

Parli. Parli per dare informazione, per distrarre le persone, per comunicare qualcosa. Deve essere una conversazione normale con un amico, ma non è normale: i tempi verbali devono essere precisi, non puoi dire corbellerie riguardo all’argomento che stai trattando, devi cercare di tenere un ritmo scorrevole. Non puoi parlare sopra al tuo co-conduttore. Questo è particolarmente difficile: io e le mie amiche riusciamo a parlare tutte contemporaneamente di cose diverse capendoci, succedesse durante la trasmissione sarebbe solo un gran caos. Da quando indossi le cuffie e clicchi play sei fregato: o la va o la spacca.

Radio UniVersoMe oggi compie 3 settimane. Considerando che la fase embrionale dura 4 settimane, siamo ancora molto piccoli ed immaturi ma non troppo. Devo dire che non me l’aspettavo proprio il calore che si è creato, all’interno e all’esterno della bolla radiofonica. Noi come gruppo siamo diventati solidi, tutti sulla stessa linea d’onda, amici. E da voi, pubblico che ci leggete e ascoltate, arriva qualcosa, quel qualcosa che ci spinge a migliorarci di settimana in settimana, che ci sprona a fare sempre meglio. Con un perfetto equilibrio tra teste calde e razionalità, battibecchi, prese in giro, serietà e serenità stiamo concretamente facendo qualcosa che rimanga nelle mani della nostra università e degli studenti che arriveranno dopo di noi.13016758_10209141176276161_599495794_o

Questa è la nostra storia, la storia di alcuni ragazzi che vogliono dare voce all’università e che vi aspettano tutti i Lunedì e i Mercoledì (alle 15:00 e alle 17:00) eccitati come bambini di poter parlare con voi.

Elena Anna Andronico

Eventi della settimana (11/04/2016 – 17/04/2016)

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LUNEDI 11 APRILE

ORE 10:30

Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, aula “L. Campagna”. Seminario “Dall’Europa all’Italia: prassi e teoria amministrativa” Relatore: Prof. Federico Lucarini (Università del Salento – Brindisi) su “Assetti amministrativi dei principali paesi europei”

ORE 15:30

Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne. Seminario “A partire dal volume AA.VV., La filosofia e la Grande Guerra, Milano 2015” Introduzione a cura di: Prof. Mario Bolognari: Direttore del Dipartimento DICAM

MARTEDI 12 APRILE

ORE 10:30

Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, aula “L. Campagna”. Seminario “Dall’Europa all’Italia: prassi e teoria amministrativa”. Relatore: Prof. Federico Lucarini (Università del Salento . Brindisi) su “Teoria e prassi: gli assetti amministrativi dell’Italia liberale”

ORE 16:00

Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali, Aula Magna.

Seminario “ Lineamenti di storia mediologica delle arti performatiche” Relatore: prof. Fabrizio Deriu (Università degli Studi di Teramo)

ORE 16:45

Accademia Peloritana dei Pericolanti. Presentazione del libro “Stessa misura, stesso peso, stesso nome” di Antonio Giuffrida “Università di Palermo”

Ne discutono con l’autore i Proff. Giuseppe Caridi e Michela D’Angelo Modera il prof. Angelo Sindoni

ORE 18:30

Libreria Colapesce (Via Mario Giurba 8/10). Presentazione del libro “Per uno Stato che non tortura. Diritto, sapere e pratiche contro la violenza istituzionale” di Caterina Perroni e Simone Santorso

Ne discuteranno: Caterina Peroni, sociologa, Università di Padova.

Pietro Saitta, sociologo, Università di Messina

Giulia Colavecchio, giurista, Università di Messina

Carmelo Picciotto, avvocato penalista, membro di “Antigone”

MERCOLEDI 13 APRILE

ORE 10:30

Rettorato, Aula “Cannizzaro”. Convegno “L’Europa tra conflitti e sanzioni”

Ne discuteranno:

Prof. Carmelo Di Piazza, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Esteri della Repubblica della Ossezia del Sud –

Prof. Daniele Tranchida, Docente presso l'Università di Messina;

-Avv. Antonio Arena,Esperto di Relazioni Commerciali tra Italia e Russia;

– Sig.Vittorio Rangieloni in Collegamento Skype dal Donbass, Reportere LNR Today; Moderatore: Sig. Marco Donato, Rappresentante dell'Associazione "Messina-Russia".

E' prevista l'attribuzione di 0.25 CFU per tutti coloro che prenderanno parte al convegno

. ORE 17:00

Biblioteca Comunale “Tommaso Cannizzaro” (Viale Boccetta 373, PalaCultura “Antonello da Messina, 1° e 2° Piano)

Pomeriggio dedicato all'inventore messinese Giovanni Rappazzo, noto per aver applicato nel 1913, per la prima volta al mondo, un sistema di sonorizzazione dei film, inventando la prima pellicola cinematografica con effetti sonori, quello che lui stesso definiva "sincronismo sonoro" o la "sincronizzazione foto-cine-fonica".

In questa occasione sarà presentato il documentario prodotto e ideato dalla prof.ssa Rosaria Mantineo Gambadauro, "Giovanni Rappazzo, l'uomo che diede voce al cinema" che ci farà conoscere la storia della sua invenzione: il cinema sonoro.

Interverranno:

– Prof. Antonio Maria Perna (assessore alla Cultura del Comune di Messina) – Rosaria Mantineo Gambadauro e l'ing. Giuseppe Scionti (filmmaker)per raccontare la realizzazione del documentario.

– Giovanni Rappazzo (nipote di Giovanni Rappazzo) – Prof. Basilio Maniace (docente Università della Terza età – Unitre sede di Messina)

– Prof. Nino genovese (esperto di cinema)

ORE 19:00

ARB Service (Via Romagnosi 18) Presentazione del libro “L’esatto contrario” di Giulio Perrone

Introduzione: Daniela Bonazinga

Conversa con l’autore: Guglielmo Pispisa

Eventi della settimana (04/04/2016 – 10/04/2016)

LUNEDI 04 APRILE

ORE 09:00

Aula 4, Via Bivona. Seminario “Ciò che separa unisce: il paradosso del confine” organizzato dal Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali.

Relatori: Valentina Grassi (Università degli Studi “Parthenope” di Napoli) Fabio D’Andrea (Università degli Studi di Perugia)

ORE 10:30

Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche, aula “ Campagna”. Seminario “Dal Referendum all’Assemblea Costituente”. Relatore: prof. Roberto Martucci (Università del Salento – Lecce)

ORE 18:00

Feltrinelli Point:  nuovo appuntamento con L'Insurrezione di Dublino. "Per interposta persona – Nel ventre della traduzione" è il nome dell'evento organizzato con la collaborazione del festival delle narrazioni Naxoslegge.

Prenderanno parte all'evento il prof. Enrico Terrinoni, traduttore del libro di James Stephens, Mariavita Cambria e Fulvia Toscano. In rappresentanza di Menthalia (casa editrice de L'Insurrezione di Dublino) Enrico De Pompeis

MARTEDI 05 APRILE

ORE 10:30

Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche. Aula “Campagna”. Seminario “Al posto del Re: il Presidente della Repubblica”. Relatore: prof. Roberto Martucci (Università del Salento – Lecce) Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne. Seminario "L'insurrezione della lingua. Joyce, Stephens e l'Easter Rising". Ne discuterà Enrico Terrinoni (professore associato di Letteratura Inglese, Università per Stranieri di Perugia). Il seminario si propone di "ricordare" il centenario della Rivolta di Pasqua (Easter Rising) attraverso la scrittura di James Joyce e James Stephens.

Interverrà Mariavita Cambria, ricercatrice di Lingua Inglese presso il DiCAM

ORE 18:00

Teatro Vittorio Emanuele, Sala Sinopoli. Presentazione di “Assassinio all’Ikea” di Giovanna Zucca. Introduce Ninni Bruschetta

ORE 21:00

Teatro Vittorio Emanuele. Mario Biondi in concerto a Messina col suo Beyond Tour

MERCOLEDI 06 APRILE

ORE 10:30

Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche. Aula “Campagna”. Seminario “Perpetui o immortali? Deputati, senatori e leggi” Relatore: prof. Roberto Martucci (Universitá del Salento – Lecce)

ORE 11:00

Aula Magna 2, Dipartimento di Economia. Presentazione delle modalità per fruire delle borse di studio di mobilità nell’ambito del programma Erasmus+ Programme Countries per l’Anno Accademico 2016/2017. All'incontro interverranno il prof. Antonino Germanà, Prorettore all'Internazionalizzazione, il prof. Giovanni Moschella, Presidente della Commissione Senato per l' Internazionalizzazione e il prof. Augusto D'Amico, Direttore del Dipartimento di Economia

ORE 16:00

Aula Magna, Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali. Seminario “Ridisegnando le mappe disciplinari: aggiornamenti sulle questioni del paesaggio”. Relatore: Giulio Iacoli (Universitá degli Studi di Parma)

 

IN AGGIORNAMENTO

Ninni Bruschetta e la sua carriera da “attore non protagonista”

Ninni Bruschetta, regista teatrale, attore, sceneggiatore e direttore artistico del Teatro Vittorio Emanuele, torna presso l’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali, dove viene accolto con un calore che lui stesso aveva trovato e riscontrato nel lontano 2010, quando ebbe modo di presentare il suo libro intitolato “Il mestiere dell’attore”, con prefazione di Franco Battiato.

Questo suo nuovo lavoro, edito da Fazi Editore e intitolato “Manuale di sopravvivenza dell’attore non protagonista”, è un libro che racconta di un Bruschetta che inizia a fare un bilancio del suo mestiere fin qui svolto, mettendo a nudo con professionalità le proprie esperienze teatrali, televisive e cinematografiche, svolte nl corso di una quindicina di anni.

Raccontare, afferma l’attore messinese, è la cosa più bella che esiste.

Rispetto al suo primo libro, dove Bruschetta offre le sue riflessioni ben documentate su quello che è il ruolo dell’interprete rispetto al testo e rispetto al contesto in cui esercita il mestiere, in questo secondo suo lavoro, lo sceneggiatore è critico nei confronti dei meccanismi del mondo dello spettacolo. Bruschetta parla dello spettatore e di come questa figura, nel tempo, sia andata sempre più a peggiorare in quanto, in spazi brevi non solo è costretto a leggere la storia del protagonista che in quel momento l’attore recita, ma perde, al tempo stesso, il significato di che cosa è il cinema.

Al tempo stesso però, lo stesso spettatore, diventa colui che ti coccola, ti rende euforico. E’ all’interno dell’inquadratura che si trova il senso del cinema anche se, l’attore cinematografico, rispetto al collega teatrale, non avrà mai il senso di quello su cui sta lavorando. Il direttore artistico del Teatro Vittorio Emanuele spiega, ai ragazzi presenti del progetto cinema, coordinati dal professore Parisi, che “l’ attore deve essere sempre responsabile del linguaggio che usa e per confrontarsi con altre realtà, deve stare in continuo movimento”.

Nel corso dell’incontro, altro tema toccato è stato quello del settore cinema , fortemente in crisi e la comunicazione che si fa sui social, per promuovere i prodotti, non rappresenta nulla a livello nazionale in quanto chiusa e per questo motivo, non ha peso di alcun genere. Bruschetta, in base alla sua forma di pensiero, spiega che i giovani navigano su un piano completamente diverso da quello su cui viaggia lui e coloro che sono a lui coetanei. Non si sente di dar loro nessun consiglio ma, nello stesso tempo, afferma che un bravo attore, nel momento in cui va in scena, deve esser pronto a sospendere i propri giudizi personali su fatti e personaggi che sta andando a rappresentare. Da venti anni a questa parte, afferma a conclusione del suo intervento l’attore messinese, si è fatto all’interno del nostro paese uno scempio di cultura e solo un uomo di cultura, di cui lui non fa il nome, poteva distruggere la cultura stessa.

L’incontro con l’autore del libro “Manuale di sopravvivenza dell’attore non protagonista” e moderato dal professore Dario Tomasello, è poi proseguito con la proiezione di alcune clip che vedevano impegnato Bruschetta all’interno di vari contesti: da “La Trattiva” di Guzzanti a “Paolo Borsellino” passando per i “Cento Passi”.

Da ricordare che grande è stato il successo avuto da Bruschetta durante la tournée teatrale “Amleto di William Shakespeare” dove, all’interno del contesto, l’uomo Amleto acquisisce la consapevolezza di una caduta spirituale e sceglie di abbandonare il paradiso terrestre per essere un comune mortale con le sue imperfezioni.

Piero Genovese

 

Eventi della Settimana (21/03/2016 – 27/03/2016)

LUNEDI 21 MARZO
ORE 09:00
Corteo in occasione della XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie
– Ore 07:00 Concentramento manifestanti presso Piazza Javara
– Ore 09:00 Partenza corteo (Percorso: Piazza Juvara, Via Garibaldi, Corso Cavour, Via
– Tommaso Cannizzaro, Viale San Martino, Via I Settembre, Piazza Duomo)
– Ore 11:00 Inizio lettura nomi vittime innocenti della mafie e interventi

ORE10:30
Aula Magna del Rettorato: Assemblea Generale d’Ateneo
Interverranno:
Il Rettore dell’Università di Messina, prof. Pietro Navarra. Il Prorettore alla Didattica, prof. Pietro Perconti. Il Prorettore alla Ricerca, prof. Salvatore Cuzzocrea. Il rappresentante del personale docente precario, dott. Filadelfio Mancuso. Il rappresentante del personale tecnico amministrativo, dott. Maurizio Fallico. Il rappresentanti degli studenti, Erika Ristuccia e Francesco Torre
Saranno riconosciuti 0,25 CFU agli studenti che parteciperanno all’evento

ORE 16:30
Aula Magna del Rettorato. Seminario “Legalità, merito e ruolo dell’Università”
Interverranno:
Dott. Giovanni D’Angelo, Procuratore Generale della Corte d’Appello di Messina
Prof. Mario Bolognari, Direttore del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina
Coordina:
Prof. Giovanni Moschella, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università degli Studi di Messina

Saranno riconosciuti 0,25 CFU agli studenti che parteciperanno all’evento

MARTEDI 22 MARZO
ORE 10:30
Aula Cannizzaro, Rettorato. Convegno “"Referendum Trivelle 17 Aprile: Opinioni a confronto"
Interverranno:
– Prof.Randazzo, Associato di Geologia presso l'Università di Messina;
-Prof. Stefano Agosta, Associato di Diritto Costituzionale presso l'Università di Messina;
Avv. Francesco Rizzo, Referente dell'Associazione "Fare Verde Messina-Isole Eolie"

Coordina: Andrea Fiore

Saranno riconosciuti 0,25 CFU agli studenti che parteciperanno all’evento

ORE 16:30
Rettorato, Accademia Peloritana dei Pericolanti. Convegno “La voce di chi non ha voce: i diritti dei piu deboli”

Introduce e coordina:
Federica Vitale
Intervengono:
– Prof. Girolamo Cotroneo, professore emerito di Storia della Filosofia all'Università di Messina;
– Prof.ssa Marianna Gensabella, Ordinaria di Filosofia Morale e Bioetica (Dpt. Civiltà Antiche e Moderne, Università di Messina).
Saranno riconosciuti 0,25 CFU agli studenti che parteciperanno all’evento

 

GIOVEDI 24 MARZO

ORE 10:30

Palazzo Zanca. Presentazione del progetto "Metro – Bus": una strategia per il trasporto pubblico a Messina"

Parteciperà alla conferenza stampa l'Assessore alla Mobilità Gaetano Cacciola.

Invitati a partecipare alla conferenza stampa:
– il direttore generale ATM Giovanni Foti,
– il commissario ATM Domenico Manna,
– la mobility manager del Comune di Messina Silvana Mondello,
– il dirigente comunale alla viabilità Mario Pizzino.

 

 

IN AGGIORNAMENTO

Eventi della settimana (14/03/2016 – 20/03/2016)

 

LUNEDI 14 MARZO:

Ore 18:30

Il Gruppo Informaliste presenta la mostra di piuttura “A (t) Tratti Contemporanei” a cura di Maria Teresa Zagone, con Marcella Cilona, Giorgia Minisi e Chiara Minutoli. La mostra si svolgerà presso “la stanza dello Scirocco” Via del Vespro 108

Ore 19:30

Incontro settimanale del movimento “Cambiamo Messina dal Basso” Via Mario Giurba 15

 

Ore 20:30

ZO Clase Especial Con Clara e David a Tangopuntocom Studio Danza Metropol di Messina: lezioni di approfondimento sulle tecniche di danza

MARTEDI 15 MARZO

Ore 09:30

Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, Aula 8, Conferenza “I giovani e i social: dall’Italia all’Europa”

Ore 17:00

V Giornata Nazionale del fiocchetto lilla. Giorno dedicato alla sensibilizzazione ed informazione riguardo i disturbi del comportamento alimentare. Musica dal vivo e dj set presso Piazza Duomo.

Ore 19:00

Presentazione “La danzatrice di Ragusa” di Giovanni Merenda. Libreria Feltrinelli Point. Introduzione a cura di Pompeo Oliva

Ore 20:30

Incontro “Che fine ha fatto la nostra raccolta differenziata”? L’incontro si svolgerà presso la sede “Spazio libero” dell’Associazione Energia Messinese 2.0, Via Cesare Battisti 226. Saranno proiettati due servizi su come viene riciclato l’alluminio e la carta nelle isole ecologiche. A seguire Cena Sociale e dibattito.

MERCOLEDI 16 MARZO

Ore 09:00

Palacultura Antonello. Il Centro Studi Artistici presenta “ Giufà, un viaggio…” regia di Carmelo Cannavò

Ore 10:00

Chiesa di Santa Maria Alemanna, Don Ciotti incontra i Dirigenti Scolastici

Ore 14:00

EBEC Messina 2016. Facoltà di Ingegneria: Round locale della più importante competizione ingegneristica d’Europa.

La competizione si svolgerà in due prove:

-Case Study: trovare una soluzione ad un problema tecnico o gestionale;

-Team Design: costruzione di un prototipo funzionante che segua determinate specifiche con il materiale da noi fornito.

Due squadre vincitrici che accederanno al Round nazionale a Torino ad Aprile