Dune – Parte Due: Villeneuve fa scuola di Cinema

Dune – Parte Due è un film del 2024 co-sceneggiato, diretto e prodotto da Denis Villeneuve. Comprende un cast corale composto da Timothée Chalamet, Zendaya, Austin Butler, Dave Bautista, Stellan Skarsgård, Josh Brolin, Christopher Walken, Rebecca Ferguson, Florence Pugh, Javier Bardem, Rebecca Ferguson, Stephen McKinley Henderson, Léa Seydoux, ecc. È il sequel del film “Dune” uscito nel 2021 ed è la seconda parte dell’adattamento cinematografico del primo romanzo del “Ciclo Di Dune” di Frank Herbert. E’ arrivato nelle sale quasi un anno fa (40 anni dopo dell’uscita dell’adattamento cinematografico diretto dal compianto David Lynch) ed è stato reso disponibile su Sky e Now TV di recente, esattamente lo scorso 1° Gennaio.

Ha avuto 5 Candidature agli Oscar 2025, edizione che si terrà il prossimo 2 Marzo, come Miglior Film, Migliore Fotografia, Migliore Scenografia, Miglior Sonoro e Migliori Effetti Visivi

Trama di Dune Parte II

La seconda parte inizia da dove si è interrotta la prima e vede Paul Atreides (Timothée Chalamet) unirsi a Chani (Zendaya) e ai Fremen sul sentiero della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, Paul intraprende una missione per impedire un terribile futuro che solo lui è in grado di prevedere.

Villeneuve ha trovato il giusto modus operandi per adattare Dune

Frank Herbert ha realizzato un ciclo di romanzi che ha appassionato diversi lettori e successivamente, ha avuto alcune trasposizioni cinematografiche e televisive. Dopo la versione cinematografica del 1984, sceneggiata dallo stesso autore dei romanzi e diretta da David Lynch che non ha convinto tanto che quest’ultimo è arrivato a rinnegarla, e qualche Serie TV non brillante, è arrivata quella di Denis Villeneuve.

Dopo questi due film arrivati in sala e poi nelle varie piattaforme (la prima parte nel 2021 e la seconda nel 2024), “Dune” ha avuto finalmente la sua occasione di divenire un fenomeno cinematografico e Denis Villeneuve ci è riuscito in maniera eccellente. Non è il solito blockbuster mirato a fare soldi, ma una storia non semplice e piena di intrighi politici da cui ci si aspetta di tutto. E’ un genere che esprime la pura fantascienza che ha dato anche una svolta al genere sci-fi stesso.

Fonte: Ciak Magazine

I due film di “Dune” di Villeneuve rappresentano il puro Cinema con la C maiuscola.

È una storia non semplice, piena di intrighi politici e simbolismi e rappresenta la pura fantascienza pensata solo ad uno specifico pubblico ed invece, la trasposizione cinematografica di Villeneuve ha attirato molte persone (un po’ come ha fatto ad esempio “Il Signore Degli Anelli”). Villeneuve ha realizzato due film (è in arrivo un terzo nel 2026) che rappresentano il cinema con la C maiuscola, capace di trascinare lo spettatore all’interno di un mondo da cui si rimane incantati dal punto di vista visivo e coinvolti da quello narrativo, tanto da far sentire lo spettatore protagonista di quel mondo (si diventa tutti Paul Atreides).

I blockbuster sono pensati per un grande pubblico e con l’intento di strappare più biglietti possibili, ma si cade nel pregiudizio che non possano essere considerati dei film ed invece non è così, perché tutto quello che passa in sala è cinema. A differenza di blockbuster più ambiziosi con grossi budget sfruttati male e con risultati non eccellenti, “Dune” ha dimostrato che si può realizzare un blockbuster d’autore con un budget più ridotto e con un buon comparto tecnico.

Fonte: Yvon

“Dune” è il nuovo “Signore Degli Anelli”?

Villeneuve non solo ha dimostrato che si può realizzare un blockbuster d’autore che rappresenta il puro cinema con la C maiuscola, ma è riuscito anche a trovare un compromesso tra la controparte letteraria e la sua impronta autoriale, divenendo così un fenomeno da attirare sia i lettori che coloro che stanno scoprendo ora l’opera di Herbert. Non è facile trasporre per bene un romanzo e il rischio è sempre alto e paradossale: se l’intento è renderlo identico, c’è il rischio che non viene messo in scena per bene; mentre se si prende troppa libertà potrebbe venir fuori un risultato disastroso. Non è una regola fissa, perché a volte è avvenuto anche il contrario.

Villeneuve, così come Peter Jackson per “Il Signore Degli Anelli”, è uno di quelli che è riuscito a saper mettere in scena il mondo creato da Herbert e a rendere il romanzo più fedele possibile, nonostante le sottili differenze tra libro e film. Però, il regista resta sempre un autore e deve saper riconoscere quando è il momento di farlo e Villeneuve ha trovato spazio per la sua impronta autoriale. C’è chi lo ha paragonato alla trilogia de “Il Signore Degli Anelli” e seppur uno sia fantascienza e l’altro puro fantasy, il paragone ci sta perché hanno molte cose in comune, come un buon cast, un buon comparto tecnico e sono entrambi divenuti dei fenomeni soprattutto col cinema.

Fonte: radiotimes

Il cast corale e il comparto tecnico straordinario. Villeneuve si meritava la Candidatura all’Oscar come Miglior Regia.

Due elementi giocano a favore del film: il comparto tecnico e il cast corale.

La regia che ha adottato Villeneuve è un qualcosa di straordinario che fa letteralmente scuola di cinema e sinceramente, è vergognoso che non abbia almeno avuto la Candidatura come Miglior Regia agli Oscar. Per compensare, ha avuto altre Candidature (Migliore Fotografia, Migliore Scenografia, Miglior Sonoro e Migliori Effetti Visivi) e sono stati tutti meritati. Gli effetti visivi sono straordinari ed è incredibile che sia stato usato quel budget (leggermente superiore a quello del primo film). Ci sono anche una fotografia impeccabile e una colonna sonora monumentale, realizzata dal quel grande compositore che è Hans Zimmer. Se si deve trovare un difetto, sta nel ritmo reso volutamente lento ma allo stesso tempo questo elemento è contestualizzato e bisogna stare attenti alla trama, perché se si perde un passaggio è la fine.

Ma Villeneuve e gli addetti tecnici non sono gli unici che hanno fatto un buon lavoro, perché il merito del successo va anche agli attori presenti, partendo da Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides. Chalamet ha l’espressività e le caratteristiche adatte per Paul Atreides,  anche gli altri attori sono stati perfetti per i ruoli, come Austin Butler (Feyd-Rautha Harkonnen), Zendaya (Chani), ecc. Non c’è un attore risultato fuori posto e sono tutti adatti ai ruoli, anche se non c’è il giusto bilanciamento tra i personaggi ma questo è contestualizzato.

Fonte: Wikipedia Dune – Parte Due

Una seconda parte nettamente superiore alla prima, vincerà qualche Oscar?

Dividere il primo libro (una storia di predestinazione e di formazione) in due film è stata una buona mossa e dopo una prima parte preparatoria (che rappresenta l’iniziazione e il dubbio esistenziale), la seconda (che rappresenta la consapevolezza e il compimento del destino) mette una pezza alle questioni lasciate in sospeso e ne introduce altre per il futuro.

La Parte Due è nettamente superiore alla prima sia a livello tecnico che a livello narrativo, tanto da far sentire lo spettatore coinvolto e come se stesse affrontando lui stesso il viaggio del protagonista. E’ ironico che abbia avuto meno Candidature per gli Oscar rispetto al primo film, nonostante sia migliore, ma bisogna considerare che la concorrenza presente non è da meno.

Vincerà qualche Oscar? Chissà, ma se non dovesse riuscirci resta comunque un film monumentale da vedere e che fa venire voglia di attendere il secondo sequel (“Dune: Messiah) in arrivo nel 2026.

 

Giorgio Maria Aloi

Countdown agli Oscar 2022: le principali nomination

Tenetevi forte cinefili perché sta iniziando il periodo più bello dell’anno: l’avvento degli Academy Awards. Dopo le grandi pellicole uscite nelle sale questi ultimi mesi, non vedevamo l’ora di sapere quali sarebbero stati i protagonisti degli Oscar 2022. Ebbene, l’attesa è finita! Giorno 8 febbraio alle 14 ora italiana, sono state rese note le nomination di quest’anno per le 23 differenti categorie, in vista della premiazione che si terrà il 27 Marzo (in Italia la notte tra il 27 e il 28).

I candidati per i “Big Five”

Premettendo che qualsiasi statuetta è senza dubbio un premio prestigioso  nonché un grande traguardo, ci sono cinque particolari Oscar che  sembrano essere ancora più rilevanti degli altri: stiamo parlando dei cosiddetti Big Five, ovvero le categorie “miglior film”, “migliore sceneggiatura originale”, “miglior regia” e “miglior attore” e “miglior attrice protagonista”.

Per questa cerimonia 2022 risplendono già alcuni grandi film, tra cui Il potere del cane, western dai toni drammatici candidato con Jane  Campion per la miglior regia, per miglior attore protagonista con l’inglese Benedict Cumberbatch (Doctor Strange, Sherlock) e, naturalmente, come miglior film.

Inoltre vediamo spiccare le performance di Javier Bardem Nicole Kidman, entrambi candidati per miglior attore e attrice protagonista per la loro performance in A proposito dei  Ricardo.

Lista dei candidati per il miglior film; fonte: tomshw.it

In particolare, per la categoria miglior film ritroviamo alcune delle pellicole più viste (e discusse) dell’ultimo anno, tra cui Don’t look up, commedia satirica, candidata anche per la miglior sceneggiatura originale con Adam McKay e David Sirota, e Una famiglia vincente, film biografico che racconta la storia delle campionesse del tennis Venus e  Serena Williams. Quest’ultimo è in gara anche con Zach Baylin per la miglior sceneggiatura originale e con Will Smith per miglior attore protagonista, per la sua interpretazione del padre delle campionesse, Richard Williams.

Altri film candidati nei Big five, sono Tick tick… Boom per l’interpretazione di Andrew Garlfield, il nuovo West side story del maestro Steven Spielberg, per miglior film e regia e Licorice Pizza, scritto e diretto da Paul Thomas Anderson per miglior regia e sceneggiatura originale.

Ma agli Oscar presenzierà anche una delle coppie più dolci di Hollywood: stiamo parlando del già citato Javier Bardem e Penelope Cruz,  anch’essa candidata come miglior attrice per Madres Paralelas di Pedro Almodóvar .

Un po’ d’Italia agli Oscar

Dopo essersi distinta nel calcio agli Europei 2021 ed in molti altri sport alle Olimpiadi, nonché nella musica all’Eurovision, l’Italia ritorna da “protagonista” anche agli Oscar!

Il bel paese infatti non veniva candidato nella categoria “miglior film in lingua straniera” dal 2014, anno in cui oltretutto vinse con il capolavoro La Grande bellezza di Paolo Sorrentino. Ed è proprio lui che ci riporta in gara per questa statuetta con E’ stata la mano  di Dio, pellicola autobiografica, che ha già trionfato al Festival del cinema di Venezia vincendo diversi premi.

Paolo Sorrentino con il giovane Filippo Scotti e Toni Servillo, grandi interpreti in “E’ stata la mano di Dio”. Fonte: Il Fatto Quotidiano

Ad ogni modo il made in Italy agli Academy Awards 2022 non si ferma qui! Il gioiellino firmato Disney-Pixar, Luca, diretto da Enrico Casarosa è in lizza per il miglior film d’animazione.

Ma non finisce qui

Ritroviamo il nuovo Dune di Denis Villeneuve in gara per ben 10 statuette, tra cui – oltre a miglior film – per il miglior suono, costumi, make-up, sceneggiatura non originale  ed effetti speciali. Per quest’ultima categoria, inoltre sono stati candidati anche due degli ultimi film del MCU – Shang Chi e la leggenda dei dieci anelli e Spiderman: No Way Home – e No time to die, l’ultimo film di 007.

Da sinistra a destra: “Shang Chi”, “No Way Home” e “Free Guy”: tre dei film candidati per i migliori effetti speciali; fonte: bullfrag.com

Nella categoria miglior attore non protagonista ritroviamo grandi stelle del cinema, come il premio oscar J.K. Simmons (Whiplash) per il ruolo di William Frawley in A proposito dei Ricardo, e attori emergenti come Troy Kotsur nei panni di Frank Rossi ne I segni del cuore.

Anche per la miglior attrice non protagonista sono state candidate nuove stelle in ascesa come Ariana DeBose (West Side Story) e grandi star di Hollywood quali la già premio oscar Judi Dench per la sua performance in Belfast e Kirsten Dunst per il ruolo di Rose Gordon ne Il potere del cane .

Grandi esclusi

Ogni anno, per ogni premiazione, succede sempre che alcune grandi pellicole risultino tagliate fuori da molte o tutte le categorie degli Academy Awards, vuoi per una certa indifferenza da parte del pubblico nelle sale vuoi per la predilezione di film che trattano particolari tematiche.

Grandi esclusi in quest’edizione degli Oscar si possono considerare Ultima Notte a Soho, thriller avvincente con le strabilianti interpretazioni delle protagoniste Anya Taylor-Joy e Thomasin McKenzie, e The French Dispatch, nuovo film scritto e diretto da Wes Anderson (Grand Budapest Hotel).

Presentatore cercasi

Quest’anno, per la prima volta dal 2018, ci sarà un presentatore fisso per la cerimonia degli Academy. Negli ultimi anni, invece, erano state solo le varie celebrità (già vincitrici in passato) a condurre il gioco annunciando i premi e consegnando la preziosa statuetta.

L’unico problema è trovare qualcuno effettivamente disposto a fare il presentatore: questo ruolo sembra essere poco apprezzato dai più. Le proposte sono state molte, tra cui anche il giovane Tom Holland – come trapelava da qualche indiscrezione – ma ancora nessun nome certo.

Jimmy Kimmel, ultimo presentatore fisso agli Oscar 2018; fonte: psicofilm.it

Chiunque sarà a condurre, in ogni caso, gli Academy Awards sono sempre un evento unico per gli amanti del cinema: l’occasione giusta per celebrare questa grande arte, presentare nuovi capolavori e scoprire talenti sconosciuti. Quindi senza altri indugi, mettiamoci comodi e godiamoci questa nuova stagione degli Oscar.

Per ora non abbiamo nient’altro da aggiungere, se non invitarvi a rimanere con noi di UniVersoMe per scoprire di più sui film che hanno ottime possibilità di portarsi a casa qualche statuetta. Stay tuned!

Ilaria Denaro

Dune: un’epopea fantascientifica

Dune, pellicola fantascientifica in grande stile, sugli schermi italiani dal 16 settembre, delude – in parte – le aspettative della comunità cinefila internazionale. Film visivamente bellissimo: effetti speciali molto curati e spettacolari, ma scarno l’approfondimento dei personaggi che animano lo storytelling.

Il regista canadese Villeneuve (autore di tredici lungometraggi), in un film di 2 ore e 36 minuti, preferisce infatti dare spazio alle immagini con riprese di paesaggi, inquadrature magniloquenti e riferimenti artistici.

Dune si ispira alla serie omonima di romanzi dello scrittore americano Frank Herbert: un pilastro della letteratura fantascientifica che ha visto un precedente tentativo sul grande schermo nel 1984 ad opera del regista Lynch.

La trama

Siamo nel 26.000 d.C, anno più anno meno: l’umanità ha ormai colonizzato l’universo conosciuto. I viaggi interstellari sono resi possibili grazie all’avanzamento tecnologico e al “melange“, una spezia (unica nel suo genere) che si trova sul pianeta desertico di Dune. La spezia è un potentissimo propellente ed ha effetti psicoattivi sugli umani.

L’universo di Dune è governato da un sistema semi-feudale, con a capo un imperatore, ma in realtà il potere è gestito dietro le quinte dall’organizzazione “Bene Gesserit”, un ordine monastico-iniziatico di sole donne. L’ordine politico sembra molto simile al Sacro Romano Impero o all’Impero Ottomano, con a capo un imperatore-sultano che teme di essere detronizzato e provoca guerre fra le casate.

I vassalli dell’imperatore governano interi pianeti o settori. Nel film conosciamo la saggia e potente casata degli Atreides, a cui l’imperatore decide di affidare il pianeta Arrakis. Appartiene all’antica casata di chiare origini greche il giovane protagonista Paul (Timothée Chalamet), figlio del duca Leto (Oscar Isaac).

Oscar Isaac nei panni del duca Leto. Fonte: Warner Bros.

Il controllo di questo pianeta deserto è stato revocato dal monarca alla casata antagonista degli Harkonnen, uomini dalla pelle chiarissima, una casata brutale e violenta differente dalla prima che fa capo al malvagio e sadico Barone Vladimir Harkonnen (Shellan Sharsgard).

Il duca Leto, più che alla spezia, è tuttavia interessato a stringere un’alleanza con i “fremen”, popolazione autoctona di Dune, famosa per le sue doti guerriere. I nuovi governanti dovranno comunque occuparsi della raccolta della spezia su un pianeta dal clima inospitale, abitato dai vermi del deserto: animali simili a giganteschi lombrichi lunghi 300 metri.

Soltanto dopo poche settimane dall’insediamento, il barone attaccherà la famiglia rivale per riprendere il controllo del pianeta e per motivi di pura rivalità. Da qui iniziano le peripezie del protagonista Paul che tenta di salvare la propria vita sul pianeta Dune.

Pregi e difetti

rappresenatazione del pianeta deserto di Arrakis con le sue due lune
Un’immagine del pianeta deserto di Arrakis. Fonte: Warner Bros.

Le bellissime e ammalianti immagini del deserto e delle battaglie cercano di sopperire alla sceneggiatura povera e alla mancanza di approfondimento di tutti i personaggi in una pellicola a metà strada tra l’azione e la fotografia politica. Il regista vuole raccontare la complessa struttura – non solo di un mondo – ma di un intero universo con un film che vuole essere preparatorio per i successivi.

La trama si scioglie molto, troppo lentamente: il film sarebbe potuto durare anche meno per affascinare e catturare di più l’attenzione dello spettatore.

Gli attori sono tutti eccezionali nell’interpretazione, la fotografia eccellente, artistica e Dune è comunque un film che merita di essere visto dagli appassionati del genere anche solo per gli effetti speciali, le musiche e le scene di battaglia . Non è un flop per quanto riguarda gli incassi, non è un flop dal punto di vista della la qualità, ma la speranza in un sequel con maggiore dinamismo e un approfondimento dei  personaggi renderebbe sicuramente un’eventuale saga più appassionante e intensa.

Fonte: comingsoon.it

Marco Prestipino