Aspettando Sanremo: la storia di sette insoliti vincitori

Finalmente il Festival di Sanremo è alle porte, è l’aria si riempie già di frenesia e musica, in attesa di sentire i 30 artisti che calcheranno il palcoscenico della 74° edizione della kermesse più attesa d’Italia. Nel corso della storia sono state tantissime le canzoni vincitrici che hanno fatto successo e segnato la storia dell’immaginario musicale italiano, ma sono altrettante le canzoni che sono state meteore, vincitrici subito cadute nel dimenticatoio collettivo.

E noi, nel nostro piccolo, vogliamo ripercorrere la storia del Festival di Sanremo, scegliendo sette brani, uno per decennio, alternati tra canzoni più celebri ad alcune chicche di nicchia.

Sanremo 1951/1959: Modugno – Piove (ciao ciao bambina) (1959)

Il primo decennio del Festival di Sanremo viene caratterizzato dalla presenza di canzoni che si rifanno alla musica lirica della tradizione italiana. Infatti, i protagonisti sono per lo più cantanti dalla voce possente e da canzoni tristi dai toni i drammatici ma, per questo decennio, la scelta ricade su quello che potrebbe definirsi il fautore di un nuovo modo di fare musica, più leggera e melodica, stiamo parlando dell’intramontabile Domenico Modugno. Già vincitore nel 1958 con la famosa nel Blu dipinto di blu, vince anche l’anno successivo con Piove (ciao ciao bambina), sempre in coppia con Johnny Dorelli. La canzone in gara parla di un amore al capolinea dove, nonostante il sentimento sia forte, non si può che fare altro che dirsi addio.

Come una fiaba, l’amore passa:C’era una volta poi non c’è più

Canzone commovente che fa ancora scendere parecchie lacrime.

Sanremo 1960/1969: Sergio Endrigo – Canzone per te (1968)

Per gli anni ’60, più precisamente per gli anni della Rivoluzione, la scelta è caduta su Sergio Endrigo e la sua Canzone per te. Il brano portato Sanremo e, accompagnato da Roberto Carlos, ci parla, con toni struggenti, di una storia d’amore finita ma dove il sentimento resiste.

È stato tanto grande e ormai non sa morire

Anche qui, nonostante la poco profondità del testo, ci lascia con l’amaro in bocca e con la tristezza nel cuore.

Sanremo 1970/1979: Peppino di capri – Un grande amore e niente più (1973)

Negli anni del boom economico e, come amava definirli Pasolini, gli anni del neo-edonismo consumistico, dove l’Italia andava via via perdendo la propria identità culturale a favore di uniformazione di massa, Sanremo si mantiene sempre vivo e uguale, con un unico comune denominatore: è sempre l’amore a trionfare. Quell’amore cantato in tutte le sue sfaccettature, così la scelta è caduta su una poesia tenue, leggera che ti sfiora la pelle ed è Un grande amore e niente più di Peppino di Capri. Anche qui non è andata proprio bene, ma è il racconto di quel tempo d’amore vissuto a pieno, tra ricordi teneri e struggenti che, una volta andati, non tornano più.

Ma non risale l’acqua di un fiumeE nemmeno il tuo amore ritorna da me

 

Sanremo 1980/1989: Tiziana Rivale – Sarà quel che sarà  (1983)

Spesso confusa con la più famosa Che sarà dei Ricchi e Poveri, è il grido di un amore che nonostante le innumerevoli difficoltà che la vita possa porci davanti, tra cui l’incertezza del futuro, si ha la consapevolezza che è l’altro il fattore salvifico e che, nonostante tutto, bisogna saper prendere l’amore per come è, senza idealizzazioni.

Se anche l’acqua poi andasse all’insù
Ci crederei perché ci credi anche tu
Una storia siamo noi
Con i miei problemi e i tuoi
Che risolveremo e poi

Il brano appena descritto è di Tiziana Rivale, vincitrice dell’edizione del 1983, con questa canzone purtroppo poco conosciuta e ancor di più lei, un’altra meteora del panorama musicale italiano.

Sanremo 1990/1999: Riccardo Cocciante – Se stiamo insieme ci sarà un perché (1991)

Cosa succede quando Riccardo Cocciante incontra un pianoforte? Nasce poesia!

Se stiamo insieme ci sarà un perché, ci racconta di quell’amore vissuto, dove ad un certo punto tutto sembra logorarsi, in quel momento in cui ci si scorda perché si sta insieme, in cui è necessario riscoprirsi e riscoprire, per non lasciare morire quel fiore. E Cocciante ci ricorda che al lasciare morire quel sogno sognato insieme, c’è sempre un’altra via fatta di dialogo, cura e tanta pazienza.

Non è quel sogno che sognavamo insieme, fa piangereEppure io non credo questa sia l’unica via per noi

 

 

Sanremo 2000/2009: Giò di Tonno e Lola Ponce – Colpo di fulmine (2008)

Da molti considerata una delle canzone vincitrici più brutte di sempre, cantata dai protagonisti dello spettacolo  Notre-Dame de Paris, scritto da Luc Plamondon con le musiche di Riccardo Cocciante. Con questo brano, cantato appunto da Giò di Tonno (Quasimodo) e Lola Ponce (Esmeralda), veniamo riportati ad una musica più scenica, più teatrale, che ci apre alla potenza dell’amore, fulmine a ciel sereno che si abbatte furioso su di noi e che ci fa vivere, a volte, in una favola che sembra non finire mai

D’amore e d’incoscienzaPrendimi sotto la pioggiaStringimi sotto la pioggiaLa vita ti darò

 

Sanremo 2010/2019: Roberto Vecchioni – Chiamami ancora amore (2011)

La classe non è acqua, lo sa di certo l’edizione del Festival di Sanremo del 2011, che ha visto calcare e trionfare una delle divinità della musica cantautoriale italiana, il grande prof. Roberto Vecchioni. Chiamami ancora amore è una preghiera all’umanità, ricordandoci che  è l’amore a renderci umani e che non bisogna mai avere paura di amare e di lottare per ciò che si ama, che sia una persona, un pensiero o per la vita in sé. 

Chiamami sempre amoreIn questo disperato sognoTra il silenzio e il tuonoDifendi questa umanitàAnche restasse un solo uomo

Sanremo 2020/2023: Diodato – Fai Rumore (2020)

Nell’anno che segna un cambiamento epocale, in cui tutto il mondo si è fermato nel silenzio più assoluto, è stato il “Rumore” di Diodato a riecheggiare, colpendo dritto al cuore di ognuno di noi. Il brano scritto è una carezza che riconcilia l’anima, un rumore che diventa musica e ci scalda il cuore, quel rumore prodotto nella nostra vita dalla persona amata, perché possiamo finalmente guardare negli occhi quel qualcuno e dirgli:

E non ne voglio fare a meno oramai
Di quel bellissimo rumore che fai

 

Chiudiamo così questo Aspettando Sanremo, con la voce di Diodato che ci accompagna nel rumore della quotidianità. 

Gaetano Aspa

Sanremo #Day5: come si è concluso il Festival?

Il #day5 inizia in modo frizzante. C’è chi se la prende comoda, chi salta fuori dal letto come una molla, chi il letto non lo tocca proprio.
Macchina fotografica? C’è.
Videocamera? C’è.
Microfono? C’è.
In marcia verso l’hotel che ha ospitato Alberto Urso durante la settimana del festival.

©CristinaGeraci – Intervista ad Alberto Urso, Sanremo 2020

Saltata la coda di fan impazzite, riusciamo ad entrare, ci sistemiamo e aspettiamo.  Il momento in cui il mio cervello ha detto “buongiorno mondo” è stato quando un paio di occhi azzurri e un sorriso stanco arrivano nella stanza esclamando: “Ciao ragazzuoli! Che piacere vedervi!”
Un volto conosciuto, visto in altre situazioni, che fino a poco tempo fa faceva le stesse cose che facevi tu. Una passeggiata sul viale, un calice di vino al solito posto , circondato dai soliti amici messinesi. E poco tempo dopo ritrovarlo a Sanremo, nei panni di cantante, e che cantante. Penso a tutto questo e mi si gonfia il petto di felicità, è una grande soddisfazione ritrovare volti conosciuti in occasioni del genere.  Iniziamo l’intervista, ridiamo, scattiamo due foto e lo lasciamo ai suoi impegni.

©CristinaGeraci – Diodato alla trasmissione “Italia Sì”, Sanremo 2020

La prossima tappa della giornata sarà passare da Casa SIAE per caricare il pc e sistemare un paio di contenuti. A farci da sottofondo è Diodato, intervistato a piazza Colombo.

Finisce la mattinata e decidiamo di tornare a casa, fare le valigie e riposare un po’.
Ci dirigiamo verso il centro e le strade sono affollate.
Direzione casa Sanremo per mangiare un boccone e subito dopo verso casa SIAE per guardare la tanto attesa finale.

Inizia il festival: sigla dell’Eurovision e ingresso di Amadeus in mezzo alla banda dell’Arma dei Carabinieri.
Via al televoto dopo l’apparizione dell’attrice Cristiana Capotondi.

Michele Zarrillo con “Nell’estasi o nel fango” è il primo ad esibirsi. Sempre elegantissima, Elodie entra in scena sul palco del teatro Ariston per interpretare la sua Andromeda, scritta da Mahmood.”Grazie per questa possibilità” le parole di Elodie nel ricevere i fiori da Amadeus.

Mara Venier si toglie le scarpe per scendere le scale e parla della puntata speciale di domani di Domenica In, proprio da Sanremo. Poi è la volta di Enrico Nigiotti con Baciami adesso.
Fiorello sul palco parla del successo del Festival e dell’affetto per Amadeus. Poi presenta il conduttore, che scende le scale dell’Ariston in versione bionda Maria De Filippi. Cantano insieme “Un mondo d’amore” di Gianni Morandi.

©CristinaGeraci – Casa SIAE, Sanremo 2020

Si torna alla gara, Irene Grandi con Finalmente ioAlberto Urso con il suo Sole ad est e subito dopo è il turno di Diodato, “Fai rumore”. Entra in scena Sabrina Salerno per presentare il settimo cantante in gara: Marco Masini al pianoforte canta Il confronto.
Amadeus parla della gara delle Nuove Proposte di ieri sera con la vittoria di Leo Gassmann. Questa sera canterà sul palco del Teatro Ariston “per diventare ufficialmente uno dei Big del Festival”. Non in gara, ovviamente. Canta “Vai bene così“.

Tiziano Ferro, dopo un monologo sulla sua età e sulla maturità, canta “Alla mia età“, “Non me lo so spiegare”, “Ed ero contentissimo” e “Per dirti ciao”. Piero Pelù scuote il Teatro Ariston con la sua energicaGigante“.
Nono cantante in gara, Levante con TikiBomBom. Bellissima ed elegante come sempre. I Pinguini Tattici Nucleari sul palco del Festival di Sanremo con la loro Ringo Starr.
Arriva sul palco la regina Elisabetta, piena di perle, che canta “Me ne frego” e da anche un bacio al chitarrista.
“No Grazie”, è il momento di Junior Cally.

La gara procede. Dire spedita è troppo, ma procede. Raphael Gualazzi canta “Carioca“, che abbiamo rivalutato in maniera positiva.
È il momento di Tosca con “Ho amato tutto“. Francesco Gabbani sul palco con la sua “Viceversa“.
Rita Pavone e la sua “Niente (Resilienza 74)“. Poi è la volta de Le Vibrazioni con “Dov’è“.

Gara interrotta dall’ospite della serata: si esibisce Biagio Antonacci con il nuovo singolo “Ti saprò aspettare“. A seguire un medley con Iris, Quanto tempo ancora e Liberatemi.
Anastasio è il prossimo ad esibirsi con “Rosso di rabbia“. La gara procede con Riki e la sua “Lo sappiamo entrambi“.
Giordana Angi canta “Come mia madre“. “Voglio parlarti adesso“, è il momento di Paolo Jannacci. Elettra Lamborghini penultima con “Musica (E il resto scompare)“. Rancore, ultimo ad esibirsi con la sua “Eden“.

Siamo ufficialmente alla fine della gara. Dopo l’intervento di Fiorello è il momento della standing ovation per lui. Con abbraccio ad Amadeus. Ma non finisce qui perché Fiorello canta anche “Amore Fermati” di Fred Bongusto.

Dopo l’intervento dei vari ospiti della serata, arriviamo al momento tanto atteso: la classifica.

23) Riki

22) Junior Cally

21) Elettra Lamborghini

20) Giordana Angi

19) Enrico Nigiotti

18) Michele Zarrillo

17) Rita Pavone

16) Paolo Jannacci

15) Marco Masini

14) Alberto Urso

13) Anastasio

12) Levante

11) Raphael Gualazzi

10) Rancore

09) Irene Grandi

08) Achille Lauro

07) Elodie

06) Tosca

05) Piero Pelù

04) Le Vibrazioni

Terzo posto per i pinguini tattici nucleari.  Ancora un po’ di attesa; secondo posto per Francesco Gabbani.

Vince il festival Diodato, con la sua “Fai rumore”. Avevamo già detto che Diodato era riuscito a fare tanto rumore. È suo il 70 esimo festival di sanremo.

Contenti della classifica, un po’ amareggiati per il nostro Alberto,che speravamo si classificasse un po’ più in alto, ci spostiamo verso Casa Sanremo per festeggiare. Troviamo Leo Gassman esibirsi.

©CristinaGeraci – Afterparty Casa Sanremo, 2020

Poco dopo Inizia il dj set con la bellissima Ema Stoccolma, accompagnata dalla collega Andrea Delogu. Eleganti e impeccabili. La serata prosegue fino alle 6 di mattina, passiamo gli ultimi momenti insieme ai colleghi delle radio universitarie, agli amici di casa SIAE. Un ultimo saluto e poi a casa, a riposare un’ora.

Ora siamo in viaggio per tornare, e continuo a pensare a quello che il festival è riuscito a fare nell’arco di poco tempo: dalle ingiurie verso un poco chiaro Amadeus, che grazie all’aiuto del fidato Fiorello è riuscito a portare a casa un signor festival. Alle vallette e agli ospiti internazionali. Bugo e Morgan. Fiorello e l’autotune.  Il twerk di Elettra, i vestiti succinti.

Ma il festival di Sanremo, non si ferma solo a questo. Si aggiornano le playlist italiane, si conoscono nuovi artisti. In un modo o in un altro il festival tocca tutti noi.
Inoltre, più da vicino, è riuscito ad unire quattro di noi.
Quattro persone che apparentemente non condividono nulla se non lo stesso lavoro, buttati sul campo e costretti a unirsi per fare squadra.
Oggi ringrazio Federica, Damiano e Alessio per avermi tenuto compagnia, per esserci aiutati nei momenti complicati durante la giornata e per avermi lasciato un bellissimo ricordo del festival.
Li guardo proprio ora e dormono tutti sul treno, magari se seguite i nostri social troverete qualche foto.

Grazie per averci seguito e supportato.

Per noi il Festival NON finisce qui.

Cristina Geraci