Il ddl Zan giunge al capolinea. Addio alla legge contro l’omotransfobia

 

Ddl Zan, stop in Senato –Fonte:ilmessaggero.it

Mercoledì 27 ottobre 2021 in Senato è stata accolta con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti la richiesta di Lega e Fratelli d’Italia di non esaminare più la legge articolo per articolo. Il blocco al procedimento parlamentare ha dato originato la paralisi dell’iter legislativo, compromettendo di fatto l’approvazione della legge, facendola definitivamente affossare.

L’applicazione della “tagliola”: cos’è e come funziona

Nota come “tagliola” o “ghigliottina”, si tratta di una procedura speciale che impedisce l’esame di un provvedimento che si adotta in Parlamento. Occorre far riferimento in particolare all’articolo 96 del Regolamento del Senato, in base al quale “prima che abbia inizio l’esame degli articoli di un disegno di legge, un senatore per ciascun gruppo può avanzare la proposta che non si passi a tale esame“.

Nel caso specifico la richiesta, giudicata ammissibile, è stata presentata da Fratelli d’Italia e Lega e, dopo il voto segreto di Palazzo Madama, l’esame degli articoli e del ddl sul quale si era svolta già la discussione generale, si è arrestato.

Ddl Zan: ok alla tagliola –Fonte:corriere.it

In passato questo meccanismo ha trovato anche l’applicazione del comma 5 dell’articolo 55 del Regolamento, il cui testo cita che

“per l’organizzazione della discussione dei singoli argomenti iscritti nel calendario, la Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari determina di norma il tempo complessivo da riservare a ciascun gruppo, stabilendo altresì la data entro cui gli argomenti iscritti nel calendario devono essere posti in votazione”.

Si richiama anche il comma 5 dell’articolo 78 che stabilisce come il disegno di legge di conversione, presentato dal Governo al Senato, sia in ogni caso iscritto all’ordine del giorno dell’Assemblea in tempo utile ad assicurare che la votazione finale avvenga non oltre il trentesimo giorno dal deferimento.

L’intervento di Alessandro Zan

Ddl Zan, niente accordo in Senato e niente rinvio –Fonte: quotidiano.net

Le parole di Alessandro Zan, promotore e primo firmatario del ddl, nella mattinata di mercoledì erano speranzose verso la volontà della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati a non concedere il voto segreto sulla cosiddetta “tagliola” poiché, come da lui fortemente sostenuto:

“Se il voto fosse palese non ci sarebbero problemi. Con il sì al voto segreto, verrebbe violata una prassi dell’ex presidente Grasso, che su questo tipo di procedura non ha mai concesso il voto segreto, perché è un voto procedurale non di merito”.

A seguito della votazione in Senato, secondo il promotore del disegno di legge, si è assistito ad un “tradimento di un patto politico che voleva far compiere al Paese un passo di civiltà”.

La ripresa della discussione sul ddl Zan

Dopo un anno dall’approvazione alla Camera (qui il nostro articolo Ddl Zan sull’omotransfobia: ecco cosa prevede e perché non è stata approvata. Dura mobilizzazione mediatica promossa da Elodie e Fedez), non si è infine arrivati al voto del Senato.

La convinzione da parte del PD circa la necessità di mantenere il testo originale della legge si è scontrata con l’ostruzionismo dei partiti di centrodestra. Il rinvio della calendarizzazione della discussione in Senato ad un momento successivo alla campagna elettorale per le elezioni amministrative faceva però trasparire la volontà del Partito Democratico di trovare un compromesso, al fine di far approvare il disegno legge.

Ddl Zan: la proposta –Fonte:adnkronos.com

Le trattative però non sono mai state intraprese per il poco tempo a disposizione. Tempo che è stato impiegato dalla maggioranza per la stesura della legge di bilancio, e che sicuramente non verrà trovato nemmeno in futuro. Da tener in considerazione infatti è che la legislatura si accinge ad entrare nel cosiddetto semestre bianco, ovvero gli ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica, durante il quale non è possibile sciogliere le camere. Sicuramente a monopolizzare la discussione politica nel prossimo futuro sarà l’elezione del nuovo Capo dello Stato, tema che porterà divisioni all’interno dello scacchiere politico e che sottrarrà tempo o spazio qualsiasi voglia di risedersi al tavolo dei diritti civili.

Ostruzionismo dei partiti

La tagliola è l’ultima, in ordine cronologico, vittoria dei “franchi viratori”, cioè di quelle personalità sostenitrici in via teorica della legge ma che, approfittando del voto segreto, hanno votato contrariamente alle indicazioni del partito di appartenenza. A tradire sarebbero stati in 16, e nonostante sia difficile individuare i nomi si crede che questi risiedano non solo fra i parlamentari del PD ma anche fra coloro che appartenevano all’ex maggioranza renziana.

Ddl Zan, Letta non molla –Fonte:repubblica.it

A far discutere senz’altro risulta essere la strategia adottata dal Partito Democratico, che sembrava consapevole dei pochi voti a favore del ddl Zan. Tre giorni fa, infatti, il segretario Enrico Letta, aveva invitato Zan a portare avanti le trattative con le altre forze politiche con il fine di valutare alcune modifiche.

La linea di dialogo così aperta, avrebbe dovuto scongiurare la procedura della tagliola che, però, è stata ugualmente messa in atto.

I punti critici

La critica dalla maggioranza si è sempre mossa a sfavore degli articoli 1, 4 e 7 del testo.

Ddl Zan, l’affossamento –Fonte:lanuovabq.it

Obiezioni riconosciute anche da parte di soggetti al di sopra di ogni sospetto ideologico come movimenti femministi, giuristi di area progressista, associazioni di persone omosessuali, personaggi pubblici. Questi per anni hanno a più riprese evidenziato criticità, rigidità, veri e propri errori nell’impianto concettuale e nello stesso articolato del disegno di legge, chiedendo senza successo di modificarlo.

  • L’art. 1 riguarda la definizione “soggettiva” di identità di genere, che introduce un criterio assolutamente incerto e mutevole. Il comma d) dell’art. 1 definisce l’identità di genere come “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dal­l’aver concluso un percorso di transizione”. Risulta così essere non più oggettiva, quanto sfuggente ed impalpabile, oltre che mutevole nel tempo.
  • L’art. 4 a sua volta pone un gigantesco problema di libertà di parola, quando dice che “sono fatte salve la libera espressione… e le condotte legittime, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.
  • L’art. 7 infine, imponendo alle scuole la celebrazione di una giornata contro l’omofobia, costituisce un oggettivo espediente per la “colonizzazione ideologica”. Si tratta altresì di un tema di libertà educativa delle scuole, oltre che di titolarità educativa dei genitori.

Cosa succede adesso al ddl Zan

Secondo il costituzionalista Alfoso Celotto “non si tratta di una tagliola procedimentale. Quella vera è la fine della legislatura. Se arrivassimo a marzo 2023 senza l’approvazione o anche se fosse approvato da un solo ramo del Parlamento, allora il testo decadrebbe in modo definitivo.”

Ddl Zan cosa succede ora –Fonte:today.it

La procedura attuata in Senato è figlia del mancato accordo politico. Potenzialmente il disegno legge potrebbe essere sempre ripreso in esame, ma se si osserva la prassi, come fa notare Celotto, qualunque decisone sui diritti civili, come in tema di fecondazione assistita o di matrimonio fra omosessuali, vede notevolmente una grave difficoltà di intervento e accordo.

Giovanna Sgarlata

#moltopiùdiZan: per una società fuori dalle discriminazioni

No all’omolesbobitransfobia!” è l’urlo che si è alzato ieri pomeriggio a piazza Unione Europea, in occasione della manifestazione per #moltopiùdiZan organizzata da Liberazione Queer+ Messina e Arcigay Messina. La manifestazione, organizzata nella giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia , ha ribadito non solo la necessità di approvare il DDL Zan (che ricordiamo essere stato bloccato per mesi al Senato a causa dell’ostruzionismo di alcuni partiti politici della destra italiana) ma anche di intraprendere una nuova stagione di lotte sociali per i bisogni della comunità LGBTQIA+, e dunque per il suo futuro.

©Laura La Rosa

Ma perché proprio #moltopiùdiZan? Lo ha spiegato Daniele Occhipinti, attivista di Liberazione Queer+ Messina, nel discorso di inizio della manifestazione: “abbiamo bisogno di #moltopiùdiZan perché una legge non basterà mai a scardinare questo modello di società e a distruggere le violenze che subiamo”. Tale concetto è stato sottolineato successivamente da altre organizzazioni sociali nel corso degli interventi, passando da Rosario Duca, presidente di Arcigay Messina, a Fabio Filocamo, attivista di Liberazione Queer+ Messina, fino ad Oliver Meo, rappresentante di Rete Lettera A che ha portato all’interno della manifestazione due tematiche importanti: l’inivisibilizzazione della comunità asessuale e aromantica, e la violenza ai danni delle persone intersessuali.

©Laura La Rosa

Anche le associazioni universitarie Link Messina – Studenti Indipendenti e UDU Messina – Sindacato Universitario hanno partecipato alla manifestazione: ricordando il caso di Davide, il ragazzo che ha subito discriminazione e violenza verbale da parte di un professore dell’università di Messina, entrambe le organizzazioni hanno sottolineato quanto siano importanti gli interventi formativi all’interno delle università, luoghi del sapere che hanno bisogno di essere spazi sicuri fuori da qualsiasi violenza o discriminazione. Hanno annunciato inoltre che presto l’università di Messina apporterà delle modifiche al suo codice etico includendo la discriminazione di genere.

©Laura La Rosa

Non sono mancati anche i partiti politici come Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Sinistra Classe e Rivoluzione, ma soprattutto ha preso la parola anche la senatrice del Movimento 5 Stelle, Grazia D’Angelo, impegnandosi a far approvare la legge al Senato.

La piazza di ieri è stata partecipata, colorata e soprattutto rivoluzionaria: la nostra città infatti è purtroppo conosciuta per il suo conservatorismo e assenza di dibattito su questi temi. Una piazza intergenerazionale che ha visto ragazzi, adulti e anziani, ma in particolare i ragazzi, protagonisti di un movimento che nel corso della storia ha saputo cambiare il mondo.

©Laura La Rosa

Collegata da musica, bandiere arcobaleno e cartelloni con rivendicazioni politiche, la piazza di ieri per il DDL Zan ripercorre lo spirito della manifestazione nazionale che si è svolta a Roma il 15 maggio, in cui vi sono state più di 100 organizzazioni che hanno aderito: la comunità prende parola, e anche Messina è pronta per farlo.

Michelangelo Billè

Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. L’Italia agli ultimi posti per la Rainbow Map

Gay Pride a Roma, 2019 (fonte: gay.it)

La storia del 17 maggio

Il 17 maggio di trentuno anni fa l’omosessualità veniva cancellata dalla lista delle malattie mentali, stilata dall’Oms. Anche se ci vollero ancora quattro anni, affinché la decisione diventasse effettiva, con la successiva edizione del Dsm (Diagnostic and statistical manual of mental disorders), approvato nel 1994, questa fu un avvenimento decisivo per tutto il mondo.

Fu Louis-Georges Tin, curatore del “Dizionario dell’omofobia”, l’ideatore della Giornata internazionale contro l’omofobia. Dal 2004 nel mondo, dal 2007 in Europa, questa ricorrenza, si è trasformata, nella Giornata contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia.

(fonte: ilfattoquotidiano.it)

In questa ricorrenza, vengono promosse iniziative che possano sensibilizzare quante più persone possibili sulle tematiche legate alla comunità Lgbti, nel tentativo di prevenire che si verifichino episodi di discriminazione e violenza per l’orientamento sessuale, come purtroppo continua ad accadere ancora e ancora, ogni giorno nel mondo. È momento di riflessione e azione per denunciare e lottare contro ogni violenza fisica, morale o simbolica legata all’orientamento sessuale.

Un appuntamento internazionale fissato per il 2022

Per il 2022, a Londra, si sta pianificando la prima conferenza mondiale sui diritti di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali. Un’iniziativa pensata nell’ambito degli impegni dell’UK verso la Coalizione di 42 Paesi per la parità dei diritti.

Foto da un Gay Pride londinese (fonte: spyit.it)

L’evento “Safe To Be Me” dovrebbe essere il più grande del suo genere. Saranno invitati politici, attivisti e funzionari di tutto il mondo, per rimanere nella capitale inglese per due giorni, in coincidenza con il 50esimo anniversario del primo Gay Pride della città.

Sotto la presidenza di Boris Johnson, il governo britannico è stato criticato da attivisti e Ong per i diritti umani, per aver fatto marcia indietro sui diritti delle persone trans. Dunque, la conferenza, sarà un modo per l’Inghilterra di ribadire la propria volontà a sostenere l’uguaglianza sia dentro il Regno Unito, che all’estero.

“Sarà la prima volta che si terrà un evento globale di questa portata e spero che aiuterà a guidare l’azione collettiva per un cambiamento reale” ha dichiarato Nick Herbert, presidente dell’evento e inviato speciale del primo ministro per i diritti Lgbti.

 

La Rainbow Map per chiarire la situazione nei Paesi Ue

L’“ILGA-Europe” – un’organizzazione internazionale non governativa, indipendente, che riunisce oltre 600 organizzazioni di 54 paesi in Europa e in Asia centrale – ogni anno dal 2009, pubblica la Rainbow Map, per la quale i 49 Paesi europei, vengono messi in ordine in base a leggi e politiche a favore delle persone Lgbti. L’Italia si attesta al trentacinquesimo posto.

Sessantanove criteri, suddivisi in macro-categorie: uguaglianza e non discriminazione, famiglia, crimini d’odio e incitamento all’odio, riconoscimento legale del genere e integrità fisica, spazio della società civile, asilo. Ogni Paese, dunque, viene giudicato con una percentuale, che può variare dallo 0% (grosse violazioni dei diritti umani) al 100%, che ne attesta, invece, il rispetto e la piena uguaglianza.

Per il sesto anno consecutivo, Malta (94%) è al primo posto, seguita da Belgio e Lussemburgo. Ai posti più bassi si trovano invece Azerbaigian, Turchia e Armenia, come nel 2020. Per il secondo anno consecutivo, la Polonia occupa la posizione più bassa nell’Ue (13%). Gli altri Stati, invece, si attestano intorno al 60%: Portogallo 68%, Finlandia, Spagna e Svezia 65%, Olanda 61%, Francia 57%. L’Italia acquista solo un 22%.

 

La comunità Lgbti e la situazione in Italia

Gay Help Line, canale di aiuto, segnala, in Italia, più di 50 contatti al giorno, fra chiamate e chat, più di 20mila all’anno complessivamente. Circa il 60% delle persone che chiedono aiuto ha tra i 13 e i 27 anni, le quali principalmente affrontano problemi in casa, per il coming out. Il 36% dei minori riceve un rifiuto da famiglia e amici al momento del coming out, mentre il 17% dei maggiorenni ha comportato la perdita del sostegno economico da parte della famiglia. Ad aver difficoltà è un giovane su due e la percentuale aumenta al 70% per le persone transessuali. Il 30% degli studenti Lgbti, che ha contattato la linea di aiuto, ha rivelato di aver subito episodi di cyberbullismo e hate speech online. Sono anche incrementati i casi di mobbing e discriminazioni.

Ciò che desta ancor più preoccupazione è la stima, secondo la quale, le denunce sarebbero molte di meno degli episodi che realmente accadono. La Gay Help Line riporta un aumento di ricatti e minacce subiti dalle persone Lgbti, passati dall’11 al 28%.

Nell’anno della pandemia sono cresciute le minacce ricevute – dall’11% al 28% – e le discriminazioni sul lavoro – dal 3 al 15% – contribuendo ad alimentare il fenomeno dell’“under reporting”, la rinuncia a denunciare.

Stamattina, il presidente Mattarella ha rilasciato delle dichiarazioni per ribadire quanto sia importante questa giornata:

“La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia è l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.”.

Il presidente Mattarella (fonte: ANSA)

Quest’anno, inoltre, nel nostro Paese, questa giornata cade in un momento ancor più delicato, a causa della tortuosa vicenda per l’approvazione del ddl Zan.

“Per la legge Zan e molto di più: non un passo indietro.”. Questo uno degli slogan delle ultimissime manifestazioni in tutto il Paese, per sostenere l’approvazione in Senato dello stesso. Ancora molto c’è da fare sul piano legislativo, ma prima di tutto umano, anche perché, per riprende le parole di Mattarella, “la società è arricchita dal contributo delle diversità” e “le violenze a singoli oltraggiano la libertà di tutti”.

Rita Bonaccurso

Ddl Zan: la destra propone modifiche. Ecco le nuove proposte

Una nuova riunione per la Commissione Giustizia del Senato è stata stabilita per oggi, giovedì 6 maggio. Sebbene si temi l’ostruzionismo dei partiti di destra, è in arrivo il testo alternativo di Lega e Forza Italia.

Ddl Zan –Fonte:dinamopress.it

Il Ddl Zan contro discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, di genere, di identità di genere e abilismo, a seguito dell’approvazione alla Camera dei Deputati, deve passare al vaglio della Commissione Giustizia del Senato, affinchè il disegno superi l’assenso dell’aula. Nonostante la maggioranza abbia presentato due testi alternativi con l’obiettivo di far affondare l’approdo in seconda camera, il Movimento 5 stelle, come asso nella manica, ha detenuto un numero sufficiente di firme che aggirerebbero l’iceberg della destra, senza che la proposta passi tra le mani del relatore Andrea Ostellari (Lega) Presidente della Commissione (qui il nostro articolo Ddl Zan sull’omotransfobia: ecco cosa prevede e perché non è stata approvata. Dura mobilizzazione mediatica promossa da Elodie e Fedez ).

Gli sviluppi del Ddl Zan: la calendarizzazione in Commissione di Giustizia

Il disegno di legge promosso dal deputato del Partito Democratico Alessandro Zan, si è ispirato a 5 proposte precedenti e aveva visto la discussione in Camera dei Deputati nell’agosto dello scorso anno. Non sono mancati, di certo, numerosissimi emendamenti, ben 800, provenienti dai partiti di destra Lega e Fratelli d’Italia, volti a creare un velo di ostruzionismo incitando l’anomalia di costituzionalità che questo presentava.

A seguito di svariate posticipazioni, l’approvazione tardiva in prima lettura è sopraggiunta il 4 novembre 2020. Lo scrutinio segreto della votazione ha riportato 265 voti favorevoli, 193 contrari e un solo astenuto. Nonostante i parlamentari del centrodestra hanno difeso a spada tratta il dubbio sull’opportunità di occuparsi di suddetta legge in tempi di pandemia, si ponevano in una posizione di svantaggio rispetto alla maggioranza.

Omofobia: audizione in Commissione Giustizia –Fonte:centrostudivatino.it

Il boicottaggio iniziale, ha incrementato la corsa dei partiti di opposizione a far tardare sempre più la calendarizzazione della Commissione Giustizia del Senato, sulla decisione dei lavori da analizzare. Altresì il Presidente leghista Andrea Ostellari ha annullato la seduta programmata a marzo, prospettandone il rinvio.

L’avvio formale per inaugurare la discussione e il voto del Ddl Zan in seconda lettura, sembra essere arrivato agli sgoccioli dello scorso mese. A seguito della discussione, delle audizione e del dibattito sulle proposte di modifica, la Commissione ha impernato i sui cardini con 13 voti favorevoli e 11 contrari provenienti dalle frange del centrodestra.

I sostenitori del disegno hanno come obiettivo per la difesa del testo, il divieto di proposte di modifica, che indurrebbero necessariamente ad un ritorno di lettura alla prima Camera.

Sebbene la riunione in seduta plenaria della Commissione Giustizia del Senato, si terrà in giornata odierna, Ostellari ha preannunciato di voler assicurare la sua posizione da relatore, che si pone come una figura di registra politico del dibattito, esprimendo il proprio parere sugli emendamenti presentati e coordinando la mediazione della pratica dell’amministrazione statale sul provvedimento. Si situa cosi in una posizione che gli permette di “garantire chi è favorevole al ddl e chi non lo è”.

Cirrinà (Pd) –Fonte:giuliettochiesa.globalist.it

L’ordine del giorno indicato, come ha dichiarato una componente della Commissione, la senatrice del Partito Democratico Monica Cirrinà

“Dimostra la volontà di non volerlo discutere. È difficile, infatti, che si arrivi all’ultimo punto.”

Non mancano altresì strategie promosse da Forza Italia e Lega, volte a plasmare il disegno di legge preesistente adattandolo a due nuove proposte alternative.

Le novità sui suggerimenti dell’opposizione

Licia Ronzulli presenta un Ddl al Senato –Fonte:liberoquotidiano.it

Una tra le novità presentate martedì 4 maggio dalla senatrice Licia Ronzulli (Forza Italia), è volta a modificare l’articolo 61 del Codice Penale, che mira ad occuparsi delle circostanze aggravanti comuni di un reato, cioè quegli elementi accessori dell’illecito che determinano un aumento della pena prevista per atto antigiuridico base o per l’applicazione di una pena di specie diversa. Il Codice penale attualmente ne predispone 18, tra queste ad esempio vi sono:

  • l’avere agito per motivi abietti o futili, quelli in base ad impulsi riprovevoli o chiaramente esagerati rispetto alla situazione;
  • l’aver commesso il reato per eseguirne od occultarne un altro, ovvero per conseguire o assicurare a sé o ad altri il prodotto, il profitto, il prezzo ovvero la impunità di un altro reato nella connessione tra reati considerata dalla norma rileva lo scopo perseguito;
  • l’avere, nei delitti colposi, agito nonostante la previsione dell’evento, si tratta di colpa cosciente in cui l’agente non persegue il verificarsi dell’evento;
  • l’avere adoperato sevizie, o l’aver agito con crudeltà verso le persone;
  • l’avere profittato di circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa si tratta, di casi di minorata difesa.
Codice penale –Fonte:studiolegalelucino.it

La proposta del disegno di legge da parte della senatrice, presenta come obiettivo la necessità di introdurre gli atti discriminatori e violenti per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità, direttamente dentro il Codice. La formulazione del testo presenterà un unico articolo, che a detta della Ronzulli, risulterebbe approvato primamente dalla Commissione senza previo coinvolgimento dell’aula.

Ostellari –Fonte:open.online

Lo stesso Ostellari aveva annunciato che anche la Lega aveva dato luce ad un Ddl simile, che “mira a tutelare tutte le persone più vulnerabili, ampliando la sfera rispetto al ddl Zan”.

Dal documento si prevede altresì la necessità di porre un inasprimento delle pene per tutti gli illeciti commessi verso i più deboli, ponendolo in una posizione di contributo tecnico, che migliorerebbe le parti in cui il disegno di legge era oggetto di critica. Tali proposte colpiscono gli articoli 604 bis e ter, del Codice penale estendendone il loro ambito applicativo, punendone non solo la propaganda e l’istigazione a delinquere per ragioni discriminatorie, bensì includendo nella sua disciplina anche la Legge Mancino, contro l’incitazione all’odio e alla violenza avente come oggetto la disparità.

Necessario ancora risulta l’analisi sui metodi e le tempistiche che queste modifiche avrebbero sul testo già esistente, che indurrebbero necessariamente a dover iniziare l’iter di approvazione del testo da capo. Non è mancato perciò l’intervento del deputato Alessandro Zan, il quale sostiene che

 “La Lega è incoerente: prima dicevano che le priorità erano altre, ora presentano una legge alternativa a quella approvata alla Camera. Vedo una grande trappola.”

L’iniziativa del Movimento 5 stelle

Appellandosi all’articolo 77 della Costituzione riguardante il regolamento del Senato, secondo cui

“Quando per un disegno di legge o in generale per un affare che deve essere discusso dall’assemblea sia stata chiesta dal proponente, dal presidente della commissione competente o da otto senatori la dichiarazione d’urgenza, il Senato delibera per alzata di mano. La discussione sulla domanda, alla quale può partecipare non più di un oratore per ciascun gruppo parlamentare, e la votazione hanno luogo nella prima seduta successiva alla presentazione della richiesta stessa. L’approvazione della dichiarazione d’urgenza comporta la riduzione di tutti i termini alla metà.”

Ddl Zan, il M5S raccoglie le firme per portare il testo in Aula –Fonte:ilfattoquotidiano.it

Il partito, così, è riuscito a raccogliere le firme necessarie per chiedere la calendarizzazione di urgenza in aula del Ddl Zan, baipassando l’interlocuzione con il relatore e procedendo direttamente alla lettura del testo in seconda Camera. Se ciò accadesse, si velocizzerebbero i tempi di approvazione, ma resterebbe sempre fondamentale l’assenso del disegno di base dalla Commissione Giustizia.

Giovanna Sgarlata

Ddl Zan sull’omotransfobia: ecco cosa prevede e perché non è stata approvata. Dura mobilizzazione mediatica promossa da Elodie e Fedez

Il centrodestra blocca la legge contro l’omotransfobia in Senato. Il rinvio alla discussione del Disegno di Legge Zan ha visto coinvolti diversi personaggi della musica italiana, come Fedez ed Elodie che hanno alimentato la protesta sul mondo dei social, diffondendo il loro pensiero a macchia d’olio.

La Lega contro il ddl Zan sull’omofobia –Fonte:zazoom.it

La Commissione Giustizia del Senato non ha ancora calendarizzato la discussione dell’esame del ddl contro l’omotransfobia e misoginia, approvato già alla Camera il novembre scorso. Più comunemente viene conosciuta con il nome di ddl Zan, dal deputato Alessandro Zan appartenente al Partito Democratico che l’ha presentata.

I maggiori ostacoli per la sua approvazione vengono imposti, secondo il PD, dalla Lega ma anche da altre forze del centrodestra come Forza Italia e Fratelli d’Italia, che lo hanno definito come un provvedimento non prioritario, compromettendone l’avvio della discussione in Seconda Camera.

Cos’è la discriminazione

Discriminazioni in UE –Fonte:egalite.org

La discriminazione è il trattamento ineguale consistente per lo più nella violazione dei diritti a danno di individui o gruppi inferiorizzati o considerati a vario titolo marginali o addirittura estranei alla comunità. L’articolo 1 della Convenzione Internazionale, si sofferma proprio sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale definendola come

“una qualsiasi distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata su razza, colore, discendenza od origine nazionale o etnica che abbia lo scopo o l’effetto di annullare o pregiudicare il riconoscimento, godimento o esercizio, su un piano di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale o di qualsiasi altro tipo della vita pubblica”

Essa può essere:

  • Positiva: quando la disparità di trattamento è volta a favorire un gruppo o categoria di persone da lungo tempo discriminate. Ad esempio l’attuazione delle quote rosa o le facilitazioni all’inserimento lavorativo di persone con disabilità;
  • Negativa: quando la disparità del trattamento sia volta a sfavorire e/o ad escludere una persona o un gruppo di persone, in quanto socialmente e legalmente rilevante.

Il ddl Zan: ecco cosa prevede

Il provvedimento, se fosse approvato, instituirebbe misure di detenzione per coloro i quali compiano atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.

I primi due articoli sono volti ad introdurre l’orientamento, il genere sessuale e l’abilismo, cioè quella forma di discriminazione che generalmente si crea sul presupporre che tutti abbiano un corpo abile. Questi, secondo quanto sancito dal Codice Penale agli articoli 604 bis e ter, puniscono la propaganda e l’istigazione a delinquere per ragioni discriminatorie.

Alessandro Zan , il papà della legge contro l’omotransfobia –Fonte:open.online

Il più importante, però, risulta essere il terzo articolo che modifica il decreto legge 122 del 1993, conosciuto come la Legge Mancino. Essa è un atto legislativo della Repubblica italiana che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Venne proposta dall’allora Ministro dell’Interno Nicola Mancino e mira reprimere i crimini d’odio e punisce l’uso di simbologie connesse ai movimenti politici suddetti.

Modifica della legge Mancino

Nell’articolo 1 del testo modificato dal disegno di legge Zan viene ad essere specificato che

“Per sesso si intende il sesso biolo­gico o anagrafico; per genere si intende qualunque ma­nifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’i­dentificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corri­spondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.”

Il Disegno di legge “Zan” –Fonte:poterealpopolo.org

La disposizione come misura innovativa prevede, per chi commette atti di discriminazione sopraindicati, la reclusione fino a 18 mesi o una multa che può toccare quota di 6000 euro. Si prevede, altresì, l’istituto di pena:

  • Da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi
  • Da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri intenti l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi
  • Per qualsiasi reato commesse per le finalità di discriminazione o di odio la pena viene aumentata fino alla metà.

La sospensione condizionale della pena, trattata dall’articolo 163 e seguenti del Codice Penale, stabilisce che al reo la cui condanna non supera i due anni di reclusione, può essere sospesa l’esecuzione della stessa. Inoltre se il condannato, durante la suddetta interruzione, non commette nuovi reati e adempie agli eventuali obblighi imposti dal giudice, si determina l’effetto estintivo delle pene principali e accessorie. In questo caso il detenuto per ottenerla dovrà prestare lavoro in favore delle associazioni di tutela delle vittime dei reati.

Giornata nazionale contro l’omofobia e i centri anti-violenza

Il provvedimento Zan avrebbe anche predisposto l’istituzione della “Giornata Nazionale contro l’omofobia” che si sarebbe celebrata il 17 maggio. Essa mira anche ad abbracciare la promozione della cultura del rispetto, dell’inclusione nonché a contrastare i pregiudizi e le discriminazioni. Sarà perciò fondamentale, al momento della sua approvazione, che le scuole di ogni ordine e grado inseriscano nei propri programmi, dei piani che puntino a far acquisire fin dalla tenera età, una maggiore sensibilizzazione verso queste tematiche.

Giornata mondiale contro l’omofobia –Fonte:repubblica.it

Oltre a ciò il disegno di legge predispone uno stanziamento di 4 milioni di euro annui per sostenere le strutture e i centri che lottano contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e di identità di genere, per offrire assistenza nell’ambito legale, sanitario, psicologico, vitto e alloggio alle vittime di odio.

L’appello degli influencer

Ddl Zan, il centrodestra blocca la legge contro l’omotransfobia –Fonte:ilfattoquotidiano.it

La cantante Elodie, sulla piattaforma Instagram, ha pubblicato una storia che riprendesse le fila della discussione sull’approvazione del ddl Zan, definendo “indegni” i parlamentari che vi si sono opposti.

“Questa gente non dovrebbe essere in Parlamento. Questa gente è omotransfobica”

La risposta non è tardata ad arrivare, è sopraggiunta attraverso un post pubblicato su Facebook dal senatore Simone Pillon, personaggio appartenente al nido leghista e membro attivo nelle lotte dell’integralismo cattolico. Tale battaglia plasma sotto un’unica direttrice ogni aspetto della società civile ai principi della dottrina cristiana. Il parlamentare ha così ribattuto

“le valutazioni sull’incardinamento di leggi ideologiche, inutili e divisive possono aspettare. Con buona pace di Elodie e di tutta la compagnia cantante…”

Pillon si mostra contrario al ddl Zan perché l’approvazione di una legge sull’omotransfobia permetterebbe alle coppie omosessuali di procreare attraverso “l’utero in affitto”, dando perciò il via libera alla maternità surrogata pratica vietata in Italia.  In realtà la legge non fa alcun riferimento alla procreazione assistita, bensì il suo nucleo si impernia nel prevenire e contrastare le discriminazioni e gli atti di violenza.

Fedez contro Pillon –Fonte:today.it

La mobilizzazione dei social non si è fermata,  ha ritrovato voce nella persona di Fedez, che con una serie di storie e dirette pubblicate attraverso il suo profilo Ig, ha lanciato un appello al Parlamento a “far presto” ed ha invitato i suoi followers a scrivere al Presidente della Commissione di Giustizia, Andrea Ostellari (Lega). L’obiettivo del cantante è quello di sbloccare il fermo a Palazzo Madama e di sfatare le fake news che condannerebbero tale legge come una norma volta all’introduzione del reato di opinione.

Fedez in diretta con Alessandro Zan –Fonte:ilfattoquotidiano.it

Durante la diretta sul social, infatti, il “mediatore” Fedez ha coinvolto il deputato Alessandro Zan, il quale afferma

“Noi abbiamo la maggioranza della commissione Giustizia che vuole la calendarizzazione, ma purtroppo è in ostaggio di una minoranza e del suo presidente, che decide sulla calendarizzazione, cioè di farne iniziare o meno l’iter. Quindi alla fine la legge è bloccata perché lui non è d’accordo. E’ assurdo.”

Da tale intervento risulta altresì chiaro come in uno Stato democratico, basti una minoranza all’opposizione, che risiede nella figura del Presidente della Commissione, per bloccare la calendarizzazione di un disegno di legge avente come obiettivi primari tutele, pari opportunità e diritti.

Giovanna Sgarlata