NextGenerationMe: Patrizia Ajello, la cantautrice “imperfetta”

Torna la rubrica #NextGeneretionMe con un’intervista a Patrizia Ajello, giovane cantautrice messinese emergente, con all’attivo due album -“Imperfetta” e “Favole senza olio di palma“-  e diversi singoli.

Copertina dell’album “Imperfetta” di Patrizia Ajello – Foto: Valentina Amato, 2020

Quando e come è iniziata la tua passione per la musica?

La mia passione per la musica è nata sin da piccola: mi hanno iscritta a cinque anni a scuola di musica dove ho fatto prima propedeutica musicale, poi musica di insieme e poi pianoforte. Con l’adolescenza mi sono un po’ allontanata dal pianoforte e mi sono avvicinata alla chitarra da autodidatta, cominciando anche a scrivere racconti e poesie: mi è venuto poi naturale iniziare a scrivere canzoni, mettendo in musica le poesie che scrivevo. Per me è nata come una necessità di esprimere delle emozioni, delle sensazioni, e il modo che mi veniva più congeniale per farlo erano le canzoni. Da lì ho fatto anche un’esperienza all’interno del coro della mia scuola e dai miei 18 anni ho partecipato a concorsi canori nazionali, ottenendo ottimi risultati con i miei brani, in particolare il terzo posto al “Premio Mia Martini” nel 2010, che è stato il più importante.

A che genere musicale ti senti di appartenere?

Ho sempre un po’ di difficoltà a rispondere perché non amo moltissimo le etichette; penso che la musica sia bella tutta, e che inevitabilmente i generi si mescolino. Quindi se proprio dobbiamo andare a semplificare, parlerei di un misto tra pop e cantautorato, quindi “Pop cantautorale”, ovviamente indipendente perché mi sono sempre autoprodotta.

Dall’album “Imperfetta” – Foto: Valentina Amato, 2020

Che esperienza hai con i video su YouTube? Vuoi raccontarci qualche retroscena inedito?

Diciamo che mi è sempre piaciuto organizzare la regia, la ripresa e il montaggio di tutti i miei video musicali, perché questa è stata da sempre un’altra mia grande passione. Quindi, quando ho iniziato a pubblicare i miei primi brani ho anche organizzato la realizzazione dei video, e mi sono molto divertita nel farlo; spesso ho avuto anche degli amici accanto, che mi hanno comunque aiutato in maniera molto spontanea ed entusiasta.

Com’è vivere la tua carriera anche sui social? Che rapporto hai con i tuoi follower?

Beh, allora, i social secondo me sono un mondo che dà tante opportunità, ma che a volte può essere anche una trappola. Io infatti ogni tanto prendo le distanze dei social, per non farmi troppo travolgere; c’è anche una mia canzone che parla di questo, che è proprio “Canzone senza olio di palma“, una provocazione su come noi oggi viviamo i social, e soprattutto i rapporti, anche sentimentali, che si sono un po’ distorti. Quindi vado sempre alla ricerca dell’autenticità delle cose, anche nel rapporto con i fan, che preferisco magari incontrare di persona: sicuramente loro mi seguono molto sui social e mi manifestano grande affetto,  però poi la cosa più bella è quando ci sono occasioni di incontro.

Dallo spettacolo “Favole senza olio di palma” – Teatro dei 3 Mestieri di Messina – Foto: Guido Munafò, 2019

Ti sei esibita dal vivo, vorresti raccontarci qualcosa in merito?

In quest’ultimo periodo ovviamente è stato complicato, però prima della pandemia ho avuto un bell’anno: nel 2019 ho portato live in diversi locali “Favole senza olio di palma”. Ho fatto una cosa un po’ insolita: in genere si pubblica il disco e poi si fanno i live, io invece ho fatto il contrario. L’album è poi diventato uno spettacolo di “teatro-canzone” che ho portato in scena al Teatro dei 3 Mestieri di Messina; un’esperienza magnifica! La produzione di “Imperfetta”, purtroppo, è capitata in mezzo alla pandemia e quindi non è stato possibile fare parallelamente una promozione in live del disco; quindi, a tutti gli effetti, c’è stato un unico live, l’estate scorsa, in cui ho presentato le nuove canzoni. Poi mi sono fermata per un po’, perché sentivo l’esigenza di riprendere la mia vocazione primaria, cioè quella della scrittura, e prendermi del tempo per creare.

Sei stata ospitata diverse volte in radio e televisione, ci parli di queste esperienze?

Sì, sono state sicuramente delle bellissime esperienze. Devo dire che sono stata sempre accolta con grande affetto da diverse radio di Messina e non solo; questo è stato importantissimo nel periodo del Covid, perché non potendo portare live “Imperfetta” se non altro ho avuto l’occasione di cantare le canzoni in radio.

Dallo spettacolo “Com’è alto il sole” – Sala Laudamo di Messina – Foto: Salvatore Morabito, 2016

Cosa rappresenta Messina per te? E’ stata fonte di ispirazione?

Io sono molto legata a Messina, è comunque nel mio cuore sempre. Sapete meglio di me che è molto difficile restare al Sud, soprattutto se si fanno determinate professioni; quindi per me è stata una forma di affetto e di resistenza restare a Messina, perché appunto sono molto legata alle mie radici. Sicuramente è stata di grande ispirazione, non c’è dubbio, anche solo per il fatto che da adolescente, quando scrivevo le mie prime poesie, andavo magari in qualche angolo di Messina come la Passeggiata a mare o Cristo Re, luoghi particolarmente favorevoli all’ispirazione; è sicuramente questo il primo legame tra la mia creatività e la mia città. Poi devo dire che l’ambiente cittadino mi ha aiutata: i media messinesi -radio, Tv e giornali- e la popolazione mi hanno sostenuta molto, hanno sempre creduto nella mia musica, mi hanno permesso di portare avanti i miei progetti, sia musicali che teatrali. Ho intrapreso il percorso teatrale prima a livello formativo e poi sul piano professionale, e ho avuto l’opportunità, grazie a dei registi messinesi che hanno creduto in me, di partecipare dal 2015 al 2018 a una decina di spettacoli, non solo a Messina. Quindi sicuramente queste esperienze nate a Messina, e che poi si sono anche espanse, sono state molto importanti nel mio percorso.

Prospettive future sulla tua carriera?

Come dicevo prima in questo momento sono in una fase più creativa. A volte secondo me è importante, nel mondo artistico, o in generale, prendersi delle pause e del tempo per creare: di canzoni e di progetti nel cassetto ne ho tanti, però ovviamente si scontrano anche con la realtà, col fatto che è difficile portare avanti questi progetti e ci vogliono tante energie, tanto tempo, tanti fondi, e quindi è giusto fare le cose in maniera ponderata.

Un saluto ai lettori di UniVersoMe!

Ringrazio voi e chi legge. Seguite le vostre passioni!

 

Corinne Marika Rianò, Marta Cloe Scuderi

 

PATRIZIA SUI SOCIAL

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Luoghi segreti (e non) nel cuore della città: sui passi delle carceri borboniche messinesi

Come anticipato in un precedente articolo, domenica 11 Ottobre si è tenuta la visita guidata di alcuni luoghi noti – e meno noti – del centro cittadino, organizzata nell’ambito del “Progetto Crescere Insieme” dai gestori del sito Nino Femminó e Alessandra Di Giacomo, in collaborazione con il movimento “Vento dello Stretto” di Messina e “Fare Verde” di Messina.

Noi di UniVersoMe non ci siamo fatti scappare l’occasione ed abbiamo partecipato al tour: eccone i particolari più interessanti!

Vecchie carceri di Rocca Guelfonia

Situata nell’omonima via delle Carceri, è possibile trovare la porta d’ingresso delle carceri di Rocca Guelfonia. Il sito, costruito da Carlo V d’Asburgo (1526-1539), risale al ‘500 e costitutiva l’ingresso di quello che era il castello di Rocca Guelfonia.

Portale della antiche carceri, oggi in gestione presso i Padri Rogazionisti, sito in via delle Carceri – © Salvatore Nucera, Messina 2020

Sarà solo con Ferdinando di Borbone (1721-1825) che l’edificio sarà adibito a carcere, funzione alla quale rimarrà destinato fino alla seconda guerra mondiale, periodo in cui verrà utilizzato come rifugio antiaereo.

Un interessante particolare ben visibile all’esterno sono le scritte incise sui pietroni d’ingresso proprio nel periodo in cui l’edificio era adibito a carcere. Entrando nel grande portone si vede l’unica stanza rimasta e, facendo attenzione, se ne potrà notare il muro originale.

Pietrona sul lato sinistro del Portale delle antiche carceri con incisa la scritta (in verticale sulla destra) “Venire fora non si po sortire” – © Salvatore Nucera, Messina 2020

Antiche mura della città

Passando attraverso l’Istituto Antoniano Cristo Re, è possibile percorre le antiche mura della città, oggi solo parzialmente visibili (essendo state abbattute negli anni). Ciò che rimane di queste mura è ben visibile in via Principe Umberto, sulla strada che conduce a Cristo Re.

Una cosa che forse non tutti sanno è che quel passaggio non era previsto in origine: si tratta infatti di una breccia realizzata dall’architetto Borzì nel 1920 per permettere il passaggio dei mezzi di trasporto ed espandere il territorio cittadino oltre le mura.

Sacrario di Cristo Re

Forse tra i palazzi più conosciuti ed amati della città, il Sacrario di Cristo Re racchiude non solo una grande bellezza artistica, oltre alla vista mozzafiato, ma anche un grande significato storico. All’interno sono infatti conservate le spoglie dei caduti per Messina durante la prima e la seconda guerra mondiale. Al centro della struttura è possibile ammirare un sepolcro in marmo rappresentante un milite ignoto.

Vista del milite ignoto all’interno del Sacrario, con pavimentazione a pianta ottagonale e circondato da colonne in stile ionico – © Salvatore Nucera, Messina 2020

Rocca Guelfonia

La torre di Rocca Guelfonia, situata al lato del Sacrario, è l’ultimo resto appartenente all’antica struttura che nel 1191 ospitò Re Riccardo Cuor di Leone diretto in Terra Santa per la III crociata. L’edificio – poi adibito a carcere – è ricordato dagli storici come “la prigione più dura e inospitale della città“. Dall’interno, essa appare caratterizzata da strette feritoie, dalle quali è possibile ammirare lo Stretto, unica consolazione per i detenuti. La storia di Rocca Guelfonia è legata al ricordo di Macalda da Scaletta, dama da compagnia e cortigiana siciliana, ricordata per aver aiutato (insieme all’amato Alaimo da Lentini) i messinesi a ribellarsi contro gli angioini nella rivolta dei Vespri Siciliani. La stessa sarebbe stata poi fatta prigioniera dal Re spagnolo Pietro D’Aragona, su consiglio del figlio Giacomo, per averlo raggirato in favore di Alaimo.

È sorprendente svelare quante curiosità si trovino a pochi passi dal centro. Riscoprirle è ogni volta un’occasione per ripercorrere le varie fasi storiche della città, narrarne i miti e rievocarne i misteri, grazie anche ad iniziative culturali come il “Progetto Crescere Insieme”, che danno nuova vita a tanti luoghi di interesse spesso trascurati. Se anche voi siete entusiasti di conoscere – e far conoscere – le numerose bellezze artistiche del territorio, continuate a seguirci!

                                                                                                                               Salvatore Nucera

Immagine in evidenza: discovermessina.it

Visita guidata al Tempio di “Cristo Re”, Torre di Rocca Guelfonia, mura di Carlo V e vecchie carceri borboniche

Il “Progetto Crescere Insieme” nella persona dei gestori del sito Nino Femminó e Alessandra Di Giacomo, in collaborazione con il movimento “Vento dello Stretto” di Messina e “Fare Verde” di Messina organizza per domenica 11 ottobre a partire dalle ore 10:00 una visita guidata al Tempio di “Cristo Re”, Torre di Rocca Guelfonia, mura di Carlo V e museo delle vecchie carceri borboniche.

La visita guidata di domenica 11 ottobre darà la possibilità ai cittadini messinesi di ascoltare la storia di una tra le zone più suggestive della nostra città, molto spesso sconosciuta.

Sarà possibile partecipare alla visita guidata esclusivamente previa prenotazione, inviando una mail all’indirizzo infoventodellostretto@gmail.com indicando nome, cognome, luogo e data di nascita ed un recapito telefonico, così da predisporre l’elenco dei partecipanti nel rispetto della normativa anti-covid.

Durante tutto il tragitto sarà obbligatorio indossare la mascherina e mantenere il distanziamento; i partecipanti saranno suddivisi in due gruppi.

Sarà possibile – dopo essersi prenotati nel rispetto della procedura descritta sopra -acquistare in loco il biglietto per la visita guidata che avrà il costo di 5 euro.

Il raduno dei partecipanti è previsto alle ore 10:30 al Belvedere di Cristo Re.

Mappa per arrivare al luogo dell’evento: