Un’Italia in bianco: tutte le Regioni passano nella zona a basso rischio, tranne una

L’Italia si tinge tutta di bianco, o quasi. Tutte le regioni passano nella fascia a rischio più basso, tranne la Valle d’Aosta. Via tutte le restrizioni, tranne l’obbligo della mascherina all’aperto, del quale oggi si deciderà se mantenerlo o meno. Si attende il parere del Cts.

 

La cartina dell’Italia, progressioni nelle ultime settimane fino ad oggi, 21 giugno, con il Paese tutto in bianco tranne una regione (fonte: ilmessagero.it)

 

I nuovi confortanti dati

L’indice Rt nelle regioni si aggira intorno al valore di 1, tranne per tre di esse – Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Molise – dove comunque resta moderato. In realtà, solo la scorsa settimana, una sola era regione si trovava in tale condizione.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha comunque – spinto dai dati in ogni caso confortanti – firmato la nuova ordinanza, in vigore da oggi, 21 giugno, per l’appunto, disponendo il passaggio in zona bianca delle Regioni che ancora mancavano ancora all’appello, cioè Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Sicilia, Toscana e Provincia Autonoma di Bolzano. Avevano tutte una incidenza abbondantemente sotto i 50 casi per 100mila abitanti, come hanno certificato i tre monitoraggi consecutivi.

La pressione sulle strutture ospedaliere si è confermata al di sotto della soglia critica. In nessuna Regione, infatti, si supera la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o in area medica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva è 6%, con una diminuzione nel numero di persone ricoverate che passa da 688 a 504. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale anche scende al 6%, con il numero di persone ricoverate in queste aree che passa da 4.685 a 3.333.

Per il 28 giugno, si auspica davvero tutta la Penisola in bianco, nonostante i possibili rischi per le tre suddette Regioni.

 

Cosa cambia

Via il coprifuoco, anche nella zona gialla, perché precedentemente deciso l’abolizione per la data di oggi. Le attività di ristorazione avranno la possibilità di rimanere aperte senza limiti. Nessuna restrizione sul numero di persone ai tavoli all’aperto – tra i quali deve esserci comunque il distanziamento di un metro –mentre nei bar e nei ristoranti al chiuso potranno sedere allo stesso tavolo massimo sei persone, salvo che siano tutti conviventi. Aperti nei fine settimana i centri commerciali.

Attesissima la riapertura di musei, teatri, cinema, palestre, piscine e università.

Si ricorda che nelle palestre e nelle piscine non si potrà fare la doccia e che le discoteche – su cui molte sono state le polemiche – per ora, restano chiuse, o meglio, potranno riaprire, e si potrà frequentarle solo per sfruttare servizio bar e ristorante al loro interno, non per ballare.

 

Mascherina sì o no?

Si attende il pomeriggio per il responso del Comitato tecnico scientifico al parere richiesto dal Ministero della Salute sulla fine dell’obbligo di mascherina negli spazi all’aperto, a meno che non ci si trovi in una situazione in cui è impossibile garantire il distanziamento. Infatti, bisognerà comunque mantenere il distanziamento con i non congiunti e indossare il dispositivo in punti a rischio assembramento, quindi averlo sempre con sé.

(fonte: ansa.it)

Della possibile data in cui il cambiamento potrebbe avvenire, ci sono delle ipotesi. Si fa sempre più compatto il fronte di chi spinge per inizio luglio, forse il 5, ma c’è anche l’altra ipotesi di lunedì 28 giugno, primo giorno in cui tutta la Penisola sarà in zona bianca, compresa Valle d’Aosta.

Ricordiamo che l’uso delle mascherine all’aperto è stato finora obbligatorio, con delle eccezioni:

  • mentre si effettua attività sportiva;
  • mentre si consuma cibo o bevande, nei luoghi e negli orari in cui è consentito;
  • quando si è soli o in presenza esclusivamente dei propri conviventi;
  • per bambini sotto i 6 anni di età;
  • per persone che, per la loro invalidità o patologia, non possono indossare la mascherina;
  • per gli operatori o le persone che, per assistere una persona esente dall’obbligo, non possono a loro volta indossare la mascherina, come, per esempio, nel caso di chi deve interloquire con persona sordomuta nella L.I.S.

Resterà obbligatorio l’uso al chiuso e fortemente consigliato in abitazioni private, in presenza di persone non conviventi, dove non è possibile effettuare controlli.

Per quanto riguarda i contesti lavorativi e le attività con bambini dai 6 anni in su, la mascherina è obbligatoria nelle situazioni previste dagli specifici protocolli di settore, così come anche per i professionisti che lavorano in uno studio, ad eccezione dei casi in cui l’attività si svolga individualmente e sia garantita, in modo continuativo, la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi.

(fonte: ilfattoquotidiano.it)

Dove l’attività professionale comporti un contatto diretto e ravvicinato con soggetti non conviventi o lo svolgimento in ambienti di facile accesso dall’esterno o aperti al pubblico, e non sia possibile rispettare in modo continuativo la distanza interpersonale di almeno 1 metro, occorre sempre utilizzare i dispositivi di protezione individuale.

La data per lo stop alla mascherina all’aperto sarà calcolata anche in base alla percentuale di popolazione vaccinata, tenendo conto delle somministrazioni sia per la prima che per la seconda dose. La data, dunque, verosimilmente più idonea alla fine dell’obbligo sembrerebbe quella di inizio luglio.

 

La variante Delta potrebbe far premere sul freno

Per il varo della decisione sullo stop alle mascherine all’aperto c’è il pressing dei partiti sul Cts e sul Governo, solo il Partito Democratico e il ministro della Salute Speranza sono rimasti gli unici a credere in un approccio “rigorista”. Consistente soprattutto la preoccupazione è per la variante Delta (l’ex indiana).

Costante il monito dal mondo della scienza rimarca la necessità di non sottovalutare i rischi. La variante, infatti, ormai si sa essere più contagiosa del 50% di quella Alpha (l’ex inglese). Inoltre, sembrerebbe che una sola dose di vaccino potrebbe non bastare.

In Italia, per ora, secondo i dati aggiornati a una decina di giorni fa, la variante Delta è sotto controllo. Ad essa sarebbe riconducibile l’1% circa dei contagi nel nostro Paese, con picchi del 3% nel Lazio e modesti focolai in Lombardia e Puglia.

Però, la percentuale è destinata ad aumentare con il prossimo monitoraggio, secondo le previsioni. Il ministro Speranza ha disposto una nuova «indagine rapida» per stimare la diffusione nel Paese delle principali varianti del coronavirus in Italia, a partire proprio dalla Delta.

Intanto, per le persone provenienti dal Regno Unito, è stata resa obbligatoria la quarantena di 5 giorni all’arrivo in Italia.

 

Rita Bonaccurso

Con il Green Pass si tornerà a viaggiare all’estero, ecco come ottenerlo a partire dai prossimi giorni

Alcuni giorni fa l’Europarlamento ha approvato la certificazione digitale “Green Pass” che permetterà gli spostamenti all’interno dell’Unione e dell’area Schengen a partire dal 1º luglio. Ieri, il Premier italiano Mario Draghi ha firmato il decreto contenente le modalità di rilascio della certificazione che sarà valida, da luglio, a livello europeo.

Con il rilascio della certificazione, sarà possibile:

  • A livello nazionale: partecipare ad eventi pubblici (feste, cerimonie, eventi sportivi), accedere alle strutture sanitarie assistenziali (RSA) e gli spostarsi sul territorio nazionale in regioni anche di colore diverso.
  • A livello europeo (dal 1º luglio): viaggiare liberamente tra i paesi dell’Unione Europea e dell’Area Schengen senza dover fare tamponi o sottoporsi a periodi di quarantena. I certificati dovranno essere rilasciati dai vari paesi UE alle medesime condizioni. Non sarà, dunque, possibile applicare ulteriori restrizioni se non in casi eccezionali, come quello di una variante potenzialmente pericolosa.
(fonte: ilfattoquotidiano.it)

 

Green pass digitale e cartaceo, come e dove ottenerlo

Sarà possibile ottenere la certificazione verde in base ad un’avvenuta vaccinazione, guarigione dall’infezione (negli ultimi 6 mesi) o la negatività al virus tramite tampone molecolare o antigenico (nelle ultime 48 ore). Alle tre diverse condizioni corrisponderà un certificato distinto.

Ad occuparsene sarà la Piattaforma – attiva da ieri – nazionale digital green certificate (Piattaforma nazionale-DGC), che raccoglierà i dati riguardanti i vaccini, tamponi e certificati di avvenuta guarigione per poi avvisare, tramite sms o email, il cittadino della possibilità di scaricare il proprio Green Pass. Il processo non è altresì automatico, ma per il servizio della piattaforma (e per l’App Immuni) sarà necessario inserire i dati della tessera sanitaria o i codici identificativi di tampone o certificato di guarigione.

La Certificazione verde COVID-19 conterrà un codice a barre bidimensionale (QR code) con una firma digitale del Ministero della Salute per impedirne la falsificazione.

Con riguardo alle vaccinazioni, si ritiene che le certificazioni ad esse associate saranno disponibili sulla piattaforma entro il 28 giugno.

(fonte: thesocialpost.it)

Vi sono altre modalità per ottenere il Green Pass:

  • App Immuni: anche in questo caso, come accennato, sarà necessario inserire i dati relativi alla propria tessera sanitaria o i codici identificativi di tampone o il certificato di guarigione.
  • Fascicolo Sanitario Elettronico 
  • App IO: coloro che hanno già fatto l’accesso con le proprie credenziali SPID o con la carta d’identità elettronica non avranno bisogno di inserire altri dati.
  • In alternativa al Green Pass digitale, sarà possibile richiedere la certificazione al proprio medico di base, pediatra o in farmacia utilizzando la tessera sanitaria.

Per tutte le informazioni è possibile contattare il Numero Verde della App Immuni 800.91.24.91, attivo tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00. La certificazione rimane, in ogni caso, gratuita.

Validità del Green Pass e scadenze

La Piattaforma Nazionale-DGC ha specificato, nella propria FAQ, i tempi di validità della certificazione in Italia.

  • In caso di vaccinazione: per la prima dose dei vaccini che ne richiedono due, la Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione e avrà validità fino alla dose successiva.
  • Nei casi di seconda dose o dose unica per pregressa infezione: la Certificazione sarà generata entro un paio di giorni e avrà validità per 270 giorni (circa nove mesi) dalla data di somministrazione.
  • Per i vaccini monodose: la Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione e avrà validità per 270 giorni (circa nove mesi).
  • Nei casi di tampone negativo la Certificazione sarà generata in poche ore e avrà validità per 48 ore dall’ora del prelievo.
  • Nei casi di guarigione da COVID-19 la Certificazione sarà generata entro il giorno seguente e avrà validità per 180 giorni (6 mesi). (fonte)

Infine, gli Stati membri avranno la possibilità di decidere se accettare anche i certificati per altri vaccini autorizzati secondo le procedure nazionali (come per esempio il vaccino russo Sputnik, approvato in Ungheria) o meno, diversamente da come si prevedeva nei giorni precedenti.

Valeria Bonaccorso

Italia sempre più bianca, mentre altrove, in Europa, si rallenta con le riaperture preannunciate

La mappa delle Regioni italiane di oggi e la probabile situazione dal 28 giugno (fonte: ilmattino.it)

Più di 40 milioni di italiani dicono oggi addio alla maggior parte delle restrizioni, passando in zona bianca. Via anche all’odiatissimo coprifuoco, solo mascherina, distanza e attenzione all’igiene delle mani saranno le regole principali da rispettare. Stiamo parlando di Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia Romagna, Puglia e la provincia autonoma di Trento, che si aggiungono alle altre già nella fascia più bassa per rischio Covid, facendo salire il numero delle regioni qui comprese a 13. Si ritorna a vivere una vita quasi uguale a quella che ormai sembra un ricordo lontano: ristoranti e locali restano aperti senza limiti di orari, inoltre, e possibile consumare all’interno, Con la possibilità di sedersi in sei e non in quattro al massimo, come nelle zone gialle.

Nelle zone bianche si anticipano le riaperture di piscine centri benessere e termali al chiuso, parchi tematici parchi divertimento, sale gioco, centri sociali e culturali. Da oggi sono consentite anche feste, in seguito a cerimonie civili o religiose, anche al chiuso, ma solo se i partecipanti sono in possesso di green pass. le feste private e le piste da ballo rimangono ancora off-limits.

Consentito anche andare a far visita a parenti o amici, restando all’interno della stessa zona bianca, senza limiti di orario o nel numero di persone che si spostano.

Tra i cambiamenti più attesi, quello dell’abolizione del coprifuoco era senz’altro il più agognato, anche se questo limite verrà meno in tutto il paese a partire dal 21 giugno.

Inoltre, è possibile spostarsi da una zona bianca ad un’altra senza limiti, ma così anche da una zona bianca ha una gialla, sempre nel rispetto delle norme vigenti nell’area di destinazione.

Resta, invece, l’obbligo dell’uso della mascherina sia all’aperto che al chiuso, tranne che durante la pratica di sport o mentre si consumano pasti e bevande nei locali.

Considerato il trend positivo, il ministro della Salute, Roberto Speranza, auspica il passaggio in zona bianca del 95% degli italiani fra una settimana.

 

Intanto la Gran Bretagna pensa a un rallentamento

Il primo ministro Johnson durante il G7 tenutosi in questi giorni

Grande timore per la risalita dei contagi e la trasmissibilità della variante “Delta, la “ex-indiana”. Il primo ministro Boris Johnson sta valutando uno slittamento dell’abolizione delle restanti misure restrittive attive, inizialmente prevista in Inghilterra non prima del 21 giugno. Almeno, quattro settimane ancora.

Non c’è ancora una decisione definitiva, l’annuncio era previsto per oggi, dopo una scelta tra varie opzioni. Comunque il rinvio di quattro settimane sembra, al momento, la possibilità più verosimile, visti i crescenti timori.

Difatti, nel Paese, in questi giorni, sono stati registrati poco meno di 10mila contagi in un giorno: un rimbalzo rilevante, anche se, per ora il numero di casi gravi, ricoveri in ospedale e morti è contenuto, grazie alla campagna di vaccinazione effettuata rapidamente e che ha raggiunto già la soglia dei 70milioni di dosi somministrate

Così, stando al parere degli esperti che Johnson ha consultato, si darebbe la possibilità alla campagna di vaccinazione di avere effettivamente la sua efficacia.

 

La variante Delta preoccupa anche l’Italia, ma i vaccini sembrano “sicurissimi”

Anche in Italia resta alto l’allarme riguardo questa variante. A Milano, rilevato un focolaio di dieci casi nella palestra “Virgin Active. Uno dei casi è da variante Delta. Il rilevamento è stato reso noto dall’Ats Città Metropolitana di Milano, che ha ordinato il sequenziamento dei 9 casi, di cui si vuole accertare se si tratti di altre varianti o meno. Tutti i positivi si trovano intanto in isolamento.

(fonte: ilfattoquotidiano.it)

Sono inoltre stati rintracciati i 140 frequentatori della palestra che dal 24 al 31 maggio – data di presenza dell’ultimo caso – hanno frequentato i locali della struttura e avuto contatti con almeno uno dei 10 casi rilevati. Tutti sono stati invitati a eseguire un test antigenico o molecolare presso la rete dei punti tampone e dei drive-through dell’Ats.

La palestra aveva riaperto il 24 maggio, seguendo tutte le norme vigenti:

“Il brand conferma di rispettare all’interno delle proprie strutture tutte le misure igienico sanitarie previste dal governo, sia nell’allenamento individuale che nello svolgimento di classi collettive”, era stato il commento di Virgin Active Italia.

Guido Rasi, ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco, Ema, e consulente del commissario straordinario all’emergenza coronavirus, il generale Francesco Paolo Figliuolo, ospite della trasmissione “Agorà”, su Rai Tre, ha suggerito di studiare il focolaio scoppiato nella palestra milanese, per capire di più sulla variante e sulla diffusione, in generale, del coronavirus dentro un ambiente, nonostante alcuni soggetti vaccinati. Infatti, uno dei contagiati si era già sottoposto a due dosi di vaccino anti-Covid.

Inoltre, un recente studio – condotto dal professore Fausto Baldanti, responsabile del laboratorio di Virologia Molecolare dell’ospedale San Matteo di Pavia – ha rilevato che solo l’1,4% di chi si è sottoposto a vaccino anti-Covid si è infettato di nuovo e che solo 1 soggetto su 2mila circa è diventato nuovamente contagioso.

Dunque, non ci resta che attendere che la scienza possa avere il tempo inevitabilmente necessario a fornire altri dati certi su questa malattia, che nonostante sia sotto la lente di ingrandimento da più di un anno, ancora rimane in parte imprevedibile. Mascherine e distanziamento sociale rimangono le armi nelle nostre mani per aiutare la campagna vaccinale a dare i suoi frutti e permetterci di vivere una vita quasi completamente “normale”.

 

Rita Bonaccurso

Muore una diciottenne in Liguria: si indaga su possibili correlazione con vaccinazione AstraZeneca, il vaccino che continua a generare aspri dibattiti

Muore a soli diciott’anni: si indaga sulla causa

Camilla Canepa, muore a diciotto anni (fonte: tg24.sky.it)

Non ce l’ha fatta Camilla Canepa, la diciottenne di Sestri Levante ricoverata per la rimozione di un trombo. L’attenzione è rivolta soprattutto a capire i legami tra l’accaduto e la somministrazione del vaccino contro il Covid a cui la ragazza si era sottoposta pochi giorni prima.

“Purtroppo, poche ore fa, Sestri Levante è stata colpita da un lutto che mai avremmo voluto vivere. L’amministrazione comunale e tutta la città si stringono intorno alla famiglia della ragazza scomparsa oggi. In questo momento di dolore esprimo tutto il mio affetto e la mia vicinanza ai familiari di Camilla.”. Queste sono le dichiarazioni della sindaca di Sestri Levante, Valentina Ghio.

Camilla era stata vaccinata con AstraZeneca il 25 maggio, durante il primo open day in Liguria aperto agli over 18.

L’anamnesi di prassi era risultata negativa, perciò si era proceduto con la prima dose di AstraZeneca. Il 3 giugno, la ragazza era stata costretta a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale di Lavagna per cefalea e fotofobia. Così era stata sottoposta a Tac cerebrale ed esame neurologico, entrambi risultati negativi e perciò dimessa, ma con raccomandazione di ripetere gli esami del sangue dopo 15 giorni.

Pochi giorni dopo, il 5 giugno, era tornata al pronto soccorso presentando deficit motori. Così venne ricoverata al San Martino. Sottoposta a Tac cerebrale, risultò un’emorragia e così era stata trasferita nel reparto di Neurochirurgia dove è stata sottoposta a due interventi chirurgici. I medici hanno proceduto con la rimozione di un trombo al seno cavernoso, per la ridurre la pressione intracranica.

 

Le autorità ipotizzano un reato, ma in Procura aperti altri fascicoli per possibili correlazioni con vaccino AstraZeneca

L’autorità ora avanzano l’ipotesi che, forse, Camilla avrebbe potuto essere operata già due giorni prima. È questo quanto vogliono verificare il pubblico ministero Stefano Puppo e il procuratore aggiunto Francesco Pinto, i quali, in un primo momento, avevano aperto un fascicolo senza ipotesi di reato sulla vicenda. Il reato ipotizzato, dunque, è stato quello di lesioni colpose, ma, in seguito al decesso, il procuratore capo Francesco Cozzi annuncia l’indagine per omicidio colposo, al momento, contro ignoti.

La Procura, intanto, ha richiesto tutta la documentazione relativa all’iter per la vaccinazione, ma anche al primo accesso al pronto soccorso, le successive dimissioni e il secondo ricovero.

Inoltre, però, vi sono già altri quattro fascicoli aperti per persone morte dopo la vaccinazione, tutti affidati al medico legale Luca Tajana che sta collaborando con l’ematologo Franco Piovella. Entrambi si occuperanno anche del caso di Camilla, procedendo con l’autopsia.

Il primo dei quattro casi indagati riguarda un’insegnante di 32 anni, Francesca Tuscano, a cui era stato inoculato AstraZeneca. Poi, il decesso del 15 maggio di un’anziana di 83 anni a cui era stato somministrato Pfizer, in quanto soggetto fragile. Sempre al San Martino, pochi giorni fa, è stata ricoverata anche una donna savonese di 34 anni che, mentre si trovava al lavoro, ha avvertito un forte mal di testa, che l’ha spinta a recarsi al pronto soccorso del Policlinico. Dai primi esami effettuati, era emerso un livello basso di piastrine nel sangue. Poi, da quanto riferito dai medici, anche questa donna è stata operata e ora si trova in Rianimazione.

Alla luce dei fatti, la Regione Liguria ha proceduto con la sospensione di un lotto di dosi AstraZeneca.

 

Altri casi sospetti in Italia, come quello di Irene Cervelli, insultata sui social

Si trova adesso a Pisa in prognosi riservata, la 41enne di Capannori, Irene Cervelli, colpita da ictus una settimana dopo aver ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Ancora non si hanno certezze sulla correlazione, anche in questo caso, tra la vaccinazione e l’accaduto.

Irene Cervelli (fonte: blogsicilia.it)

La vicenda ha dell’inverosimile: sulla pagina Facebook della donna, sono comparsi molti insulti choc da parte di alcuni No Vax. «Te la sei cercata», «Non dovevi vaccinarti» sono alcune delle orribili frasi che si possono trovare.

Intanto il legale della donna Giovanni Mandoli, in una nota ha dichiarato che la famiglia non vuole dare spazio a questi “leoni da tastiera” e di sperare che «il Cts e la Regione Toscana rivalutino l’apertura di open day AstraZeneca per persone under 50 fintanto che non sia stata fatta piena chiarezza su quanto accaduto».

Il blocco AstraZeneca per gli under 60: si attende la decisione del Cts

Sembra che il Ministero della Salute stia andando verso un definitivo e generale blocco delle vaccinazioni AstraZeneca agli under 60. Questa sarebbe un grande cambio di rotta, poiché molti sono stati gli open day organizzati proprio per vaccinare i più giovani con questo vaccino.

In alcune zone di Italia vi erano già delle disposizioni a procedere con altri vaccini per i più giovani, riservando AstraZeneca principalmente agli over 60 e agli uomini. Molti dubbi, infatti, anche sulla somministrazione a donne under 40, le quali in molte Regioni venivano indirizzate alla somministrazione di altre dosi.

I Governatori delle Regioni protestano e chiedono una linea chiara e definitiva. Intanto il ministro della Salute, Roberto Speranza, in attesa della decisione del Cts, continua a sostenere che “tutti i vaccini sono sicuri”. Il responso sta tardando ad arrivare e ciò sottolinea la difficoltà nella decisione. La natura di quest’ultima pregiudicherà anche lo sviluppo di un altro dibattito molto acceso, ovvero quello sulla decisione di somministrare, o meno, come seconda dose un vaccino diverso da AstraZeneca, a vettore adenovirale, anche a chi è stato vaccinato con quest’ultimo per la prima dose.

 

Rita Bonaccurso

Il Parlamento europeo ha approvato il Green Pass: ecco come ottenerlo e a cosa serve

L’Europarlamento ha dato il via alla certificazione digitale, che permetterà di facilitare gli spostamenti entro i confini dell’Unione. I “green pass” saranno operativi dal 1° luglio 2021.

Il Green Pass europeo –Fonte:repubblica.it

Durante la riunione tenutasi l’8 giugno a Strasburgo, è stato approvata l’introduzione del Green Pass europeo, chiamato anche “Eu Digital Covid Certificate”.

Esso è il documento “lasciapassare” che consentirà di viaggiare tra i Paesi della Ue, senza necessità di sottoporsi a periodi di quarantena o dall’effettuare tamponi, se si è già in possesso della somministrazione del vaccino o se si è guariti dalla malattia.

Sebbene il testo necessiti ancora di essere formalmente adottato dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, si ritiene applicazione sarà immediata, già dall’ 1 luglio, rimanendo in vigore per un anno.

Il certificato digitale Covid dell’Ue: come ottenerlo

Il progetto (vedi qui il nostro articolo Certificati verdi per poter viaggiare: le proposte della Commissione UE per i passaporti di immunità per salvare il turismo) a seguito del voto dell’Europarlamento e l’ufficializzazione la scorsa mattina, ha ottenuto il punto di svolta per la rimozione dell’ultimo ostacolo che vincolava l’approvazione del documento. Nella giornata di lunedì prossimo, si dovrebbe giungere alla firma dell’accordo per rendere i viaggi tra i Paesi Ue finalmente liberi.

Il Parlamento europeo dà il via libera al green pass –Fonte:dire.it

Il certificato verrà rilasciato dalle autorità dei vari Stati, identificati nelle strutture ospedaliere, nei centri di test o dalle autorità sanitarie. Sarà possibile accedere alla versione digitale del documento tramite il proprio smartphone, nonostante lo si possa anche disporre in versione cartacea. Entrambe saranno fornite di un Qr code, al cui interno verranno registrate tutte le informazioni essenziali sottoscritte tramite firma digitale, tale da garantire tutela contro qualsiasi atto di contraffazione. Risulta chiaro come ciò faciliterà, così, il controllo dei dati.

Saranno riconosciuti solo i vaccini autorizzati nell’Ue e, eventualmente, anche quelli accettati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) per il solo uso emergenziale.

È perciò escluso a livello europeo il vaccino Sputnik, ma ciò non preclude la prerogativa delle Nazioni dell’Unione di predisporre altri sieri.

Validità del Certificato

Il documento oltre alla sottoscrizione nella lingua del Paese che lo ha prodotto, sarà fornito di una traduzione in lingua inglese. Una volta rilasciato dovrà essere accettato da tutti gli Stati membri dell’Unione, anche da Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

Il possesso dello stesso vieterà l’applicazione delle restrizioni e consentirà la libera circolazione del viaggiatore europeo al pari dei cittadini dello Stato Ue visitato.

Non è stata ancora prevista una scadenza dei certificati, in quanto tale durata dipenderà esclusivamente dalle decisioni da prendere in base ai dati scientifici, non ancora ottenuti, riguardo l’effettivo periodo di protezione del vaccino.

Il Green Pass europeo per tornare a viaggiare –Fonte:tgcom24.mediaset.it

In Italia, come in altri Paesi, è stato deciso che la validità del Green Pass avrà inizio dal quindicesimo giorno successivo alla prima dose, fino alla data prevista per la somministrazione della seconda, subendo poi, così, un prolungamento di nove mesi. Tale regola avrà valore anche per gli stranieri che arrivano nel nostro Paese.

Altresì, per l’Unione Europea il documento deverrà efficace dal quattordicesimo giorno dalla somministrazione della seconda dose.

Le decisioni per chi non è stato vaccinato

Coloro i quali ancora non si sono sottoposti all’iniezione del vaccino contro il Covid, potranno ottenere il certificato a seguito di un test molecolare o antigenico, secondo libero apprezzamento degli Stati, con esito negativo. La stessa possibilità sarà offerta in caso di guarigione dal contagio avvenuta negli ultimi sei mesi.

Test molecolari –Fonte:regione.piemonte.it

Affinché si possa garantire l’unità familiare, i minori che viaggiano con i genitori, dovranno essere esentanti dalla sottoposizione al periodo di quarantena. Per i bimbi con età inferiore a 6 anni l’esenzione si estenderebbe al relativo test negativo al viaggio.

Differenze con il Green Pass italiano

Certificato verde Covid-19 –Fonte:lanotiziagiornale.it

Nell’attesa della piena attuazione dell’Eu Digital Covid Certificate, in Italia esiste già il Green Pass, che prende il nome di Certificazione verde Covid-19. Essa è volta a favorire gli spostamenti tra le regioni con colori diversi (arancioni e rosse), ma trova altresì applicazione per la partecipazione a cerimonie civili e religiose, per le visite ai propri parenti presso le case di riposo (RSA) e si prospetta che avrà valore per l’accesso a concerti, spettacoli e discoteche. Si intende, perciò, come un documento comprovante uno dei seguenti stati:

  • L’avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2;
  • La guarigione dall’infezione da SARS-CoV-2: che corrisponde alla data di fine isolamento, prescritto a seguito del riscontro di un tampone positivo;
  • Il referto di un test molecolare o antigenico rapido per la ricerca del virus SARS-CoV-2 e che riporti un risultato negativo, eseguito nelle 48 ore antecedenti.

Questa sarà rilasciata in formato cartaceo o digitale dalla struttura sanitaria o dal Servizio Sanitario Regionale di competenza a seguito dell’avvenuta vaccinazione. Secondo il Decreto legge 65/2021 entrato in vigore dal 18 maggio 2021, il Green Pass potrà essere consegnato contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino.

Qualora sia attestata, dalla struttura ospedaliera, dall’ASL o dai medici di medicina generale, l’avvenuta guarigione, il documento sarà accompagnato da una certificazione, a seguito di un tampone rapido, con validità di 48 ore dal prelievo effettuato, presso strutture abilitate.

I tempi di validità della Certificazione verde Covid-19 si basano sulle tre casistiche precedentemente dette:

  • A chi ha completato il ciclo vaccinale, avrà un certificato della durata di 9 mesi;
  • A chi è guarito dal Covid-19 avrà un certificato della durata di 6 mesi;
  • In caso di tampone negativo il certificato vale per 48 ore dal test.

Come funzionerà l’Eu Digital Covid Certificate 

Ogni Paese membro avrà l’onere dell’emissione dei certificati, presso strutture abilitate al loro rilascio e dotate di propria chiave di firma digitale, conservate in ciascun database di ogni Nazione. Il documento al momento del controllo prevedrà la scansione del Qr Code e alla verifica della firma apposta.

Eu Digital Covid Certificate –Fonte: ilfattoquotidiano.it

Al fine di consentire l’interoperabilità, ossia lo scambio dei diversi dati, la Commissione europea ha creato un gateway, mediante il quale le firme dei certificati potranno essere verificate in tutta l’Ue. I dati personali del titolare del certificato rimarranno entro i confini del proprio Paese e non verranno trasmessi ad altri.

Ogni Stato avrà la facoltà di scegliere le modalità di distribuzione dei documento, preferendo o la modalità centralizzata oppure affidandola presso i centri o gli operatori sanitari. In Italia sarà possibile aver accesso ai propri codici, attraverso l’app IO, ossia l’applicazione contente numerosi servizi digitali della Pubblica Amministrazione.

Le disposizioni di salvaguardia

Varianti Covid –Fonte:fortuneita.com

Nel caso in cui si debba “salvaguardare la salute pubblica” i singoli Paesi membri saranno legittimati nell’imposizione di ulteriori restrizioni di viaggio da applicare ai titolari dei certificati. Si seguiranno le forme di quarantena, di autoisolamento o di test, qualora sorgano varianti che cagionino preoccupazione. Secondo quanto predisposto dal Parlamento europeo, tali misure dovranno essere notificate con 48 ore di anticipo agli altri Stati Ue e alla Commissione, mentre ai cittadini dovrà essere fornito il preavviso di 24 ore.

Giovanna Sgarlata

Cannabidiolo, possibile effetto protettivo contro il Covid

Recenti articoli hanno mostrato un possibile effetto di protezione da parte del Cannabidiolo contro il Corona Virus.
Ad un anno e mezzo dalla pandemia, grazie all’importante campagna vaccinale, la curva dei contagi sta finalmente scendendo.
Tuttavia, parallelamente allo sviluppo dei vaccini, la ricerca non si è fermata di studiare potenziali farmaci in grado di curare il Covid-19.

 

Cos’è il cannabidiolo?

In che modo combatte il Covid?

Serendipità

Conclusioni

Cos’è il cannabidiolo?

Il Cannabidiolo è uno dei metaboliti della Cannabis Sativa, pianta nota per il suo uso ricreativo, dati i suoi effetti psicotropi.

Crediti immagine: https://www.agricolturafinanziamenti.com/wp-content/uploads/2018/05/BOL-worker-1168×6571.jpg

Tuttavia, il responsabile degli effetti psicotropi, è principalmente il THC (tetraidrocannabinolo), un metabolita che, agendo sui recettori CB1 e CB2, è in grado di modulare la captazione di diversi neurotrasmettitori (come glutammato e dopamina), oltre ad agire sui recettori μ1 del sistema endorfinergico, modulando gli stimoli dolorosi.

Il Cannabidiolo (CBD) agisce invece, legandosi come agonista per i recettori della Serotonina 5-HT1a e come antagonista dei recettori GPR55 e dei recettori vanilloidi TRPV1 e TRPV2. Modula inoltre i recettori CB1, CB2 e oppioidi.

Crediti immagine: https://www.laboratorio-galenico.it/wp-content/uploads/2017/06/Differenze-THC-e-CBD.jpg

Queste sue proprietà hanno permesso che la farmacologia si interessasse alla Cannabis Sativa dimostrando che il Cannabidiolo ha effetti rilassanti, anticonvulsivanti, antidistonici, antiossidanti, antinfiammatori, favorisce il sonno ed è distensivo contro ansia e panico. Inoltre, si è rivelata in grado di ridurre la pressione endooculare, è un promettente antipsicotico atipico ed è utile nel trattamento del dolore neuropaticoProprio per questo in diversi Paesi è stato liberalizzato l’uso della Cannabis a basso contenuto di THC (che ha l’effetto psicoattivo), ma che presentano comunque livelli normali di CBD.

Crediti immagine: https://canapafarm.eu/wp-content/uploads/2021/05/cannabinoidi-e-sclerosi-multipla.jpg

In che modo combatte il Covid?

Visto l’avanzare della ricerca sul CBD, in uno studio su Pubmed (ancora da verificare), si è notato che in una coorte di pazienti umani ,che in precedenza avevano assunto CBD, l’incidenza di infezione da SARS-CoV-2  era significativamente inferiore, fino a un ordine di grandezza, rispetto alle coppie abbinate o alla popolazione generale.
È emerso che il CBD induce l’espressione dell’interferone e aumenta la sua via di segnalazione antivirale, inibendo la replicazione del SARS-CoV-2. Questo avviene, probabilmente, grazie al suo legame con il recettore CB2, espresso quasi esclusivamente sulle cellule T del sistema immunitario, con più alta densità a livello della milza. La stimolazione dei recettori CB2 sembra infatti essere responsabile principalmente della azione anti-infiammatoria e immunomodulatrice dei cannabinoidi.

Crediti immagine: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33758843/#&gid=article-figures&pid=fig-1-uid-0

In un altro studio, è emerso che gli estratti di C. Sativa ad alto contenuto di CBD, possano essere utilizzati per ridurre l’espressione di ACE2, enzima attraverso il quale il SARS-CoV-2 entra nelle cellule umane.

Un’ulteriore ricerca ha dimostrato l’efficacia del CBD contro le malattie dell’apparato respiratorio e le sue proprietà cardioprotettive, nefroprotettive, epatoprotettive, oltre ad una concomitante riduzione delle molecole attraverso cui il SARS-CoV-2 entra nell’organismo umano.

Crediti immagine: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33671463/#&gid=article-figures&pid=figure-3-uid-2

Questi dati suggeriscono quindi un nuovo effetto del Cannabidiolo, suggerendone una sua aggiunta (add-on) alla tradizionale terapia per i malati di Covid19.

Serendipità

La scoperta del potere protettivo del CBD nei confronti del Covid19, è avvenuta osservando una coorte di persone che si infettavano di meno assumendo il CBD (per altri motivi legati alle altre proprietà farmacologiche dello stesso).
Questa modalità di scoperta prende è nota come Serendipità.
Il termine serendipità indica l’occasione di fare felici scoperte per puro caso e anche, il trovare una cosa non cercata e imprevista mentre se ne stava cercando un’altra. Horace Walpole, nel XVIII secolo, coniò il termine in inglese (serendipity), che rientra pertanto nel novero delle parole d’autore.

Diverse sono le scoperte avvenute “per caso”:

Conclusioni

Il nuovo effetto del CBD fa vedere come le diverse scoperte scientifiche siano tra loro concatenate.
Una scoperta apparentemente poco utile può portare a scoperte sensazionali, grazie ad una sorta di effetto domino o a volte, alla mera fortuna, portando l’umanità sempre più lontano e verso una migliore qualità di vita.

Proprio per questo gli Stati dovrebbero investire di più nella scienza, e noi cittadini in primis dovremmo chiedere maggiori fondi destinati alla ricerca, affinché scoperte di questo genere possano essere sempre più, all’ordine del giorno.

 

                                                                                                                                                                  Roberto Palazzolo

Via alle somministrazioni dei vaccini anti-covid ai più giovani. Ecco come fare

Finalmente da oggi, giovedì 3 giugno, il via alle prenotazioni per gli under 40 dei vaccini. I vaccini stanno arrivando anche in Sicilia, a discapito delle preoccupazioni avanzate nei giorni precedenti non vi è stato alcun ritardo rispetto alle altre regioni.

«Da domani – ha evidenziato ieri il presidente della Regione Nello Musumecinell’Isola, quindi, chiunque potrà vaccinarsi. È un’occasione da non perdere per arrivare il prima possibile all’immunizzazione di massa: solo in questo modo potremo affrontare i prossimi mesi con più serenità. Mettersi al sicuro, con il vaccino, è l’unica strada possibile per uscire presto e definitivamente dal tunnel della pandemia».

La situazione Covid in Sicilia

Sono passate circa tre settimane da quando la Sicilia è divenuta zona gialla e nel frattempo il contagio resta stabile in Sicilia, con la provincia di Catania ancora in cima alla “classifica contagi”. Risultano 289 i nuovi contagi, con oltre 13 mila tamponi effettuati nelle ultime 24 ore, portando il totale da inizio epidemia a 226.135, ma fortunatamente i ricoveri sono in calo.

Dati rincuoranti per quanto riguarda i soggetti vaccinati, ammontano a oltre 2.665.703 ; tuttavia, la Sicilia vede comunque lontana la zona bianca, che potrebbe arrivare non prima dell’inizio dell’estate.

Da oggi è stato previsto l’innalzamento del range d’età dei soggetti vaccinabili: tutte le persone dai 16 ai 40 anni potranno prenotarsi per ricevere il vaccino anti-covid.

 

 

L’avvio in Sicilia era in forse per la mancanza di dosi ma nelle prossime ore arriveranno oltre 268 mila dosi di Pfizer, poi, venerdì altre 85 mila di AstraZeneca di cui attualmente le scorte sono ridotte al minimo (solo 36 mila in tutta l’Isola e attualmente sono utilizzate per i richiami) e ulteriori 60 mila tra Moderna e Johnson&Johnson (monodose che potranno essere utilizzati su richiesta dell’interessato).

Una volta avuta la certezza della disponibilità, la struttura commissariale regionale ha autorizzato Poste Italiane a caricare i dati sul portale attraverso il quale sarà possibile fissare l’appuntamento.

Ma non tutti avranno la possibilità di vaccinarsi immediatamente. Le prenotazioni saranno infatti diluite nell’arco di 30 giorni, anche perché la vaccinazione di massa prosegue contemporaneamente per le altre categorie degli aventi diritto e per i richiami. I tempi stimati comunque – assicurano dalla Regione – non dovrebbero superate i 20 giorni di attesa.

Vaccinarsi è importante

“Stiamo distribuendo 3,5 milioni di Pfizer che ci darà modo di partire a giugno.” Lo ha detto il commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo inaugurando l’hub vaccinale nella sede di Confindustria a Roma. “A giugno daremo la spallata al virus con l’arrivo di oltre 20 milioni di dosi.”

Da oggi partono anche in Sicilia le prenotazioni ai vaccini anti-covid per over 16, proprio sulla base delle indicazioni di Figliuolo.

La piattaforma è ancora una volta quella di Poste Italiane (https://testcovid.costruiresalute.it/), che ha messo a disposizione della regione la propria rete di ATM Postamat, i portalettere e un numero per gli SMS (339 9903947), al quale inviare il proprio codice fiscale. Entro 48-72 ore, si verrà quindi ricontattati per procedere alla scelta del luogo e alla data dell’appuntamento. Il servizio è attivo 24 ore su 24 senza costi aggiuntivi.

Analizziamo passo passo la procedura:

A disposizione dei candidati anche il numero verde 800 00 99 66, attivo soltanto dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18. Sul portale della regione Sicilia, anche la possibilità di inoltrare in anticipo alcuni documenti, mediante cui sarà possibile le proprie generalità rispondendo ad alcune domande (modulo C) e soprattutto il consenso informato (modulo D), per velocizzare la procedura poi in sede di vaccinazione.

Per prenotarsi sarà poi necessario inserire sul portale il numero della tessera sanitaria e il codice fiscale.

Verranno indicati i punti vaccinali più vicini alla residenza, con giorni e orari disponibili. Selezionata l’opzione più gradita, arriverà un SMS di conferma dell’appuntamento.

“Non dobbiamo sprecare questa crisi, dobbiamo assumere impegni per il futuro di questo paese e questo significa difendere il Servizio sanitario nazionale con tutte le forze, chiudere la stagione dei tagli e aprire una e di grandi investimenti”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza all’inaugurazione dell’hub vaccinale nella sede di Confindustria a Roma.”Lo sviluppo economico e sociale del paese – aggiunge – ha nella vittoria della battaglia sanitaria la sua premessa”.

“Serve un patto per il Paese che declini e gestisca questa fase, che speriamo sia l’ultima di un’epidemia che ci ha fatto perdere tante vite umane. Si apre la possibilità di trasformare una crisi in una grande opportunità di ripartenza”. “Nessuno ce la fa da solo, non il governo, non il commissario, non un ministro, non le regioni – ha aggiunto – dobbiamo ripartire insieme

Manuel De Vita

Messina: un’istantanea sull’economia della città

L’obiettivo della ricerca

Obiettivo di questo Report del professore Michele Limosani, dell’Università degli Studi di Messina, è quello di offrire un’istantanea sullo “stato di salute economico” di quella che è la tredicesima città di Italia, Messina. 

Anche se la realtà della città non può essere un riflesso dell’intera situazione dell’economia del Mezzogiorno, bisogna comunque tenere in considerazione l’importanza di una ricerca del genere per capire gli obiettivi verso cui muoversi.

Inoltre, il report è pensato principalmente per rivolgersi ai giovani messinesi, a coloro che stanno per assumere decisioni importanti per il loro futuro è che sono risorsa fondamentale per la città e la sua ripresa dalla crisi generale generata dalla pandemia e da quella preesistente.

La partecipazione al mercato del lavoro 

La popolazione è di circa 230mila abitanti e 99 mila nuclei familiari. Secondo gli ultimi dati disponibili provenienti dall’Agenzia delle Entrate, i contribuenti che hanno presentato dichiarazione fiscale sono il 58% della popolazione residente. Il restante 42% – circa 100 mila persone – dunque, risulta non avere alcun tipo di reddito. Se si escludono da questo gruppo i giovani,  cioè i soggetti di età compresa tra 0 e 19 anni (circa 40 mila persone), l’altra parte di popolazione (circa 60 mila persone) risulta esser costituita da moltissime donne che hanno rinunciato da tempo a cercare lavoro e una cospicua fetta di soggetti che lavorano in nero. 

Dal grafico 1 del report si può evincere la distribuzione dei redditi e quanto guadagnano i cittadini. Il 33% dichiara redditi compresi tra 0 e 10mila euro lordi, ossia tra 0 e 800 euro mensili lordi; il 40% è compreso tra 15mila e 26mila, quindi tra 1.200 e 2.200 euro mensili lordi.

grafico 1

 

Il peso della tassazione sui redditi delle famiglie (IRPEF) in città ricade in massima parte sulla fascia di contribuenti con redditi medio-bassi (50% circa), gli stessi che devono finanziare la spesa pubblica per i servizi per tutta la popolazione residente. Il residuo fiscale, ossia la differenza tra quanto un cittadino versa in termini di tasse (dirette e indirette) e quanto riceve in termini di benefici legati alla spesa pubblica crea una tendenza negativa. I contribuenti inclusi nella fascia bassa (0-15 mila), infatti, pagano poche tasse per via delle esenzioni e delle aliquote più basse; quelli compresi nella fascia alta di reddito (> 75mila), per via del numero esiguo, forniscono uno scarso contributo.

grafico 2

Qual’ è la fonte di reddito? Che tipo di lavoro svolgono i messinesi? Tutto ciò si può evincere dal secondo grafico, il quale mostra “una città di impiegati (dipendenti pubblici e privati) e di pensionati INPS”. I redditi d’impresa e dei lavoratori autonomi sono marginali. Secondo le ultime statistiche della Camera di Commercio, le aziende registrate nel Comune sono poco più di 20mila e la composizione settoriale è mostrata nel grafico 3. Nei settori della manifattura, del commercio, dell’edilizia e della ristorazione sono concentrate gran parte delle imprese, più del 60%.

 

grafico 3

Molte imprese risultano formalmente registrate nell’albo della Camera di Commercio, ma sono inattive. Sono circa 5mila le ditte individuali (il 25% del totale) che registrano perdite di esercizio e quindi un imponibile pari a zero. Invece, 3.700 sono i soggetti che dichiarano redditi da impresa, di cui 307 provenienti da aziende soggette alla contabilità ordinaria (ossia imprese che fatturano più di 400mila euro l’anno nel settore dei servizi o di 700mila negli altri settori) e 3.400 da imprese che operano in regime di contabilità semplificata (prevalentemente artigiani).

Però, in questa apparente fragilità del sistema emergono alcuni dati confortanti. Sono, infatti, circa 126 le imprese di capitale distribuite nella provincia, che fatturano più di cinque milioni di euro l’anno. Queste operano prevalentemente nei settori dell’energia, dei trasporti, del credito, dei prodotti elettronici e per l’agricoltura, della grande distribuzione (alimenti, automobili, prodotti elettronici), nella vendita di materie prime (ferro e derivati del petrolio). Ci sono anche partecipate pubbliche, aziende sanitaria private, imprese di prodotti alimentari (caffè, acqua minerale, lavorazioni carni) e di costruzione. Sei aziende fatturano sopra i 50 milioni di euro e alcune società hanno pensato di quotarsi in borsa.

La ricchezza delle famiglie

Secondo nostre elaborazioni sui dati di Banca d’Italia la ricchezza netta delle famiglie nel Comune capoluogo è stimata intorno a un valore di 20 miliardi. In particolare, poi, il 50% di questa ricchezza è rappresentato dalla casa. Consistente, infatti, è il numero di soggetti che dichiara redditi da immobili, ossia redditi provenienti da affitti di seconde case o di immobili per negozi e attività commerciali (circa 60mila). Il 15% della ricchezza, ancora, è detenuta liquida in conti correnti (3 miliardi circa), il rimanente in altre attività finanziarie, tra cui titoli di Stato.

grafico 4

 

Una fetta consistente del patrimonio delle famiglie (circa il 90%) è detenuto in attività finanziarie ritenute “sicure” – case, depositi bancari e titoli – e investita in attività non produttive. Questo viene segnalato come una problematica nel report.

Il futuro del sistema economico della città

Che città vedremo tra 20 anni, se non cambiano le tendenze attuali? Ipotizzando che il tasso di natalità rimanga uguale al tasso di mortalità e il rapporto tra la popolazione residente e quella attiva (numero di occupati e persone in cerca di lavoro) si mantenga costante, allora è possibile avanzare due previsioni.

La prima riguarda il numero dei pensionati che, tra venti anni, si attesterà ancora su un valore superiore al 40%. Gli impiegati di oggi saranno la componente più importante dei pensionati di domani e le pensioni continueranno ad essere la maggiore fonte di reddito della città.

La seconda previsione delinea una situazione in cui gli impiegati che andranno in pensione dovranno essere rimpiazzati da nuovi occupati. Ipotizzando un turn-over pari a 0,80 – 8 nuove assunzioni per ogni 10 pensionati – la quota di lavoratori dipendenti sarà circa del 40%, il 10% in meno di quelli che attualmente dichiarano un reddito. Il rimanente 10%, con buona probabilità, finirà per alimentare il numero di coloro che fuggono dalla città o incrementare la disoccupazione.

Dunque, si andrà incontro a un impoverimento generalizzato, uno spopolamento, un invecchiamento della popolazione e alla fuga di giovani qualificati.

 

Gli effetti della pandemia

La gran parte dei redditi dei cittadini non ha subito forti riduzioni a causa del lockdown e le restrizioni per il coronavirus. Pensionati e dipendenti pubblici hanno continuato ad aver garantiti i redditi dallo Stato. Per dipendenti regolarmente assunti dalle imprese private lo Stato è intervenuto attraverso l’erogazione della cassa integrazione (quella in deroga), anche se con evidenti ritardi, difficoltà e importi ridotti in media del 25%.

Nel caso dei redditi da lavoro autonomo (0,6% dei redditi complessivi) è più difficile delineare la situazione, poiché una parte dei lavoratori lavora a prestazione e dunque è difficile individuare quante prestazioni sono state interrotte in questo periodo e quanta parte del lavoro ha potuto continuare ad essere svolto da casa o da studio.

La tipologia di redditi sicuramente più colpita dalla crisi, sono i redditi da impresa (circa 8000 soggetti in totale) e tra questi soprattutto quelli della piccola impresa, individuale e/o familiare, con pochi dipendenti, rimasta ferma in questo periodo; le piccole attività commerciali (bar, centri benessere, palestre), la ristorazione, gli alberghi, le associazioni culturali (cinema, teatro, cultura sport). Trattasi, comunque, di una piccola quota di soggetti rispetto al totale dei contribuenti.

Colpita duramente, infine, soprattutto tutta la schiera di soggetti che non dichiara redditi, che vive di espedienti, si muove nel mercato nero circa 20-25 mila persone, di cui non si riesce a sapere molto.

Le conclusioni

Dieci sono gli interventi “irrinunciabili” secondo Limosani, per consentire alla città di raggiungere uno standard di vita che sia comparabile con quello di altre città europee:

a) Aumentare le opportunità e la partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei giovani e migliorare la qualità dei posti di lavoro;

b) Maggiore cura dell’ambiente e sostegno alle attività in grado di migliorare l’impatto sulle risorse naturali e ambientali;

c) Emersione della diffusa e straripante economia sommersa e lotta alle

organizzazioni criminali;

d) Rigenerazione urbana e riqualificazione delle periferie; (Baracche)

e) Connessioni infrastrutturali, materiali e digitali, della città al continente

e agli altri centri metropolitani;

f) Difesa del territorio e nuovo assetto idrogeologico;

g) Migliorare l’organizzazione ed elevare la qualità dei servizi pubblici locali

(trasporti, rifiuti, acqua, energia, spazi verdi);

h) Rivoluzionare la macchina amministrativa e migliorare l’efficienza nella gestione dei servizi erogati dalla Pubblica amministrazione. Reclutamento di una nuova classe dirigente e riconoscimento del merito;

i) Migliorare la quantità delle strutture e la qualità dei servizi sanitari, pubblici e privati. Serve una nuova sanità territoriale;

j) Sostenere il trasferimento delle conoscenze tecnologiche dalla università e dai centri di ricerca CNR, INGV alle imprese: Il ruolo degli spin-off.

Il raggiungimento di tali obiettivi potrebbe realizzarsi – si legge nel report – soprattutto grazie a una collaborazione con i governi regionale e nazionale, poiché ad essi la Legge attribuisce le competenze normative. Inoltre, professore ricorda la possibilità di poter far qualcosa nel proprio piccolo, come cittadini, verso la propria città: innanzitutto cambiare l’amministrazione pubblica locale e poi elaborare un piano, una visione, ma con unità, coesione e responsabilità, ponendo così le basi per la “rinascita” della città dalla più grande crisi dopo quella del dopoguerra.

 

Rita Bonaccurso

Laureati online: come ottenere il rimborso per la pergamena

La pandemia da Covid-19 ha messo in crisi l’intera Italia e portato disservizi e limitazioni per i suoi cittadini, inclusi gli studenti universitari. L’ateneo di Messina ha deliberato che tutti i laureati che hanno conseguito il titolo durante il periodo di restrizioni discutendo la tesi in modalità telematica, hanno diritto ad un esonero dal pagamento del contributo per il rilascio della pergamena del Titolo Accademico.

Fonte: ida-forum.it
Fonte: ida-forum.it

Il costo di 85,00 € (diviso in 53,00 € + 16,00 € imposta di bollo su istanza + 16,00 € imposta di bollo sulla pergamena) viene così totalmente eliminato.

Chi può usufruirne?

  • Tutti i laureati in modalità telematica, indipendentemente dal pagamento per il rilascio della pergamena.

Modalità applicazione beneficio

  • Se non hai provveduto a pagare, puoi richiedere la pergamena tramite il seguente Modulo e scegliere se:
    • ritirarla presso l’Infopoint;
    • richiedere la spedizione a domicilio (spese di spedizione a carico dello studente) con il suddetto modulo da inviare a protocollo@unime.it
  • Se hai già pagato puoi richiedere il rimborso tramite il seguente link

Per maggiori informazioni puoi rivolgerti alla segreteria studenti!

Livio Milazzo

Fonte img di copertina: cinema.campusnet.unito.it

Nuovo decreto riaperture, da domani coprifuoco alle 23. Anche in Italia eventi-test “discoteche aperte”

Ieri sera il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il decreto sulle riaperture. La proposta di Draghi, appoggiata dal ministro della salute Roberto Speranza, dal leader della Lega Matteo Salvini e dal segretario del Pd Enrico Letta, è quella di un percorso graduale basato sull’evidenza scientifica. La gradualità è necessaria per capire quali sono le attività che incidono di più sull’aumento dei contagi. Al momento, i dati provenienti dalla scienza lasciano sperare: “La pandemia è sotto controllo, nel senso che non solo scende il numero degli infettati, ma soprattutto la percentuale di positivi al tampone scende sotto il 3%”, ha affermato Sergio Abrignani, immunologo dell’Università statale di Milano e membro del Comitato tecnico-scientifico.

Coprifuoco

A partire da domani il divieto di circolazione notturna inizierà dalle 23.00. Dal 7 giugno sarà ridotto di un’ora e sarà quindi valido dalle 24.00 alle 5.00. Dal 21 giugno sarà completamente abolito.

Sulla questione del coprifuoco, una voce di dissenso è quella di Giorgia Meloni che invoca la sua immediata revoca: “Una o due ore in più d’aria concesse agli italiani non alleggeriscono la gravità di un tale provvedimento arbitrario e liberticida, che sta mettendo in ginocchio interi comparti e creando danni irreparabili a settori trainanti come quello del turismo”.

Ristoranti e bar

Locali sui Navigli, Milano – Fonte: www.ansa.it

Dall’1 giugno, in zona gialla, sarà possibile consumare cibi e bevande all’interno dei locali anche oltre le 18.00. Una misura, a detta del ministro alle politiche agricole Patuanelli, per dare un segnale ai cittadini che vogliono provare a vivere un’estate normale.

Centri commerciali e mercati

Dal 22 maggio, a tutti gli esercizi presenti nei mercati, nei centri commerciali, nelle gallerie e nei parchi commerciali, sarà consentita l’apertura anche nei giorni festivi e prefestivi.

Palestre, piscine, centri benessere, impianti di risalita in montagna

Riaprono anche le palestre – Fonte: www.gazzetta.it

Il 22 maggio è prevista la riapertura per gli impianti di risalita in montagna. Dal 24 maggio riapriranno le palestre, mentre dall’1 luglio potranno ripartire le piscine al chiuso e i centri benessere.

Eventi sportivi

Dall’1 giugno all’aperto e dall’1 luglio al chiuso sarà consentita al pubblico la partecipazione a manifestazioni sportive secondo i limiti previsti: 25 per cento della capienza massima, con il limite di 1.000 persone all’aperto e 500 al chiuso.

Feste private e cerimonie

Dal 15 giugno saranno possibili, anche al chiuso, le feste e i ricevimenti successivi a cerimonie civili o religiose, tramite uso del green pass: i partecipanti dovranno esibire un tampone effettuato entro le 48 ore, un certificato vaccinale o attestare la guarigione dal Covid.

Corsi di formazione e centri culturali

A riaprire, dall’1 luglio, sono anche le attività di centri culturali, centri sociali e centri ricreativi. L’ 1 luglio ripartiranno anche i corsi di formazione pubblici e privati in presenza.

Casinò e parchi divertimento

Per quanto riguarda bingo, casinò, sale giochi e sale scommesse, potranno riaprire al pubblico dall’1 luglio. L’accesso ai parchi divertimento sarà invece possibile dal 15 giugno.

Nuovi parametri per le zone

La cabina di regia ha inoltre deciso di cambiare i parametri per collocare le regioni in zona rossa, arancione o gialla: i criteri guida saranno l’incidenza e il tasso di ospedalizzazione, sia in terapia intensiva che in area medica. Secondo quanto detto dal ministro della salute Roberto Speranza, si sta in area rossa con oltre il 40% dell’occupazione dei posti letto in area medica e oltre il 30% in terapia intensiva, Si resta in giallo se l’occupazione delle terapie intensive è sotto il 20% e l’area medica sotto il 30%. Si sale da giallo ad arancione se in rianimazione si sale sopra il 20% e in area medica sopra il 30%.

Regioni

In base a questi parametri, a partire dall’1 giugno Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna saranno zona bianca. Dal 7 giugno anche Abruzzo, Veneto e Liguria entreranno in zona bianca. Nelle regioni in zona bianca non c’è coprifuoco, valgono solo le regole di comportamento: mascherina e distanziamento.

Discoteche

Cattive notizie per discoteche e sale da ballo, le cui attività restano sospese sia all’aperto che al chiuso. Reazioni di indignazione non hanno tardato a farsi sentire: “Basta essere trattati come untori, meritiamo rispetto. Riapre tutto fuorché le discoteche, è una cosa vergognosa e intollerabile: e non ci vengano a dire che siamo noi la causa della ripresa dei contagi, perché non è vero. Ci sono centinaia di famiglie che non sanno più come portare a casa la pagnotta. Finora siamo sempre stati buoni, adesso stiamo pensando ad azioni eclatanti“, ha affermato Gianni Indino, presidente del Silb, il sindacato dei locali da ballo dell’Emilia-Romagna.

Evento test “discoteche aperte”

Un momento del concerto dei ‘Coma Cose’ durante un evento Porsche al Fabrique di Milano – Fonte: www.ansa.it

Proprio per far ripartire il mondo degli eventi, cioè discoteche e concerti, l’associazione italiana imprese ed intrattenimento Silb-Fipe, ha lanciato un’iniziativa: organizzare una serata a Gallipoli per verificare se ci sono le condizioni per riaprire le discoteche. Eventi-test di questo tipo sono già stati sperimentati a Barcellona, in occasione del concerto dei Love of Lesbian del 27 marzo, e a Liverpool, dove l’1 maggio 3000 persone hanno ballato senza distanziamento.

Grazie all’approvazione della Regione Puglia, l’ evento avrà luogo il 5 giugno  presso il locale all’aperto “Praja”.  Quali sono le misure da seguire? Innanzitutto, Il biglietto per la serata potrà essere acquistato solo online in modo da garantire la tracciabilità del pubblico. Bisognerà essere in possesso di un tampone negativo eseguito al massimo 36 ore prima dell’evento o del Green Pass che attesta di aver completato il ciclo vaccinale anti Covid 19. All’esterno della discoteca sarà presente anche un’unità mobile sanitaria dove poter effettuare il tampone rapido. All’interno del locale sarà poi obbligatorio l’uso della mascherina ma non sarà richiesto il distanziamento sociale, mentre è prevista la sanificazione continua degli ambienti.

A Milano, una proposta di questo tipo è arrivata dai titolari del locale Fabrique che, nell’ultima decade di maggio, vogliono testare il primo weekend di serate al chiuso. Beppe Sala si è dimostrato favorevole all’iniziativa. Si attende il via libera di Prefettura e Comitato tecnico scientifico. Le regole saranno analoghe all’esperimento pugliese, solo che questa volta le serate si svolgeranno, come detto, al chiuso. La capienza del locale (3200 persone), sarà ridotta a 2500 ingressi.

Chiara Vita