Sanremo #Day3: tra cover e tanti ospiti

 

La terza giornata di Sanremo inizia un po’ a rilento, quasi per preservarci per la prima serata con tutti i partecipanti in gara.
A Casa Sanremo riusciamo ad essere spettatori dell’ormai usuale collegamento di Detto Fatto con Elisa D’Ospina e Junior Cally, il rapper simbolo delle polemiche della 70ª edizione del Festival.  Le polemiche però non si fermano solo al cantante mascherato: inizia a prender piede prima la notizia di un litigio fra i due super ospiti Fiorello-Ferro per una – come la descrive Amadeus – battuta infelice del cantante: un “Fiorello, statte zitto” che avrebbe fatto infuriare il comico siciliano. Altra polemica è quella che colpisce il duo Morgan-Bugo, che minacciano di non esibirsi (alla fine, anche se non coordinati, canteranno ndr).

©CristinaGeraci – Junior Cally ed Elisa D’Ospina, Casa Sanremo 2020

La nostra attenzione si sposta a Casa SIAE dove in uno speech si fa il resoconto dell’anno passato: un mercato in crescita livello qualitativo ed economico, più biglietti venduti, con addirittura 1900 concerti in meno e finalmente una crescita di manifestazioni nelle isole (un incremento di oltre il 21%). I dati lasciano ben sperare per un 2020 migliore, che potrà essere ancora più monitorato grazie all’implementazione delle nuove classifiche mensili dei concerti. Segue un confronto fra i volti delle Nuove Proposte, Tecla e Marco Sentieri che si basa, come il confronto fra Fadi e Leo Gassman, sul rispetto e la stima reciproca.

©CristinaGeraci – Marco Sentieri, Casa SIAE 2020

Si è già fatta sera ed è l’ora della terza puntata, dedicata alle cover, che vedrà Georgina Rodriguez ed Alketa Vejsiul, volto noto della tv albanese, accompagnare Amadeus nel corso della serata.

Il primo blocco di esibizioni è formato dai duetti fra Zarrillo e Leali, che reinterpretano “Debora”; Junior Cally con i Viito, con “Vado al massimo“; Marco Masini con Arisa, con “Vacanze Romane“; Riki e Ana Mena con “L’edera” (spoilerata dall’artista in una Instagram Story, gesto che ha scatenato l’ipotesi di una possibile squalifica); Gualazzi e Simona Molinari con “E se domani“; Anastasio e la Premiata Forneria Marconi con “Spalle al muro”; Levante con Maria Antonietta e Francesca Michelin, con “Si può dare di più“.

Il nostro concittadino Alberto Urso sceglie di duettare con Ornella Vanoni, con “La voce del silenzio“.

©CristinaGeraci – Casa SIAE, 2020

Chiudono il primo giro di cover Elodie con Aeham Ahmad, con “Adesso tu” e Rancore con La Rappresentante di Lista e Dardust, con “Luce“.  Fra le varie esibizioni molte le gag calcistiche che coinvolgono Amadeus, Georgina e Cristiano Ronaldo, immancabilmente seduto nelle prime file.

Il primo ospite della serata è Lewis Capaldi, che si esibisce in Before you go e Someone you loved, ma gli ospiti non finiscono qua.
Dopo nove anni di assenza torna a Sanremo il premio Oscar Roberto Benigni, che si esibisce in un monologo sull’amore e sulla canzone d’amore per eccellenza: Il Cantico dei Cantici.

Riprende la competizione con i Pinguini Tattici Nucleari, che a una classica cover preferiscono “Settanta Volte”, un medley con alcuni successi storici di Sanremo; Enrico Nigiotti e Simone Cristicchi con “Ti regalerò una rosa“, che lascia senza fiato il pubblico.

Altra pausa con protagonista Georgina, che balla (per la prima volta, ndr) un tango sulle note di Roxanne.
Il terzo ospite della serata è il cantante di origini libanesi Mika, che emoziona il pubblico in sala con “Amore che vieni, amore che vai“di Fabrizio De André.

Ma torniamo subito in gara: riecco le cover con Giordana e i SOLIS String Quartet, con “La nevicata del ‘56“.
Ormai ospite fisso, torna sul palco dell’Ariston Tiziano Ferro, che interpreta “In mezzo a questo inverno” e presenta il nuovo singoloAmici per errore“.

Ultimo blocco di esibizioni: Le Vibrazioni con i Canova, in “Un’emozione da poco”; Diodato e Nina Zilli, con “24000 Baci“; Tosca e Silvia Perez Cruz con “Piazza Grande”; Rita Pavone e Amedeo Minghi con “1950“; Achille Lauro (in versione Ziggy Starsust) accompagnato da Annalisa con “Gli uomini non cambiano“; Bugo e Morgan, in versione cantante/autore/direttore d’orchestra, con “Canzone per te“; Irene Grandi e Bobo Rondelli con “La musica è finita“; Piero Pelù con “Cuore Matto“; Paolo Jannacci che reinterpreta il padre Enzo in “Se me lo dicevi prima“, accompagnato da Francesco Mandelli e Daniele Moretto; Elettra Lamborghini e M¥SS Keta con “Non succederà più“.

©CristinaGeraci – Alessio con Lorenzo Luporini, Casa SIAE 2020

Conclude Francesco Gabbani con “L’Italiano“, vestito da astronauta.
Prima della classifica c’è spazio anche per l’esibizione di Alketa Vejsiu che duetta con Bobby Solo con “Una lacrima sul viso“.
Se ve la foste persa, ecco la classifica completa della terza serata:
1. Tosca
2. Piero Pelù
3. Pinguini Tattici Nucleari
4. Anastasio
5. Diodato
6. Le Vibrazioni
7. Paolo Jannacci
8. Francesco Gabbani
9. Rancore
10. Marco Masini
11. Raphael Gualazzi
12. Enrico Nigiotti
13. Rita Pavone
14. Irene Grandi
15. Michele Zarrillo
16. Achille Lauro
17. Levante
18. Giordana Angi
19. Elodie
20. Alberto Urso
21. Junior Cally
22. Riki
23. Elettra Lamborghini
24. Bugo e Morgan

Dopo la serata abbiamo avuto modo di assistere nella lounge di Casa Sanremo agli showcase di Rancore e dei Canova, intervallando qualche chiacchiera con Lorenzo Luporini, nipote di Giorgio Gaber, al quale la nostra Cristina non ha potuto fare a meno di chiedere una foto.

©CristinaGeraci – Canova in concerto su Rai Radio 2, Casa Sanremo 2020

Si conclude così il #Day3 di UVM a Sanremo.

E voi state seguendo il Festival?

Alessio Caruso

Il Time sceglie i giornalisti come persone dell’anno

Il famoso settimanale americano ha annunciato la copertina dedicata alla “persona dell’anno” edizione 2018.

Il fatto curioso ed insolito è che ad essere protagonisti della prima pagina della rivista quest’anno sarebbero un gruppo di giornalisti, definiti “guardiani della verità”.

Professionisti dell’informazione presi di mira proprio perchè avrebbero svolto con zelo il proprio mestiere, offrendo un concreto e preziosissimo contributo per lo svelamento di verità scomode.

Tra loro c’è anche Jamal Khashoggi, il giornalista saudita ucciso nel consolato di Istanbul a Ottobre, e per il quale si è sfiorata una grave crisi diplomatica internazionale.

E’ la prima volta che il Time sceglie una persona morta per la sua copertina della persona dell’anno, “ma è anche la prima volta che l’influenza di una persona cresce in modo così considerevole dopo la sua morte”, ha spiegato la redazione del gruppo editoriale.

Gli altri “volti copertina” premiati sono la direttrice del sito di informazione online filippino Rappler, Maria Ressa, sottoposta a censure e minacce da parte del regime di Duterte.

La redazione della Capital Gazette, il giornale di Annapolis negli Stati Uniti che nel giugno scorso è stato oggetto di un attacco terroristico in cui hanno perso la vita cinque giornalisti.

E infine i giornalisti birmani della Reuters Wa Lone e Kyaw Soe Oo, contro i quali è stato architettato un processo farsa, con accuse farlocche fabbricate dal regime, conclusosi dopo un anno di carcerazione preventiva con una condanna ad altri sette anni di prigione per violazione delle leggi sulla segretezza.

“Studiando ed analizzando le scelte per il 2018 ci è parso chiaramente come la manipolazione e l’abuso della verità siano stati il comune denominatore di tante delle più grandi storie dell’anno”, ha detto il direttore della rivista Edward Felsenthal.

I “Guardiani del’informazione” hanno preceduto Donald Trump, in corsa per la seconda volta dopo la copertina del 2016 e secondo classificato.

Al terzo posto il procuratore speciale Robert Mueller: a giudizio di Felsenthal “quest’anno era troppo presto, ma per come stanno andando le cose potrebbe toccare a Mueller la copertina della Persona dell’Anno 2019”.

Un pò di consolazione e rispetto meritati  per una categoria lavorativa, troppo spesso bistrattata e violentata, che fa della propria professione una missione di vita ed uno strumento fondamentale nelle dinamiche della società moderna iper-connessa, ma umanamente lontana più che mai.

Antonio Mulone