Non più solo cibo a casa: nasce Loconsegno.io, la mappa interattiva per il servizio a domicilio

Dall’intuizione di quattro ragazzi nasce Loconsegno.io, una web app che tramite una mappa interattiva rende facile l’individuazione di tutte le attività commerciali e fornitori di servizi che effettuano consegne a domicilio vicino a casa propria, servizio più che mai utile in tempi di quarantena.

Il team è composto interamente da ragazzi messinesi – tre dei quali ex studenti dell’università di Messina – adesso emigrati al Nord d’Italia ma con l’obiettivo sempre presente di aiutare con le loro conoscenze – in primis – la città che li ha cresciuti.

Emanuele Munafò, Gianluca bombaci, Paolo Pino e Alessandro Munafò, sono i nomi dei fondatori, tutti appassionati e specializzati in varie declinazioni di ingegneria, informatica e robotica. In questi giorni difficili si sono ritrovati – anche se da lontano e in videocall – di fronte ad un’intuizione illuminante, l’hanno messa in piedi, o meglio, in rete, e hanno deciso di donarla in maniera totalmente gratuita alla comunità.

L’emergenza Covid-19, come sappiamo, ha destabilizzato gli equilibri dei singoli cittadini e degli esercenti: se i primi per ragioni sanitarie e di responsabilità civile devono limitare al massimo le uscite, i secondi registrano problemi di tipo economico per il calo fisiologico delle vendite in alcuni settori o, al contrario, devono fare giornalmente i conti con il caos che si crea all’interno dei punti vendita – soprattutto nel settore alimentare- e che rischia di mettere a dura prova la salubrità degli ambienti e la sicurezza della clientela e del personale.

A tutto questo c’è una risposta: la consegna a domicilio. Una soluzione biunivoca già incentivata dal premier Conte nel decreto dell’11 marzo dove, contestualmente alla chiusura delle attività commerciali al pubblico, si è cercato da un lato di tutelare la possibilità di continuare a svolgere l’attività economica attraverso fattorini e rider e dall’altro lato evitare pesanti privazioni ai cittadini in un clima già oppressivo.

In più, lungi dal voler trovare “aspetti positivi” sugli impatti sociali del coronavirus, è pur vero, però, che in questi giorni più che mai la necessità sta catapultando anche i più restii al digitale nel mondo del web e dei servizi 3.0.

Dall’incrocio di tutte queste necessità -collettive e commerciali -, dei problemi e delle soluzioni (e da una chiamata casuale), insomma, nasce in una sola settimana Loconsegno.io, per rispondere in maniera tempestiva alle esigenze del territorio.

Curiosi di approfondire l’iter del progetto e le finalità del team, abbiamo parlato con uno dei fondatori del progetto, Alessandro.

Come e quando nasce l’idea di Loconsegno.io?

L’idea nasce meno di una settimana fa durante una delle solite chiacchierate telefoniche con mio cugino Emanuele, diventato poi creatore e sviluppatore tecnico front-end e back-end del sito web a lavoro, ormai, 24h su 24. Da quel momento, attraverso video call giornaliere con gli altri membri del team ci siamo messi d’accordo su come sviluppare il progetto, dalla grafica alla fase operativa di contatto e aggancio delle aziende.

Appena ieri mattina abbiamo deciso di lanciare il prodotto di una settimana di lavoro, fornendo la struttura base a cittadini ed esercenti. Ma stiamo continuando costantemente ad implementarla per portarla alla fruizione ottimale che ci siamo prefissati.

Come funziona LoConsegno.io?

Loconsegno.io è un sito web – disponibile anche in versione mobile friendly – basato principalmente su una mappa interattiva che ha la funzione di essere una vetrina per le attività e, conseguentemente, un servizio per la collettività. Chi ha un’attività che effettua servizio a domicilio, infatti, potrà registrarla al sito in pochi minuti e renderla visibile sulla mappa. L’azienda oltre che visibile sarà anche “consultabile”: chiediamo infatti agli esercenti l’inserimento di dati di contatto (recapiti, pagine social, siti web) e di informazioni riguardanti il raggio di consegna, criteri minimi di ordine ed eventuali costi di consegna. L’esercente ha totale libertà nello scegliere tali criteri, rispettando il suo normale modus operandi. Garantiamo, quindi, libera concorrenza tra le attività che decidono di partecipare alla rete in maniera – lo ricordo – totalmente gratuita.

Per i cittadini, di conseguenza, è possibile capire in un solo sguardo quali sono le attività che effettuano servizio a domicilio e cliccando sulle attività d’interesse – selezionabili anche per settore-  è possibile poi avere informazioni nel dettaglio e scegliere di contattare l’attività più vicina o più economica.

Non solo cibo, quindi. Che tipo di attività o servizi è possibile consultare?

Prima di lanciare il sito abbiamo condotto dei sondaggi online per avere un’idea chiara sulle preferenze della popolazione. Ci siamo resi conto che ci sono necessità altre rispetto a quelle della classica consegna a domicilio alimentare, già svolta – tra l’altro da tante aziende terze. Per noi, invece, non ci dovevano essere limiti di “settore”, ma il soddisfacimento delle esigenze della collettività a 360°, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. La visibilità e la rintracciabilità di tutte quelle attività considerate di prima necessità come farmacie, macellerie, ortofrutta, alimentari, elettronica, casalinghi o servizi di riparazione in questo momento è fondamentale per non fermare chi ha un’attività e rendere questo periodo meno duro per chi sta a casa.

A chi si rivolge questa iniziativa?

Vogliamo coinvolgere più persone possibili, senza limiti d’età. Sicuramente il web è un limite per le fasce over 65 – che sono anche quelle che ne hanno più bisogno – ma stiamo già studiando un modo più immediato e “cartaceo” per aiutare anche chi non ha il pc, come una lista pdf da stampare e da lasciare ai nostri nonni.

Che raggio di azione ha il progetto? Vorrete espanderlo?

La scelta di partire da Messina è stata dettata dal cuore. Abbiamo deciso di partire da qui perché è la nostra terra e sappiamo quanto abbia bisogno di questi servizi che, invece, al nord sono già un po’ più conosciuti. In questo modo speriamo, anche, di incentivare le attività di ogni tipo ad attivare servizi di consegna a domicilio. L’intenzione, comunque, è quella di arrivare ad agganciare esercenti di tutta Italia e far crescere il progetto.

Un progetto nato in tempi record e senza nessun contatto umano. È stato difficile?

È stato difficile soprattutto riuscire a spiegare agli imprenditori di cosa ci occupavamo in un momento in cui molte attività sono piene di lavoro e non ci si può vedere di persona. Ma stiamo già vedendo i risultati e contiamo sulla loro partecipazione.

Per chi volesse registrare la propria attività e volesse maggiori informazioni può contattare:

Pagina Facebook: LoConsegno.io

mail loconsegno.io@gmail.com

Martina Galletta

Coronavirus in Uk: immunità di gregge e misure sui generis

Grande subbuglio e preoccupata polemica, queste le caratteristiche del clima che si respira in Gran Bretagna per la strategia del Governo di “ritardare” l’impatto del coronavirus evitando le disposizioni drastiche imposte in altri Paesi.

L’esecutivo inglese non minimizza affatto la dimensione di gravità della situazione socio-politica, ma ha comunque deciso di intervenire con modalità diverse.

Il premier Boris Johnson ha avvertito bruscamente le famiglie inglesi di prepararsi a vedere “molti dei loro cari morire prima che sia giunta la loro ora”, e ha detto che:” 10mila persone potrebbero già avere contratto il virus in Gran Bretagna”.

Il bilancio attuale non è severissimo: i morti nel Regno Unito sono 24 e i casi accertati sono quasi 1000.

Le autorità inglesi ammettono di aver eseguito, per il momento, pochi tamponi sulla popolazione, e che la situazione potrebbe rivelarsi molto più drammatica rispetto alle previsoni statistiche ufficiali.

Il Regno Unito, in questo delicato momento, si divide tra il classico fanatismo british da “keep calm and carry on” e tra chi invece critica la mancanza di trasparenza delle capacità reattive delle istituzioni politiche inglesi.

 

Le scuole, le università e gli istituti d’istruzione rimangono aperti, anche in seguito al forte attacco del PM inglese Boris Johnson rivoltosi ad alcuni atenei:

” Dovreste smetterla di adottare misure per vostro conto e seguire le indicazioni del governo e degli esperti.
Vorrei esortare qualsiasi istituto di educazione, scuole, asili, università e college ad attenersi alle indicazioni mediche e scientifiche, non c’è motivo di chiudere gli istituti in questo momento”.

Sono infatti sempre più numerose le università che si ribellano alla presunta mancanza di responsabilità da parte delle autorità britanniche, prima fra tutte la celebre Oxford che ha dichiarato:” Non siamo cavie del Governo”.

Il piano attuale per il contenimento del virus è che sia essenziale sviluppare una presunta immunità nella popolazione in riferimento all’ormai famosa definizione del consigliere scientifico del governo Sir Patrick Vallance di “l’immunità del gregge”.

Affinché si ottenga questa immunità è necessario, paradossalmente, che il 60% della popolazione contragga il Covid-19.

Questa leggerezza politica significherebbe che di una popolazione composta da circa 60 milioni di persone, 36 milioni di cittadini potrebbero contrarre il virus, dunque prevedendo un tasso di mortalità al 3% si rischierebbe di produrre 1,08 milioni di morti.

 

Proteggere gli anziani e i più deboli mentre il resto della popolazione sviluppa “l’immunità di gregge”, lasciandosi contagiare dal virus e sviluppando cosi una  propria immunità.

Pazienza dunque se si tratta di un popolo e non di un gregge è troppo tardi per contenere il virus quindi l’unica mossa da compiere è gestire, aprendo e chiudendo “i rubinetti” del contagio, mentre si tutelano solo i più deboli.

Così appare agli occhi attenti del mondo il ragionamento socio-politico quanto meno bizzarro e “sui-generis” delle istituzioni del Regno Unito.

Tutta l’Europa si augura che la “roulette russa” inglese non aggravi un quadro socio-politico già compromesso da una pandemia senza precedenti che continua a mietere vittime e a mettere in ginocchio la stabilità mondiale.

Antonio Mulone

Italiani brava gente, italiani dal cuore d’oro

Così recita la prima strofa de “Il Secondo Secondo Me”, canzone del noto rapper pugliese Caparezza. Il cantante ha sempre raccontato le contraddizioni dell’Italia, talvolta in modo originale, talvolta con qualche luogo comune in più, non per forza così inverosimile.

Ma sapete quando si nota la vera natura e “cultura” di un popolo?

Durante un’emergenza. Sembrerà paradossale, con la paura che incalza e mette sotto scacco la ragione. Ma di fatto, quello che sta accadendo oggi ci dice molto su chi siamo.

Confesso di aver modificato più e più volte questo editoriale: di certo gli eventi si sono susseguiti con tale rapidità da lasciare indietro riflessioni e impressioni. Talvolta – perché no – anche facendole mutare. Nessun dubbio invece sull’argomento: in questi giorni di (stra)ordinaria follia, i pensieri della gran parte dei cittadini italiani – e ormai anche del mondo intero – sono letteralmente soggiogati dagli sviluppi dell’epidemia di COVID-19. Nonostante cerchi costantemente di distrarmi da quanto accade, farlo è semplicemente impossibile. E allora fioccano le conversazioni, che sempre più assumono toni accesi: tra lo scientifico, il politico e la vox populi, sembriamo non venirne più a capo.

La Grande Bellezza, Paolo Sorrentino – Fonte: Ciackclub

Ma sapete cosa salta all’occhio in questo miscuglio di parole e opinioni?

L’essere rimasti – sempre e comunque, in ogni fase dell’epidemia – italiani.

Dal politico che contrae il virus dopo lo slogan “l’Italia non si ferma”, quando a volte fermarsi non sarebbe poi così assurdo; all’altro politico, che decide di mettere una mascherina per fare un comunicato “horror” trasmesso a tutta la cittadinanza. Fino ad arrivare al prete in diretta su Rai1 che, in uno studio vuoto, ribadisce che continuerà a celebrare la messa, poco dopo il primo DPCM.

Per passare ai “profughi” (veramente?) che fuggono da una minaccia nel momento stesso in cui la amplificano. A chiudere questa fila di personaggi italici, troviamo virologi e infettivologi: chiunque ha sentito la necessità di dire la sua, poco importa se in presenza/assenza di presupposti scientifici solidi e se avrebbero potuto attenderli, magari – assurdità – coordinandosi.

Immancabili poi gli opinionisti, carriera che – quanto pare – ognuno di noi vorrebbe intraprendere e che ancora oggi continuano ad essere invitati nei programmi televisivi, pur in assenza di qualsivoglia competenza a riguardo (vedi caso Sgarbi).

Ecco la perfetta ricetta del caos: se poi una bozza di un decreto, che dovrebbe favorire il contenimento dell’epidemia, vien fatta trapelare prima che entri in vigore, non sappiamo più veramente a chi appellarci. Non di certo ai giornali, dai titoli spesso allarmanti (vicenda che avrà un approfondimento legale) che hanno imprudentemente divulgato bozze di decreti prima che entrassero in vigore.

Così, in questa baraonda generale, ecco la voce unica: il premier Conte è entrato (ben 2 volte ad oggi) nelle case degli italiani, attraverso l’ormai costantemente accesa televisione, cambiando i paradigmi della nostra quotidianità.

Tra i più interpellati gli addetti ai lavori del mondo calcistico. Jurgen Klopp, allenatore del Liverpool, risponde così ad un intervista. – Fonte: Rompipallone.it

Ma cosa accomuna gli atteggiamenti passati in rassegna?

Modesto parere, ma del resto per questo esistono gli editoriali: l’egoismo.
Il comportamento di un popolo che non riesce a vedere ad oltre un metro di distanza – quello che ci chiedono di rispettare – dal proprio naso.
Un popolo che ha fatto della lungimiranza un difetto e della furbizia un vanto.
Ci è voluto un po’ affinché tutta la penisola diventasse “zona protetta”. Riusciremo finalmente a rispettare le regole? Ancora si vede qualche strada un po’ più affollata, qualcuno che non sembra aver compreso la situazione.

Ma andiamo per ordine: è giusto fare di tutta l’erba un fascio? Mai.
Di fronte a tali fenomeni, però, un filo comune dovrà pur esserci.

Ho sempre visto l’Italia come affetta da una semplice patologia oculistica che tutti conosciamo: la miopia, vedere male le cose lontane. Ma probabilmente esiste un termine che – da messinese – non posso ignorare in questo contesto: sautino, ovvero “saltafossi” o ancora opportunista, approfittatore. Breve timeline: persone che escono dalla zona rossa per andare a sciare, discoteche (quando ancora non erano chiuse al sud) assaltate da persone provenienti da qualsiasi regione come se niente fosse. Ancora oggi assistiamo a casi paradossali, al limite del grottesco, ma sempre più isolati ormai (si spera).

Un problema ci sarà; ed è un problema culturale. Semplicemente non ce la facciamo.
Non ce la facciamo a riqualificare fabbriche “tossiche” e gli operai che vi lavorano per mantenersi, preferiamo la chiusura e la cassa integrazione. Non riusciamo a renderci conto che, anche in tempi di pace, c’è qualcosa che non va nel sistema sanitario nazionale: preferiamo richiamare i medici in pensione, aumentare i posti al test di ingresso (?) piuttosto che aumentare le borse di specializzazione.
E così via, tra istruzione, infrastrutture e trasporti.

Il tamponare – ironia della sorte – è quello che facciamo quasi sempre. La soluzione migliore è la più rapida e la meno costosa in termini di risorse.
Poco importa se possiamo stare a casa evitando di mettere in difficoltà il sistema nazionale e i più deboli: lo fanno tutti? E io no, sono mica scemo? Assaltiamo il treno, svuotiamo il supermercato.

Harry Potter e Il calice di fuoco – Fonte: la Scimmia pensa, la Scimmia fa

Cronache di un popolo poco abituato al rispetto delle regole: regole che – necessariamente – si sono fatte sempre più ferree. Nonostante ciò, noi abbiamo sempre qualcosa da dire a riguardo, un’opinione senza basi, una scappatoia per fare quello che ci pare.

Insomma, non riusciamo a vedere oltre il nostro bisogno immediato, oltre la foga del momento. Sacrificarsi nel presente per avere un risultato nel futuro non è contemplato. Il “lungo termine” resta un miraggio per pochi e realtà di nessuno.

Mi potreste dire: e allora la Francia del “pufferemo il virus”, la Spagna delle migliaia di tifosi fuori dagli stadi a porte chiuse? L’Inghilterra, che non sembra aver capito con cosa ha a che fare ancora, né forse lo capirà, dichiarazioni istituzionali alla mano. Ma, del resto, “inglesi professori che non imparano altra lingua […] inglesi guideranno sempre dal lato sbagliato” ci dice il brano citato in apertura.

Versioni moderne di “e allora il PD?Guardiamo in casa nostra, per una volta facendo autocritica.
Ma eventi che pongo l’accento su una questione di più ampio respiro, sui meccanismi del pensiero occidentale. La minaccia, da locale e lontana, è diventata vicina e reale, pochi giorni fa mondiale.

Nel nostro Paese le misure sono arrivate, seppur con una progressività, menzionata dallo stesso Premier, che qualche intoppo e incomprensione ha generato. Soprattutto per la percezione del rischio: anche gli altri paesi correranno agli stessi rimedi. È inevitabile. Così come, altrettanto inevitabile è sembrata la nostra scarsissima capacità di accettare alcune limitazioni alle nostre libertà personali, nonostante il modello cinese qualcosa su come porre fine a questa epidemia dovrà pur averci insegnato.

Forse chi ricopriva un ruolo istituzionale è stato un po’ indeciso, qualcun altro – che magari non lo ricopriva – ci ha buttato un po’ fumo negli occhi. Forse. Oppure, anche dinnanzi a un’emergenza di tali proporzioni, ci è sembrato impensabile rinunciare ad alcune cose “essenziali”.

Ma, come abbiamo detto, mai fare di tutta l’erba un fascio. C’è anche l’Italia che rispetta, lotta e resiste. Resiste alla fatica – penso a tutti gli operatori sanitari e alle forze dell’ordine – e resiste alle “tentazioni” aizzate dal prolungato soggiorni in casa.

L’ormai celebre scatto di Alessia Bonari, infermiera all’ospedale di Grosseto – Fonte: la Repubblica

Riusciremo anche a costruire, evento impensabile nell’ordinario, un intero reparto di terapia intensiva in tempo record, sulle orme della Cina. Eppure da sempre, ciò che è made in China è considerato falso, di scarso valore.
La cultura cinese, bistrattata dai più, ha permesso al popolo di risollevarsi: la forza d’animo e i provvedimenti governativi categorici, ma soprattutto rispettati dalla cittadinanza, stanno dando i loro frutti. Tutti hanno percepito il rischio e si sono semplicemente adattati. La Cina ne sta uscendo ed ora ci offre persino il suo aiuto.
Ma forse, questa analisi è solo parziale: probabilmente l’habitus occidentale mal si adatta alle restrizioni necessarie in questi casi.
Sicuramente, un popolo come quello cinese, già abituato a un regime governativo profondamente diverso, ha più abnegazione di noi. E sicuramente le misure imposte sono state molto più dure e tempestive nel paese orientale.

Fonte: pagina facebook Giuseppe Conte

 

Tuttavia, oltre tutte le considerazioni socio-culturali e politiche, la parola chiave rimane adattarsi. Avere una corretta percezione del rischio e conoscere delle misure da attuare: una presa di coscienza, personale e collettiva.

Piccolo inciso sul medico cinese che aveva per primo dato l’allarme: non so come si siano effettivamente svolti i fatti e il flusso informativo dalla Cina non è mai stato dei più trasparenti, per usare un eufemismo. Non voglio fare confronti affrettati o tessere lodi grossolane di due popoli dalle culture così differenti: le lacune sono intrinseche all’essere umano, per un verso o un per un altro.

Ma sinceramente, in questo momento difficile, spero che l’Italia abbia una forza made in China.

Emanuele Chiara

Nuovo preoccupante esodo dal Nord Italia, prese misure precauzionali

Negli ultimi giorni si sta verificando un nuovo fenomeno di fuga dal nord, dalla Lombardia, da Milano.

Si potrebbe definire il “nuovo esodo milanese” quello compiuto da migliaia di studenti e lavoratori fuorisede che in questa complessa situazione di panico vogliono ricongiungersi con le famiglie.

Il rischio correlato a questa evasione di massa dal nord è quello di favorire la diffusione esponenziale del Coronavirus nelle regioni del sud-Italia che in queste ore appaiono come le meno colpite da quella che L’Oms ha definito una “pericolosa pandemia”.

Due le tratte più affollate: la Milano-Siracusa-Palermo e la Milano-Lecce; importanti e preoccupanti anche gli afflussi nelle tratte notturne dei giorni precedenti.

Tante le denunce vane e disperate del personale a bordo dei treni che ha più volte evidenziato l’assenza di sicurezza sanitaria nei vagoni letto, la promiscuità tra passeggeri alla quale si è obbligati pur di raggiungere la meta dell’agognato viaggio.

Il Ministero dei Trasporti ha comunicato la sospensione totale ed immediata dei treni notturni al fine di contenere l’emergenza sanitaria.

Il Ministro di competenza De Micheli ha dichiarato in merito:

Il governo sta garantendo e sta attuando le misure che consentono alle persone di spostarsi esclusivamente per comprovate esigenze lavorative o per motivi sanitari urgenti e improcrastinabili. Resta quindi forte la raccomandazione di evitare gli spostamenti inutili, la partenza da una regione all’altra per incontrare familiari o amici.”

La decisione forte del ministero sullo stop ai convogli notturni è stata sollecitata anche da molti amministratori delle regioni del sud-Italia affinché potessero essere bloccate potenziali linee di contagio e garantite la tutela della salute della popolazione, del personale viaggiante fino ai cittadini delle regioni dove ancora il virus parrebbe darci il tempo di issare un argine.

Il Governatore della Puglia Emiliano si è sfogato così sulle sue pagine social:

Ci state portando tanti altri focolai di contagio che avremmo potuto evitare. In Puglia ieri, in un giorno, si sono registrati 50 casi in più, il conto è arrivato a 158 positivi”.

Le autorità hanno predisposto per le persone che arrivano in queste ore nuove e rigorose prescrizioni restrittive alle quali attenersi, come l’obbligo di segnalare il loro arrivo e rimanere in quarantena per 14 giorni.

Spostamenti non giustificati che rischierebbero di vanificare l’enorme sforzo degli italiani per arginare la diffusione del virus. Nelle ultime ore, infatti, sembra che sia ripreso il flusso di viaggiatori che lasciano le Regioni del Nord per raggiungere via rotaia il Mezzogiorno, soprattutto a seguito della soppressione dei voli.

Venerdì già il Governo Musumeci aveva dimezzato le corse degli autobus pubblici e privati e delle navi traghetto, sospendendo le linee non essenziali. “Non escludiamo, per quanto di nostra competenza, un’ulteriore stretta”, ha detto il presidente della Regione Sicilia.

Regole precauzionali in atto anche nei comuni dello Stretto di Messina, nello specifico la stazione di Villa San Giovanni e Messina impegnate sinergicamente, come ha comunicato il sindaco di Messina De Luca, nella supervisione e nel controllo degli arrivi attraverso autocertificazioni obbligatorie, controlli con il termoscanner agli imbarcaderi di Messina con obbligo di isolamento per eventuali casi sospetti.

Ci attendono sicuramente settimane difficili nelle quali a fare la differenza nella battaglia al Coronavirus saranno la responsabilità ed il buon senso collettivi, che gli italiani nei momenti complicati hanno sempre dimostrato.

Antonio Mulone

Massima Flessibilità: l’UE pronta a sostenere l’Italia. Ecco le misure

Ieri pomeriggio il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen hanno discusso – tramite videoconferenza- dell’emergenza Coronavirus.

I due leader si sono confrontati sulla situazione attuale trovandosi concordi sulla necessità di una risposta forte e compatta da parte di tutta l’unione, la quale nei prossimi giorni presenterà il suo piano d’azione.

Siamo pronti ad aiutare l’Italia con tutto quello di cui ha bisogno e in tutto quello che chiederà in questo momento in cui è colpita severamente dal virus ha rassicurato Ursula Von der Leyen.

La commissione ha riconosciuto la posizione difficile in cui si trova il nostro paese, impegnato ad affrontare conseguenze dal punto di vista sanitario, sociale ed economico ed è pronta ad attivare la clausola di salvaguardia per l’intera Unione (general crisis escape clause) del Patto di Stabilità che consentirà una politica di sostegno fiscale più generale, dato che le previsioni stimano una recessione dell’1% della Eurozona nel 2020. Il prossimo, infatti, potrebbe essere un altro Stato membro.

Le misure concrete che l’Europa adotterà saranno presentate all’eurogruppo il 16 marzo. Fino ad allora la commissione si è già pronunciata su alcuni punti a nostro favore:

Avvenire.it

-Ogni spesa necessaria per far fronte all’emergenza sarà esclusa dal calcolo del deficit strutturale

Cosa significa? Il deficit è la situazione contabile dello Stato che si verifica quando le uscite superano le entrate (Wikipedia). Quindi significa che il debito di cui stiamo per farci carico avrà meno valore.

-Ci sarà una sospensione momentanea dei vincoli di bilancio 

Cosa significa? 

Ogni membro Ue deve rispettare dei vincoli di bilancio. Il bilancio statale deve rientrare infatti in certi parametri. Per far fronte all’emergenza l’Italia avrà più tempo per rimanere negli standard previsti

-Finanziamenti:

Verrà messo a disposizione 1 miliardo di euro per il Fondo europeo per gli investimenti come garanzia per l’economia

Una proposta, ancora da approvare, riguarda la sospensione della restituzione dei fondi strutturali non spesi:  l’Ue infatti mette sempre a disposizione dei membri dei fondi strutturali per finanziamenti interni alla vita dell’usato. Per dare sostegno a chi si trova in difficoltà verrà stabilito che chi ha già preso questi fondi e non li ha ancora spesi potrà non restituirli. Parliamo di un totale di 8 miliardi.

«Non parlerei di stimolo fiscale — ha detto il vicepresidente Dombrovskis  — ma di risposta alla crisi attuale: usiamo la flessibilità per permettere agli Stati di finanziare l’emergenza sanitaria, sostenere le imprese e le persone colpite dalle conseguenze economiche della crisi del coronavirus, in questo senso c’è un stimolo, ma il nostro compito adesso è fronteggiare l’emergenza».

 La gaffe di Christine Lagarde, governatore della Banca centrale Europea ha generato un vero e proprio giovedì nero.

BlogSicilia.it

La funzionaria francese infatti, in conferenza stampa aveva dichiarato :

Non siamo qui per chiudere gli spread. Ci sono altri strumenti e altri attori per gestire queste questioni”.

E ancora:

Nessuno dovrebbe attendersi che sia la Bce a essere la prima linea nella risposta al Coronavirus”.

Come hanno reagito i mercati?

I titoli di stato italiani sono stati immediatamente venduti.

I titoli di Stato sono obbligazioni emesse periodicamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per conto dello Stato con lo scopo di finanziare il proprio debito pubblico (Wikipedia). Chi li aveva acquistati, vedendo la situazione di precarietà economica ha subito deciso di liberarsene.

E poi lo spread ha subito un’impennata.

Lo spread “indica la differenza di rendimento tra due titoli (azioni, obbligazioni, titoli di stato) dello stesso tipo e durata, uno dei quali è considerato un titolo di riferimento. Nel caso dei titoli di Stato, spesso i titoli di riferimento sono i Bund emessi dallo stato tedesco” (Wikipedia).

Cosa significa?

Con queste dichiarazioni, i nostri titoli hanno perso valore.

Insomma un’Europa doubleface nei nostri confronti.

Una pandemia non è certo facile da gestire, in ogni settore.

Le nazioni si sono ritrovate impreparate davanti ad un fenomeno così fuori controllo.

La disorganizzazione  e gli improvvisi cambi di rotta sono perciò fisiologici.

Adesso non resta che collaborare e preparare contromisure dettate da un comune spirito europeo, perchè l’emergenza Coronavirus non è un problema solo italiano.

 

Angela Cucinotta

 

COVID-19: miti da sfatare e risposte alle domande più frequenti

In questi giorni sono state mandate un’enormità di catene su WhatsApp in cui venivano date svariati informazioni inesatte sul Coronavirus. Sfatiamone alcune.

“il coronavirus è piuttosto grande (diametro circa 400-500 nanometri) quindi ogni tipo di mascherina può fermarlo.”
Il Coronavirus è molto più piccolo, e soprattutto non è vero che ogni mascherina può fermarlo. Anzi al momento non esiste nessuna mascherina capace di impedire del tutto il passaggio di un virus (neanche quelle usate da personale sanitario).

“Se una persona infetta starnutisce davanti a voi, tre metri di distanza saranno sufficienti per far cadere il virus a terra, così facendo non vi colpirà.”
In realtà le particelle espulse con uno starnuto viaggiano a velocità molto alte e possono rimanere in aria a lungo. Non esiste nessuna regola dei tre metri.

“Le bevande calde uccidono il virus in quanto esso non resiste a temperature superiori a 26-27 gradi.”
È facile capire che questa sia una bufala in quanto la nostra temperatura corporea normale è superiore di almeno 10 gradi a quella indicata. Se questa notizia fosse vera, il virus sarebbe incompatibile con l’essere umano, ed invece non è così.
In ogni caso non c’è modo di alzare la temperatura del nostro corpo assumendo una bevanda calda o stando al sole.

“La vitamina C può essere d’aiuto per contrastare il Coronavirus.”
È molto importante avere un’alimentazione equilibrata, compreso il giusto apporto di vitamina C, ma non ci sono prove che esso abbia effetti nel contrastare il virus.

Di seguito alcune domande che molti di noi si pongono in questi giorni.

Sintomi

Quanto dura il periodo di incubazione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2?

Le informazioni sulle caratteristiche cliniche delle infezioni da SARS-CoV-2 stanno aumentando. Si stima che il periodo di incubazione vari in media tra 2 e 14 giorni, ma incubazioni più lunghe sono state riportate (fino a 27 giorni) in alcuni studi preliminari.

Come distinguere la tosse da “infreddatura” da quella da nuovo coronavirus SARS-CoV-2?

Il rischio di sviluppare questa infezione è quello di essere venuto a contatto con il virus che circola in alcune zone del mondo, incluso in alcune limitate aree italiane. Quindi in presenza di sintomi, potrebbero avere contratto la malattia COVID-19 le persone che negli ultimi 14 giorni hanno viaggiato in zone in cui il virus sta circolando, hanno avuto contatti con persone con infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 probabile o confermata in laboratorio o, infine, aver frequentato o lavorato in una struttura sanitaria dove siano ricoverati pazienti con infezione da SARS-CoV-2. In Italia, attualmente, stanno circolando altri virus, in particolare il virus influenzale. Qualora dovessero comparire febbre e disturbi respiratori, in assenza delle condizioni di rischio suddette, è opportuno rivolgersi al proprio medico curante, possibilmente non recandosi in Pronto Soccorso. Se si pensa di essere stati contagiati dal virus SARS-CoV-2, si raccomanda di contattare il numero verde 1500, attivo 24 ore su 24, istituito dal ministero della Salute per rispondere alle domande sul nuovo coronavirus SARS-CoV-2 e fornire indicazioni sui comportamenti da seguire o, in alternativa, il 112 (o il 118 a secondo della regione) o i numeri verdi regionali dedicati al coronavirus, ove presenti.

L’infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 causa sempre una polmonite grave?

No, l’infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 può causare disturbi lievi, simil-influenzali, e infezioni più gravi come le polmoniti in una minoranza di casi. È opportuno precisare, in ogni caso, che poiché i dati in nostro possesso provengono principalmente da studi su casi ospedalizzati, e pertanto più gravi, è possibile che sia sovrastimata al momento la proporzione di casi con manifestazioni cliniche gravi.

Trasmissione

È vero che si può contrarre il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 attraverso il contatto con le maniglie degli autobus?

Poiché la trasmissione può avvenire attraverso oggetti contaminati, è sempre buona norma, per prevenire infezioni, anche respiratorie, lavarsi frequentemente e accuratamente le mani, dopo aver toccato oggetti e superfici potenzialmente sporchi, prima di portarle al viso, agli occhi e alla bocca.

Ricevere una lettera o un pacco dalla Cina può essere pericoloso?

No, le persone che ricevono pacchi dalla Cina non sono a rischio di contrarre il nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Da precedenti analisi, sappiamo che in funzione del tipo di superficie e delle condizioni ambientali il virus può resistere da poche ore a un massimo di alcuni giorni.

Gli animali domestici possono diffondere il nuovo coronavirus SARS-CoV-2?

Al momento, non ci sono prove che animali da compagnia come cani e gatti possano essere infettati dal virus SARS-CoV-2. Tuttavia, è sempre bene lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con gli animali domestici anche per evitare la trasmissione di altre malattie più comuni.

I bambini sono a rischio infezione?
La malattia nei bambini sembra essere lieve e comunque rara. Uno studio fatto in Cina ha dimostrato che solo poco più del 2% dei casi aveva meno di 18 anni. Di questi meno del 3% ha sviluppato conseguenze gravi.

E le donne incinta?
Non ci sono ancora evidenze scientifiche che indichino la gravità della malattia nelle donne incinta.

Qual è il rischio di infezione da Covid-19 per quanto riguarda i prodotti alimentari provenienti dalle zone colpite?
Non c’è stata alcuna relazione di trasmissione di Coronavirus tramite alimenti, pertanto non vi è alcuna prova che i prodotti alimentari provenienti dalle zone colpite siano veicoli di trasmissione della malattia.

Il Coronavirus può essere trasmesso in zone calde e umide?
Da quel che si è visto fino ad oggi, il virus Covid-19 può essere trasmesso in tutte le aree, comprese le zone con clima caldo e umido.

Il freddo può uccidere il virus?
Non c’è motivo di credere che il freddo possa uccidere il Coronavirus. La temperatura normale del corpo umano rimane 36,5 – 37 gradi, indipendentemente dalla temperatura esterna. Stesso discorso vale se si pensa di prevenire il virus facendosi un bagno caldo.

Terapia

Esiste un vaccino contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2?

Al momento non è disponibile un vaccino contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Quando si sviluppa una nuova malattia, un vaccino diventa disponibile solo dopo un processo di sviluppo che può richiedere diversi anni.

Quanto tempo ci vorrà per avere un vaccino in grado di contrastare il nuovo coronavirus SARS-CoV-2?

Il meccanismo per la produzione del vaccino è stato attivato con alta priorità, tuttavia gli esperti concordano che sarà difficile che questo possa essere disponibile e distribuibile su larga scala prima dei prossimi 2 anni.

Il risciacquo regolare del naso con soluzione salina può aiutare a prevenire l’infezione?
No, al momento non esistono prove scientifiche a riguardo.

I vaccini contro la polmonite proteggono dal nuovo Coronavirus?
I vaccini contro alcuni tipi di polmonite, come il vaccino anti-pneumococcico e il vaccino contro l’haemophilus influenzae B, non forniscono protezione contro il Covid-19. Ciò nonostante, questi vaccini sono indicati in categorie di persone a rischio per queste infezioni

Assumere farmaci antivirali previene l’infezione da Covid-19?
No, al momento non ci sono evidenze scientifiche a riguardo.

Gli antibiotici sono efficaci contro il Coronavirus?
Gli antibiotici non funzionano contro i virus ma solo contro i batteri. Quindi a meno che subentrino co-infezioni batteriche, essi sono inutili contro il Covid-19.

Esistono medicinali specifici per prevenire il virus?
Ad oggi non è raccomandato alcun medicinale specifico per prevenire o trattare il Coronavirus. Tuttavia coloro che sono stati infettati devono ricevere cure adeguate così da alleviare i sintomi. Alcuni trattamenti specifici sono in fase di studio e saranno testati attraverso studi clinici.

Roberto Calì

Bibliografia:

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/faq

https://www.who.int/emergencies/diseases/novel-coronavirus-2019/advice-for-public/myth-busters

Terapia COVID-19: trattamenti attuali e novità promettenti con immunoterapia

L’infezione da SARS-CoV-2 mercoledì è stata dichiarata dall’OMS una pandemia. Il Sistema Sanitario Nazionale italiano potrebbe non reggere al crescere esponenziale dei numeri, si paventa soprattutto l’assenza di un numero di posti in terapia intensiva sufficienti a contrastare una pandemia.

Come agisce il SARS-CoV-2?

Nella nostra storia recente ci sono state tre epidemie correlate ad infezioni da parte di coronavirus:

  • SARS-CoV (Severe-Acute-Respiratory-Syndrome), 2002-03; 
  • MERS-CoV (Middle-East-Respiratory-Syndrome), 2012;
  • SARS-CoV-2, oggi. 

L’analogia nel nome con la prima epidemia, scoppiata ad Hong-Kong nel 2002, non è un caso perché anche SARS-CoV-2, come SARS-CoV, ha come primum movens dell’infezione il legame tra gli spikes dell’involucro glicoproteico ed il recettore enzimatico di membrana ACE2, mentre il MERS-CoV segue un’altra via.

ACE2 è un enzima che fa parte del sistema più importante di regolazione della pressione arteriosa, ovvero il sistema RAAS (Renina-Angiotensina-Aldosterone). ACE2 ed il suo omologo ACE hanno funzioni fisiologiche opposte: ACE2 ha azione vasodilatatrice ed antipertensiva, mentre ACE induce vasocostrizione operando sui recettori AT1.

Il RAAS può essere la chiave per il trattamento della COVID-19?

Purtroppo si tratta solo di ipotesi. Quando il virus penetra nelle nostre cellule, legandosi ad ACE2, porta con sé lo stesso recettore, comportando una down-regolazione della sua espressione e conseguentemente una riduzione dei suoi effetti vasodilatatori. Questa dis-regolazione del sistema RAAS sarebbe quindi, secondo diversi studiosi, uno dei fattori di rischio maggiori per l’aggravamento dei pazienti affetti da COVID-19.

A tal proposito una categoria di farmaci antipertensivi potrebbe migliorare il decorso della polmonite: gli inibitori selettivi del recettore AT1sartani. Questi hanno mostrato di aumentare l’espressione a livello cardiaco del recettore ACE2 dopo infarto del miocardio. L’effetto terapeutico è quello vasodilatatore, dato sia dal blocco diretto dei recettori AT1 sia dall’induzione dell’espressione di ACE2. La vasodilatazione a livello del circolo polmonare garantirebbe quindi un miglior rapporto ventilazione-perfusione e una diminuzione del rischio di insufficienza respiratoria. 

Prima di poter utilizzare i sartani, dovrebbero però essere eseguiti trial clinici per verificare il loro ruolo di “fattore protettivo”. Bisogna valutare l’incidenza della malattia nei pazienti che già ne facevano uso ed i loro reali effetti positivi sul decorso clinico.

Fonte: ANSA

Allora quali sono i farmaci che realmente vengono utilizzati oggi?

Nell’attesa di un vaccino, che non si renderà disponibile sicuramente prima di luglio, le principali armi per il trattamento della polmonite causata da SARS-Cov-2 a nostra disposizione sono i farmaci antivirali associati, in caso di necessità, all’ossigenoterapia. Fra gli antivirali quelli di prima linea sono non virus specifici, i più utilizzati sono i seguenti:

  • Ribavarina = analogo della guanosina contenente la base azota modificata, agisce inibendo la sintesi dei nucleosidi e utilizzata comunemente per il trattamento dell’epatite C, durante l’epidemia di SARS nel 2002-03 usata in alcuni casi ad Hong-Kong; 
  • Lopinavir e Ritonavir = entrambi degli inibitori delle proteasi virali, attivi contro il virus dell’HIV, operano impedendo che le poliproteine tradotte dal genoma virale vengano clivate a formare proteine funzionalmente utili all’attività del virus;
  • Remdesevir = analogo nucleotidico sviluppato per il trattamento del virus Ebola, per cui è stata successivamente dimostrata un’attività contro altri virus a RNA a singolo filamento come i coronavirus. La sua combinazione con l’interferone-beta (INFb) si è dimostrata adatta al trattamento della COVID-19. Per l’OMS è il miglior candidato per contrastare SARS-CoV-2 ed è il farmaco usato allo Spallanzani per i turisti cinesi trovati positivi a gennaio (i primi due casi in Italia).

Esistono anche degli antivirali coronavirus-specifici come gli inibitori della proteasi dei coronavirus; in questo gruppo rientrano la cinanserina, un vecchio farmaco conosciuto per la sua azione di antagonismo del recettore della serotonina, e i flavonoidi, dei composti di derivazione naturale con molte funzioni tra le quali quella antivirale ed antiossidante. Entrambi agiscono bloccando l’azione della proteasi chimotripsina-simile dei coronavirus e si sono dimostrati efficaci in passato nelle pandemie di SARS-CoV e MERS-CoV.

Immunoterapia: il Tocilizumab

Altra opzione terapeutica valida è l’immunoterapia: è di sabato scorso la notizia del suo primo utilizzo in Italia, a Napoli su due pazienti con polmonite severa. L’immunofarmaco in questione è il Tocilizumab, normalmente utilizzato nell’artrite reumatoide e gold standard nella cura della sindrome da rilascio citochimica nel trattamento con cellule CAR-T. Il Tocilizumab è un anticorpo monoclonale che agisce bloccando l’interleuchina 6, una delle principali citochine con attività proinfiammatoria; si tratta di un uso off-label, frutto della collaborazione tra oncologi ed infettivologi.  Gli effetti positivi si sono mostrati già nelle prime 24 ore così che da giovedì si è valutata la possibilità di estubare i due pazienti. Ora si valuta di estenderne l’utilizzo a più di 250 soggetti in condizioni critiche. L’inconveniente principale è rappresentato dal prezzo elevato, ma la nota casa farmaceutica Roche si è offerta di fornirlo gratuitamente in questo periodo di emergenza. 

Il nostro sistema immunitario si è dimostrato spesso la chiave giusta da inserire per un successo terapeutico e tutti noi speriamo lo sia anche questa volta.

Antonio Mandolfo

Bibliografia:

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/ddr.21656

http://apjai-journal.org/wp-content/uploads/2020/03/5_AP-200220-0773.pdf

https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/jmv.25707

https://napoli.repubblica.it/cronaca/2020/03/08/news/napoli_coronavirus_farmaco_usato_su_due_casi-250676409/?ref=fbpr

La corretta alimentazione per combattere il coronavirus

Anche se non esiste ancora un vaccino, esistono dei cibi che potrebbero rafforzare il nostro sistema immunitario.
Il Ministero della Salute informa che i coronavirus sono una numerosa famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi, come la Sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e la Sindrome respiratoria acuta grave (Sars).

Il nuovo ceppo Sars-CoV-2, che provoca la sindrome denominata “Covid-19” segnalata lo scorso dicembre nella città cinese di Wuhan, è una malattia respiratoria che può manifestarsi con sintomi lievi ed essere scambiata per una semplice influenza come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, o sintomi più severi come polmonite e difficoltà respiratorie che in determinati casi possono provocare la morte del paziente. Come specificato dal Ministero della Salute, il contagio avviene tramite la saliva, tossendo e starnutendo, avendo contatti diretti personali, toccando bocca, naso o occhi con le mani contaminate. Per prevenire la trasmissione è fondamentale adottare alcune misure di protezione personale come il lavarsi bene le mani o cercare di stare lontano da una persona almeno due metri.

Ma è possibile aiutare anche il nostro organismo. Grazie a una sana e corretta alimentazione in grado di rafforzare il sistema immunitario per prevenire infezioni virali e batteriche. Per aiutare le nostre difese è fondamentale mantenere in salute l’intestino, pertanto è necessario evitare l’utilizzo frequente di antibiotici, antinfiammatori, antiacidi e alimenti pro-infiammatori, che indeboliscono il nostro sistema intestinale, creando terreno fertile per patogeni o virus.

Per mantenere l’equilibrio intestinale cerchiamo di assumere regolarmente la giusta quantità di cibi prebiotici e probiotici, evitiamo o limitiamo i cibi che generano calore come il latte, il glutine e zuccheri raffinati in generale. Ecco di seguito qualche alimento che può aiutare le difese immunitarie dell’organismo.

Limone: l’agrume è ricco di vitamina C, importantissimo nei processi di difesa cellulare. L’ideale sarebbe assumere tutti i giorni una premuta di limone con un pizzico di bicarbonato di potassio, che ha proprietà alcalinizzanti, fungicida e digestive, in acqua calda (il calore uccide i virus)

Yogurt: fonte naturale di probiotici, é ricco di microrganismi che aiutano a riequilibrare la flora batterica intestinale. Perfetto se prodotto in casa: in questo modo si riduce l’assorbimento di zuccheri e conservanti

Semi di lino: sono una preziosa fonte di acido alfa-linoleico, acido grasso della famiglia degli omega-3, che ha importanti proprietà antinfiammatorie. Ripuliscono il colon da muco stagnante garantendo una preservazione della microflora intestinale

Grano saraceno: privo di glutine e ricco al 95% di trans resveratrolo. È uno stilbene, un composto polifenolico, una delle molecole che le piante producono per proteggersi in situazioni di stress. Allo stesso modo, la sostanza viene usata dalle nostre cellule per lo stesso scopo

Olio extravergine di oliva, di semi di lino, di semi di canapa e di avocado: tutti sono composti prevalentemente da acidi grassi e fosfolipidi. Hanno un ruolo fondamentale nel riequilibrare la membrana delle cellule bianche del sangue, i linfociti. L’ideale sarebbe assumere un olio fresco.

Verdure a foglia verde: hanno proprietà antivirali e antibatteriche. Si consiglia di cuocerle a vapore per facilitarne la digestione e preservarne le caratteristiche alimentari

Avena: il cereale, ricco di fibre, aiuta a regolarizzare l’intestino, dare sazietà e a regolarizzare i livelli di colesterolo nel sangue

Frutta secca e semi oleosi (zucca, girasole, lino): questi alimenti posseggono numerose sostanze prebiotiche come minerali, aminoacidi e omega-3.

Integratori probiotici: sono microrganismi viventi e attivi che rafforzare l’ecosistema intestinale. I probiotici, per vivere e proliferare all’interno del nostro intestino, hanno bisogno del corretto nutrimento rappresentato dai prebiotici.

Piero Cento

Studenti Unime – guida per le nuove disposizioni accademiche

Le misure adottate dal DPCM del 4 Marzo  tutelano tre principi essenziali:

  • la salute pubblica
  • il diritto allo studio
  • la continuità dei servizi erogati alla comunità

Con la precisazione che le carriere degli studenti non verranno compromesse in alcun modo dalle misure disposte di seguito; oltre agli appelli già previsti ed alle lezioni e agli esami in fase di calendarizzazione, ne saranno predisposti altri tra Maggio e Giugno.

Le disposizioni, inoltre, mirano specificatamente ad evitare la presenza prolungata di flussi ed assembramenti di persone ad una distanza inferiore a quella ritenuta necessaria (distanza di 1 metro) per evitare o contenere il contagio.

N.B. Provvedimenti disposti fino al 3 Aprile.

Unime- TEAMS

Teams è il servizio Microsoft per la collaborazione tra gruppi di lavoro; è un’applicazione che permette di interagire con altri utenti mettendo a disposizione in maniera integrata vari strumenti:

  • comunicazione via chat, audio-conferenza, video-conferenza
  • condivisione di documenti e cartelle con un’altra persona o con un gruppo
  • condivisione di applicazioni sul proprio computer, o dell’intero desktop in modo cooperativo

 

Lezioni ed esami

Dal sito d’Ateneo bisogna accedere alla pagina “LOGIN” cliccando sul link presente in alto nella pagina principale.

1) Inserendo le proprie credenziali d’Ateneo [codicefiscale@studenti.unime.it] potrete quindi accedere ad una pagina in cui sono presenti alcune funzioni riservate agli studenti.

2) Cliccando sull’icona di Teams teledidattica ci si recherà sul sito di didattica-online: https://moodle2.unime.it/didatticaonline.

3) Da qui sarà possibile visualizzare un elenco delle discipline e degli esami attualmente forniti in modalità teledidattica.

4) Seguire le istruzioni presenti all’interno della pagina per poter partecipare alle lezioni.

Link con ulteriori spiegazioni grafiche: https://sway.office.com/sTiodrCQ5PPUmc7v?ref=Link

 

 

Antonio Mulone

Coronavirus: per l’OMS è pandemia. Cosa cambia per l’Italia

A causa dell’elevata diffusione del Coronavirus SARS-CoV-2, l’OMS (Organizzazione Mondiale Della Sanità) ha annunciato lo stato di pandemia. Ecco qual è il significato e quali sono le differenze tra focolaio, epidemia e pandemia.

CHE COS’E’ UN FOCOLAIO?

Quando una condizione patologica su base infettiva comporta un certo numero di contagi all’interno di una comunità, di una regione o di una stagione circoscritta, si parla di focolaio. Un tipico esempio è fornito dai focolai di Brucellosi (zoonosi associata ai batteri appartenenti al genere Brucella) in alcune città siciliane. In questi casi vengono effettuate indagini epidemiologiche, vengono tracciate mappe sugli spostamenti delle persone colpite, come è accaduto nei giorni scorsi nel Nord Italia.

CHE COS’E’ UN’EPIDEMIA?

Quando una patologia infettiva è caratterizzata da una manifestazione frequente, localizzata e di durata limitata nel tempo si parla di epidemia. E’ questo il caso dell’influenza, riscontrata stagionalmente, in cui non vi è un vero e proprio focolaio ma una trasmissione diffusa, contrastata da programmi di prevenzione (vaccinazioni). 

CHE COS’E’ UNA PANDEMIA?

Quando una patologia infettiva si propaga in molti Paesi o continenti, minacciando gran parte della popolazione mondiale si parla di pandemia (dal greco “pan-demos” ovvero “tutto il popolo”). La classificazione in 6 classi che descriveva progressivamente le varie fasi del processo infettivo (periodo intrapandemico con fase 1 e fase 2, periodo di allerta pandemica con fase 3, 4 e 5 e periodo pandemico con fase 6), precedentemente utilizzate per analizzare la diffusione della patologia infettiva, non sono più prese in considerazione. Una revisione effettuata nel febbraio 2009 sulla definizione e dichiarazione di pandemia, definisce le condizioni che oggi l’OMS deve riconoscere affinché si possa parlare di una vera e propria pandemia. Esse sono:

  1. La comparsa di un nuovo agente patogeno;
  2. La capacità di tale agente di colpire gli esseri umani;
  3. La capacità di tale agente si diffondersi rapidamente per contagio.

In seguito agli ultimi dati riguardanti l’infezione da Coronavirus SARS-CoV-2 (118mila casi segnalati  a livello globale in 114 paesi), il Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità , Tedros Adhanom Ghebreyesus, ieri ha dichiarato: “Abbiamo valutato che il Covid-19 può essere definito come una pandemia. Non abbiamo mai visto una pandemia di un Coronavirus, questa è la prima, ma non abbiamo mai visto nemmeno una pandemia che può, allo stesso tempo, essere controllata”. Walter Ricciardi dell’OMS, anche Consigliere per il Coordinamento con le istituzioni sanitarie internazionali del ministro della Salute italiano Roberto Speranza, ha dichiarato: “Con la dichiarazione dello stato pandemico l’OMS può mandare i suoi operatori in loco, come fanno i caschi blu dell’ONU e chiedere ai singoli Paesi di adottare misure di mitigamento, come il fermo di alcune attività o dei trasporti anche via terra“. Ha sottolineato l’esperto: “Il non rispetto delle disposizioni equivarrebbe alla mancata applicazione di norme internazionali, che implica l’applicazione di sanzioni“.

COSA CAMBIERA’ PER L’ITALIA?

Lo stato di pandemia rappresenta una nuova dura prova per la penisola italiana (interamente dichiarata “zona protetta”), al fine di contrastare la diffusione del virus sono state attuate delle misure ancora più restrittive, queste ultime riguardano la sospensione su tutto il territorio nazionale delle attività commerciali al dettaglio (fatta eccezione per i beni di prima necessità), delle attività dei servizi di ristorazione e delle attività inerenti i servizi alla persona. Al fine di contenere l’emergenza sanitaria, come specificato dall’esperto Ricciardi, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro della Salute può disporre la programmazione con riduzione e soppressione dei servizi automobilistici interregionali e di trasporto ferroviario, areo e marittimo.

LE PANDEMIE DEL VENTESIMO SECOLO

Date le nuove direttive dell’OMS, possiamo affermare di vivere una nuova pagina di storia, una nuova pandemia del ventunesimo secolo, ma quali sono state le pandemie dello scorso secolo? E cosa possiamo apprendere da esse?

Nel ventesimo secolo hanno letteralmente scritto la storia della Medicina tre pandemie influenzali:

LA SPAGNOLA: è associata al Virus Influenzale A (sottotipo antigenico H1N1), nel 1918  un terzo della popolazione mondiale fu colpito dall’infezione, contraddistinta da una letalità maggiore del 2,5%, tale virus riemerse nel 1977 causando un’epidemia negli Stati Uniti. Dal 1995, a partire da materiale autoptico conservato, furono isolati e sequenziati frammenti di RNA virale del virus della pandemia del 1918, così come fu descritta la completa sequenza genomica di un virus e quella parziale di altri 4. Tramite questi studi emerse che il virus è l’antenato dei ceppi suini A/H1N1 e A/H3N2.

-L’ASIATICA: è associata al Virus Influenzale A (sottotipo antigenico H2N2), gli studi si basarono sui test di fissazione del complemento e sul test dell’emagglutinina virale e furono confermati dalla neuraminidasi. Il sottotipo del virus dell’Asiatica del 1957, che fu  identificato come un virus A/H2N2, scomparve dopo 11 anni.

L’INFLUENZA HONG KONG: è associata al Virus Influenzale A (sottotipo antigenico H3N2), tale virus differisce dall’antecedente (H2N2) per l’antigene emagglutinina ma aveva lo stesso antigene neuraminidasi.

LO STATO DI PANDEMIA SI PUO’ DEFINIRE UNA SCONFITTA?

Ghebreyesus ha dichiaro: Pandemia non è una parola da usare con leggerezza o negligenza, è una parola che, se usata in modo improprio, può causare paura irragionevole o accettazione ingiustificata che la lotta sia finita, portando a sofferenze e morte inutili”. L’esperto ha voluto, pertanto, sottolineare il costante impegno dell’OMS ai fini del contenimento di questa patologia che sta destando preoccupazione in tutto il mondo.

Caterina Andaloro

BIBLIOGRAFIA:

https://www.bag.admin.ch/bag/it/home/krankheiten/ausbrueche-epidemien-pandemien.html

https://www.epicentro.iss.it/passi/storiePandemia