Maestro: Bradley Cooper torna alla regia

Maestro
Bradley Cooper ha curato tutto, in ogni minimo dettaglio. Se si deve trovare un difetto in Maestro, è il fatto che non riesce ad essere un film compreso da tutti. Ma era da un po’ che Netflix non distribuisse un film che arriva quasi al Capolavoro. voto UVM: 4/5

 

Maestro è un film del 2023 diretto, co-prodotto assieme a Martin Scorsese e Steven Spielberg, co-scritto ed interpretato da Bradley Cooper. E’ stato presentato in anteprima alla 80° Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed ora è uscito su Netflix, esattamente il 20 Dicembre.

Maestro: trama

«Un’opera d’arte non dà risposte alle domande, le suscita. Il valore sta nella tensione delle risposte contraddittorie»- Leonard Bernstein

Maestro è un film incentrato su Leonard Bernstein (Bradley Cooper), o meglio, narra la storia d’amore tra lui e l’attrice Felicia Montealegre (Carey Mulligan). Tutto inizia nel momento in cui Leonard ottiene la più grande opportunità della sua vita: dirigere per la prima volta a soli 25 anni la New York Philarmonic, al palcoscenico della Carnegie Hall. Da qui, la sua carriera decolla e si costruisce con la direzione d’orchestra, la composizione di musica, lo studio e l’insegnamento della musica. Allo stesso tempo, conosce e vive una storia d’amore con Felicia, con la quale convoleranno a nozze e metteranno su famiglia. Ma la loro storia sarà piuttosto travagliata, perché Leonard cadrà spesso in tentazioni e vivrà avventure extra-coniugali ed omosessuali.

Maestro
Bradley Cooper in una scena del film. Fonte: corriere.it

La maturità di Bradley Cooper

Bradley Cooper ha una carriera completa e di tutto rispetto, dimostrando di essere davvero un attore maturo, nel corso degli anni. Ha dimostrato il suo talento in film come la trilogia di Una Notte Da Leoni, Il Lato Positivo – Silver Linings Playbook  e Nightmare Alley – La Fiera Delle Illusioni. Per di più, ha dimostrato anche di essere poliedrico, cimentandosi nel doppiaggio (Rocket nei Guardiani Della Galassia) o addirittura mettendosi alla prova come produttore, sceneggiatore e soprattutto come regista.

E a proposito della regia, chi si ricorda di A Star Is Born? Questo film lo ha visto nel duplice ruolo di attore e regista, affiancato dalla cantante Lady Gaga. Lì ha dimostrato una regia calma e sofisticata, raccontando una storia d’amore emozionante ed abbastanza insidiosa, oltre che a motivare il prossimo a saper sfruttare il proprio talento. Già in quell’occasione, ha dimostrato anche di avere un’altra grande passione: la musica. Dopo cinque anni, torna dietro la macchina da regia in un film che rimane attinente alla musica e raccontando anche qui, una storia travagliata.

Maestro si può definire il punto più alto della sua carriera e si vede che Cooper ci teneva particolarmente alla realizzazione di questo film. Con il suo bagaglio di esperienze ha potuto ottenere lo straordinario risultato che ha ottenuto nella pellicola, rispecchiando esattamente la sua passione e il suo impegno.

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Carey Mulligan e Bradley Cooper in una scena del film. Fonte: wired.it

Di cosa parla Maestro?

Come si è dimostrato in vari biopic, ciò che conta è come si vuole raccontare quella determinata storia possibilmente vera. L’inizio è mostrato con un ritmo un po’ lento e con una fotografia in formato 4:3 e con un bianco e nero che richiama il Neorealismo. Fin quando poi si passa ad un “aggiornamento” in cui vengono mostrati i vari colori e il trucco che ha reso lo stesso Cooper identico al vero Bernstein.

Dopo l’inizio della carriera di quest’ultimo e l’incontro con Felicia, ecco che viene mostrato il reale movente di Cooper: trasformare il biopic in un film sentimentale mirato a dare il giusto spazio ad entrambi i protagonisti e a scavare in profondità nell’animo umano di Leonard Bernstein. Voleva concentrarsi di più sulla vita privata di quest’ultimo e la relazione burrascosa con la moglie, fatta di tradimenti omosessuali da parte di lui, più che sulle varie esibizioni e sulla sua carriera musicale che formavano una “maschera” destinata poi a cadere. Vedendo il film, in cui la visione è accompagnata dall’ascolto delle musiche composte dal vero Bernstein, sorge il dubbio se amasse o meno sua moglie.

Nonostante i vari traguardi raggiunti, Bernstein sentiva un enorme vuoto dentro e cercava di colmarlo con l’amore verso la gente, ma questo amore lo portava sempre più lontano da Felicia interpretata da una bravissima Carey Mulligan (Una Donna Promettente). Lei, invece, è passata da essere una donna amorevole a una moglie ostile, ma allo stesso tempo per il bene dei figli, ha continuato a sopportare. Bernstein era combattuto tra i sensi di colpa e l’amore verso la gente, tanto che questo contrasto lo ha accompagnato fino alla fine dei suoi giorni.

 

Giorgio Maria Aloi

Promising Young Woman: chi è il mostro?

Davanti al male nel mondo, ai crimini più efferati della storia, ci si consola facilmente nella convinzione che il colpevole sia un mostro, un pazzo, un individuo atipico affetto da chissà quale disturbo psichico che l’ha portato a perdere il lume della ragione. Possiamo sentirci al sicuro nella folta schiera dei comuni mortali, noi esseri “normali”, noi persone ragionevoli a cui non capiterà mai di diventare i cattivi di una brutta storia.

Lo deduciamo più volte leggendo diversi libri: Hitler era un folle. Ma dov’era un’intera nazione che si è resa complice col silenzio di un genocidio? Lo riscontriamo spesso nelle pagine di cronaca: stupratori e assassini assumono le sembianze di demoni da film horror che raramente ci capiterà di incontrare aprendo la porta di casa. Ma dov’è la società che ha educato quei mostri, la brava gente che si volta dall’altra parte quando un uomo osa aggredire una donna?

Promising Young Woman: immagine promozionale. Fonte: Universal Pictures

Una critica spietata e originale a una società che si adagia sui comodi allori del proprio perbenismo, complice della rape culture, è Promising Young Woman (2021), film della regista esordiente Emerald Fennel, premiato agli Oscar per la miglior sceneggiatura originale e trionfante anche ai BAFTA come miglior film britannico.

Una giovane promettente

Cassandra “Cassie” Thomas (una talentuosissima Carey Mulligan) è una giovane donna alla soglia dei trenta che lavora in una caffetteria e vive ancora con i suoi genitori, ma fino a qualche anno addietro sembrava “promettere bene”. Studentessa modello di medicina, si distingueva per intelligenza tra i suoi mediocri compagni di corso che però adesso sono tutti laureati e pienamente realizzati nella loro vita professionale e relazionale. Il treno che ha fatto deragliare l’esistenza di Cassie è stata la tragedia dell’amica di una vita, Nina, suicidatasi perché stuprata dallo “studente modello” Al Monroe (Chris Lowell) mentre si trovava ubriaca e inerme ad una festa universitaria.

Carey Mulligan in “Promising Young Woman”. Fonte: LuckyChap Entertainment

Da quel momento Cassie ha rinunciato al sogno di diventare medico e si è posta un solo obiettivo: vendicare la propria amica. Una piccola vendetta che mette in atto già ogni sera quando si finge ubriaca nei locali lasciando che qualche uomo gli si avvicini con l’intenzione di approfittarsene, per poi “svegliarsi” e rivelare di essere sobria, terrorizzando il tizio in questione. Ma la vendetta non si fermerà qui e i piani della protagonista riveleranno il suo carattere di donna promettente.

Quei bravi ragazzi

La vendetta di Cassie si articolerà in un crescendo di colpi astuti in cui i personaggi che la circondano si riveleranno a poco a poco complici di un sistema più grande che copre col silenzio il carnefice ed è pronto ad affibbiare la colpa ad una povera ragazza ubriaca.

La sceneggiatura tagliente – firmata dalla stessa Fennel – di questa commedia dalle tinte noir, non risparmia nessuno dalla macchia della responsabilità nel dramma di una donna abusata. Nessuno ne esce pienamente innocente. A partire dai “bravi ragazzi” che si avvicinano ogni sera a Cassie perché la credono incapace di difendersi, passando per Ryan (Bo Burnham), il dolce collega dagli occhi chiari che dopo anni riprende a corteggiare la protagonista, finendo con le donne. Donne omertose, donne complici e sorde alla verità scomoda che preferiscono liquidare con uno stereotipato “se l’è cercata!”.

Cassie si “mette nei guai”

In Promising Young woman non esiste un mostro (al massimo uomini stupidi e volgari), perché mostruosa è l’intera situazione nonostante i toni a volte divertenti. Mostruosa è un’intera società figlia di secoli di cultura maschilista, che va avanti cieca e silenziosa di fronte alla violenza sulle donne.

Al di fuori di questo giro di ipocrisia e perbenismo, che insabbia un reato per innalzare sul trono della scala sociale quello che in realtà è solo un delinquente, si “salva” solo Cassie, decisa ad andare contro tutto e tutti pur di far trionfare il suo ideale di giustizia e di amicizia sincera. Cassie, anche nelle scelte apparentemente più folli, dimostra la dignità e la perseveranza di un’eroina classica, disposta a sacrificarsi ad un tragico destino pur di rimanere voce fuori dal coro che grida una verità che nessuno vuole sentire. Ci piace pensare che la scelta del suo nome non sia un caso: Cassandra nell’Iliade era infatti la profetessa inascoltata dal proprio popolo.

Sguardo di donna

Azzeccate anche le scelte stilistiche della regista a partire dai colori pastello delle scenografie fino a canzoni pop come Toxic rivisitate dai violini, passando per i visi puliti di molti attori che evocano allo spettatore la “banalità del male”. Emblematico a questo proposito Jerry, il primo uomo che rimorchia Cassie ubriaca in un locale. Il personaggio è interpretato da un più maturo e inedito Adam Brody (il Seth Cohen di The O.C.), volto che per ovvie ragioni associamo al bravo ragazzo di buona famiglia.

Adam Brody e Carey Mulligan in una delle prime scene del film

In Promising Young Woman nessun dettaglio è lasciato al caso e ogni piccola inquadratura, ogni primo piano rivela lo sguardo femminile su quello che è “il peggior incubo per ogni donna.” Un incubo in cui non esistono mostri o pazzi furiosi, ma solo un inquietante silenzio in cui tutti rischiamo di cadere. A meno che non decidiamo di svegliarci.

Angelica Rocca