Slovenia: ritrovato il cadavere di Davide Maran

Davide Maran, polizia di Lubiana: “Ritrovato nel fiume corpo dello studente scomparso il 25 marzo”

La notizia che nessuno voleva sentire purtroppo è arrivata; dura, fredda, lancinante come la lama di un fendente che penetra nelle carni. Saranno state queste le sensazioni provate dai cari del giovane Davide Maran, quando gli inquirenti sloveni hanno reso nota l’identità del cadavere recuperato lungo il fiume Ljubljanica. Il ritrovamento è avvenuto durante le ricerche interminabili iniziate sin dal giorno della scomparsa e condotte dalla polizia insieme ai vigili del fuoco, ai sommozzatori e a una squadra di pescatori.

A far trapelare la notizia è un comunicato della polizia locale, in cui si aggiunge che dall’autopsia disposta dal giudice non sono risultate tracce di violenza. Il giovane originario di Cento, nel ferrarese, si trovava nella città slovena di Lubiana per frequentare un master in fitochimica e viveva temporaneamente in un ostello. Secondo le ricostruzioni, l’ultima volta è stato visto all’alba di domenica 25 marzo in via Kersnikova, all’uscita di una nota discoteca. Indossava una giacca verde scuro, scarpe marroni e un berretto di lana nero.

E' Davide Maran il cadavere rinvenuto a Lubiana martedì scorso - Facebook

Ad aprile la polizia aveva lanciato un appello per la ricerca di due persone che portavano a spasso un cane nella stessa zona dove Davide era stato visto nei filmati delle telecamere di sicurezza. Le ricerche dei mezzi di soccorso sloveni si sono da sempre concentrati sul fiume, con l’ipotesi che il giovane possa esservi caduto. A confermare poi l’identificazione del corpo è stata anche l’Ambasciata italiana che ha anticipato la comunicazione formale che giungerà in settimana da parte della polizia slovena.

Grande è stato lo stupore di conoscenti e familiari, che fino alla fine avevano smentito l’idea dell’allontanamento volontario del giovane ferrarese. “Non lo avrebbe mai fatto, era legato alla famiglia e coscienzioso: un ragazzo bravo e responsabile“,  raccontavano gli amici interpellati tra marzo ed aprile scorso. Erano addirittura giunte delle segnalazioni prima da Treviso e poi dalla zona del bellunese, ma nessuna di esse aveva avuto un riscontro positivo, fino alla triste verità di queste ore. A lasciare un suo commento è anche il sindaco di Cento, Fabrizio Toselli, che dice: “Abbiamo tutti sperato fino all’ultimo istante di poter riavere Davide“. Speranza che purtroppo si è spenta definitivamente dopo l’analisi del Dna, anche se non è ancora possibile stabilire le cause del decesso. A tal proposito ogni dubbio potrà essere fugato solo nelle prossime settimane a seguito di maggiori approfondimenti sulle indagini.

 

Santoro Mangeruca

Morto Dick Leitsch, pioniere del movimento LGBT

È morto nella sua casa di Manhattan all’età di 83 anni, stroncato da un cancro al fegato con cui combatteva ormai da mesi Dick Leitsch. Giornalista e attivista statunitense, fu uno dei primi a impegnarsi nella lotta per la liberazione omosessuale e il riconoscimento dei diritti dei gay.

Nell’America degli anni 60, l’essere gay veniva considerato ancora come una vergogna da tener nascosta. Non esisteva tutela nei loro confronti, non esisteva diritto alcuno. E anche il più piccolo moto di protesta richiedeva una notevole dose di coraggio. Leitsch dimostrò tale coraggio nel 1969, con il Sip-In, uno dei primi atti di disobbedienza civile gay: ai tempi gli omosessuali non potevano essere serviti in bar e ristoranti o addirittura ne venivano allontanati, il suo atto rivoluzionario fu quello di dichiararsi pubblicamente gay e affermare di voler essere servito in quanto tale.

Gesto tanto semplice quanto allora impensabile e al contempo significativo.

Dick fu il leader della Mattachine Society, organizzazione americana a difesa dei diritti dei gay, causa per cui impegnò tutta la sua vita.

Negli ultimi mesi, in lotta con il suo male, ha ricevuto l’appoggio e l’affetto di migliaia di persone, anche l’ex presidente Barack Obama ha manifestato la sua gratitudine con una lettera, resa poi pubblica.

«Grazie per i decenni di lavoro che hanno aiutato il Paese a muoversi sulla strada dell’uguaglianza Lgbt. Il nostro viaggio come Paese dipende, come è sempre stato, dagli sforzi collettivi e persistenti di gente come te».

Benedetta Sisinni

Salvini: Le polemiche non sembrano finire

Le ultime dichiarazioni del neoeletto Ministro degli Interni Matteo Salvini sembrerebbero celare, al contrario di come si possa pensare, la fragilità comunicativa ed il desiderio di porsi ogni giorno sulle prime pagine di giornali. Il malsano sensazionalismo dell sue recenti uscite testimonia un bisogno spasmodico di soddisfare le aspettative generate dall’atteggiamento propagandistico mediante il quale si è interfacciato con l’opione pubblica negli ultimi giorni.
Dai vaccini, ritenuti “inutili, pericolosi se non dannosi“, al rimpatrio improbabile di 600.000 clandestini in un lasso di tempo brevissimo, per finire, tristemente, alla folle possibilità di privare della scorta il noto scrittore e giornalista napoletano Roberto Saviano, da tempo nelle mire di “Cosa Nostra”.                                                                                                                                                 Risultati immagini per saviano
Sembra come se il segretario del partito leghista avesse anteposto l’orgoglio alla ponderazione e all’accortezza politica, confondendo una misura cautelare fondamentale come la scorta, in uno strumento improprio di ricatto a chi esprime il sacrosanto diritto di dissenso.
E’ auspicabile dunque, che il Ministro degli Interni si caratterizzi per una postura morale permeata da maggiore senso di responsabilità, riguardo una condotta politica che finirebbe per diventare minacciosa, in quanto non si può scherzare e disporre della vita altrui.
                                                                                                                                                                                      In un paese come il nostro, nel quale la campagna elettorale sembra essere perenne, si dovrebbe riuscire a calibrare la propria linea politica con una maggiore lucidità, specialmente se ad esprimersi in questi termini è uno dei componenti del governo, nonché vicepremier.
L’Italia necessita più che mai di una classe politica assennata e riflessiva, che operi per il bene collettivo persuasa dai criteri del buon senso e della ragionevolezza, e che tuteli il senso d’umanità di cui tutti dovremmo essere depositari.
Antonio Mulone

Aggredisce reporter: Roberto Spada condannato a sei anni

Condannato a sei anni Roberto Spada, aggressore ad un giornalista Rai, Daniele Piervincenzi, e di un cameraman il 7 novembre scorso ad Ostia.

I giudici hanno inoltre disposto la misura di sicurezza di un anno di libertà vigilata al termine dell’espiazione della pena.

Spada  è stato condannato per aggressione con aggravante mafiosa, facente parte di una nota famiglia di Ostia che da alcuni è comunemente denominata “clan”, i cui componenti sono stati più volte condannati per reati come estorsione e minacce; presente in tutte le condanne l’aggravante mafiosa.

Legati anche con i Casamonica, gli Spada avrebbero a disposizione centinaia di persone, che all’occorrenza possono raddoppiare, e sono da sempre considerati la costola militare dei Fasciani, il clan che con i Triassi – famiglia mafiosa a sua volta legata ai Cuntrera-Caruana – si è spartito per vent’anni il territorio di Ostia in una sorta di pax mafiosa in cui tutti ne traevano una cospicua utilità.

Il video della testata a Piervincenzi e dell’aggressione, che coinvolse anche il cameraman, avevano attirato molte attenzioni sulla famiglia Spada e sulla città di Ostia facendo diventare in un breve lasso di tempo il video virale.

Nella requisitoria il pm ha parlato di «un’aggressione plateale e ostentata, lucidamente pianificata» per mostrare la propria forza davanti al suo territorio e ribadire il suo predominio a Ostia. Aggredendo i due cronisti dopo alcune domande sui suoi legami con Casapound.

A distanza di qualche mese, in aula, Spada afferma “Mi vergogno di quello che è successo. Chiedo scusa a tutti i giornalisti, ma di quei momenti non ricordo più nulla, ho visto tutto nero” provando a ricostruire quanto avvenuto.

Nelle ore successive a quanto accaduto mi sono rivisto nel video – ha aggiunto – e non mi sono riconosciuto: non c’è giustificazione a quello che ho fatto, il giornalista avrebbe potuto dirmi di tutto ma io non avrei dovuto reagire in quel modo“.

Francesca Grasso

Allah akbar : parole d’amore o di paura?

Allah akbar cioè  “Dio è grande”, fin dall’ inizio dei secoli,  sono state le parole più utilizzate per riassumere la gioia e la fede di ogni uomo che si professa credente. Paradossalmente nel ventunesimo secolo, pare abbiano assunto un diverso significato nella loro accezione comune: dall’ attentato alle torri gemelle, sino ai fatti accaduti ieri mattina in Francia, nelle ultime 2 decadi queste parole sono state spesso accostate al terrorismo.   La religione, e quindi la fede, sia essa cattolica, buddista o islamica, si basa su principi comuni di amore, fratellanza e benevolenza che difficilmente (anzi mai) vanno a ledere la sensibilità o la persona  altrui.

Francia, donna accoltella 2 persone: “Allah Akbar” (LaPresse)

Probabilmente non sarà stata dello stesso avviso la donna che ieri mattina attorno alle 10:30 ha ferito due persone in un supermercato a  Seyne-sur-Mer, nel sud della Francia. La giovane donna, vestita di nero e con addosso un velo, armata di cutter (taglierino) avrebbe ferito prima un cliente al torace e poi una cassiera vicino l’occhio. I due malcapitati sono stati ricoverati subito in ospedale e per fortuna sono fuori pericolo. La ventiquattrenne, cliente abituale del supermercato in questione, è stata immobilizzata da due impiegati. Non si è riuscito ancora a stabilire il movente di tale gesto, se di matrice terroristica o se dovuto a problemi psichiatrici. In attesa di riscontri, l’ipotesi di reato per la donna è «tentativo di omicidio e apologia di crimine a sfondo terroristico». Inoltre, come riportato dal Messaggero, quando è stata fermata dagli agenti, avrebbe chiesto ai poliziotti di ucciderla, gridando «non ho niente da perdere». Gli inquirenti parlano di un atto apparentemente isolato, anche se non si può ancora escludere che la donna sia radicalizzata.

Qualunque sia stata la motivazione, resta l’unica certezza che  da ormai troppo tempo si stia strumentalizzando oltremodo la religione per giustificare delle azioni, che con quest’ultima non hanno niente a che vedere. Purtroppo l’indottrinamento rimane una delle armi più potenti da utilizzare nei confronti delle masse, che spesso cadono nella tentazione di seguire i dogmi sbagliati. Magari la donna che ha compiuto questo gesto non fa parte di un fa gruppo terroristico, ma allora ci chiediamo: come mai ha gridato “Allah akbar”?  E soprattutto, come si può pensare di uccidere qualcuno in nome di Dio?

Tutto ciò è veramente paradossale ma quanto mai attuale; e di contro l’auspicio che ogni vero credente si augura, è quello che le parole “Dio è grande” ritornino al loro antico significato: cioè di pace ed amore e non più odio e paura.

 

Santoro Mangeruca

Mondiali Russia 2018: il circo delle polemiche

Lo sappiamo bene ormai, quando un argomento viene trattato a livello mediale-informativo, è quasi impossibile non perdersi in una fitta rete di polemiche, bufale e situazioni sgradevoli. Non poteva quindi evitare tutto ciò un evento di importanza internazionale come il Mondiale di calcio 2018 iniziato lo scorso 14 giugno in Russia (in particolare a Mosca) e che ci terrà compagnia fino al 15 luglio.

È da mesi, infatti, che sui giornali di mezzo mondo si susseguono notizie relative all’importante torneo sportivo, una fra tutte, quella relativa alla soppressione di massa dei cani randagi presenti nelle città che ospiteranno le partite delle fasi a gironi e delle eliminatorie. Quello dell’allontanamento o dell’uccisione di queste bestie è un tema che, sfortunatamente, ritorna puntuale ogni 4 anni e che già aveva destato numerose polemiche in occasione del mondiale scorso avuto luogo in Brasile. Ad inizio anno, però, il governo russo ha incontrato una rappresentanza dei gruppi animalisti nazionali ed internazionali, per aprire un dialogo sulla questione ed evitare inutili polemiche o manifestazioni violente, rassicurando che nessun massacro sarebbe avvenuto; ma la situazione si è dimostrata diversa. Per i circa 2 milioni di randagi presenti sul territorio interessato, il governo avrebbe stanziato 136 di euro per la loro cattura e successiva uccisione, scatenando l’ira degli attivisti.

Risultati immagini per sterling tautaggioMa le polemiche non si sono fermate solo qui e, grazie anche all’arma preferita dal pubblico a casa, i social, si sono spostate anche su tematiche diverse. Una di queste è relativa al calciatore della nazionale inglese e del Manchester City, Raheem Sterling, che ha deciso di tatuarsi sulla gamba destra un fucile automatico. La reazione del web e dei tabloid inglesi non si è fatta aspettare, tanto da definire il gesto come oltraggioso e disgustoso, specialmente alla luce dei recenti e dolorosissimi fatti relativi al terrorismo di matrice islamica che hanno colpito la capitale inglese. A tutto ciò erano seguite le petizioni degli stessi tifosi volte ad allontanare il talento inglese dal ritiro della nazionale, situazione che ha richiesto l’immediato intervento dello stesso Sterling che con un post sul proprio profilo Instagram

Quando avevo due anni mio padre è stato ucciso da un colpo d’arma da fuoco, all’epoca avevo promesso a me stesso che non avrei mai toccato un’arma. In più io calcio di destro, dunque il tatuaggio ha un significato più profondo. E soprattutto non è ancora finito”

Dunque, tutto risolto, il caso si è chiuso e adesso si aspetta solo di vederlo in campo lunedì contro la Tunisia proprio all’esordio nel mondiale e, perchè no, magari proprio in gol con un bel tiro del suo personale fucile.

Ma, anche a pochi minuti dal fischio d’inizio della partita inaugurale del mondiale tra la Russia padrona di casa e la new entry Arabia Saudita (finita 5-0 per i padroni di casa), ecco che si presenta una nuova controversia relativa al dito medio mostrato alla fine della sua esibizione dalla pop-star inglese Robbie Williams, che ha avuto l’onore di aprire il match con una sua breve esibizione. Era da molti anni, infatti, che il cantante non si esibiva in Russia, specialmente dopo la pubblicazione del brano “Party like a Russian”, molto critico nei confronti del premier russo Vladimir Putin, e sicuramente il gesto star inglese, con un comportamento sempre molto al di sopra delle righe, non sarà passato inosservato. Ma si sa, agli artisti è permesso sempre tutto – o quasi.

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Chiudiamo però questa sfilza di notizie con quella che di più ci lascia sconcertati. Miguel F., un tifoso dell nazionale peruviana è ingrassato di ben 25kg negli ultimi 3 mesi per entrare nei parametri necessari per acquistare i biglietti destinati ai disabili. 

 

Sono un super tifoso della Nazionale, per me viene prima anche della mia squadra del cuore, l’Universitario di Lima. Per seguirla sono disposto a tutto. Già avevo assistito a tutte le partite nelle eliminatorie sudamericane. Avevo giurato a me stesso che sarei andato anche in Russia.”

queste le sue parole per rispondere ad alcuni giornalisti che si curiosi di capire cosa avesse spinto a tanto il tifoso peruviano.

Siamo solo al terzo giorno di questo Mondiale 2018 e sono già tantissime le polemiche che si sono create e che si creeranno nei prossimi giorni, ma speriamo che, oltre tutto questo, sia sempre la sportività a prevalere su tutto, anche se, dopo sessant’anni… l’Italia al mondiale non c’è.

Giorgio Muzzupappa

Migranti, SOS minori

E’ l’argomento più trattato ultimamente, sempre all’ordine del giorno, il problema dell’emergenza migranti.

Recentissimo ma altrettanto noto è il caso Aquarius ( leggi il nostro articolo al riguardo), nave con a bordo 629 migranti ( tra cui 11 bambini e 7 donne incinte), che è stata respinta dall’Italia, causa Salvini e la chiusura dei porti, ed è successivamente approdata in Spagna, a Valencia grazie alla concessione del premier spagnolo, Pedro Sànchez.

Tempeste mediali si sono abbattute sul caso e non solo, chiunque, anche ciascuno di noi nel suo piccolo si è sentito in dovere di dire la propria sulla questione.

Ma tra tutti i dati degli sbarchi, è stato recentemente messo in evidenza quello che riguarda il numero di minori non accompagnati che sono ancora in attesa di un collocamento.

Nella giornata mondiale del rifugiato, Save The Children ha dichiarato questi numeri: in Italia 15 mila giunti soli, 380 ancora in attesa di ricollocazione, e ha lanciato l’allarme accoglienza affermando che: “In due anni solo 1 migrante su 3 ha usufruito del programma europeo di relocation, di cui 99 minori.”

Il numero è sicuramente diminuito, nel 2017 si è registrato un calo del 39% rispetto all’anno precedente, ma il problema permane.

Oltre 15.730 minori sono giunti in Italia via mare soli, senza figure adulte di riferimento, affrontando ostici e drammatici viaggi, e al loro arrivo nella nostra terra, pure a distanza di molto tempo sono ancora in attesa di essere ricollocati.

Eppure in Italia è stata attuata il 6 maggio, la legge Zampa, la quale afferma che:

I minori stranieri soli non potranno essere respinti e saranno tutelati da un sistema di protezione e di inclusione uniforme.

La norma prevede inoltre la figura del tutore volontario ed è rassicurante il numero di 2.700 cittadini che hanno già dato la loro disponibilità.

Per tale motivo, per l’urgenza che la questione richiede, Save The Children sta lottando per ottenere la piena attuazione della suddetta legge. Per rispondere al problema ospitalità e garantire condizioni di accoglienza adatte e servizi adeguati per l’inclusione sociale dei minori.

Benedetta Sisinni

L’incontro tra Kim Jong-Un e Donald Trump: il summit Usa-Corea

“L’intero mondo sta guardando a questo incontro”, ha dichiarato Kim. Nella città-Stato asiatica è arrivato anche il presidente degli Usa che ha voluto sottolineare l’importanza del momento definendola “una occasione storica, che forse non si ripeterà”.

Prima dell’arrivo dei due leader, il primo ministro di Singapore ha confermato anche la cifra stanziata dalla città per ospitare lo storico vertice, che si aggira intorno ai venti milioni di dollari di Singapore (12,7 milioni di euro). “Ospitare il summit ci dà visibilità”, ha dichiarato oggi il premier di Singapore prima dell’incontro con Kim.

Quando le due parti ci hanno chiesto di ospitare il summit, non potevamo dire di no. Dovevamo farci avanti. Siamo in grado di farlo, abbiamo speso molte risorse, ma possiamo fare un buon lavoro“, ha detto Lee, confermando la cifra dei venti milioni di dollari di Singapore. “Siamo pronti a pagare ed e’ il nostro contributo a uno sforzo internazionale che è nel nostro profondo interesse“.

Singapore è letteralmente blindata per il primo incontro ufficiale tra un presidente Usa e il leader di Nord Corea dopo la Guerra degli Anni Cinquanta.

L’obiettivo dichiarato del presidente Trump è quello di arrivare a una denuclearizzazione della Corea del Nord, per azzerare la potenziale minaccia che questa rappresenta per gli Stati Uniti, con le sue testate a lungo raggio.

Mentre si prepara la fitta e misteriosa agenda politica dei due leader, dal Vaticano arriva l’appello di Papa Francesco per la pace tra le Coree. «Prego affinché i colloqui fra Stati Uniti e Corea del Nord che avranno luogo nei prossimi giorni a Singapore possano contribuire allo sviluppo di un percorso positivo che assicuri un futuro di pace per la penisola coreana e per il mondo intero», ha detto durante l’Angelus Papa Bergoglio che ha poi aggiunto in chiusura, «Desidero far giungere all’amato popolo coreano il mio pensiero nell’amicizia e nella preghiera».

Mentre i preparativi per la sicurezza si intensificano, in alcune zone della città pronte per accogliere i due leader in modo pittoresco,  si posizionano mazzi di fiori in cannoni di epoca coloniale sull’isola di Sentosa, ex fortezza militare.

Francesca Grasso

Morto suicida Anthony Bourdain, lo chef giramondo

Risultati immagini per parts unknownCi lascia senza preavviso Anthony Bourdain, uno degli chef più influenti degl’ultimi vent’anni; diventato famoso dopo aver pubblicato il suo piccantissimo libro Kitchen Confidential: un’autobiografia di droga, sesso e cucina uscito nel 2000. Amava girare il mondo raccontando le diverse culture attraverso una chiave particolarissima: la tavola.

Astronauta culinario, sempre alla scoperta di nuovi ed intriganti sapori, volti a deliziare sia i fortunati commensali e sia i telespettatori. Sono celeberrimi i suoi programmi televisivi: No Reservations e Parts Unknow; con i quali aveva contribuito a cambiare sia la cultura gastronomica – aprendo alle più svariate arguzie dal mondo – sia l’immagine del celebrity chef.

Sposato 2 volte,  Anthony Bourdain lascia una figlia Ariane, di 11 anni, avuta dalla sua seconda moglie, l’italiana Ottavia Busia da cui aveva divorziato nel 2016. Era l’attuale compagno della famosa attrice Asia Argento, con la quale stava insieme dal febbraio 2017: periodo in cui si erano incontrati a Roma, proprio sul set di uno dei suoi programmi tv  (Parts Unknow).

Anthony Bourdain e Asia Argento dal profilo instagram dell'attrice © ANSA

Lacio drom (buon viaggio) Tony Bourdain, parlare a tavola con te ed Asia di ottima e semplice cucina, di pessima politica, di Botticelli e di Iggy Pop è stato un piacere e un onore che mai potrò dimenticare. Che la tua anima sia felice nel Nirvana dei gusti e dei sensi“. Lo scrive su facebook, Piero Pelù, postando sui social un selfie che lo ritrae in un noto ristorante fiorentino in compagnia dell’attrice e del compianto chef Anthony Bourdain. Lo foto risale a circa due settimane fa, quando Bourdain si trovava a Firenze per girare una puntata del suo programma tv di cucina.

Anthony Bourdain si e’ ucciso nel bagno della sua camera d’albergo usando la cinta di un accappatoio;  gli investigatori non hanno alcuna ragione di credere che ci siano terze persone coinvolte. Il caso sembrerebbe chiuso, ma restano aperti tanti quesiti per un gesto che resta inspiegabile anche per i familiari e gli amici più stretti del noto cuoco newyorkese. A ritrovarne il corpo senza vita è stato un caro amico, lo chef Eric Ripert. La tragica conferma è arrivata però dalla CNN: “È con immensa tristezza che confermiamo la morte di un grande avventuriero e di un grande amico”. “Sconvolto e triste” anche Gordon Ramsay, altro celebrity chef britannico trapiantato negli Usa e star globale della gastronomia in tv. Bourdain “ha portato il mondo nelle nostre case e ha ispirato tantissime persone a esplorare culture e città attraverso il cibo”, scrive su Twitter aggiungendo poi il numero del telefono amico americano contro i suicidi: “Ricorda che l’aiuto è solo a una chiamata da te”.

 

Santoro Mangeruca

I Nostri Mari invasi dalla plastica

Il 5 Giugno si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Ambiente, l’8 Giugno la Giornata Mondiale degli Oceani; pochi giorni di distanza l’uno dall’altro per questi due importantissimi eventi, vicini quest’anno anche per il tema affrontato. La lotta all’inquinamento da plastica.

Sono 8 milioni, secondo quanto riportato dall’Unep, i rifiuti plastici riversati negli oceani.

“L’80% dell’inquinamento marino proviene dalla terra, compresi otto milioni di tonnellate di rifiuti di plastica che ogni anno finiscono in mare”. La plastica soffoca corsi d’acqua, danneggia le comunità che dipendono dalla pesca e dal turismo, uccide tartarughe e uccelli, balene e delfini, si fa strada nelle zone più remote del pianeta e lungo tutta la catena alimentare”, questo è cio che ha affermato il segretario generale delle Nazioni Unite.

Questo dovrebbe bastare a sensibilizzare le coscienze di tutti a riguardo, eppure il consumo di plastica non diminuisce, le precauzioni che sono state adottate, ad esempio quella della Bioplastica, sono poca cosa a fronte ad un problema tanto grande.

 

Siamo tutti coinvolti, vittime e carnefici del degrado ambientale che dilaga. Ci tocca molto, troppo da vicino.

E’ il caso del Mare Nostrum, ospitante il 7% delle microplastiche presenti sul pianeta, forse un dato non esageratamente alto se non fosse che il Mediterraneo rappresenta solamente l’1% delle acque internazionali. I pesci che vivono lì (e che poi ritroviamo sulla nostra tavola) presentano rifiuti di plastica nello stomaco. Danneggiamo l’ambiente e noi stessi. E si avvertono ripercussioni in qualunque ambito, da quello già detto della salute, della biodiversità a quello economico, nel settore della pesca e del turismo ad esempio.

Ma come è possibile venire a capo di tale problema? Inutile dire solamente “bisogna agire nel nostro piccolo”, purtroppo non basta; sono le grandi industrie, le grandi aziende a doversi occupare del corretto recupero e smaltimento dei rifiuti, a dover applicare politiche a rifiuti zero, il cambiamento più grande deve partire da loro, il nostro contributo è necessario, serve, ma da solo non basterà mai.

 

Un grande esempio ci viene da Roma, dove l’artista Maria Cristina Finucci, ai Fori Imperiali ha realizzato l’installazione luminosa “HELP the Ocean”, costituita da un insieme di gabbioni in rete metallica rivestiti da un ricamo di sei milioni di tappini di plastica colorati. L’intento è quello di lanciare un grido di sensibilizzazione sulla condizione del mare e di tutto il pianeta. Renderci consapevoli di un problema di fronte al quale non possiamo chiudere gli occhi.

 

Benedetta Sisinni