Juve – Ajax: la vecchia signora impara dai piccoli

Fine dei giochi per la Juventus, battuta in casa dagli olandesi dell’Ajax che volano in semifinale.

Un’altra apocalisse, ma questa volta prevalentemente juventina, che ai quarti è fuori dalla Champions; addirittura dopo il miracolo compiuto ai danni dell’Atletico, impresa che era riuscita a riattivare il circuito delle emozioni e delle ambizioni tifose, allontanando ombre e scetticismi diffusi. Ieri è stato sfatato il tabù della rosa più forte, di chi spende più soldi; ieri finalmente si è rivisto il calcio. Il dominio del gioco, della tattica e anche il divertimento hanno fatto innamorare nuovamente i nostalgici di questo sport.
Nonostante un primo tempo equilibrato con la Juventus che passa in vantaggio con il “re” dei quarti di finale Cristiano Ronaldo (24 gol nei 21 quarti disputati in UCL) e il pareggio fortunoso di Van de Beek, la squadra dei “ragazzacci” di Erik ten Hag disputa un secondo tempo che difficilmente dimenticheremo. Velocità, tecnica e dinamicità sono la sintesi di quello che hanno fatto vedere ieri questi giovani: il tridente di attacco Ziyech, Tadic, Neres ha seminato il panico nella difesa Juventina, la quale è considerata una delle più solide d’europa , per poi disintegrala completamente al minuto 67’ dallo stacco imperioso del capitano diciannovenne Matthijs De Light, che porta i lancieri in vantaggio. Da quel momento i bianconeri, che per passare il turno ne devono segnare due, accusano il colpo e invece che cercare il pari, sono proprio i ragazzi di Ten Hag a sfiorare più volte il tris. Kean e Cr7 ci provano, ma senza fortuna. Il triplice fischio spegne il sogno Champions della Juve e dà il via libera alla festa dei giocatori olandesi che adesso si sfideranno, in una semifinale di lusso, contro la vincente di Manchester City-Tottenham.
Questo degli olandesi è un successo oltre che sportivo, culturale: dimentichiamo per un istante il denaro, i milioni bruciati, ma piuttosto pensiamo al calcio e alla bellezza infinita di questo sport.

 

Antonio Gullì

 

 

Parigi: Cattedrale di Notre-Dame in fiamme

 

 

 

 

Attimi di sgomento e paura per le fiamme che dal tardo pomeriggio hanno avvolto la Cattedrale.

Un grande incendio è divampato nel pomeriggio di ieri nella Cattedrale di Notre-Dame a Parigi, capolavoro gotico e patrimonio dell’umanità.

La sua guglia, uno dei simboli della capitale francese, e il tetto, sono stati distrutti dalle alte e imponenti fiamme, fino a farli crollare.

 

 

La struttura, la facciata e i tesori che custodisce invece sono stati salvati essendo all’interno della sagrestia.

Fumo e fiamme sono stati notati improvvisamente intorno alle 19 del pomeriggio, avvolgendo quasi interamente la parte superiore della cattedrale, tanto è che per una lunga e preoccupante fase era sembrato che l’incendio potesse distruggere l’intera cattedrale, ipotesi questa subito scongiurata, soprattutto grazie al tempestivo intervento e ottimo lavoro da parte dei pompieri.

L’incendio è stato definitivamente domato intorno alle 2, ma la stabilità della cattedrale e la profondità strutturale del danno sono ancora incerti e per questo è stata convocata alle 8 una riunione di esperti.

 

 

Sul posto sono ancora al lavoro un centinaio di vigili del fuoco con otto mezzi antincendio”, queste le dichiarazioni rilasciate da Laurent Nunez, segretario di Stato presso il Ministro dell’Interno.

Ancora ignote le cause che hanno innescato questo terribile incendio, motivo per cui la Procura di Parigi ha aperto un’indagine per incendio colposo.

 

 

Moltissime le dichiarazioni e le azioni attuate in merito a questo tragico evento.

Dal presidente Emmanuel Macron, il quale ha affermato: “Con Notre-Dame brucia una parte di noi”, e che, al tempo stesso, ha istituito una raccolta fondi per ricostruire il monumento; ai numerosi colossi del lusso, come Francois Pinault, che ha donato 100 milioni di euro, o come Bernard Arnault, proprietario e CEO del gruppo del lusso LVMH, che ha messo a disposizione un contributo record di 200 milioni di euro per aiutare la ricostruzione.

“Mi impegno, da domani lanceremo una raccolta fondi, anche Oltralpe. Lanceremo un appello affinché i grandi talenti vengano a ricostruire la cattedrale”, queste la dichiarazioni rilasciate dal premier francese.

“Il Papa è vicino alla Francia, prega per i cattolici francesi e per la popolazione parigina”, così in un tweet il direttore della Sala Stampa vaticana, Alessandro Gisotti.

Solidarietà e partecipazione al dolore sono arrivate da tutto il mondo, anche dall’Italia e dalla Germania con la rispettiva vicinanza da parte del premier Conte e dal cancelliere Merkel.

Con Notre-Dame in fiamme, Parigi e tutta la Francia, hanno assistito ad un altro evento che va a macchiare la loro storia, evento che non dimenticheranno mai più.

 

Gianluca Vitale

 

 

Mutilavano arti per ottenere risarcimenti dalle assicurazione. Un morto a Palermo

auto guardia di finanza e polizia

La banda adescava persone con gravi difficoltà economiche disposte a farsi mutilare in cambio di denaro.

 

Palermo. Si è conclusa stamane la maxi operazione portata avanti dalla Polizia di Stato e Guardia di Finanza che ha portato al fermo di quarantadue uomini.

I componenti del gruppo criminale avrebbero fratturato e mutilato gli arti di oltre cinquanta persone al fine di ottenere sostanziosi risarcimenti dalle assicurazioni.

Agghiaccianti i dettagli forniti dalla Procura di Palermo: dischi di ghisa, simili a quelli utilizzati in palestra, e blocchi di cemento gli strumenti utilizzati dai “boia” dell’organizzazione criminale.

L’operazione della Polizia di Stato, denominata “Tantalo bis“, rappresenta il prosieguo di una precedente operazione che si era conclusa nell’agosto 2018.

Fondamentale è stata in questo senso la collaborazione degli uomini arrestati lo scorso anno, che hanno deciso di fornire informazioni utili per lo sviluppo delle indagini.

Secondo AdnKronos gli indagati sarebbero più di cento; ma spicca un dettaglio importante: tra le persone in stato di fermo figurerebbero anche un medico e un perito assicurativo. Il gruppo criminale non si occupava quindi solo della parte “pratica”, ma anche di quella burocratica.

Lesioni gravi, usura, estorsione, peculato, truffe assicurative e autoriciclaggio sono solo alcuni dei capi d’accusa dei quali dovranno rispondere i membri dell’organizzazione.

Il meccanismo d’azione era semplice. Le vittime venivano adescate in luoghi sapientemente scelti; luoghi, non a caso, frequentati da persone ai margini della società: tossicodipendenti, persone affette da dipendenza da alcol, portatori di disabilità mentali e, più in generale, persone con gravissime difficoltà economiche.

 

 

Le pessime condizioni di vita e la grande necessità di denaro spingevano le vittime a prestarsi alle torture sopracitate.

Una gamba rotta valeva trecento euro e un braccio rotto ben quattrocento. Peccato che questi soldi non arrivassero mai. Così le persone restavano su una sedia a rotelle, mentre i criminali godevano dei proventi derivanti dalle truffe alle assicurazioni: somme di gran lunga maggiori di quelle promesse alle vittime.

Alla questione si ricollega anche la vicenda di Hadry Yakoub, cittadino tunisino trovato morto su una strada nella periferia di Palermo nel gennaio 2017. La sua morte, inizialmente imputata a un incidente stradale, era in realtà stata causata dalle fratture multiple procurategli dai membri dell’associazione per inscenare un incidente. I malviventi gli avevano inoltre procurato diverse dosi di crack per non farlo sottrarre alle lesioni.

 

Francesco D’Agostino

La storia dell’uovo pasquale

Sotto le festività pasquali il regalo più tipico è l’uovo di Pasqua, uova di cioccolato, decorate e non con all’interno quasi sempre una sorpresa.

 

 

E’ una di quelle tradizioni per cui bisogna andare indietro nel tempo per trovarne il vero significato.

In tutte le tradizioni del mondo con poche esclusioni, esiste il concetto di “uovo cosmico”, simbolo del mito cosmogonico della creazione dell’universo.

 

 

Nell’ Orfismo, come per molte altre religioni, è proprio dall’uovo che scaturisce il concetto di universo, che anticipa di molti millenni la teoria del Big Bang .

L’usanza di regale uova nasce fra le popolazioni iraniche per la festa zoroastriana di Nowrùz (il capodanno, all’equinozio di primavera).

Già gli antichi Persiani si scambiavano uova decorate, e questa usanza si è diffusa sia in Oriente che in Occidente, entrando a far parte a tutti gli effetti dell’immaginario e della simbolicità equinoziale-Primaverile.

Dalila De Benedetto 

Allarme lupi. Viminale: Sì all’abbattimento

Sì all’abbattimento, ma “solo a condizione che sia stata verificata l’assenza di altre soluzioni praticabili“, dei lupi, razza tutelata dalla legge 357 del 1997.

 

 

Questo è ciò che prevede una circolare del Viminale, inviata ai commissari di Governo delle Province di Trento e Bolzano ed al presidente della Regione Valle d’Aosta.

Secondo la suddetta, di recente, in alcune aree del territorio nazionale, vi è stato è un aumento della presenza di lupi, che avvicinandosi ai centri abitati causano, non solo panico tra gli abitanti, ma anche importanti danni economici agli allevatori, attaccando ovini, caprini e talvolta bovini nelle zone di pascolo e di ricovero.

Da qui, continua la circolare :

l’esigenza di adottare interventi di carattere preventivo ai fini della tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia delle attività tradizionalmente legate alla montagna, all’agricoltura e alla zootecnia“.

La notizia ha subito fatto scalpore e scatenato l’ira del WWF e di tutti gli animalisti.

 

 

Gli esperti del Large Carnivore Initiative for Europe della IUCN, hanno dichiarato che non esiste alcun allarme lupo, la circolare sarebbe solamente un attacco gratuito ed ingiustificato a questa specie. I dati più recenti dimostrano infatti che il numero dei danni dovuti ai lupi e alla loro gestione, in Trentino Alto Adige, è estremamente ridotto.

Se la norma venisse realmente attuata si rischierebbero quindi, una serie di uccisioni insensate ed ingiuste, contro “la specie simbolo della natura e della biodiversità“.

Benedetta Sisinni

Prima immagine buco nero: la foto del secolo

Per la prima volta è stato fotografato un buco nero. Dopo che nel 2016 le onde gravitazionali hanno dimostrato l’esistenza di questi misteriosi oggetti cosmici, arriva la prima prova diretta e l’immagine che lo testimonia è quella del buco nero M 87, al centro della galassia Virgo A (o M87), distante circa 55 milioni di anni luce. Al risultato del progetto internazionale Event Horizon Telescope (Eht), l’Italia ha partecipato con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

 

La prima fotografia di un buco nero, si trova nella galassia M87, a 55 milioni di anni luce dalla Terra (fonte: Collaborazione EHT) © Ansa
Nella foto l’ombra di un buco nero con la massa di 6 miliardi di Soli 

E’ stato rivelato dalla sua ombra, che appare come una sorta di anello rossastro, il buco nero al centro della galassia M87 con la massa di sei miliardi e mezzo quella del nostro Sole. “Quella che abbiamo visto è l’ombra di un buco nero“, ha detto all’ANSA Luciano Rezzolla, direttore dell’Istituto di Fisica Teorica di Francoforte e membro del comitato scientifico della collaborazione Eht (Event Horizon Telescope).

Nei buchi neri supermassicci che si trovano al centro delle galassie, la materia che viene attratta si riscalda e, cadendo nel buco nero, emette luce, parte della quale è osservabile con i radiotelescopi. In queste condizioni fisiche, infatti, è possibile rivelare la cosiddetta zona ‘in ombra’, ossia quella regione di ‘assenza di luce’ e che è tale in quanto la luce al suo interno viene assorbita dall’orizzonte degli eventi“, ha aggiunto riferendosi al confine che separa un buco nero dallo spazio che lo circonda. Questo è un confine matematico dove la forza di gravità è così forte che nulla riesce a sfuggire, nemmeno la luce.

Con i telescopi di Eht abbiamo finalmente raggiunto una risoluzione sufficiente per guardare su una scala dell’orizzonte degli eventi“, ha sottolineato. “Dall’interno di questa superficie – ha spiegato Rezzolla – nessuna informazione può essere scambiata con l’esterno. Per questo motivo i buchi neri sono importanti in fisica: il loro orizzonte degli eventi è infatti un limite invalicabile alla nostra capacità di esplorare l’universo”. Dal momento che l’orizzonte degli eventi assorbe tutta la luce, ha proseguito, “per definizione un orizzonte degli eventi non può essere visto direttamente. Tuttavia è possibile predire teoricamente come apparirebbe la regione di plasma che gli è molto prossima. Questo è quello che abbiamo fatto e l’ottimo raccordo tra teoria e osservazioni ci ha convinto che questo è un buco nero come predetto da Einstein“.

La grande novità della prima fotografia di un buco nero è che oggetti cosmici invisibili per definizione per la prima volta possono essere visti e studiati direttamente. “Adesso possiamo finalmente osservarli“, ha detto all’ANSA Rezzolla. Oggi si apre laprima pagina di un libro nel quale è possibile fare osservazioni sempre più accurate di questi oggetti, previsti un secolo fa da Albert Einstein“.

Fin dal 2014 il Consiglio Europeo della Ricerca (Erc), ha finanziato con 14 milioni di euro il progetto Eht e in particolare le ricerche coordinate da Luciano Rezzolla, Heino Falcke, della Radboud University Nijmegen, e Micheal Kramer, della Royal Astronomical Society. A catturare l’immagine rivoluzionaria è stata la rete di otto radiotelescopi che fa parte della collaborazione Event Horizon Telescope (Eht), costituita proprio per riuscire a catturare la foto più ambita dell’astrofisica.

 

Santoro Mangeruca

Buchi neri, grande passo avanti della scienza

Oggi per la prima volta nella storia vedremo le foto di un buco nero.
Un evento di portata storica.
È lo straordinario successo di un gruppo di ricerca formato da scienziati internazionali che ha riunito una rete di telescopi sparsi su tutta la Terra per raggiungere la risoluzione necessaria a “fotografare” il misterioso fenomeno.

La diretta della conferenza dell’Eso (European Southern Observatory) avrà inizio alle ore 15 e sarà trasmessa su Youtube nel canale della Commissione europea.
Su Focus lo speciale sarà trasmesso dalle ore 14:30 fino alle 16:00, e ancora in seconda serata questa sera alle 23:15.

I risultati del progetto, dal nome Event Horizon Telescope, segneranno una pietra miliare nell’astrofisica, che potrebbe confermare ma anche smentire alcune delle principali teorie che costituiscono la base della nostra comprensione del cosmo, inclusa la teoria della relatività di Albert Einstein.

 

 

 

I buchi neri si generano quando le stelle muoiono, collassano su se stesse e creano una “regione” dove la forza di gravità è così forte che nulla può sfuggire venendo risucchiati per sempre.

Fino ad oggi gli scienziati non sono mai stati in grado di fotografarli, ma sono riusciti solo ad ascoltarli: quando i buchi neri si scontrano l’uno con l’altro, rilasciano infatti enormi onde gravitazionali che sono state rilevate da appositi strumenti negli osservatori degli Usa e anche dell’Italia.

L’impossibilità di fotografare questi fenomeni è dovuta ad una serie di motivi.

La loro attrazione gravitazionale rende impossibile la fuga della luce.

Inoltre i buchi neri si trovano molto distanti dalla Terra.

Ciò che gli scienziati stanno cercando di catturare è “l’orizzonte degli eventi”, il confine di un buco nero e il punto di non ritorno oltre il quale tutto viene risucchiato per sempre.

 

 

 

Sebbene sia uno dei luoghi più violenti dell’universo, gli scienziati ritengono che i radiotelescopi possano catturare i fotogrammi dell’orizzonte degli eventi.

Oltre a mostrare l’immagine, gli scienziati sperano di fare chiarezza su alcuni dei temi più dibattuti in astronomia e fisica teorica. Uno di questi è la forma dei buchi neri: secondo la teoria della relatività, essi sono circolari, ma altri scienziati ritengono sia ‘prolata’, ovvero schiacciata lungo l’asse verticale, o ‘oblata’, schiacciata lungo l’asse orizzontale.

Se non fossero circolari, questo – secondo gli scienziati di Event Horizon Telescope – non vorrebbe dire che la teoria della relatività è sbagliata, ma che semplicemente “nella fisica c’è ancora molto da capire”.

Un evento di portata astronomica, proprio per restare in tema, che traccia un solco nello studio dell’astrofisica e che rischia di porre in discussione perfino il buon vecchio caro Albert Einstein.

Antonio Mulone

Muffa alimentare: quando e perché avere paura

La muffa alimentare sembra essere una delle grandi incognite del cibo, poiché quando ci imbattiamo in un alimento attaccato dalla muffa, ci ritroviamo ad affrontare l’amletico dubbio; ovvero se sia meglio togliere soltanto la parte andata a male e non sprecare la restante, o se buttarlo via per intero.

E se tenere l’alimento risultasse la scelta sbagliata, quali rischi correremmo per la nostra salute?
Non tutti gli alimenti sono uguali, per cui reagiscono differentemente se a contatto con la muffa. In ogni caso però, bisogna prestare molta attenzione, perché la muffa alimentare può rivelarsi altamente nociva.

Capiamo perché la muffa alimentare si sviluppa:

Questa compare in presenza di umidità eccessiva, che tende a decomporre l’alimento per poi trasformarlo. La pericolosità è data dalle micotossine e aflatossine, sostanze tossiche prodotte da specie fungine.

La muffa però, non si comporta allo stesso modo su tutti gli alimenti, e su alcuni risulta più pericolosa di altre.

Nel pane ad esempio, non basta grattare via solo la muffa, ma va gettato via tutto. Sotto la parte ammuffita si crea un fungo invisibile a occhio nudo che genera intossicazione e si colloca nella mollica assumendo un sapore dolciastro.

La stessa regola anche per la carne e la frutta a guscio, poiché in questi alimenti risulta essere molto cancerosa; ma per fortuna non è così per tutte le muffe, altrimenti qualsiasi formaggio erborinato o frutto leggermente avariato sarebbe un grave rischio per la salute.

Le muffe davvero pericolose sono formate da colonie di funghi Aspergillo Flavus o Aspergillo parasiticus, che producono le aflatossine, appunto, sostanze genotossiche e mutagene, considerate cancerogene per l’uomo in cui provoca il cancro al fegato.
Gli aspergilli si sviluppano soprattutto su cereali (in particolare mais), sui legumi (soia e fagioli), su semi oleaginosi,(arachidi), sulle spezie e solo quando gli alimenti sono conservati a temperature tra i 25 e i 32 gradi e con tassi di umidità dell’ambiente oltre 80%; per questo lo stoccaggio risulta la fase più critica, specie in Paesi caldo umidi.

Quali rischi corre concretamente la nostra salute?

Alcuni studi hanno messo in relazione la cancerogenicità delle aflatossine con la mutazione del gene p53, un importante oncosoppressore che, se mutato, priva la cellula di una fondamentale protezione contro il cancro.

Se assunte in grande quantità, come avviene in caso di intossicazione acuta (per fortuna rara), le aflatossine provocano emorragie del tratto gastroenterico e dei reni. Epidemie da aflatossine si sono verificate soprattutto in Africa ove non esistono adeguati sistemi di controllo delle coltivazioni e dello stoccaggio dei cereali.

Nel 1993 l’Agenzia Internazionale per Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione ha classificato le aflatossine nel gruppo 1 delle sostanze sicuramente cancerogene per l’uomo. Oltre alle intossicazioni acute, le aflatossine possono “avvelenare” lentamente se assunte in basse dosi e per lunghi periodi. Inoltre sono particolarmente pericolose per quelle persone che soffrono già di malattie croniche del fegato.

I controlli non dipendono dai singoli, ma dai sistemi messi a punto dalle autorità per la sicurezza alimentare. Si tratta di sorvegliare i prodotti più a rischio dal campo fino alla tavola. Solo un serio controllo della filiera di coltivazione e produzione consente ai consumatori di essere certi di non correre rischi.
In fase di conservazione casalinga, è bene evitare di consumare prodotti a base di cereali (pane, torte) quando vi sono tracce di muffa, così come è opportuno rispettare le date di scadenza e le modalità di conservazione di frutta secca, noci e spezie.


La muffa però, non manca di un rovescio positivo della medaglia, poiché ve ne sono alcune molto utili, come la pennicillina, un antibiotico isolato da prodotti del metabolismo di alcune specie di Penicillium, e tutte le muffe “buone” che si utilizzano per produrre formaggi come gorgonzola (Penicillium glaucum), Brie (Penicillium candidum), ecc…
Se invece siamo di fronte ad un formaggio stagionato, dove la muffa non è la sua peculiarità, come il parmigiano, basterà rimuovere la parte ammuffita e continuare a mangiare tranquillamente il restante. Vale lo stesso per la frutta.


Se invece parliamo di marmellate, là dove si trova una piccola macchiolina di muffa nel barattolo, basterà asportare la parte che presenta la muffa, e il resto potrà essere mangiato tranquillamente, questo grazie al contenuto di zucchero, perciò occhio a quelle dietetiche, meglio gettarle per intero. Così come per i succhi di frutta, che una volta guasti non vanno ingeriti.

Una soluzione potrebbe sicuramente essere alla foce del problema, lavorando per il canto nostro sulla prevenzione. Per evitare di gettare cibo e sprecare inutilmente denaro, è buona cosa conservare in modo corretto gli alimenti all’interno dei contenitori appositi che mantengono inalterate le proprietà più a lungo; coprirli con pellicole alimentari o panni adatti e consumarli entro 5 giorni.

Giusi Villa

Bancomat clonati a Taormina, in manette una banda bulgara

 

 

La banda Bulgara composta da 3 elementi, attraverso inventiva e una buona padronanza nell’uso di strumenti tecnologici, riusciva in un primo momento a manomettere gli sportelli bancomat con uno skinner e successivamente captava i codici delle carte di credito clonandole per prelevare poi il denaro.

Grazie alle telecamere di sorveglianza i malviventi sono stati individuati e riconosciuti dalle autoritá locali, attualmente peró soltanto due dei tre elementi della banda si trovano dietro le sbarre; il terzo individuo risulta ancora irreperibile.

Secondo i recenti sviluppi delle indagini, l’ultimo membro della gang dovrebbe trovarsi ancora a piede libero in Bulgaria.

Pietro Inferrera

Arriva la nuova carta di identità “Intelligente”

 

 

Arriva la nuova carta d’identità con le impronte digitali: tutti i Paesi Ue dovranno sostituire i documenti. 

La vecchia carta d’identità cartacea non esisterà più.

Verranno introdotti a livello comunitario dei nuovi standard per tutti i documenti d’identità degli Stati Ue.

Impronte digitali, foto biometriche e un chip elettronico per la lettura veloce dei dati, e ancora: tutti i nuovi documenti includeranno anche la bandiera azzurra stellata dell’Unione europea.

L’obiettivo dichiarato di Bruxelles è quello di scoraggiare l’uso di documenti falsi e porre fine alle varie tipologie di attestati di riconoscimento in circolazione negli Stati membri.

Si calcola infatti che ci siano almeno 86 diverse versioni di carte d’identità in Europa e 181 tipi di documenti di soggiorno.

 

La raccolta di massa delle impronte digitali, ha scatenato però il dissenso da parte di cinque associazioni non governative che chiedono di respingere la raccolta di impronte che costituirebbe “una violazione sproporzionata dei diritti alla privacy e alla protezione dei dati”.

Malgrado le proteste il provvedimento all’Eurocamera è arrivato con 335 favorevoli, 269 contrari e 21 astenuti.

Schierati a favore i parlamentari di M5s, Pd e Forza Italia.

 

Benedetta Sisinni