Incidente aereo in Florida: Boeing 737 finisce fuori pista

Jacksonville, Florida: un Boeing 737 finisce fuori pista e cade nel fiume.

Tragedia quasi sfiorata ma fortunatamente passeggeri ed equipaggio, riferiscono le autorità citate dai media americani, sono tutti salvi.

Il velivolo proveniva da Guantanamo, a Cuba; si trattava di un charter militare con a bordo delle truppe.

Intorno alle 21.43 locali, l’aereo ha cercato di atterrare durate una tempesta, una manovra mal riuscita e rischiosa, l’aereo finisce fuori pista e finiace nel St. Johns River, fiume limitrofo.

I vigili del fuoco e le autorità sono prontamente intervenute per salvare passeggeri ed equipaggio e per evitare l’eccessiva dispersione di carburante nel fiume.

Benedetta Sisinni

Estate 2019: le mete più gettonate e low cost per una vacanza da urlo

Vacanze e portafoglio, un binomio che spesso va a braccetto.

Gli italiani non rinunciano alle vacanze ma l’occhio al risparmio non guasta.

Tra le destinazioni low cost dell’estate c’è Rimini, dove una stanza in hotel di buona qualità costa mediamente 121 euro a notte.

Gli italiani non sembrano deludere le aspettative e sceglieranno anche per quest’anno le destinazioni di mare. In Italia vanno per la maggiore l’Isola d’Elba, seguita da Ugento, Porto Cesareo e Vieste in Puglia.

Onnipresenti anche Rimini e Riccione ma ci sono anche San Vito lo Capo, Villasimius, Ischia e Ricadi. Per l’estero vincono ancora New York, Londra e Parigi per gli amanti della cultura piuttosto che delle spiagge; al contrario gli amanti delle spiagge e della vita balneare andrannno a Santorini Ibiza, Creta, Maiorca, Rodi, Formentera e Malta.

La vacanza in Italia conviene davvero? Secondo le medie dei prezzi degli hotel sembra proprio di sì; in genere gli alberghi italiani sembrano vincere per il prezzo degli alloggi, ancora più convenienti rispetto a mete come Malta, Rodi o Creta che solitamente vengono immaginate come a basso costo. Rispetto all’estero i prezzi sono meno cari del 35%.

Rimini sembra la più economica, seguita dai prezzi di San Vito Lo Capo, Vieste e Porto Cesareo che si aggirano sui 131 euro a notte contro i 162/163 euro di Elba e Riccione.

Divario immenso con Formentera, secondo cui una camera doppia costa mediamente 325 euro, prezzo che si avvicina a Villasimius in Sardegna con 247 euro a notte.

Luglio e agosto si confermano i mesi più cari, la vera convenienza è la prima settimana di giugno (28 maggio-3 giugno) e l’ultima di settembre (24-30 settembre) per le destinazioni di mare e la fine di agosto per le capitali Europee; tralasciando New York secondo cui i veri affari si fanno entro la metà di luglio.

A questo punto basta solo scegliere la destinazione, prenotare al miglior prezzo e godersi una vacanza di assoluto relax.

Piero Cento

Inside Chanel pubblica un nuovo film

Inside Chanel ha proposto un nuovissimo capitolo sulla storia di Coco Chanel.

 

 

Il loro obbiettivo è quello di raccontare ogni progresso dello stile unico e fantastico di Coco, ripercorrendo tappa dopo tappa la vita della stilista.

Il nuovo capitolo, ovvero il 25°, intitolato “Gabrielle Chanel  e la West Coast”, racconta il suo arrivo per la primissima volta in America.

Tutto ha inizio nel 1924: il suo profumo rivoluzionario, Chanel N°5, sbarca negli States.

L’America l’adora, Hollywood la vuole, ma lei si fa desiderare.

Approderà nella Grande Mela solo 7 anni dopo, a bordo del transatlantico Europa, portando con sé una parte “essenziale” del suo mondo: l’amica Misia Sert, un socio, due assistenti, due modelle, tre domestiche, 15 bauli e 35 bagagli. Non esattamente quello che si definisce “viaggiare leggeri”.

Eppure quel viaggio le regala alcune delle soddisfazioni più importanti della sua carriera: le sue creazioni vengono indossate da attrici come Barbara Weeks, Madge Evans e Gloria Swanson, il suo nome si fa strada nel mondo dorato del cinema.

Alcune di loro hanno definito il suo stile troppo essenziale, caratteristica che però l’ha fatta diventare una delle più grandi stiliste dell’epoca e del mondo contemporaneo.

Nel 1954, mentre la Francia critica la sua nuova collezione, l’America la osanna.

Nel 1957 Neiman Marcus, uno dei più celebri grandi magazzini USA, le conferisce il premio come stilista più influente del secolo.

Nel 1959, il flacone del N°5 finisce tra le sale del MoMA, nel frattempo la lista delle star che scelgono le sue creazioni (Marilyn Monroe, Marlene Dietrich, Elizabeth Taylor, Jane Fonda, Jean Seberg, Jackie Kennedy) cresce di pari passo con la sua fama.

Con la sua moda moderna e liberatoria, Coco affranca le donne americane dagli stereotipi sartoriali, rendendole libere di vestirsi e quindi di pensare.

E con il suo mito, continua a farlo ancora oggi.

 

Andrea Sangrigoli

Concertone del 1 Maggio, Roma

 

Concertone del 1 Maggio a Roma.

Lo spettacolo del primo maggio, si terrà nei pressi di piazza San Giovanni in Laterano a Roma, che ospiterà il tradizionale concerto promosso da CGIL, CISL e UIL nel giorno della festa dei lavoratori, “Lavoro, diritti, stato sociale, la nostra Europa“.

Una giornata fatta di musica, con i più grandi talenti del mondo musicale e con i piccoli gruppi di nicchia del posto e non.

L’evento sarà presentato da Ambra Angiolini e Lodo Guenzi (frontman dello Stato Sociale).

Una giornata all’insegna della musica e dei diritti sociali.

Ecco adesso la scaletta dei cantanti che si esibiranno sul palco:

La Rua

Ylenia Lucisano

I Tristi

Giulio Wilson

Margherita Zanin

Fulminacci

Eman

Lemandorle

Izi

La Rappresentante di Lista

Eugenio in Via di Gioia

Colapesce e Bianco

Dutch Nazari

Fast Animals and Slow Kids

La Municipal

Pinguini Tattici Nucleari

Coma Cose

Canova

Rancore

Ex Otago

Anastasio

Zen Circus

Ghemon

Omar Pedrini

Noel Gallagher

Carl Brave

Manuel Agnelli

Daniele Silvestri

Achille Lauro

Gazzelle

Subsonica

Ghali

Motta

Negrita

Orchestraccia

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Dalila De Benedetto

 

 

Notre Dame, corsa alla solidarietà: raccolti 600 milioni di euro

Solidarietà per Notre-Dame. Raccolti 600 milioni di euro. 

E’ quanto affermato dal ‘numero uno’ dell’Eliseo, che ha annunciato una colletta per raccogliere fondi per la ricostruzione della cattedrale.

La famiglia Pinault, alla guida del colosso del lusso Kering, ha annunciato l’immediata donazione di 100 milioni di euro per ricostruire Notre Dame. Nei giorni seguenti, si sono aggiunti altri big del lusso come Lvmh, a capo di marchi del calibro di Fendi, Bulgari, Dior e Louis Vuitton che hanno donato ben 200 milioni di euro.

Anche il gruppo transalpino di lusso e cosmetici L’Oreal, insieme alla famiglia Bettencourt Meyers e alla fondazione Bettencourt Schueller, scende in campo per ricostruire Notre Dame facendo sapere che doneranno 200 milioni di euro; di questi, 100 verranno donati attraverso la fondazione Bettencourt Schueller.

I danni riportati dalla Cattedrale sono ingenti. Le opere d’arte e le reliquie custodite all’interno sono state portate in salvo, ma a preoccupare ora è la stabilità della struttura.

Fortunato Grillo

Messina: le navi da crociera sbarcano anche in provincia

La stagione crocieristica, che porta ogni anno migliaia di turisti nella città dello Stretto, quest’anno coinvolgerà anche la provincia, più precisamente Giardini Naxos. 

Già programmati gli sbarchi da Maggio, mese in cui attraccheranno 19 navi ad ottobre, per un totale nei mesi estivi e nella primavera di circa 124 arrivi.

Seppure la maggioranza delle crociere provengano da Livorno, Gallipoli, Crotone, Corfù, Lipari e Amalfi, ci saranno anche navi battenti bandiera maltese e greca. Attesi anche turisti dalle Bahamas.

I numerosi visitatori contribuiranno all’economia di Giardini Naxos e dei paesi limitrofi, in particolar modo della vicina Taormina. Verranno coinvolte non solo le attività commerciali ma anche i giovani intenzionati a prestare servizio per accogliere e guidare i turisti.

Dopo l’impegno da parte dell’amministrazione di ristrutturare il porto di Schisò, si spera soltanto che ciò avvenga in tempi consoni così da ospitare più turisti e farli sentire a loro agio.

Si attendono maggiori informazioni dagli addetti.

Paola Puleio

Archeologia: scoperta una nuova regina egizia

Importante scoperta per l’archeologia: una regina egizia che avrebbe regnato in diarchia prima di Tutankhamon.

È questa la tesi sostenuta da una studiosa dell’Università del Québec a Montréal (Uqam).

Una diarchia tutta femminile sarebbe stata allestita nell’attesa che il faraone-bambino Tutankhamon si facesse adulto abbastanza da poter governare.

Il sunto della ricerca che ha portato all’eclatante scoperta è stato pubblicato sul sito dell’ateneo canadese dove si sottolinea che “due donne, e non una, regnarono sull’Egitto nel XIV secolo avanti Cristo”.

Gli egittologi ‘sospettavano’ già da tempo la presenza di una regina tra la morte del faraone Akhenaton e l’ascesa al trono di suo figlio Tutankhamon, ma a dividere gli studiosi era proprio l’identità di questa misteriosa sovrana.

Grazie a ricerche epigrafiche e iconografiche,Valérie Angenot, storica dell’arte specialista di semeiotica visuale dell’ateneo, afferma che Akhenaton – oltre a sposare la propria figlia Meritaton per prepararla a succedergli – avrebbe in seguito associato al potere un’altra delle sue sei figlie, “Neferneferuaton Tasherit”.

Le due avrebbero dunque regnato insieme, dopo la morte del padre, per “tre o quattro anni col nome di Neferneferuaton Ankhkheperure”.

 

Benedetta Sisinni

Cagliari, spara colpi a salve dal finestrino e pubblica il video su Instagram: arrestato

Un’incosciente condivisione sui social network quella di due ragazzi di Cagliari che hanno deciso di riprendersi con in mano una pistola mentre giravano per la città a bordo di un’auto.

A uno dei due è costato l’arresto, poiché non c’è stato solo l’intento di fare vedere ai propri follower il possesso dell’arma, bensì se ne voleva pure dare una dimostrazione pratica sparando dal finestrino colpi contro i palazzi.

Incuranti di aver spaventato gli abitanti del quartiere, il video su Instagram è stato comunque pubblicato, non sfuggendo però ai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Cagliari e ai militari della guardia di finanza che, dopo aver controllato decine di profili social, sono poi arrivati al responsabile degli spari; un diciannovenne incensurato, e successivamente anche all’amico che l’ha ripreso.

I militari hanno subito provveduto alla perquisizione domiciliare, non solo ritrovando la pistola a salve utilizzata, ma anche una quarantina di cartucce da 8 millimetri, 70 grammi di hashish, due cesoie, un bilancino di precisione e due coltelli a serramanico.

Non è stato ritrovato alcun oggetto a casa dell’amico che ha ripreso il tutto.

Il diciannovenne è stato giudicato ieri con rito direttissimo.

Antonino Giannetto

Chernobyl: 33 anni dopo il disastro

Alle 01:24 del 26 aprile 1986 un guasto al reattore numero 4 della centrale atomica di Chernobyl, nei pressi di Kiev in Ucraina, provoca il più grande incidente della storia dell’energia nucleare.

 

 

La nube radioattiva che si sviluppa investe tutta l’Europa, provocando una serie di conseguenze nella popolazione.

Nelle settimane successive allo scoppio, a causa delle radiazioni, furono trentuno i lavoratori della centrale e i pompieri che persero la vita tra atroci sofferenze. Ma il numero esatto delle vittime “collaterali” del disastro nucleare è tutt’oggi incerto e non vi è ormai più alcun modo di stabilire con certezza i morti diretti, ma soprattutto quelli indiretti, deceduti in seguito, a causa di malattie.

Sono decine di migliaia le persone che si ammalarono a causa delle radiazioni dovute all’esplosione, le cui conseguenze furono inevitabili e devastanti.

L’esplosione si verificò mentre era in corso un test per il quale erano stati staccati i sistemi di sicurezza. Durante una prova per verificare il funzionamento della turbina in caso di un blackout improvviso, errori umani e tecnica difettosa crearono le condizioni per il disastro. L’orologio segnava l’una, 23 minuti e 44 secondi. Fuoriuscirono circa il 50% di iodio e il 30% di cesio, disperdendosi nell’atmosfera, con un’emanazione di radioattività tra i 50 e i 250 milioni di Curie, quantità circa cento volte maggiore rispetto a quella delle bombe americane sganciate su Hiroshima e Nagasaki nel 1945. La nube radioattiva si spostò rapidamente da Chernobyl verso gran parte d’Europa. Secondo l’Iaea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) l’esplosione portò la contaminazione più elevata in un’area nel raggio di 100 km dalla centrale, con la concentrazione maggiore di isotopi di stronzio, cesio e plutonio.

 

 

Solo il 27 aprile, 36 ore dopo l’incidente, furono evacuati i 45mila abitanti di Pripyat, cittadina a un passo da Chernobyl e nei giorni successivi circa 130 mila persone in un raggio di 30 km dovettero lasciare le proprie case. In totale furono circa 350 mila le persone evacuate dalla regione e costrette a trasferirsi altrove. L’allarme in Europa giunse dalla Svezia il 28 aprile, quando venne registrata radioattività anomala nel Paese. Nei primi dieci giorni successivi alla catastrofe si tentò con ogni mezzo di fermare la fuga radioattiva: elicotteri militari versarono oltre 1800 tonnellate di sabbia e 2400 di piombo sul reattore, ma solo il 6 maggio la situazione fu sotto controllo. Migliaia le persone che parteciparono alle operazioni, tra militari e civili; si calcola che i “liquidatori“, operai, pompieri, soldati, reclutati e volontari, siano stati nei mesi seguenti circa 700mila, provenienti non solo da Ucraina, ma anche da Russia e Bielorussia, repubbliche che all’epoca dell’incidente facevano parte appunto dell’Unione Sovietica. Da Mosca l’ammissione del disastro arrivò solo il 14 maggio da parte del segretario dell’allora Partito comunista sovietico Mikhail Gorbaciov.

Secondo l’Iaea furono circa 4000 le vittime causate direttamente dalle radiazioni, tra di essi in larga parte i cosiddetti “early liquidators”, ovvero coloro che lavorarono per primi tentando di tamponare i danni dopo l’esplosione. Cifre non ufficiali alzano il numero dei morti sino a 25mila in tutti e tre i Paesi (Ucraina, Bielorussia e Russia) investiti dalla nube radioattiva. Certezze non ve ne sono, nemmeno per i numeri delle persone colpite da malattie – cifre sempre non ufficiali indicano 100mila casi di tumore alla tiroide per persone di tutte le età nelle tre ex repubbliche sovietiche – e da disturbi psicologici che possono aver interessato i cinque milioni di persone che anche per un breve periodo sono state esposte a radiazioni sopra la norma in seguito alla catastrofe.

Santoro Mangeruca

Caso Cucchi: la procura di Roma riapre il processo

A quasi dieci anni dalla morte del giovane geometra romano, si riapre l’indagine grazie alla deposizione dell’imputato Francesco Tedesco.

Un pestaggio violento, con Cucchi a terra e due carabinieri che in un’ “azione combinata” infieriscono sul geometra a poche ore dal suo fermo. Poi le minacce, il tentativo di insabbiamento e infine il coraggio di parlare, di dire tutto; per non sentirsi più “solo contro una sorta di muro, come se non ci fosse nulla da fare“.

Dopo nove anni di silenzi, congetture e false testimonianze, arrivano le prime parole di un testimone oculare su ciò che subì Stefano Cucchi, nella notte tra il 15 e il 16 Ottobre 2009,  mentre era nelle mani dello Stato: trattasi di pestaggio.

Il racconto di quegli attimi di violenza arriva da Francesco Tedesco, uno dei tre militari imputati al processo, che lo scorso Luglio di fronte al pm accusa gli altri due colleghi accusati come lui di omicidio preterintenzionale, Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.

 

 

Chiedo scusa alla famiglia Cucchi.Comincia così l’interrogatorio del vicebrigadiere, che poi continua esponendo il racconto del terribile pestaggio al quale ha assistito. “Basta, finitela, che cazzo fate, non vi permettete”, queste le parole per cercare di metter fine a ciò che per nove anni è rimasto sconosciuto a tutti. Nove anni di silenzio in cui è stato minacciato sia dai suoi due colleghi (i carabinieri D’Alessandro e Di Bernardo) accusati del pestaggio, i quali gli dissero di non intromettersi; sia dal suo superiore, il comandante Roberto Mandolini, accusato di falso e calunnia, il quale, prima dell’interrogatorio, gli consigliò di dire che Cucchi stava bene. Nove anni di silenzio alla fine dei quali Tedesco ha deciso di parlare. “All’inizio avevo molta paura per la mia carriera, poi mi sono reso conto che il muro si stava sgretolando e diversi colleghi hanno iniziato a dire la verità“, queste le parole rilasciate alla fine dell’interrogatorio.

Tra questi risulta il collega Riccardo Casamassima, che con la sua testimonianza ha contribuito a riaprire l’inchiesta e che oggi dice a Tedesco “Bravo, ti sei ripreso la tua dignità.”.

In merito alla questione, arrivano anche le dichiarazioni del premier Conte, il quale ha fatto sapere che “il ministero della Difesa è favorevole a costituirsi parte civile nel processo per la morte di Stefano Cucchi.”.

Il muro è crollato”, commenta con queste parole la sorella Ilaria Cucchi, la quale, ha portato avanti in questi anni una dura battaglia per cercare di risalire alla verità e ottenere giustizia, andando a chiudere, forse, dopo quasi dieci anni, uno dei casi più bui della cronaca italiana.

 

                                                                                        Eleonora Genovese