Ravenna: bimbo morto a Mirabilandia

 

Secondo il video, sequestrato, delle telecamere interne, la madre ha lasciato il piccolo vicino a uno scivolo con circa 30 centimetri di acqua dicendogli di restare lì perché sarebbe tornata presto. Attesa per l’esame autoptico che chiarirà la causa del decesso del piccolo di 4 anni.

Il piccolo Edoardo Bassani, 4 anni, morto mercoledì pomeriggio in una piscina di Mirabilandia, a Ravenna, è rimasto per circa tre minuti privo di sensi e a testa in giù in acqua a circa 20 metri dal bagnino. Nel frattempo i bimbi attorno, ignari, hanno continuato a giocare: qualcuno lo ha pure sfiorato o gli è passato sotto in apnea. Questo ciò che emerge dal video delle telecamere interne. Con i risultati dell’autopsia, si chiuderà la prima parte dell’inchiesta sulla morte del piccolo.

Il video (che contribuisce a ricostruire la dinamica dell’incidente) delle telecamere interne, dura circa otto minuti, dal momento dell’allontanamento della madre ai soccorsi, quando già la donna lo stava cercando.

Il bambino, infatti, non è rimasto nel punto indicato dalla madre: ha iniziato a spostarsi verso una baby-dance, prima giocando e poi annaspando per infine soccombere in 110 centimetri d’acqua.

Il corpo è stato quindi spostato dalle varie correnti della piscina fino al punto in cui è stato ritrovato.

Tra gli indagati (per omicidio colposo in cooperazione) oltre alla madre 38enne del piccolo, vi sono altre 10 persone, tra cui il bagnino, i responsabili dei vari livelli della sicurezza e del servizio di salvataggio; e infine il direttore generale del parco e quello operativo.

Dopo gli accertamenti sulle cause della morte del bimbo, avvenuta quasi certamente per annegamento, la Medicina del Lavoro dell’Asl provvederà a scandagliare i protocolli riguardanti la sicurezza interna del parco e verificherà il rispetto di tutte le norme di settore.

                                                                                                        Gianluca Vitale

 

 

 

 

UE, clima: salta l’accordo sulla neutralità climatica entro il 2050

mutamento climatico 2050
© Amelia Holowaty Krales / The Verge

Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Estonia si sono opposte alla formulazione della bozza sulla neutralità climatica.

Si è conclusa in maniera fallimentare la riunione del Consiglio Europeo dello scorso 20 giugno. A poche ore dalla scioccante foto dei cani da slitta che “camminano sull’acqua”, il Consiglio non è riuscito a deliberare sulla bozza contenente i principi per l’azzeramento delle emissioni entro il 2050.

A esercitare il diritto di veto sulla proposta, bloccandone di fatto la formulazione, sono stati Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca ed Estonia. Non sono bastate le pressioni degli altri stati UE – in particolare Francia e Germania -, né quelle degli attivisti: per i paesi del blocco di Visegrád (accompagnati dall’Estonia) parlare di emergenza climatica non è una priorità. O forse non è conveniente. L’economia di questi paesi si basa ancora in grandissima parte sullo sfruttamento del carbone; percentuale di sfruttamento che arriva sino all’80% nel caso della Polonia (Ansa).

Ancora una volta, lo scenario che emerge è quello di un’Europa i cui leader non riescono conformarsi su decisioni fondamentali. Le parole, i proclama e gli slogan non vengono accompagnati da corrispettivi pratici, e a farne i conti sono il pianeta e le persone. Ancora una volta, quell’Europa che non è più CECA, EURATOM o CEE, e che dovrebbe essere oggi più che mai un’Europa dei valori, non si dimostra tale. Così, la disposizione sulla neutralità climatica è finita in una nota a piè di pagina nel documento conclusivo del giorno.

Gli attivisti di Greenpeace, in occasione della riunione del Consiglio, hanno proiettato sulla sede di Bruxelles una terra a forma di bomba, in procinto di esplodere. “Emergenza climatica”, “Europa agisci adesso” e “Non c’è più tempo” sono alcuni degli slogano che hanno corredato la proiezione.

bocciata neutralità climatica 2050

“L’agenda a breve termine a cui l’Europa ha fatto riferimento per decenni non è riuscita a fornire un pianeta vivibile e una società equa”, afferma Ariadna Rodrigo, consulente Greenpeace per la politica democratica dell’UE. “Questa programmazione votata al business continua come al solito, quando in realtà si dovrebbe affrontare l’emergenza climatica, ridurre le disuguaglianze e porre il benessere delle persone tra le massime priorità della Commissione”.

 

Francesco D’Agostino

Ecco il Gatto-Volpe: scoperta una nuova specie di felino

Rinvenuto nelle campagne della Corsica un nuovo esemplare

Dopo le notizie sulle numerose specie a rischio di estinzione finalmente la natura ancora una volta ci ricorda quanto sia vasto l’ecosistema in cui viviamo.
Sembra un normale gatto domestico ma le sue orecchie sono molto più grandi, i suoi canini sono eccessivamente sviluppati e la punta della sua coda finisce con un ciuffo nero: il gatto-volpe potrebbe essere una nuova specie di felino scoperta in Corsica.
A prima vista, sembra un normale gatto domestico ma è molto più lungo di un gatto medio misura infatti circa 90cm, le sue orecchie sono molto più grandi, i suoi canini sono eccessivamente sviluppati e la punta della sua coda finisce con un ciuffo nero. Questo animale, che somiglia ad una volpe ma con le caratteristiche facciali e il pelo setoso di un gatto domestico, potrebbe finalmente ricevere un riconoscimento scientifico come nuova specie: il gatto-volpe.
Noto come “ghjattu-volpe” in lingua corsa, il gatto-volpe potrebbe essere una nuova specie di felino, secondo i ricercatori del National Office for Hunting and Wildlife (ONCFS), incaricato di uno studio dedicato all’animale.

Altre caratteristiche particolari dell’animale includono le strisce sugli arti anteriori, gli arti posteriori molto scuri e una pancia rossastra. Il suo pelo denso e setoso è un repellente naturale per pulci, zecche e pidocchi. La coda solitamente ha 2-4 anelli e la punta nera.
Da non confondere con il gatto-volpe del Borneo scoperto dal Dott. Stephen Wullfraat circa 15 anni fa, il gatto-volpe della Corsica esisteva già nelle leggende locali, secondo Pierre Benedetti, uno dei ricercatori e capo tecnico ambientale dell’ONCFS. È descritto nella letteratura e da pastori che hanno perso greggi di capre a causa sua, ma questa è la prima volta che viene presentato qualcosa di scientifico.Per noi, è una specie selvaggia naturale, che era conosciuta ma non identificata scientificamente, perché è un animale notturno molto discreto. È una scoperta straordinaria. Sono le sue dimensioni e la sua coda ad avergli fatto guadagnare il nome di gatto-volpe sull’isola”, ha spiegato Benedetti.
Carlu-Antone Cecchini (ONCFS) ha dichiarato all’AFP che la maggior parte delle persone “pensava che fossero pazzi” a cercare qualcosa che faceva solo parte di un mito. Ma è stato solo nel 2008 che i ricercatori ne hanno catturato uno in un pollaio ad Olcani, iniziando così a tracciare la popolazione. Utilizzando trappole ad infrarossi, hanno scoperto tracce di pelo che hanno permesso loro di stabilire il DNA che hanno assimilato ad un gatto-volpe perché il suo DNA era differente rispetto a quello di un gatto selvatico trovato nel continente europeo, il Felis silvestris silvestris.
Nel corso degli ultimi 10 anni, gli esperti dell’ONCFS sono stati in grado di identificare 16 gatti-volpe, inclusa una femmina nelle aree di montagna della Valle d’Asco, nell’Alta Corsica. È stato spiegato infatti che questi esemplari hanno un habitat remoto in cui ci sono acqua e copertura vegetale che offrono protezione dal loro principale predatore, l’aquila reale. 12 animali sono stati catturati e poi rilasciati dopo un breve esame. Gli esperti tuttavia concordano sul fatto che è necessario altro lavoro per comprendere le abitudini alimentari e riproduttive dell’animale.

Antonio Gullì

Facebook crea una nuova App con cui pagherà i suoi utenti; ecco per fare cosa

Arriva “Study“, l’App lanciata da Facebook per conoscere meglio i suoi utenti.

I dati personali, le statistiche e le abitudini d’uso delle app rappresentano un vero e proprio tesoro digitale capaci di ricostruire i comportamenti digitali degli utenti internet.

La nuova app avrà proprio lo scopo di monitorizzare e studiare ogni loro movimento sugli smatphone, promettendo però di non registrare password, cronologia web e dati sensibili, tutto questo in cambio di una ricompensa economia per tutti gli iscritti. Al momento l’app è disponibile solo in America e India, ma presto arriverà anche in Europa.

Come funziona – Prima di dare inizio al monitoraggio sui telefonini, sarà proprio Facebook a chiedere agli utenti alcune info personali per operare una prima categorizzazione degli utenti, come la provenienza geografica, il reddito e le abitudini digitali.

Dopo l’installazione di “Study“, questa procederà a contare le applicazioni presenti nel sistema e comincerà a studiare il tempo passato su ognuna di esse, e come vengono utilizzate.

L’applicazione sarà disponibile soltanto per il sistema operativo Android, dato le politiche sulla privacy molto restrittive di Apple.

Per i pagamenti sarà necessario possedere un account PayPal per poterli ricevere, anche se non sono noti quali siano i criteri utilizzati per calcolare i compensi per la vendita delle proprie informazioni personali.


Un esperimento analogo era stato tentato con “Research“, un progetto promosso nel 2018 dalla società di Zuckerberg, ma che non ebbe il successo sperato proprio a causa dell’incompatibilità con le regole sulla privacy imposte da Apple.
L’applicazione però, diversamente da “Study“, dava spiegazioni poco chiare sulla tipologia di dati raccolti e sulla loro destinazione d’uso, ma stavolta in un comunicato ufficiale di Facebook si legge “Inviteremo le persone a partecipare al programma attraverso una grande campagna pubblicitaria in cui illustreremo con trasparenza gli scopi della nostra app e inviteremo a scaricare l’applicazione e a registrarsi“.

Un’ulteriore rassicurazione che fa Facebook a proposito dell’utilizzo di tutte le informazioni raccolte, è che queste non saranno vendute a società esterne, ma saranno gestite soltanto dall’azienda che si occupa in modo trasparente di raccoglierle.

Anche le fotografie, i video e i messaggi saranno esonerati dalla raccolta dati, poiché l’app promette in primis di tenere fuori dalla raccolta ogni dato strettamente personale dell’utente.

L’uso delle informazioni elaborate quindi sembra essere solo ai fini del miglioramento dei prodotti Facebook e studiare le abitudini delle persone.

Giusi Villa

È in arrivo Toy Story 4

 

Dal 26 giugno arriva nelle sale cinematografiche italiane Toy Story 4.

Dopo i tre lungometraggi Toy Story- Il mondo dei giocattoli(1995), Toy Story 2- Woody e Buzz alla riscossa (1999) e Toy Story 3- La grande fuga (2010), sembra che gli autori abbiano voluto regalare ai fan della saga simbolo della Pixar/Disney, una nuova emozionante avventura.

Dopo la partenza di Andy per il college nel film precedente, Woody e gli altri giocattoli vivono adesso nella casa di Bonnie.

Tuttavia, l’arrivo di un nuovo giocattolo di nome Forky (con la voce di Luca Laurenti) nella stanza della bambina porterà Woody e gli altri verso una nuova avventura.

Infatti durante la storia Woody si vedrà nuovamente separato dal gruppo, per recuperare Forky (che si è perso).

Durante il viaggio di ritorno Woody incontrerà nuovi personaggi (come Ducky, Bunny, Gabby  Gabby e Duke Caboom) e rivedrà la sua vecchia fiamma e amica Bo Peep.

Siamo sicuri che il film non deluderà le aspettative del pubblico, nonostante l’assenza nella serie del conduttore Fabrizio Frizzi come voce di Woody, al quale hanno reso omaggio due attori del primo film Massimo Dapporto e Riccardo Cocciante.

          Eleonora Genovese

Il vero volto della luna

 

Guardare la luna: lo fa spesso chi prova mancanza. A tutti, almeno una volta nella vita ci è capitato di alzare gli occhi al cielo per ammirarla, notando istintivamente un piccolo volto.

Il vero volto della luna, un “viso umano” che sul nostro satellite è semplicemente  il risultato di vortici lunari, frutto della polvere magnetica depositata dalla lava di eruzioni vulcaniche di miliardi di anni

Questi vortici sono stati un mistero decennale per gli scienziati finché si è trovata recentemente una spiegazione che, come vedremo a breve, è una di quelle scoperte trasferibili al campo tecnologico.

Nel Rutherford Appleton Laboratory, in Inghilterra, il gruppo del Prof. R. Bamford ha svolto degli esperimenti1 che, riportati su larga scala, spiegano la formazione dei vortici lunari.

L’idea di base è che nel sottosuolo lunare siano presenti delle anomalie magnetiche, chiamate “mini-magnetosfere” (la cui esistenza resta tuttavia ancora da spiegare) che proteggono come una sorta di ombrello magnetico alcune zone del suolo lunare dal vento solare, lasciando il restante suolo esposto al flusso di particelle cariche proveniente dal Sole.

 

Queste “bolle” magnetiche interagiscono con il vento solare, ricco di ioni carichi positivamente ed elettroni (carichi negativamente), separandoli e creando così un campo elettrico che si propaga verso l’esterno della bolla magnetica. Il campo elettrico interagisce con gli ioni positivi, deflettendone la traiettoria, ma il campo continua a persistere perché gli ioni più pesanti riescono a penetrare.

A seguito di milioni di anni di bombardamenti da parte del vento solare, il risultato è la creazione di questi vortici che, visti dal satellite, risultano essere chiari all’interno della cavità magnetica e definite da linee scure.

Queste bolle magnetiche sembrano quindi essere la spiegazione alla formazione dei vortici lunari.

Resta tuttavia da capire come e perché, questi anomali campi magnetici si formino.

 

Carmela Caratozzolo

 

 

Ricoverato in gravi condizioni Andrea Camilleri

Il noto scrittore è stato trasportato stamane all’ospedale Santo Spirito di Roma in gravi condizioni a seguito di un arresto cardiaco.

Nonostante i suoi 93 anni l’inventore del Commissario Montalbano era ancora molto attivo nell’ambito dello spettacolo tanto che il 15 Luglio sarebbe stato alle Terme di Caralla a raccontare la sua Autodifesa di Caino.

Negli ultimi giorni Camilleri rilasció alcune dichiarazioni significative sostenendo che se fosse possibile preferirebbe finire la sua vita in una piazza a raccontare le sue storie.

Tutto il mondo della scrittura e del giornalismo si stringono intorno a questo grande personaggio della scrittura italiana simbolo di cultura e signorilità.

Pietro Inferrera

Brescia Pride 2019

Un lungo corteo festoso e colorato ha attraversato le vie del centro storico della città per la seconda edizione del ”Brescia Pride”, la manifestazione nata per rivendicare i diritti per gli omosessuali.

All’incirca quindicimila persone che si sono ritrovate in piazza Vittoria da dove sono partiti verso le quattro di pomeriggio per fare ritorno due ore più tardi, per gli interventi dal palco.

Quest’anno la manifestazione è dedicata alla «voglia di agire e di essere ascoltati, facendosi sentire» sotto slogan #fuorilavoceAttesi per la chiusura del Brescia Pride i 200 percussionisti di Bsamba19 guidati dai sambisti Legau da Metro: il loro ritmo accompagnerà poi tutti verso il Carmine per il Rainbow Pride Party.

     Piero Cento

For Ever Karl: l’omaggio dedicato a Karl Lagerfeld

Da quando se n’è andato, il 19 febbraio 2019, Karl Lagerfeld ha lasciato un vuoto immenso e incolmabile nel mondo della moda e la moda ora vuole celebrarlo.

A cominciare dall’amica Carine Roitfeld, che lo ha sostituito alla direzione creativa del brand Karl Lagerfeld  e che pochi giorni fa – in occasione dell’amfAR 2019, evento di beneficenza che nel corso delle sue 25 edizioni ha raccolto oltre 220 milioni di dollari nella lotta contro l’AIDS – gli ha nuovamente dedicato un pensiero attraverso la sua pagina Instagram: “Karl, ci mancherai quest’anno all’amfAR”.

Ed è per questo che la moda intende rendergli omaggio attraverso una grande esposizione battezzata: “For Ever Karl”.

L’evento in sua memoria, annunciato in esclusiva dal magazine WWD, si terrà a Parigi all’interno del Grand Palais il 20 giugno 2019 durante la Paris Fashion Week dedicata alla moda Uomo.

Stando a quanto scrive WWD,  si creerà uno spettacolo durante il quale saranno proiettati video dello stesso Karl Lagerfeld e interviste delle persone che hanno avuto l’onore e il privilegio di lavorare con lui assieme a performance di ballerini, musicisti, cantanti e attori. Sarà un momento che non avrà nulla a che vedere con una commemorazione tradizionale, ma sarà una serata speciale che prevede 2.500 invitati che celebreranno il suo immenso talento e la sua incredibile umanità.

Il ruolo di Direttore creativo dell’intera mostra è stato assegnato a Robert Carsen il quale ha dichiarato su WWD:

“Ciò che maggiormente emerge quando si parla di Karl Lagerfeld è la sua capacità di aver sempre tirato fuori il meglio degli altri, tutte le persone che hanno lavorato con lui mi hanno detto quanto fosse estremamente gentile e incoraggiante.

Era attento a tutti. Mi ha molto commosso il fatto di essere stato chiamato a organizzare un evento di tale importanza.

Un grandissimo onore, ma anche una sfida enorme. Sappiamo della sua importanza per Chanel, Fendi, del marchio Karl Lagerfeld e Chloé, ma questo evento vuole celebrare anche Karl come uomo stesso, l’artista che era, anche se non gli piaceva affatto essere chiamato in questo modo”.

 

Andrea Sangrigoli

WWF, allarme plastica: ne ingeriamo 5 grammi a settimana

Risultati immagini per ALLARME PLASTICA

Una nuova scioccante analisi sulla plastica rivela che ogni settimana l’uomo ne mangia circa 5 grammi, l’equivalente in peso di una carta di credito.

Il che, in media, equivale a oltre 250 grammi l’anno. Lo studio, commissionato dal Wwf, arriva dall’Università di Newcastle, a nord di Sydney in Australia.

L’invasione nella natura di micro particelle – che si diffondono nell’aria, nel suolo e nei mari – è acclarata da numerosi studi scientifici i quali, mentre si sta ancora indagando su eventuali effetti negativi sulla salute, hanno avvertito che finiscono anche nel piatto in cui mangiamo.

Ogni giorno facciamo “indigestione” di plastica con più di 100 minuscoli frammenti che ingoiamo ad ogni pasto e che arrivano anche da mobili e tessuti sintetici di casa e da materiali che si degradano.

Si sa che le materie plastiche sono in grado di assorbire anche agenti tossici e cancerogeni dall’ambiente. In merito a ciò uno studio dell’università Heriot-Watt di Edimburgo, ha quantificato fino a 68.415 fibre di plastica, potenzialmente pericolose, che finiscono nel nostro stomaco ogni anno.

La maggior parte delle particelle sono sotto i 5 millimetri di grandezza e molte si trovano nelle acque di tutto il mondo, da quella di superficie a quella nelle falde (negli Stati Uniti e in India ne sono state riscontrate il doppio rispetto all’acqua in Europa o in Indonesia).

Uno studio americano su undici marchi di acqua in bottiglia provenienti da tutto il mondo, ha mostrato il 93% è contaminato da microplastica con il polipropilene dei tappi presente più di altri materiali.

Gli alimenti in cui sono stati trovati più microframmenti sono frutti di mare, birrasale.

I risultati – spiega Marco Lambertini, direttore internazionale del Wwf – segnano un importante passo avanti nel comprendere l’impatto dell’inquinamento da plastica sugli esseri umani e devono servire da campanello d’allarme per i governi“. “È un problema globale – ha aggiunto – che può essere risolto solo affrontando le cause alla radice“, cioè “fermando i milioni di tonnellate di plastica che continuano a diffondersi nella natura.

E’ necessaria un’azione urgente a livello di governi, di imprese e di consumatori“. Ricordando che ogni anno finiscono negli oceani 8 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui il 75% è costituito da plastica.

Lo studio australiano rileva anche il danno all’economia del mare stimato dal Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite in 8 miliardi di dollari all’anno.

Questa è una delle tante conseguenze delle azioni scellerate dell’uomo, che imperterrito continua ad avvelenare se stesso, e quindi la natura che lo circonda.

 

Santoro Mangeruca