Addio alle antiche plafoniere dell’Università di Messina

 

Da una settimana ad accompagnare lo studio serale degli studenti universitari che usufruiscono della biblioteca centrale, dei docenti e di tutto il personale che termina il proprio turno lavorativo, non vi sono più le antiche plafoniere del 1927 (nella foto), stupende nella loro decorazione, testimoni nelle loro forme di maestranze ormai sparite, ma al loro posto vi sono dei gelidi fari al LED che nulla hanno a che fare con la storia e l’attrazione estetica che suscita l’intera struttura.

In nome del risparmio energetico si è deciso di sostituire tutte le componenti invece che andare al nocciolo della questione ambientale, e cioè sostituire unicamente le lampadine e lasciare le vecchie plafoniere, sopravvissute ad una guerra mondiale che dal 1941 al 1943 ha devastato con vili bombardamenti la nostra stupenda ma sfortunata città.

Silenzio totale da parte delle associazioni studentesche. Assenza di sensibilità? Lo dicharo a mio nome: probabilmente si!

Domenico Mazza

Tra i disagi di Messina, anche la “monnezza”

In data odierna è stata affrontata dal Sindaco di Messina Cateno De Luca la questione riguardante uno dei problemi più discussi della città metropolitana: la gestione dei rifiuti.

Il primo cittadino, pur scusandosi per i disservizi degli ultimi giorni, che vedono protagonisti cumuli di spazzatura accanto ai cassonetti e strade sporche, difende gli operatori di Messina Servizi, facendo però intendere che la responsabilità della mancanza di organizzazione è riferibile al direttore generale Aldo Iacomeli; “purtroppo chi doveva programmare ed agire non l’ha fatto, mi occuperò personalmente della questione per garantire un buon servizio” annuncia il Sindaco e predispone già da oggi pulizie straordinarie, anche in vista nella commemorazione dei caduti di tutte le guerre in occasione del centenario dalla fine della prima guerra mondiale che si terrà domani a partire dalle 9,30 in piazza Unione Europea, dallo stesso definita un “monnezzaio”.

 

De Luca conclude annunciando che chiederà “conto e ragione” del disservizio, anche in considerazione delle spese annuali sostenute dal comune per la gestione dei rifiuti.

Paola Puleio

Istat, risale disoccupazione: giovani categoria più colpita

Settembre nero per il mercato del lavoro. Secondo i dati diffusi nella giornata di ieri dall’Istat, il tasso di disoccupazione è risalito al 10,1%. Le persone in cerca di lavoro sono 2.613.000, in aumento di 81 mila unità (+3,2%) rispetto ad agosto e in calo di 288 mila unità su settembre 2017. Un dato su cui pesa anche il calo degli inattivi, coloro che non hanno un impiego né lo cercano, calati di 41 mila unità. Male anche il dato sui giovani: la disoccupazione giovanile risale al 31,6%, in aumento di due decimi di punto rispetto al mese precedente.
Bisogna precisare che quando si parla di disoccupanti in età giovanile, ci si riferisce a quella fascia anagrafica che va dai 15 ai 24 anni. Ma sono le cifre annuali a destare più di qualche preoccupazione: la diminuzione complessiva, per quel che concerne l’anno corrente, è di 3 punti percentuali.

Desta scalpore poi il dato sugli occupati, diminuiti di 34 mila unità su agosto (-0,1%). Un calo concentrato soprattutto sui dipendenti permanenti (-77 mila) mentre aumentano gli occupati a termine (+27 mila) e i cosiddetti indipendenti, cioè imprenditori, liberi professionisti, lavoratori autonomi (+16 mila).
Guardando al dato per classi di età gli occupati calano sensibilmente nella fascia 35-49 anni (-55 mila) e solo molto più lievemente in quella 25-34 (-7 mila). In aumento invece la fascia degli over 50 (+22 mila).

Risultati immagini per disoccupazione giovanile

In aggiunta alle singole variazioni mensili, a livello più generale si conferma il trend di diminuzione dei posti di lavoro stabili, scesi di 184 mila unità, e il balzo degli occupati a termine, saliti in un anno di 368 mila, e ormai stabili sopra quota 3 milioni. Inoltre l’Istituto Nazionale di Statistica, ha fatto trapelare anche la stima preliminare sull’inflazione a ottobre. I prezzi sono rimasti fermi su base mensile, mentre su base annua l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dell’1,6% rispetto all’ 1,4% di settembre.
Una spinta, spiega l’Istat, che si deve principalmente all’impennata dei prezzi dei beni energetici regolamentati (a +9,3%, top dal 2012) e all’accelerazione dei prezzi dei servizi vari. Netto rallentamento per il cosiddetto “carrello della spesa“, cioè i beni a più largo consumo, i cui prezzi rallentano a ottobre dal +1,5% di settembre all’1%.

 

Santoro Mangeruca

Le Vetrine di Via Garibaldi, l’associazione cittadina porta avanti le sue battaglie e trova un accordo con l’amministrazione

A un anno dalla sua costituzione l’associazione messinese di commercianti, Le Vetrine di Via Garibaldi, discute e fa discutere sempre più.
Le premesse e le promesse, intrise di ideali, di cui l’Associazione garibaldina si era fatta portatrice e promotrice, non sono rimaste tali, concretizzandosi, di volta in volta, in vere e proprie iniziative. L’impegno di questa, è sempre stato rivolto a progetti a fine non esclusivamente commerciale, ma volti alla riabilitazione civica e artistica dell’importante arteria cittadina. Tra le iniziative già attuate, la potatura degli alberi che ormai da tempo, con il loro fogliame incolto e lasciato alle intemperie, ricoprivano letteralmente i palazzi, sacrificando abitanti e commercianti. La magica casetta di Babbo Natale addobbata, lo scorso dicembre, accanto la chiesa San Giuliano, che ha intrattenuto i cittadini con canti e spettacoli e distribuito ai più piccoli doni di Natale. Non sono mancate attività di volontariato da parte degli associati, guidati dal presidente dell’associazione Lillo Valvieri, volti alla pulizia delle strade e le vie limitrofe, da erbacce e sporcizia, con un occhio sempre di riguardo verso i più piccoli e le zone da loro frequentate, come gli spazi antistanti le scuole elementari e materne.
Il fervore civilistico e di rivitalizzazione economica che anima l’associazione – che conta ormai 40 associati tra i commercianti della Via – ha portato la stessa, con in prima linea sempre il presidente Valvieri – proprietario dell’omonimo salone da acconciatore uomo-donna – a interfacciarsi con le varie amministrazioni cittadine, e in particolar modo con quella Comunale, in un lungo e fitto dibattito, iniziato con l’amministrazione precedente e ripresa con quella attuale, riguardante le diverse istanze proposte dall’Associazione, ai fini di riqualificare la zona e migliorarne la viabilità, pedonale e automobilistica.
A tal proposito, la “battaglia” de Le vetrine di Via Garibaldi, si concentra sui temi caldi – insieme alla pulitura e abbellimento della via – dell’abbattimento delle barriere architettoniche e, la tanto anelata regolamentazione dei parcheggi che, come ha spiegato in più interviste e dichiarazioni spontanee per mezzo facebook il Presidente Valvieri, è Il tarlo di tutti i commercianti, i quali lamentato difficoltà economiche aggravate, se non derivanti, dall’impossibilità per i rispettivi clienti, di parcheggiare lungo la via, con l’impossibilità talvolta di usufruire dei servizi e i beni offerti dalle attività commerciali in questione, rilegandole ad una generale situazione di impedimento e sconforto economico.
Questo l’argomento più dibattuto a palazzo Zanca con l’Associazione, la quale ha presentato un progetto di riqualificazione e riorganizzazione della viabilità stradale che vede modificata l’ormai attiva linea Shuttle dell’ATM, progettata del Sindaco De luca, la quale usufruisce della corsia riservata che percorre più della metà della Via Garibaldi, impedendo i parcheggi regolarizzati nella zona più commerciale della Via. Ciò ha comportato, l’assedio quotidiano dei Vigili urbani che puniscono con multe salate i trasgressori, dando avvio ad un circolo vizioso di malcontento. Valvieri spiega ” In una situazione economica già gravosa e difficile per le imprese a livello nazionale, e ancor di più a livello locale, la linea Shuttle è come una spada che ha tagliato in due la Città, facendo una carneficina dell’economia cittadina”. Queste le dure parole del portavoce del grande gruppo di commercianti messinesi, che il 17 ottobre appena trascorso è stato ricevuto, insieme ad una piccola delegazione di commercianti, dal Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica Salvatore Mondello. Incontro molto prolifico spiega Valvieri, durante il quale, Mondello ha accettato la loro istanza di riprogettazione, che sarà attuata durante un progetto di restyling dell’intera via Garibaldi, dove verrà rimodulato anche il percorso degli Shuttle, i quali verranno spostati nella corsia di sinistra, che diventerà promiscua, e saranno realizzati, i tanti reclamati, parcheggi regolamentati nella corsia di destra, da Palazzo del Governo fino Piazza Castronovo.
Questa, insieme all’abbattimento delle barriere architettoniche, e altre iniziative minori, riguardanti la pulizia e la scerbatura, sono state le promesse consumatesi nel corso di quest’incontro.

Valvieri, il quale si dice soddisfatto dell’epilogo dell’incontro, fa sapere che il Vicesindaco ha confermato l’appoggio dell’amministrazione anche alle numerose iniziative artistiche che ha in cantiere l’Associazione, come il nuovo progetto “La Via dell’Arte e della Bellezza” che ha in serbo di riorganizzare e sistemare l’aspetto estetico degli isolati della via, abbellendoli con fioriere e panchine, il tutto a tema artistico, possibilmente dedicati ad artisti locali. Insomma un vero e proprio contenitore di idee volte a migliorare la Via Garibaldi, con la speranza che questa possa fare da traino per altre zone della città.
Inoltre, ci tiene a spiegare Valvieri ” La nostra è un’associazione non politicizzata, e non appartiene a nessuna fazione politica. Il nostro rapporto con la politica è di confronto. La nostra è una battaglia limpida e leale, aperta a tutti quanti in linea con il nostro pensiero, purché non abbia scopo lucrativo.” Continua ” portiamo avanti obiettivi che hanno come fine il bene comune, senza sacrificare quello di nessuno, per questo ci auguriamo che le pubbliche amministrazioni siano dalla nostra parte”.


L’associazione intanto, continua a mantenere viva la sua rivendicazione, anche per mezzo facebook, dove sta mattina ha pubblicato la proposta ufficiale di modifica della viabilità di Via Garibaldi, presentata al Comune, con tanto di raccolta firme del 90% dei commercianti.

Giusi Villa

Pacchi “bomba” indesiderati negli Stati Uniti

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Nella notte tra martedì e mercoledì il Secret Service degli Stati Uniti – che non sono i servizi segreti, ma l’ente che si occupa della sicurezza di presidenti ed ex presidenti – ha trovato due pacchi bomba inviati alla casa di Bill e Hillary Clinton nello stato di New York e alla casa di Barack Obama a Washington. L’ex segretario di stato Usa si trovava in Florida per un evento legato alla campagna elettorale per le Midterm. Nell’abitazione invece era presente l’ex presidente Bill Clinton.

Gli agenti hanno diffuso un comunicato in cui dicono che i due pacchi sono stati individuati e identificati come sospetti durante un normale controllo della posta in arrivo. Quello indirizzato ai Clinton, è stato intercettato nel centro di smistamento postale della contea di Westchester County, nello stato di New York. Secondo una fonte investigativa, il pacco sospetto è stato controllato in loco, e non in prossimità della residenza dell’ex coppia presidenziale, come riferito in un primo momento.

Sull’invio dei pacchi è stata aperta un’indagine da parte dell’FBI. Un caso analogo è avvenuto qualche giorno fa, dove un’altra bomba è stata ritrovata nella cassetta delle lettere di una delle case del filantropo miliardario George Soros, notoriamente detestato da gruppi e movimenti di estrema destra; sempre nello stato di New York, ieri pomeriggio è stata evacuata la sede della CNN, anche questa volta per via di un pacco sospetto che la polizia ha poi detto di aver trattato come una bomba.

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Il pacco del Time Warner Center di Manhattan, contenente polvere bianca e un ordigno esplosivo carico, è stato trovato nella stanza di distribuzione della posta del complesso, rivelano gli investigatori. Una volta evacuati gli studi della CNN, le trasmissioni della emittente da New York proseguono in strada, con i due anchorman che continuano ad aggiornare sulla situazione davanti alle transenne poste dalle autorità intorno alla zona. Sembra che il fagotto fosse indirizzato a John Brennan, ex numero uno della Cia spesso ospite come commentatore negli studi della CNN e notoriamente critico sulle politiche del presidente Donald Trump. La polizia ha chiesto ai residenti nell’area di mettersi al riparo immediatamente.

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La portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders ha dichiarato “Questi atti di terrore sono vili e chiunque sia responsabile sarà chiamato a risponderne con la massima severità prevista dalla legge”. “Il Secret service e altre agenzie delle forze dell’ordine stanno indagando e prenderanno le azioni appropriate per proteggere chiunque sia minacciato da questi codardi“, ha aggiunto.

 

Santoro Mangeruca

Marco Travaglio condannato, dovrà risarcire Tiziano Renzi!

“La sentenza del Tribunale di Firenze che dà torto al Fatto, imponendoci di versare lo spropositato risarcimento di 95 mila euro a Tiziano Renzi e creando un precedente che mette a rischio la sopravvivenza del nostro giornale, ci costringe a rivolgerci subito a voi lettori”.

Marco Travaglio tuona così nel suo editoriale su Il Fatto Quotidiano, assicurando comunque: “Che se l’esecutività del verdetto non sarà sospesa, pagheremo il dovuto e ci appellerremo per farci restituire i soldi fino all’ultimo centesimo e la nostra onorabilità, che non può essere messa alla berlina da manigoldi che si fanno scudo dell’impunità parlamentare e che, se le bugie fossero reato sarebbero all’ergastolo.

La condanna emessa dal giudice Schiaretti, nei confronti di Travaglio e della società editoriale Il Fatto S.p.a, fa riferimento al contenuto di due editoriali pubblicati sul giornale il 24 Dicembre 2015 e il 16 Gennaio 2016.
Nel primo, intitolato “I babboccioni“, l’espressione incriminata sarebbe “fa bancarotta“, in merito all’indagine in corso in quel periodo sulla “Chill Post”; nel secondo, “Hasta la lista“, Renzi senior era stato paragonato “per affarucci” a Valentino Mareddu della P3.

Nella sentenza oltre ai due articoli sopracitati, è stato ritenuto diffamatorio anche un pezzo pubblicato on-line riguardante gli sviluppi della vicenda “Banca Etruria”.

Ha esultato sul suo profilo Facebook il figlio di Tiziano, l’ex Premier Matteo Renzi:” Niente potrà ripagare l’enorme mole di fango buttata addosso a mio padre, alla sua salute. Qualcuno però inizia a pagare almeno i danni“.

Assolto invece Peter Gomez, co-direttore del Fatto, per alcuni articoli on-line.

Indomito Travaglio rivendica:” Purtroppo in Italia fare un buon giornale, libero ed indipendente, non basta più. Il bombardamento delle cause civili e delle querele sta diventando insostenibile, perchè rende il nostro mestiere pericoloso. Non c’è alcuna arma di difesa a botte di sentenze come queste, un piccolo giornale come Il Fatto non può reggere.
Possiamo prestare tutte le attenzioni del mondo a non scrivere cose false, ma se poi veniamo condannati per aver esercitato il nostro sacrosanto diritto di critica, allora dovremmo preoccuparci di non disturbare certi manovratori”, esplicito riferimento a D. Ermini, renziano doc, appena nominato al vertice del Csm.

Il fondatore del Fatto Quotidiano pare evocare al feroce giustizialismo della magistratura, che rischierebbe di compromettere la libera esplicazione del diritto all’informazione e della libertà di stampa, simboli di una testata libera come Il Fatto.

E’ bene dunque che i tribunali svolgano il loro dovere nella garanzia del rispetto delle leggi e di tutti, operando con buon senso, e cautelando con fermezza il servizio d’informazione fondamentale in democrazia.

Minare questo aspetto significherebbe paralizzare la crescita culturale, e un paese come l’Italia non se lo può permettere.

Antonio Mulone

Festa a sorpresa per Fedez, ma il web non approva e grida allo spreco

Per la serie Ferragnez fa rima con spreco, la nuova “denuncia” social, fresca di nottata, riguarda proprio la neo famiglia più famosa al mondo – almeno questo dice il loro numero di followers – che, come di rito, non si è risparmiata di condividere sul web, e quindi con il loro gruppo di fedelissimi seguaci, la festa a sorpresa che, l’influenzer famosissima – ca va sans dire – Chiara Ferragni ha organizzato per il marito Federico Leonardo Lucia, ai più conosciuto come Fedez. Niente di strano, potreste dire, ma la community social ha qualcosa da rimproverare – e anche qui nulla di nuovo – ma a movimentarsi, sta volta, non è il tipico senso di disapprovazione e biasimo che aleggia quotidianamente sui social, intriso di critica perbenista, ma una vera e propria baraonda di disapprovazione che, con ogni probabilità, ha aizzato anche gli estimatori.
A scaldare gli animi è stata un’idea forse un po’ troppo originale, ovvero quella di organizzare la festa a sorpresa dentro al supermarket di City Life a Milano.

 

We organized a surprise birthday party to Fede in a supermarket”, queste le parole con le quali la bella Chiara aveva svelato la sorpresa per Fedez, in anteprima, ai suoi seguaci, attraverso una Instagram stories, proprio a riconfermare lo stretto rapporto simbiotico che li lega a lei ed alla sua vita. Ma una volta iniziata la festa, cominciano a fioccare video che, come di norma, cominciano a fare il giro del web, riportando frangenti di una festa, che comincia con gli invitati nascosti dietro gli scaffali, per saltare fuori all’improvviso all’arrivo di Fedez, e proseguono riportando i classici momenti di una festa, tra musica, karaoke e risate. Ma se la location aveva lasciato interdetti i seguaci, ancor di più lo ha fatto il modo in cui questa è stata utilizzata. Non sono sfuggiti all’occhio social le corse fatte dentro ai carrelli, e i vari giochi fatti col cibo. Lo stesso festeggiato si è reso colpevole dell’atto più incriminante, il lancio di una lattuga, che lo ha costretto, subito dopo e a festa ancora in corso, a scusarsi con i suoi followers, che si sono detti indignati, rimproverando quella che hanno giudicato come opulenza e spreco di cibo.
” A tutti quelli che si sono sentiti indignati dico…sappiate che la spesa e il cibo domani saranno donati ai più bisognosi. L’unica storia di spreco che avete visto è la mia e me ne assumo la responsabilità.” Queste alcune delle parole con le quali il cantante è intervenuto subito dopo le critiche che si è appellato al perdono dei suoi seguaci, riconoscendo le sue colpe.

Giusi Villa

Lo Stato sa chi ha bisogno del reddito di cittadinanza

«E’ una misura che cambia il modo di pensare, una rivoluzione culturale per un Paese nel quale non si deve andare a chiedere allo Stato una cortesia. Non sarà il cittadino che dovrà vagare chiedendo “scusa, io ho diritto al reddito?” ma sarà lo Stato a venire da voi e dire voi avete diritto al reddito di cittadinanza. Un nuovo paradigma in cui lo Stato ti prende per mano e ti accompagna, ti ridà dignità.»

 

E’ questo quanto annunciato dal vice ministro dell’economia Laura Castelli, dal palco della manifestazione del Movimento Cinque Stelle.

Ultima mossa, fortemente voluta dal M5S: non sarà il cittadino a doversi preoccupare di sapere se è idoneo a ricevere il reddito di cittadinanza oppure no, ma sarà lo stato stesso ad individuare chi necessità e ha diritto a ricevere tale reddito, senza nessun obbligo quindi, da parte dei cittadini, a fare domanda per ottenerlo.

 

Sul palco presente anche Nunzia Catalfo, “madre” del reddito di cittadinanza, che presiede la commissione Lavoro del Senato, che ha spiegato altri dettagli della misura, primo tra tutti un assegno di 780 euro con un meccanismo di parametrazioni in base al numero dei componenti di una famiglia. Saranno inoltre obbligatorie 8 ore di  volontariato nel comune di residenza e la presenza ad alcuni corsi di formazione.

Dei fondi previsti, 10 miliardi, uno sarà destinato alla riforma dei centri per l’impiego. Per ogni cittadino ci sarà un solo sportello di riferimento, così da non chiedere di vagare da un posto all’altro. Ma soprattutto è in costruzione un sistema informativo che unirà molte banche dati: servirà a favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro. Ci si potrà accedere dal computer ma anche dal proprio telefoni, per cercare così dove poter lavorare.

 

                                                                                                                                                                         Benedetta Sisinni

 

 

 

 

” Dormirò in macchina”. Lucano torna libero ma non può stare a Riace.

“Sono in giro perché non ce l’ho un luogo fisso dove stare. Per quattro ore ho dormito nella macchina. Ho una borsa in macchina, ho messo quattro cose, io vengo dalla militanza, sono abituato”.

Il sindaco di Riace torna alla libertà ma con il divieto di dimora nella città calabrese.

Lucano era stato arrestato lo scorso 2 ottobre per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e veri e propri “matrimoni di convenienza” tra cittadini riacesi e donne straniere, per garantire alle ultime la permanenza nel territorio italiano.

E così il sindaco stamattina ha dovuto lasciare casa sua, non spostandosi comunque di molto trasferendosi in un centro del circondario.

“Non ho ancora deciso dove andare, devo ancora trovare una casa in cui sistemarmi, ma ci sono amici che mi sono vicini in questo momento critico e che mi stanno assistendo” avrebbe detto tuttavia Lucano.

La compagna etiope di Lucano resta a Riace, per lei soltanto l’obbligo di firma. Sarà appunto lei ad occuparsi dell’attività di assistenza di circa 150 migranti che si trovano ancora in paese, insieme ai numerosi volontari che anni collaborano con il sindaco Lucano.


Interviene anche il ministro degli interni Matteo Salvini sulla vicenda:

“Lucano non è un eroe dei tempi moderni. Quando vado in Calabria la gente mi chiede più lavoro, non più immigrati” ha concluso.

In risposta a queste accuse il sindaco di Riace risponde:

“Non mi sono mai definito un eroe, ma aiuto i più deboli e a differenza di lui ho imparato a non denigrare nessuno.”

Cominciano a piovere offerte di ospitalità per Lucano, anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ha scritto su Twitter:

“Caro Mimmo lo so che non lascerai mai la tua e la nostra amata Calabria ma se vuoi ti ospitiamo con amore a Napoli. Il divieto di dimora nella tua Riace è peggio degli arresti domiciliari. Ma non potranno mai arrestare la rivoluzione. Riace vivrà con Lucano sindaco.”

                                                                                                                                                       Rachele Fedele

                                                                                                                                                                              

Avviso ai naviganti. Guai a parlar male di Benito Mussolini.

 

«Legali al lavoro – scrive la parlamentare – per verificare il “politically correct” di FB e altri social nei confronti di immagini e/o frasi offensive nei confronti di Benito Mussolini: monitoraggio e denuncia a Polizia Postale».

Recita così il tweet postato da Alessandra Mussolini.

La nipote del duce, forse dimenticando il divieto di apologia del fascismo, che il nostro ordinamento sancisce, attacca tutti i “naviganti” minacciando denunce nei confronti di coloro che “oseranno” rivolgere sul web immagini, frasi e quant’altro di offensivo, al nonno Benito.

Il tweet ha scatenato il popolo del web: da una parte i (pochi) nostalgici che continuano insensatamente ad osannare la figura del duce e pertanto danno ragione e sostegno all’europarlamentare e rappresentante della destra Alessandra.

Dall’altra, in numero decisamente maggiore, coloro che alla lettura di quanto postato hanno dato il via ad una serie di commenti contro il duce e contro la Mussolini stessa, commenti in cui vengono ricordati i crimini commessi dal fascismo e anche commenti in cui si ricorda appunto, che non è reato diffamare il duce, quanto è reato invece tessere apologie del fascismo.

Una comunità online indignata, arrabbiata ma anche ironica; non è mancato infatti chi la minaccia della possibile denuncia non l’ha presa proprio seriamente e si è divertito con commenti, battute, immagini poco riverenti.

Non è ben chiaro a cosa sia dovuta e cosa abbia scatenato, in particolare, questa accanita difesa della reputazione del caro nonno; ciò che invece è ben chiaro è il carattere surreale del tweet e la sua inadeguatezza nel nuovo contesto della politica italiana.

Benedetta Sisinni