Il cinema si reinventa: una via dell’arte per Messina, scommessa e opportunità

Giorno 30 aprile il Cinema Apollo ha finalmente riacceso le sue luci, ed in attesa di collocare i nuovi manifesti in vista delle tanto attese proiezioni cinematografiche, ha arricchito i suoi spazi esterni con opere d’arte, ridando luce e colore alla via San Filippo Bianchi. Il progetto “Apollo & Arte” nasce dall’idea di Daniele Mircuda e Loredana Polizzi che, osservando quella strada, una volta tanto animata dal via vai di persone che occupavano le sale della struttura, si trova adesso vuota e priva di quei colorati manifesti che riempivano gli espositori  del multisala. Proprio per questo motivo Mircuda e Polizzi hanno deciso di organizzare una rassegna temporanea per ricordare, non solo al pubblico dell’Apollo, ma a tutti i cittadini, la bellezza ed il piacere dell’osservazione attraverso l’arte. Gli artisti che si sono messi in gioco in questa meravigliosa iniziativa esporranno opere pittoriche, fotografiche, illustrative e di collage digitali.

“Apollo&Arte” via San Filippo Bianchi

Per la pittura sarà possibile osservare le opere di Sofia Bernava, giovane messinese classe ’98, da sempre appassionata all’arte, che si forma dapprima da autodidatta e, dopo il Liceo, decide frequentare l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria, dove ha poi conseguito il diploma di primo livello in Grafica d’Arte. Espone svariate volte negli anni alle mostre dell’associazione “Be Art”, all’evento “La città sommersa” nel 2019 e più recentemente alla mostra “Art Container 019” nell’Accademia da lei frequentata; vince inoltre il secondo ed il terzo premio a due estemporanee, rispettivamente “Visioni dall’interno”, tenutasi al Monte di Pietà, e “Castello e
d’intorni” presso Santa Lucia del Mela.

Altra protagonista dell’evento è Alessia Borgia, messinese nata nel ’86, che attraverso fotografie street racconta nitide immagini di vita quotidiana. Il suo approccio a quest’arte visiva avviene da giovanissima attraverso la fotografia analogica, dedicando i suoi rullini al paesaggio e a contesti familiari, per poi subire il fascino del digitale e cambiare soggetti per le sue opere. La sua sensibilità fotografica si sposa perfettamente con la precisione datale dalla sua professione di architetto, creando dunque il binomio ideale per trasmettere attraverso i suoi scatti il messaggio di una fotografia a sfondo sociale.

“Apollo&Arte” via San Filippo Bianchi

Tra le illustrazioni in mostra vi sono quelle di Lucia Foti, nata a Messina nel 1992, che, da sempre autodidatta, si avvicina all’arte sin da giovanissima, sviluppando un forte interesse per tutte le arti visive, interesse che, nel corso del tempo, la condurrà ad esporre le proprie opere sulle giacche artigianali della stilista Marcella Magistro, ed ad organizzare due mostre, una personale presso TOTù a Milazzo, ed un’altra, “Abyssu” in collaborazione con NessunNettuno, noto artista messinese, presso Le Retrò Studio a Messina; inoltre si occupa della locandina per il cortometraggio “Vittoria per Tutti” della casa di produzione “8 Production” regia di Elia Bei,
vincitore del Premio al Miglior Corto Italiano di Rai Cinema Channel al RIFF (Roma Indipendente Film Festival). La sua passione per le arti figurative giunge anche al ritratto attraverso cui, sperimentando tra penne, matite ed acquerelli, riesce ad immortalare l’anima dei volti che rappresenta.

Non solo però si avrà il piacere di rivedere artisti già noti, infatti, tornando alla pittura, saranno esibite le opere di Grazia D’Arrigo, classe ‘86 che, proprio in quest’occasione esporrà, per la prima volta, il frutto dei suoi lavori.

“Apollo&Arte” via San Filippo Bianchi

Altro talento proveniente dall’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria è la messinese Ylenia Bottari, classe ’94, che vedrà negli espositori del multisala i suoi lavori fotografici. L’artista, acquisito il diploma di primo e di secondo livello in Scuola di Decorazione, frequenta poi uno stage di restauro “Un’estate tra Arte e Fede nella Diocesi di Locri-Gerace” e si occupa nel 2019 dell’allestimento della mostra “Artcontainer 019” organizzata dall’Accademia da lei frequentata. Partecipa alla terza edizione della Mostra “ContaminArt-Arti visive” nel 2019 ed alla collettiva tenutasi al Palazzo della Regione di Reggio Calabria per le “Giornate Cardiometaboliche Reggine”.

Altro protagonista dell’esposizione è il venticinquenne messinese Daniele Commito, un giovane illustratore, che ha coltivato la sua arte da autodidatta acquisendo sempre più consapevolezza della sua capacità di spostare le sue idee su “carta”. Sono svariate le mostre a cui ha già preso parte, sia in città, quali Be Art Tropical session, Mood art al Centro Multiculturale Officina o ancora, la più recente, Segnalibro d’artista presso la Libreria Mondadori, ma anche nella metropoli Catanese alla galleria d’arte Nukleika.

“Apollo&Arte” via San Filippo Bianchi

Altra già nota pittrice messinese è poi Anna Viscuso, classe ’99, anche lei studentessa
dell’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, e che fa parte del collettivo Be
Art . Ha già esposto, non solo a tutte le mostre organizzate dall’associazione, ma anche a Viareggio alla collettiva NEROBIANCO.

Inoltre all’estemporanea sarà possibile ammirare le opere di uno degli organizzatori, Daniele Mircuda, che esporrà i suoi collage digitali in cui unisce note opere pittoriche a fotografie di personaggi noti e non, creando immagini interessanti e innovative. Ed è proprio l’artista in questione che, in veste di organizzatore, ha rilasciato una dichiarazione sull’evento descrivendo come si sia sviluppata l’idea della mostra.

Mircuda racconta infatti del profondo senso di tristezza che suscitava in lui la visione di quegli espositori vuoti, che un tempo coloravano la via del cinema. Così proprio osservando la strada ha ben pensato di domandare a Loredana Polizzi, gestore dello storico multisala messinese, di usare gli espositori come pannelli per una mostra d’arte. Polizzi si è subito mostrata entusiasta dell’idea ed ha dato immediatamente la sua disponibilità, permettendo così che l’estemporanea venisse organizzata nel più breve tempo possibile. Mircuda aggiunge poi, che “l’arte è bellezza pura e totale” e grazie a questa è possibile abbellire una via ormai vuota, divenendo così un “raggio di sole metaforico” per quella via ormai ingrigita. Tutto ciò rende il cinema un luogo ancora più culturale, ha proseguito l’artista, poiché la struttura che solitamente viene vissuta soltanto all’interno delle sue sale, viene così sfruttato a pieno per l’arte in ogni sua forma.

“Apollo&Arte”, gli artisti, via San Filippo Bianchi

Il Multisala Apollo, tra l’altro si è da sempre fatto sede di mostre, tuttavia fruibili solo dall’interno, ciò che rende particolare quest’estemporanea è proprio il fatto che sarà visitabile dall’esterno h24 e tutti i giorni della settimana. Gli espositori saranno ben illuminati, così che chiunque si trovi a passare di lì, anche la sera, possa goderne, e magari questa iniziativa potrebbe pure incuriosire chi non è molto vicino al mondo dell’arte. L’estemporanea sarà visibile per quindici giorni, allo scadere dei quali gli espositori non torneranno ad essere vuoti, ma vi sarà un ricambio di artisti, che con le loro opere continueranno ad impreziosire la nota via. Un’incantevole iniziativa che nella nostra città mette in luce come la voglia di fare possa portare ad idee innovative, come quelle di una mostra fruibile semplicemente passeggiando per le vie del centro città , e che soprattutto evidenzia come sia possibile reinventare degli spazi per far continuare a vivere l’arte, e quindi a goderne, anche al di fuori dei musei.

Laura La Rosa

UniMe e fondazione “Fiumara d’arte”: presto nuove 13 opere

Fin dai primi tempi l’uomo è stato ossessionato dalla bellezza. Bellezza che sì, è soggettiva ma anche mutevole, plasmabile dalla mano dell’uomo che, quando non la trova, la crea: così l’arte, nel corso dei secoli è cambiata attraverso le abilità degli artisti mettendo in dubbio anche il dogma della soggettività stessa della bellezza (chi non rimane incantato di fronte ai grandi classici?). Ed eccola cambiare nelle mani dell’artista come acqua nel recipiente e, allo stesso modo, scorre da Castel Di Lucio alle rive del Mediterraneo nella Fiumara d’arte (qui potete leggere il nostro articolo dedicato).

Cos’è la “Fiumara d’arte”?

Il celeberrimo progetto è nato nel 1982 quando il mecenate messinese Antonino Presti commissionò il primo lavoro. Si trattava della scultura La materia poteva non esserci, realizzata Pietro Consagra, prima delle 10 opere che, ad oggi, compongono il museo a cielo aperto.

UniMe e la fondazione

Il bando UniMefondazione Fiumara d’arte ha raccolto 230 progetti per la realizzazione di 13 nuove opere di arte contemporanea che abbelliranno ulteriormente il comprensorio di Tusa. La commissione che andrà a valutare nei prossimi giorni tutti i progetti pervenuti sarà formata da docenti dell’Ateneo e vertici della stessa fondazione.

Con un importo complessivo di 500 mila euro, il bando rientra nel progetto UniMe FISR La rifunzionalizzazione del contemporaneo.

Sono previste due sezioni:

  1. la prima dedicata artisti, designer e architetti  facenti parte della categoria junior (nati dal 1 Gennaio 1980),
  2. l’altra sezione dedicata agli artisti già affermati.

Le parole del Rettore

Il Magnifico Rettore Prof Salvatore Cuzzocrea ha così commentato e spiegato il forte impegno di UniMe:

L’Università degli Studi di Messina ha fortemente difeso questo progetto, anche di fronte alle diverse difficoltà incontrate in questi ultimi anni, ottenendo dal Ministero le proroghe e le rimodulazioni necessarie per completarlo. Anche in un momento particolarmente delicato qual è quello attuale, abbiamo voluto impegnare importanti risorse per contribuire allo sviluppo di un settore come quello dell’arte e del design e per implementare la ricerca. Oltre al bando per le opere che saranno realizzate a Fiumara d’Arte, infatti, abbiamo assegnato 15 tra borse e assegni di ricerca. La collaborazione con Antonio Presti e con la Fondazione, inoltre, ribadisce il ruolo strategico dell’Ateneo per il nostro territorio.

Le parole del mecenate Antonino Presti

Lo stesso mecenate, Antonino Presti, ha evidenziato con entusiasmo la collaborazione con l’Ateneo Messinese:

In un momento storico di depressione culturale, la nascita di queste nuove opere contribuirà ad una nuova manifestazione della bellezza. Una grande occasione di creatività e di rigenerazione, proiettando lo sguardo sempre al futuro, un percorso di impegno artistico, politico e sociale. Credo che la grande partecipazione al bando, in questo momento di emergenza, sia stata la conferma del primo obiettivo raggiunto: ritrovare e rincontrare lo spirito della creatività, restituendo tanta gioia a tutti i partecipanti.

Continuate a seguirci per i futuri aggiornamenti, come sempre sarà l’arte a parlare.

Giovanni Alizzi

Fonte img in evidenza: viaggifuorirotta.it

RiDE – il drammatico leggero della sensibilità di Valerio Mastandrea

 

L’opera prima è sempre un’emozione grande. Molti non sanno descriverla, altri pensano di aver fatto una stronzata – passatemi il termine, bonariamente – e Valerio Mastandrea, uno degli attori di punta della recitazione italiana contemporanea, ha sentimenti ingarbugliati tra loro riguardo la sua opera prima da regista: RiDE (si legge con pronuncia italiana per chi avesse il dubbio). UniVersoMe ha avuto l’ opportunità di incontrarlo al Multisala Iris di Messina, durante una tappa del suo tour per i cinema italiani “Esco in tour”.

 

©LauraLaRosa Chiara Martegiani e Valerio Mastandrea, Multisala Iris – Messina, Aprile 2019

 

Il film è il perfetto equilibrio tra un desiderio di svegliare le coscienze ed alleggerirle con il sarcasmo che contraddistingue il regista nelle proprie performance. La denuncia è quella delle morti bianche sul posto di lavoro: una critica sottile sugli atteggiamenti che socialmente riteniamo obbligatori quando subiamo un lutto, ma che Carolina – interpretata egregiamente da Chiara Martegiani – non riesce a rispettare. Il marito è morto da una settimana, e da una settimana lei non riesce a piangere. Neanche il figlio di 12 anni ci riesce. Lei prova in tutti i modi, fino a quando…
No fino a quando niente, qui non faccio spoiler. Vi consiglio di vederlo!

©LauraLaRosa, Valerio Mastandrea – Multisala Iris, Messina Aprile 2019

Intanto come avevo anticipato, Mastandrea e Martegiani erano presenti in sala: c’è stato un dibattito interessante tra il pubblico e i due attori. La sala si è perfettamente prestata per le domande, le foto e per la mia occasione di scambiare con loro qualche parola.

Prima ho incrociato Chiara, tra un complimento e l’altro, mi ha spiegato che la recitazione in Italia, specie per le donne, è una carriera molto precaria: le porte in faccia sono tante ma più per un modo di fare che per concreta mancanza di talento. La domanda mi è sorta spontanea:

Cosa consigli ai giovani aspiranti attori?

Eh… è una passione che si doma difficilmente, il lavoro è sempre una scoperta, bella o brutta che sia. Il mio consiglio è di puntate sui progetti, non bisogna smettere di creare, di informarsi e di continuare a crederci. Non è facile, queste cose non le dicono spesso, non sempre è questa realtà che traspare.

E distrutto dalla giornata becco Mastandrea, lo raggiungo con in mano un taccuino minaccioso che a mezzanotte – ammetto – avrebbe terrorizzato chiunque. Ma, come un cavaliere senza macchia e senza paura si è sorbito le mie domande con tanta gentilezza.

©LauraLaRosa Mastandrea e Giulia con il minaccioso taccuino – Multisala Iris, Aprile 2019

Il tuo debutto da regista esplode con un film ricco di ribellione e presa di coscienza, il cinema riesce a comunicare nella nostra società? Cioè quanto può influire, quanto è forte la sua risonanza?

Dovrebbe essere il compito del cinema raccontare la società e non solo, soprattutto le persone, mostrare la realtà attraverso le persone. Questo non significa che debbano essere girati film gravi, “pesanti” , anche una commedia può raccontare un sacco di cose. I generi cinematografici aiutano molto.

Ridere si può definire un inno alla libertà di soffrire? In un’intervista avevi spiegato che questi sono tempi in cui è difficile soffrire…

Certo, forse più al diritto. Ma non proprio di soffrire, persino stare male, non solo essere felici… male visto il bombardamento che subiamo costantemente di modelli di felicità. Ce l’hai Instagram te? Vedi quanto è felice la gente? D’estate, d’inverno. Se uno sta un po’ giù e vede la foto di un posto in cui non potrà andare, come si sente? Potrebbe soffrire, quindi la libertà di stare come ti pare è compromessa, e anche quella di soffrire. Come racconta la storia, la protagonista è una persona non riesce ad avere un rapporto con il proprio dolore, non ce la fa perché sta sotto i riflettori, perchè è tirata da una parte e dall’altra.

 

Foto del backstage di RiDE

 

Da un punto di vista tecnico la fotografia del film appare curata nei dettagli, a volte pecca nell’identità della stessa, ma sfrutta le inquadrature e i movimenti che accompagnano attori in campo. Quando hai iniziato a girare avevi già in mente le scene o si sono sviluppate durante?

Solo i grandi registi hanno in mente il film. Io, infatti, non avevo idea di nulla. Tante scene ed inquadrature sono venute naturali, nel cinema comunque ci sono delle immagini che se vogliono trasmettere un determinato significato, una specifica sensazione, vanno sincronizzate al movimento e all’ambiente in cui vengono girate. Io ho avuto una bella squadra con cui mi sono potuto confrontare, e menomale perché è stato il campo su cui mi sono soffermato di meno e mi dispiace adesso, riguardandolo ogni volta spunta qualcosa che avrei potuto fare diversamente, migliorare ecco. 

 

©LauraLaRosa, Multisala Iris – Messina, Aprile 2019

 

Anche se breve è stata un’intensa e divertente intervista – tra risate e sano sarcasmo non vedo l’ora di vedere cosa sfornerà di nuovo l’attore romano. Ha detto che ci vorrà tempo, si farà desiderare… ma per le domande rimaste in sospeso, caro Valerio, se ribeccamo.

 

 

Giulia Greco

 

 

 

Viaggio in Italia con la Camerata Musicale Ligure

Giovedì 21 marzo 2019. Aula Magna del Rettorato di Messina. Ospite la “Camerata Musicale Ligure con il loro spettacolo: “Viaggio in Italia”.  Siamo al 7ᵒ appuntamento della stagione concertistica 2019 che comprende una grande varietà di generi musicali. Una brillante idea creata dall’Università per entrare meglio in contatto con la propria città e i propri cittadini. La Camerata Musicale Ligure, costituitasi ad Imperia, nel 1988, presenta oltre 25 anni di sfavillante attività concertistica, invitata da numerose istituzioni italiane ed estere, ha all’attivo centinaia di concerti e decine di brani in programma con un vasto repertorio, dal barocco alla musica leggera.

©LauraLaRosa, (Concerto d’Ateneo), Aula Magna Rettorato, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un tour tutto all’italiana. Tutti i brani eseguiti riportavano in vita L’Opera, Il Cinema e la Canzone d’autore.

Ouverture da “il barbiere di Siviglia” – G. Rossini, Il valzer del Gattopardo – N. Rota; Il Padrino – N. Rota; Felliniana – N. Rota; Pinocchio – F. Carpi; La vita è bella – N. Piovani; Spaghetti Western Story – E. Morricone; Gente di Mare – F. De André; Medley di Canzoni napoletano – Medley di Canzoni napoletane.

©LauraLaRosa, (Concerto d’Ateneo), Aula Magna Rettorato, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

©LauraLaRosa, (Concerto d’Ateneo), Aula Magna Rettorato, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

©LauraLaRosa, (Concerto d’Ateneo), Aula Magna Rettorato, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sala gremita. Tutto esaurito. Pubblico attento. Si registra così, con gran successo, il sold-out per la 31^ stagione dei concerti dell’ateneo. Sentito l’omaggio a De André, richiesto il bis dalla platea, complice anche il fatto che ricorresse il ventennale della scomparsa.

L’Università vi aspetta per il prossimo appuntamento: giovedì 28 marzo ore 21.00 , Aula Magna del Rettorato. Ospiti: Silvia Martinelli – soprano, Andrea Trovato – pianoforte. Programma previsto: “Da Napoli a Broadway”.

Gabriella Parasiliti Collazzo

“Mamma, andiamo al concerto di Ariana?”

Quanti ragazzini lo avranno detto per essere lì, in quella arena, quel 23 Maggio? 

Un concerto straordinario, incredibilmente coinvolgente, ma il terrore e la morte sono state le protagoniste di fine serata.

Erano le 22:30 (23:30 ora italiana), quando un boato si è impossessato dell’euforia post-concerto: alcuni testimoni oculari riferiscono di una bomba chiodata, scoppiata nell’area foyer poco distante dalla biglietteria.

Da quel momento ci fu solo panico.

Di lì a breve, numerosi video gireranno su internet: lo sgomento era generale, tutti erano riusciti a sentire chiaramente l’esplosione e le urla della folla. 

In un filmato caricato da Repubblica, si vedono migliaia di persone che mosse dal panico si accalcano alle uscite di sicurezza, fino a quando i contorni delle porte non si vedono più; poi un momento di silenzio e subito dopo, come in un film, la voce dello speaker dice di star calmi, che non c’è nessun problema.

Ma la realtà è drammatica: 22 morti, 60 feriti.

Si parla di vittime, dagli otto ai sedici anni, proprio quella fascia di età in cui Ariana Grande ha iniziato la sua carriera di attrice e cantante.

Solo alle 2 del mattino, la polizia di Manchester comunicherà che “l’incidente” è un atto terroristico: il kamikaze, Salam Abedi, si preparava da un anno. La notizia è stata comunicata poi dal Times, sulla base di indagini sulla creazione di fondi bancari, necessari a sostenere la spesa degli ordigni di Manchester. Inoltre, sono state ritrovate prove sufficienti a stabilire l’esistenza di un piano pronto per una seconda bomba

Inoltre, qualche giorno fa il presidente dell’House Homeland Security Commette e deputato americano, ha dichiarato che nell’attentato di Manchester è stato usato lo stesso esplosivo delle stragi di Parigi e Bruxelles. 

Fin ora sono state arrestate otto persone per presunti collegamenti con l’attentato di Manchester. 

Negli ultimi anni, gli attentati terroristici spaventano e uccidono; ancor peggio, però, attentano alla vita quotidiana, alla bellezza di un’esperienza come un concerto o un viaggio.

Il terrorismo fa così tanto terrore, perché prima che fisico, è un terrorismo mentale, che si insidia nelle mente di ognuno di noi dopo le immagini di stragi, dopo la morte di persone innocenti.

Giulia Garofalo