Nella penna di Ariete

Ognuno di noi vive con la speranza di poter realizzare i propri progetti e c’è chi dice che siano sempre i sogni a mantenere viva la realtà.

Il successo di Ariete, cantante di punta dell’etichetta Bomba Dischi, conferma in qualche modo che ce l’ha fatta ed è riuscita a raggiungere la vita che desiderava da quando aveva solo otto anni e la musica era solamente un piccolo pensiero.

Poi inaspettatamente la scalata:  dalle audizioni di X Factor al successo ottenuto con il brano L’Ultima Notte che diventa protagonista anche della Serie Tv SummerTime, fino ai diversi successi post-estate.

In cima, ma partita dalla strada, dopo l’esordio con due album nel 2020 ( 18 anni e Spazio) e diverse collaborazioni musicali con vari autori, Ariete ci ha resi partecipi e a tratti anche protagonisti della lente con cui vede il mondo, le relazioni e il quotidiano.

Arianna del Ghiaccio, in arte Ariete. Fonte: billboard.it

Due brani per conoscere Ariete

1) L

L è l’ultimo brano di Ariete uscito un mese fa e disponibile su tutte le piattaforme musicali. Dopo il grande successo della hit estiva L’ultima notte, l’artista romana ritorna con un nuovo singolo dal sound e dal testo nostalgico, che ci fanno addentrare in una relazione d’amore terminata.

Le confessioni di Ariete sono molto chiare e mostrano tutta la fragilità di chi sente il cuore tagliarsi in due, lacerarsi, dopo una rottura non premeditata.

“Mi hai fatto credere di essere speciale per un giorno
Per un nanosecondo
Poi mi hai sparato un colpo”

Ariete non si nasconde, ma decide di aprire il brano nel migliore dei modi: sputando inchiostro e parole su carta, quasi come se fossero mine vaganti che colpiscono immediatamente le orecchie di chi ascolta.

“Se non mi guardo indietro giuro che poi torna tutto apposto
Ma non ne faccio a meno, quindi mi giro e muoio”

Quando una storia d’amore finisce rimangono i messaggi, le foto nel rullino del telefono, i piccoli dettagli sparsi per casa, quel loop in testa interminabile fatto di esperienze consumate insieme a quella persona speciale.

Rimane tutto, rimane anche il profumo nel corridoio, qualche filo di capello sul cuscino, l’eco dei sorrisi, la corsa verso la porta e l’abbraccio di ogni giorno. Insomma, diciamocelo, non è sempre facile inghiottire l’amaro o camminare ben eretti con la schiena senza voltarsi indietro e sperare in un ritorno.

Dal profilo instagram di @iosonoariete

Ancora una volta la musica di Ariete fa breccia nel raccontare l’amore tormentato di chi è disposto a morire in uno sguardo pur di sperarci ancora. È lo stesso amore di chi credendoci, vuol rischiare qualsiasi cosa per rivivere ancora quella sensazione, per mettere insieme i pezzi.

È questo quello che succede quando la musica riesce a raccontare qualcosa che ti appartiene: ti senti immersa in un fiume di parole e di annegare in domande troppo scomode a cui non vorresti mai dare una risposta definitiva.

“Quanto ho detto “Non lo faccio più, non ricado giù”
“Se non mi vuoi io non ti voglio”
E quanto ho detto “Non lo faccio più” e poi ci casco sempre”

In inglese di dice overthink e si traduce in pensiero eccessivo.

Spesso per sfuggire da queste ossessioni, ci si racconta delle piccole bugie. Ma, come un bambino durante i suoi primi passi, anche noi rischiamo spesso di cascare e di non riuscire a scorgere se non da molto lontano il punto previsto.

“Sei così lontana che non so nemmeno se ti ho persa”

Logo della cantante. Fonte: vinileshop.it

3) L’ultima notte

Se un giorno svegliandoti, per qualche strano evento, qualcuno dovesse riferirti che quella sarà l’ultima notte, sai già con chi la passeresti?

Sono sicura che ad ognuno di voi lettori sarà sorta una nuvoletta proprio sopra la testa, contenente il nome di una persona.
Ariete invece, ci ha scritto una canzone, intitolata appunto L’ultima notte e pensata in uno scenario molto comune: il mare.

“Non m′importa di niente, io l’ultima notte la passo con te, prendi da bere e portami dove vanno le stelle”

Questa canzone, oltre ad essere un brillante tormentone estivo, scelto anche da Cornetto Algida 2021 nel suo spot pubblicitario, è stata la colonna sonora della serie tv Summertime. Insomma, davvero un bel salto, che ha reso la giovanissima Ariete ancora più conosciuta.

Tra i giovani e non solo, il periodo estivo è il momento più atteso per aprirsi alle novità. È come una sorta di isola felice, fatta di cocktail, amici, serate, mare e nuove conoscenze. Sarà forse l’atmosfera, la voglia di vivere il qui ed ora, che ci fa provare ogni anno quel senso di pienezza e di estrema libertà. Spesso però, la magia che si prova dura il tempo di un solo attimo e rimane una chitarra e quattro note da consumare.

“E sparirà la sabbia si lascerà trascinare dal vento. È vuota quella piazza ricordo quando ci stavamo in cento”

Dalla videoclip di “L’ultima notte”. Fonte: youtube

Nel pop sound della sua camera

Si dice spesso che la musica abbia il potere di mantenere vivo un ricordo o una sensazione. E che spesso, i brani possano rievocare le stesse emozioni anche dopo mesi o anni. È come se ogni testo racchiuda un cassetto di immagini, un rullino di continui flash.

Concludo l’articolo con un breve passo di un’intervista rilasciata dall’artista su Le Rane.

“Quale pensi debba essere il ruolo della musica nella vita di una persona?
– Penso sia soggettivo. Senza io non vivrei, amo farla, viverla e ascoltarla, ma conosco anche gente che non ne ascolta e non è interessata. Per tanti è una valvola di sfogo, un luogo sicuro, ma ognuno la viva come vuole!”

Annina Monteleone

 

 

A bordo del taxi di Rkomi

Taxi Driver è una coinvolgente corsa dentro sé stessi che non delude mai- Voto UVM: 4/5

Siamo a bordo di un taxi e l’autista ci guarda come per dire: «Dove vuoi che ti porti», ma sembra che le uniche parole che riusciamo a dire abbiano a che fare con la nostra storia, con ciò che sentiamo. Ci lasciamo scivolare tra le auto, gli alberi e i km di una città che nemmeno ci importa. Ed è un po’ come urlare «Presto! Mi faccia salire, insegua quell’auto o i miei sogni!»,  un po’ come una scena di un film americano.

Rkomi ci porta a bordo del suo nuovo album, Taxi Driver, in cui i passeggeri, compreso l’autista, si raccontano nei testi delle canzoni. Dal primo brano, intitolato INTRO:

Faccio questo adesso, guido dal tramonto all’alba, a volte anche quando è festa. È stressante in effetti, ma almeno mi tiene la mente occupata.
Accompagno le persone nei loro pensieri così tante volte durante la settimana… Tanto da farmi coinvolgere, immedesimare.

Rkomi per Rtl – fonte: rtl.it

Qualcosa da combattere

Sembra che Rkomi questa volta voglia richiamare alle nostre menti un ricordo, un progetto, risalente al 1976: Taxi Driver, un film diretto da Martin Scorsese. Questa volta però, al contrario di quella pellicola in cui il giovanissimo Robert De Niro cercava di combattere i suoi demoni e le sue paure post-guerra del Vietnam, all’interno dell’album Mirko riflette sulla difficoltà dei sentimenti e dell’approccio con se stesso facendoli diventare un tutt’uno nei diversi testi.

Uno dei più chiari riferimenti al film che possiamo trovare è dato dal brano, anch’esso intitolato TAXI DRIVER, in cui esordisce con:

Canzoni viaggiano in taxi
per ripulire le strade
vengono fuori la notte gli animali più strani
io che invocavo un diluvio che prese me per ostaggio

Parole simili che troviamo anche nel film di Scorsese, in cui si afferma:

“Vengono fuori gli animali più strani, la notte: puttane, sfruttatori, mendicanti, drogati, spacciatori di droga, ladri, scippatori. Un giorno o l’altro verrà un altro diluvio universale e ripulirà le strade una volta per sempre”

A metà tra l’interpretazione di De Niro e l’introspezione, con una sola differenza: il diluvio di Mirko non ha a che fare con l’intera società ma con il pianeta dei sentimenti più profondi di ogni uomo.

Rkomi per radio città del capo – fonte: radiocittadelcapo.it

Nelle profondità di un sound

Altro giro, altra corsa, nuovi mondi e tante personalità. Taxi Driver prende spunto anche da un album di Ed Sheeran, ovvero No.6 Collaborations Project Cassette: un lavoro che coinvolge tantissimi artisti, creando un album misto.

Un’ottima idea che Rkomi remixa in una produzione ricca, visionaria, con accenni di rock, rap ma anche pop che fanno da cornice a suoni sempre diversi e di grande impatto. Di sicuro, l’amore è il tema che rimane come punto fermo dell’intera produzione 2021, nonostante le diverse sfumature e i molteplici riferimenti a situazioni differenti tra loro.

Nel brano accompagnato da Tommaso Paradiso, ovvero HO SPENTO IL CIELO, sorge un chiaro riferimento alla figura della donna angelo, musa ispiratrice dei grandi poeti del dolce Stilnovo come Dante.
Donna che travolge, accompagna ed eleva gli stati d’animo agendo su un piano totalmente soprannaturale. L’effetto che fa è simile a quello delle parole del testo:

A me non fa paura
averti cosi vicino
a me non fa paura
ma paura da morire

Altri riferimenti a Dante e alla Divina Commedia vengono ritrovati in PARADISO VS INFERNO, altro feat con Roshelle:

Non sono Dante, l′Inferno, il mio inferno è un altro

E continua, qualche battuta successiva, sulla stessa scia:

E persino Dio ha il suo Inferno è l’amore che ha per l′uomo

Rkomi foto originale – fonte: repubblica.it

A farci la guerra

Situazioni intime anche in DIECIMILAVOCI con Ariete, in cui vige un botta e risposta continuo, quasi non volesse finire. Un cerchio che si chiude in un fastidioso pensiero di qualcuno che possa minacciare la coppia, più di quanto già entrambi non lo facciano tra loro. Una guerra, una battaglia aperta in cui le parole bruciano dentro e lasciano le stesse ferite di uno scontro con armi.

Pagine vuote che provo a riempire, ho fatto un casino senza farmi sentire. Non sopporto che ci minaccino

PARTIRE DA TE: chi sarà stavolta il passeggero di questa corsa? Nessuno.
Questo brano viaggia in direzione ostinata e sola ed il conducente prova a destreggiarsi tra i suoi pensieri, facendo scivolare come pioggia ciò che sente. Il pre-ritornello si arrende di fronte ad una domanda:

Lascia che tu sia una mia fantasia prima che riapra gli occhi e ti portino via.
La mente è il nostro hotel, ma tu in che stanza sei?

Per poi lasciare spazio ad immagini, piccole promesse, forti visioni che ritroviamo nella seconda strofa:

E non lascerò mai poggiare la tua testa sul letto senza la mia mano dietro, abbiamo il pomeriggio, la tua pelle è come porcellana
le tue labbra sono chewing gum da masticare, zitti!
E tu sei così bella che a volte fai male

Ma chissà se questa è davvero la verità dei fatti o solo ciò che vorrebbe vedere il cuore.

Annina Monteleone