Il professore Fabio Rossi fra gli accademici della Crusca: l’intervista

Ogni italiano, almeno una volta nella vita, al di là dei propri studi, ha sentito parlare della famosa – o famigerata – Accademia della Crusca. E a raccontarcela è stato il Professore Fabio Rossi, ordinario di Linguistica italiana e nuovo membro dell’Accademia dallo scorso 30 aprile. L’abbiamo raggiunto telefonicamente per farci raccontare le sue sensazioni di fronte a una notizia così importante per tutto l’Ateneo messinese.

Essere membro dell’Accademia della Crusca

«No, – ci dice il professore Rossi – non me l’aspettavo assolutamente. Qual è stata la mia reazione? Beh, di grandissimo orgoglio e soddisfazione, oltre che ovviamente di grande gratitudine nei confronti degli accademici ordinari.» Come ci spiega il professore, infatti, l’Accademia della Crusca non è soltanto una delle istituzioni più prestigiose e longeve al mondo, ma anche uno degli organi più attenti allo studio, alla divulgazione e alla conoscenza dell’italiano sia in prospettiva sincronica, che diacronica.

Ma qual è nel concreto il ruolo di un accademico della Crusca? «Nel mio caso specifico – ci dice il professore – non cambierà molto. Io frequento l’Accademia della Crusca, la sua biblioteca e i suoi convegni almeno dal 1994, quando facevo il dottorato a Firenze. Ho tenuto nel corso degli anni dei corsi lì nel 2023 e ho curato con Geppi Patota due testi dedicati alla settimana della lingua italiana nel mondo.» L’iniziativa, inaugurata nel 2001 dall’allora Presidente Francesco Sabatini e in collaborazione con il MAECI (Ministero degli Affari Esteri e della Collaborazione Internazionale), ha come obiettivo quello di girare il mondo e tenere conferenze sulla lingua italiana. Il professore ci racconta di essere stato già ad Istanbul, in Francia, in Spagna, in Russia, in Romania e in tanti altri Paesi.

Fabio Rossi: accademico corrispondente

«Io all’interno della Crusca sono un accademico corrispondente: sono tenuto a frequentare il più possibile le attività dell’Accademia, a un mutuo scambio di pubblicazioni e di idee relative alla lingua e a un contributo attivo.» Ci racconta il professore che, ad esempio, già da prima della nomina collaborava alla stesura delle risposte del servizio di consulenza La Crusca per voi. A questo proposito, Fabio Rossi porta avanti un’attività simile anche per l’Università degli Studi di Messina con D.I.C.O., il servizio di consulenza linguistica curato insieme a Fabio Ruggiano, Raphael Merida e Francesca Rodolico.

La proverbiale Accademia della Crusca

L’Accademia della Crusca per chi non la conosce rischia di apparire come qualcosa di cristallizzato, di immobile, di ferma a quel lontano 1583, anno della sua fondazione. Tuttavia, l’istituto ha un ruolo ben diverso rispetto a quello puramente normativo. «Negli ultimi cinquant’anni – racconta il professore – da quando Giovanni Nencioni era presidente, l’Accademia è passata da un ruolo prettamente di archiviazione, conservazione e tutela della lingua, a quello di comprensione e non ostruzione della lingua contemporanea. Basti pensare ai due titoli che ho curato con Giuseppe Patota, L’italiano e la rete, le reti per l’italiano (2018) e L’italiano nel cinema, l’italiano al cinema (2017). Sono la dimostrazione di quanto l’Accademia della Crusca voglia essere radicata nella contemporaneità e sia perfettamente in grado di capire, descrivere e analizzare l’umanità tutta.»

«Del resto – continua Fabio Rossi – qual è la caratteristica ineliminabile di ogni lingua del mondo? L’essere un prodotto umano e sociale prima di tutto. A questo proposito, infatti, l’Accademia non impone niente, nessun cambiamento linguistico, ma fa tutt’al più un lavoro di proposta.»

Giulia Cavallaro