Quando, alla fine del 2024, cominciarono a spuntare i primi commenti sotto i suoi post – tutti allarmati per il suo drastico cambiamento fisico –, nessuno si sarebbe realmente aspettato che Angelina Mango, uscita vincitrice dal Sanremo di quell’anno e nastro nascente nel panorama musicale italiano e internazionale, avrebbe abbandonato da un giorno all’altro le scene.
Una scelta più che giustificata, soprattutto alla luce di quanto emerso dal suo nuovo album, caramè, uscito nel novembre passato senza annunci o avvisi di sorta.
Un secondo atto della carriera della cantante, dove cadono le maschere.
La popstar, che tanto hanno tentato di venderci, viene all’improvviso scomposta e ricomposta, restituendoci l’immagine – immediata e priva di filtri – di una ragazza come altre, che non è affatto una star. “Nemmeno per sbaglio” (7up).
Con ritmi lenti e malinconici, Angelina si distanzia da quanto pubblicato fino a ora. Dimenticate “La noia” o quello con cui ci aveva abituati con Poké melodramma. Nelle sue nuove sedici canzoni, di cui è quasi totalmente autrice, con produttori Giovanni Pallotti e Antonio Cirigliano, la ragazza si mostra intima, rotta, ma galvanizzata.

Fonte: @angelinamango_
caramè squarcia un silenzio protrattosi per mesi, presentandosi come un manifesto della sua voglia di vivere e una spinta ad avere “coraggio di mostrarsi deboli”.
Il suo intento è chiaro. Lo si vede nella copertina dell’album – un collage di sue foto in cui l’artista appare spontanea, nella sua veste quotidiana –, e lo si carpisce fin dai primi pezzi.
Angelina non ha intenzione di tornare indietro. E come potrebbe farlo?
“Ti aspetti che sorrida? Che mi svegli la mattina con la forza dentro che c’avevo prima?” (le scarpe slacciate)
Qualcosa è cambiato.
“E no, non sono come l’anno scorso. Ma che ne sai? Io manco mi riconosco” (aiaiai)
Un viaggio nel dolore
Seppur la cantante non si sia mai espressa a riguardo, i testi di caramè sono una conferma. Le tante speculazioni, che erano proliferate sul caso durante la sua assenza, avevano un fondo di verità.
Angelina Mango avrebbe un rapporto conflittuale con il suo corpo.
Il dolore che ne deriva si fa filo conduttore della raccolta, tessendo una storia di ansie, disagi, mancanze, che trovano sfogo sull’unica cosa su cui – per lei come tutti noi – può avere controllo: se stessa.
Un accanimento che porta all’apatia.
In pacco fragile, quarta traccia, Angelina canta, infatti:
“Ti sembro intatta? Emozioni chiuse a chiave nelle gabbie. Mi sfilo via la pelle per non sentire niente”
Un concetto che torna anche in igloo. Qui, nelle parole “Ma che dolore quando mordo forte le mie guance quando resto in disparte da me. Oggi vivo dentro a un igloo”, la ventiquattrenne spiega il senso di isolamento a cui l’ha condotta la sua consapevolezza. Una consapevolezza che le impedisce di vivere nel presente.
In ioeio, però, avviene un’inversione di rotta: la consapevolezza non è più una gabbia, e il dolore diventa un veicolo per riappropriarsi della ragione.
“A volte sento per caso un dolore, me ne accorgo e piango per la commozione. Perché sto dentro di me solo per abitare una pelle”
E, seppur sostenga che “Ci sono anch’io, un puntino che pretende di essere protagonista, l’apripista, l’anima della festa” (igloo) e “Troppe persone mi piacciono più di me, come se io a confronto fossi nulla”, alla fine Angelina giunge a un’epifania: il solo modo che ha per esistere è io e io.
Le risposte a lungo cercate, si rende conto, sono dentro di lei. Non può rifuggirle. Ne va della sua stessa esistenza, del suo essere al mondo ed esserci.
Il “velo sugli occhi” scivola via. Vuole vivere.
Capisce che la vita è “una serie di lune storte, di soli dritti” e che “non fa niente se perdi una partita” (cosicosicosi).
Ora è “pronta ad affrontare tutto. E ripartire da zero” (bombe a mano).
A prendere la vita a morsi.
È pronta a cantare.
“Dai, Nina, canta!”
Considerazioni su caramè? A noi è piaciuto!

Fonte: https://billboard.it/top-story/angelina-mango-nuovo-album-carame/2025/10/16196812/
Una t-shirt oversize, la frangetta tagliata da sola, la voce talvolta fioca e spezzata.
Questa nuova versione di Angelina, non possiamo negarlo, ci aggrada.
Nessuna finzione, né palcoscenici dai fari abbacinanti da calcare e su cui performare fino all’estenuazione.
È facile immedesimarsi in caramè. Fare proprie le sue parole, portarle dentro e risolverle.
Un album che non volevamo, ma di cui avevamo bisogno.
“Nina sei strana”, ma a noi va bene così.
Ora, non ci resta che aspettare il tuo tour, Nina canta nei teatri, per poterlo fare insieme a te.