Quanti di noi ci siamo innamorati? Quanti di noi hanno amato? Seppur apparentemente sembrano la stessa domanda esse nutrono una differenza abissale.
Le prime relazioni ci sembrano non finire mai, l’altra persona appare come il caposaldo della nostra vita senza la quale saremmo perduti.
È forse nel perdersi che possiamo spostare il baricentro su noi stessi così da avere la possibilità di ritrovarci o dovremmo invece resistere e annullarsi per quell’amore che sembra oramai sull’orlo del baratro?
Buona parte della società sembra oscillare tra chi punta ad arricchire il suo “bodycount” ed avere più relazioni a chi soffre per mantenere un rapporto imperfetto nella speranza di un futuro migliore. Viviamo in un tempo in cui ci si domanda cosa sia una relazione, direbbe Nayt nella sua celebre canzone “certe bugie”.
Ma niente paura, provati dei sentimenti, essi saranno destinati a durare per sempre, a maggior ragione se si tratta dell’amore. La parola amore deriva dal latino a-mors, vale a dire senza morte.
L’innamoramento
L’innamoramento è la condizione prima che permette il nascere dell’amore. Tuttavia, sembra che siano in tanti a fermarsi a questa fase, facendo prevalere l’individualismo e la paura di impegnarsi in una coppia. Spesso ci si innamora conoscendo a malapena l’altro e senza la minima idea di chi siamo.
Durante l’innamoramento tutto sembra rosa e fiori, senza alcun difetto. Attribuiamo all’altra persona le migliori caratteristiche che ci vengono in mente: ella appare la prediletta del destino.
La realtà è che l’innamoramento è un rapporto con la parte romantica di noi stessi, la parte di noi che, essendo stata soppressa, esce fuori attraverso l’altra persona insieme ad un mix di emozioni. L’innamoramento è un incontro, un incontro fugace con se stessi.
Spesso, nella generazione delle relazioni digitali e superficiali, esso diventa un pretesto per riempire quel vuoto interiore che non riusciamo a colmare. Mentre la scorsa generazione presentava dei valori troppo rigidi in ambito amoroso, tanto da limitare la libertà personale, oggigiorno la società sembra essersi aperta molto di più. Il problema nasce quando quando la ricerca di “libertà” e il tentativo di colmare il nostro vuoto interiore diventano una scusa per fermarsi all’innamoramento, per fermarsi alle emozioni momentanee con la speranza che esse possano riempire la tana del bianconiglio in cui abbiamo paura di tuffarci.
L’amore
L’amore è il passo seguente dell’innamoramento. Esso non è più un rapporto con noi stessi ma un rapporto dove l’altro diventa scelta fondamentale giorno dopo giorno. L’amore è una scelta razionale dove i partner sono uno specchio l’uno per l’altro e, specchiandosi tra i propri pregi e i propri difetti, decidono di restare insieme nonostante tutto. In termini psicoanalitici l’amore è un ritorno ad un posto sicuro, una ricerca della fusione originaria tra noi e il “grembo materno”.
Spesso nelle relazioni l’altro viene scelto per paura di restare soli, in un mondo che difatti ci abbandona velocemente se non siamo all’altezza di esso. In altri casi il legame con l’altra persona sembra possibile ma è arricchito da innumerevoli dinamiche disfunzionali che lo rendono, di fatto, sfuggente.
L’eccessivo indirizzamento della società verso lo sviluppo della tecnica è l’individualismo ci portano a voler tutto alla perfezione subito. Questo ci rende incapaci di ascoltare l’altro, di accogliere l’altro. Costruire quel posto sicuro chiamato “relazione” è possibile solo se noi siamo i primi ad essere un posto sicuro per l’altro.
A-mors, senza morte
Viene da A– e more. La “A” è primitiva, “more” viene da “morte”.
“Amore” vuol dire “senza morte”, ci dice Gio Evan nel suo libro “Nonna le chiamava persone medicina”.
Ogni amore che si ritenga una scelta consapevole dell’altro e destinato all’eternità. Se il tempo viene concepito come una dimensione priva di inizio e di fine, non più come una linea con un’origine e una conclusione ma come una continuità infinita, allora anche il concetto di “fine” assume un significato diverso. Da questa prospettiva, ogni storia d’amore, indipendentemente dalla sua durata empirica, non può dirsi realmente conclusa: essa è esistita in un determinato spazio-tempo e, proprio per questo, è diventata un evento irripetibile.
L’amore, non è eterno perché dura per sempre nel presente, ma perché è accaduto una volta per tutte. La sua esistenza non può essere annullata dal fatto che non sia più attuale. Se il tempo non ha né origine né termine, anche i sentimenti vissuti da due individui in un preciso frammento temporale non possono svanire nel nulla: essi continuano a esistere in quel determinato frammento temporale.
Il mio invito è quello che tutti noi possiamo addentrarci in un amore puro, senza morte.
Fonti:
Amore e caos. Protagonisti e vittime della vita affettiva, 2008.
Giovanni Cardillo