C’è una linea sottile, quasi magica che attraversa la carriera di Fabio Armiliato. Una voce che non si limita solo a cantare. Ma che sembra volerci risvegliare da qualcosa. E tra qualche giorno lo farà, proprio a Messina.
Fabio Armiliato è uno dei protagonisti più attesi del MOFF 2025, che il 29 novembre aprirà alla Sala Laudamo con la proiezione del film To rome with love, di Woody Allen.
Chi è Fabio Armiliato
Fabio Armiliato occupa un posto d’onore all’interno degli Insigniti del Premio Messina Cinema&Opera, accanto a figure di prestigio quali Andrea Andermann e Barry Purves. Tenore di fama internazionale e artista poliedrico, Armiliato porta al festival non soltanto la grandezza della sua carriera lirica, ma anche la sua sorprendente capacità di coniugare musica e recitazione, qualità che lo hanno reso uno degli interpreti più amati degli ultimi quarant’anni. Riconosciuto a livello mondiale per la sua vocalità, caratterizzata da un impressionante registro acuto e una musicalità innata che gli hanno permesso di distinguersi per il suo istinto drammaticamente romantico. Dal suo debutto al Metropolitan Opera di New York fino al Teatro della Scala di Milano, Armiliato avanza sulle scene come un narratore antico, capace di portare la verità del canto anche oltre i confini dell’opera.
To Rome with love. L’unione bizzarra tra opera e cinema

Nel mosaico di storie che compongono la celebre commedia, Woody Allen gioca. Intreccia quattro vicende autonome, sospese tra sogno e quotidianità.
Una giovane coppia in viaggio di nozze travolta da incontri imprevisti; un uomo qualunque che diventa, senza motivo, una celebrità; un architetto che rivive una stagione della sua giovinezza come in un ricordo ad occhi aperti; e infine la storia che vede protagonista Fabio Armiliato, al fianco dello stesso Allen.

Il tenore interpreta Giancarlo, un uomo dotato di un talento vocale incredibile ma espresso solo sotto la doccia, dove l’imbarazzo e la timidezza sembrano dissolversi. Il suo personaggio diventa così il fulcro di una trama brillante: il sogno di un impresario americano (interpretato da Allen) che scopre in Giancarlo un talento autentico ma prigioniero delle sue insicurezze.
Il gioco comico nasce dal contrasto tra la grandezza della voce e la sua impossibilità di esprimersi se non in una situazione assurda: cantare l’opera sotto una doccia in scena. Armiliato presta al personaggio non solo la sua vocalità, potente e raffinata, ma anche una grande spontaneità interpretativa. Una figura che propone la lirica in materia narrativa leggera e sorprendentemente poetica.
Una carriera multiforme
Non solo un’innata consapevolezza della propria voce. Lo studio del canto, come tutte le arti e le tradizioni più antiche, basa il suo ragionamento su dei principi universalmente conosciuti e trasmessi.
Fabio Armiliato si racconta con il suo libro Una vita in canto. L’alchimia della voce, che sarà presentato in apertura al festival. Il volume è arricchito da Audio QR Codes che ripercorrono la sua carriera tra didattica, misticismo e ricerca di sè attraverso il canto. Ci svela la sua biografia in modo innovativo, e lo fa usando la metafora dell’arte del canto come pratica artigianale. Definisce i veri studiosi del canto Artigiani della Voce, in grado di agire in armonia con la natura e l’universo, nel totale rispetto delle leggi fondamentali della vita, riconoscendo che sopra ogni cosa vi è l’elemento principale: la vita stessa e quell’energia che forma, muove e governa tutte le cose.
«Una meravigliosa sintesi tra Arte, Scienza e Spirito», spiega lo stesso Armiliato.
Così, tra magia, lirica e ammirazione aspettiamo l’inizio del MOFF 2025, che rende omaggio a una voce che, solo come Roma sa essere, è eterna e sorprendentemente viva.
Elisa Guarnera