Tornare a divertirsi grazie a DON’T TAP THE GLASS

Redazione Recensioni
REDAZIONE RECENSIONI
Musica
album don't tap the glass hiphop recensioni tylerthecreator

Tyler, the Creator è uno degli artisti più innovativi dell’hip hop americano, che nel corso degli anni ha mostrato delle incredibili capacità nello spaziare tra generi musicali variegati e temi differenti, creando così degli instant classic (pensiamo ai suoi lavori precedenti come “Flower Boy” e “IGOR”, da molti considerato il suo capolavoro).
Il 21 luglio 2025, durante il tour mondiale dedicato a “CHROMAKOPIA”, Tyler ha rilasciato un piccolo album di 10 tracce. Un progetto molto differente rispetto al suo solito, che ha un solo scopo: divertire, far ballare l’ascoltatore.
“DON’T TAP THE GLASS” è questo. Un album che, nel corso di questa recensione, vedremo non essere un racconto sofisticato e narrativamente elaborato, come quelli a cui Tyler, the Creator ci ha abituato con i suoi ultimi lavori, quanto un inno al divertimento e al lasciarsi trasportare dalla musica. Il tutto attraverso tre semplici regole che l’artista stesso ci dà sin dal primo momento in cui ascoltiamo la prima traccia.

Cover di “Don’t Tap The Glass”

1. Body movement. No sitting still.

Come detto prima, questo album ha avuto una gestazione pressoché breve rispetto agli altri progetti dell’artista. Tyler ha registrato e prodotto la maggior parte del disco durante il suo ultimo tour, che lo ha visto in giro per tutto il mondo (facendo anche tappa qui da noi, a Milano). Ciò che ha mosso Tyler a voler realizzare questo album è stato un pensiero, una domanda che lui stesso ha posto ai suoi amici:  “Ho chiesto ad alcuni amici perché non ballassero in pubblico e alcuni hanno detto perché hanno paura di essere filmati. Ho pensato cavolo, una forma naturale di espressione e una certa connessione che hanno con la musica ora è un fantasma. Mi ha fatto pensare a quanto del nostro spirito umano è stato ucciso dalla paura di essere un meme, tutto per avere un buon momento… Questo album non è stato fatto per restare fermi. Ballare guidare correre ogni tipo di movimento è consigliato per forse comprendere il suo spirito. Solo ad alto volume”.

Perciò “DON’T TAP THE GLASS” vuole essere questo anche per l’artista stesso. Un progetto che non ha alcun messaggio alto e articolato da trasmettere, ma il desiderio di un divertimento senza aver paura di pregiudizi o simili. E ciò si riflette in tutto l’album.

Don't tap the glass
Tyler, The Creator nel videoclip di “Stop Playing With Me” fonte: stanisland magazine

3. Only speak in glory. Leave your baggage at home.

E così, tra lo stupore di molti fan, “DON’T TAP THE GLASS” esce su tutte le piattaforme di streaming, con pochi featuring al suo interno. Il più importante, sicuramente, è Pharrell Williams, una delle più grandi ispirazioni per l’artista, la cui influenza si può chiaramente sentire in questo disco.
Già dalla cover dell’album e dai vari videoclip usciti, Tyler ci fa capire quella che è l’estetica legata a tutto il progetto: completi colorati di pelle, baffoni, grafiche quasi kitsch e atmosfere primi anni 2000. Un tuffo nel passato, sia musicalmente che esteticamente, in quella che è stata l’infanzia dell’artista, dove ripropone tutte quelle sensazioni con le quali è cresciuto, tornando a un tipo di musica che oggi non siamo più soliti sentire in radio.
Seppur duri poco (circa 30 minuti), in questo disco ogni traccia riesce a regalare stati d’animo diversi tra loro. Passiamo dai brani iniziali, più energici e in salsa hip hop, carichi di movimento e spavaldi, alle ultime canzoni, più sognanti nelle loro melodie elettroniche, quasi nostalgiche e rilassanti, come per farci prendere una pausa dalla foga iniziale.
In “DON’T TAP THE GLASS”, come avevamo già intuito, la musica è fondamentale, non il messaggio che vuole trasmettere.

Da CHROMAKOPIA a DON’T TAP THE GLASS: una nuova era

Un elemento che sicuramente manca in questo disco è la scrittura di Tyler, the Creator, che ha abituato il suo pubblico a canzoni con messaggi molto importanti, specialmente in “CHROMAKOPIA”, il disco precedente, dove canzone dopo canzone esplorava ciò che è stata la sua vita e le varie esperienze che l’hanno formato. In questo album, però, non c’è spazio a tutto questo. Tyler decide volontariamente di
lasciarsi alle spalle l’era precedente ed entrare in una nuova, dove non c’è spazio alla tristezza o al parlare di sé, ma dove ci si diverte, dove non ci si ferma, dove si lasciano tutte le preoccupazioni a casa.

don't tap the glass
fonte: NPR

3. Don’t tap the glass

Perché quindi “DON’T TAP THE GLASS”? Cosa c’è dietro questo titolo? È la tipica espressione che si usa per avvisare le persone di non disturbare gli animali che si trovano dietro un vetro, generalmente in un acquario o uno zoo. Parafrasando un po’ questa frase, è un invito a non disturbare sia l’artista per ciò che propone e di rispettare i suoi spazi, ma anche il pubblico stesso, di non infastidirlo e lasciarlo divertire, sulle note delle varie canzoni presenti nell’album.
Forte del successo che hanno avuto i vari singoli di questo disco nelle radio americane e nei social media e una candidatura ai Grammy Awards 2026 (come miglior album di musica alternativa), “DON’T TAP THE GLASS” è stato uno degli album dell’estate di quest’anno.

Il progetto di certo non brilla per la sua profondità, ma risulta essere un piacevole viaggio musicale, che riesce nell’intento che l’artista desiderava raggiungere attraverso esso.

Giacomo De Salvo