Ogni anno il 14 novembre si celebra la giornata mondiale del diabete. Una malattia che preferisce rimanere nascosta, ma che sa perfettamente come e quando farsi sentire.
Consapevolezza e sensibilizzazione sono gli obiettivi per questa giornata.
Giornata mondiale del diabete 2025
Lanciata nel 1992, la Giornata Mondiale del Diabete è un’iniziativa della Federazione Internazionale del Diabete (IDF) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), creata in risposta all’incidenza crescente del diabete nel mondo. Il 20 dicembre 2006 l’Assemblea generale delle Nazione Unite ha istituito la Giornata Mondiale del Diabete come giornata ufficiale dell’ONU e ha riconosciuto il diabete come “una malattia cronica, invalidante e costosa che comporta gravi complicanze”. Per quest’anno, il tema scelto dalla Federazione Internazionale del Diabete è Diabete e Benessere, con un focus sulla relazione tra diabete e ambiente di lavoro. Milioni di persone con diabete affrontano quotidianamente sfide legate alla gestione della propria condizione sul posto di lavoro, tra cui stigma, discriminazione ed esclusione. Questo ha un impatto negativo sul loro benessere. Secondo i dati dell’IDF:
- 7 su 10 le persone affette da diabete in età lavorativa;
- 3 su 4 le persone affette da diabete hanno sofferto di ansia, depressione o altri problemi di salute mentale a causa del diabete;
- 4 su 5 le persone affette da diabete hanno sperimentato il burnout dovuto al diabete.
Sono dati significativi, che ci permettono di chiederci perché aleggiano disagio e gravi difficoltà a lavorare con una condizione, come quella del diabete.
Miti e stereotipi, cosa NON è il diabete
Ho perso il conto delle volte in cui numerose persone mi chiedono: “Ma quella torta con il cioccolato non puoi mangiarla!”, “Attenta che ti sale il diabete”, “Ma non è che se ti tocco me lo trasmetti?”, “Pure io voglio quel cerotto per contare i passi durante la giornata”, “Mi raccomando mangia ceci e fave secche così ti passa tutto”, e potrei continuare all’infinito.
Solo che nel 2025 non possiamo più accettare domande del genere.
Non possiamo accettare che il sensore per il controllo della glicemia venga scambiato per un GPS, o che la pompa di insulina diventi il proprio cercapersone o peggio ancora un registratore. Non possiamo accettare una grande ignoranza sul tema. Quindi, come abbattere i confini della non conoscenza, della paura e dei tanti dubbi che gravitano attorno all’argomento? Attraverso la divulgazione e la sensibilizzazione tra le famiglie, nelle scuole, sui social, habitat dei più giovani (e non solo, ormai). Sono proprio i ragazzi diabetici che cercano di farsi spazio su Instagram e TikTok, raccontando e condividendo la loro giornata con vlog o solo piccoli spezzoni in cui il diabete diventa protagonista. Un po’ timido, all’inizio.
Le celebrità che danno voce al diabete
Cantanti, attori, atleti, e tanti altri. Loro sono lo “strumento” primario per dimostrare come il diabete è una parte della vita di alcuni, ma non solo quella. Ci sono storie che parlano di musica, di cinema, di sport, ma che dentro di loro affrontano una grande sfida giornaliera.
Elvis Presley, Nick Jonas, James Norton, Tom Hanks, Alexander Zverev, Lila Moss. Questi sono alcuni dei volti noti della musica, del cinema, dello sport e della moda che non hanno mai fatto segreto della patologia, anzi. La modella Lila Moss, in numerose occasioni, ha mostrato i suoi dispositivi del diabete in passerella durante gli eventi di moda, diventando anche la testimonial per la prima campagna di Mattel di una Barbie con diabete (dividendo l’opinione pubblica tra chi era entusiasta della novità e chi lo ha considerato l’ennesimo sfruttamento commerciale). Insomma, tutti loro sono l’esempio di una vita viva, vera, forte e non condizionata da niente. Perché, se ci pensiamo, quello che ci blocca è solo nella nostra testa. Lasciamo più spazio al nostro corpo. Lui ci saprà sorprendere!
Tra salute pubblica…
È fondamentale agire sulla prevenzione, perché l’impatto della malattia dal punto di vista clinico, sociale ed economico sul Servizio Sanitario Nazionale e sui servizi regionali è molto importante: basti pensare che la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in controllo metabolico è di 7-8 anni. Secondo alcuni dati dell’OMS, il 60% almeno della mortalità per malattie cardiovascolari è associata al diabete, il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale che può portare alla dialisi, il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi. Il 32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni.
…e sostenibilità economica
Tutto ciò comporta l’8% del budget SSN assorbito dal diabete, con oltre 9,25 miliardi di euro di soli costi diretti (quelli dovuti alla spesa per farmaci, prestazioni ambulatoriali, diagnostica e ricoveri), a cui ne vanno aggiunti altri 11 di spese indirette (assenza dal lavoro, diminuzione di produttività, ecc..). Specificando meglio, un paziente diabetico in un anno consuma risorse del SSN per circa 2.800 euro che sono il doppio rispetto ai pazienti non diabetici. Il 90% dei costi è attribuibile al trattamento delle complicanze e soprattutto per le ospedalizzazioni, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico. E questi costi aumentano se il paziente non viene trattato in maniera adeguata e tempestiva perché magari non ha un pronto e facile accesso ai servizi sanitari oppure perché non assume con regolarità le terapie prescritte.
Seminare speranza. Non contro, ma con il diabete
Dobbiamo però ricordare che dietro ogni numero ci sono persone, storie, famiglie, figli e genitori, bambini e adulti che ogni giorno aspettano una cura. I sensori e i microinfusori hanno rivoluzionato la vita delle persone con diabete, migliorandola profondamente. Oggi la loro presenza visibile sul corpo non è più un segno di diversità, ma di libertà: molti li mostrano con orgoglio, decorandoli con adesivi e cover personalizzate che raccontano la loro forza e la loro quotidianità.
E sì. Come abbiamo già detto il diabete è una malattia che costa. E non parlo a livello solo economico, ma soprattutto mentale e fisico. Il diabete consuma quelle poche energie che ti sono rimaste a fine serata, dopo una giornata impegnativa, che sia a scuola o a lavoro. Il pensiero di affrontare l’ennesima ipoglicemia ti sfinisce. Ti costringe e non abbassare mai il controllo su te stesso, perché nei casi peggiori ci rimetti la vita. Non si tratta di allarmismo o di terrore psicologico, ma di consapevolezza, di sensibilizzazione, di divulgazione. Non è facile la vita con lui. Ci sono momenti in cui desideriamo chiudere il nostro cervello, abbassare la guardia solo per una giornata. Ma non è un nemico da debellare, anzi un compagno di vita (come lo definisce il mio dottore) che si deve adattare a noi, alle nostre passioni, al nostro essere. In questa giornata (così come nelle altre 364) facciamoci portatori di informazione, sicuri di un progresso medico e tecnologico ancora più elevato. Maneggiamo con cura questo nostro palloncino, per ricordare a tutti noi che la forza della consapevolezza e dell’unione può sollevarci sopra ogni limite.
Elisa Guarnera
FONTI
https://giornatadeldiabete.it/index.php/il-diabete